Archivi giornalieri: 26 marzo 2021

Sconto bollette elettriche e canone Rai: a chi spettano le agevolazioni del dl Sostegni

Sconto bollette elettriche e canone Rai: a chi spettano le agevolazioni del dl Sostegni

Nel decreto Sostegni trovano spazio anche lo sconto bollette elettriche e canone Rai per locali e negozi. I dettagli.

Il dl Sostegni, come già abbiamo avuto più volte modo di ricordare, è il primo maxi provvedimento economico del Governo Draghi. Obiettivo è infatti “dare più soldi possibile, nel più breve tempo possibile“, come rimarcato dall’ex numero uno della BCE. Ben si comprende allora la trasversalità del decreto legge, che interviene su una pluralità di settori e di temi delicati, come lavoro; sostegno alle famiglie; tasse e indennizzi causa pandemia.

 Il provvedimento, “bollinato” dalla Ragioneria generale dello Stato e firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, inizierà il consueto iter parlamentare, partendo dal Senato. E già è attesa battaglia su alcuni temi ‘caldi’ trattati nel decreto. In particolare ci riferiamo alla questione condono ‘parziale’ delle cartelle esattoriali, della quale ci siamo già occupati in un recente articolo.

Tra le misure varate grazie al corposo scostamento di bilancio approvato in Parlamento –  ma i più attenti osservano che a breve ve ne sarà un altro – anche lo sconto bollette elettriche e canone Rai per specifiche categorie di soggetti. Detto sconto varrà per i prossimi mesi, ossia aprile; maggio e giugno 2021,  e comporterà dunque una riduzione degli oneri da sostenere. Vediamo più nel dettaglio i tratti essenziali di queste agevolazioni.

Sconto bollette elettriche e canone Rai: nuovi aiuti per le imprese, non senza alcune critiche

Il dl Sostegni ha varato una serie di interventi mirati a ridurre i costi per le imprese, già gravemente penalizzate in questi mesi di lotta al coronavirus. Il Governo, con il provvedimento in oggetto, ha infatti predisposto 600 milioni di euro per tagliare le bollette elettriche e il canone Rai, a favore di negozi, locali ed altre attività commerciali. 

Tuttavia, in relazione a questo particolare intervento e ad altri inerenti il settore delle imprese, non sono mancate le critiche al dl Sostegni. Infatti associazioni come Confesercenti, Confcommercio e Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) hanno in questi giorni rimarcato l’insufficienza e l’irrisorietà delle risorse stanziate, rispetto alle perdite patite. Alimentando con ciò nuove polemiche e un dibattito sempre rovente.

Il dl Sostegni dispone gli sconti all’articolo 6 del testo

Il Decreto Sostegni – ossia il DL n° 41 del 2021 – all’art. 6, stabilisce una riduzione degli oneri delle bollette elettriche e della tariffa speciale del canone Rai per alcune tipologie d’impresa.

Detto sconto consiste in un – 30% sulle bollette dell’elettricità per la durata di tre mesi, dal 1° aprile al 30 giugno. Non solo: prevista altresì la riduzione sempre del 30% per tutto il 2021 del canone Rai per locali, negozi e altre attività commerciali. Attenzione però: le nuove regole sostituiscono quelle di riduzione degli oneri delle bollette elettriche, già incluse nel decreto Ristori del Conte bis.

Sconto trimestrale in bolletta elettrica

Dati alla mano, per locali commerciali, negozi ed altre attività, previsti – come detto – 3 mesi di sconto bollette elettriche per un valore totale di 600 milioni di euro. Nella relazione tecnica al dl Sostegni si può infatti leggere che “L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente dispone, con propri provvedimenti, la riduzione delle spese sostenute dalle utenze elettriche connesse in bassa tensione; diverse dagli usi domestici” e identificate come “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generali di sistema”.

