Archivi giornalieri: 21 giugno 2022

Cultura d’impresa, stipendi e norme di lavoro

Cultura d’impresa, stipendi e norme di lavoro

Lavorare in Germania

 Molti stranieri hanno bisogno di qualche tempo per adattarsi al modo di lavorare tedesco. La gente non lavora molte ore; in molti uffici, soprattutto nel settore pubblico, la giornata finisce alle 16.

Tuttavia, si dà molta importanza all’efficenza, si cerca di essere il più produttivi possibile e c’è poco tempo, o quasi nullo, per socializzare o parlare ad eccezione delle ore di pausa che sono di solito di 15 minuti con 45 minuti per mangiare.

La cultura d’impresa in Germania è generalmente abbastanza gerarchica. Ai tedeschi piace lavorare basandosi su piani prestabiliti e prendono decisioni basate su fatti. Le riunioni, organizzate e ben pianificate, rappresentano il passo per prendere decisioni con il consenso generale di gruppo. Ci si aspetta la puntualità e non vengono tollerati i ritardi. Quindi fa attenzione, specialmente se vieni da un paese in cui il ritardo è molto diffuso!

Stipendi

Gli stipendi ( Lohn/Gehalt) in Germania sono tra i più alti del mondo. La maggior parte dei lavori per i laureati pagano 30.000€ /anno. I lavori per gli studenti in cui non è richiesta una laurea vengono pagati 6/15 € /ora. Di solito, quando si parla di stipendi, si parla di stipendio lordo cioè prima della deduzione delle tasse e della previdenza sociale. Tieni presente che le tasse, a seconda del tuo stipendio, possono arrivare ad essere il 50% del tuo stipendio lordo. Quindi cerca di non confondere gli stipendi lordi e netti!

Lo stipendio nel tuo contratto è mensile. Nel contratto dovrebbero essere indicati anche remunerazioni speciali, bonus e revisioni dello stipendio. Molte imprese hanno 13 paghe l’anno. Di solito si riceve lo stipendio a dicembre per Natale o viene diviso tra Natale e l’estate. Per alcuni lavori di dirigenza ci sono 14 paghe l’anno.

È difficile sapere a quanto ammonta lo stipendio per lavori o posti specifici anche se ti risulterebbe più facile saperlo per contrattare il tuo stipendio. Personalmarket ( www.personalmarket.de ) ti offre, previo pagamento, un’analisi dello stipendio basandosi sul settore, educazione, esperienza professionale e zona geografica. Questo può essere di gran aiuto quando dovrai negoziare il tuo stipendio.

 

Legge di lavoro

Per lavorare hai bisogno di un permesso di lavoro (Arbeitsgenehmigung o Arbeitserlaubnis) o di un permesso di residenza che ti permetta di lavorare (consulta la nostra sezione sui permessi di lavoro). Hai anche bisogno di una tessera fiscale (Lohnsteuerkarte) e di un numero della previdenza sociale (Sozialversicherungsnummer). Le tessere fiscali vengono emesse dall’autorità che corrisponde alla città/regione in cui sei registrato. I numeri della Previdenza Sociale sono emessi dalle istituzioni delle assicurazioni pensionistiche.

Quando un lavoratore lavora per la prima volta, l’impresa di solito lo registra ed emette un numero di previdenza sociale e una carta d’identità. Nel caso tu avessi domande o richieste, dovresti dirigerti direttamente alla tua impresa, alla tua compagnia di assicurazioni sanitarie o la tua istituzione di assicurazioni statale.

Normativa lavorativa

La Germania ha uno dei mercati lavorativi più regolati del mondo, con le sue leggi sul lavoro disegnate per proteggere i lavoratori. Che ci sia o meno un contratto di lavoro, i lavoratori hanno diritti di base:

● vacanze

● stipendio per malattia

● poter scegliere di lavorare a tempo parziale

● ricevere una formazione

● ferie per maternità/paternità e relativa protezione professionale

I periodi di preavviso seguono delle regole ma le compagnie possono concordare periodi di preavviso più lunghi nel caso di lavori collettivi o individuali. Le condizioni di lavoro al di sotto dello standard minimo legale stabilito non sono permesse e non sono legalmente vincolanti.

