Archivi giornalieri: 24 giugno 2022

Minimum wages in 2022: Annual review – EUROFOUND

Minimum wages in 2022: Annual review – EUROFOUND

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Segnalazione da Direzione Contrattazione 1

Dopo un cauto ciclo di fissazione del salario minimo per il 2021, i tassi nominali sono aumentati in modo significativo per il 2022, poiché le conseguenze negative della pandemia si sono attenuate e le economie e i mercati del lavoro sono migliorati. In questo contesto, in 20 dei 21 Stati membri dell’Unione Europea i salari minimi legali sono cresciuti. Un rialzo sostanziale è stato evidente negli Stati membri dell’Europa centrale e orientale, mentre l’aumento maggiore si è verificato in Germania. Se si tiene conto dell’inflazione, tuttavia, il salario minimo è aumentato in termini reali solo in sei Stati membri. Infatti, sebbene i salari minimi siano aumentati notevolmente tra il 1° gennaio 2021 e il 1° gennaio 2022 in termini nominali, non vi è stato un forte aumento del tenore di vita degli europei per via dell’aumento dell’inflazione. I paesi con meccanismi di indicizzazione automatica come Belgio, Francia e Lussemburgo sono stati più rapidi nell’aumento dei salari in linea con l’inflazione. La proposta di direttiva dell’Unione Europea sui salari minimi adeguati sta già spingendo alcuni Stati membri a prepararsi al cambiamento. La Germania, ad esempio, ha deciso di aumentare il salario minimo a 12 euro l’ora (ovvero circa il 60% del salario medio). I risultati del rapporto indicano che in Danimarca, Lettonia e Norvegia si stanno svolgendo importanti dibattiti tra gli attori nazionali su come promuovere la contrattazione collettiva e aumentarne la copertura. La definizione di piani d’azione per promuovere la contrattazione collettiva è un elemento importante della nuova direttiva dell’Unione Europea su salari minimi adeguati e sarà un requisito fondamentale per gli Stati membri. I salari minimi possono svolgere un ruolo fondamentale nel ridurre la disuguaglianza salariale. Ad esempio, i risultati relativi alla Spagna dimostrano che l’impatto dell’aumento del 22% del salario minimo nel 2019 ha portato alla maggiore riduzione della disuguaglianza salariale nei confronti degli Stati membri dell’Unione Europea.

Dallo Ius soli allo Ius schola

 parlamento, anche se ormai manca meno di un anno alla conclusione della legislatura. Per questo il rischio è che argomenti così importanti siano trattati più in chiave elettorale che non con il reale obiettivo di approvare delle leggi.

Dallo Ius soli allo Ius scholae

Quello sull’accesso alla cittadinanza è un tema ancora divisivo a livello politico. Allo stesso tempo però un recente sondaggio condotto da Quorum in collaborazione con Action Aid, mostra come la maggioranza degli intervistati si dimostri favorevole a una legge che faciliti l’accesso alla cittadinanza rispetto alle regole attuali.

55,1% la quota d’intervistati che si sono dichiarati favorevoli a rendere più facile ottenere la cittadinanza italiana.

Tuttavia, anche se il tema è in discussione da anni, il parlamento sembra non riuscire a formulare una posizione. Anche nella scorsa legislatura infatti una proposta di legge per l’introduzione di una forma di Ius soli era stata approvata alla camera, senza però arrivare mai a diventare legge.

Dopo la sua nomina a segretario del Partito democratico (Pd), lo stesso Letta aveva annunciato che questa sarebbe stata una battaglia chiave nella sua strategia politica.

Io penso che sarebbe una cosa molto importante se questo tempo del governo Draghi […] fosse il periodo in cui finalmente nasce la normativa di civiltà del nostro paese sullo Ius soli, che io qui voglio rilanciare e riproporre.

Il momento tuttavia non si configurava come particolarmente favorevole. Infatti fino a pochi mesi prima il Partito democratico si trovava in maggioranza assieme al Movimento 5 stelle e ad altri partiti di centro sinistra. La recente nascita del governo Draghi però ha creato un contesto politico-parlamentare decisamente più complesso.

Affrontare questo tema in parlamento mentre al contempo si governa in una coalizione estremamente ampia e con posizioni molto diverse era in effetti un proposito piuttosto azzardato.

Da quel momento infatti, la discussione in parlamento non ha fatto molti passi avanti. Almeno fino allo scorso 9 marzo quando il testo unificato (che accorpava diverse proposte di legge) è stato adottato come testo base per la discussione.

Il nuovo testo aveva una portata decisamente meno ambiziosa rispetto alle versioni precedenti. In questo caso infatti è stata esclusa qualsiasi forma, pur temperata, di Ius soli, limitandosi ad introdurre il principio dello Ius scholae.

Si tratta in sostanza di riconoscere la cittadinanza italiana ai ragazzi nati da genitori stranieri che abbiano frequentato per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici. Il punto cardine della norma dunque è che sia la scuola il luogo dell’integrazione. Ovvero il contesto in cui viene a formarsi l’identità delle nuove generalzioni di italiani.

La presente proposta punta a introdurre in maniera puntuale una nuova fattispecie orientata al principio dello ius scholae, con una scelta di fiducia non solo negli stranieri che vogliono integrare i loro figli, ma nel lavoro della comunità didattica, nella dedizione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti che in classe costruiscono la nostra Repubblica e insegnano i valori della nostra Costituzione.

Questa proposta è stata discussa con una certa continuità nei mesi di aprile e maggio. Tuttavia, nonostante si tratti di un testo depurato in partenza dalle parti meno digeribili dalle formazioni del centro destra, non sono mancate forti opposizioni al provvedimento, soprattutto da parte degli esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia. Il testo passerà alla discussione in aula proprio in questi giorni. Ma anche se il disegno di legge dovesse passare all’esame della camera in tempi molto rapidi poi al senato si dovrebbe tenere lo stesso iter, ma con numeri più sfavorevoli per i gruppi a favore del provvedimento. Ad oggi dunque appare abbastanza improbabile che una norma di questo tipo possa vedere la luce nel corso di questa legislatura.

