Archivi giornalieri: 25 settembre 2013

Pensioni: riforma Fornero; Pd, penalizza donatori sangue

In seguito all’entrata in vigore della riforma Fornero, l’Inps non conteggia più nel calcolo pensionistico le giornate in cui i lavoratori si sono assentati dal lavoro perché’ impegnati nella donazione del sangue”. Lo segnala il consigliere Damiano Zoffoli (Pd) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale E.Romagna, in cui evidenzia che i donatori di sangue, sulla base delle norme introdotte da questa riforma, “saranno costretti ad andare in pensione più tardi”, in quanto “sarà prima necessario che recuperino le ore” utilizzate per donare il sangue, “seppure con regolare permesso”. “Se, per esempio, un uomo dona il sangue dall’età di diciotto anni e lo fa quattro volte all’anno, – scrive Zoffoli – dovrà recuperare 160 giornate di lavoro, circa sei mesi di attività, a meno che, ovviamente, non intenda andare comunque in pensione, rinunciando a una quota parte del proprio assegno previdenziale, quantificabile tra l’1 e il 2 per cento della cifra da ricevere all’anno”. Il consigliere ricorda, a questo proposito, che il “sangue è indispensabile alla vita” e che “la richiesta è in continuo aumento”, per cui, “penalizzando i donatori dal punto di vista pensionistico, non si riconosce il valore morale e solidale della donazione” e “si scoraggia, per l’immediato futuro, la chiamata dei donatori, mettendo seriamente a rischio l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale di sangue e di emocomponenti”. Considerando necessario giungere in breve tempo a una “soluzione chiara e definitiva”, Zoffoli chiede quindi alla Giunta quali azioni intenda intraprendere nei confronti del Governo perché’ sia “cambiata questa scelta sbagliata”, in modo tale da garantire i diritti che meritano ai lavoratori donatori, evitando, contestualmente, il calo delle donazioni di cui il nostro Paese ha uno “straordinario bisogno”.

Ricongiunzione

Limiti alla doppia ricongiunzione

 

L’Inps con il messaggio n. 14984/13 ha precisato che non è possibile presentare una seconda domanda di ricongiunzione al momento dell’accesso alla prestazione di incentivo all’esodo (previsto dall’art. 4 L. 92/2912). Uno strumento che la legge ha previsto per gestire le situazioni di esuberi aziendali tramite un percorso di accompagnamento alla pensione dei dipendenti a carico dei datori di lavoro.

La prestazione in argomento, viene precisato, non è di tipo pensionistico, ma di sostegno al reddito. Per quanto concerne la possibilità di una seconda domanda di ricongiunzione, l’Istituto  evidenzia che questa può essere presentata quando il richiedente possa far valere, dopo la prima domanda di ricongiunzione, un periodo di assicurazione di almeno 10 anni, di cui almeno 5 di contribuzione versata in costanza di attività lavorativa effettiva oppure, in caso di mancanza di tali requisiti, soltanto all’atto del pensionamento.

Quindi una seconda domanda di ricongiunzione, in mancanza del requisito dei 10 anni, potrà essere presentata soltanto contestualmente alla domanda di pensione e non al momento dell’accesso alla prestazione di sostegno al reddito.

Inail

Prescrizione “veloce” sulle rendite Inail

 

Fare domanda non garantisce più lo stop della decorrenza del triennio di prescrizione fino alla decisione dell’Inail, ma solo per 150 giorni passati i quali il triennio riprendere a decorrere anche se l’Inail non si è pronunciato.

La novità, spiegata nella circolare Inail n. 42/13, che si applica in tutti i casi a  partire dal 19 settembre, scaturisce da un cambio di orientamento giurisprudenziale.

Mentre prima la sola presentazione della domanda per il riconoscimento della prestazione, bastava a garantire la permanenza del diritto, bloccando il termine triennale di prescrizione fino alla decisione dell’Inail. adesso non è più così. 

Nel corso del tempo la Cassazione, infatti,  ha cambiato orientamento e ne ha affermato un altro nel quale ritiene che – spiega l’Inail – “… il decorso dei 150 giorni per la liquidazione in via amministrativa della prestazione indennitaria, senza che l’Istituto si sia pronunciato, comporta il formarsi del silenzio-rigetto e quindi l’esaurimento del procedimento amministrativo e con esso la cessazione della sospensione della prescrizione…”.

