Osservatore Romano

Al lavoro 
sulla relazione finale

 

 Il progetto di testo presentato e discusso in aula dai padri sinodali ·

23 ottobre 2015

 
 

 

Il sinodo sulla famiglia è al lavoro sulla relazione finale. Il progetto di testo è stato presentato giovedì pomeriggio, 22 ottobre, durante la quindicesima congregazione generale, svoltasi alla presenza di Papa Francesco. Vi hanno partecipato 264 padri, sotto la presidenza del cardinale Vingt-Trois.

All’inizio dei lavori, il Pontefice ha annunciato la decisione di istituire un nuovo dicastero e di aver costituito un’apposita commissione per stabilirne le competenze sui laici, sulla famiglia e sulla vita. Nel corso della sessione, è stata completata l’elezione dei dodici membri del consiglio della segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

Il cardinale Péter Erdő ha poi introdotto brevemente e in generale il progetto della relazione finale, redatto dalla commissione ad hocnominata dal Papa, presentandone in particolare lo spirito sinodale. Il cardinale Lorenzo Baldisseri ha quindi illustrato la metodologia per l’elaborazione dello stesso progetto e ha riferito, tra l’altro, che i modi presentati dai circoli per la stesura del testo sono stati 1355, tenendo conto di tutti quelli proposti sulle tre parti dell’Instrumentum laboris. La bozza del progetto della relazione finale è stata poi consegnata ai padri sinodali.

Nel corso della congregazione è stata anche letta la bozza di una dichiarazione dei padri riguardante la situazione delle famiglie in Medio oriente, il cui testo definitivo sarà votato e reso noto sabato 24.

Intanto venerdì mattina, 23 ottobre, cinquantuno padri sinodali hanno preso la parola per proporre alla commissione per l’elaborazione della relazione finale una serie di suggerimenti, modifiche, osservazioni, rielaborazioni, aggiunte e precisazioni al progetto del testo illustrato giovedì pomeriggio e consegnato a tutti i partecipanti. Inoltre numerosi interventi scritti sono stati presentati alla segreteria. Ora la commissione valuterà tutti i contributi, per migliorare ulteriormente il testo che sarà letto in aula sabato mattina e poi votato nel pomeriggio.

Presieduta dal cardinale Tagle, la sedicesima congregazione è stata dunque l’ultima con interventi a voce prima della conclusione dell’assemblea. Vi hanno preso parte 265 padri sinodali.

Negli interventi, ciascuno della durata di tre minuti, è stato espresso anzitutto unanime apprezzamento e riconoscenza per il grande lavoro svolto dalla commissione, che ha redatto il testo tenendo conto, come è stato rilevato, di tutto quanto detto in aula e nei circoli minori. Il progetto della relazione finale — è stato anche affermato nel corso del dibattito — con il suo sguardo sulla famiglia richiama lo spirito del concilio Vaticano ii. La Chiesa, in sintesi, vuole proporsi come compagna di viaggio che non cammina davanti né dietro alle persone. Ma sta loro accanto, tenendole per mano.

Il sinodo — è stato rimarcato in diversi interventi — vuole rilanciare la missione della Chiesa con il suo messaggio forte e coraggioso, pieno di tenerezza e speranza soprattutto verso le situazioni di fragilità, perché la Chiesa non è fine a stessa ma lumen gentium. Perciò il testo, redatto con il pensiero rivolto alle famiglie, intende essere una proposta per rinnovare l’atteggiamento pastorale della Chiesa e per rilanciare un dialogo, in particolare con quanti sono in difficoltà.

Più voci, poi, hanno messo in rilievo lo spirito di sinodalità e collegialità intorno al Papa, che significa camminare insieme e non gli uni contro gli altri. E non è mancato un particolare ringraziamento a Francesco per il suo stile di ascolto e per aver pensato a un percorso sinodale di due anni, in modo da creare l’opportunità di una riflessione più allargata e approfondita.

Il pensiero di molti padri sinodali è andato inoltre alle tante famiglie che hanno contribuito direttamente ai lavori, sostenendoli anche con la preghiera. È tornato, poi, il riferimento esplicito alla testimonianza di santità delle famiglie cristiane, da Aquila e Priscilla — sposi e martiri, discepoli di san Paolo — fino ai coniugi Martín, i genitori di santa Teresina di Lisieux, canonizzati domenica scorsa durante il sinodo stesso.

Tra i temi trattati nel dibattito, franco e aperto, anche la situazione dei divorziati risposati, l’omosessualità, la spiritualità familiare, il rapporto tra coscienza e legge morale, la formazione di personale pastorale, l’attenzione alle persone con disabilità e le scottanti questioni della persecuzione contro i cristiani, delle guerre e dei migranti. Sono state inoltre avanzate una serie di proposte concrete, compresa una commissione patriarcale per il Medio oriente. Tra gli altri, hanno preso la parola i cardinali Vegliò, Bassetti, Marx, Lacroix, Caffarra, Scola, Müller, Eijk, Bagnasco, Nichols, Collins, Urosa Savino, Schönborn, Ouellet, Martínez Sistach, Amato e Sarah, i patriarchi Gregorio iii Laham e Louis Raphaël i Sako, gli arcivescovi Forte, Shevchuk, Kurtz e Arancedo, i vescovi Solmi e Vesco.

La sedicesima congregazione si è aperta con la preghiera. Nella breve omelia monsignor Jan Vokál, vescovo di Hradec Králové, nella Repubblica Ceca, ha messo in guardia dal rischio di perdere la propria identità nell’attuale caotico contesto sociale. E ha indicato proprio nella misericordia l’eredità di Papa Giovanni Paolo ii, di cui giovedì 22 si è celebrata la memoria liturgica.

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Osservatore Romanoultima modifica: 2015-10-25T18:45:50+01:00da vitegabry
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