Dov’è finito il Ddl Zan

Giugno è il mese del pride e in varie città italiane si sono tenute le consuete parate con cui viene celebrata l’accettazione sociale e l’auto-accettazione delle persone appartenenti alla comunità Lgbtqi+.

Proprio su questo tema, nel corso dell’attuale legislatura, alcuni gruppi parlamentari si erano impegnati ad approvare una legge che tutelasse dalla violenza e dalla discriminazione per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.

Il provvedimento, comunemente noto come  Ddl Zan, è in effetti passato all’esame della camera, senza però arrivare mai all’approvazione definita.

154 i voti favorevoli con cui il senato ha deciso di non passare all’esame degli articoli del Ddl Zan.

È interessante notare tuttavia come sul Ddl Zan il parlamento non abbia mai esplicitamente espresso parere contrario. In effetti la votazione a scrutinio segreto con cui è stato affossato il provvedimento al senato non riguardava il merito del testo, ma piuttosto l’opportunità di discutere degli articoli.

Tale opzione, prevista dall’articolo 96 del regolamento del senato, implica che in caso di voto favorevole il provvedimento venga accantonato ma anche che non possa essere riproposto per i successivi 6 mesi (articolo 76).

Trascorso questo tempo dunque il Partito democratico ha deciso di insistere riproponendo il provvedimento e iniziando stavolta l’iter legislativo proprio dal senato, ovvero l’aula che lo aveva inizialmente bloccato.

Il testo di questa proposta di legge ad oggi non è ancora disponibile. Tuttavia stando a quanto riportato da fonti stampa dovrebbe essere identico a quello approvato a suo tempo dalla camera.

L’idea dunque è quella di riprendere la mediazione in senato da dove era stata interrotta. In caso di successo la speranza è quella di una rapida approvazione da parte dell’ala parlamentare che già una volta ha dato il via libera al provvedimento.

Nonostante questo però tocca constatare anche in questo caso come l’iter del provvedimento sia solo alle sue prime fasi. È piuttosto difficile quindi immaginare che si possa arrivare ad approvare la legge prima della fine della legislatura.

Il parlamento, la corte costituzionale e il fine vita

Un altro tema fondamentale di cui si è molto discusso in questa legislatura, senza trovare una soluzione, è quello del fine vita.

Ad investire il parlamento del compito di legiferare su questa materia è stata in questo caso la stessa corte costituzionale. Infatti nella prima ordinanza emessa sul caso Cappato, la corte ha deciso di rimandare di un anno il proprio giudizio. In questo modo si intendeva dare al parlamento il tempo di affrontare un tema così importante e delicato.

Trascorso questo termine però le camere non erano giunte ad alcuna conclusione. Né avevano fatto i passaggi necessari a lasciar immaginare che una decisione potesse emergere in tempi ragionevoli.

In prossimità della nuova udienza, la parte costituita ha depositato una ulteriore memoria, rilevando come l’invito rivolto al Parlamento da questa Corte non sia stato accolto. Nessun seguito hanno, infatti, avuto le proposte di legge presentate, che prospettavano, peraltro, soluzioni sensibilmente diverse tra loro.

Per questo la consulta, a settembre 2019, ha emesso una nuova sentenza dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 del codice penale, nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, a determinate condizioni, agevola l’esecuzione del proposito di suicidio di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia dolorosa e irreversibile.

Ma oltre alla non punibilità, la sentenza estende a casi come quello trattato, la procedura prevista dalla legge 219/2017, introducendo quindi nell’ordinamento il suicidio medicalmente assistito, se pur con una serie di limitazioni.

Visto che le decisioni della corte sono immediatamente esecutive (articolo 136 della costituzione) si potrebbe pensare che non sia più necessario l’intervento del parlamento. Tuttavia è la stessa consulta a continuare a esortare il parlamento a esprimersi sulla materia. E questo per diverse ragioni. Intanto perché il tema è di un’importanza tale da richiedere che sia l’organo che esprime la volontà popolare a prendere una decisione.

Inoltre, come è risultato evidente negli scorsi giorni, l’effettiva esecutività della sentenza sta incontrando nella pratica molte limitazioni. Il 16 giugno infatti Federico Carboni è stato la prima persona in Italia ad accede al suicidio medicalmente assistito. Nonostante la sentenza della corte però sono stati necessari due anni per arrivare a questa conclusione e in aggiunta i costi necessari sono stati fatti ricadere proprio sul paziente.

Di fronte all’inerzia del parlamento nell’affrontare questa materia, lo scorso anno l’associazione Luca Cosioni aveva anche raccolto le firme per un referendum sull’eutanasia legale o, più precisamente, sull’abrogazione dell’articolo 579 del codice penale relativo all’omicidio del consensiente. In caso di vittoria del referendum la nuova normativa avrebbe avuto una portata molto più ampia, rispetto a quella emersa dalla decisione della corte. Forse anche per questo in quella fase l’attività parlamentare sulla proposta di legge in esame alla camera ha  ripreso vigore, approdando in aula a dicembre 2021.

Si tenga presente che, di fronte all’ipotesi posta dal referendum, persino autorevoli ambienti cattolici avevano aperto alla possibilità di discutere del provvedimento in esame alla camera, basandosi sul principio delle “leggi imperfette”.