Vaccini

Vaccini: il Cocer Aeronautica chiarezza e rispetto delle norme a tutela del personale

 

Il Consiglio Centrale di Rappresentanza dell’Aeronautica Militare (COCER) prende atto, al “Question Time” in Aula al Senato del Ministro Mauro in risposta ad una interrogazione sui vaccini dei militari in merito alle “modalità di somministrazione …. sempre … rispondenti ai principi della buona pratica vaccinale e alle raccomandazioni delle organizzazioni internazionali”, tuttavia registra un evidente discrasia con le recenti conclusioni della Commissione d’inchiesta sui casi di morte dei Militari, che evidenziano tra l’altro, irregolarità nelle prassi di somministrazione dei vaccini.

In qualità di rappresentante del personale il COCER dell’Aeronautica ritiene necessario fare chiarezza su questa contraddizione e al contempo ribadisce, come già manifestato in passato con diverse delibere, l’importanza della rigida applicazione del principio di precauzione, il rispetto delle norme che regolano le modalità di somministrazione dei vaccini e la necessità di prevedere test anticorporali gratuiti per i militari soggetti alle vaccinazioni, nonché test di gravidanza preventivi, in modo da evitare rischi di qualunque natura o squilibri del sistema immunitario nei soggetti risultanti immunodepressi.

Pensioni

Cabina regia anche per risorse pensioni

 

“Bisogna che il Governo si renda conto, da subito, che intervenire nella legge di Stabilità  per correggere il sistema pensionistico, come sarebbe necessario, significa stanziare parecchi miliardi di euro. Per questo chiediamo da tempo che l’Esecutivo convochi una  cabina di regia per distribuire le risorse tra le varie priorità”.

Lo afferma il deputato Pd presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ricordando che per salvaguardare 130mila esodati, nella scorsa legislatura, sono occorsi oltre 9 miliardi di euro.

“Il Ministro del Lavoro Giovannini aveva annunciato quest’estate che il governo era intenzionato a salvaguardare altri 20-30mila lavoratori. Se prendiamo a riferimento la cifra più bassa di 20mila nuovi salvaguardati, rapportata ai 9 miliardi spesi in precedenza, si tratterebbe di una spesa di circa 1 miliardo e 400 milioni. Un impegno considerevole che però non risolverebbe il problema” sottolinea Damiano ricordando che a tale intervento andrebbe aggiunto il criterio di flessibilità da introdurre nel sistema previdenziale e la questione della ricongiunzione dei contributi pensionistici. “Ci auguriamo che la discussione sulle risorse, che non può dimenticare priorità assunte dal Presidente Letta come quella delle pensioni, avvenga al più presto. Ci aspettiamo risposte concrete dal Ministro del Lavoro, anche perché con la riforma del governo Monti abbiamo creato un esercito di persone senza reddito, cioè di nuovi poveri”.

Disoccupazione

Disoccupazione giovani costa 25 miliardi ….

 

“La disoccupazione giovanile costa all’Italia 25 miliardi di euro l”anno, e all”Europa oltre 155 miliardi”, in termini di mancata utilizzazione della forza lavoro più forte e attiva. Lo ha ricordato il ministro del lavoro, Enrico Giovannini, nel corso di un lungo intervento sulle sfide del Paese in termini di crescita e lavoro tenuto al prestigioso Peterson Institute for International Economics di Washington.

Il ministro, ha peraltro evidenziato come “molte aziende in Italia continuino a sopravvivere sull’evasione” fiscale e contributiva e ciò si traduca in scarsa propensione ad investire per aumentare la loro produttività e competitività”.

Pensionati

Sindacati a Letta: «Il governo si occupi dei pensionati»

 

Una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta per richiamare l’attenzione del governo “sulle difficili condizioni di vita della popolazione anziana del nostro paese, fortemente penalizzata negli ultimi anni dal blocco della rivalutazione delle pensioni, dall’aumento di tasse, imposte e tariffe e dai tagli al welfare e ai trasferimenti a Regioni e Comuni”.

L’hanno scritta e firmata i segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil. L’altra decisione unitaria è quella di riunire gli organismi nazionali il prossimo 21 ottobre a Roma per avviare un programma di iniziative e mobilitazioni su tutto il territorio nazionale.

