Archivi giornalieri: 14 aprile 2022

Locazioni brevi: inserimento nella dichiarazione dei redditi precompilata e non

Locazioni brevi: inserimento nella dichiarazione dei redditi precompilata e non

Come inserire e gestire gli affitti brevi in dichiarazione dei redditi precompilata e ordinaria 2022. Guida completa e aggiornata alle novità

Come gestire le locazioni brevi nella dichiarazione dei redditi precompilata e ordinaria? Dal 23 maggio sarà possibile accedere al 730 precompilato 2022 e i redditi derivanti dalle locazioni brevi saranno presenti nel modello se la locazione è avvenuta tramite l’intervento di un intermediario immobiliare. Si intendono tali anche i portali telematici quali ad esempio AIRNB, che favoriscono l’incontro tra la domanda e l’offerta degli immobili da locale per un breve periodo, come avviene nella stagione estiva.

Gli intermediari sono tenuti ad applicare una ritenuta del 21% sui canoni corrisposti da colui che prende in affitto un immobile e a rilasciare al locatore le certificazione unica. Nella certificazione unica sono riportate le ritenute a carico del locatore. I dati riportati nella certificazione unica sono inseriti nella dichiarazione precompilata.

A partire dalla dichiarazione dei redditi 2022 in riferimento ai redditi prodotti nel 2021 il regime degli affitti turistici può essere può essere applicato solo se il contribuente destina a locazione non più di 4 appartamenti per ciascun periodo d’imposta, altrimenti si applica la tassazione prevista per le partite Iva, così come vedremo in seguito.

Ecco i dettagli.

Redditi da locazione breve

Anche per i redditi da locazione breve, ex art. 4 del D.L. 50/2017, è possibile applicare il regime della cedolare secca. Il riferimento è all’imposta sostitutiva del 21% applicata alle locazioni di immobili abitativi. Si parla di imposta sostitutiva perchè può essere scelta in opzione ossia in sostituzione della tassazione ordinaria Irpef.  Per locazioni brevi si intendono quelle locazioni di immobili abitativi dalla durata non superiore a 30 giorni. La durata è riferita ai singoli contratti di locazione. Difatti, per lo stesso immobile potremo avere diversi contratti di locazione breve nello stesso anno d’imposta.  Senza che ciò ci precluda l’accesso al regime della cedolare secca.

La tassazione al 21% è ammessa anche se oltre alla messa a disposizione dell’immobile vengono forniti servizi quali:

  • fornitura di biancheria e di pulizia dei locali;
  • utenze;
  • wi-fi;
  • area condizionata.

Attenzione: non è possibile optare per la cedolare secca al 21% laddove oltre ai servizi ammessi ne siano forniti altri quali ad esempio, la somministrazione di pasti, guida turistica ecc.

Locazioni brevi: principi di cassa o competenza

I redditi da locazione breve sono imputati al periodo d’imposta sulla base del principio di cassa o di competenza. A seconda se a stipulare il contratto di locazione sia il proprietario, il sublocatore o il comodatario.

Si applica il principio di competenza per il locatore proprietario dell’immobile, quello di cassa negli altri casi.  Per il sublocatario e il comodatario rileva il periodo d’imposta di percezione del canone di locazione. Indipendentemente da quando avviene la locazione.

L’inserimento nella dichiarazione precompilata delle locazioni brevi

Gli intermediari sono tenuti ad applicare una ritenuta del 21% sui canoni corrisposti da colui che prende in affitto un immobile. Inoltre, devono rilasciare al locatore le certificazione unica. Nella certificazione unica sono riportate le ritenute a carico del locatore. I dati riportati nella certificazione unica sono inseriti nella dichiarazione precompilata.

Da qui, nella dichiarazione precompilata il reddito derivante dalle locazioni brevi, comunicato tramite la Certificazione Unica dagli intermediari immobiliari o da coloro che gestiscono un portale telematico, è indicato:

  • nel quadro B, come reddito fondiario – se il soggetto che percepisce il canone è il proprietario dell’immobile o il titolare di altro diritto reale (esclusivamente se la locazione ha avuto luogo nel 2020  e, quindi, risulta indicato 2020 nel punto 4 “Anno” della CU);
  • nel quadro D, come reddito diverso – se il soggetto che percepisce il corrispettivo è il sublocatore o il comodatario (nella CU è barrata la casella “Locatore non proprietario”).

Nella dichiarazione precompilata i corrispettivi comunicati tramite CU sono automaticamente assoggettati a tassazione sostitutiva del 21%. Ciò non toglie che, se riteniamo che la tassazione ordinaria sia per noi più conveniente, possiamo modificare la scelta.

La ritenuta, effettuata dagli intermediari immobiliari, è indicata nel rigo F8.

Non sono assoggettati a ritenuta eventuali penali o caparre o depositi cauzionali.  Si tratta di somme di denaro diverse ed ulteriori rispetto al corrispettivo. Al contrario sono oggetto di ritenuta anche i rimborsi delle spese sostenute dal locatore. Somme delle quali ordinariamente non si tiene conto ai fini della determinazione del reddito fondiario (circolare, Agenzia delle entrate, n°24/e 2017).

L’inserimento nel foglio informativo

Quando accediamo alla dichiarazione precompilata che sarà disponibile dal 10 maggio, oltre alla dichiarazione visualizzeremo il foglio informativo.

In tale documento sono riportate le informazioni reddituali e di spesa in possesso dell’Agenzia delle entrate, con la specifica di quelle che sono state utilizzate o meno per la compilazione della precompilata.

In merito alle locazioni brevi:

  • le locazioni brevi che rientrano nella categoria dei redditi diversi (casella “Locatore non proprietario” della CU barrata), sono esposte nel foglio informativo sotto la voce “Altri redditi”;
  • mentre quelle che rientrano categoria dei redditi fondiari (casella “Locatore non proprietario” della CU non barrata), sono esposte nel foglio informativo sotto la voce “Redditi dei fabbricati”.

In entrambi i casi, è specificata la denominazione e il codice fiscale del soggetto che ha trasmesso la CU.

