Archivi giornalieri: 20 ottobre 2015

Bilancio sociale Inps

 

Bilancio sociale Inps: le pensioni diminuiscono sia in numero sia negli importi

Dal bilancio consuntivo 2014 risulta che il totale delle uscite ammonta a circa 431 miliardi di euro, di cui la parte più rilevante è rappresentata dalle prestazioni istituzionali, che sono risultate pari a 303 miliardi. A fronte di queste uscite, il totale delle entrate è pari a circa 424 miliardi (+6,6 per cento rispetto al 2013).  Le entrate correnti ammontano a 314 miliardi di cui 211 derivano da quelle contributive e quasi 98 miliardi dai trasferimenti dal Bilancio allo Stato.

Il saldo tra entrate e uscite evidenzia un disavanzo complessivo di 7 miliardi, in diminuzione di quasi due miliardi rispetto al 2013. E’ quanto emerge dal Bilancio sociale dell’Inps 2014 presentato questa mattina alla presenza del Presidente, Tito Boeri e del ministro del lavoro, Giuliano Poletti.  

Lavoratori dipendenti privati

Nel 2014 i lavoratori/trici (esclusi i domestici e gli agricoli) sono risultati in media pari a 11.719.396 con una riduzione dello 0,6% rispetto al 2013. La situazione di difficoltà del mercato del lavoro, determinata dalla crisi economica ancora in atto nel 2014 – si legge nel documento – è evidenziata dal calo rispetto al 2013 degli apprendisti (-3,9%) e degli operai (- 0,7%). Risentono diversamente della crisi gli impiegati (-0,4%) e i dirigenti (-1,7%). Gli unici che rispetto al 2013 presentano un aumento sono i quadri (+2,8%). Per quanto attiene all’analisi di genere gli uomini rappresentano il 58,4% dei dipendenti privati e le donne il restante 41,6% riconfermando lo stesso rapporto percentuale analizzato nel 2013.

Lavoratori dipendenti pubblici

Nel 2014 i lavoratori/trici iscritti sono complessivamente 2.953.021 con una flessione del 2,8% rispetto al 2013. Le politiche di blocco del turn over nel pubblico impiego hanno avuto riflessi sulla platea di iscritti peggiorando sia il rapporto tra iscritti e pensioni della Gestione pubblica sia il rapporto tra entrate e contributi versati ed uscite per prestazioni pensionistiche.
Sull’analisi di genere – prosegue il documento – le donne rappresentano il 56,2% mentre i maschi il restante 43,8%.

Lavoratori autonomi

Nel 2014 i lavoratori/trici autonomi iscritti all’Inps sono risultati nel complesso pari a 4.376.321 unità con un decremento dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Tra questi, 1.747.312 sono iscritti alla Gestione artigiani (-1,6% rispetto al 2013), 2.175.450, alla Gestione commercianti (unica categoria in crescita con un + 0,4%) e 453.558 alla Gestione coltivatori diretti, coloni mezzadri e imprenditori agricoli professionisti (- 0,8% rispetto al 2013).

Lavoratori iscritti alle Gestione separata (parasubordinati)

Nel 2014 la media annua degli iscritti è diminuita di 78.213 unità (-8,6%), passando da 911.765 del 2013 a 833.552 del 2014. Seppur con percentuali diverse, sono diminuiti anche i collaboratori (-2,4%) e i professionisti (-30,1%). I contributi versati dagli iscritti ammontano a 6.820 milioni di euro, con una riduzione del 5,2 per cento rispetto al 2013, di cui 5.980 sono versati dai collaboratori e 840 dai professionisti. 

Le prestazioni

Su 321.207 milioni di euro di uscite correnti, 303.401 milioni rappresentano la spesa destinata all’erogazione delle prestazioni istituzionali, che si suddividono in prestazioni pensionistiche e non pensionistiche. Le prestazioni pensionistiche (inclusi gli assegni di accompagnamento per gli invalidi civili) ammontano a 268.817 milioni con un incremento dello 0,6% rispetto al 2013, che coprono l’88,6 per cento delle prestazioni complessive. Quelle non pensionistiche, che corrispondono al restante 11,4%, sono pari a 34,5 miliardi di euro, con una diminuzione del 4,8% rispetto al 2013 (in valori assoluti un segno meno di 1.742 milioni di euro). La spesa complessiva per gli invalidi civili ammonta a circa 17 miliardi, in lieve aumento rispetto all’anno precedente (+0,5 per cento).

Le pensioni

Nel 2014 l’Inps ha erogato 20.920.255 pensioni tra cui 17.188.629 pensioni previdenziali (invalidità, vecchiaia e superstiti) per circa 243.514 milioni di euro e 3.731.626 pensioni assistenziali (principalmente pensioni e assegni sociali e trasferimenti agli invalidi civili) per 25.303 milioni di euro. La spesa lorda complessiva è stata di 268.817 milioni di euro, inclusa quella per indennità di accompagnamento agli invalidi civili.

Le nuove pensioni del 2014

Le nuove pensioni previdenziali liquidate nel 2014 ammontano a quasi 560.000, con una riduzione rispetto all’anno precedente sia nel numero, sia nell’importo complessivamente erogato. In particolare, scende del 6,2% il totale dei nuovi assegni e del 5,1% la spesa complessiva annua, mentre l’importo medio lordo mensile delle prestazioni per invalidità, vecchiaia e superstiti cresce dell’1,2%. Le nuove pensioni di anzianità/anticipata erogate nel 2014 (125.371) hanno subito una riduzione dell’11,5% in meno rispetto all’anno precedente, che ha determinato un decremento della spesa annua dell’8,1% , mentre il valore mensile lordo dell’assegno cresce in media del 3,8%.

