Archivi giornalieri: 21 aprile 2022

Assegno unico e universale: chiarimenti

Assegno unico e universale: chiarimenti

Dal 1° marzo 2022 è stato istituito l’Assegno unico e universale per i figli a carico (AUU), che consiste in un beneficio economico mensile attribuito ai nuclei familiari, per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo, tenuto conto dell’indicatore della situazione economica equivalente ( ISEE ).

Con il messaggio 20 aprile 2022, n. 1714, ad integrazione delle indicazioni illustrate nel messaggio 31 dicembre 2021, n. 4748 e nella circolare INPS 9 febbraio 2022, n. 23, l’Istituto fornisce ulteriori chiarimenti sul riconoscimento della maggiorazione nelle seguenti condizioni familiari particolari:

  • genitori entrambi lavoratori;
  • nuclei numerosi;
  • genitori separati.

Precisando che la maggiorazione spetta anche ai nuclei di genitori lavoratori agricoli autonomi, viene quindi approfondita la casistica dei redditi da pensione e da lavoro, anche prodotti all’estero, rilevanti all’atto della domanda.

Tenendo conto della numerosità del nucleo familiare, è prevista una ulteriore maggiorazione per ciascun figlio successivo al secondo, da rapportarsi al reddito del nucleo complessivo, e si puntualizza il caso in cui siano presenti nel nucleo figli di genitori diversi.

L’Assegno unico e universale è erogato in uguale misura tra coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, ovvero l’affidamento condiviso dei figli. Tuttavia, può essere stabilito che il contributo venga interamente erogato solo a uno dei due, attestando in procedura l’accordo tra le parti.

Osservatorio CIG: i dati di marzo 2022

Osservatorio CIG: i dati di marzo 2022

È stato pubblicato l’Osservatorio sulle ore autorizzate di  Cassa Integrazione Guadagni con i dati di marzo 2022.

A marzo 2022 sono state autorizzate in totale 56.050.034 ore. Circa il 26% delle ore di CIG ordinaria, in deroga e fondi di solidarietà sono state autorizzate con causale “emergenza sanitaria Covid-19”.

Le ore di  Cassa Integrazione Guadagni

Ammortizzatore sociale previsto dalla legislazione italiana che consiste in una prestazione economica erogata dall’INPS. Integra o sostituisce la retribuzione dei lavoratori che si trovano in precarie condizioni economiche a causa di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.

  Ordinaria autorizzate a marzo 2022 sono state 22.260.694, con una variazione congiunturale del +20,9% rispetto a febbraio 2022.

Le ore di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria sono state 24.563.415, con un incremento del 40,5% rispetto a quanto autorizzato nello stesso mese dell’anno precedente (17.483.150). A marzo 2022, rispetto al mese precedente, si registra una variazione congiunturale pari al +0,8%.

Gli interventi di  Cassa Integrazione Guadagni in Deroga sono stati pari a 1.964.988 ore autorizzate. La variazione congiunturale registra, rispetto al mese precedente, un decremento del 47,6%.

Il numero di ore autorizzate nei fondi di solidarietà è pari a 7.260.937 e registra una diminuzione rispetto al mese precedente del 58,4%.

Per le ore autorizzate specificatamente per emergenza sanitaria si rimanda al report mensile “ Cassa integrazione guadagni  e fondi di solidarietà – Ore autorizzate per emergenza sanitaria – marzo 2022” (pdf 472KB).

Esonero imprese agricole: pagamento contributi entro il 6 maggio 2022

Esonero imprese agricole: pagamento contributi entro il 6 maggio 2022

Con il messaggio 1 aprile 2022, n. 1480 l’INPS ha riferito di aver concluso le attività di gestione delle domande di esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore delle imprese appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, comprese le aziende produttrici di vino e birra, e di aver comunicato ai datori di lavoro l’importo dell’esonero autorizzato.

Il messaggio, inoltre, specificava che il pagamento degli importi della contribuzione eccedente sarebbe dovuta avvenire entro il 27 aprile 2022.