Locazioni concluse direttamente dal locatore

Se la locazione è stata conclusa direttamente dal locatore senza che l’intermediario intervenga nel pagamento, il locatore dovrà inserire manualmente i dati nella dichiarazione precompilata. In tale caso il Fisco non può essere a conoscenza della locazione, anche perchè i contratti di locazione breve non sono neanche soggetti all’obbligo di registrazione.

A tal proposito, si ricorda che, in base a quanto chiarito dall’Agenzia delle entrate nella circolare n°24/E 2017, anche se c’è l’intervento dell’intermediario:

  • in caso di pagamento mediante assegno bancario intestato al locatore,
  • l’intermediario, non avendo la materiale disponibilità delle risorse finanziarie su cui operare la ritenuta, non è tenuto a tale adempimento.

Ciò vale anche se  l’assegno è consegnato al locatore per il suo tramite.

Difatti, anche in tale caso è il contribuente a dover inserire il reddito in dichiarazione precompilata.

Problematiche operative: l’immobile in comproprietà

L’inserimento dei redditi da locazione breve in dichiarazione precompilata potrebbe comportare delle problematiche operative in capo al contribuente.

Si pensi ad esempio al caso in cui un immobile sia in comproprietà.

E’ il caso tipico di due fratelli che locano la propria seconda casa. Se il contratto di locazione breve è stipulato da uno solo di loro, la ritenuta è subita appieno solo da quest’ultimo.

Qualora il contratto di locazione sia stipulato da uno solo dei proprietari,  quest’ultimo che ha subito per il totale la ritenuta del 21%:

  • potrà scomputare la ritenuta subita dal proprio reddito complessivo o
  • chiedere il rimborso della maggior ritenuta subita sulla quota di reddito a lui non imputabile.

Gli altri comproprietari dovranno assoggettare a tassazione il reddito ad essi imputabile pro-quota. In sede di dichiarazione applicano la cedolare secca o la tassazione Irpef.

Locazioni brevi nel 730/2022: ultime novità

Come detto in premessa a partire dalla dichiarazione dei redditi modello 730/2022 e Modello Redditi 2022 il regime della locazione breve può essere applicato solo se il contribuente
destina a locazione non più di 4 appartamenti per ciascun periodo d’imposta. Negli altri casi, l’attività di locazione da chiunque esercitata si presume svolta in forma imprenditoriale (art. 2082 del codice civile).

Ciò comporterebbe l’obbligo di apertura della partita Iva nonché la presentazione del modello Redditi. Tale novità è stata introdotta con la legge n°178/2020, Legge di bilancio 2021 con effetti dal periodo d’imposta 2021 in avanti.

 

Cedolare secca affitti commerciali: guida aggiornata alle ultime novità

Cedolare secca affitti commerciali: guida aggiornata alle ultime novità

Ultime novità sulla cedolare secca sugli affitti commerciali: ecco come funziona, quali sono le regole e le ultime notizie in materia.

La cedolare secca affitti commerciali consiste nell’imposta sostitutiva sulle locazioni di immobili commerciali come negozi e botteghe, mentre è esclusa per i laboratori. Introdotta con la Legge di Bilancio 2019 prevede la possibilità di estendere la cedolare secca anche agli affitti commerciali e relative pertinenze locate congiuntamente, prima riservata esclusivamente agli immobili ad uso abitativo. Consiste quindi nell’applicazione di un’imposta sostitutiva, che si applica su opzione del locatore; chi la esercita pertanto applicherà una percentuale fissa ai redditi da locazione e questi non si cumuleranno agli altri redditi del titolare dell’immobile.

La percentuale di tassazione per affitti commerciali prevede una cedolare secca del 21% e il suo vantaggio principale è proprio che con un unico tributo si accorpano tutte le altre spese quali imposta di registro, imposta di bollo, IRPEF e relative addizionali.

L’opzione per la cedolare secca può essere fatta per i contratti di locazione di tipo strumentale (quindi affitti di negozi e botteghe) ma solo se stipulati entro il 31/12/2019; l’opzione in questo caso può essere effettuata anche in anni successivi al primo. I locali commerciali devono essere classificati nella categoria catastale C/1 e avere una superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze.

Vediamo tutti i dettagli.

Cedolare secca affitti commerciali: a chi conviene

Di sicuro al proprietario dei locali commerciali in affitto. Se si rientra nei requisiti descritti sopra, si può scegliere di applicarlo, dobbiamo ricordare che è un regime facoltativo è l’interessato che deve scegliere, ma prima deve capire se ci sia un reale vantaggio economico.

Nel regime ordinario sugli immobili locati si paga l’Irpef e le addizionali in base al proprio scaglione di reddito così suddiviso (aliquote e scaglioni IRPEF aggiornati al 2022):

Scaglioni IRPEF 2022 Aliquota IRPEF 2022
fino a 15.000 euro 23%
da 15.001 fino a 28.000 euro 25%
da 28.000 fino a 50.000 euro 35%
da 50.000 in poi 43%

Chi decide di optare per la cedolare secca andrà a pagare un’imposta sostitutiva che nel caso di contratti affitto commerciale avrà sempre l’aliquota del 21%.

Alla luce di quanto detto sopra si capisce che tale regime è estremamente conveniente rispetto a quello ordinario. Tra l’altro non si è soggetto né a bolli né ad imposta di registro.

Registrazione del contratto di affitto commerciale con cedolare secca

Possono accedere alla cedolare secca per gli affitti commerciali le persone fisiche titolare del diritto di proprietà o del diritto reale dell’immobile (usufrutto).

Il locatore quindi deve essere una persona fisica e deve agire al di fuori dell’attività di impresa, arti e professioni. Quindi non possono optare per questo regime fiscale:

  • le società di persone;
  • i soggetti IRES;
  • gli enti non commerciali;
  • e infine lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, professionisti).

La registrazione si potrà fare on line compilando il modello RLI e si dovrà inviare telematicamente con i software messi a disposizione dall’agenzia delle entrate.