Nell’anno 2014 il numero delle prestazioni in esame è diminuito tra i dipendenti privati dell’8,4%, mentre tra i lavoratori pubblici è aumentato del 21,5%; per i lavoratori autonomi il numero delle nuove anzianità è considerevolmente diminuito (-41,6%). Le nuove pensioni di vecchiaia diminuiscono del 12,6% come anche la spesa annua (-9,9%). Per le pensioni di anzianità l’età media dei nuovi pensionati sale a 59,7 anni tra i dipendenti privati, a 61,3 tra i dipendenti pubblici e a 60,2 tra i lavoratori autonomi. Anche per le pensioni di vecchiaia si registra un aumento dell’età media, rispetto all’anno precedente, con valori che si presentano più elevati di quelli relativi alla prestazioni di anzianità e precisamente pari a 64,9anni nel settore privato, 65,3 nel settore pubblico e 66,2 per i lavoratori autonomi. Si rileva, inoltre – sempre nel documento dell’Istituto – che essendo le donne le maggiori beneficiarie di pensioni di vecchiaia, esse arrivano al pensionamento in età mediamente più avanzata rispetto agli uomini, in prevalenza destinatari di pensioni di anzianità.

Ammortizzatori sociali

Nel 2014, la spesa per gli ammortizzatori sociali, al netto dei contributi figurativi, è risultata pari a 14.407 milioni di euro, con una riduzione dello 0,7 per cento rispetto al 2013. Se a tale importo si aggiunge la spesa per contributi figurativi di 8.186 milioni, la somma complessiva raggiunge i 22.593 milioni di euro, con una contrazione rispetto al 2013 del 4,2%. Il documento evidenzia che la spesa complessiva è finanziata per il 40,5 per cento dalle imprese e dai lavoratori e per il restante 59,5 per cento dagli oneri a carico dello Stato.    
La spesa è ripartita in 6,1 miliardi per la cassa integrazione, 13,1 miliardi per le indennità di disoccupazione e 3,4 miliardi per le indennità di mobilità. Rispetto al 2013 si registra un decremento di spesa sia per la Cig nel suo complesso di circa 592 milioni di euro (-8,8%), sia per le indennità di disoccupazione di 495 milioni (-3,6%), mentre per le indennità di mobilità si assiste a un incremento della spesa di 89 milioni (+2,7%). I dati riguardanti il numero dei beneficiari degli ammortizzatori sociali nel 2014, pur testimoniando il persistere di difficoltà economiche da parte di imprese e lavoratori, manifestano una diminuzione dei soggetti beneficiari della prestazione. Il flusso annuo dei lavoratori beneficiari della cig è stato di circa 1,2 milioni, contro 1,5 milioni di unità rilevate nel 2013, con una riduzione del 21,3%, mentre la mobilità ne ha interessati oltre 350.000 e le indennità di disoccupazione nel loro complesso circa 3 milioni.

Le prestazioni assistenziali

Le prestazioni assistenziali dell’Inps (finanziate dalla fiscalità generale) hanno comportato nel 2014 una spesa di oltre 25 miliardi di euro, registrando rispetto al 2013 un incremento dello 0,7% (pari a 180 milioni in valore assoluto). Nell’ambito assistenziale si rileva un aumento delle prestazioni di invalidità civile dello 0,5% (85 milioni di euro), passate da 17.047 milioni del 2013 a 17.132 milioni del 2014. Tra le prestazioni assistenziali si evidenzia, inoltre, la spesa di 4.805 milioni di euro sostenuta per le pensioni, gli assegni sociali e i vitalizi, che riguardano 845.824 mila trattamenti (+1,2% rispetto al 2013), con un incremento di spesa in valore assoluto di 178 milioni di euro.

Le prestazioni assistenziali e creditizie per i dipendenti pubblici

Nel 2014 la spesa per prestazioni sociali e creditizie, finanziata con il gettito contributivo e con le somme rimborsate dai beneficiari delle prestazioni creditizie, è risultata pari a circa 1.976 milioni, con una diminuzione di circa 124 milioni (-5,9%) rispetto ai 2.100 milioni del 2013. Le prestazioni di welfare integrativo offerte dall’Istituto comprendono quelle creditizie, cioè prestiti e mutui a tassi agevolati, e servizi di supporto per l’educazione dei giovani e per l’assistenza agli anziani. 
La prestazione creditizia più diffusa continua ad essere l’erogazione dei piccoli prestiti, con una spesa per il 2014 di 790 milioni di euro che, rispetto agli oltre 863 milioni di euro del 2013, presenta una diminuzione dell’8,5%. Anche per il numero dei beneficiari risulta una riduzione del 4,8% (86.584 mila utenti rispetto ai 90.961 del 2013). In considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione, rivestono particolare importanza le prestazioni sociali a favore degli anziani, dirette a sostenere gli stessi nei momenti di difficoltà o di non autosufficienza. Complessivamente, la consistenza finanziaria degli interventi per gli anziani ha registrato un incremento del 148% rispetto all’anno precedente, passando da circa 63 milioni del 2013 a circa 157 milioni del 2014. Tale incremento è derivato dall’aumento dell’11,5% del numero dei beneficiari, pari a 35.141 persone nel 2014 (nel 2013 erano 31.516).

