Archivi giornalieri: 6 giugno 2022

Prenderà 1.000 euro al posto di 1.200 euro il pensionato che sfrutterà 3 anni prima la pensione con 20 anni di contributi

Prenderà 1.000 euro al posto di 1.200 euro il pensionato che sfrutterà 3 anni prima la pensione con 20 anni di contributi

Il 31 dicembre 2022 è la data di scadenza della sperimentazione di Quota 102. La misura nata dopo l’altra sperimentazione, cioè quella triennale della Quota 100, volge al termine. Probabilmente però, l’età pensionabile prevista per la Quota 102, cioè i 64 anni resteranno in vigore e diventerà l’età minima per accedere ad una serie di nuove pensioni flessibili. In effetti i 64 anni potrebbero diventare l’età per lasciare il lavoro con la nuova pensione flessibile su cui sta lavorando il Governo. Dal primo gennaio 2023 l’idea è quella di aprire le porte della pensione con combinazione 64+20. Ma sarà una misura non priva di controindicazioni, soprattutto per alcuni lavoratori e per l’assegno

Prenderà 1.000 euro al posto di 1.200 euro il pensionato che sfrutterà 3 anni prima la pensione con 20 anni di contributi

La pensione a 64 anni con 20 di contributi sembra che stia per mettere d’accordo Governo e sindacati. Ma mentre i sindacati spingono per una misura priva di penalizzazioni di assegno, il Governo pensa ad una misura esclusivamente contributiva. Secondo la linea del Governo, fare i conti con dei tagli è necessario. Significa che chiunque esca dal lavoro con questa misura dovrà accettare il ricalcolo completamente contributivo dell’assegno. Tradotto in soldoni, un taglio di assegno tanto più elevato quanti più anni di lavoro sono stati effettuati in epoca retributiva.

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La penalizzazione per i misti e come si calcola

Uscire a 64 anni significa anticipare di 3 anni la pensione rispetto alla quiescenza ordinaria. La pensione di vecchiaia prevede la combinazione 67+20, mentre l’ipotetica nuova prestazione flessibile si ferma a 64+20. In base a questi vent’anni di contributi, la penalizzazione non sarà uguale per tutti. Il taglio maggiore verrà applicato a quei lavoratori che più si avvicinano ai 18 anni di versamenti prima del primo gennaio 1996.

Infatti, sono questi i lavoratori che per poco non hanno maturato il diritto al calcolo retributivo fino al 2012. Lavoratori che hanno invece diritto al calcolo più vantaggioso solo fino al 31 dicembre 1995. In buona sostanza questi lavoratori che a 67 anni avrebbero dovuto percepire un assegno di circa 1.200 euro al mese, per via dell’anticipo ne otterranno uno di circa 1.000 euro. Infatti per loro si materializza il picco massimo di penalizzazione calcolato sulla nuova misura. E sarà un taglio di poco superiore al 18%. Prenderà 1.000 euro al posto di 1.200 euro chi anticipa la pensione, ma secondo il Governo, sarebbe uno scotto da pagare.

Approfondimento

Senza Quota 100 e senza Quota 102 possono andare in pensione con Quota 97,6 questi comuni lavoratori con 35 anni di contributi

Ricordiamo di leggere attentamente le avvertenze riguardo al presente articolo e alle responsabilità dell’autore, consultabili QUI»)
 

Estate INPSieme Senior

Estate INPSieme Senior

Cos’è+

Estate INPSieme Senior è un bando di concorso annuale che offre a circa 4mila pensionati, loro coniugi e figli disabili conviventi, che compaiono nell’attestazione ISEE in cui è presente il titolare del diritto, la possibilità di fruire di soggiorni estivi in località marine, montane, termali o culturali italiane nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre.

A chi è rivolto+

Possono partecipare al concorso i pensionati:

  • a carico della Gestione Dipendenti Pubblici o che abbiano aderito alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali ai sensi del decreto ministeriale 7 marzo 2007, n. 45;
  • a carico della Gestione Fondo ex IPOST.

Come funziona+

DECORRENZA E DURATA

La decorrenza, la durata e le destinazioni dei soggiorni sono indicate nel bando di concorso, consultabile nella sezione Bandi e Avvisi Credito e Welfare.

QUANTO SPETTA

L’INPS riconosce un contributo a totale o parziale copertura del costo di un pacchetto di soggiorno in Italia, organizzato e fornito da soggetti terzi che operano nel settore turistico (tour operator e agenzie di viaggio) scelti dal richiedente la prestazione.

Il pacchetto dovrà comprendere le spese di alloggio presso strutture turistiche ricettive, di vitto, di viaggio, eventuali spese connesse a gite, escursioni, attività sportive, e attività ludico-ricreative, nonché le previste coperture assicurative.