In questo caso tuttavia, la corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito referendario sull’eutanasia legale. Al di là delle critiche che questa decisione ha suscitato, una delle conseguenze è stata quella di riconferire al parlamento la responsabilità di assumere una decisione. Fortunatamente l’inammissibilità del quesito non ha implicato un’interruzione dei lavori parlamentari. A marzo 2022 infatti il testo è stato approvato alla camera ed è passato all’esame del senato. Tuttavia, a distanza di 3 mesi, le commissioni competenti non hanno ancora iniziato l’esame del provvedimento.

Le proposte di legge sui diritti tra Pnrr, ciclo di bilancio e fine della legislatura

Rispetto alle proposte di legge sullo Ius scholae e sulla discriminazione delle persone Lgbtqi+, quella sul fine vita si trova dunque molto più vicina all’approvazione definitiva. Nonostante questo però non esiste alcuna garanzia che il parlamento arrivi effettivamente ad approvare la legge.

La fine della legislatura è vicina e il parlamento sarà molto impegnato nei prossimi mesi.

L’estate infatti è un momento in cui il processo legislativo rallenta. In autunno poi saranno molti i temi di cui il parlamento dovrà necessariamente occuparsi. Tra questi certamente rientrano le riforme relative al Pnrr che richiedono un intervento parlamentare. Inoltre entro il 30 ottobre il governo deve presentare al parlamento il disegno di legge di bilancio. Nei mesi successivi quindi le camere saranno probabilmente impegnate a discutere proprio di questo provvedimento.

I tempi a disposizione del parlamento per discutere di queste proposte di legge prima dello scadere della legislatura, a marzo 2023, sono dunque estremamente stretti. Anche per questo le aspettative sono piuttosto basse. D’altronde stiamo parlando delle stesse aule che non sono riuscite ad affrontare questi temi nel corso dei 4 anni precedenti.

Certo è vero che nel caso che un provvedimento passi all’esame di uno dei rami del parlamento i regolamenti delle due camere prevedeno meccanismi velocizzati per la discussione dello stesso testo nella legislatura successiva. Il meccanismo tuttavia deve essere attivato entro 6 mesi e non c’è alcuna garanzia che questo avvenga.

Sorge il dubbio che si tratti più di un posizionamento elettorale che non di un reale tentativo di approvare le leggi.

Viene da chiedersi dunque quanto queste iniziative parlamentari abbiano effettivamente l’obiettivo di approvare i provvedimenti e quanto invece non rappresentino solo degli strumenti per marcare politicamente la propria posizione in vista della campagna elettorale.

 

Il sostegno della Commissione europea alla produzione di questa pubblicazione non costituisce un’approvazione del contenuto, che riflette esclusivamente il punto di vista degli autori, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per l’uso che può essere fatto delle informazioni ivi contenute.

 

I fondi del Pnrr per il potenziamento dei trasporti pubblici Ambiente

I fondi del Pnrr per il potenziamento dei trasporti pubblici Ambiente

L’auto è ancora il mezzo predominante e in molti comuni la densità veicolare e il suo potenziale inquinante risultano particolarmente elevati. Incoraggiare l’uso dei mezzi pubblici è un modo per ridurre l’impatto dei trasporti, e a questo fine il Pnrr ha stanziato 3,6 miliardi di euro.

 

Come abbiamo raccontato in una serie di approfondimenti recenti, il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha stanziato numerose risorse per interventi riguardanti la mobilità. Tra questi, 1,9 miliardi di euro sono stati destinati all’acquisto di autobus elettrici o a idrogeno nei grandi comuni e 600 milioni al rafforzamento della mobilità ciclistica.

Un’altra componente dei circa 11,5 miliardi di euro destinati a interventi per la mobilità dolce, pari a 3,6 miliardi, è stata stanziata per lo sviluppo del trasporto pubblico di massa  – metropolitane, filobus, tranvie, per ridurre la congestione nei centri urbani più grandi e favorire quindi la transizione verso una modalità di spostamento più ecologica. Ad oggi in Italia è infatti ancora molto elevato l’uso di autovetture private, fortemente inquinanti.

Le automobili in Italia, ancora troppe e eccessivamente inquinanti

Dopo il Lussemburgo, l’Italia è il secondo paese Ue con il maggior numero di auto circolanti in rapporto ai residenti. Parliamo di 663 auto ogni 1.000 abitanti, circa 3 volte quelle presenti in Romania (224), ultima da questo punto di vista.

Negli anni inoltre questa cifra non si è ridotta, anche a fronte della crescente consapevolezza dell’impatto ecologico del traffico veicolare. I trasporti sono infatti uno dei settori maggiormente responsabili delle emissioni nell’ambiente di gas serra, come riporta la European environmental agency (Eea). Le grandi città, maggiormente esposte al traffico, tendono anche a registrare temperature più elevate e un maggiore consumo di suolo. Una serie di fattori che le rendono meno vivibili oltre che ecologicamente più fragili.

Dal 2000 al 2019 il numero di auto nel nostro paese è aumentato di 91 unità ogni 1.000 abitanti, passando da 572 a 663. Se poi analizziamo il fenomeno a livello regionale, l’Italia è anche il paese Ue che presenta il divario geografico più ampio, oltre a riportare il dato regionale più alto dell’Unione.

 

1.711 autovetture ogni 1.000 abitanti in Valle d’Aosta (2019).

La Valle d’Aosta è seguita dalla Provincia Autonoma di Trento (con 1.241 auto ogni 1.000 abitanti) e dalla Provincia Automa di Bolzano, con 932. Mentre all’ultimo posto si trova la Liguria, con 555, ovvero circa un terzo del dato valdostano.

Analizzando i dati relativi a tutti i tipi di veicoli per uso privato e per il trasporto di merci, inclusi quindi anche i motocicli, vediamo che in alcuni centri abitati d’Italia la densità veicolare (ovvero il numero di veicoli in rapporto alla superficie) risulta particolarmente elevata.

