Archivi giornalieri: 26 settembre 2013

Contributi figurativi

I contributi figurativi (forse) riducono la pensione

 

A seguito della riforma previdenziale Monti-Fornero, qualora si abbiano i requisiti contributivi richiesti, è consentito andare in pensione anticipata, ma con una riduzione dell’assegno se il lavoratore ha un’età inferiore a 62 anni.

Il decreto legge n. 216/2011 ha previsto però un’eccezione al taglio dell’assegno per chi matura i requisiti contributivi entro il 2017, purché l’anzianità contributiva sia determinata solo da prestazione effettiva di lavoro, obblighi di leva, infortunio, malattia e cassa integrazione guadagni ordinaria.

Pertanto ai fini della determinazione dell’anzianità contributiva utile per conseguire da parte dei lavoratori la pensione anticipata senza la riduzione dell’assegno deve essere valutata esclusivamente la contribuzione indicata sopra.

L’Inps, riscontrando che sono molti i casi di lavoratori con contribuzione figurativa ha precisato che “a seguito delle criticità emerse con riferimento all’individuazione dei periodi contributivi da valutare ai fini di escludere l’applicazione della riduzione  prevista ha richiesto un parere al ministero del Lavoro e a quello dell’Economia, riservandosi di rispondere nel merito”.

Immigrati

Immigrati: verso una strada di dignità …

 

“In questo momento stiamo facendo un percorso di revisione di quelli che sono gli strumenti, ma anche quelle che sono le norme per poter gestire l”immigrazione, e quindi sui Cie c’è tutto un ragionamento in atto”. Lo ha detto il ministro dell’integrazione Cecile Kyenge, a Perugia per la ”Giornata della memoria e contro la schiavitù” in corso all’università” per stranieri, parlando della richiesta di alcune associazioni perugine di aprire un Cie a Perugia.

“Credo che a breve dal tavolo di lavoro del mio ministero insieme al ministero degli interni, sicuramente noi cercheremo di far arrivare nuove norme per riuscire a capire che gestire l”immigrazione vuol dire guardare non soltanto la lotta contro l”immigrazione clandestina, ma vuol dire guardare anche l’altro 90 per cento, che è immigrazione altamente qualificata. Tra i migranti ci sono persone che vengono a lavorare come le collaboratrici domestiche, le badanti, ci sono persone che sono studenti, imprenditori, vuol dire guardare tutta questa fascia e rivedere tutte queste norme perché non tutti sono criminali”.

“Siamo partiti con un piano triennale contro il razzismo – ha aggiunto Kyenge – , un piano istituzionale che da una parte rafforza le leggi contro il razzismo, nazionale e internazionale, dall’altra parte, un percorso culturale che non richiede, giorni, mesi, ma può richiedere anche anni”.

Per il ministro è iniziato “quindi un percorso culturale che deve cercare di far formazione e informazione e anche campagne di sensibilizzazione e lo dobbiamo fare in tutti i settori: noi abbiamo scelto il settore dell”alloggio, dello sport, del lavoro, della comunicazione, del welfare, ma anche la scuola, come prima palestra per rafforzare la democrazia di un paese, ma anche per partire con un progetto di pari opportunità fra i giovani”.

Secondo il ministro dell”integrazione, Cecile Kyenge “c’è ancora molto lavoro da fare” per debellare le nuove schiavitù, come le tratte di esseri umani e il loro sfruttamento. “Si tratta – ha aggiunto il ministro – di partire da un approccio basato sul rispetto dei diritti umani, quindi un approccio che ponga la persona al centro di ogni politica che ci possa guidare verso una strada che dia dignità ad ogni persona”.

Disabili

Disabili: ricorso collettivo per riconoscere figura caregiver

 

E’ pronto e sarà depositato nei prossimi giorni nei tribunali di Milano, Palermo e Roma, un ricorso collettivo per chiedere il riconoscimento della figura del “family caregiver” e le tutele e i diritti collegati. Ne da’ notizia un gruppo di cittadini che vivono questa particolare condizione di vita e che denunciano di essere stati abbandonati dallo Stato.

Il Family Caregiver è colui – ma molto più spesso colei – che si occupa in ambito domestico di un familiare affetto da grave
disabilità. “Una figura fondamentale ma in Italia misconosciuta – spiegano in una nota – nonostante tutti i Paesi Europei ne
riconoscano, invece, l’altissima rilevanza con leggi e provvedimenti specifici.

Dopo un’attesa di quasi vent’anni, durante i quali il Parlamento italiano non è riuscito a legiferare nemmeno sul prepensionamento dei family caregiver, nonostante in tutte le passate legislature centinaia di parlamentari avessero caldamente appoggiato il provvedimento,  si è deciso di passare ad azioni concrete”. Oltre ai ricorsi in tribunale, da ogni angolo d’Italia stanno partendo migliaia di lettere indirizzate all’Inps, con le quali i family caregiver chiedono che vengano riconosciuti i diritti più elementari rispetto al loro impegno di assistenza e cura, che può protrarsi anche 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno.

ansa

Femminicidio

Violenza sulle donne: il 25 novembre “sciopero” contro il femminicidio

 

Uno ”sciopero delle donne” per fermare la cultura della violenza e il femminicidio. Dopo l’appello lanciato in rete e centinaia di firme raccolte, la manifestazione nazionale prenderà forma il prossimo 25 novembre, in concomitanza con la Giornata mondiale contro la violenza di genere proclamata dall’Onu.