Il contributo erogabile è determinato dall’ ISEE del nucleo familiare del titolare del diritto, in percentuale al valore massimo stabilito dal bando di concorso.

Domanda+

REQUISITI

I requisiti per la richiesta di soggiorno sono specificati sul bando di concorso.

L’ammissione alla vacanza dipende da graduatorie elaborate per ordine crescente di indicatore ISEE , accordando priorità di accesso ai disabili gravi previsti dal bando.

QUANDO FARE DOMANDA

I termini di presentazione della domanda sono stabiliti dal bando di concorso.

Per procedere alla compilazione della domanda, occorre essere iscritti in banca dati come “richiedente” della prestazione. Il richiedente che non risultasse iscritto nella banca dati, deve innanzitutto presentare il modulo di richiesta d’iscrizione in banca dati, secondo le modalità indicate nel bando. Inoltre, è richiesto al soggetto richiedente il possesso di credenziali per l’accesso a tutti i servizi in linea, messi a disposizione dall’Istituto.

Una volta iscritti nell’area riservata del servizio dedicato, compare la procedura “Estate INPSinsieme Senior – Domanda” che permette la compilazione e la presentazione della domanda di partecipazione al concorso. Nella sezione “Segui iter domanda” dell’area riservata sarà anche possibile consultare l’esito del concorso e tutte le informazioni relative al soggiorno.

COME FARE DOMANDA

La domanda di partecipazione al soggiorno deve essere presentata online all’INPS attraverso il servizio dedicato.

Si può accedere ai servizi offerti da INPS utilizzando uno dei seguenti sistemi di autenticazione alternativi attualmente accettati:

  • Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID);
  • Carta d’Identità Elettronica (CIE);
  • Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Tempi di lavorazione del provvedimento+

Il termine per la definizione del provvedimento è stato fissato in 30 giorni dal Regolamento per la definizione dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi adottato dall’INPS ai sensi dell’art. 2 della legge n. 241/1990.

Nella tabella allegata al Regolamento sono riportati sia i termini di definizione dei provvedimenti stabiliti dall’Istituto superiori a quello di norma di 30 giorni, che l’indicazione del relativo responsabile.

INPS presente all’edizione 2022 del Forum PA

INPS presente all’edizione 2022 del Forum PA

L’INPS sarà presente all’edizione 2022 del Forum PA, sul tema “Insieme per una sfida condivisa”, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, INAIL, ANPAL e INAPP. L’evento, in programma dal 14 al 17 giugno 2022 presso l’Auditorium della tecnica di Roma e online sul sito di FPA, ha l’obiettivo di connettere i diversi stakeholder nazionali e locali, di abilitare il dialogo tra chi si occupa della programmazione, del coordinamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dei fondi europei e gli operatori pubblici a livello centrale e territoriale.

La presenza alla manifestazione prevede una pagina partner e uno stand espositivo in condivisione, con grafica personalizzata e materiale informativo sulle prestazioni istituzionali. Nell’ambito dello stand l’INPS avrà a disposizione una postazione informativa per il pubblico.

Il programma prevede appuntamenti con pubblico in presenza e trasmessi in digitale, tavoli di lavoro tematici e appuntamenti in full digital – talk e rubriche – pensati con un format efficace e dinamico per raggiungere il più ampio pubblico su tutto il territorio nazionale.

L’INPS parteciperà alla rubrica digitale “Lavoro e welfare” con due appuntamenti di un’ora ciascuno, che andranno in onda online sul sito di FPA durante la manifestazione:

Il Direttore Generale dell’INPS Vincenzo Caridi sarà ospite il 16 giugnoalle 12, sul tema “Le tecnologie di frontiera e il loro ruolo in relazione agli obiettivi del PNRR”.

Il Presidente INPS Pasquale Tridico, invece, sarà ospite in presenza nell’Arena di Forum PA, il 17 giugno alle 15, nello scenario “Close the gap: dal PNRR nuove opportunità per giovani, donne e territori”.

Il salario minimo sale a 12 euro l’ora, la promessa mantenuta di Olaf Scholz

Il salario minimo sale a 12 euro l’ora, la promessa mantenuta di Olaf Scholz

Promesso in campagna elettorale da Olaf Scholz, fissato nero su bianco nel patto di coalizione tra Spd, Verdi e liberali, e infine approvato venerdì al Bundestag tra gli applausi pure dell’opposizione.

Il salario minimo a 12 euro all’ora è «una conquista sociale storica» che migliorerà le condizioni economiche di almeno 6 milioni di lavoratori, come dicono i sindacati. Ma corrisponde anche alla parola mantenuta della politica, che in Germania nonostante la guerra rimane concentrata sui due cardini su cui si regge la socialdemocrazia: «Lavoro» e «coesione sociale» ripetuti come un mantra da tutti i partiti, al di là del gioco politico tra maggioranza e opposizione e delle divisioni nella sinistra.