Napoli in particolare è il primo comune italiano per numero di veicoli registrati ogni kmq di superficie urbanizzata (7.354). Tra i comuni delle città metropolitane, un dato molto elevato lo riportano anche Milano e Palermo con rispettivamente 6.506 e 6.501 vetture ogni 1.000 abitanti. Mentre la cifra più bassa è quella registrata da Venezia (1.906).

Non è importante soltanto il numero di auto, ma anche il loro potenziale inquinante.

Ma è importante anche quantificare l’impatto ambientale del traffico veicolare. In un approfondimento precedente abbiamo ad esempio parlato della crescita che ha registrato, negli ultimi anni, il mercato delle auto elettriche e ibrideIn Italia, in tutti i comuni capoluogo c’è stato un miglioramento nel rapporto tra autovetture ad alto e a basso potenziale inquinante. Le cifre rimangono però elevate ed è soltanto uno, Bologna, il comune italiano in cui le seconde eccedono le prime.

GRAFICO
DA SAPERE

I dati sono riferiti all’indice del potenziale inquinante dei comuni delle città metropolitane. Per calcolarlo, Istat considera come ad alto potenziale inquinante tutte le autovetture da Euro 0 a Euro 3, a medio potenziale inquinante le autovetture alimentate a benzina o gasolio da Euro 4 a Euro 6, a basso potenziale inquinante le autovetture elettriche e tutte le altre a basse emissioni da Euro 4 a Euro 6. L’indicatore è pari a 100 se il numero delle autovetture ad alto potenziale è pari a quello delle autovetture a basso potenziale. Valori superiori a 100 indicano una prevalenza di autovetture ad alto potenziale inquinante, valori inferiori a 100 una prevalenza di autovetture a basso potenziale inquinante.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 22 Giugno 2022)

 

In particolare a Catania e Napoli l’indice è superiore a 188, indicando un forte sbilanciamento verso le auto ad alto potenziale inquinante – Istat indica con i valori superiori a 100 una maggiore presenza di auto inquinanti e al contrario, con valori inferiori a 100, uno sbilanciamento verso quelle meno inquinanti. In generale il dato risulta più elevato nei comuni meridionali e più basso al nord, soprattutto nella parte orientale.

I fondi del Pnrr per il trasporto pubblico e come sono articolati

Nelle città italiane è quindi considerevole la densità di traffico veicolare, e solo 1 di tutti i comuni capoluogo registra un seppur lieve sbilanciamento a favore delle auto a minore potenziale inquinante. In questo contesto è cruciale garantire un’elevata disponibilità di mezzi pubblici, per scoraggiare il ricorso alle vetture private e migliorare quindi la qualità dell’aria nelle città.

Per questo il piano nazionale di ripresa e resilienza ha introdotto una serie di interventi di sviluppo e potenziamento del trasporto rapido di massa (metropolitane, filobus e tramvie), per un totale di 3,6 miliardi di euro. La misura prevede la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km).

Di questi fondi, oltre un terzo sono stati assegnati alle città metropolitane e ai comuni con più di 100mila abitanti per l’acquisto di autobus e mezzi non inquinanti, mentre 185 milioni sono destinati alla manutenzione straordinaria dei sistemi di trasporto rapido di massa. Nel complesso, 2,2 miliardi sono destinati a nuovi interventi nel settore (di cui 1,2 miliardi al centro-nord e 1 miliardo al sud) e circa 1,4 miliardi per interventi che erano già finanziati a legislazione vigente (dei quali 673 milioni al centro-nord e 726 milioni al sud).

1,3 miliardi di euro, i fondi del Pnrr assegnati alle città metropolitane e ai comuni con più di 100mila abitanti per l’acquisto di autobus e mezzi non inquinanti.

 

Aran

Minimum wages in 2022: Annual review – EUROFOUND

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Segnalazione da Direzione Contrattazione 1

Dopo un cauto ciclo di fissazione del salario minimo per il 2021, i tassi nominali sono aumentati in modo significativo per il 2022, poiché le conseguenze negative della pandemia si sono attenuate e le economie e i mercati del lavoro sono migliorati. In questo contesto, in 20 dei 21 Stati membri dell’Unione Europea i salari minimi legali sono cresciuti. Un rialzo sostanziale è stato evidente negli Stati membri dell’Europa centrale e orientale, mentre l’aumento maggiore si è verificato in Germania. Se si tiene conto dell’inflazione, tuttavia, il salario minimo è aumentato in termini reali solo in sei Stati membri. Infatti, sebbene i salari minimi siano aumentati notevolmente tra il 1° gennaio 2021 e il 1° gennaio 2022 in termini nominali, non vi è stato un forte aumento del tenore di vita degli europei per via dell’aumento dell’inflazione. I paesi con meccanismi di indicizzazione automatica come Belgio, Francia e Lussemburgo sono stati più rapidi nell’aumento dei salari in linea con l’inflazione. La proposta di direttiva dell’Unione Europea sui salari minimi adeguati sta già spingendo alcuni Stati membri a prepararsi al cambiamento. La Germania, ad esempio, ha deciso di aumentare il salario minimo a 12 euro l’ora (ovvero circa il 60% del salario medio). I risultati del rapporto indicano che in Danimarca, Lettonia e Norvegia si stanno svolgendo importanti dibattiti tra gli attori nazionali su come promuovere la contrattazione collettiva e aumentarne la copertura. La definizione di piani d’azione per promuovere la contrattazione collettiva è un elemento importante della nuova direttiva dell’Unione Europea su salari minimi adeguati e sarà un requisito fondamentale per gli Stati membri. I salari minimi possono svolgere un ruolo fondamentale nel ridurre la disuguaglianza salariale. Ad esempio, i risultati relativi alla Spagna dimostrano che l’impatto dell’aumento del 22% del salario minimo nel 2019 ha portato alla maggiore riduzione della disuguaglianza salariale nei confronti degli Stati membri dell’Unione Europea.