L’opzione si dovrà scegliere al momento della registrazione del contratto e si poi riconfermare negli anni successivi; se non si effettua l’opzione, la tassazione avverrà con le regole ordinarie, il reddito pertanto si cumulerà nella dichiarazione dei redditi.

L’opzione si applica per l’intero periodo della durata del contratto, il locatore può revocare alla fine delle varie annualità e rientrarci in qualsiasi momento. Infine chi effettua l’opzione non può richiedere l’aggiornamento del canone e nemmeno la variazione Istat, l’inquilino da questo punto di vista è tutelato. L’inquilino inoltre dovrà essere informato di tale scelta con apposita comunicazione.

Pagamento della cedolare secca per i negozi

L’importo da pagare per la cedolare secca negozi si calcola in sede di dichiarazione dei redditi e segue le stesse regole della normale cedolare secca per i privati:

  • se l’importo è inferiore a 257,52 euro si paga il 95% entro il 30 novembre e il 5% a saldo;
  • se superiore a 257,52 euro:
    • primo acconto cedolare secca affitti pari al 40%: entro il 30 giugno;
    • secondo acconto cedolare secca affitti pari al 60%, entro il 30 novembre.

Cambiano le modalità di pagamento a seconda se si compila il modello 730 o modello Redditi. Per i soggetti che presentano il modello 730 l’importo calcolato da pagare si potrà decurtare direttamente a conguaglio in busta paga, o dalla pensione; quindi tramite Sostituto d’Imposta.

Chi compila l’Unico invece dovrà pagare la cedolare secca tramite F24 utilizzando i seguenti codici:

  • 1840 Acconto prima rata;
  • 1841 Acconto seconda rata o unica soluzione;
  • 1842 Saldo.

In linea generale bisogna ricordare che se il saldo dell’anno precedente supera supera i 51,65 euro si dovrà pagare un acconto pari al 95% dell’imposta dovuta.

Cedolare secca commerciale 2022: ultime notizie

Nel corso del tempo si sono accumulate una serie di chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate sulla cedolare secca commerciale; di seguito una rassegna delle più importanti:

  • Cedolare secca per i negozi, si può scegliere dopo il primo anno: PDF
  • Due locali locati, poi accorpati in unico immobile PDF
  • Cedolare secca per locali commerciali l’erede subentra nel vecchio regime Link

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Fondo Est – Cos’è, come funziona e come aderire

Fondo Est – Cos’è, come funziona e come aderire

Il Fondo Est è il fondo di assistenza sanitaria integrativa per dipendenti CCNL commercio, turismo, servizi e affini. Cos’è e come funziona.

Fondo Est è un fondo di assistenza sanitaria integrativa istituito in favore dei lavoratori dipendenti dei CCNL Terziario (distribuzione e servizi), Farmacie municipalizzate, Turismo, Ortofrutticoli e agrumari, Impianti sportivi, Autoscuole. Istituito nel 2005 e riservato a tutti i dipendenti a tempo indeterminato e agli apprendisti delle aziende che operano nei settori su indicati e affini.

Ma come funziona il FondoEst, come iscriversi e quanto costa? Qual è il numero verde per contattare gli uffici? Come si richiedono i rimborsi e quali sono le strutture convenzionate con Unisalute Fondo Est? Qui di seguito andremo a vedere nel dettaglio tutto ciò che c’è da sapere su questo Fondo Integrativo Sanitario, chi sono i soggetti obbligati ad iscriversi e quali sono le spese sanitarie coperte da tale fondo.

Fondo Est: cos’è

Come anticipato in premessa si tratta di un’assicurazione integrativa che offre assistenza sanitaria a tutti i dipendenti che fanno riferimento a determinati CCNL. L’adesione al fondo è riservata quindi solo a determinate categorie di lavoratori dipendenti.

Dal 15 gennaio 2013, tutti i datori di lavoro hanno l’obbligo di iscrivere i propri dipendenti al Fondo Est e nessun lavoratore potrà pertanto rifiutare l’iscrizione. L’obbligatorietà dell’iscrizione al Fondo è rivolta solo ed esclusivamente ai dipendenti a tempo indeterminato e agli apprendisti di uno dei seguenti CCNL:

  • Terziario (distribuzione e servizi);
  • Farmacie;
  • Turismo;
  • Ortofrutticoli e agrumari;
  • FruitImprese;
  • Confederazione Italiana dello Sport-Confcommercio imprese per l’Italia;
  • Autoscuole e studi di consulenza automobilistica sottoscritto da Unasca o da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti
  • Unasca e dai sindacati dei lavoratori (Filcams, Flai, Sic, Filt Cgil, Fisascat, Filt Cisl, Uiltucs, Uilcom, Uil);
  • Dipendente da imprese esercenti l’attività funebre sottoscritto da Feniof;
  • Pubblici Servizi e Ristorazione collettiva.

Sono esclusi dall’iscrizione al fondo i dirigenti e i quadri d’azienda. Ma vediamo come funziona il fondo di assistenza sanitaria integrativa.

Leggi anche: Fondo Perseo Sirio

Come funziona il Fondo Est

Fra le funzioni principali del fondo vi è quella di rimborsare alcune spese sanitarie sostenute dal dipendente iscritto. Il rimborso avviene grazie al versamento di un quota mensile oppure annuale versata da ogni singolo dipendente iscritto.

La quota da versare all’interno del fondo è composta da un contributo ordinario che può essere mensile oppure  annuale e da una  quota di iscrizione. Se il pagamento avviene mensilmente, il versamento sarà posticipato, mentre se sarà annuale, il versamento della quota sarà anticipato.