“È necessaria – affermano ancora i sindacalisti – una grande operazione di giustizia e ridistribuzione della ricchezza del Paese, che deve essere attuata attraverso una profonda riforma fiscale, che faccia pagare chi non ha mai pagato e riduca le tasse sul lavoro e sulle pensioni. Se devono essere chiesti ulteriori sacrifici ai cittadini, si chiedano a tutti i possessori di redditi elevati, che provengano da retribuzioni, da pensioni o da patrimoni”.

Allo stesso tempo, prosegue la missiva, “serve una radicale riforma della spesa pubblica, che elimini corruzione, privilegi, inappropriatezza, sprechi e razionalizzi l’utilizzo delle risorse. I pensionati in tutti questi anni hanno sempre fatto la loro parte e contribuito in misura determinante alle manovre di risanamento dei conti pubblici. Oggi chiedono un segnale forte da parte del governo e del Parlamento, che restituisca loro quella fiducia nelle istituzioni che purtroppo stanno perdendo”.

Google

Con Google le Costituzioni del mondo a portata di click

 

Le Costituzioni del mondo sempre a portata di click: è www.constituteproject.org,   è il nuovo progetto supportato da Google e realizzato dal Comparative Constitutions Project che rende disponibili per la ricerca e la comparazione di diritti, doveri e ordinamenti le Carte di 160 Paesi. Fra questi al momento non c’è l’Italia, ma niente paura. Contattato dall’ANSA, un responsabile del progetto ha spiegato che la digitalizzazione della nostra Carta è stata completata e sarà inserita in settimana.

Il sito è un vero e proprio motore di ricerca. Consente di navigare fra i testi costituzionali dividendoli per Paesi oppure effettuando una ricerca per argomenti chiave, circa 350 dalla ”cittadinanza” al ”potere giudiziario”. Ogni anno, spiega Google sul suo blog, sono scritte circa 5 nuove Costituzioni mentre fra le 20 e le 30 vengono aggiornate o modificate. All’Africa il primato delle Carte più ”giovani”, con 19 delle 39 Costituzioni scritte a livello globale dal 2000 in poi.   
  
Al momento del lancio il sito annovera 160 Costituzioni, dalla ”A” di Afghanistan alla ‘Z’ di Zimbabwe, ma non l’Italia. Contattato dall’ANSA, James Melton, dell’University College di Londra e fra i responsabili del sito, ha spiegato che la Costituzione italiana fa parte del progetto ma la sua digitalizzazione e relativa ‘etichettatura’ dei contenuti non era stata completata in tempo per il lancio. Melton assicura che il lavoro ora e’ ”completo” e che la Carta italiana ”dovrebbe essere caricata sul sito entro la fine della settimana”.

ansa

Guerra in Siria

Siria: Save the children, 2 milioni di bambini “in guerra” contro la fame

 

Sono migliaia i bambini uccisi nel conflitto siriano, ma ce ne sono almeno altri 2 milioni all’interno del Paese che stanno combattendo una guerra quotidiana con la mancanza del cibo necessario per sopravvivere. E’ quanto denuncia il rapporto ”La Fame in una zona di guerra” di Save the Children, diffuso oggi  per lanciare un forte appello in occasione dell”apertura dell”Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, attraverso le terribili testimonianze dei bambini siriani e delle loro famiglie costrette ad una lotta disperata per poter nutrire i propri figli.

La guerra ha infatti distrutto l’economia della Siria – riferisce Save the Children – dove l’indice di sviluppo umano è regredito di 35 anni. Quasi 7 milioni di abitanti sono caduti in povertà dall”inizio del conflitto, la produzione di grano è scesa a meno della metà del livello a cui era prima della crisi e il costo degli alimenti è schizzato in alto fuori controllo, mentre quello dei rifornimenti di base è raddoppiato. Anche chi ha un lavoro, a causa dell”inflazione, non riesce più ad acquistare cibo a sufficienza, come dichiara ormai il 40% delle famiglie in 7 governatorati dove è stato possibile fare una rilevazione.