A seguito delle difficoltà a gestire le attività necessarie per versare l’importo residuo, manifestate da parte degli intermediari delle imprese interessate dal provvedimento, con messaggio 20 aprile 2022, n. 1712, l’Istituto comunica che il termine di scadenza del 27 aprile 2022 è stato differito al 6 maggio 2022.

Il messaggio fornisce, inoltre, le indicazioni in merito al pagamento rateale dei contributi dovuti.

Osservatorio sul precariato: pubblicati i dati di gennaio 2022

Osservatorio sul precariato: pubblicati i dati di gennaio 2022

Sono stati pubblicati i dati di gennaio 2022 dell’Osservatorio sul precariato. A gennaio 2022, le assunzioni nel settore privato sono state 663.249, in forte crescita rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

L’incremento ha riguardato tutte le tipologie contrattuali: assunzioni intermittenti +74%, contratti di somministrazione +49%, contratti a tempo indeterminato +46%, in apprendistato +45%, a tempo determinato +38% e stagionali +35%. Questo andamento riflette la dinamica della pandemia da Covid-19, particolarmente significativa nei primi mesi del 2021.

La dinamica dei flussi

Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato nel primo mese del 2022 sono state nel complesso 88.595, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+72%).

Anche per le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo si registra una dinamica positiva (11.785, +14% rispetto all’anno precedente).

Le cessazioni sono state in complesso 499.339, in aumento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+51%).

Il lavoro occasionale

Il numero dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) a gennaio 2022 si attesta sulle 11.119 unità (in aumento del 22% rispetto allo stesso mese del 2021); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 241 euro.

I lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF) a gennaio 2022 risultano 10.976, in diminuzione del 52% rispetto a gennaio 2021; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 159 euro.

Bonus mobili e grandi elettrodomestici 2022 – Cos’è e come richiederlo

Bonus mobili e grandi elettrodomestici 2022 – Cos’è e come richiederlo

Il bonus mobili è stato confermato per il triennio 2022 – 2024, senza nessuna sostanziale variazione se non nel limite di spesa detraibile.

La legge di Bilancio 2022 ha inteso conservare una serie di bonus e agevolazioni, e tra esse – l’anno prossimo – continuerà a trovare spazio anche il bonus mobili e grandi elettrodomestici (conosciuto semplicemente come bonus mobili 2022). Interessante notare che l’agevolazione è stata oggetto di proroga nella manovra per la durata di un triennio: tuttavia, è stato apposto un ritocco verso il basso, nei confronti del limite massimo di spesa detraibile fiscalmente.

La misura consiste in una detrazione Irpef pari al 50% del valore degli oggetti acquistati da recuperare in dichiarazione dei redditi. Se per il 2021 il limite di spesa era pari a 16mila euro per il 2022 il limite è sceso a 10mila euro. Inoltre nel 2023 e nel 2024 scenderà a 5mila euro. Ecco allora qualche dettaglio sul bonus mobili e grandi elettrodomestici, come funziona, come richiederlo, su quali acquisiti si può usare.

Bonus mobili 2022: cos’è e come funziona

Appare opportuno ricordare in sintesi come funziona il bonus mobili e grandi elettrodomestici. In buona sostanza, siamo innanzi ad una detrazione fiscale corrispondente al 50% della spesa effettuata per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, finalizzati ad arredare un immobile oggetto di lavori di recupero del patrimonio edilizio. E’ evidente perciò che si può ottenere solo contestualmente al bonus ristrutturazione al 50%.

Rimarchiamo che l’agevolazione è concessa nella forma della detrazione fiscale – in dieci quote annuali di stesso importo – senza facoltà di optare per lo sconto in fattura o cessione del credito.