Inoltre, l’Autorità sarà tenuta a “rideterminare in via transitoria le tariffe di distribuzione di misure dell’energia elettrica e le componenti a copertura degli oneri generali di sistema, da applicare dal 1° aprile a 30 giugno”.

Parafrasando quanto appena riportato, la citata Autorità di regolazione, ossia Arera, riformulerà senza alcun aggravio tariffario – per le utenze non domestiche interessate e in via transitoria – le tariffe di distribuzione e di misura dell’energia elettrica; ma anche le componenti a copertura dei cd. oneri generali di sistema, da far valere tra il primo aprile e il 30 giugno 2021. La finalità della misura è quella di conseguire un risparmio sulle componenti tariffarie fisse; e, per le utenze con potenza superiore a 3,3 kW, una spesa più bassa.

Canone Rai: sconto del 30% per hotel e bar

Oltre al taglio delle bollette elettriche, nella relazione tecnica al dl Sostegni, allegata al provvedimento e che ne illustra le misure organizzate in 43 articoli, si può leggere che per le strutture ricettive e per quelle di somministrazione e consumo di bevande in locali pubblici o aperti al pubblico, il canone speciale di abbonamento alla Rai è diminuito del 30%.

Non solo: per l’identico anno è assegnata all’Agenzia delle Entrate la somma pari a 25 milioni di euro. Ciò allo scopo di riconoscere ai soggetti interessati un credito di imposta ad hoc, corrispondente al 30% dell’eventuale versamento del canone, avvenuto prima dell’entrata in vigore del provvedimento; ovvero stabilire l’assegnazione alla Rai delle somme corrispondenti alle minori entrate.

Nell’art. 6 del maxi provvedimento economico del Governo si può infatti leggere che: per l’anno 2021, per le strutture ricettive nonché di somministrazione e consumo di bevande in locali pubblici o aperti al pubblico il canone di abbonamento alle radioaudizioni di cui al regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880 è ridotto del 30 per cento“.

Canone speciale Rai: che cos’è

L’appena citato sconto nel canone Rai, a differenza di quello sulle bollette elettriche, vale per tutto il 2021, e si riferisce a tutte quelle aziende che versano il cd. canone speciale. Con quest’ultima tipologia di spesa, intendiamo l’obbligo gravante su tutti coloro che hanno aperto una partita Iva. Nel dettaglio, sono obbligati a pagare il canone speciale i soggetti che possiedono uno o più apparecchi televisivi negli esercizi pubblici, nei locali aperti al pubblico o comunque all’esterno dell’ambito familiare.

Chiaro che le imprese che devono sostenere il costo del canone speciale Rai sono, in particolare, quelle commerciali e dell’accoglienza turistica, nelle quali sono usati monitor/display dotati di sintonizzatore. Ed attenzione perchè detto l’obbligo di pagamento di detto canone sussiste anche in caso di non utilizzo e anche per la mera presenza di dispositivi idonei alle trasmissioni televisive. Inoltre, il canone speciale ha validità circoscritta all’indirizzo per cui viene stipulato. L’importo non è fisso, ma cambia in base al tipo di struttura che è obbligata a pagarlo.

Sant’ Emanuele

 

Sant’ Emanuele


Sant' Emanuele

Nome: Sant’ Emanuele
Titolo: Martire
Nascita: III Secolo, Anatolia
Morte: III Secolo, Anatolia
Ricorrenza: 26 marzo
Tipologia: Commemorazione

La fama e anche la bellezza del nome di Emanuele non è legata ad un Santo, ma allo stesso Salvatore. Leggiamo infatti il Vangelo di Matteo, che dice, parlando della nascita del Bambino di Betlemme: « Tutto ciò avvenne affinché s’adempisse quanto aveva detto il Signore a mezzo del Profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio, che sarà detto Emanuele ».

Il Profeta, a cui si richiama San Matteo, è il Profeta Isaia, il quale con queste parole luminose annunzia la venuta dei tempi nuovi e di colui che saprà « rigettare il male e scegliere il bene».

