Archivi giornalieri: 17 marzo 2021

Pensioni 5 anni prima per la crisi Covid, novità dai sindacati

Pensioni 5 anni prima per la crisi Covid, novità dai sindacati

 
 

Potenziare lo scivolo allargandolo alle aziende sotto i 250 dipendenti.

C’è da evitare lo scalone che quota 100 lascerà dopo che dal 1° gennaio 2022 la misura non sarà più attiva. Questo è uno dei principali problemi del sistema previdenziale che va riformato. E per molti la riforma delle pensioni è necessaria, a maggior ragione adesso che c’è da fare i conti con la grave crisi economica proveniente dalla pandemia da Covid.

sindacati per esempio, sono in prima linea da sempre sulla questione previdenziale. E adesso che c’è da riaprire il tavolo delle trattative con il nuovo governo, arrivano nuove proposte proprio dalle Parti sociali. Una in particolare lega la questione previdenziale alla situazione emergenziale sanitaria ed economico mica.

Pensione 5 anni prima

Tra le tante proposte in materia previdenziale che i sindacati hanno messo nel piano che verrà proposto non appena si tornerà a trattare l’argomento riforma delle pensioni, c’è anche il potenziamento di scivoli per i dipendenti di aziende in crisi. E parlare di crisi aziendali mai come oggi è di stretta attualità.

Quando terminerà anche il blocco dei licenziamenti, le imprese che inevitabilmente hanno subito la crisi economica collegata ai provvedimenti anti Covid, mandare in pensione prima i dipendenti sarà alternativa proprio ai licenziamenti. Almeno questo è alla base di ciò che hanno in mente i sindacati.

Ghiselli per la CGIL quando si parla di misure costose in riferimento a quelle proposte dalle parti sociali è piuttosto netto. Secondo il sindacalista «consentire alle persone di andare in pensione a 64 anni comporta sì un aggravio di spesa all’inizio ma poi si risparmierebbe perché ormai tutte le pensioni sono per la maggior parte calcolate col contributivo», cioè più basse. Pertanto, nel lungo termine producono risparmi.

E se la crisi ha messo in ginocchio le imprese, dare loro la possibilità di pensionare i dipendenti più vicini alla pensione può essere una possibilità da non sottovalutare.

Occasioni anche per i lavoratori di aziende più piccole

Oltre ai sindacati ci sono tecnici ed esperti in materia che considerano eventuali misure di pensionamento anticipato un toccasana per alcuni tra coloro che perderanno il lavoro per la crisi Covid. La proposta sul pensionamento 5 anni prima altro non è che una estensione del contratto di espansione anche alle aziende con meno di 250 dipendenti in organico, aziende a cui oggi la misura non è applicabile.

La misura che più dovrebbe essere ritoccata è questa. Infatti adesso prevede il suo utilizzo nel momento in cui i datori di lavoro interessati adottino un programma che preveda nuove assunzioni in sostituzione dei pensionamenti. Questo dopo accordo con i sindacati. Nuove assunzioni che non sono certo obbiettivo di aziende sull’orlo della crisi causa Covid.

Resta la bontà della misura che permette di uscire dal lavoro per quei lavoratori che si trovano a 5 anni dalla quiescenza. 5 anni in cui percepirebbero una indennità pari alla pensione, con i primi due anni pagati con i soldi dell’indennità Naspi spettante e con i successivi 3 a carico dell’azienda. Leggi anche: Pensioni, addio Quota 100: quale sarà il nuovo piano del premier Draghi?

Riforma pensioni: dal 2022 uscita 62 anni con opzione contributiva per tutti

Per forza di cose le politiche del governo Draghi, alla stregua del precedente esecutivo Conte, vertono tutte sull’emergenza Covid, sul decreto Sostegno da varare e sulla campagna vaccinale. Presto però si tornerà a parlare di pensioni, perché man mano che passano i giorni più si avvicina la scadenza di quota quota 100 e ciò che verrà dopo è ancora, inevitabilmente, in alto mare.