Segnalazione da UO Studi e analisi co

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Segnalazione da UO Studi e analisi compatibilità

Nel mese di maggio 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua (da +6,0% del mese precedente). L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale, dopo il rallentamento di aprile, si deve ai prezzi di diverse tipologie di prodotto e in particolare dei Beni energetici, la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,6% a causa degli Energetici non regolamentati, dei Beni alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto dei Beni alimentari lavorati (da +5,0% a +6,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,4% a +4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%). Pertanto, l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,4% a +3,2% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,9% a +3,6%. Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +8,7% a +9,7%) sia quelli dei servizi (da +2,1% a +3,1%); rimane stabile, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (-6,6 punti percentuali come ad aprile). Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,7% a +6,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,8% a +6,7%). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +2,4% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dello 0,9% e del 7,3% su base annua (da +6,3% nel mese precedente), confermando la stima preliminare.

 

Sicurezza

Sicurezza: Zingaretti e Carlone presentano “Al mare più sicuri”

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Pilotina della Guardia Costiera ed uno yacht in mare - Foto di markobe da Adobe Stock

Progetto nato dalla collaborazione tra NUE 112 e capitaneria di porto per mettere in sicurezza cittadini, lavoratori e turisti delle coste del litorale laziale

21/06/2022

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e l’Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera presentano il progetto “Al mare, più sicuri”.
Dalla collaborazione tra Nue 112 e Capitaneria di Porto, attraverso una serie di attività condivise, è prevista la messa in sicurezza per cittadini, lavoratori e turisti delle coste del litorale laziale. Intervengono Livio De Angelis, Direttore Regionale del Soccorso Pubblico e Nue 112, Filippo Marini, Capitano di Vascello Capitaneria di Porto, Raffaella Moscarella, Viceprefetto Vicario.

Il Lazio possiede 361 km di splendida costa, arricchita dallo stupendo arcipelago pontino, distribuita su 24 comuni per un totale di quasi un milione (980.440) di cittadini residenti. Le presenze registrabili sulla costa laziale durante il periodo estivo subiscono un aumento esponenziale per i fenomeni legati al turismo balneare pendolare o stanziale, apertura di seconde case, attività sportive acquatiche e diporto. Sono inoltre innumerevoli i ristoranti e locali notturni ad attività stagionale che richiamano migliaia di presenze anche nella fascia notturna.

In seguito all’enorme aumento delle presenze ed alle particolari attività ludiche/sportive/ricreative che vi si svolgono la fascia costiera ed il mare vedono, durante il periodo estivo, un importante aumento degli eventi emergenziali che devono essere identificati e gestiti rapidamente. A tale scopo, attraverso il Progetto “Al mare, più sicuri” della Direzione Soccorso Pubblico, la Regione Lazio ha posto in essere una serie di attività atte ad aumentare i livelli di sicurezza sulle coste laziali: 
estensione della copertura del Numero Unico Europeo 112 all’intera costa laziale: grazie alla attivazione della seconda Sala Operativa 112 Lazio, nel settembre 2021, sull’intera costa laziale e le isole è attivo il 112, numero unico per avanzare richieste di intervento in caso di emergenza. Attraverso il 112 verrà attivato l’intervento più appropriato in tempi rapidissimi.
La chiamata al 112 è gratuita, il servizio è accessibile anche agli utenti sordi mediante il 800 800 112. Il 112 parla in 16 lingue fornendo una completa accessibilità al servizio agli utenti di lingua straniera.

geolocalizzazione del chiamante: chi chiama il 112 verrà geo-localizzato per garantire il rapido raggiungimento del target del soccorso ed aumentare così le chances di salvataggio. Oltre alla localizzazione della cella telefonica è da poco stato attivato il sistema AML (Advanced Mobile Location), un sistema di localizzazione più accurato, che identifica le coordinate del chiamante, fornendo ai mezzi di soccorso terrestri e marini un target preciso per raggiungere l’utente in difficoltà. Questo sistema permette ad esempio di identificare immediatamente le coordinate di un natante in difficoltà in mare, ma anche quelle di una persona sulla terraferma.

mappatura ed inserimento nel cartografico NUE 112 delle strutture balneari e dei punti di salvataggio e di ogni punto di interesse: per velocizzare la presa in carico delle richieste di intervento e l’invio dei mezzi di soccorso è in corso il caricamento sulla piattaforma informatica del 112 Lazio di tutti i “punti di interesse” utili alla localizzazione precoce dell’utente e del target di intervento. Sono stati già inseriti nel cartografico 112 più di mille stabilimenti balneari, punti di salvataggio e sedi di attività sportive. Analogamente si sta procedendo con i ristoranti e locali ricreativi. Questa mappatura consente al cartografico 112 una immediata localizzazione ed identificazione del target di intervento associando i dati di localizzazione con l’eventuale presenza di uno stabilimento balneare o altra attività censita.

Qualunque esercente voglia far inserire la propria sede o il suo telefono chiamante nel cartografico 112, allo scopo di tutelare la sicurezza della propria clientela, potrà inviare una richiesta all’indirizzo mail: direzionesoccorsopubblico@regione.lazio.it abilitazione dei telefoni satellitari in entrata: frequentemente le navi e le imbarcazioni commerciali e da diporto utilizzano per le comunicazioni urgenti apparati telefonici satellitari. Tali apparati non venivano riconosciuti in entrata dai centralini del sistema 112.
Allo scopo di permettere alle imbarcazioni di chiedere soccorso tramite telefonia satellitare le piattaforme telefoniche/informatiche delle CUR 112 sono state abilitate a ricevere questo tipo di telefonate caricando sui database gli elenchi dei prefissi dei provider satellitari. Grazie a questa operazione oggi le chiamate da telefono satellitare possono essere ricevute e riconosciute dal 112, possono essere geo-localizzate e possono essere gestite con il servizio di interpretariato multilingua.