Quanto costa l’adesione al Fondoest

Ma quanto costa l’adesione al Fondoest? Le quote da versare per usufruire dei benefici del Fondo variano in base alla tipologia di CCNL. Ecco la somma da pagare per ogni tipologia di contratto collettivo nazionale del lavoro:

  • TERZIARIO*: 12 euro mensili e 30 € una tantum;
  • FARMACIE SPECIALI: 10 euro mensili e 30 € una tantum;
  • IMPIANTI SPORTIVI*: 12 euro mensili e 30 € una tantum;
  • AUTOSCUOLE*: 12 euro mensili e 30 € una tantum;
  • ATTIVITA’ FUNEBRE*: 12 euro mensili e 30 € una tantum;
  • PUBBLICI ESERCIZI E RISTORAZIONE COLLETTIVA: 12 euro mensili e 15 € una tantum per contratti Full Time e 8 € per contratti Par Time;
  • TURISMO: 10 euro mensili e 15 € una tantum per contratti Full Time e 8 € per contratti Par Time;
  • ORTOFRUTTA: 10 euro mensili e 15 € una tantum;

Ricordiamo che le quote precedentemente elencate (ordinarie e una tantum) sono versate direttamente dall’azienda mentre le categorie indicate con *, € 2,00 sono a carico del dipendente.

In ogni caso vi rimandiamo all’elenco dei costi aggiornato presente sul sito ufficiale del fondo a questo indirizzo.

Leggi anche: Fondo Metasalute Metalmeccanici: cos’è e come aderire

Quali sono i rimborsi del fondo Est

Fondo est

Fondo est

Sono numerosi i rimborsi delle prestazioni sanitarie coperte dall’assicurazione sanitaria integrativa. Infatti, il lavoratore dipendente iscritto al Fondo Est che ha bisogno di una determinata prestazione sanitaria, può beneficiare di una notevole copertura sulle spese sostenute.

Una volta sostenuta la spesa per una determinata prestazione sanitaria, il dipendente potrà richiedere il rimborso inviando una copia delle fatture che attestino l’avvenuta prestazione sanitaria.

Le cure mediche coperte dal Fondo Est sono le seguenti:

  • Ricovero presso una struttura pubblica o privata;
  • Prestazioni odontoiatriche;
  • Prestazioni relative alla maternità
  • Ticket sanitari di pronto soccorso e accertamento;
  • Visita Oculistica;
  • Cure terapiche;
  • Visite specialistiche
  • Implantologia o estrazione denti;
  • Spese sostenute prima e dopo un ricovero. Il fondo copre fino a 120 giorni prima e dopo il ricovero;
  • Prestazioni relative alla sindrome metabolica.

Precisiamo che ogni cura medica precedentemente elencata è soggetta a massimali che variano a seconda dell’intervento sanitario da sostenere. Ecco alcuni esempi:

  • Pacchetto maternità: Il massimale di rimborso  ammonta a € 1.000,00 per evento gravidanza;
  • Visite specialistiche: Il massimale annuo assicurato è di € 700,00;
  • Diagnostica e Terapia: Il massimale annuo è di € 6.000,00;
  • Ticket SSN per accertamenti diagnostici e di Pronto Soccorso: Il massimale annuo è di € 500,00;
  • Fisioterapia da infortunio o patologie particolari: Il massimale annuo è di € 500,00;
  • Implantologia: Massimo di € 3.300,00.

Fondo Est strutture convenzionate

Qui trovi un elenco aggiornato di strutture convenzionate Fondo Est.

 Fondo est iscrizione: come fare

www.fondoest.it

www.fondoest.it

Come faccio a iscrivermi come dipendente al Fondo Est? L’iscrizione lo ricordiamo è a cura dell’azienda, tuttavia per accedere a taluni servizi e usufruire delle agevolazioni basta accedere al log-in di www.fondoest.it on line ed inserire le credenziali d’accesso ricevute a casa al momento di entrata in copertura.

Come appena detto l’iscrizione al Fondo Est non può essere effettuata dal singolo dipendente, ma sarà direttamente il datore di lavoro ad iscrivere ogni suo dipendente al fondo. Ricordiamo che l’iscrizione al Fondo è obbligatoria per tutte le aziende che applicano ai propri dipendenti, uno dei contratti collettivi nazionali di lavoro precedentemente elencati.

L’iscrizione di un’azienda al Fondo Est è davvero molto semplice. Infatti, tutte le fasi dell’iscrizione vengono svolte direttamente online sul sito web ufficiale del Fondo. Terminata l’iscrizione al fondo, l’azienda riceve un codice univoco utilizzabile per l’assistenza oppure semplicemente per richiedere informazioni al personale del fondo.

E’ possibile contattare il Fondo Est attraverso il numero verde 800.922.985 dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 17.30, o il venerdì dalle 9 alle 12 oppure tramite email all’indirizzo: info@fondoest.it

Come richiedere il Rimborso delle spese Sanitarie sostenute

Richiedere il rimborso delle spese sanitarie sostenute al Fondo Est è davvero molto semplice. Infatti, tutto quello che bisognerà fare è recarsi sul sito www.fondoest.it all’area riservata MyFondoest ed effettuare la richiesta di rimborso direttamente online.

In alternativa è possibile inviare la documentazione richiesta anche per via posta. Tutti i rimborsi relativi alle spese sostenute per: Ticket per visite e accertamenti diagnostici, pacchetto maternità, fisioterapia, pacchetto riabilitazione,  acquisto occhiali o lenti, ausili medico ortopedici, invalidità ecc, la documentazione dovrà essere inviata a:

Fondo Est -Ufficio Liquidazioni, Via Cristoforo Colombo 137 – 00147 Roma (RM) 

Unisalute Fondo Est

Mentre, per tutte le richieste di rimborso relative ad altre spese sostenute per cure odontoiatriche, chirurgia, prestazioni pre/post ricovero e indennità di ricovero, la documentazione dovrà essere inviata a Unisalute Fondo Est:

UniSalute Spa – Fondo Est, c/o CMP BO – Via Zanardi 30 40131 Bologna

Ricordiamo che i dipendenti iscritti al fondo per poter richiedere il rimborso, dovranno presentare una copia delle relative documentazioni che attestino le spese sanitarie sostenute e il  modulo rimborso Fondo Est. Sono esclusi dal rimborso le spese sostenute per l’acquisto di eventuali marche da bollo.