Sul punto, per la precisione, la differenza programmatica fra Spd e Linke passava esattamente per un euro. Con i socialdemocratici decisi a elevare il Mindestlohn a 12 euro l’ora mentre la Linke ne proponeva 13. Numeri studiati, negoziati e infine limati dai leader politici senza i suggerimenti di Confindustria o le suggestioni dei think-tank liberisti zittiti in automatico dalla presenza del segretario di Fdp nel governo Scholz.

E il nuovo salario minimo è solo la base di partenza, come precisa il ministro del lavoro Hubertus Heil preannunciando il via alla «legge tariffaria» anch’essa prevista nel patto di coalizione firmato lo scorso dicembre.

L’obiettivo è «fare in modo che sempre più salari siano concordati a livello collettivo. In futuro il governo assegnerà i contratti pubblici solo alle aziende che pagano i lavoratori con le cifre previste negli accordi collettivi» riassume il ministro Spd, pronto a ricordare agli imprenditori che a scanso di equivoci «dodici euro rappresenta il limite inferiore del Mindestlohn, non superiore».

Misura vigente in Germania fin dal 2015, fino a ieri corrispondente a 9,82 euro all’ora dopo il ritocco verso l’alto scattato lo scorso 1 gennaio. Ma nel Paese da anni esistono salari minimi nazionali nei principali settori dell’occupazione.

Nel campo dell’Istruzione e Formazione la paga varia fra 17,18 e 17,70 euro all’ora a seconda della qualifica, mentre chi lavora nei cantieri edili non può ricevere meno di 12,85 euro oppure 15,70 se operaio specializzato.

Ai riparatori di tetti, per esempio, si devono per legge fra 13,30 e 14,80 euro orari; per gli elettricisti la forbice varia tra 12,90 e 13,95; e il settore della pesca si è regolato a quota 12,30, esattamente come quello delle pulizie, anche se chi si arrampica sulle facciate degli edifici ne deve ricevere dal datore di lavoro almeno 15,20.

Gli apprendisti-pittori in qualunque impresa devono essere pagati almeno 11,40 euro (13,80 dopo il tirocinio), gli infermieri dai 15 ai 18,25 euro orari appena conquistati che entreranno in vigore nel 2023. Fino agli imprescindibili schornsteinfeger, gli spazzacamini cui lo Stato ha affidato il controllo-caldaie, che guadagnano 13,80 euro l’ora.

Elenco categorico e dettagliato in puro stile Deutsch, ma anche lista che ogni ministro del Lavoro europeo dovrebbe tenere ben in vista sulla scrivania.

In Germania i numeri restano l’essenza della politica, non solo in Parlamento, non solo durante le elezioni. Oggi la cifra del Paese oscilla tra l’inflazione galoppante verso l’8% e l’indice dell’occupazione che ha appena segnato il record dalla Riunificazione: secondo l’Istituto di ricerca sul Lavoro di Norimberga in Germania l’offerta di posti di lavoro è di ben 1,74 milioni.

Naturalmente, come sempre, otto su dieci si trovano nei Land dell’Ovest, mentre l’Est deve fare i conti con la chiusura delle miniere e lo smantellamento di infrastrutture spacciate per future, come il Nordstream-2.

 

Le risorse del Pnrr nei territori, tra aggiornamenti e carenze di dati #OpenPNRR

Le risorse del Pnrr nei territori, tra aggiornamenti e carenze di dati #OpenPNRR

Periodicamente il governo condivide i dati sulla territorializzazione dei fondi del Pnrr. Un aggiornamento che però si riduce al livello regionale e che restituisce un quadro limitato dell’impatto locale del piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Lo scorso 23 febbraio 2022, il ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco ha aggiornato il parlamento sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra i dati presentati in audizione, sono di particolare rilevanza quelli sulla territorializzazione delle risorse. Si tratta di informazioni relative a quanti fondi sono destinati a determinati territori e quali organizzazioni ne sono responsabili.

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I dati condivisi a livello istituzionale ancora non bastano

Prima di entrare nel merito dell’analisi, è importante evidenziare subito che i dati sulle risorse territorializzate restituiscono un quadro assolutamente parziale dell’impatto del Pnrr sui territori.

Mancano aggiornamenti completi e sistematici da parte delle istituzioni.

Da una parte perché si limitano al livello regionale, senza l’approfondimento provinciale e comunale, che è invece essenziale per restituire i divari esistenti anche all’interno di una stessa regione. Dall’altra, in modo correlato, mancano tutte le informazioni relative ai progetti che vengono concretamente finanziati dal Pnrr nei territori. Una criticità che perdura nonostante l’ultimo rilascio di dati da parte del governo, arrivato a seguito di una nostra richiesta di accesso agli atti. Come abbiamo evidenziato in un recente articolo, su Italia Domani è infatti al momento disponibile solo un dataset aggiornato al 31 dicembre 2021, che riporta informazioni parziali e relative solo a 3 dei 5.246 progetti finanziati dal Pnrr nello scorso anno.