Ma è altrettanto vero che presto governo e sindacati torneranno a sedersi al tavolo delle trattative, con le parti sociali che, come si legge sul quotidiano «Il Corriere della Sera» aggiornano la lista delle proposte che potrebbero portare al tavolo. Sarebbero 6 vie di pensionamento anticipato rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia.

Quali i suggerimenti dei sindacati sulle pensioni

Flessibilità in materia età pensionabile, tutele per i lavori gravosi, previdenza complementare, sostegno previdenziale per le lavoratrici madri e per i giovani, nuova perequazione e scivolo per le piccole aziende. Sono questi i punti salienti delle proposte dei sindacati. Il fattore quota 100 spinge le parti sociali a proporre nuove regole per la pensione anticipata dal 2022.

I sindacati hanno già chiesto un incontro con il Ministero del Lavoro.
I segretari confederali della Triplice, cioè Roberto Ghiselli della Cgil, Ignazio Ganga della Cisl e Domenico Proietti della Uil, hanno chiesto di riaprire la piattaforma in modo tale da avere il primo summit col neo Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Riforma pensioni: occorrono interventi di vario genere

Lo scalone post quota 100 incombe. Dopo il 31 dicembre 2021 al posto dell’uscita a 62 anni si passerà alla pensione a 67 anni. Senza una nuova riforma questo è lo scenario che di apre. Per questo i sindacati chiedono un restyling del sistema, con ingresso della flessibilità sull’età pensionabile a partire dai 64 anni o ancora meno.

Questo naturalmente a prescindere da interventi specifici per i giovani e le donne con figli, categorie che vanno tutelate alla stregua di chi svolge lavori particolarmente gravosi. Poi restano tutti quanti i vecchi cavalli di battaglia dalla quota 41 come nuova misura di pensione anticipata, oppure il potenziamento dello scivolo previsto dal contratto di espansione e la previdenza complementare.

Opzione contributiva per tutti

Secondo i sindacati si potrebbe allargare il regime contributivo che la legge Dini ha introdotto per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, anche a chi rientra nel sistema misto. In base alla proposta dei sindacati, la struttura di quella che viene chiamata opzione Dini dovrebbe essere ritoccata in maniera profonda.

Oggi infatti con l’opzione Dini si va in pensione a 64 anni con 20 di contributi ma a condizione che la pensione liquidata col primo rateo spettante sia pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Per i rappresentanti sindacali l’idea, oltre che allargare la misura anche ai lavoratori in orbita sistema misto, quelli cioè che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 con parte di pensione calcolata col retributivo, è quella di rendere la misura meno rigida come requisiti.

Potrebbe essere lecito attendersi una riduzione a 62 anni dell’età minima prevista per la misura. Poi occorrerebbe ridurre la soglia delle 2,8 volte l’assegno sociale, portandola a 1,5 volte o ancora meno. Un intervento quest’ultimo nell’ottica di estendere il più possibile la misura come platea. Leggi anche: Pensioni 5 anni prima per la crisi Covid, novità dai sindacati

Lucifer 6: Joe Henderson condivide momenti nostalgici con il cast prima del saluto finale

Lucifer sta per concludersi, ma per arrivare alla fine mancano alcuni episodi, soprattutto la seconda parte della quinta stagione. Tra le lacrime degli attori e ricordi nostalgici, l’intera troupe della serie tv Netflix ha cominciato a condividere i ricordi più importanti dall’inizio del loro progetto fino ad oggi.

Joe Henderson condivide i ricordi più belli con la troupe di Lucifer

Joe Henderson, showrunner della serie, infatti, ha pubblicato una foto di quella che era la prima sceneggiatura dopo il pilot di presentazione. La serie tv ha schivato la cancellazione per il rotto della cuffia, poi ha dovuto affrontare diversi problemi di produzione, e infine l’imprevisto Covid; dopo la bufera, la serie è riuscita a sopravvivere, grazie soprattutto all’emittente Netflix che ha finanziato la distribuzione del progetto.