Accordi di lavoro collettivo

C’è anche una legge per il lavoro collettivo che nasce dalle leggi che proteggono gli accordi lavorativi collettivi e i diritti dei lavoratori sul posto di lavoro (Betriebsverfassungsrecht). Le leggi che governano gli accordi collettivi permettono ad entrambe le parti (sindacati e federazioni patronali o impresari individuali) di creare i loro propri accordi lavorativi. Gli accordi lavorativi regolano gli stipendi, ore lavorative, ferie e periodi di preavviso. La maggior parte degli impiegati lavorano con un accordo lavorativo anche se negli ultimi anni sempre più imprese sono state esentate dal negoziare accordi propri.

I diritti del lavoratore

Il Betriebsverfassungsrecht regola la relazione tra lavoratore ed impresa sul posto di lavoro. Gli impiegati sono rappresentati dal Consiglio di Lavoro (Betriebsrat) i cui membri vengono scelti dai lavoratori. Tra le altre cose, è responsabile della protezione dei diritti dei lavoratori sul posto di lavoro. La direzione deve consultare il Betriebsrat in relazione a questioni sul personale o l’impresa. Se hai problemi sul posto di lavoro, devi consultare il tuo Betriebsrat e chiedere consiglio o aiuto.

Nelle imprese con più di 2.000 impiegati, viene applicata la co-determinazione del 1976 o Legge della Partecipazione dei Lavoratori (Mitbestimmungsgesetz). Questa legge richiede che il consiglio supervisore dell’impresa abbia un certo numero di impiegati rappresentanti. Il principio di co-determinazione dice che i sindacati e gli impiegati hanno voce e diritto di voto nelle politiche dell’impresa, oltre che avere la responsabilità della stessa.

 

Pnrr, Brunetta: “Capacity Italy, un altro strumento a sostegno delle amministrazioni per vincere insieme la sfida della nuova Italia”

Pnrr, Brunetta: “Capacity Italy, un altro strumento a sostegno delle amministrazioni per vincere insieme la sfida della nuova Italia”

20 giugno 2022

“Il Governo aveva già raccolto l’allarme dei sindaci e degli amministratori locali, approvando un ventaglio di misure senza precedenti per potenziare le capacità assunzionali degli enti attraverso trasferimenti diretti, fondi appositi e regole semplificate e rapide di reclutamento del personale. Misure che, però, richiedono un inevitabile tempo di sedimentazione. Per questo abbiamo affiancato a questi interventi Capacity Italy, il portale di assistenza tecnica che mette a disposizione delle amministrazioni tutte, e in particolare di quelle territoriali, la potenza di fuoco delle competenze e dell’esperienza di Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia e MedioCredito Centrale. Uno sportello a supporto delle fasi di progettazione e di attuazione del Pnrr. La sfida della costruzione di una nuova Italia si vince insieme”.
 
Lo sottolinea il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.
 
  • Capacity Italy, il video tutorial

Brunetta: “Eccellenze diventino modelli diffusi. Da settembre valutazione della customer satisfaction”

Brunetta: “Eccellenze diventino modelli diffusi. Da settembre valutazione della customer satisfaction”

“Sono particolarmente soddisfatto di aver potuto premiare oggi oltre 30 progetti virtuosi e meritevoli realizzati dalla Pubblica amministrazione centrale e locale. Una dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, di come la Pa sia in grado di sprigionare idee e progettualità assolutamente positive e innovative. L’obiettivo è ora rendere queste eccellenze non delle singolarità, ma un modus operandi e un’attitudine diffusa”.

Lo ha detto Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, intervenendo alla cerimonia di premiazione della call to action “Valore pubblico. La Pubblica amministrazione che funziona”, in corso di svolgimento a Milano.

“Per fare questo – ha proseguito Brunetta – è necessario avviare un sistema puntuale di valutazione dei servizi erogati, in linea con quanto avviene normalmente nel settore privato. Posso dire con orgoglio che a settembre partirà anche questo, prima in via sperimentale, poi in modo allargato, grazie all’introduzione di modalità digitali di valutazione della customer satisfaction”.