Oltre a queste prestazioni l’Istituto eroga ogni anno, mediamente, più di 122 milioni di euro per le attività sociali destinate ai giovani, figli e orfani di assicurati o pensionati. Il numero di tali prestazioni sociali ai giovani erogate nel 2014 è risultato pari a 59.056, con un incremento dell’11,7% rispetto alle 52.874 del 2013. A fronte dell’aumento del numero delle prestazioni erogate nell’anno 2014, si è rilevato un decremento della spesa del 4%, passata dai 127,2 milioni del 2013 ai 122,1 milioni del 2014.

VI salvaguardia per “esodati”

Nel 2014 sono stati individuati 32.100 possibili beneficiari della cosiddetta ”sesta salvaguardia” e le relative attività di certificazione sono state definite nel corso del 2015, in quanto il termine per l’invio della richiesta di accesso era fissato al 5 gennaio 2015.

Le prestazioni per la famiglia e per il lavoro di cura

Nel 2014 la spesa totale dei trattamenti economici per maternità obbligatoria, congedo parentale facoltativo e permesso retribuito per allattamento ammonta a 3.037 milioni di euro, con una riduzione del 5,1% rispetto ai 3.130 milioni del 2013. In particolare, i beneficiari di congedo obbligatorio di maternità (padri e madri lavoratori dipendenti, lavoratrici autonome e parasubordinate) sono diminuiti del 6,4% rispetto al 2013 (360.342 persone, contro le 384.958 dell’anno precedente). Di questi, i lavoratori dipendenti sono stati 331.823, con una riduzione del 5,1% rispetto al 2013; mentre gli autonomi, che hanno usufruito del congedo di maternità obbligatoria nel 2014, sono stati 19.867, con una riduzione del 21,1%, di cui 6.733 della gestione artigiani (-19,9%), 11.531 della gestione commercianti (-21,3%) e 1.603 della gestione agricoli (-25,1%).

La maggioranza dei lavoratori autonomi, che hanno usufruito di tali prestazioni, è iscritta alla gestione commercianti e ha un’età compresa tra i 30 e i 39 anni. Nel 2014, le lavoratrici parasubordinate, che hanno usufruito del diritto, sono state 8.652, con una riduzione del 15,6% rispetto al 2013. La spesa totale sostenuta nello scorso anno per i trattamenti di sostegno al reddito familiare è stata di 5.393 milioni di euro. Nel totale sono compresi gli Assegni al nucleo familiare per lavoratori dipendenti, per disoccupati, per pensionati e anche per il congedo matrimoniale.

-ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE20/10/2015

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GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – SENTENZA 15 SETTEMBRE 2015, N. 4304

LAVORO

Formazione professionale continua

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – ORDINANZA 15 OTTOBRE 2015, N. 20906

FISCALE

Tributi – Contenzioso tributario – Procedimento – Sottoscrizione del ricorso – Omissione sulla copia della controparte – Originale sottoscritto e depositato nella segreteria della commissione tributaria – – Inammissibilità del ricorso – Esclusione

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 14 OTTOBRE 2015, N. 20628

FISCALE

Tributi – Contenzioso tributario – Legittimazione attiva e passiva – Agenzia delle Entrate – Uffici periferici – Ammissibilità – Rappresentanza ufficio periferico – Spettanza – Delega – Possibilità – Effetti

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 14 OTTOBRE 2015, N. 20722

LAVORO

Rapporto di lavoro – Superamento del periodo di comporto – Reintegrazione – Datore di lavoro – Nessuna opposizione alla ripresa del lavoro

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 19 OTTOBRE 2015, N. 21080

FISCALE

Giustizia e giurisdizioni – Processo – Spese giudiziali – Riscossione tramite cartella esattoriale – Entrate non tributarie – Opposizione del debitore – Termine di venti giorni

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 19 OTTOBRE 2015, N. 41820

LAVORO

Sicurezza sul lavoro – Mancato rispetto prescrizioni minime di sicurezza – Responsabilità – Coordinatore per l’esecuzione dei lavori – Ruolo di alta vigilanza

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 19 OTTOBRE 2015, N. 41830

FISCALE

Tributi – Accertamento – Distruzione delle scritture contabili – Determinazione induttiva del reddito – Scriminante – Non sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – SENTENZA 19 OTTOBRE 2015, N. 41842

FISCALE

Tributi – Omesso versamento di ritenute fiscali – Reato tributario – Confisca per equivalente obbligatoria – Limiti – Entità del profitto del reato

LEGISLAZIONE

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO LAVORO – DECRETO MINISTERIALE 06 OTTOBRE 2015

LAVORO

Determinazione del costo medio orario del lavoro dei lavoratori dipendenti dalle imprese del sistema industriale integrato di servizi tessili e medici affini esercenti l’attività di lavanderia industriale, per i mesi di gennaio e giugno 2015

MINISTERO POLITICHE AGRICOLE – DECRETO MINISTERIALE 07 OTTOBRE 2015

LAVORO, FISCALE

Dichiarazione dell’esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi verificatesi nelle province di Cremona e Mantova

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

DECRETO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – DECRETO 23 SETTEMBRE 2015

LAVORO

Modalità di assegnazione e di utilizzo della Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

PRASSI

AGENZIA DELLE ENTRATE

COMUNICATO

AGENZIA DELLE ENTRATE – COMUNICATO 19 OTTOBRE 2015

LAVORO, FISCALE

Il 730 precompilato salva dai controlli 220mila inviti bonari a chi ha dimenticato di presentare la dichiarazione

RISOLUZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE – RISOLUZIONE 19 OTTOBRE 2015, N. 88/E

LAVORO, FISCALE

Interpello – ART. 11, legge 27 luglio 2000, n.212. Fatturazione e regime fiscale dei compensi da versare ai medici, dipendenti in rapporto esclusivo, che svolgono attività di consulente tecnico d’ufficio (CTU), artt. 1, comma 209, della L. n. 244 del 2007 e 50 e ss. del TUIR

INPS

MESSAGGIO

INPS – MESSAGGIO 16 OTTOBRE 2015, N. 6397

LAVORO

Controlli sulle DSU trasmesse dai Caf nel periodo 2012/2013. Ulteriori istruzioni operative.