Numero verde Fondo Est contatti

Numero Verde Fondo Est

Numero Verde Fondo Est

Fondo est contatti: è possibile contattare gli uffici tramite:

  • numero verde Fondo Est 06.510311 (dal lunedì al venerdì 8.30 – 19.30)
  • numero verde di UniSalute per Fondo est 800.016.648
  • infine tramite email: info@fondoest.it

Contattare Fondo Est Numero verde

  1. per prenotazioni di visite specialistiche e prestazioni di diagnostica presso le strutture convenzionate di SiSalute per Fondo Est
  2. approfondimenti sulle prestazioni sanitarie e sulle modalità di richiesta rimborso.

Mentre UniSalute per Fondo est per:

  • prenotazioni di pacchetti di prevenzione, prestazioni di odontoiatria e diagnostica odontoiatrica
  • approfondimenti sull’area ricoveri, interventi ed ospedalizzazione domiciliare

Come prenotare una visita con Fondo Est?

Infine è possibile prenotare visita tramite l’area riservata MY FONDO EST nella sezione “Prenota una prestazione presso una struttura convenzionata“.

Fondoest su internet

Per maggiori informazioni su Fondoest recarsi sul sito www.fondoest.it

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Rinnovo Patente di guida nel 2022: come si fa, quando scade e quanto costa. Aggiornato alle norme covid

Rinnovo Patente di guida nel 2022: come si fa, quando scade e quanto costa. Aggiornato alle norme covid

Regole, costi e scadenze per il rinnovo della patente di guida con regole normali e emergenziali da covid-19. Aggiornato al 31/03/2022.

La patente di guida ha dei tempi di scadenza molto lunghi e che variano a seconda dell’età dell’automobilista. Per questo motivo non è sempre semplice ricordare la data di rinnovo della propria patente, nonostante quest’ultima è indicata sul documento.

Non rinnovare la patente vuol dire incorrere in sanzioni amministrative e nelle peggiori delle ipotesi anche il ritiro della stessa e il risarcimento totale in caso d’incidente. Da ricordare comunque che in questo periodo emergenziale da covid il Governo ha predisposto alcune nuove scadenze e proroghe per patenti, esami di guida e revisione dei veicoli. Le date delle proroghe sono poi cambiate a causa della fine dell’emergenza al 31 marzo 2022.

Quindi vediamo entro quando e come rinnovare la propria patente, quali sono i costi e i documenti necessari per  rinnovarla.

Quando si rinnova la patente di guida?

Come ogni documento d’identità, anche la patente di guida ha una data di scadenza che varia in base alle diverse fasce di età del guidatore e il tipo di patente posseduta.

Per conoscere la data esatta di scadenza della propria patente di guida, è possibile controllare il punto “4B” presente sul fronte della patente. Tale punto indica il giorno, il mese e l’anno di scadenza della patente.

Per il rinnovo della patente bisogna far riferimento alle regole generali e alle regole emergenziali da covid-19.

Regole rinnovo patente covid-19

Prima di vedere le regole generali ecco un riepilogo delle scadenze in periodo di covid-19, così come predisposte dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, distinguendo fra: patenti ancora da conseguire e patenti da rinnovare.

Patenti ancora da conseguire

Per le patenti ancora da conseguire sono in vigore le seguenti proroghe:

  • esame teoria: chi ha fatto domanda di conseguimento patente entro il 31 dicembre 2020 può svolgere la teoria entro il 31 dicembre 2021; chi ha fatto domanda dal 1° gennaio 2021 fino alla data di cessazione dello stato di emergenza può svolgere la prova entro 1 anno (e non entro sei mesi) dalla data della domanda.
  • fogli rosa: i documenti in scadenza tra il 31 gennaio 2020 e il 31 luglio 2021 sono prorogati fino 29 ottobre 2021; quindi fino a 90 giorni dopo la cessazione dello stato di emergenza sanitaria che, lo ricordiamo, è attualmente fissata al 31 luglio 2021.

Patenti scadute e da rinnovare

Con la nuova circolare del MIT 39841 del 27-12-2021, il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile ha adeguato le proroghe della patente di guida in relazione alle nuove date di cessazione dello stato di emergenza coincidente con il 31 marzo 2022.

  • chi ha presentato domanda per l’esame di teoria della patente dal 1 gennaio 2021 e il 31 marzo 2022, può espletarla entro un anno dalla presentazione della domanda.
  • tutti i certificati, attestati, permessi e atti abilitativi (tra cui le patenti da rinnovare) in scadenza tra il 31 gennaio 2020 e il 31 marzo 2022, sono validi fino a 3 mesi dopo la fine del nuovo stato di emergenza (29 giugno 2022).

Tabella proroga rinnovo patente 2022

Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile ha altresì pubblicato una tabella di sintesi con tutte le date dettagliate relativamente alle scadenze e alle proroghe dei rinnovi patente 2022.

Le precedenti scadenze e proroghe rinnovo patente covid-19 erano elencate nella Circolare 3 maggio 2021 prot. 14832 del MIT.

Regole generali rinnovo patente

Di seguito invece passiamo alle regole generali, ovvero fuori dal periodo emergenziale da covid-19.

Rinnovo Patente A

  • 10 anni per gli automobilisti con età fino 50 anni;
  • 5 anni con età tra 50 e 70 anni;
  • 3 anni per gli automobilisti con età tra 70 e 80 anni;
  • 2 anni per gli automobilisti con età superiore ad 80 anni;

Rinnovo Patente B

  • ogni 10 anni per gli automobilisti con età fino a 50 anni;
  • per gli automobilisti con età tra i 50 e i 70 anni il rinnovo avviene ogni 5 anni;
  • dai 70 anni in poi il rinnovo della patente di guida B avviene ogni 3 anni;

Rinnovo Patente C

  • ogni 5 anni per gli automobilisti con età fino ai 65 anni;
  • ogni 2 anni dopo i 65 anni di età.

Rinnovo Patente D

  • Il rinnovo deve avvenire obbligatoriamente ogni 5 anni per i guidatori fino ai 60 anni di età;
  • ogni anno dopo i 60 anni.