Nel tentativo di trovare una prospettiva più approfondita sull’impatto locale del piano, nel seguente articolo prenderemo in considerazione anche una relazione dell’associazione nazionale comuni italiani (Anci). Nel documento vengono illustrati tutti gli investimenti che hanno come soggetti attuatori i comuni e/o le città metropolitane, e il loro stato di avanzamento. Un’iniziativa di monitoraggio positiva che però evidenzia, ancora una volta, come a livello istituzionale non ci sia una sistematizzazione di questa pratica, o almeno non in modo pubblico, accessibile ed esteso a tutto il piano, come invece dovrebbe essere.

I territori e le organizzazioni titolari

Nonostante i limiti che abbiamo appena evidenziato, i dati condivisi dal ministro Franco ci danno comunque un’idea di come, e in che quantità, le risorse economiche del Pnrr si stiano distribuendo lungo la penisola.

56,6 miliardi di euro territorializzati dal Pnrr, al 23 febbraio 2022.

Di questi fondi, il 45% è destinato al sud, il 33% al nord, il 17% al centro. Mentre il 5% risulta distribuito nella stessa misura tra tutte le regioni.

Le risorse territorializzate devono ancora essere erogate.

Con 5,9 miliardi di euro, la Sicilia è prima tra le regioni italiane, seguita da Lombardia (€5,5 mld) e Campania (€5,2 mld). Mentre gli importi minori si registrano nelle regioni settentrionali del Friuli Venezia Giulia (€0,8 mld) e Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, entrambe con 0,3 miliardi di euro.

Oltre ai dati sulla distribuzione a livello regionale, sempre nella stessa relazione del ministro Franco, si trovano informazioni su quali sono gli enti titolari delle misure a cui sono associate quei fondi. Cioè le organizzazioni che ne hanno la responsabilità, ma che non corrispondono necessariamente ai soggetti attuatori, che sono invece quelli chiamati a concretizzare gli interventi.

Al 23 febbraio 2022, è il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) ad aver ripartito l’ammontare maggiore sul territorio, pari a 15,7 miliardi di euro. Segue il ministero dell’interno, che ha territorializzato €12,1 miliardi.

Da notare invece che il ministro per il sud e la coesione territoriale e quello per la pubblica amministrazione registrano le cifre più basse, rispettivamente 0,4 miliardi di euro il primo e 0,3 il secondo.

Il Pnrr per i comuni e le città metropolitane

Cercando di approfondire ulteriormente i dati a livello locale, è interessante la relazione di Anci del 7 marzo 2022, su quali investimenti del Pnrr vedono comuni e/o città metropolitane come soggetti attuatori. Cioè gli enti responsabili dell’attuazione dei progetti, perlopiù attraverso la pubblicazione di bandi tramite cui affidare appalti pubblici.

37 gli investimenti del Pnrr che hanno come soggetto attuatore comuni e/o città metropolitane.

Anci inoltre classifica lo stato di attuazione di queste misure, con i seguenti criteri e risultati:

  • 28 investimenti attivi, per i quali risulta già pubblicato il decreto attuativo e/o il bando;
  • 4 in corso di attivazione, per cui è disponibile una bozza di decreto o è stato approvato un decreto in attesa di registrazione;
  • 5 da avviare, nel senso che non sono state attivate procedure attuative note.
I temi più ricorrenti sono scuola e tutela del territorio.

Le misure a cui sono associate più risorse sono “2.2 Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni” e “1.1 Piano asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia“. Entrambi sono considerati attivi da Anci e presentano un importo rispettivamente di 6 miliardi di euro il primo e 4,6 il secondo. I fondi più limitati sono invece quelle associati a “Investimento 2.2 a) Piani urbani integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura” – attivo con 200 milioni di euro – e “3.2 Green communities” – da avviare con 135 milioni di euro.

Per quanto questa relazione dell’Anci riporti informazioni utili e interessanti, non è che un’iniziativa isolata di monitoraggio della realizzazione del Pnrr. A oggi manca infatti, a livello istituzionale, un aggiornamento sistematico dell’avanzamento del piano passo dopo passo. Un elemento critico in termini di trasparenza, perché limita la possibilità dei cittadini non addetti ai lavori di seguire e di verificare il conseguimento di scadenze, obiettivi, misure. Mancanze che vengono colmate, almeno in parte, solo da iniziative di monitoraggio civico guidate da soggetti della società civile.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Pagina Facebook – Ministero dell’Economia e delle Finanze