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

COMUNICATO

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO – COMUNICATO 19 OTTOBRE 2015

LAVORO, FISCALE

Comunicato relativo alla circolare 8 ottobre 2015, n. 74940

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO – COMUNICATO 19 OTTOBRE 2015

LAVORO, FISCALE

Comunicato relativo alla circolare 9 ottobre 2015, n. 75445

MINISTERO GIUSTIZIA

COMUNICATO

MINISTERO GIUSTIZIA – COMUNICATO 16 OTTOBRE 2015

LAVORO, FISCALE

Giustizia civile: Orlando firma decreto per incentivi fiscali su negoziazione assistita e arbitrato

MINISTERO POLITICHE AGRICOLE

CIRCOLARE

MINISTERO POLITICHE AGRICOLE – CIRCOLARE 08 OTTOBRE 2015, N. 67340

LAVORO, FISCALE

Circolare recante le modalità di presentazione delle domande per l’attribuzione del credito d’imposta per incentivare la creazione di nuove reti di imprese ovvero lo svolgimento di nuove attività da parte di reti di imprese già esistenti di cui all’articolo 4, comma 1 del decreto ministeriale 13 gennaio 2015, n. 272 – Reti d’impresa

MINISTERO POLITICHE AGRICOLE – CIRCOLARE 08 OTTOBRE 2015, N. 67351

LAVORO, FISCALE

Circolare recante le modalità di presentazione delle domande per l’attribuzione del credito d’imposta per la realizzazione e l’ampliamento di infrastrutture informatiche di cui all’articolo 4, comma 1 del decreto ministeriale 13 gennaio 2015, n. 273 – COMMERCIO ELETTRONICO

PMI.it

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Bonus Mobili doppio per le giovani coppie

 

La Legge di Stabilità 2016 raddoppia il Bonus Mobili: detrazione del 50% per acquisto arredi anche a giovani coppie che acquistano prima casa, con tetto di spesa a 20mila euro.

 – 20 ottobre 2015
Pmi TVDEF 2015: Padoan annuncia PIL +0,7%
 

 

bonus mobili

Bonus Mobili 2016 raddoppiato per le giovani coppie, non più solo in caso di ristrutturazione ma anche di acquisto abitazione: è una novità della Legge di Stabilità 2016 – non compresa fra quelle annunciate ufficialmente dal Governo – contenute nelle bozze della manovra economica. Per avere certezza che confluisca nella legge definitiva finale bisogna attendere il testo ufficiale, ma nel frattempo vediamo come si struttura questa agevolazione per l’acquisto di arredi.

=> Bonus Energia e Ristrutturazioni nel 2016

 

 

I due Bonus Mobili

In pratica, al Bonus Mobili tradizionale si aggiunge un nuovo incentivo fiscale, esclusivamente per giovani coppie fino a 35 anni: una detrazione del 50% fino a 20mila euro per acquisto di arredi destinati all’abitazione principale appena acquistata. Obiettivo, incentivare il mercato delle compravendite immobiliari dopo quello delle ristrutturazioni edilizie.

=> Ristrutturazioni e Bonus mobili: detrazione non per tutti

Il nuovo incentivo nella nuova Legge di Stabilità fa dunque coppia con il Bonus Mobiligià in vigore, prorogato (assieme all’agevolazione sulle ristrutturazioni edilizie al 50% e all’Ecobonus al 65%) per tutto il 2016: continua quindi ad applicarsi anche la detrazione dell 50%, fino al un tetto massimo di spesa di 10mila euro, per arredi ed elettrodomestici di classe A destinati a immobili oggetto di ristrutturazione agevolata al 50%. C’è anche un allargamento della platea dei beneficiari a case popolari ed ex IACP.

=> Detrazioni fiscali: video-guida al Bonus Mobili

Si attende ancora, invece, la stabilizzazione di questi benefici fiscali nelle attuali misure del 50% e 65%, chiesta da un ampio schieramento di gruppi parlamentari. In manovra c’è l’ennesima proroga, per un anno (quindi, al 31 dicembre 2016). Gli sconti fiscali suristrutturazioni ed efficientamento energetico sono in realtà strutturali, ma in misura inferiore (rispettivamente, al 36 e 50%), mentre la richiesta delle forze politiche è quella di rendere permanenti le detrazioni al 65 e 50%, ovvero nella misura applicata negli ultimi anni.

 

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. LEGGE DI STABILITÀ

 

Detassazione premi produttività 2016

 

Detassazione dei premi di produzione: la nuova detassazione ripristinata ed ampliata dalla Legge di Stabilità 2016.

 – 20 ottobre 2015
Pmi TVLegge di Stabilità: soddisfatto il ministro Alfano
 

 

Produttività

Dopo lo stop per l’anno 2015 risorse per carenza di, la Legge di Stabilità ha ripristinato per il 2016 la detassazione dei premi produttività, una delle misure tra le più attese per questa manovra finanziaria per la quale il Governo ha stanziato 430 milioni di euro per il 2016 e 589 milioni di euro per gli anni successivi. Oltre al ripristino della detassazione dei premi produttività, la Legge di Stabilità 2016 ha previsto anche l’ampliamento della platea di beneficiari, innalzando l’asticella dei redditi ammessi all’incentivo a quelli fino a 50mila euro lordi annui.