In caso di patente scaduta da più di un anno dalla data di scadenza, l’automobilista può incorrere in sanzione da parte delle autorità. Infatti, la sanzione prevista consiste nel ritiro della patente di guida e una multa che varia da 148 € fino ad un massimo di 594 €. Inoltre, in caso di patente scaduta da più di 3 anni, l’automobilista sarà obbligato a sostenere di nuovo l’esame teorico e pratico per conseguire nuovamente la patente.

Quanto costa rinnovare la patente?

Il rinnovo della patente di guida ha due costi, ossia i costi fissi e i costi variabili che cambiano a seconda della struttura scelta e della regione di appartenenza.

I costi fissi sono:

  • 16,00€ versamento Motorizzazione civile;
  • 10,20 € per il dipartimento dei trasporti terrestri (DTT);
  • 6,80 € spese di spedizione;

Mentre i costi variabili che variano a seconda della Regione di appartenenza e la struttura scelta per il rinnovo sono i seguenti:

  • dai 4 ai 10 € per le fototessere da applicare sulla nuova patente;
  • dai 30 ai 70 € per la visita medica;
  • costo della gestione pratiche dai 20 € ai 50 €.

In sintesi:

Struttura Costo
ACI 60-100 €
ASL 60-90 €
Scuola Guida 100-170 €
Direzione sanità di RFI 80 €

Come si rinnova la patente di guida?

Rinnovare la propria patente di guida è davvero molto semplice. Infatti, l’automobilista può effettuare il rinnovo già 4 mesi prima della scadenza stabilita oppure pochi giorni prima presso una delle seguenti strutture autorizzate:

  • motorizzazione civile;
  • scuola guida;
  • delegazione ACI;
  • ufficio ASL;
  • direzione sanità di RFI.

Qualsiasi sia la struttura scelta per il rinnovo della patente, l’automobilista è obbligato ad effettuare una visita medica presso tali strutture. La visita medica consiste in un’esame della vista, verifica della sensibilità al contrasto, visione crepuscolare, sensibilità e tempo di recupero dopo l’abbigliamento, controllo dei riflessi.

In caso di esito positivo, la struttura rilascerà un documento sostitutivo della patente e successivamente la Motorizzazione Civile inviare direttamente a casa la nuova patente rinnovata entro 15 giorni dalla visita medica effettua.

Documenti necessari per il rinnovo della patente

I documenti da portare alla visita medica per il rinnovo della patente sono, il codice fiscale, un documento d’identità in corso di validità, la patente di guida scaduta oppure con scadenza a breve, la ricevuta di pagamento dell’imposta di bollo di 16 euro e ricevuta di pagamento di 10,20 €, due fototessere e certificazioni per eventuali patologie e occhiali da vista.

I moduli per il pagamento dell’imposta di bollo possono essere reperiti facilmente presso qualsiasi ufficio postale oppure presso una scuola guida.

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Pacchetto anti evasione fiscale 2022: le possibili misure in arrivo contro i furbetti delle tasse

Pacchetto anti evasione fiscale 2022: le possibili misure in arrivo contro i furbetti delle tasse

All’orizzonte un pacchetto anti evasione che si combina con il dl semplificazioni e che vuole favorire l’ottenimento degli obiettivi del PNRR

Non solo riforma del catasto e riforma IRPEF, sempre in materia fiscale il Governo è al lavoro per elaborare nuove norme mirate a contrastare in modo massiccio l’evasione fiscale in quello che è stato ribattezzato il nuovo “Pacchetto anti-evasione”. La finalità è duplice: individuare tutti coloro che preferiscono aggirare le regole invece che rispettarle e portare all’emersione delle tasse non pagate al Fisco.

Il Governo Draghi intende infatti ridurre l’evasione fiscale di almeno il 40% entro il 2026. In particolare gli addetti ai lavori sono all’opera per elaborare un vero e proprio pacchetto di norme per combattere l’evasione fiscale, da inquadrare nell’ambito del dl semplificazioni, che prende di mira i furbetti delle tasse e tutte le condotte che integrano elusione ed evasione fiscale. Tante le misure che entrano in gioco per stringere le maglie contro chi non rispetta le regole: ad es. quelle per chi rifiuta le transazioni con il POS e le regole in tema di lotteria scontrini. Ecco qualche dettaglio in proposito.

Pacchetto anti-evasione fiscale 2022: quali sono le principali misure allo studio

Come appena accennato, il pacchetto anti evasione intende intervenire su più fronti, in modo da contrastare in modo ancora più efficace l’evasione fiscale e recuperare ingenti somme di denaro da imposte, tasse e tributi per redditi nascosti e compravendite di beni e servizi non dichiarati. Ecco i punti clou del citato pacchetto.

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Giro di vite su POS e carte di credito

Per contrastare elusione e evasione fiscale il Governo punta molto sui pagamenti tracciati ovvero effettuati tramite POS, carte di credito, assegni, bonifici ecc. Ebbene, i tecnici del Governo stanno elaborando norme che disporranno sanzioni per coloro che dicono no ad una transazione con POS. In arrivo infatti una multa fissa di 30 euro oltre al 4% del valore della transazione negata.

Nessun dubbio a riguardo: al fine di diffondere i pagamenti elettronici, l’obiettivo è intervenire sull’utilizzo del POS. Vero è che l’obbligo per esercenti e professionisti è in vigore dal 2014, ma non la sanzione. Quest’ultima però dovrebbe divenire realtà non più da primo gennaio 2023, ma in anticipo dal 30 giugno. Ciò emerge in questi giorni dai lavori sul pacchetto antievasione.

Per quanto riguarda invece la mappatura delle carte di credito, si fa strada la linea dell’invio al Fisco dei dati di tutti i pagamenti digitali che, incrociati con le fatture elettroniche, potrebbero consentire di aver più chiarezza in merito ai soggetti che effettivamente violano gli obblighi di natura fiscale.

Lotteria scontrini: regole più snelle e più spazio agli strumenti digitali

Il pacchetto anti evasione include altresì novità in materia di lotteria degli scontrini, in maniera da rendere più facile la partecipazione alle varie estrazioni ed allargare il numero dei concorrenti.