 “Nelle città di Damasco, Homs, Aleppo, Idleb, oltre alle violenze e agli abusi compiuti sulla popolazione civile riportati dalle notizie dei media – dichiara Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia – c’e’ un’altra crisi umanitaria invisibile al resto del mondo, quella di intere aree che sono state circondate e deliberatamente assediate, dove 2 milioni di persone, per la metà bambini, sono rimaste intrappolate senza accesso al cibo, con il terrore di bere l’acqua perché inquinata o che la persona sbagliata potesse sentire il pianto dei loro bambini e scoprire dove erano nascosti”.

“Nelle aree rurali della sola Damasco – denuncia ancora Neri – un bambino su venti è malnutrito, e il 14% è già  affetto da malnutrizione grave”. In queste aree e anche in altre zone del Paese – si legge nel rapporto di Save the Children – le famiglie non sono più in grado di produrre o comprare abbastanza cibo, in  migliaia vivono sotto tiro senza accesso alla quantità di alimenti necessaria per poter sopravvivere, dovendo spesso scegliere tra la fame e il rischio di essere colpiti dai cecchini uscendo alla ricerca di cibo o acqua da bere…

Suicida

Suicida in azienda, per giudice nesso con stress lavorativo

 

Un suicidio legato a una patologia derivante anche allo stress maturato  nell’ambiente di lavoro: questo quanto riconosciuto dal giudice del lavoro di Venezia, in una causa intentata dal marito di una donna che nel giugno del 2006 si era uccisa gettandosi dal tetto dell’azienda di prodotti  farmaceutici dove lavorava, nel veneziano.

La sentenza ha deciso il pagamento a favore del congiunto della donna degli arretrati, degli interessi di natura legale e delle spese funerarie. La causa – riporta la stampa locale – era stata intentata all’Inail che non aveva accolto la richiesta del marito di accedere al risarcimento previsto per le vittime del lavoro, visto che non era provata la correlazione tra stress da lavoro e suicidio. Secondo quanto riferito dal marito, gli ultimi tre anni di vita professionale della moglie erano stati molto difficili, in relazione anche a problemi nel settore dove era impiegata legati a delle confezioni di flebo, e aveva maturato il timore di poter essere incolpata.

Minori

In Italia 260mila minori sfruttati e 30mila a rischio

 

”I progressi fatti nel contrasto del lavoro minorile nel mondo, che secondo il nuovo rapporto Ilo coinvolge nel 2012 quasi 168 milioni di minori tra i 5 e 17 anni rispetto ai 246 del 2000, non devono farci dimenticare la gravità del fenomeno che coinvolge tutto il mondo. Anche in Italia, sono ancora 260.000 i pre-adolescenti (il 5,2% del totale nella fascia di età 7-15 anni) ”costretti” a lavorare già giovanissimi, a causa delle condizioni familiari, di un rapporto con la scuola che non funziona o per far fronte da soli ai loro bisogni”. Lo afferma Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

“Secondo una ricerca che Save the Children ha realizzato quest”anno con la Fondazione Trentin, coinvolgendo nel lavoro di ricerca qualitativo anche i ragazzi stessi che vivono in alcune aree urbane critiche – prosegue in una nota – sono ben 30.000 i minori tra i 14 e i 15 anni a rischio di sfruttamento, di cui quasi la metà femmine (46%). Si tratta di ragazzi e ragazze che fanno un lavoro pericoloso per la loro salute, sicurezza o integrità morale, lavorando di notte o in modo continuativo, con il rischio reale di compromettere gli studi, non avendo neppure un piccolo spazio per il divertimento o il riposo necessario”.

”Per contrastare efficacemente il fenomeno è necessario un Piano Nazionale sul Lavoro Minorile, con un sistema di monitoraggio regolare e misure di prevenzione e contrasto del lavoro illegale, e in particolare delle peggiori forme di lavoro minorile”. Tra i possibili  interventi, Save the children ha proposto, ad esempio, di includere l’estensione a tutte le famiglie dei minori in poverta” dei benefici della Carta Acquisti appena varata in via sperimentale dal Governo, facendo sì che i percorsi di inclusione sociale abbinati alla Carta prevedano anche la frequenza scolastica e la prevenzione del lavoro minorile. Per i ragazzi che vivono in aree ad alta densità criminale, spesso collegata allo sfruttamento del lavoro minorile, proponiamo di promuovere ”aree ad alta densità educativa”, basate sull’offerta attiva di opportunità e spazi qualificati per i più giovani, a scuola e sul territorio.”