La call to action è ideata da Sda Bocconi School of Management e dal Gruppo Editoriale Gedi, con il patrocinio del ministero della Pubblica Amministrazione, Anci e Upi, e ha l’obiettivo di presentare e valorizzare i progetti di modernizzazione delle pubbliche amministrazioni e dei servizi pubblici. Hanno partecipato al bando ben 179 progetti a livello nazionale.

Con più efficienza ci guadagna l’Italia

“Buoni contratti, buone regole per gli avanzamenti di carriera, nuove tecnologie, giovani. E ancora, performance, trasparenza, merito, produttività, tracciabilità, incentivi. Questo è quello che stiamo realizzando nella Pubblica amministrazione. Bisogna restituire orgoglio a chi lavora nello Stato, in tutte le sue articolazioni” ha sottolineato Brunetta nel suo intervento.  “Con una Pa più efficiente ci guadagnano tutti: i dipendenti pubblici, i cittadini, le imprese. Ci guadagna il Paese”.

Disabili e anziani, la Pa digitale non lascerà indietro nessuno

“Le nuove tecnologie – ha poi continuato – hanno bisogno di alcune precondizioni: un sistema semplificato, un capitale umano che sappia assorbire le nuove tecnologie e il cambiamento, la standardizzazione dei processi”.

“Nell’ambito del Pnrr – ha chiarito – dobbiamo semplificare e reingegnerizzare 600 procedure amministrative. Ho indicato la mia priorità: bisogna partire da disabili e anziani. Allo stesso modo, la digitalizzazione e l’eliminazione degli sportelli fisici deve andare di pari passo con il contrasto al digital divide. Per questo abbiamo lanciato il progetto Polis, di cui è titolare il ministro Giorgetti e che ha Poste Italiane come partner tecnico: vedrà la nascita di 6.900 hub nelle aree interne del Paese, con personale dedicato che accompagnerà alla fruizione dei servizi pubblici digitali chi non ha dimestichezza con le tecnologie. La digitalizzazione non deve lasciare indietro nessuno. Non dobbiamo mai compiere scelte totalizzanti”.

Progetti da tutta Italia

Per Giovanni Valotti, professore di Economia delle aziende e amministrazioni pubbliche dell’Università Bocconi, “con la premiazione dei progetti più meritevoli della Pa si conclude un percorso avviato lo scorso settembre. Sono molto felice, perché questi progetti provengono in ugual misura da enti e funzioni diverse e da contesti geografici che rappresentano l’intero territorio nazionale. A dimostrazione che la creatività e l’impegno non si definiscono per categorie, ma sono il frutto delle capacità delle singole persone e dei team in cui esse operano”.

 

I ministri della Lega non indirizzano abbastanza risorse del Pnrr al sud Mappe del potere

I ministri della Lega non indirizzano abbastanza risorse del Pnrr al sud Mappe del potere

La normativa prevede che il 40% delle risorse del Pnrr con destinazione territoriale sia diretto alle regioni del mezzogiorno. Un obiettivo che deve essere rispettato da tutte le organizzazioni titolari ma che i ministeri guidati da esponenti della Lega sono molto distanti da raggiungere.

 

Come abbiamo raccontato più nel dettaglio in un recente articolo, uno degli obiettivi del Pnrr è ridurre i divari territoriali. Proprio per questo il decreto legge 77/2021 ha previsto che  il 40% delle risorse, allocabili territorialmente, del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del fondo complementare (Pnc) , sia destinato alle regioni del mezzogiorno, ma non solo.

L’obbligo infatti vale per tutte le organizzazioni titolari e non basta che complessivamente il governo raggiunga questo obiettivoOgni ministro ha quindi la responsabilità di destinare al sud almeno il 40% degli investimenti di cui è titolare. Leggendo la prima relazione istruttoria sul rispetto del vincolo di destinazione alle regioni del mezzogiorno redatta dal dipartimento per la coesione territoriale emerge che varie delle organizzazioni titolari di risorse del Pnrr raggiungono questa quota (13 su 22), o vi si avvicinano molto (7 su 22).

Questo però non vale per i ministeri guidati dai leghisti Giorgetti e Garavaglia, che in assoluto rappresentano le organizzazioni che arrivano più distanti dall’obiettivo.