Ma che cosa vuol dire Emanuele? Lo ha chiarito lo stesso San Matteo: vuol dire « Dio è con noi ». E perciò l’attributo tipico, completo e consolante del Messia, cioè del vero inviato da Dio per la salvezza del suo popolo.

Veramente, in ebraico tale termine suona Immanuel. I Settanta, nella loro versione della Bibbia, l’hanno trasformato in parola greca, modificandone leggermente il suono, traducendo cioè Emmanuel. E come Emanuele è diventato per i cristiani nome proprio, come altri attributi di Gesù. «Emmanuele » è infatti il titolo glorioso di Gesù soprattutto nella sua Resurrezione, nell’avvenimento che suggella e prova come « Dio sia con lui », e anche « con noi », con il popolo cioè dei redenti da quella Redenzione e dei credenti in quella Resurrezione.

Perciò, più o meno consapevolmente, i genitori che impongono ad un figlio il nome di Emanuele, o ad una figlia quello di Emanuela, più che richiamarsi alla devozione di un Santo particolare, onorano Gesù con uno dei suoi più belli attributi, come accade anche per i nomi di Salvatore e di Crocifisso.

Nonostante ciò, esiste anche un Sant’Emanuele, che la Chiesa festeggia oggi insieme con Sabino, Quadrato e Teodosio, in un gruppo di quaranta Martiri d’epoca incerta. La loro storia è presto detta. Pare che fossero originari dell’Oriente, e in tempi di persecuzione, il primo di essi, Quadrato, che era Vescovo, venne allontanato dalla sua diocesi e diffidato di proseguire la sua opera. Egli seguitò però a predicare, a battezzare, ad assistere i fedeli, fino a che non venne catturato e condannato a morte.

Dietro il suo esempio, altri 39 cristiani, uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri, si presentarono al governatore della provincia dichiarando la loro fede. Furono tormentati nella speranza di vederli apostatare, e poiché nessuno cedette, tutti furono messi a morte.

Anche negli antichi menologi greci, Emanuele viene talvolta chiamato Manuele o Manuel, diminutivo che è restato molto diffuso, specialmente in Spagna: tanto da apparire, ormai, come un nome tipicamente spagnolo.

MARTIROLOGIO ROMANO. In Anatolia, nell’odierna Turchia, santi Emanuele, Sabino, Codrato e Teodosio, martiri.

UN’ ATERA TRADUZIONE DE UNA BOGHE DE SA TRECCANI IN LIMBA SARDA

UN’ATERA TRADUTZIONE DE UNA BOGHE DE SA TRECCANI IN LIMBA SARDA.
S’amigu Nicolino Fressura bortat in Sardu “sa Boghe” chi ap’iscritu pro s’Entziclopedia TRECCANI subra
Bastianu Satta.

SATTA, Sebastiano. – Est naschidu in Nuoro su 21 de maju de su 1867. Su babbu, nuoresu, Antonio, fit un’avvocadu connotu meda; sa mama, Raimonda Gungui de Mamujada, fit una femina pagu istudiada ma prena de una durchesa addolorida. Unu frade, Giuseppino, fit artu funzionariu in su Ministeriu de Grazia e Giustizia.

Su babbu fit mortu in Livorno, uhe fit andadu pro trabagliu, cando Satta haiat appenas lompidu chimbe annos. Restadu orfanu, haiat connotu su bisonzu e sas humiliaziones de sa povertade e sa mama haiat pesadu isse e su frade minore – haiat iscrittu a cua – «cun su fogu de su foghile chi fit pagu ‘e nudda».