=> Detassazione premi e salario di produttività

 

Da quando è stato istituito l’incentivo (art. 2 D.L. n. 93/2008), con l’intento di favorire laproduttività delle aziende, fino ad oggi il tetto massimo si era aggirato tra i 30mila ed i 40mila euro, escludendo così i quadri che invece ora possono godere dell’agevolazione fiscale. Il limite massimo di importo che potrà essere assoggettato a tassazione agevolata del 10%, se legato al raggiungimento di obiettivi di produttività e redditività aziendali, è stato fissato a 2.500 euro (2.000 euro lordi per le aziende che non coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro). Stesso limite e stessa aliquota agevolata (imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali pari al 10%) per gli utili distribuiti dalle aziende ai dipendenti.

=> Produttività: premi senza detassazione

La Legge di Stabilità 2016 ha inoltre stabilito che:

  • le somme e i valori dei fringe benefit concessi ai dipendenti (art. 51, comma 2 D.P.R. n. 917/1986) e quelli di importo non superiore a 258 euro (art. 51, comma 3 ultimo periodo D.P.R. n. 917/1986) non concorrono, entro questi limiti, a formare il reddito di lavoro dipendente, anche nell’eventualità in cui gli stessi siano fruiti, per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, delle somme detassate;
  • i premi produttività, fino al limite massimo di 2.000 euro (2.500 euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro, non concorrono alla formazione del reddito complessivo del lavoratore o del suo nucleo familiare ai fini della determinazione della situazione economica equivalente (ISEE);
  • resta fermo il computo dei predetti redditi ai fini dell’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali.

=> Legge di Stabilità: bonus produttività e welfare aziendale

Così come in passato, i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione nonché le modalità attuative della nuova disposizione, compresi gli strumenti e le modalità di partecipazione all’organizzazione del lavoro saranno stabiliti con un decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

 

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PMI

PMI.it martedì 20 Ottobre 2015
 

Novità e approfondimenti

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Occupazione Legge di Stabilità: misure per l’occupazioneBonus 80 euro trasformato in sgravio, dimezzati gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, ripristinata e ampliata la detassazione dei premi produttività: tutte le misure per l’occupazione della Legge di Stabilità 2016. »
Editoria Digitale Editoria Digitale: IVA al 4% nella Legge di StabilitàEditoria digitale: la Legge di Stabilità 2016 equipara il trattamento di quotidiani e periodici online con quelli cartacei con aliquota IVA al 4% per far crescere il settore.»
Bilancio Bilancio e affidabilità dati contabili: guida in pilloleIndividuare e rilevare le manipolazioni di bilancio in cinque semplici passaggi, spiegati da Heber Caramagna di KNET Project. »
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Blog

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D-Orbit, la startup italiana attiva nel settore spaziale, annuncia la chiusura di un nuovo round di … »

Stabilità 2016

 
 

Stabilità 2016: Partite IVA e nuovo Regime dei Minimi

Dal nuovo Regime dei Minimi ai congedi parentali alle norme sulle collaborazioni, ecco lo Statuto dei lavoratori autonomi in Legge di Stabilità 2016: norme e reazioni.

 – 19 ottobre 2015
Pmi TVTrasferte professionali: fattura vitto e alloggio
 

 

legge di stabilità

Secondo la definizione del Governo, la Legge di Stabilità 2016 contiene uno “Statuto dei lavoratori autonomi”: si tratta di un corposo capitolo della manovra che va dalle modifiche al Regime dei Minimi, alla possibilità per i professionisti di dedurre spese per la formazione fino a 10mila euro annui, all’ampliamento della maternità ai congedi parentali per le lavoratrici a partita IVA. Soddisfazione da parte delle rappresentanze di categoria in particolare da CNA Professioni, che parla di  «svolta epocale». Vediamo tutte le misure in arrivo per professionisti e Partite IVA con la Legge di Stabilità 2016.

=> Legge di Stabilità 2016: le misure per le imprese

 

 

Nuovo Regime dei Minimi

Viene modificata la riforma iniziata con la manovra dell’anno scorso, con il premier che ammette il “pasticcio” della riforma 2015, annunciando le nuove regole. Il nuovoRegime dei Minimi con aliquota al 15%prenderà definitivamente il posto del vecchio sistema con aliquota al 5% (che termina a fine 2015), ma cambiano tutti i massimali per le varie categorie di partite IVA. Resta il meccanismo di fondo, per cui accedono al Regime dei Minimi coloro che fatturano meno di una determinata soglia, senza più vincoli di tempo. Si può applicare l’aliquota forfettaria fino a quando si mantengono i requisiti di reddito. Per il calcolo dell’imponibile, si applicano ai ricavi coefficienti diversi per ogni categoria. Vediamo come cambiano i tetti di reddito: 15mila euro in più all’anno per i liberi professionisti, 10mila euro in più all’anno per tutte le altre partite IVA. Ecco in tabella i nuovi requisiti di reddito per l’accesso al Regime dei Minimi, e i coefficienti (invariati) per il calcolo dell’imponibile a cui applicare il 15% di imposta.

  • professionisti: ricavi a 30mila euro (il precedente tetto era a 15mila euro). Coefficiente 78%;
  • artigiani e imprese (non alimentari):  ricavi 30mila euro (da 20mila), coefficiente 67%;
  • commercianti (ingrosso e dettaglio): ricavi 50mila euro (da 40mila), coefficiente 40%;
  • ambulanti di alimentari e bevande: ricavi 40mila euro (da 30mila), coefficiente 40%;
  • ambulante di altri prodotti: ricavi 30mila euro (da 20mila), coefficiente 54%;
  • alberghi e Ristoranti: ricavi 50mila euro (da 40mila), coefficiente 40%.