la collaborazione con la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera: la capitaneria di porto è l’Ente istituzionalmente competente per il soccorso in mare, la sicurezza della navigazione e delle attività che si svolgono nei porti e lungo i litorali. Rappresenta un partner irrinunciabile per il Sistema NUE 112, che deve poter attivare l’Ente competente per la specifica situazione emergenziale in base alle competenze tecniche ed alla localizzazione geografica del cittadino in difficoltà. È per tale motivo che la Capitaneria di Porto è stata integrata nel Sistema NUE 112. Le Sale operative del 112 sono state interconnesse con la Sala operativa della Capitaneria di Porto di Roma con un sistema sia telefonico che informatico. La sala operativa della Capitaneria di Porto riceve dal 112, oltre alla attivazione attraverso la chiamata in fonia, anche una scheda “contatto” informatica che contiene l’identificazione e la posizione esatta del target di intervento. Questo permette di garantire il pronto intervento per emergenze che si svolgessero sulla costa ed anche in mare aperto, aggiungendo un altro valido strumento ad un sistema integrato che garantisca sempre la safety e la security della cittadinanza. In questa fase lo storico numero della capitaneria di porto, il 1530, è ancora attivo ma sta per confluire nel 112.

IL NUE 112 LAZIO – Nel Lazio il NUE 112 è stato reso operativo dal 18 novembre 2015, attraverso una prima Sala Operativa alla quale nel 2021 se ne è aggiunta una seconda. Le due sale operative hanno una struttura speculare, ognuna con 50 postazioni di lavoro, e sono collegate tra loro in modo tale che insieme costituiscano un sistema integrato di gestione dell’emergenza in cui una sala subentri o si affianchi all’altra in caso di iperafflusso di chiamate o default. Con questo schema si garantisce la puntuale e rapida gestione di qualsiasi emergenza sull’intero territorio regionale e la funzione di Disaster Recovery che potrà sostenere anche sistemi di emergenza di altre regioni.

Allo stato attuale il Sistema NUE 112 di Regione Lazio riceve complessivamente una media di circa 12.000 richieste di intervento al giorno, garantendo all’utenza un tempo di risposta medio di circa 3 secondi e la pronta attivazione di tutti gli Enti istituzionalmente deputati alla risoluzione del problema in atto. In meno di un minuto l’Ente competente all’intervento riceve una scheda contenente tutti i dati che gli occorrono per intervenire al target, comprensivi di geolocalizzazione, e può interagire telefonicamente con l’utente.

Il Sistema NUE 112 Roma ha già integrato, oltre a Polizia, Carabinieri, VVFF e 118, anche la Polstrada, la Capitaneria di Porto e la Polizia Roma Capitale costituendo ad oggi il Sistema di Gestione dell’emergenza più complesso ed esaustivo per ogni necessità dell’utenza. Dall’estate 2021 il NUE 112 Lazio attiva, simultaneamente ai VVFF, anche il Soccorso Alpino e Speleologico per gli interventi in montagna, grotte e zone impervie.

Nel 2020, con la pandemia da Covid-19, la Sala operativa 112 di Roma ha ricevuto fino a 23.000 chiamate in un giorno per un totale di quasi 3,5 milioni di chiamate, identificando i primi due casi accertati di Covid sul territorio nazionale e garantendone l’immediata identificazione ed isolamento.

Il Sistema NUE 112 Lazio dispone di un servizio di interpretariato istantaneo in 16 lingue diverse che consente di prendere in carico le chiamate di persone di lingua straniera. Nell’ambito di questo servizio è stata implementata la traduzione simultanea della lingua ucraina per permettere la rapida ed efficace presa in carico di richieste proveniente da profughi ucraini.

Il Sistema NUE 112 rappresenta l’interlocutore attento ed efficace per il cittadino, nell’ambito di un progetto di realizzazione ed erogazione di safety e security, condizioni alla base della prosperità del Paese.

La Regione Lazio ha assunto, attraverso una procedura di mobilità ed un concorso pubblico per titoli ed esami, più di 150 operatori che sono stati adeguatamente formati attraverso un corso di formazione qualificante e rappresentano oggi dei professionisti della gestione delle richieste di intervento per eventi emergenziali.

 

Bentornato Sport, in programma il 28 giugno l’evento per promuovere la ripartenza dello sport nel Lazio

Bentornato Sport, in programma il 28 giugno l’evento per promuovere la ripartenza dello sport nel Lazio

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Atleti impegnati in una corsa podistica

Un’occasione per tornare a parlare di Sport in ottica di ripresa sia un’opportunità di confronto tra Istituzioni e addetti ai lavori del settor

22/06/2022

Si svolgerà martedì 28 giugno, dalle ore 18.30 al Palatorrino, “Bentornato Sport – Pronti, ri-partenza, via!”, l’evento organizzato dalla Regione Lazio per promuovere la giusta ripartenza dello sport all’interno della società civile, soprattutto dopo il lungo stop causato dalla pandemia da Covid-19.
Quello dello sport, infatti, è stato uno tra i settori più colpiti negli ultimi due anni, sia dal punto di vista economico che sociale, senza dimenticare, naturalmente, le ricadute sullo stato di salute psico-fisico dei cittadini dovuta alla lunga pausa dall’attività sportiva.

“Bentornato Sport” costituisce, quindi, sia un’importante occasione per tornare a parlare di Sport in ottica di ripresa sia un’opportunità di confronto tra Istituzioni e addetti ai lavori del settore. L’evento rappresenta, inoltre, un momento per condividere tutti i programmi, in tema Sport, che la Regione Lazio ha portato avanti in quest’ultimo anno di consiliatura dell’attuale Giunta.