In Nuoro Bastianu, comente lu giamaiant sos cumpanzos, haiat fattu sas elementares e su ginnasiu propiu in cuddu tempus chi fit alimentende sa gana de una vida e unu pensamentu diversos pustis de su tumultu de Su Connotu, capitadu in Nuoro su 26 de abrile de su 1868, cun sos rebelles chi haiant assaltadu su Munizipiu pedende de torrare a s’antigu sistema de gestione comunitaria de sos terrinos, eliminadu da s’edittu chi los haiant tancados a muru (1820) antis de s’abolizione de sos derettos de pasculu a cumone a cua, cun legge de su 23 de abrile de su 1865.

Pustis de custa ribellione, su parlamentare Giorgio Asproni haiat sollizitadu su guvernu italianu a avviare un’indagine subra sas cundiziones soziales e economicas de sa Sardigna, caratterizadas da su problema, torradu a biu, de sos bandidos, da s’emigrazione, da sa miseria e da sa malaria. In custa situazione fint bessidos in Nuoro parizzos poetas, giamados sos poetas de su Connotu, totus amigos corales de Satta.

Inter custos, Giovanni Antonio Murru, Pasquale Dessanai, Salvatore Rubeddu, chi haiant attaccadu, cun sa poesia populare issoro e in sardu, sas legges ingiustas chi haiant permissu a pagos privilegiados de s’impossessare de tancas mannas. In su clima de custu rinaschimentu locale si fint affirmados personazos che a Grazia Deledda e Francesco Ciusa, su menzus iscultore sardu, e cun issos Antonio Ballero e Giacinto Satta, pintores e romanzieris a su matessi tempus.

Finidu su ginnasiu, Satta fit andadu dae Nuoro a Tatari pro faghere su lizzeu, uhe a mastru de italianu teniat Giovanni Marradi, carduzzianu. Leada sa lissensia lizzeale haiat lassadu sos istudios pro faghere su sordadu in Bologna (1887-88). In ihe haiat iscrittu sa prima opera poetica, I versi ribelli, leende a modellu Carducci, pubblicada in Tatari su 1893. Finidu su sordadu fit torradu a Tatari uhe fit restadu finas a su 1894, istudiende in s’Universidade e laureendesi in legge. Sunt istados sos annos pius importantes de sa formazione sua, culturale, litteraria e ideologica, in unu logu briosu comente fit cudda zitade repubblicana e radicale, paris cun operadores culturales de valore che a Salvatore Farina, Enrico Costa, Luigi Falchi, Pompeo Calvia, Salvatore Ruju.

Haiat collaboradu cun su cuotidianu tataresu l’Isola, chi haiat fundadu isse etotu paris cun Gastone Chiesi e chi fit duradu pagu (da nadale de su 1893 a triulas de su 1894), ma haiat iscrittu puru in La Nuova Sardegna, Burchiello (unu settimanale goliardicu), in su periodicu tataresu Sardegna letteraria e in su casteddaiu Vita sarda. Sos iscrittos in prosa pro l’Isola fint firmados cun su pseudonimu Povero Jorik, chi teniat un’origine litteraria crara: infatti Povero Jorik est su buffone de su re in s’Amleto de Shakespeare.

De ammentare, paris cun sos cabucronacas ispidientosos, L’Intervista ai banditi, s’articulu pius connotu de issos, chi nd’haiant contadu ispantos e ch’haiat oltrepassadu sos confines de Sardigna e de Italia fit un’intervista a tres bandidos incainados (Francesco Derosas, Pietro Angius e Luigi Delogu). In summa, segundu una prospettiva culturale chi cheriat faghere connoschere sas cundiziones de sa Sardigna, abberrende s’isula a una visione intelletuale pius manna, collaboraiat a cuotidianos e periodicos, che Nuova Antologia, Giornale d’Italia, Il Resto del Carlino, Tempo e Italia del popolo.

De Satta giornalista hat iscrittu Salvatore Manconi: «Contaiat in manera naturale, coloraiat su pensamentu, fit un’artista de sa peraula. In sos iscrittos suos non s’agatat una volgaridade, finas brighende e beffende, fit unu segnore. Comente cronista no bi nd’haiat ateru. Sa cosigheddas pius de nudda li daiant s’occasione pro unu de cuddos cabucronacas, calchiunu in versos, chi l’aiant fattu connoschere e istimare in totu Tatari» (Albo sattiano, 1924, p. 47).

