Archivi giornalieri: 16 settembre 2013

Notizie dal Ministero del Lavoro

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16/09/2013

Proposte per nuove misure di contrasto alla povertà

Il 18 settembre, a Roma, la presentazione della relazione finale del gruppo di lavoro istituito presso il Ministero

 
13/09/2013

La sfida delle competenze di cittadinanza per l’apprendimento permanente

Roma 25 settembre 2013 – Seminario di presentazione del progetto Educatori in Rete per il cambiamento

 
06/09/2013

Documento unico di regolarità contributiva (DURC)

Semplificazioni e primi chiarimenti – Circolare n. 36/2013

 
30/08/2013

Pensioni d’oro

Giovannini: “Riequilibrare per una questione di giustizia sociale”

 
29/08/2013

Decreto Lavoro

Il Ministero fornisce chiarimenti interpretativi con la Circolare n. 35/2013

 
09/08/2013

Meeting per l’amicizia fra i popoli – XXXIV Edizione

Rimini, 18-24 Agosto 2013

 
09/08/2013

Sospensione servizio Centro di contatto

Festività del Ferragosto

 
09/08/2013

Cinque per mille anno 2011 e 2010

Pubblicato l’elenco delle disposizioni di pagamento per l’anno finanziario 2011

08/08/2013

Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel Mondo

Oggi la celebrazione in ricordo delle vittime della tragedia di Marcinelle

 
02/08/2013

Nota Flash

Pubblicata la Nota Flash numero 2

 
31/07/2013

Gara per l’affidamento del servizio di sviluppo e diffusione di modelli innovativi di supporto all’autonomia delle giovani migranti

Procedura aperta per l’affidamento del servizio di sviluppo e diffusione di modelli innovativi di supporto all’autonomia delle giovani migranti

 
31/07/2013

Programma Carta acquisti

Via libera alla sperimentazione

 
30/07/2013

Contributi legge 438 del 1998 – Anno 2011

Trasmessi all’Ufficio Centrale di Bilancio i mandati di pagamento per l’anno 2011

Femminicidio

Femminicidio – Le scarpe rosse dell’Auser

Il prossimo 21 settembre alle ore 18,45 migliaia di scarpe rosse, simbolo della lotta contro il femminicidio, raccolte in questi mesi dalle  strutture Auser di tutta Italia invaderanno simbolicamente il  sagrato del duomo di San Gimignano (SI) dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità   e verrà realizzato gratuitamente uno scatto fotografico d’autore dal fotografo Duccio Nacci che diventerà il manifesto simbolo di questa campagna e verrà diffuso su scala nazionale.

L’evento prosegue alle ore 21 sempre in piazza Duomo con una serie di interventi sul tema “violenza alle donne una sconfitta per tutti” a cui parteciperanno  il Sindaco di San Gimignano; il Presidente Auser Toscana; la Segretaria Generale Spi-Cgil Toscana; la  Presidenza Auser Nazionale. Alle ore 21,45 sotto la loggia del Teatro dei Leggieri, si svolgerà lo spettacolo teatrale “Cosa mia” dedicato a tutte le donne vittime di violenza.

La campagna di mobilitazione “Scarpe Rosse contro il femminicidio” era partita nei mesi scorsi e si è ispirata all’idea “Zapatos Rojos, il  progetto d’arte pubblica dell’artista messicana Elina Chauvet “a cura di Francesca  Guerisoli – è stata promossa dall’Auser di San Gimignano, dall’Auser di Siena, dallo Spi Cgil  ed ha rapidamente coinvolto numerose sedi Auser di tutta Italia che hanno raccolto scarpe rosse e le hanno spedite all’Auser di San Gimignano.  Ne sono arrivate migliaia.

Lavoro

Lavoro: una generazione bruciata …

Una generazione bruciata: in 3 anni è crollato di un milione il numero degli under 35 che lavorano, di cui 750 mila unità proprio nella fascia tra i 25 ed i 34 anni. Le tabelle dell’Istat traducono in numeri certi il dramma della crisi che ha minato i sogni e il futuro dei giovani di oggi proprio negli anni nei quali si costruisce, si trova un lavoro dopo la laurea, magari si mette su famiglia.

Nel secondo trimestre 2013 di quest’anno nella fascia tra i 25 e i 34 anni solo 6 persone su 10 erano al lavoro in quella fascia d’età attiva per eccellenza con un tasso di occupazione al 60,1% contro il 70,1% del 2007 (65,9 nel 2010).

E se per i maschi del Nord la situazione è ancora accettabile con l’81,4% al lavoro (dall’86,6% del secondo trimestre 2010) al Sud la situazione è drammatica con appena il 51% degli uomini della fascia 25-34 anni che lavora (e solo il 33,3% delle donne).

