Archivi giornalieri: 13 marzo 2021

Pensione anticipata fino a 5 anni: ecco il piano del ministro Brunetta

AUTORE: LUIGI CRESCENTINI

 

 PENSIONE

12
MAR 2021

Pensione anticipata fino a 5 anni: ecco il piano del ministro Brunetta

 

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Arrivano importanti novità per quanto riguarda il tema pensioni. Si tratta dell’ipotesi di una nuova riforma, annunciata dal ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. Parliamo di un programma del tutto nuovo che andrà a modificare contratti, assunzioni e riforme.

Il nuovo ministro incaricato ha messo in chiaro quali dovrebbero essere le categorie da rinforzare nella PA, attraverso la semplificazione dei processi e un grande investimento nel capitale umano. Tra gli argomenti trattati rientrerà anche il tema pensioni, più precisamente, le pensioni del pubblico impiego.

Sono tante le novità che sono inserite nel nuovo accordo firmato dal premier Mario Draghi e dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, insieme ai segretari della Cgil, Cisl e Uil, in particolare, ci sarà il rinnovo del contratto (con 107 euro in più in busta paga); l’individuazione, per via contrattuale, di un settore appartenente al lavoro agile quale lo smart working e il riconoscimento della pensione anticipata per i dipendenti statali e per quelli che fanno parte della pubblica amministrazione.

Il neoministro ha sottolineato che, spesso, vengono dimenticate tutte quelle categorie di lavoratori di fondamentale importanza che fanno parte della PA, come medici, infermieri, docenti e magistrati, e che, pertanto, necessitano di essere aiutate.

Pensione anticipata, l’ipotesi di Brunetta: uno scivolo fino a 5 anni per agevolare il ricambio generazionale

Come viene anche spiegato dal portale “Qui Finanza”, il piano si è reso necessario dallo scarso ricambio generazionale che si evidenzia nella Pubblica amministrazione. In buona sostanza, tra qualche anno, potremmo ritrovarci con un numero di pensionati ex dipendenti pubblici molto più alto rispetto ai dipendenti pubblici attivi e, per questo motivo, si è pensato all’ipotesi di una riforma che possa garantire una sorta di “scivolo” agevolato per i dipendenti statali prossimi alla pensione.

Si calcola che l’età media dei dipendenti pubblici sia intorno ai 50/ 60 anni mentre solo il 2,9% dei dipendenti ha un’età inferiore ai 30 anni; pertanto è importante il fattore ricambio generazionale. L’ipotesi di una riforma che garantirebbe un contratto di espansione per i dipendenti pubblici determinerà il pensionamento anticipato fino a 5 anni, dando la possibilità di procedere con nuove assunzioni riservate ai giovani.

Dunque, l’obiettivo principale è sicuramente quello di compensare lo scambio generazionale facendo andare in pensione anticipata i dipendenti pubblici più ’anziani’ e facendo entrare le generazioni più giovani con nuove competenze.

Al momento, dunque, si sta cercando di studiare un piano di incentivi in modo da immettere un meccanismo agevolato che dia la possibilità di un’uscita anticipata dal lavoro per i dipendenti statali con un’età vicina a quella pensionabile oppure che abbiano una professionalità non più conforme con il nuovo corso della macchina statale e dell’innovazione tecnologica.

Allo stesso tempo, si potrebbero dare nuove opportunità di lavoro alle generazioni nuove. Nel piano Brunetta, gli stessi incentivi verranno utilizzati anche per i lavoratori che non sono più ’motivati’ a rimanere a lavorare nel settore della Pubblica Amministrazione. Leggi anche: Riforma pensioni: rispunta Quota 92, ma come sarebbe?

In arrivo la proroga al blocco licenziamenti: ecco i dettagli

La proroga al blocco licenziamenti è stata annunciata direttamente dal Ministro del Lavoro. Durante il suo discorso in Senato Andrea Orlando ha infatti spiegato che il blocco dei licenziamenti continuerà anche dopo il 31 marzo 2021, data di scadenza prima di questa proroga.

Il Ministro ha specificato però che le cose cambieranno leggermente rispetto a quanto era fino a questo momento. Il divieto non sarà valido per tutti, difatti verranno fatte delle distinzioni a contrario di quanto successo dall’inizio della pandemia di Coronavirus.

Arriva la proroga dei licenziamenti: come funzionerà?

Il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha spiegato durante l’audizione in Senato che il blocco dei licenziamenti verrà prorogato proprio come auspicato dai lavoratori che stanno vivendo un momento complesso a causa delle chiusure imposte per contenere i contagi di Covid.