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I partiti, la Lega e la quota del 40% delle risorse per il sud

Come abbiamo avuto modo di raccontare in diverse occasioni, ogni misura del Pnrr è attribuita alla responsabilità di un ente titolare, di solito un ministero o un dipartimento della presidenza del consiglio. Alla guida di queste organizzazioni dunque si trova sempre un responsabile politico, ovvero un ministro o in alcuni casi un sottosegretario alla presidenza del consiglio.

Analizzando come le varie organizzazioni stanno distribuendo, o si stima che distribuiranno, le risorse del Pnrr a livello territoriale, e in particolare verso il mezzogiorno, è dunque possibile aggregarle considerando il partito di appartenenza del ministro responsabile della misura.

Da un’analisi di questo tipo emerge come siano i ministri di Forza Italia quelli alla guida di organizzazioni che stanno destinando più risorse al sud (66%). Al secondo posto i ministri tecnici, o indipendenti, (43%) e poi Movimento 5 stelle e Liberi e uguali che raggiungono esattamente la soglia del 40%.

Sotto il 40% invece i ministri del Partito democratico, che tuttavia vi si avvicinano abbastanza (37,6%). All’ultimo posto infine la Lega molto distante dall’obiettivo che si è posto il governo.

25,1% le risorse del Pnrr e del Pnc con destinazione territoriale indirizzate dai ministri della Lega al mezzogiorno.

I due ministri in questione sono Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia. Rispettivamente al vertice del ministero dello sviluppo economico e del ministero del turismo. Due settori assolutamente cruciali per la crescita economica delle regioni meridionali.

Giancarlo Giorgetti e il ministero dello sviluppo economico

L’obiettivo di destinare il 40% delle risorse del Pnrr al mezzogiorno è ovviamente importante di per sé. Tuttavia assume ancora più rilevanza per quelle organizzazioni che gestiscono una parte considerevole delle risorse complessive. E in effetti è proprio il caso del ministero dello sviluppo economico che con oltre 25miliardi di euro tra Pnrr e Pnc (11,3% delle risorse complessive) è la terza organizzazione a gestire più fondi.

Circa il 97% di queste risorse è considerato avere destinazione territoriale (24,2 miliardi), e dunque è su questa cifra che deve esse calcolata la quota destinata al mezzogiorno.

24,8% le risorse del Pnrr e del Pnc con destinazione territoriale destinate dal Mise al mezzogiorno.

Da questo punto di vista dunque il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti è molto distante dall’obiettivo del 40%.

Le risorse del Mise

Analizzando nel dettaglio le risorse assegnate al Mise emerge però che la maggior parte hanno un vincolo di destinazione al mezzogiorno e che solo una misura non ha questa caratteristica, quella intitolata Transizione 4.0.

Tale misura (a sua volta distinta in 5 sotto misure) tuttavia raccoglie quasi i 3/4 delle risorse del Pnrr attribuite al ministero dello sviluppo economico.

74% la quota di risorse del Pnrr e del Pnc che il Mise ha destinato alla misura Transizione 4.0.

Si tratta in sostanza di vari tipi di crediti d’imposta che, al 31 gennaio 2022, risultavano già attivi e per i quali non è stata fissata alcuna riserva in favore del mezzogiorno. Basandosi sui primi 14 mesi di operatività dell’incentivo il dipartimento della coesione territoriale ha escluso che possa essere raggiunto l’obiettivo, stimando che appena il 20% di queste risorse potrebbe andare al mezzogiorno.

La situazione delineata è già sufficiente a considerare che il Mise non raggiungerà l’obiettivo, ma purtroppo le criticità non finiscono qui. Delle rimanenti misure infatti 2 sono state già attivate e prevedono il vincolo del 40%, ma non specificano come intendono applicarlo.

Per quelle ancora da attivare invece il ministero si è impegnato a rispettare l’obiettivo. Tuttavia si tratta anche in questo caso di procedure a bando su base nazionale, ed è quindi fondamentale che venga previsto un meccanismo per garantire la quota mezzogiorno nel caso in cui, in prima battuta, non venga raggiunta.

L’amministrazione pare più interessata a tutelare il completo utilizzo delle risorse che la loro destinazione geografica.