Non si escludono condizioni più favorevoli per le nuove partite IVA, con aliquota al 5% per i primi tre anni. Ci sono altre due novità rilevanti sul nuovo Regimee dei Minimi. La prima, è consentito anche ai lavoratori dipendenti e pensionati che hanno anche un’attività in proprio, se l’assegno previdenziale o lo stipendio sono inferiori a 30mila euro l’anno. La seconda riguarda invece le start-up, per le quali c’è un regime agevolato al 5% (dal precedente 10%).

=> Come entrare nel Regime dei Minimi

Altre misure e Statuto lavoratori autonomi

In manovra ci sono altre misure per piccole imprese e partite IVA, alcune delle quali vengono inserite in uno specifico disegno di legge collegato sul lavoro autonomo. C’è un’agevolazione fiscale per le società di persone, con la franchigia di deduzione IRAPche si alza a 13mila euro (da 10500). Per i professionisti, un’agevolazione fiscale sullespese di formazione, interamente deducibili dal reddito fino a 10mila euro annui (contro il 50% delle spese applicato attualmente).

Una misura importante riguarda le controversie: con l’eccezione dei piccoli imprenditori artigiani e dei commercianti iscritti alla Camera di commercio, alle cause che riguardano lavoratori autonomi si applica il rito del lavoro, modificando l’attuale impostazione dell’articolo 409 del Codice di procedura civile in base al quale il rito speciale si applica solo ai rapporti di lavoro subordinato, ai rapporti di agenzia ed alle altre forme di lavoro parasubordinato.

Attenzione: ci sono anche misure relative alla corretta applicazione delle forme di collaborazione a partite IVA, da armonizzare con le modifiche appena introdotte dallariforma dei contratti del Jobs Act (Dlgs 81/2015). Bisogna aspettare la precisa formulazione della norma, viene comunque codificata con precisione la differenza fra una falsa partita IVA (quindi, un rapporto che maschera un contratto di lavoro dipendente), e una reale collaborazione. Ci sono anche norme specifiche sul lavoro agile, o smart working, anche qui con definzioni e ambiti di applicazione precisi, differenze con iltelelavoro.

=> Dipendente a Partita IVA, ecco quando è possibile

Previste misure per incentivare le amministrazione pubbliche a rivolgersi anche ai professionisti per i contratti di appalto. Gli interessi di mora per i pagamenti in ritardo si applicano anche ai contratti fra imprese e lavoratori autonomi. Significa che un ritardato pagamento a un professionista autonomo comporta, alla fine, un conto più salato per l’azienda.

Per quanto riguarda la previdenza, resta l’aliquota di contribuzione al 27%, quindi nessun aumento nel 2016 per le partite IVA iscritte alla gestione separata INPS. Ampliate poi le possibilità di maternità e congedo parentale per lavoratrici e lavoratori autonomi: dal 2016 congedo parentale per sei mesi, entro i primi tre anni di viat del figlio, con trattamento economico uguale a quello del congedo parentali riservato ai lavoratori dipendenti. L’indennità di maternità viene riconoscita alle autonome indipendentemente dalla effettiva astensione dall’attività.

Fre le reazioni (in genere positive da parte delle associazioni di PMI e autonomi), Giorgio Berloffa, presidente di CNA professioni ritiene che si tratta di una «svolta epocale», con «un segnale d’attenzione che non c’era mai stato prima. Da bancomat a cui chiedere sempre soldi, agli autonomi e ai professionisti viene oggi finalmente riconosciuta dignità di lavoratori, alla stessa stregua dei lavoratori dipendenti». Subito dopo, Berloffa annuncia nuove richieste, ad esempio sulla maternità: con i testi alla mano, CNA professioni presenterà una proposta in vista degli emendamenti in parlamento alla Legge di Stabilità.

 

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Legge Stabilità

Legge Stabilità: pensioni, no tax area nel 2017 

No tax area pensionati nella Legge di Stabilità: esenzioni fiscali per titolari di pensione finanziate dal 2017 ma anticipate al 2016 se la UE concede più flessibilità sui conti.

 – 19 ottobre 2015

 

Pensione

No tax area per i pensionati inserita in Legge Stabilità ma previo nulla osta di Bruxelles su una maggior flessibilità di bilancio (esattamente come per il taglio IRES): in caso contrario, la misura scatterà nel 2017, come precisato dal Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. L’estensione delle esenzioni per i titolari di pensione sarà dunque finanziato solo a partire dal 2017, a meno che la Commissione Europea non accordi all’Italia l’utilizzo di maggiori patti di flessibilità per l’emergenza migranti.

=> Tutte le misure della Legge Stabilità 2016

 

Si tratta di un innalzamento della soglia di esenzione che per i pensionati oltre i 75 anni, dagli attuali 7.750 euro a 8.000 euro, raggiungendo quella in vigore per i lavoratori dipendenti, mentre per coloro che hanno meno di 75 anni di età si passerà dagli attuali 7.500 a 7.750 euro.

=> Legge Stabilità 2016: il nodo IRES

Quindi, al momento la certezza è che la no tax area verrà incrementata dal 2017. Nel caso in cui Bruxelles dia il via libera a uno 0,2% di flessibilità sul rapporto deficit/PIL (che nel 2016 passerebbe dal 2,2 al 2,4%), l’esenzione fino a 8mila o 7750 euro rispettivamente per gli over e gli under 75, sarà anticipata al 2016. Lo stesso meccanismo previsto per il taglio IRES (al 2017, anticipato al 2016 condizionato al parere della commissione UE).

