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Pensioni: tutti via dal lavoro a 64 anni con il mini-taglio
7.04.2022 | Fonte: today.it | Visualizzazioni: 4 167
Luciano Cazzola

Che la riforma delle pensioni permetterà di lasciare senza difficoltà il lavoro ben prima dei 67 anni è una certezza. Ma se il punto fermo dei sindacati è sempre lo stesso dal 1º gennaio 2023, ovvero pensioni già a partire dai 62 anni per tutti (impossibile) o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica (i tecnici non la reputano sostenibile), il governo dal canto suo va in contropiede e sembra intenzionato a mettere sul tavolo una nuova proposta forte, che le parti sociali vaglieranno con molta attenzione. L’esecutivo in questi mesi di “riscaldamento” prima dell’inizio della partita-riforma non è mai apparso propenso a discostarsi troppo dalla soglia anagrafica minima dei 64 anni fissata dalla legge Fornero per i lavoratori totalmente contributivi. Il piano è accelerare nelle prossime settimane e trovare la quadra in tempo utile per il Def di aprile. Con i 64 anni al centro.

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Pensioni da 64 anni nel 2023

Eccoci dunque alla nuova proposta del governo: andare in pensione prima dei 67 anni previsti dalla Fornero, ma ricalcolando l’assegno col metodo contributivo perché la flessibilità in uscita sia sostenibile, in modo che non abbia cioè un impatto sui conti pubblici. Il governo ha già parlato di questa opzione ieri ai sindacati nell’ultimo dei confronti tecnici in vista del tavolo politico conclusivo con i ministri Franco e Orlando della prossima settimana. Ma Cgil, Cisl e Uil non potrebbero mai dire di sì se ciò comportasse un taglio del 30%, come accade esempio con Opzione Donna (che è confermatissima per il 2022.

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Il punto di mediazione che si intravede all’orizzonte, e che trova spazio oggi sui quotidiani, è il seguente: via dal lavoro da 64 anni con almeno 20 di contributi e una penalizzazione del 3% al massimo per ogni anno di anticipo. A patto che la pensione spettante non sia troppo bassa, ma superiore all’assegno sociale di un certo numero di volte. La formula di quel tipo è già realtà per i contributivi puri, quelli che lavorano dal 1996, con un multiplo di 2,8 volte: si esce a 64 anni solo con pensioni di almeno 1.311 euro. Limite eccessivo, per i sindacati. Il governo potrebbe abbassarlo, rivela Repubblica, “se decidesse di estendere questa formula a chi è nel sistema misto (retributivo e contributivo). Si comincia a trattare”. E per la prima volta da mesi c’è la sensazione che si sia imboccata una via percorribile.

L’Europa non si opporrebbe in alcun modo a scenari simili, perché in Italia così si estende il contributivo a tutti, di fatto. I numeri dicono inoltre che il 90% delle persone in uscita dal lavoro andranno in pensione con il calcolo misto e che la parte retributiva peserà solo per il 30% sull’assegno. Un mini-taglio della parte retributiva non sarebbe traumatica. I sindacati tentennano, ma aprono. “Dipende come si fa il ricalcolo, noi siamo contrari in ogni caso, troppo penalizzante”, avverte qualcuno.

Main image Pensioni: tutti via dal lavoro a 64 anni con il mini-taglioultima modifica: 2022-04-07T09:06:26+02:00da vitegabry
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