L’amministrazione tuttavia sembra aver adottato un approccio diverso. Almeno rispetto a una misura (Partenariati Horizon Europe) infatti il dicastero ha comunicato l’intenzione di prevedere una clausola di salvaguardia per tutelare l’assegnazione totale delle risorse messe a bando. Anche se non dovessero arrivare sufficienti domande dal mezzogiorno.

Massimo Garavaglia e il ministero del turismo

Presso il ministero del turismo quasi tutte le risorse (95%) hanno una destinazione territoriale. A esclusione di quelle per la misura Hub del Turismo Digitale. Su queste dunque è possibile calcolare la quota di risorse che il ministero indirizzerà al mezzogiorno.

28,6% le risorse del Pnrr e del Pnc con destinazione territoriale indirizzate dal ministero del turismo al mezzogiorno.

Si tratta in questo caso di un dato un po’ più alto rispetto a quello del Mise, ma comunque molto al di sotto dell’obiettivo, e relativo a una quota di risorse molto più modesta. Il ministero del turismo infatti ha in gestione nell’ambito del Pnrr appena 2,4 miliardi di euro (di cui 2,3 con destinazione territoriale), che rappresentano solo l’1% dei fondi complessivi.

Ciononostante si tratta di risorse importanti per un settore assolutamente strategico per il mezzogiorno.

Le risorse del ministero del turismo

Una delle ragioni per cui il ministero ha riservato una quota così bassa al mezzogiorno è legata alla misura Caput Mundi, già interamente territorializzata nell’area di Roma capitale, a cui sono destinati 500 milioni di euro.

21,9% delle risorse del Pnrr attribuite al ministero del turismo sono già territorializzate su Roma e non andranno dunque al mezzogiorno.

Inoltre per un’ulteriore misura, da 150 milioni di euro, non è prevista alcuna clausola relativa alla destinazione territoriale. Si tratta della partecipazione del ministero al Fondo nazionale turismo di Cassa depositi e prestiti. Rispetto a queste risorse tuttavia la situazione effettiva potrebbe risultare migliore rispetto a quanto sia possibile stabilire fin da oggi.

Dal dicastero del turismo infatti hanno giustificato l’assenza di una clausola di salvaguardia sostenendo che non fosse possibile inserirla per alcune ragioni tecniche, tra cui il fatto che il ministero non è l’unico partecipante al fondo.

Tuttavia, sempre secondo il ministero, la politica di investimento del Fondo assegna priorità alle aree con alto potenziale turistico ma ancora poco sviluppate, come varie zone del mezzogiorno.

Si può dunque sperare che una quota considerevole di questi 150 milioni andrà al sud, tuttavia si tratta di un dato tutto da verificare. Inoltre 150 milioni su un totale di 2,3 miliardi non sono molti.

Da un lato dunque è vero che le risorse rimanenti (1,6 miliardi di euro escludendo anche quelle destinate a Caput Mundi) prevedono il vincolo del 40% al mezzogiornoMa dall’altro, anche in questo caso, affinché la distribuzione territoriale avvenga come previsto è necessario che il ministero sviluppi specifici meccanismi. Altrimenti il rischio è che il vincolo rimanga solo sulla carta.

Non risulta che il ministero abbia operato un riequilibrio per raggiungere quota 40% al mezzogiorno.

Per rispettare l’obiettivo in termini complessivi quindi sarebbe stato opportuno che il ministero aumentasse la quota di risorse da destinare al sud attraverso questi investimenti. In questo modo si sarebbe potuta bilanciare quella parte di risorse già territorializzate nell’area di Roma.

 

Foto: ministero dello sviluppo economico – Twitter

 

Osservatorio Reddito e Pensione di Cittadinanza: i dati di maggio

Osservatorio Reddito e Pensione di Cittadinanza: i dati di maggio

È stato pubblicato l’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza con i dati aggiornati al 14 giugno 2022, relativi ai nuclei percettori di RdC e PdC negli anni 2019-2022.

I dati relativi ai primi cinque mesi del 2022 riferiscono di 1.555.035 nuclei percettori di almeno una mensilità di RdC/PdC, con 3.423.762 persone coinvolte e un importo medio erogato a livello nazionale di 553,68 euro.

Tra gennaio e maggio 2022 è stato revocato il beneficio a 28.972 nuclei e sono decaduti dal diritto 177.946 nuclei.

