Pensioni, gli scenari post-Quota 100: cosa potrebbe cambiare dal prossimo anno

 

Pensioni, gli scenari post-Quota 100: cosa potrebbe cambiare dal prossimo anno

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Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha accolto positivamente la richiesta di Cgil, Cisl e Uil di avviare un confronto sul nodo previdenza, anche in vista della scadenza di Quota 100, ma non prima di aver affrontato altre importanti problematiche.

“Adesso – ha dichiarato il ministro – pensiamo alle emergenze che sono due: ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro”. Altri aspetti che meritano l’attenzione del ministro sono: “crescita dell’occupazione femminile e vaccinazioni su luoghi lavoro”. Poi “apriremo il confronto – ha assicurato – anche su questo ulteriore tema”, quello delle pensioni.

Il 31 dicembre scadrà Quota 100, che per tre anni ha consentito di anticipare la pensione a 62 anni di età con 38 di contributi. Se non si intervenisse, nel 2022 si tornerebbe allo “scalone” di cinque anni di età, con il pensionamento accessibile solo a partire dai 67 anni di età. Da escludere la proroga di Quota 100, da sempre invisa all’Europa.

Graziano Delrio (Pd), ex ministro, nelle scorse settimane ha lanciato l’idea di Quota 92: “Per un Italia più giusta. Allo scadere di Quota 100, introduciamo Quota 92 (30 anni di contributi e 62 d’età) che aiuti donne e lavoratori impegnati in lavori usuranti. Diamo maggiori garanzie ai giovani. Anche così si esce dalla crisi”. Quota 92 prevedrebbe un taglio da definire sull’assegno, a differenza di Quota 100. L’invito di Delrio a discutere la sua proposta però, non è stato ripreso.

Si sta anche valutando di introdurre Opzione Donna ricalibrata anche per gli uomini, che permetterebbe un’uscita anticipata a 63-64 anni con un trattamento sul rateo interamente contributivo. Si ipotizza inoltre lo stacco dell’anzianità contributiva da quello legato all’aspettativa di vita con due finestre secche per l’uscita: 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Tanti spunti, ma per adesso non si smuove quasi nulla. La nuova flessibilità in uscita si baserebbe su una misura con un criterio anagrafico peggiorativo rispetto a oggi, infatti si passerebbe dai 62 ai 64 anni di età, mentre resterebbe fermo il parametro contributivo dei 38 anni.

Per i sindacati Cgil, Cisl, Uil è “necessario e urgente disegnare una riforma strutturale del sistema previdenziale che superi le attuali rigidità e che decorra dal gennaio 2022, alla scadenza di Quota 100. La riforma complessiva del nostro impianto previdenziale dovrà prevedere la possibilità di accesso flessibile alla pensione, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la valorizzazione del lavoro di cura e del lavoro delle donne. Inoltre, è il momento di prevedere un meccanismo che tuteli le future pensioni dei giovani, in particolare coloro che hanno carriere discontinue con basse retribuzioni, garantire un maggior potere d`acquisto per i pensionati e promuovere le adesioni alla previdenza complementare”.

Pensioni, gli scenari post-Quota 100: cosa potrebbe cambiare dal prossimo annoultima modifica: 2021-03-18T11:36:34+01:00da vitegabry
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