Come accennato all’inizio, la legge di Bilancio 2022, oltre a prorogare il beneficio anche per le spese effettuate fino al 31 gennaio 2024, dispone l’abbassamento a 10.000 euro del limite massimo di spesa su cui far valere la detrazione nel 2022 (e 5000 euro per il 2023 – 2024). In pratica, la detrazione massima bonus sarà equivalente a 5000 euro (detrazione pari al 50%) per gli acquisti effettuati nel corso di quest’anno.

Come applicare il bonus mobili e grandi elettrodomestici

Per quanto riguarda invece l’ambito oggettivo di applicazione del bonus mobili e grandi elettrodomestici per i prossimi anni, non vi sono sostanziali novità.

Infatti, lo sgravio fiscale proseguirà ad applicarsi e comporterà il diritto al beneficio fiscale della detrazione, per l’acquisto di mobili come ad esempio: tavoli, sedie, letti, armadi, divani, poltrone, cassettiere, librerie, scrivanie, comodini, credenze, apparecchi di illuminazione, materassi. Sono invece tagliati fuori dal bonus in oggetto l’acquisto di porte, tende e tendaggi, pavimentazioni e altri complementi di arredo.

Bonus elettrodomestici 2022

Per quanto riguarda l’acquisto dei grandi elettrodomestici, continuano ad applicarsi le indicazioni di cui al sito dell’Agenzia delle Entrate, ossia deve trattarsi di: “grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+, (A o superiore per i forni e lavasciuga), per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica“.

Attenzione però: l’acquisto è comunque sottoposto a detrazione anche se si tratta di elettrodomestici senza etichetta, a patto che per essi non ne sia stato ancora disposto l’obbligo. In linea generale, consentono di accedere al bonus grandi elettrodomestici gli acquisti di lavatrici; congelatori; frigoriferi; apparecchi elettrici di riscaldamento; apparecchi per il condizionamento; radiatori elettrici; ventilatori elettrici; lavasciuga e asciugatrici; lavastoviglie; apparecchi per la cottura; stufe elettriche; forni a microonde e piastre riscaldanti elettriche.

Un particolare di certo non irrilevante è il seguente: sia per l’acquisto di mobili sia per quello degli elettrodomestici, rientranti tra gli acquisti agevolabili nel bonus, sono comprese anche le spese di trasporto e montaggio.

Come pagare le spese relative al bonus mobili e grandi elettrodomestici 2022

Al fine di rispettare tutti i requisiti per l’ottenimento del bonus mobili ed elettrodomestici 2022, occorre ricordarsi di quelle che sono le modalità di pagamento. Ebbene quest’ultimo dovrà obbligatoriamente essere compiuto con:

  • carta di credito;
  • carta di debito (bancomat);
  • bonifico parlante.

Bonus mobili ed elettrodomestici causale bonifico

Il bonifico parlante è il metodo di pagamento più usato per accedere le detrazioni. Il bonifico dovrà indicare necessariamente:

  • Causale del bonifico: Si deve indicare “Acquisto mobili ed elettrodomestici”. È anche consigliabile inserire il riferimento della fattura
  • Codice fiscale del richiedente la detrazione
  • Numero di P. IVA o codice fiscale del titolare del venditore

Quali sono i documenti da conservare

Quali sono i documenti da conservare relativamente al bonus mobili? Di seguito l’elenco della documentazione da mettere da parte per eventuali futuri controlli.

  • ricevuta del bonifico
  • ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito)
  • documentazione di addebito sul conto corrente
  • fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti

Comunicazione ENEA bonus mobili e elettrodomestici

Infine si ricorda che oltre al pagamento tracciabile tramite bonifico parlante per ottenere il bonus in taluni casi serve anche la comunicazione ENEA.

Dal 2018 infatti, vanno comunicati all’Enea anche gli acquisti relativi agli elettrodomestici, per i quali si può usufruire del bonus mobili.

Ricordiamo in tal senso che dal 1° aprile 2022 è operativo in nuovo portale per l’invio della comunicazione ENEA.