«Andiamo nella direzione di una proroga del blocco dei licenziamenti, che però per i lavoratori che dispongono di strumenti ordinari sarà legata ad un termine che sarà definitivo; per coloro non coperti da strumenti ordinari sarà agganciata alla riforma degli ammortizzatori sociali», ha spiegato Orlano durante il suo discorso.

La volontà del Governo Draghi è quella di inserire questa proroga all’interno del Decreto Sostegno. La scadenza del blocco dovrebbe quindi passare dal 31 marzo al 30 giugno. Questa sarà valida per le aziende che possono sfruttare i normali ammortizzatori sociali come la cassa integrazione ordinaria.

Le aziende più piccole che oggi fanno affidamento sulla cassa in deroga, potranno invece contare su questa copertura per un periodo di tempo maggiore. I dipendenti delle piccole imprese quindi dovranno attendere nuove garanzie che arriveranno con la riforma degli ammortizzatori sociali e da una revisione del sistema di politiche attive sul lavoro. Tutto questo consentirà a coloro che sono rimasti disoccupati di riqualificarsi e trovare un nuovo impego lavorativo.

L’audizione in Senato di Orlando

Andrea Orlando, Ministro del Lavoro del nuovo Governo Draghi, ha toccato anche altri temi oltre alla proroga del blocco licenziamenti. «Nel 2020 la platea del reddito di cittadinanza è cresciuta costantemente, fino a coinvolgere 1,5 milioni di nuclei ai quali aggiungere 300 mila famiglie destinatarie del Rem, il reddito di emergenza», ha spiegato il Ministro.

Secondo Orlando il primo intervento da eseguire è certamente una «riforma degli ammortizzatori sociali in una direzione di universalismo e semplificazione» che consenta un accesso rapido all’aiuto e che estenda la protezione indipendentemente dal settore in cui opera l’impresa e dalle dimensioni della stessa. Il Ministro ha anche parlato del problema della disoccupazione giovanile e della disoccupazione femminile. Dal punto di vista occupazionale, sono infatti queste le due categorie più colpite.

 

San Rodrigo di Cordova

 

San Rodrigo di Cordova


San Rodrigo di Cordova

Nome: San Rodrigo di Cordova
Titolo: Sacerdote e martire
Nascita: VIII secolo, Cordova, Spagna
Morte: 837, Cordova, Spagna
Ricorrenza: 13 marzo
Tipologia: Commemorazione

Nei primi secoli della dominazione mussulmana della penisola iberica visse e morì martire San Rodrigo, accanto a molti altri cristiani intransigenti nella loro fede e troppo zelanti nel loro apostolato.

L’avvento dei Mussulmani segnò infatti, in Spagna, una dolorosa divisione tra popolazione cristiana e popolazione maomettana; una divisione che spesso si insinuava fin nell’interno delle famiglie, dando luogo a situazioni incresciose, e talvolta addirittura grottesche.

Nella famiglia di Rodrigo, per esempio, un fratello era acceso mussulmano; un altro, fervente cristiano. Rodrigo stesso, poi, era stato ordinato sacerdote cristiano. La convivenza, perciò, non era facile, e un giorno, in occasione di un alterco più violento del solito tra i due fratelli, Rodrigo si interpose come paciere, finendo per buscarne dall’uno e dall’altro. Ridotto privo di sensi, il fratello mussulmano gli giuocò il tiro più subdolo, caricandolo su una barella e portandolo in giro per le strade di Cordova, proclamando a gran voce che il fratello, già sacerdote cristiano, si era finalmente convertito alla fede del Profeta.

Ignaro di tutto ciò, quando si fu rimesso in sesto, Rodrigo riprese a esercitare il sacerdozio, e quando scoppiò una delle periodiche persecuzioni contro i cristiani, si allontanò da Cordova per ritirarsi in una località vicina.

Venne presto arrestato, non tanto perché cristiano, quanto come rinnegato. Se era vera infatti, come il fratello aveva proclamato, la sua conversione al Corano, il ritorno all’antica fede appariva come un vero e proprio tradimento, a meno che Rodrigo non si piegasse a rinnegare pubblicamente, davanti al Cadì, cioè al giudice arabo, la religione cristiana.
E poiché San Rodrigo non volle piegarsi, venne condannato al carcere, dove incontrò quel Salomone il quale viene oggi festeggiato, ma sul cui conto, fino a quel punto, non abbiamo notizia alcuna.

Si sa soltanto che tutti e due, Rodrigo e Salomone, si esortarono a vicenda nella fede, preparandosi al prossimo martirio. Furono infatti decapitati ambedue nell’anno 837, diventando, per così dire, fratelli di sangue, uniti in una famiglia che non conosce discordie né rivalità.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Cordova, nella Spagna, i santi Martiri Ruderico Prete e Salomone.