A maggio 2022 i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza sono 934.764, mentre i nuclei beneficiari di Pensione di Cittadinanza sono 115.820.

San Luigi Gonzaga

 

San Luigi Gonzaga


San Luigi Gonzaga

autore: Anonimo piemontese anno: XVIII sec. titolo: San Luigi
Nome: San Luigi Gonzaga
Titolo: Religioso
Nome di battesimo: Luigi Gonzaga
Nascita: 9 marzo 1568, Castiglione delle Stiviere, Mantova
Morte: 21 giugno 1591, Roma
Ricorrenza: 21 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Nacque da Maria Santena di Chieri e dal marchese Ferdinando, discendente dalla nobile e potente famiglia dei Gonzaga, nel 1568. Dalla madre, insieme col latte succhiò pure i primi germi di santità, facendo prevedere l’eccelso grado di perfezione a cui sarebbe sì rapidamente asceso.

Ancora piccolo, molte volte fu veduto dai servi e dalla stessa madre in un angolo remoto del palazzo assorto in preghiera.

Il marchese suo padre, intanto, ignaro di tutto il lavoro soprannaturale che la grazia divina operava nel suo caro Luigino, e sedotto dal desiderio di grandezza, intendeva fare del figlio una celebrità. Perciò non cessava di mandarlo or da questo, or da quell’altro grande, senza avvedersi che un tale modo di agire contribuiva mirabilmente a rendere uggiosa al giovane principe la vita pomposa, vuota e sciocca delle corti.

Luigi contava appena sedici anni quando chiese al padre di entrare nella Compagnia di Gesù. Questi, vedendo fallite e deluse tutte le sue speranze, si oppose, ma invano. Il nostro Santo insistè con tanto coraggio e fermezza, che vinse le opposizioni paterne. Ed eccolo finalmente, dopo la bufera, approdare al porto desiderato della Compagnia di Gesù. Fin dal suo primo ingresso nella religione, egli si prefisse un programma di vita: dietro l’illuminata guida dei suoi superiori, avrebbe fatto tutto quello che tornasse gradito al Signore e fuggito come peste e veleno tutto ciò che in qualche modo potesse offenderlo.

L'elemosina di santa Francesca Romana

titolo Vocazione di San Luigi Gonzaga
autore Guercino anno 1650

Nonostante la sua innocenza, non risparmiò duri colpi di flagello al suo corpo, perché noi tutti, non innocenti e dalla carne guasta, imparassimo quale è il mezzo per spegnere la triste fiamma della passione. A questo aggiunse una semplice ma affettuosa devozione a Maria SS, a cui consacrò il suo giglio profumato col voto di perpetua verginità. Ventiquattrenne fu trovato maturo per il cielo. In Roma serpeggiava la peste micidiale, che seminava ovunque le sue vittime. Il santo giovane chiese di essere mandato in soccorso dei poveri appestati, e fu accontentato, ma egli stesso contrasse il morbo. Dopo pochi giorni di malattia, circondato dai confratelli, se ne volava serenamente al cielo il 21 giugno del 1591.

Dal Papa è stato proposto a modello di tutta la gioventù.

PRATICA Per custodire la purezza occorre la preghiera, la mortificazione e la fuga delle occasioni pericolose.

PREGHIERA. O angelico S. Luigi, facci comprendere che la cosa più importante su questa terra e il farci santi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Luigi Gonzaga, religioso, che, nato da stirpe di principi e a tutti noto per la sua purezza, lasciato al fratello il principato avito, si unì a Roma alla Compagnia di Gesù, ma, logorato nel fisico dall’assistenza da lui data agli appestati, andò ancor giovane incontro alla morte.

ICONOGRAFIA

Nell’iconografia San Luigi è quasi sempre mostrato come un giovane che indossa una tonaca nera e una cotta (paramento liturgico). I suoi attributi sono un giglio, che si riferisce all’innocenza; un crocifisso, che si riferisce alla pietà e al sacrificio; un teschio, riferito alla sua morte prematura; e un rosario, che si riferisce alla sua devozione alla Beata Vergine Maria.