Meno burocrazia e niente più codice a barre: piuttosto un Qr-code nello scontrino, che potrà essere inquadrato dall’utente con app ad hoc, per scoprire molto velocemente l’eventuale vincita. Ma nel Governo si sta anche discutendo di introdurre in futuro premi più frequenti ma di importo minore.

Partita Iva, regime forfettario e Superbonus: la linea nel pacchetto antievasione

Non solo. Nell’ambito delle misure in discussione negli ambienti del Governo c’è anche la possibilità di rendere obbligatoria la fatturazione elettronica per le p. IVA, ovvero quelle che ricadono nel regime forfettario ed ora pagano una flat tax corrispondente al 15% fino a 65mila euro di reddito lordo. I numeri ci dicono che si tratta di una platea di poco meno di 2 milioni di soggetti, che potrebbero trovarsi costretti ad utilizzare l’e-fattura, per rispettare le nuove norme antievasione.

Per quanto riguarda invece il Superbonus 110% e al fine di evitare aggiramenti delle regole il Governo sta pensando di rendere obbligatorio l’invio iniziale della pratica all’Enea (comunicazione preventiva). Si tratta dello stesso obbligo valevole per l’ecobonus. Ciò consentirebbe di valutare con più precisione l’applicazione della misura, incentivando al rispetto delle regole e dando una risposta concreta ai tentativi di frode.

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Pacchetto antievasione: qual è la finalità

Concludendo, come accennato all’inizio, l’obiettivo del Governo è reagire ad un’evasione fiscale più viva che mai e che è stata stimata in circa 80-100 miliardi l’anno.

Al fine di sburocratizzare e cogliere i 45 obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza previsti entro fine giugno, in Consiglio dei Ministri mercoledì 13 aprile è in calendario un incontro sul tema del pacchetto di norme all’insegna delle semplificazioni (ad es. in tema di appalti), che include altresì le citate misure di contrasto all’evasione fiscale.

Lo ribadiamo: la finalità del pacchetto antievasione è far calare l’evasione del 40% entro quattro anni. Infatti proprio nel 2026 sarà l’anno in cui si chiuderà il PNRR, e nel quale si farà il punto sui risultati e i target conseguiti.

 

Cure termali Fondo Mutualità ex IPOST: online i bandi 2022

Cure termali Fondo Mutualità ex IPOST: online i bandi 2022

Sono stati pubblicati i bandi di concorso Cure termali 2022 – Nuovo Fondo Mutualità e Cure termali 2022 – Vecchio Fondo Mutualità ex IPOST.

I destinatari del concorso sono gli iscritti al Nuovo e al Vecchio Fondo di Mutualità della Gestione Mutualità ex IPOST.

Gli interessati concorrono per l’assegnazione di 60 contributi economici, per ogni bando, grazie ai quali poter usufruire di cure termali presso strutture liberamente scelte e situate sul territorio nazionale.

I soggiorni dovranno essere fruiti nel periodo compreso tra il 1° giugno e il 30 novembre 2022.

La domanda deve essere inviata entro il 13 maggio 2022 secondo una di queste modalità:

  • a mezzo Raccomandata A/R o assicurata convenzionale A/R, all’indirizzo: INPS – Direzione centrale Credito, Welfare e Strutture sociali – Area Politiche di Assistenza e di Inclusione sociale per gli iscritti ai fondi mutualistici – Concorso Cure termali VF 2022 – Via A. Ballarin 42 – 00142 Roma;
  • tramite posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo: dc.creditowelfareestrutturesociali@postacert.inps.gov.it.

Soggiorni estivi ex IPOST: pubblicato il bando per il 2022

Soggiorni estivi ex IPOST: pubblicato il bando per il 2022

È stato pubblicato il bando di concorso per l’assegnazione di contributi per soggiorni estivi, in favore degli iscritti al Nuovo Fondo Mutualità ex IPOST.

Per il 2022 l’INPS mette a concorso 200 contributi per soggiorni estivi presso alberghi, bed and breakfast, case vacanza, agriturismi, affittacamere, campeggi, liberamente scelti e situati esclusivamente sul territorio nazionale.

I soggiorni dovranno essere fruiti nel periodo compreso tra il 1° giugno e il 30 novembre 2022, per un massimo di sette giorni, anche non continuativi.

La domanda dovrà essere inviata, seguendo le indicazioni contenute nel bando, entro il 13 maggio 2022.

Giovedì Santo

 

Giovedì Santo


Giovedì Santo

autore: Daniele Crespi anno: 1625 titolo: L’Ultima Cena luogo: Pinacoteca di Brera, Milano
Nome: Giovedì Santo
Titolo: L’ultima cena
Ricorrenza: 14 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità
Il Giovedì Santo si celebra il rito della benedizione degli olii santi durante la Messa del Crisma al mattino e nel pomeriggio si ricorda l’ultima Cena del Signore nella messa serale dando così inizio al Triduo Santo.

Nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è “solidarietà”, saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto». La sorgente di questo dono per la Chiesa e per ogni singolo credente è la Mensa Eucaristica nella quale la comunità radunata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito, ripetere il gesto compiuto da Gesù con l’istituzione del Sacramento dell’Altare.

Il comando di Gesù rivolto ai suoi discepoli chiamati a perpetuare quanto da lui stesso compiuto nel cenacolo si prolunga poi nel segno della lavanda dei piedi, tanto che lo stesso Maestro e Signore dice ai suoi commensali: «Vi ho dato l’esempio perché come ho fatto io facciate anche voi». Così facendo pone una relazione profonda e indisgiungibile tra l’Eucaristia, sacramento della sua offerta sacrificale al Padre per la salvezza del mondo, e il comandamento dell’amore che si traduce nel servizio incondizionato, sino al dono della vita, ai fratelli.

Dall’Eucaristia la Chiesa trae la sua origine permanente e all’Eucaristia essa deve fare ritorno in ogni istante della sua esistenza e della sua missione perché possa essere e crescere secondo il pensiero e il disegno di Dio. Del resto «la Chiesa è stata fondata, come comunità nuova del Popolo di Dio, nella comunità apostolica di quei dodici che, durante l’ultima cena, sono divenuti partecipi del corpo e del sangue del Signore sotto le specie del pane e del vino. Cristo aveva detto loro: “Prendete e mangiate…”, “prendete e bevete”. Ed essi, adempiendo questo suo comando, sono entrati, per la prima volta, in comunione sacramentale col Figlio di Dio, comunione che è pegno di vita eterna.