«Abbiamo appena letto il copione finale di Lucifer. Ci sono tante emozioni in ballo. Adoro questa famiglia incredibile. Dato che non poso condividere una foto di questo evento per evitare spoiler, ecco un’immagine del nostro primo tavolo di lettura (dopo il pilot). Abbiamo fatto molta strada…», ha dichiarato Joe Henderson.

L’ultima foto con Tom Ellis prima di dire addio: ecco il post di Lesley-Ann Brandt

Lesley-Ann Brandt, che nella serie interpreta il personaggio di Maze, ha recentemente condiviso una foto in cui si vede lei e Tom Ellis insieme. «Questo. Dopo la nostra ultima scena insieme come Lucifer e Maze. È viva, sincera e proviene direttamente dal cuore. Grazie @joshstyle e @chrisrafferty per aver catturato questo momento, e grazie @kevinmalejandro per averci dato la libertà di essere presenti. Ma più di ogni altra cosa, grazie @officialtomellis per essere stato proprio lì con me. La tua Mazikeen, per sempre» ha scritto Lesley-Ann Brandt nel suo post su Instagram.

Leggi anche: Lucifer 6, Joe Henderson piange per la stagione conclusiva: si prospetta un finale sconvolgente?

Covid, Speranza: «Ancora altri sacrifici per le persone» ma «svolta è vicina»

Il vaccino AstraZeneca, l’arrivo delle dosi in generale e gli scenari della battaglia contro il Covid. Sono tanti i temi trattati dal ministro della Salute Roberto Speranza in delle dichiarazioni riportate dal Corriere della Sera (Edizione 17 marzo 2021) nell’ambito del talk sulla sanità di Rcs Academy. E dalle parole dell’esponente del governo è emerso un messaggio che è sia di monito rispetto al fatto che ci sarà ancora da combattere contro il virus, ma anche di concreta proiezione ad un futuro migliore.

AstraZeneca: Speranza spiega la situazione

Il tema più caldo resta la sospensione della somministrazione del vaccino AstraZeneca. Il messaggio che deve essere veicolato su è il momentaneo provvedimento è solo precauzionale. «Ora – ha detto Speranza – si attende per giovedì il giudizio sui nuovi dati emersi in Germania e in altri Paesi. Siamo fiduciosi che possano emergere tutti gli elementi di rassicurazione che ci consentiranno nel più breve tempo di ripristinare la campagna vaccinale».

Il ministro ha fatto capire che, ad oggi, l’orizzonte atteso è che l’Ema dopo un’analisi accurata e rigorosa dei dati, possa dare un nuovo input ad una ripartenza corredata da un «messaggio di sicurezza». Anche perché sono tanti coloro che hanno già ricevuto le dosi, ma questo non dovrebbe generare alcun tipo di pensiero negativo nei diretti interessati. «Chi ha fatto AstraZeneca – ha evidenziato Roberto Speranza – non ha ragione d’essere preoccupato, per gli scienziati non ci sono problemi di sostanziale preoccupazione».

Arrivo vaccini in Italia, il punto di Speranza

Già giovedì dunque potrebbe arrivare il nuovo via libera per il vaccino. AstraZeneca è comunque solo uno dei vaccini su cui l’Italia conta per uscire dalla pandemia. Presto, con riferimento al cumulo delle dosi delle varie case produttrici, potrebbero arrivare in quantità massicce.

Secondo il ministro, in particolare, nel secondo trimestre (ossia tra aprile e giugno) sono attesi in Italia 50 milioni di dosi e nel terzo (tra luglio ed agosto) ottanta milioni. Numeri che, attraverso l’organizzazione capillare che si sta creando, aiuteranno a «correre molto di più» nella progressione della campagna vaccinale.

Covid in Italia, Speranza spiega gli scenari

Gli orizzonti sembrano vicini, ma in realtà sono lontani. Ogni giorno è, infatti, un vero e proprio bollettino di guerra tra ospedalizzati e soprattutto morti. C’è da stringere i denti, anche per effetto del fattore variante inglese. «Abbiamo – ha detto il ministro – ancora una fase non semplice davanti e tanti altri sacrifici per le persone. Dobbiamo essere molto prudenti per riuscire a piegare la curva, perché la pressione sugli ospedali è forte e più di tremila sono i letti occupati in terapia intensiva».

