Osservatore Romano

Da patriarca
a sovrano

 

 ​Mosè nell’arte occidentale 

31 ottobre 2015

 
 

 

Ephraim Moses Lilien, «Mosè» (1908)

La figura biblica di Mosè occupa un rilievo centrale nell’ambito delle principali religioni monoteiste, sebbene la sua reale storicità resti ancora oggi oggetto di dibattito teologico da parte degli specialisti della disciplina. Il suo nome giunse grande fino ai posteri, dove artisti di tutti i tempi, da Michelangelo, Raffaello, Guido Reni, a Rembrandt e Chagall si ispirarono per le loro opere alla sacra storia del profeta rappresentandolo nelle diverse condizioni della sua missione, dove elementi ebraici si intrecciano iconograficamente a quelli cristiani. Lo scrive Luisa Nieddu da Parigi aggiungendo che una vasta e complessa esposizione, presso il Musée d’Art et d’histoire du Judaisme (Parigi) in corso fino al 21 febbraio 2016 celebra l’imponenza di questa grande figura biblica, guida dell’umanità, attraverso 150 opere, tra dipinti, disegni, incisioni, sculture, manoscritti, oggetti d’arte e documentari, attraverso i quali si ripercorrono le diverse rappresentazioni di Mosè nel mondo occidentale, dall’antichità fino al mondo contemporaneo.

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Osservatore Romanoultima modifica: 2015-10-31T18:35:59+01:00da vitegabry
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