=> Part-time per la pensione nella Legge Stabilità 2016

Ricordiamo che quella sulla no tax area è una delle quattro misure previste dalla manovra 2016 per le pensioni, insieme alla settima salvaguardia esodati (26mila 300 persone, più 5mila esodati rimasti fuori dalle operazioni di salvaguardia precedenti), all’allargamento dell’Opzione Donna per tutto il 2016 (possono ritirarsi le lavoratrici con 57 anni di età e 35 di contributi che maturano il requisito entro fine 2016), e infine la possibilità di part time agevolato ai fini pensionistici per chi è a tre anni dal maturare i requisiti: tempo parziale al 50%, stipendio al 75%, contributi figurativi pieni versati dall’azienda in modo che alla fine la pensione non subisca decurtazioni.

 

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730 precompilato: avvisi dal Fisco su anomalie

 

Aumento contante: i calcoli sul rischio evasione

 

Niente correlazione tra tetto contante ed evasione fiscale: analisi e anticipazioni di Renzi su prossimo accordo ABI per tagliare i costi della moneta elettronica, concreto deterrente.

 – 19 ottobre 2015
Pmi TVSquinzi: Legge Stabilità accettabile
 

 

contante

Uno dei punti più controversi della Legge di Stabilità 2016 è l’aumento a 3mila euro della soglia per l’uso dei contanti, per le implicazioni sul rischio evasione fiscale: da un lato, un’analisi della CGIA di Mestre confuta tale correlazione, dall’altro si chiariscono i contorni della misura, destinata ad essere accompagnata da un accordo ABI per fare scendere il costo della moneta elettronica. Vediamo tutto.

=> Aumento contante a 3mila euro, effetti sulle PMI

 

Come noto, la Legge di Stabilità porta a 3mila euro (dagli attuali mille), il limite consentito per le transazioni in contante. Al di sopra, resta obbligatorio il ricorso apagamenti elettronici o comunque tracciabili(carte, bonifici, assegni). Sulla misura, apprezzata dalle imprese a partire dalle PMI del commercio, si concentrano le critiche sindacali e di parti politiche (anche interne alla maggioranza e allo stesso PD, come quelle dell’ex segretario Pierluigi Bersani), che temono soprattutto il rischio evasione fiscale.

=> Tutte le misure della Legge di Stabilità

Soglia contante

Fra il 2000 e il 2012, prima di prevedere un tetto a mille euro, l’evasione ha registrato un andamento altalenante fino al 2006 per poi scivolare progressivamente fino al 2010. Nel 2011, mentre la soglia del contante scendeva da 5mila a 2500 euro, l’evasione è risalita tornando a scendere nel 2012 al 14%. Il grafico evidenzia l’assenza di correlazione fra cambiamenti normativi sul tetto al contante (che ha iniziato a scendere dal 2008) e l’andamento dell’evasione fiscale.

tetto contante

Meno conti, più evasione

«Il diffusissimo uso del contante è correlato al fatto che in Italia ci sono quasi 15 milioni di unbanked ovvero di persone che non hanno un conto corrente presso una banca. Un record non riscontrabile in nessun altro paese d’Europa. Non avendo nessun rapporto con gli istituti di credito, milioni di Italiani non utilizzano alcuna forma di pagamento tracciabile, come la carta di credito, il bancomat o il libretto degli assegni».

Lo ricorda il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo. Una specificità tutta italiana, questa, con ragioni storiche e culturali, ma che ha anche vantaggi economici, visto che

«i costi per la tenuta di un conto corrente sono in Italia i più elevati d’Europa».

A questo proposito, il premier Matteo Renzi ha reso nota l’intenzione, da parte dell’ABI(banche italiane), di ridurre i costi della moneta elettronica, anche in linea con le direttive europee. Il Governo, che difende la misura inserita in manovra 2016 nell’ottica del rilancio dei consumi, annuncia la volontà di incentivare anche l’utilizzo della moneta elettronica.

 

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Taglio IMU e TASI: costi e risparmi

 
 

Taglio IMU e TASI: costi e risparmi

 

Abolizione IMU e TASI: quanto costa l’intervento sugli immobili della Legge di Stabilità 2016, chi interessa, quanto si risparmia e prime reazioni.

 – 19 ottobre 2015
Pmi TVRiforma fiscale necessaria
 

 

IMU e TASI

Tra le novità confermate con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Legge di Stabilità 2016 troviamo anche l’abolizione dell’IMU e della TASI per alcune categorie di immobili.

Agevolazioni per le prime case

L’abolizione di IMU e TASI sulle prime case vale oltre 4 miliardi di euro. Si tratta di una misura che secondo il Premier Matteo Renzi rappresenta un segnale inequivocabile in un Paese che ha l’80% di proprietari. Ai Comuni è stata garantita una copertura integrale del mancato gettito: dall’anno prossimo l’IMU su capannoni e alberghi che oggi va nelle Casse dello Stato finirà nel fondo di solidarietà comunale.