L’imbuto davanti al quale si è trovata la generazione dei ”giovani adulti” è dovuto in parte alla stretta sull’accesso alla pensione che ha tenuto al lavoro i più anziani (il tasso di occupazione nella fascia tra i 55 e i 64 anni è passato nel triennio considerato dal 36,6% al 42,1%), in parte alla crisi economica e al generale calo dell’occupazione.

Il tasso di occupazione è calato soprattutto tra i giovani uomini del Sud (dal 60,5% al 51% con quasi 10 punti) mentre per gli uomini del Nord il calo si è limitato a 5 punti (dall’86,6% all’81,4%). Per le giovani donne del Sud il calo percentuale è stato meno consistente partendo da un dato basso (dal 34,2% al 33,3%). Se si guarda al complesso degli under 35 (quindi anche ai giovanissimi) il tasso di occupazione a livello nazionale risulta in calo dal 45,9% del secondo trimestre 2010 al 40,4% dello stesso periodo del 2013.

Il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 25 e i 34 anni è cresciuto dall’11,7% del secondo trimestre 2010 al 17,8% dello stesso periodo del 2013 con oltre sei punti in più. I disoccupati tra i giovani adulti sono passati da 670.000 a 935.000. Al Sud il tasso di disoccupazione in questa fascia di età è ormai al 30% (molto simile tra uomini al 29,1% a donne al 31,5%) dal 20,6% di appena tre anni prima. Al Nord la disoccupazione tra i giovani adulti è passata dal 7,3% del secondo trimestre 2010 al 10,9%.

Assegno familiare

A.Adige: contributo per assegno familiare nella … tormenta

Centinaia di persone sballottate da uno sportello all’altro, grazie alle decisioni dell’assessore regione  Alto Adige, Marthe Stocker di rialzare il requisito per beneficiare del contributo per l’assegno familiare.

Questo è quanto hanno denunciato il responsabile regionale del patronato Inca, De Nardi e il responsabile del Caaf, Pirolo che sottolineano come “in pochi mesi l’assessore ha repentinamente mutato idea quattro volte sul requisito per accedere alla prestazione sociale decidendo di rialzare il requisito di residenza dei 5 anni. Questo – proseguono i due sindacalisti – ha significato spostare centinaia e centinaia di persone verso sportelli e servizi che non sono stati nemmeno tempestivamente avvisati di un tale carico di lavoro”.

Il patronato e il Caaf consigliano ai cittadini interessati al contributo “indipendentemente dagli anni di residenza, anche se inferiori ai 5, di rivolgersi agli uffici di patronato e di inoltrare la domanda passando prima per il Caaf per farsi rilasciare la dichiarazione Durp”.
I responsabili  chiariscono anche che gli attuali requisiti (ovvero dei due anni di residenza per i cittadini italiani e immigrati, mantenendo invece il solo titolo della residenza, senza durata minima per i cittadini comunitari) restano comunque validi sino al momento dell’entrata in vigore della modifica legislativa che avverrà presumibilmente nel giro di un paio di settimane.

Anche la segretaria della Cgil regionale ricordando la sentenza della Corte Costituzionale, afferma che “non si può presumere in termini assoluti che un cittadino immigrato da meno di cinque anni nel territorio regionale, ma stabilmente residente, versi in uno stato di bisogno inferiore rispetto a chi vi risieda da più anni e l’atteggiamento dell’assessore Stocker – continua la sindacalista – fa prospettare una marea di ricorsi di tutti coloro che si sentono discriminati e che avranno comunque, se il governo dovesse voltare la faccia dall’altra parte,  il supporto dei patronati”.

da Corriere Alto Adige

Povertà

In Europa 25 milioni di nuovi poveri entro il 2025

Se gli Stati membri dell’Unione europea continueranno ad attuare politiche di austerità, in Europa nei prossimi dodici anni potrebbero esserci tra 15 e 25 milioni di nuovi poveri: un numero di persone equivalente a quello che vive oggi nei Paesi Bassi e in Austria, facendo salire il numero dei poveri nella UE a 146 milioni di persone, ovvero più del 25% della popolazione europea.

Secondo il rapporto pubblicato da Oxfam alla vigilia dell’incontro dei Ministri delle Finanze dell’Unione europea, le politiche di austerità adottate dagli Stati membri per superare la crisi del debito sovrano ed accedere ai programmi di salvataggio non sono riuscite a ridurre l’indebitamento e a promuovere la crescita.

Oxfam conosce bene questa situazione, perché si è già verificata nel passato. I programmi di austerità europei assomigliano alle rovinose politiche di aggiustamento strutturale imposte in America Latina, Sud Est Asiatico e Africa Sub-Saharia negli anni ’80 e ’90. Queste politiche – fallite: medicine che curavano la malattia uccidendo il paziente – non devono essere attuate di nuovo. Per questo Oxfam chiede ai governi europei di allontanarsi dalle misure di austerità e scegliere, invece, un percorso di crescita inclusiva che porti a risultati migliori per le persone, le comunità e l’ambiente.