Tuttavia, da parte dell’esponente del governo Draghi emerge un messaggio di fiducia. «La svolta – ha detto – è vicina». La convinzione di Speranza viene dalla possibilità di estendere lo scenario che si sta verificando in ambiti ospedalieri e Rsa al Paese intero.

In quella particolare fetta di popolazione, dove la vaccinazione è stata pressoché completata, la curva del contagio è in netto miglioramento. Questo significa che presto si potrebbe proiettare una situazione di questo tipo sull’intera popolazione. È chiaro che, però, occorrerà che la campagna vaccinale viaggi il più veloce possibile. Tuttavia, la strada è tracciata.

 
 
 
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San Patrizio

 

San Patrizio


Nome: San Patrizio
Titolo: Vescovo
Nascita: V secolo, Scozia
Morte: VI secolo, Down, Irlanda
Ricorrenza: 17 marzo
Tipologia: Commemorazione

S. Patrizio, apostolo del Vangelo fra il popolo irlandese, nacque nella Scozia da agiati e pii genitori verso la fine del secolo quinto. La Divina Provvidenza che nei suoi arcani disegni, sempre infinitamente sapienti, destinava Patrizio a grandi cose nella Chiesa Cattolica, dispose che egli, ancor giovane, strappato dal grembo della famiglia, fosse condotto schiavo nell’Irlanda. Durante questa schiavitù, in cui il povero giovanetto ebbe a sentire tutta l’amarezza dell’abbandono e subire il disprezzo più avvilente ed inumano, la grazia del Signore plasmò il cuore del suo servo e lo predispose alla sua sublime missione.. Finalmente dopo dieci anni di sofferenze inenarrabili, potè ritornare in famiglia.

Patrizio, per prepararsi alla divina missione che da Dio gli era stata assegnata, si diede agli studi e all’esercizio delle virtù sacerdotali. Fu ordinato diacono, sacerdote e, prima di partire per l’evangelizzazione dell’Irlanda, fu consacrato vescovo.

Tra quelle popolazioni ancora barbare ed idolatre, S. Patrizio ebbe a soffrire la persecuzione ed il carcere. Ma tutto sopportò in pace, poiché il martirio fu sempre uno dei suoi desideri più intensi. Non vi fu luogo di quell’isola che non fosse visitato più volte dal Santo, nonostante che la sua vita corresse grave pericolo. Il Signore benedisse largamente le fatiche di questo novello Paolo, e quella terra pagana divenne la terra dei Santi. Le lotte che attraverso i secoli, specialmente contro il Protestantesimo, sostenne l’Irlanda per conservare integra la dottrina evangelica, gli esempi di fede e gli slanci di amore che quel popolo ha dimostrato ne sono prova evidente.

L’opera di Patrizio fu completa. Non solo convertì e battezzò tante e tante anime, ma molti giovani ricevettero gli ordini sacri, molte chiese furono innalzate e molte giovani si consacrarono al Signore nella vita religiosa.

Tra le virtù che particolarmente spiccarono nel Santo, ammirabile fu il suo distacco dalle cose di questo mondo. Delle tante offerte che i fedeli deponevano ai suoi piedi, nulla mai prese per sè, ma tutto dispensava ai poverelli.

Verso la fine della sua vita. scrisse La Confessione, libro in cui narra i principali avvenimenti della sua vita.

PRATICA. Un atto di fede nella Provvidenza di Dio.

PREGHIERA. Dio, che ti sei degnato di mandare il, beato Patrizio, confessore e Pontefice, a predicare il tuo Vangelo, concedi che per i suoi meriti e per la sua intercessione, possiamo compiere quanto ci comandi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Presso la città di Down, in Irlanda, il natale di san Patrizio, Vescovo e Confessore, il quale per primo annunziò Cristo in quell’isola, e rifulse per grandissimi miracoli e per virtù.