=> IMU imprese: Comuni con aliquota massima

 

 

Esenzione IMU

L’esenzione dall’IMU vede coinvolti:

  • tutti i terreni agricoli utilizzati da coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali e società, indipendentemente dal fatto che siano siti in Comuni catalogati come montani, semi-montani o pianeggianti. Una misura che, secondo le stime del Governo, rappresenta un alleggerimento fiscale per chi usa la terra come fattore produttivo pari a 405 milioni di euro. Secondo le stime della CGIA Mestre l’abolizione dell’IMU, sommata a quella dell’IRAP sulle attività agricole, garantirà ad ognuna di queste aziende una riduzione del peso fiscale pari a 1.280 euro. Per i terreni ubicati in zone montane l’esenzione è totale.
  • gli imbullonati, i macchinari delle imprese che finora entravano nei calcoli della rendita catastale, per un alleggerimento fiscale pari a 530 milioni di euro, 691 euro ad azienda secondo le stime della CGIA Mestre.

=> Legge di Stabilità: misure per l’Agricoltura

 

 

Esenzione per gli inquilini

La TASI, oltre che per i proprietari di prime case, viene abolita anche per gli inquilini che detengono un immobile adibito ad abitazione principale.

Risparmi

Secondo i calcoli UIL, la cancellazione di TASI e IMU per tutte le prime case comporterà risparmi medi di 180 euro per le abitazioni normali e di oltre 2.700 euro per ville, castelli e casali. La CGIA Mestre ha stimato i seguenti risparmi:

  • l’abolizione della TASI per i proprietari di abitazioni di categoria A2 (abitazione di tipo civile) si tradurrà in un risparmio di circa 227 euro all’anno;
  • per quelle A3 (abitazioni di tipo economico) di 120 euro;
  • l’abolizione dell’IMU su ville, castelli e abitazioni signorili porterà a risparmiare 1.830 euro;
  • quella sui castelli 2.280 euro.

=> Abolizione TASI, effetti su mercato e consumi

Seconde abitazioni

Il Governo garantisce inoltre che dal Governo il taglio di IMU e TASI non porterà adaggravi sulle seconde case. In ottica semplificazione, è tuttavia saltata la misura che prevedeva la fusione di IMU e TASI, questo significa che per gli immobili diversi dall’abitazione principale le due imposte continueranno a dover essere pagate separatamente anche nei prossimi anni.

=> IMU e TASI: esenzione per Casse Edili

Immobili di lusso

Gli interventi sugli immobili contenuti nella Legge di Stabilità 2016, tuttavia, non piacciono a tutti: secondo l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani, includere gli immobili di lusso come ville e castelli nel taglio delle tasse su tutte le prime case violerebbe la Costituzione e più in particolare l’articolo 53, il quale sancisce che “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

 

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Legge di Stabilità 2016

Bonus Energia e Ristrutturazioni confermati nel 2016

 

Prorogate di un anno le aliquote al 50% e 65% per Bonus Ristrutturazioni, Bonus Mobili e Ecobonus: i dettagli della Legge di Stabilità 2016.

 – 19 ottobre 2015
Pmi TVDEF 2015: Padoan annuncia PIL +0,7%
 

 

Bonus Ristrutturazione ed Ecobonus

Tra le misure confermate con l’approvazione della Legge di Stabilità 2016 da parte del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre c’è anche la proroga per un altro anno per i Bonus RistrutturazioniBonus Mobili e Ecobonus con le stesse aliquote del 2015.

=> Detrazione ristrutturazioni: guida completa

Aliquote 2016

Dunque anche per il 2016 per le ristrutturazioni edilizie e l’acquisto di grandi elettrodomestici e/o mobili legati all’intervento, si applicherà la detrazione IRPEF del 50%. gli interventi di efficientamento e riqualificazione energetica si applicherà la detrazione fiscale del 65%.

 

Modalità

Le modalità restano le medesime, dunque nell’Ecobonus rientreranno anche le speseper antisismica, la rimozione dell’amianto e le schermature solari. Per le ristrutturazioni energetiche rimangono detraibili le spese per lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, lavori di ristrutturazione edilizia ed eliminazione delle barriere architettoniche. Restano gli stessi anche i tetti di spesa sui quali calcolare ledetrazione fiscale. Per I rimborsi continuano ad essere di dieci rate annuali.

=> Bonus Ristrutturazione 2016: novità e istruzioni

Nuovi campi di applicazione

Cambia invece la platea di beneficiari, che si estende includendo anche gli ex IACP e gli enti che gestiscono l’edilizia residenziale pubblica, che potranno accedere agli Ecobonus per aumentare le prestazioni energetiche delle case popolari. Tale misura rappresenta un intervento straordinario da 170 milioni di euro. Ancora in attesa di conferma l’estensione del Bonus Mobili alle coppie under 35, senza obbligo di ristrutturazione.

=> Ristrutturazioni ed Ecobonus: guide ufficiali

Gli effetti delle detrazioni

Secondo il Report Cresme e Servizio Studi della Camera sugli effetti delle detrazioni fiscali al 50% per il recupero edilizio e dell’Ecobonus 65% per la riqualificazione energetica, dal 2008 al 2015:

  • gli incentivi hanno riguardato oltre 12,5 milioni di interventi, vedendo coinvolte la metà delle famiglie italiane (24,6 milioni secondo i dati ISTAT) e più di un terzo delle abitazioni (31,2 milioni secondo i dati ISTAT);
  • le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 207 miliardi di euro, con una media di 11 miliardi di euro all’anno;
  • 178 miliardi di euro di investimenti hanno riguardato il recupero edilizio;
  • 30 miliardi di euro di investimenti hanno riguardato la riqualificazione energetica;
  • il valore più elevato nell’intero periodo di applicazione degli incentivi è stato registrato nel 2014 con investimenti pari a 28,5 miliardi di euro, di cui 24,5 miliardi di euro sono relativi al recupero e 3,9 alla riqualificazione energetica.

 

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