San Luigi

titolo San Luigi
autore Luigi Crespi anno 1745-50

San Luigi è raffigurato il più delle volte in adorazione al crocifisso come nell’opera di Luigi Crespi dove l’artista ha impresso la più diffusa immagine del santo.

 S. Luigi Gonzaga venera la Vergine col Bambino

titolo S. Luigi Gonzaga venera la Vergine col Bambino
autore Carlo Francesco Nuvolone anno 1665

Ma a volte San Luigi è ritratto anche in atto di venerazione della Vergine come nella bella tela di Carlo Francesco Nuvolone artista milanese del XVII sec. oppure sempre in adorazione del crocifisso ma in compagnia degli angeli come nell’opera del Guercino La vocazione di S. Luigi Gonzaga risalente al 1650 circa.

San Luigi Gonzaga in meditazione

titolo San Luigi Gonzaga in meditazione
autore Francisco de Goya anno circa 1798

Degna di nota anche l’opera di Francisco de Goya dove ritroviamo San Luigi Gonzaga in meditazione davanti al crocifisso col giglio e un teschio. Sempre dello stesso autore è la tela dove viene raffigurato nel momento di Consacrazione come patrono della gioventù. Quest’ultimo capolavoro mostra san Luigi Gonzaga consacrato come patrono dei giovani da papa Benedetto XIII, che insegnò ai giovani italiani a prendere il santo come loro esempio, come indicato dalle parole latine sul fumetto del papa “Inspice, FAC ET secundum EXEMPLAR” (Guarda e segui il suo esempio). Il papa indica il santo, che appare in gloria in abiti gesuiti tra gli angeli e recante un mazzo di gigli, alludendo alla sua purezza.

Consacrazione di san Luigi Gonzaga come patrono della gioventù

titolo Consacrazione di san Luigi Gonzaga come patrono della gioventù
autore Francisco de Goya anno 1763 ca.

LEGGE 28 marzo 2022, n. 25

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonche’ per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. (22G00035)

note: Entrata in vigore del provvedimento: 29/03/2022
  • Articoli
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Testo in vigore dal: 29-3-2022
 
  La  Camera  dei  deputati  ed  il  Senato  della  Repubblica  hanno
approvato; 
 
                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
 
                              Promulga 
 
la seguente legge: 
                               Art. 1 
 
    1. Il decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, recante misure urgenti
in materia di sostegno alle imprese e agli  operatori  economici,  di
lavoro, salute e  servizi  territoriali,  connesse  all'emergenza  da
COVID-19, nonche' per il contenimento degli effetti degli aumenti dei
prezzi  nel  settore  elettrico,  e'  convertito  in  legge  con   le
modificazioni riportate in allegato alla presente legge. 
  2. Il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 13, e'  abrogato.  Restano
validi gli atti e i provvedimenti adottati e  sono  fatti  salvi  gli
effetti prodottisi e  i  rapporti  giuridici  sorti  sulla  base  del
medesimo decreto-legge n. 13 del 2022. 
  3. Restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e sono  fatti
salvi gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla  base
delle disposizioni abrogate dal decreto-legge 25  febbraio  2022,  n.
13. 
  4. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a  quello
della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. 
  La presente legge, munita del sigillo dello Stato,  sara'  inserita
nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla
osservare come legge dello Stato. 
    Data a Roma, addi' 28 marzo 2022 
 
                             MATTARELLA 
 
                                  Draghi,  Presidente  del  Consiglio
                                  dei ministri 
 
Visto, il Guardasigilli: Cartabia  
          Avvertenza: 
              Il  decreto-legge 27 gennaio  2022,  n.   4, e'   stato
          pubblicato nella Gazzetta  Ufficiale  -  Serie  generale  -
          n. 21 del 27 gennaio 2022. 
              A norma dell'art. 15, comma 5, della  legge  23  agosto
          1988,  n.  400  (Disciplina  dell'attivita'  di  Governo  e
          ordinamento della Presidenza del Consiglio  dei  ministri),
          le modifiche apportate dalla presente legge di  conversione
          hanno efficacia dal giorno successivo a  quello  della  sua
          pubblicazione. 
              Il testo del decreto-legge coordinato con la  legge  di
          conversione e'  pubblicato  in  questo  stesso  Supplemento
          ordinario.