Su 1893 haiat pubblicadu un’atera silloge poetica, Nella terra dei Nuraghes (firmada cun Luigi Falchi e Pompeo Calvia), chi cunteniat otto liricas, duas in sardu: Su battizu e Sa ferrovia, de pagu valore artisticu, ma utiles pro cumprendere s’itinerariu ispirituale de su poeta. Finalmente, in su 1895 fit torradu a Nuoro, uhe fit istadu cussizeri comunale in su 1900-03. Dae su 1896 a su 1908 aiat trabagliadu comente avvocadu, «boghende fama de penalista mannu e de oradore brillante, benechistionadu, fogosu, timidu pro sas arringas suas, ca finas in sos fattos pius differentes resessiat a agattare sa nota umana» (Bonu, 1961, p. 534).

Su 1905 si fit cojuadu cun Clorinda Pattusi e haiant hapidu una prima fiza, Raimonda, giamada cun teneresa Biblina, morta pizzinnedda in su 1907 e ammentada in sos Canti dell’ombra cun unu lirismu triste e accoradu, moduladu in sas antigas monodias locales. In su 1908 fit naschidu su segundu fizu, chi l’haiat giamadu, a modu de provocazione, Vindice, chi hat passadu totu sa vida arribbende s’eredidade culturale e zivile de su babbu, antis de morrere in su 1984.

Su matessi annu a Satta li fit falada una paresi: “su gigante bonu”, “Pipieddu”, comente lu giamaiat, pro brulla, fit a terra, ma no haiat zessadu pro cussu de cumponnere versos, dittende sas poesias suas pius famosas chi fint intradas antis in Canti barbaricini (1909) e pustis in Canti del salto e della tanca (bessidos postumos in su 1924). Sos Canti barbaricini sunt naschidos cando Satta fit impignadu meda in Nuoro comente penalista. In sa Premessa, isse etotu los presentat gai: «Barbarizinos hapo cherfidu giamare custos cantos ca sunt accordos naschidos in Barbagia de Sardigna; e cando puru non zelebrant ispiritos e formas de cudda terra agreste e antiga, barbarizinos sunt in s’anima e barbarizinas tenent sas formas e sos modos. Le Selvagge, chi sunt su coro nieddu de su libru, ammentant sos urtimos annos de iscunfortu e de iscuru, cando sos cuiles fint boidos e terribiles e tragica sonaiant sas monodias de sas Atitadoras, e s’animu fit disamparadu e tribuladu dae disacatos e odios issellerados. Ah, su poeta hat bidu deabberu cussas mamas rundende peri sos montes, in chirca de sos fizos feridos in mortorzos e istrossas e hat bidu deabberu arende sa terra cun sos fusiles appicados a s’aradu! Ma sa notte si ch’est isparida e si sunt intesos sos cantos de s’albeschida» (Canti, 2003, p. 7).

Sos giudissios subra sas poesias de Satta fint differentes: da chi las dispregiaiat: «francu carchi liniamentu de poesia, su restu est retorica e imitazione» (Momigliano, 1924); a chi fit pius echilibradu: «Si rivelat dignu de rispettu, pro sa passione chi hat postu in s’isforzu sou de una poesia de su totu impignada; pro sa seriedade cun sa cale hat chircadu de risolvere su problema historicu, chi teniat addainnantis, de una litteradura, si poto narrere gai, sardonazionale» (Petronio, 1965, pp. 76 s.).