Bonus mobili guida Agenzia delle Entrate

Infine alleghiamo la guida sul bonus mobili ed elettrodomestici a cura dell’Agenzia delle Entrate aggiornata al mese di gennaio 2022. La guida contiene anche le FAQ ovvero le risposte alle domande più frequenti selezionate dall’AdE.

Argomenti

⭐️ Segui Lavoro e Diritti su Google NewsFacebookTwitter o via email

 

Bonus PC (computer, tablet e internet): cos’è, come funziona, quando scade

Bonus PC (computer, tablet e internet): cos’è, come funziona, quando scade

Il bonus PC (computer, tablet e internet) per le famiglie è scaduto lo scorso novembre; c’è invece tutto il 2022 per il bonus internet PMI.

Diciamo sin da subito per chiarezza che il Bonus PC (computer, tablet e internet) si divide in due fasi: la prima riguardava il voucher fino a 500 euro scaduta nel 2021 per l’acquisto di PC, ovvero computer portatili e tablet, e per l’acquisto di connessione internet veloce per le famiglie con ISEE fino a 20 mila euro (scaduta lo scorso anno). La seconda fase riguarda invece il bonus internet per le PMI, ovvero il voucher digitalizzazione  fino a 2500 euro riservato alle imprese per il potenziamento della rete internet aziendale (ancora in corso nel 2022). Lo scopo evidente è quello di sostenere economicamente determinate categorie o fasce di popolazione, che debbono fare i conti con spese talvolta necessarie – e dunque non rinviabili – per poter svolgere le proprie attività quotidiane.

Ci soffermeremo di seguito sul bonus 500 euro per l’acquisto di pc, tablet e connessione internet a banda larga. L’agevolazione erogata per la prima volta nel 2020 è stata riproposta anche per il 2021 (la domanda è scaduta a novembre 2021). Per maggiori informazioni invece sul voucher internet fino a 2500 per le imprese si faccia riferimento ad altra guida.

Vediamo i dettagli.

Bonus PC (computer, tablet e internet): cos’è, come funziona e quando scade

Il bonus PC  per l’acquisto di computer, tablet e connettività internet è nato come incentivo per favorire l’iter di digitalizzazione sul territorio italiano e per garantire un supporto a quei nuclei familiari che non possono sostenere spese consistenti, specialmente in considerazione degli effetti legati alla pandemia da coronavirus.

In considerazione di attività oggi diffuse molto più che nel recente passato, come smart working e didattica a distanza, il bonus PC e tablet rappresenta comunque un’agevolazione di rilievo, essendo di fatto un contributo corrispondente a 500 euro, rivolto a quelle famiglie che hanno un ISEE corrente, alla data della richiesta, non al di sopra dei 20mila euro all’anno.

Purtroppo la misura non è stata prorogata al 2022 e la domanda per ottenere il citato bonus è scaduta lo scorso novembre 2021.

Come usare il bonus PC per le famiglie

Ricordiamo ancora che il voucher poteva essere usato per:

  1. usufruire di una connessione internet ultraveloce;
  2. acquistare un pc (fisso o portatile) o un tablet.

In altre parole, il bonus internet in oggetto consente di dotarsi di:

  1. una connessione internet all’avanguardia;
  2. di un pc
  3. o di un tablet

con uno sconto sul totale delle spese, che è di fatto erogato con questa agevolazione.

Bonus PC e internet, a chi spetta

Come accennato, i destinatari della misura sono costituiti dalle famiglie con un reddito Isee non superiore a 20mila euro. Altro requisito per poter sfruttare questo bonus è correlato alla velocità della connessione che il beneficiario intende scegliere, che dovrà essere di almeno 30 Mbit/s in download e 15 Mbit/s in upload.

Lo ribadiamo per chiarezza: l’incentivo non sarà dato direttamente all’utente (come succede invece per altri tipi di bonus), ma andrà richiesto all’operatore di telefonia in fase di sottoscrizione del contratto internet.