Durante il corso della manifestazione verranno presentati, inoltre, i nuovi canali social di Regione Lazio dedicati ad eventi ed iniziative di sport su tutto il territorio laziale. In questo modo è possibile rimanere aggiornati su notizie, eventi, bandi, iniziative e curiosità sul mondo dello sport a 360 gradi.

“Siamo molto orgogliosi di promuovere questo evento che arriva dopo una pausa durata troppo a lungo. È ora di rimettere il settore dello sport in condizioni di ripartire, per far sì che ritorni a svolgere quel ruolo fondamentale, sociale ed inclusivo, tra i cittadini”, ha dichiarato il delegato allo Sport del presidente della Regione Lazio, Roberto Tavani.

 

per promuovere la ripartenza dello sport nel Lazio

 per promuovere la ripartenza dello sport nel Lazio

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Atleti impegnati in una corsa podistica

Un’occasione per tornare a parlare di Sport in ottica di ripresa sia un’opportunità di confronto tra Istituzioni e addetti ai lavori del settor

22/06/2022

Si svolgerà martedì 28 giugno, dalle ore 18.30 al Palatorrino, “Bentornato Sport – Pronti, ri-partenza, via!”, l’evento organizzato dalla Regione Lazio per promuovere la giusta ripartenza dello sport all’interno della società civile, soprattutto dopo il lungo stop causato dalla pandemia da Covid-19.
Quello dello sport, infatti, è stato uno tra i settori più colpiti negli ultimi due anni, sia dal punto di vista economico che sociale, senza dimenticare, naturalmente, le ricadute sullo stato di salute psico-fisico dei cittadini dovuta alla lunga pausa dall’attività sportiva.

“Bentornato Sport” costituisce, quindi, sia un’importante occasione per tornare a parlare di Sport in ottica di ripresa sia un’opportunità di confronto tra Istituzioni e addetti ai lavori del settore. L’evento rappresenta, inoltre, un momento per condividere tutti i programmi, in tema Sport, che la Regione Lazio ha portato avanti in quest’ultimo anno di consiliatura dell’attuale Giunta.

Durante il corso della manifestazione verranno presentati, inoltre, i nuovi canali social di Regione Lazio dedicati ad eventi ed iniziative di sport su tutto il territorio laziale. In questo modo è possibile rimanere aggiornati su notizie, eventi, bandi, iniziative e curiosità sul mondo dello sport a 360 gradi.

“Siamo molto orgogliosi di promuovere questo evento che arriva dopo una pausa durata troppo a lungo. È ora di rimettere il settore dello sport in condizioni di ripartire, per far sì che ritorni a svolgere quel ruolo fondamentale, sociale ed inclusivo, tra i cittadini”, ha dichiarato il delegato allo Sport del presidente della Regione Lazio, Roberto Tavani.

 

Regione Lazio

 Si rinnova l’impegno della Regione Lazio a fianco dei produttori indipendenti, attraverso il Fondo annuale di 9 milioni di euro destinato al sostegno alla produzione cinematografica e audiovisiva. A partire dal 28 giugno sarà infatti possibile presentare le domande di sovvenzione per la produzione di opere cinematografiche e audiovisive italiane, europee e straniere realizzate in tutto o in parte nel territorio del Lazio.

Le opere, le cui riprese devono essere iniziate a partire dal 1° gennaio 2020 e ultimate entro il 31 dicembre 2021, devono essere riconosciute come “prodotto culturale”.

Destinatari delle sovvenzioni sono i produttori indipendenti, ovvero imprese e società che esercitano in modo esclusivo o prevalente l’attività di produzione di opere cinematografiche e/o audiovisive da almeno 2 anni.

E’ possibile presentare domanda per: lungometraggi, cortometraggi, documentari, fiction, serie tv, web series.

La principale novità dell’Avviso 2022 riguarda le premialità previste in fase di valutazione, a sostegno delle produzioni che aderiscono a protocolli green e garantiscano almeno il 50% di presenza femminile nei consigli di amministrazione delle società oppure nei cast e nelle troupe.

Il Fondo annuale, attivo dal 2013, ha permesso di finanziare nel corso degli anni numerose opere di successo, tra cui serie tv come “Don Matteo”, e “Doc – nelle tue mani”, oltre a film protagonisti del panorama cinematografico, quali “Tre piani” di Nanni Moretti e “Diabolik” dei Manetti Bros.

Le domande per la concessione delle sovvenzioni (con relativi allegati) dovranno pervenire alla Regione esclusivamente attraverso l’utilizzo della piattaforma applicativa informatica https://app.regione.lazio.it/cineproduzione messa a disposizione da LAZIOcrea S.p.A. a partire dalle ore 12:00 di martedì 28 giugno 2022, fino alle ore 12:00 del 19 luglio 2022.

Scarica i documenti e la modulistica 

 

Lazio Cinema International 2022: 5 milioni per il sostegno alle coproduzioni internazionali

Lazio Cinema International 2022: 5 milioni per il sostegno alle coproduzioni internazionali

Il bando, cofinanziato dal PR-FESR 2021-2027, sostiene le coproduzioni cinematografiche e audiovisive internazionali, per rilanciare a pieno il settore e promuovere il turismo e le bellezze dei territori del Lazio. Domande aperte fino al 5 agosto.

Ci siamo. Torna l’Avviso Lazio Cinema International, attraverso il quale la Regione sostiene, dal 2016, le coproduzioni internazionali made in Lazio.

Si apre infatti la prima delle due finestre previste per il 2022, durante la quale è possibile richiedere i finanziamenti. L’Avviso, cofinanziato dal PR-FESR 2021-2027, prevede uno stanziamento annuale di 10 milioni di euro (suddivisi in due finestre), nell’ambito di un sostegno complessivo di 70 milioni stanziati per i prossimi 7 anni.