Pro sa chistione de sa limba sattiana, massimamente pro su chi appartennet a su sardu, est interessante e de cundividire custu giudissiu: «Su rapportu cun su sardu est costituidu da un’opera de adattamentu chi s’iscopu est una mistura espressiva trabagliosa: nde essit a pizu una proposta de limba poetica italiana intro de su cuntestu culturale e limbisticu regionale […]. S’operazione poetica de Satta est duncas pius ambiziosa e impignosa de cantu siat bessidu a pizu in su dibattidu chi s’est isviluppadu subra s’opera sua.

Si faghet rapresentante de una tradizione poetica regionale, siat a sa parte de sa tradizione in sardu, siat a sa parte de sa produzione in italianu, pro torrare a proponnere, cun una cussenzia pius ammaliziada e esperta e aberta e pius pagu suttamittida, un’esperienzia poetica chi ponzat in su matessi pianu sos valores de una realidade locale, discoidada e anzena. E sas ainas espressivas e tecnicas de una tradizione culta, in unu momentu uhe b’est sa tendenzia a dare boghe a sas culturas in creschida chi cumbattint e pretendent de tennere derettu a sa paraula in su cunzertu nazionale». (Canti, a cura de G. Pirodda, 1996, p. 15).

Satta est mortu in Nuoro su 29 de Sant’Andria de su 1914. L’hant interradu senza funerale religiosu ca haiat espressu sa volontade de non tennere nen preideros nen pregadorias cando si che fit mortu. Sas cronacas contant chi una zentamine de massajos, pastores e finas bandidos fit calada dae sos montes pro l’accumpanzare in s’urtimu reposu, ammentende s’amore sou pro s’uguaglianzia e su progressu soziale e sa passione chi teniat pro sa patria sarda. Satta fit connotu e istimadu meda da sa gente sua chi lu bidiat propiu comente unu ‘vate’, cantore de un’identidade sarda mitica e drammatica, fatta zirculare in abbundanzia in Europa da Grazia Deledda.

Sa Sardigna comente mundu primitivu, de incantu e agreste, lontanu in su tempus e in s’ispaziu. Una barbaridade amigale, in su coro incontaminadu de Europa, prena de passione e religiosidade, chi tantu haiat impressionadu David H. Lawrence, chi l’haiat descritta in Mare e Sardegna (Roma 2002). «ateros poetas sunt istados menzus de isse. A neune l’hant prantu de pius. Unu simbolu fit iscumparsu. Naschiat unu mitu» (Cossu, 1974, p. 3408).

Operas. Nella terra dei Nuraghes, Tatari 1893; Versi ribelli, Tatari 1893; Primo Maggio, Tatari 1896; Canti barbaricini, Casteddu 1909; Canti del Salto e della Tanca, Casteddu 1924; Poesie malnote, ignorate e disperse, Casteddu 1932; Canti «Canti barbaricini, Canti del Salto e della Tanca», Nuoro 2003. Fontes e Bibl.: A. Momigliano, Canti barbaricini, in Giornale d’Italia, 7 de austu de su 1924; Albo sattiano, Casteddu 1924; S. Satta, Canti, a cura de M. Ciusa Romagna, Milanu 1955; R. Bonu, Scrittori sardi, II, Tatari 1961, pp. 533-544; S. S. nel 50° anniversario della morte. Raccolta di manoscritti, documenti editi e inediti, Casteddu 1964; G. Petronio, S. S., Casteddu 1965; N. Cossu, in Letteratura italiana (Marzorati), I minori, IV, Milanu 1974, pp. 3403-3408; I Canti e altre poesie, a cura de F. Corda, Casteddu 1983; S. S.: dentro l’opera, dentro i giorni, Atti delle giornate di studio… 1985, a cura de U. Collu – A.M. Quaquhero, Nuoro 1988; A. Luce Lenzi, Canti barbaricini, Modena 1993; Canti, a cura de G. Pirodda, Nuoro 1996; D.H. Lawrence, Mare e Sardegna, Roma 2002; S. S., un canto di risarcimento, a cura de U. Collu, Nuoro 2015.

Fancesco Casula