Inoltre, se il beneficiario vive in un’area raggiunta da più di un operatore che offre connessioni veloci, sarà possibile domandare il passaggio alla banda ultralarga sia all’operatore già attivo sia a uno diverso per sfruttare il bonus internet. Si può altresì sfruttare il bonus pc e tablet e poi compiere il passaggio a un altro operatore; sfruttando l’eventuale parte restante del bonus, a condizione che la velocità di connessione sia almeno corrispondente a quella del contratto anteriore. E senza che il recesso da quest’ultimo produca dei costi.

Non solo, per poter godere dell’agevolazione gli operatori devono altresì assicurare che i contratti decadano alla scadenza della durata dell’offerta.

Bonus computer: come spenderlo?

Per ottenere il bonus PC e tablet, bisognava dunque firmare un contratto, di minimo un anno, con un operatore telefonico accreditato presso Infratel Italia, giacchè che l’acquisto di PC e tablet deve compiersi contestualmente all’attivazione della rete web.

Attenzione però ai dettagli pratici di funzionamento dell’agevolazione. Infatti, il citato bonus può arrivare fino a un massimo di 500 euro suddivisi in:

  • bonus internet di 200 euro di sconto per la stipula di un contratto o il potenziamento della connessione web;
  • bonus computer e tablet di 300 euro per l’acquisto di un tablet o di un pc.

Il MISE Ministero dello Sviluppo Economico ha rimarcato che  gli apparecchi acquistati con il bonus PC e tablet non sono da intendersi assegnati con la nota formula del comodato d’uso. Sono invece da considerarsi a tutti gli effetti di proprietà dei beneficiari dell’agevolazione in oggetto, per sempre.

Ricordiamo infine che i fondi stanziati sono pari a circa 204 milioni di euro, valevoli fino ad esaurimento dei fondi stessi. Si rimarca altresì che a  maggio 2021 erano stati attivati oltre 137mila voucher ed era stato sfruttato circa il 40,5% dei fondi disponibili in totale.

Bonus Internet 2022: cos’è e come funziona il voucher internet imprese, Partite IVA e PMI

Come detto in premessa diverso è il bonus internet per le partita IVA. Per maggiori informazioni si faccia riferimento a questa guida.

Argomenti

⭐️ Segui Lavoro e Diritti su Google NewsFacebookTwitter o via email

 

Pagamento pensioni maggio 2022: ecco le date da segnare sul calendario

Pagamento pensioni maggio 2022: ecco le date da segnare sul calendario

Il pagamento pensioni di maggio 2022 segna il ritorno alla normalità, ma gli uffici postali potranno scaglionare i versamenti in contanti.

Come già aprile, anche maggio 2022 sarà un mese di ritorno alla normalità, per quanto riguarda il pagamento delle pensioni, in denaro contante o con accredito sul c/c bancario. D’altronde dopo molto tempo il 31 marzo è finalmente terminato lo stato di emergenza e di conseguenza anche il pagamento anticipato delle pensioni non viene più attuato.

Ebbene, la domanda che non pochi pensionati potrebbero farsi è la seguente: dopo la fine dello stato di emergenza quando avverrà il pagamento pensioni maggio 2022? Come abbiamo già avuto modo di sottolineare più volte in queste pagine, il pagamento della pensione per coloro che la ricevono da Poste Italiane è stato anticipato per lungo tempo, tuttavia dal primo aprile è di nuovo valevole il calendario ordinario.

Vuoi una Consulenza Previdenziale? Usa i nostri servizi online

RICHIEDI

* Costo del servizio € 48,80
Risparmia un ulteriore 10% con il Codice Sconto “lavoroediritti”

Per quanto riguarda il mese che verrà, abbiamo che il pagamento della pensione sarà dunque nel primo giorno bancabile del mese. Ma non è detto che l’ingresso presso gli uffici postali non sia nuovamente scaglionato. Ecco perché.