Il rapporto evidenzia anche come tali misure di austerità stiano aumentando la concentrazione della ricchezza nelle mani del 10% di europei già più abbienti, con un aumento della disuguaglianza in Europa e all’interno degli Stati Membri che hanno adottato queste politiche.

Le previsioni indicano che senza l’adozione urgente di politiche di stimolo ad una crescita inclusiva, investimento in servizi essenziali, lotta all’evasione e all’elusione fiscale, nei prossimi dieci anni il divario esistente tra ricchi e poveri nel Regno Unito o in Spagna potrebbe diventare simile a quello del Sud Sudan o del Paraguay.

Il rapporto di Oxfam è corredato da una serie di casi di studio paese. Lo studio sull’Italia,   evidenzia come anche nel nostro paese le politiche di austerity abbiano inciso in modo negativo sui livelli di povertà e disuguaglianza: il 20% delle famiglie riceve il 40% dei redditi, mentre il 20% più povero riceve solo l’8% della ricchezza. Negli ultimi dieci anni la ricchezza finanziaria netta media è stata ridotta del 40,5 per cento a famiglia (da 26.000 euro a 15.600 euro a famiglia).

www.osservatorioinca.org

Flussi migratori

Nuova tendenza dei flussi migratori

Aumenta la migrazione da nord verso sud, in controflusso rispetto ai tradizionali movimenti di chi cambia paese per avere una vita migliore. E’ uno dei risultati del Rapporto Mondiale sulle Migrazioni 2013 dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, presentato oggi.

Secondo il rapporto, che ha utilizzato un sondaggio realizzato dall”Istituto Gallup con oltre 25.000 interviste a migranti in 150 paesi, il flusso migratorio “al contrario” negli ultimi dieci anni ha contato 7 milioni di spostamenti.

Nell’ultimo decennio, si legge nel rapporto, l’aumento del fenomeno è stato importante: del 35% verso la Cina, provenienti da aree sviluppate come il Giappone, nord America, Australasia, Europa, oltre a Corea e l”ex colonia di Hong Kong; importante anche il flusso portoghese verso paesi africani, con il 42% di aumento. Si registra in Brasile l’aumento più consistente, con un +87%, con un”impennata negli ultimi cinque: 268.295 persone. Sono gli Usa i fornitori maggiori di nuovi immigrati in Brasile, con un aumento del 212% nel decennio considerato; in aumento costante anche i portoghesi, mentre sono in ribasso gli argentini. Altri nuovi brasiliani vengono da Giappone, Paraguay e

Dall’Europa, segnala ancora l’Oim, il flusso di emigranti si dirige in prevalenza verso America latina, Caraibi e Africa. A cavallo tra 2008 e 2009 verso America latina e Caraibi si sono diretti 48.000 spagnoli, 21.000 tedeschi, 17.000 olandesi e 16.000 italiani. A vedere un “rialzo spettacolare dell”emigrazione”, si legge nel rapporto, è stata in particolare la Spagna: +26% nel 2011 rispetto al 2010, con una stima di oltre 500.000 emigranti, di cui 62.000 nati in Spagna e 445.000 nati altrove.

La ragione di questo aumento di migrazioni nord-sud? Sono duplici, secondo l’Oim: la recente crisi finanziaria che ha colpito il nord del mondo, e una domanda crescente di mano d’opera qualificata nelle economie emergenti dei paesi del sud sono in parte responsabili del fenomeno. Inoltre, parallelamente alla migrazione “indipendente”, cioè di singoli che effettuano le loro scelte personali, “sempre più” imprese delocalizzano al sud, creando un numero crescente di posti di lavoro internazionali per i lavoratori qualificati del nord”. Ed è la Cina, segnala il rapporto, il Paese in procinto di diventare la principale destinazione degli interessi internazionali.

Immigrazione

Immigrazione: Silp-Cgil, rivedere modalità impiego polizia

“Rivedere, al più presto, le modalità di impiego delle forze di polizia” sul fronte immigrazione: ne parla come di una “urgente necessità” il Silp-Cgil , dopo le tensioni registrate a Pozzallo, nel ragusano, dove sono giunti su un cargo 132 migranti siriani, appartenenti ad un gruppo di 359 migranti soccorso la notte scorsa nel Canale di Sicilia.

Un evento che non solo conferma “le nostre previsioni secondo cui siamo in presenza di un profondo mutare delle dinamiche immigratorie” – dice il segretario Daniele Tissone – ma che è “più che mai necessario, affrontare il problema immigrazione attraverso un diverso approccio che coinvolga le forze dell’ordine per i soli aspetti connessi ai complessi e delicati compiti istituzionali, come già avviene in molti paesi europei, spostando il baricentro della gestione dei flussi migratori dalle forze di polizia ad altri soggetti istituzionali”.

Si tratta di un fenomeno – conclude il sindacato- che non può essere più gestito solamente con le sole ” risorse ordinarie” ma che deve “necessariamente trovare sponde” nella cooperazione tra i paesi interessati”.