Da quel momento sino alla fine dei secoli, la Chiesa si costruisce mediante la stessa comunione col Figlio di Dio, che è pegno di pasqua eterna». La ricchezza di questo mistero di salvezza è sapientemente raccolta in un’opera in avorio che fa parte di una collezione più vasta di tavolette eburnee istoriate, molte delle quali illustrano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, probabilmente costituenti nel loro insieme un paliotto d’altare. Oggi sono conservate al Museo S. Matteo di Salerno.

Ultima Cena Avori Salernitani

La “tavola” qui illustrata è divisa in verticale in due scene distinte e complementari. La parte superiore è occupata dall’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, chiaro rimando al mistero eucaristico. Gesù è intento a consegnare il pane moltiplicato ai suoi discepoli che a loro volta lo distribuiscono alla folla. La parte inferiore è invece costituita a sua volta da due scene. Innanzitutto l’ultima cena, in cui possiamo vedere Gesù seduto assieme ai suoi discepoli a una tavola imbandita con al centro un grande pesce, simbolo cristologico ed eucaristico, poco prima di annunciare il tradimento di Giuda. Poi ecco la lavanda dei piedi, lì dove Gesù, dopo aver deposto la veste su uno sgabello posto alle sue spalle ed essersi cinto di un asciugatoio, lava i piedi a Pietro e agli altri discepoli. Il suo gesto ha una forte connotazione liturgica e richiama immediatamente ciò che durante la celebrazione della Cena Domini compie il sacerdote quando ripete l’azione compiuta da Gesù nel cenacolo.

Le due scene sono strettamente relazionate e celebrano un solo mistero: «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine». Verso Cristo, il quale «ci nutrisce con tutto il sangue del suo corpo e del suo cuore, sotto il peso di inauditi dolori, pressato come in un torchio, solo per la forza del suo amore infinito» (M. S. Scheeben), si muove il cuore della Chiesa alla quale il Maestro «prima di consegnarsi alla morte, affidò il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore» (Preghiera Colletta).

ICONOGRAFIA

“Una casa. Al suo interno c’è una tavola con focacce e piatti colmi di cibo; c’è una coppa e un grande recipiente per il vino. Cristo è seduto a tavola con gli apostoli. Sul lato sinistro, Giovanni è disteso sul suo grembo; a destra Giuda allunga la mano nel piatto e guarda Cristo.” Così recita il manoscritto d’iconografia bizantina redatto tra il X e l’XI secolo d. C. che detta le regole per rappresentare l’ormai tradizionale culto eucaristico con la figura di Cristo tra i discepoli.

Fractio Panis delle Catacombe di Priscilla

titolo Fractio Panis delle Catacombe di Priscilla

In epoca paleocristiana il rito del banchetto sacro, l’agape, veniva rappresentato nel contesto di un’abitazione, come nella Fractio Panis delle Catacombe di Priscilla risalenti al III sec sicuramente una delle più antiche raffigurazione della Cena Eucaristica. Col passare dei secoli troviamo un Cristo-Filosofo tra i discepoli, disposti a semicerchio coi pesci al centro come nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo (inizio del VI sec.) che non si discosta troppo dalla Codex Purpureus Rossanensis già ispirata a modelli orientali.

Codex Purpureus Rossanensis

titolo Codex Purpureus Rossanensis

Se con Giotto e Duccio possiamo ammirare i commensali sui due lati del tavolo con Cristo al centro, con Andrea del Castagno, il Ghirlandaio e Luca Signorelli vediamo gli apostoli allineati lungo un tavolo con Cristo al centro e Giuda da solo di fronte agli altri.

Ultima Cena

titolo Ultima Cena
autore Giotto anno 1303-1305

Ma la rappresentazione più celebre di sempre è quella vinciana, che ne rivoluziona i dettami con i 13 commensali tutti dallo stesso lato, le profonde fughe prospettiche e soprattutto la scelta del momento da rappresentare, ovvero l’annuncio dell’imminente tradimento e la conseguente reazione degli apostoli.

Ultima Cena

titolo Ultima Cena
autore Leonardo Da Vinci anno 1494-1498

Da lì a poco le varianti del Cenacolo saranno sempre più importanti. Perde di linearità e sintesi per arricchirsi di personaggi, animali e nuovi elementi con il capolavoro del Tintoretto.

Ultima Cena

titolo Ultima Cena
autore Tintoretto anno 1592-1594

O come la magnifica rappresentazione del pittore spagnolo Juan Vicente Macip realizzato tra il 1555-1562 e conservato nel Museo del Prado a Madrid.

Ultima Cena

titolo Ultima Cena
autore Juan Vicente Macip anno 1555 – 1562

Oltre alla raffigurazione dell’ultima cena nel Giovedì Santo viene rappresentata la lavanda dei piedi che è il gesto che Gesù fece durante l’Ultima Cena narrato nel Vangelo secondo Giovanni, atto che simbolizza l’amore di Cristo per gli umili. Uno dei dipinti più rappresentativi della scena è sicuramente quello di Giotto conservato nella Cappella degli Scrovegni a Padova.

Lavanda dei piedi

titolo Lavanda dei piedi
autore Giotto anno 1303-1305 circa

Ma anche il capolavoro del Caracciolo mostra come umilmente Gesù si inginocchia al cospetto di Pietro. Questi, che non può comprendere il gesto del Signore, tenta umilmente di sottrarvisi non ritenendosene degno. Gli altri apostoli si interrogano stupefatti con sguardi e gesti d’incredulità. Sul tavolo alle spalle di Gesù, ben illuminato, vi è un pane, ovvia allusione al pane eucaristico.

Lavanda dei piedi

titolo Lavanda dei piedi
autore Battistello Caracciolo anno 1622