Pagamento pensioni maggio 2022: le date da segnare sul calendario

Come accennato, il progressivo ritorno alla normalità nelle attività quotidiane dopo i mesi bui della pandemia, ha comportato lo stop al pagamento anticipato dei trattamenti pensionistici, per coloro che li ritirano presso gli uffici postali. Nei mesi passati il calendario prevedeva l’accesso scaglionato dei percettori in base alla lettera del cognome, negli ultimi giorni del mese precedente a quello al quale la pensione si riferisce. La finalità era quella di prevenire assembramenti alle Poste e dunque diminuire i rischi di contagio.

Leggi anche: certificato di pensione 2022, modello ObisM online. Cos’è e come funziona

Ebbene, in tema di pagamento pensioni maggio 2022 rimarchiamo quanto segue:

  • detti trattamenti pensionistici sono pagati lunedì 2 maggio sia presso Poste Italiane, sia presso le banche (accredito su conto corrente bancario), in quanto il 2 è il primo giorno bancabile del mese di maggio;
  • il primo maggio è un festivo e in ogni caso quest’anno cade di domenica, perciò non sarebbe comunque stato giorno utile al pagamento degli importi in oggetto.

Ci riferiamo ovviamente ai pagamenti di tutti i trattamenti pensionistici, assegni, pensioni e indennità di accompagnamento per invalidi civili e rendite vitalizie INAIL.

Quali sono le regole di accredito della Pensione di Poste Italiane

Le norme di legge in materia ci ricordano che il pagamento delle pensioni si compie il primo giorno bancabile di ogni mese. Oppure il giorno posteriore se è giornata festiva o non bancabile, con un solo mandato di pagamento; tranne per il mese di gennaio in cui il versamento è svolto il secondo giorno bancabile.

In particolare, ai pensionati titolari di un Libretto di Risparmio, Conto BancoPosta o Postepay Evolution le pensioni saranno versate regolarmente il 2 maggio. Ciò è stato già ufficializzato da Poste Italiane. Dal 2 maggio i titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno effettuare il prelievo della pensione presso gli ATM Postamat. Per l’interessato non c’è dunque bisogno di andare allo sportello e questo è un indubbio vantaggio.

Anche il pagamento delle pensioni di maggio 2022 sarà in ordine alfabetico?

Nessun dubbio dunque: le Pensioni di maggio 2022 in contante agli uffici postali, non saranno versati in anticipo. L’entrata negli uffici delle Poste potrebbe essere scaglionata in ordine alfabetico onde evitare rischi a livello sanitario.

Nel corso di aprile infatti Poste Italiane ha già scaglionato i pagamenti in contanti allo sportello fra il primo e il 6 aprile. Bisogna quindi fare riferimento alla turnazione alfabetica affissa all’esterno di ogni ufficio.

Al momento non abbiamo ancora conferme ufficiali in tal senso; ma si può presumere che anche a maggio l’ingresso agli sportelli di Poste Italiane sarà organizzato tra lunedì e sabato 7 (mattina). In buona sostanza, ogni ufficio postale potrà stabilire un calendario per scaglionare i pagamenti in contanti.

Concludendo, per ulteriori informazioni è comunque possibile consultare il sito www.poste.it o contattare il numero verde 800 00 33 22.

Argomenti

⭐️ Segui Lavoro e Diritti su Google NewsFacebookTwitter o via email

 

Verso un mondo senza cookie: il marketing ai tempi del web cookieless

Verso un mondo senza cookie: il marketing ai tempi del web cookieless

 

Di cookies abbiamo già parlato più volte in quest’ultimo periodo, un po’ perché a gennaio sono entrate in vigore le nuove linee guida per la regolamentazione dei cookie e dei sistemi di tracciamento sui siti web e un po’ perché conoscerli vuol dire costruire un mattoncino fondamentale per la sicurezza della nostra navigazione.

