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Ces, mozione di emergenza – La crisi dei rifugiati in Europa

Negli ultimi mesi l’Europa è stata vittima di un grande aumento del numero di persone che hanno attraversato i confini in cerca di protezione dalla guerra e dalla distruzione dei loro paesi di origine.
 
Molte di queste persone richiedenti asilo mettono a rischio la loro vita e quella dei loro figli e delle loro famiglie in cerca di un ambiente pacifico e rispettoso in cui vivere. La CES si oppone con forza ad ogni misura che metta in pericolo la loro dignità umana, i loro diritti umani o la loro integrità fisica.
 
Le barriere e le linee di difesa che sono state costruite recentemente hanno dimostrato di essere inefficaci, e al contrario, hanno il solo impatto di deviare i flussi da una rotta all’altra facendo il gioco dei contrabbandieri. Il loro utilizzo deve essere fermato.
 
Siamo dispiaciuti per la morte di queste persone richiedenti asilo che attraversano il Mediterraneo e ripetiamo il nostro appello alla Commissione Europea di continuare le operazioni di ricerca e salvataggio così da fornire un’assistenza umanitaria efficace a coloro che si trovano in mare.
 
Lunghe code agli uffici di asilo, centri di accoglienza affollati e accampamenti improvvisati in molti angoli dell’Europa mostrano che i paesi non sono preparati e disposti a far fronte a questa crisi. Le politiche di austerità hanno accresciuto i problemi, rendendo ancor più difficoltose le condizioni dei paesi in cui i rifugiati arrivano prima.
 
La CES sostiene i valori europei fondamentali sul rispetto per la vita umana e la dignità, e si oppone agli atteggiamenti populisti e xenofobi. Questi valori devono essere trasformati in azioni. A questo fine una giusta cooperazione tra gli Stati Membri dell’UE nell’accettare un adeguato numero di rifugiati è essenziale, in linea con la lettera e lo spirito dei Trattati.
 
La CES richiede una dinamica politica di asilo Europea che rispetti le norme di protezione stabilite a livello internazionale, compresa la Convenzione del 1951 delle Nazioni Unite sullo status di rifugiato e il relativo Protocollo del 1967.
 
Il regolamento di Dublino deve essere revisionato. Nuove regole dovrebbero garantire che l’assistenza ai richiedenti asilo venga condivisa equamente tra gli Stati membri, e prendere in considerazione il più possibile le esigenze e la scelta di un paese di destinazione di questi richiedenti asilo, sulla base di legami linguistici o familiari, tra gli altri fattori.
 
La CES richiede un urgente schema di reinsediamento che vada ben oltre i 20.000 nuovi insediamenti da paesi terzi, come proposto inizialmente dalla Commissione Europea.
 
Le decisioni del Consiglio adottate lo scorso 22 Settembre devono essere accolte. Il trasferimento di 160.000 rifugiati può fornire un sollievo immediato ai paesi che ricevono flussi straordinari di richiedenti asilo internazionali. Inoltre, gli aiuti finanziari alle agenzie dell’ONU aiuteranno anche le milioni di persone accampate ai bordi delle strade nelle aree di conflitto. Ad ogni modo, le misure approvate dal Consiglio forniscono solo una risposta parziale alle sfide che l’Europa sta affrontando, e sono lontane dal conseguire una soluzione permanente senza una dinamica politica di asilo europea. La CES incoraggia gli Stati Membri a proseguire il lavoro congiunto in uno spirito di solidarietà costruttiva sotto la leadership delle istituzioni Europee. La CES condanna i governi che oggi si chiamano fuori da questi approcci comuni verso il trasferimento dei richiedenti asilo in Europa.
 
La CES richiede una più efficace cooperazione allo sviluppo con i paesi di origine. Lo sviluppo democratico ed economico è fondamentale per rimuovere le cause profonde dei movimenti su larga scala delle persone. L’UE ha un ruolo da svolgere nel promuovere questo processo.
 
L’Agenda della Commissione Europea per far fronte alla crisi dei rifugiati può rivelarsi insufficiente rispetto alla crescente dimensione del problema, soprattutto sulle rotte dei Balcani Orientali e nel Mar Mediterraneo. Deve essere fatto di più: tutti hanno diritto alla salvezza, alla sicurezza economica, alla libertà religiosa e politica e all’accesso a servizi sanitari e a un’istruzione di qualità all’interno di una società che protegga queste libertà. L’UE e i suoi Stati Membri dovrebbero risanare adeguati livelli di servizi pubblici di qualità per tutti. Le priorità dovrebbero essere date ai servizi che tutelino una coesione sociale, come un impiego e un’abitazione. L’elaborazione di centri di asilo e di accoglienza hanno bisogno di essere gestiti da lavoratori del servizio pubblico ben preparati.
 
Con i suoi 60 milioni di membri, il movimento sindacale in Europa resta una difesa contro tutte le forme di intolleranza e continuerà a far pressione per ottenere risposte umanitarie per questa crisi. Dove i rifugiati sono in grado di lavorare, i sindacati saranno incaricati a rappresentarli, e noi lavoreremo con i partner per fornire un’assistenza umanitaria a coloro che invece non ha lavoro. La CES coopererà con la Confederazione Sindacale Internazionale per rispondere ad una crisi che è mondiale oltre che europea.

Cesultima modifica: 2015-10-15T17:18:21+02:00da vitegabry
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