Con Lazio Cinema International la Regione ha l’obiettivo di valorizzare le bellezze dei territori, promuovere il turismo e far scoprire le mete regionali, attraverso investimenti in coproduzioni audiovisive che prevedano la compartecipazione dell’industria del Lazio con quella estera, la distribuzione di carattere internazionale dei prodotti e la realizzazione di opere che diano maggiore visibilità internazionale ai territori (soprattutto oltre Roma) e maggiore competitività alle imprese.

L’Avviso assume particolare importanza, inoltre, in un momento così particolare come quello attuale, in cui, di fronte alle difficoltà contingenti (pandemia e guerra in primis) appare più che mai indispensabile rilanciare un comparto in cui il Lazio è leader in Italia per numero di imprese, produzione e addetti.

I destinatari sono le PMI, singole o in aggregazione, già iscritte al Registro delle Imprese o a un registro equivalente in uno Stato membro dell’Unione europea, che siano produttori indipendenti in ambito di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi.

Il Contributo è a fondo perduto, commisurato alle spese ritenute ammissibili, che i beneficiari hanno sostenuto per realizzare l’opera coprodotta. L’Avviso è gestito da Lazio Innova.

Lazio Cinema International ha consentito di finanziare dal 2016 ad oggi, attraverso 7 Bandi, 154 opere, realizzate da 220 imprese di produzione in rappresentanza di 33 paesi esteri. Le pellichttps://lazioterradicinema.it/film-finanziati/ole finanziate hanno ricevuto 322 premi e 411 nomination nei più importanti festival internazionali, quali Cannes, Berlino, Venezia, Roma.

Tra le opere di maggior successo ricordiamo “Pinocchio” e “Dogman” di Matteo Garrone, “Qui rido io” di Mario Martone, “I Medici”, ma anche tante altre che hanno permesso al Lazio di aprirsi ancora di più al contesto internazionale, confermando la sua vocazione ad essere “terra di cinema”.

Le richieste andranno inviate compilando il formulario presente sulla piattaforma GeCoWEB Plus disponibile sul sito di Lazio Innovaseguendo gli step e le procedure previste. La scadenza è fissata alle ore 18:00 del 5 agosto 2022 (salvo chiusura anticipata).

 

Scarica il testo dell’Avviso e la modulistica 

 

Sacro Cuore di Gesù

 

Sacro Cuore di Gesù


Nome: Sacro Cuore di Gesù
Titolo: L’adorazione del cuore di Cristo
Ricorrenza: 24 giugno
Tipologia: Solennità
Nella città di Paray-le-Monial, in un monastero della Visitazione, verso l’anno 1670, trovandosi in un giorno dell’ottava del Corpus Domini, Santa Margherita Maria Alacoque, prostrata innanzi al Santissimo Sacramento esposto alla pubblica adorazione, le apparve Gesù, e le diede a vedere il suo SS. Cuore.

Era questo tutto investito da fiamme, circondato da una corona di spine, squarciato da una ferita, e con una croce piantatavi sopra. « Vedi, disse Gesù alla sua adoratrice, vedi questo Cuore che si strugge d’amore per gli uomini, ciò nonostante non riceve che ingratitudine e oltraggi. Questo Cuore è sempre disposto a versare grazie e benedizioni sopra di tutti; ma gli oltraggi continui che mi fanno, ne impediscono la diffusione.

Sacro Cuore di Gesù e Santa Margherita Maria Alacoque

Pensa tu adunque a riparare un sì lagrimevole disordine, e fa che il venerdì successivo all’ottava consacrata all’onore del mio Divin Corpo, sia specialmente consacrato all’onore del mio Divin Cuore, riparando con onorevole ammenda e devota comunione le offese che ricevo nella divina Eucaristia. Io spargerò abbondanti benedizioni su quanti mi presteranno questo culto; e a te affido l’incarico di far conoscere ed eseguire il mio volere ». Margherita, si accinse all’adempimento della volontà di Gesù.

Il Pontefice Clemente X approvò solennemente la devozione al Sacro Cuore e l’arricchì di molte indulgenze. Pio IX ne estese la festa a tutta la Chiesa e Pio XI innalzò la festa a rito doppio di prima classe con ottava.

MASSIMA. Imparate da me che sano mansueto umile di Cuore.

PRATICA. Rinnovate la vostra consacrazione al Sacro Cuore di Gesù.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il quale, mite e umile di cuore, esaltato sulla croce, è divenuto fonte di vita e di amore, a cui tutti i popoli attingeranno.

CONSACRAZIONE AL
SACRO CUORE DI GESÙ

O Gesù dolcissimo, Redentore del genere umano, riguardate a noi umilmente protesi al vostro Altare. Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere; e per poter vivere a Voi più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al vostro Santissimo Cuore.

Molti purtroppo non vi conobbero mai; molti disprezzando i vostri comandamenti, Vi ripudiarono. O benignissìmo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri; e tutti quanti attirate al vostro Cuore Santissimo.

O Signore, siate il Re non solo dei fedeli, che non si allontanarono mai da Voi, ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono; fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame.

Siate il Re di coloro che vivono nell’inganno dell’errore, e sono separati da Voi per discordia; richiamateli al porto della verità e all’unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile e un solo pastore.

Siate il Re di tutti coloro che sono avvolti nelle tenebre dell’idolatria e dell’Islamismo; e non ricusate di trarli tutti al lume e al regno vostro.

Riguardate finalmente con occhio di misericordia i figli di quel popolo che un giorno fu il prediletto; scenda anche sopra di loro, un lavacro di redenzione e di vita, il Sangue già sopra di essi invocato.

Largite, o Signore, incolumità e libertà sicura alla vostra Chiesa, largite a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine; fate che da un capo all’altro della terra risuoni questa unica voce: Sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salute; a Lui si canti gloria e onore nei secoli. Così sia.