A lanciare l’iniziativa in Italia un gruppo di donne impegnate nel giornalismo e nella cultura, che fanno capo all’associazione Giulia, rete nazionale delle GIornaliste Unite LIbere Autonome. In due mesi hanno raccolto adesioni di personaggi noti come i giornalisti Riccardo Iacona e Loredana Lipperini, di Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil.

“Con loro -spiegano le organizzatrici- ci sono responsabili di centri antiviolenza, attiviste di Amnesty International, scrittrici e intellettuali di ”Se Non Ora Quando”, professioniste, casalinghe, insegnanti, madri, direttrici di banca, consigliere comunali, amministratrici e impiegate.

Circa l’organizzazione dello “sciopero”, è stata aperta la pagina “Le iniziative, città per città, che verrà aggiornata via via che arriveranno le informazioni sulle manifestazioni/iniziative organizzate nei territori. “Pensiamo che la pagina sia utile – spiegano le organizzatrici – anche per mettere in contatto gruppi e singole persone”.

Incentivo all’esodo

Inps – L’incentivo all’esodo non è una pensione

 

L’articolo 4 della L. 92/2012 (riforma Fornero) prevede la possibilità, nei casi di eccedenza di personale – sottolinea l’Inps, nel messaggio n. 14894/13) -, di stipulare accordi tra i datori di lavoro che impieghino mediamente più di 15 dipendenti e le organizzazioni sindacali dei lavoratori, al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori più prossimi al trattamento di pensione.

A seguito dell’accordo il datore di lavoro è obbligato a versare mensilmente la provvista finanziaria necessaria per l’erogazione ai lavoratori di una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe al momento della risoluzione del rapporto di lavoro e per la contribuzione figurativa correlata.

L’assegno che sarà erogato dall’Inps – ribadisce l’Istituto – è una vera e propria prestazione di sostegno al reddito e non un trattamento pensionistico, ciò significa che non è reversibile ai superstiti, né dà diritto alle aggiunte di famiglia.

 

Vd. anche ns. precedente news “Limiti alla doppia ricongiunzione” pubblicata il 25.9.13.

UE

 

Ue – Mancato recepimento direttiva su prevenzione e riduzione emissioni industriali, passaggio fase 2

Passa alla fase due la procedura di infrazione aperta nel marzo scorso dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia, per il mancato recepimento  della direttiva Ue sulla prevenzione e riduzione delle emissioni industriali, entro la scadenza prevista del 7 gennaio 2013.

Con un parere motivato Bruxelles ora sollecita Roma ad inviare entro i prossimi due mesi dettagli sull’attuazione della
normativa comunitaria. L’Ue aveva aperto la procedura di infrazione il 21 marzo con una lettera di messa in mora.

Oltre all’Italia sono destinatarie del parere motivato anche Cipro, Slovenia e Romania. Tutti e quattro gli stati membri infatti, spiegano dalla dg Ambiente della Commissione, non hanno rispettato la scadenza prevista per l’attuazione nella legislazione nazionale.

La nuova direttiva Ue sostituisce e aggiorna le vecchie regole, che puntano a prevenire, ridurre, ed eliminare il più possibile l’inquinamento derivante dalle attività industriali.

Se i Paesi destinatari del provvedimento non attueranno quanto previsto entro i prossimi due mesi, potranno essere deferiti alla Corte di giustizia Ue, col rischio di sanzioni economiche.

vato anche Cipro, Slovenia e Romania. Tutti e quattro gli stati membri infatti, spiegano dalla dg Ambiente della Commissione, non hanno rispettato la scadenza prevista per l’attuazione nella legislazione nazionale.

La nuova direttiva Ue sostituisce e aggiorna le vecchie regole, che puntano a prevenire, ridurre, ed eliminare il più possibile l’inquinamento derivante dalle attività industriali.

Se i Paesi destinatari del provvedimento non attueranno quanto previsto entro i prossimi due mesi, potranno essere deferiti alla Corte di giustizia Ue, col rischio di sanzioni economiche.

o per chi matura i requisiti contributivi entro il 2017, purché l’anzianità contributiva sia determinata solo da prestazione effettiva di lavoro, obblighi di leva, infortunio, malattia e cassa integrazione guadagni ordinaria.

Pertanto ai fini della determinazione dell’anzianità contributiva utile per conseguire da parte dei lavoratori la pensione anticipata senza la riduzione dell’assegno deve essere valutata esclusivamente la contribuzione indicata sopra.

L’Inps, riscontrando che sono molti i casi di lavoratori con contribuzione figurativa ha precisato che “a seguito delle criticità emerse con riferimento all’individuazione dei periodi contributivi da valutare ai fini di escludere l’applicazione della riduzione  prevista ha richiesto un parere al ministero del Lavoro e a quello dell’Economia, riservandosi di rispondere nel merito”.