Amati da coloro che si occupano di marketing, odiati da tutto il resto del mondo, i cookie, i biscottoni del web, sono quelli che lasciano le tracce del nostro passaggio sulle pagine che visitiamo, che dicono alla rete che cosa ci piace, i nostri gusti, le preferenze, e di conseguenza vengono usati per effettuare marketing targettizzato sulla base della nostra profilazione. Si tratta, per dirla con le parole del Garante della Privacy, di piccoli file o stringhe di testi che i siti web (cd. Publisher, o “prime parti”) visitati dall’utente ovvero siti o web server diversi (cd. “terze parti”) posizionano ed archiviano – direttamente, nel caso dei publisher e indirettamente, cioè per il tramite di questi ultimi, nel caso delle “terze parti” – all’interno di un dispositivo terminale nella disponibilità dell’utente medesimo.

Ma parlando di cookie, la vera rivoluzione non è stata quella di gennaio scorso, che ha dato una bella spallata al marketing selvaggio sul web, ma quella che sta per arrivare: Google ha infatti annunciato di voler eliminare gradualmente i cookie di terze parti all’interno di Chrome entro il 2023, seguendo l’esempio degli altri browser, che hanno già operato questa scelta negli anni passati.


Leggi anche:


Ne gioiscono gli utenti, generalmente esasperati dai banner, più o meno ben fatti, che funestano la loro navigazione in libertà, un po’ meno le aziende e le agenzie di comunicazione che sui cookie hanno finora fondato gran parte della loro strategia di marketing online degli ultimi anni.

Che fare quindi? In un futuro senza biscotti, cookieless appunto, sarà necessario individuare nuove strategie. Innanzi tutto utilizzare di più e meglio i cookie proprietari, o di prima parte, cioè raccolti in prima persona dal Titolare del sito e del trattamento. Si tratta di una scelta sicuramente più costosa, ma forse a lungo termine più remunerativa.

I dati di prima parte sono non solo generalmente più accurati, ma anche acquisiti in maniera più corretta, rispettando consensi e procedure di data protection by design imposti dal Regolamento per la Protezione dei Dati Personali.

Privacy e marketing, spesso visti come antitetici l’una all’altro, possono essere due facce della stessa medaglia, a patto che i Titolari comprendano, finalmente, di non essere i proprietari dei dati.

I dati non appartengono alla società che li utilizza, ma all’individuo a cui si riferiscono, e poiché la loro tutela costituisce un diritto fondamentale personale e inalienabile, devono essere trattati correttamente.

Il trattamento dei dati è considerato, giuridicamente, una attività pericolosa, perché implica una responsabilità aggravata in caso di danno, ma la percezione che della privacy hanno le aziende è ancora troppo legata a burocrazia, tecnicismi e carta da compilare.

Al contrario, il blocco dei cookie di terze parti potrà forse servire alle aziende a capire che i dati raccolti in prima persona sulla base di un valido consenso, prestato dopo aver ricevuto una corretta informativa, dunque dati precisi e accurati, sono un potente strumento di marketing sostenibile: sostenibile perché validato dall’utente, e quindi gradito, non invasivo e potenzialmente molto più efficace.

Il mondo della pubblicità dovrà quindi intraprendere azioni per un mondo senza cookie di terze parti, che cambieranno il modo di fare marketing e non solo.

Da privata cittadina, non posso che salutare questa novità con cauto ottimismo.

Da Data Protection Officer, invece, sarà più complicato accompagnare i miei clienti a compiere scelte che senza sacrificare il business siano in grado di ottenere gli stessi risultati con metodi alternativi: non solo utilizzo dei dati di prima parte, ma anche una Marketing Automation ben utilizzata (e conforme al GDPR) e l’utilizzo di piattaforme CRM (Customer Relationship Management) evolute verso i più moderni CDP (Customer Data Platform) in grado di incrociare tutte i dati forniti volontariamente dagli utenti con quelli di sessione.

Insomma, un terreno ancora tutto da esplorare, e, perché no, molte nuove opportunità nella lunga strada, ancora parecchio accidentata, della (pacifica) convivenza tra tecnologia e protezione dei dati personali.

Consigliamo: