Archivi giornalieri: 16 ottobre 2015

Legge di Stabilità 2016

Legge di Stabilità: bonus produttività e welfare aziendale

 

Con la Legge di Stabilità 2016 più soldi alle imprese che contattano su produttività e welfare: ecco in cosa consiste il bonus contenuto nel Pacchetto Sviluppo.

 – 16 ottobre 2015

 

Welfare

Novità in tema di produttività e welfare aziendale con l’approvazione della Legge di Stabilità 2016 da parte del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre. Su Twitter, nelle slide pubblicate dal Premier Matteo Renzi per spiegare la manovra con l’hashtag#italiacolsegno+, si legge:

“Più soldi a chi contratta su produttività e welfare. Piccole imprese: giù l’IRAP, anticipo rimborso IVA per crediti non riscossi”.

=> Welfare: il decalogo del benessere sul lavoro

 

L’incentivo consiste nell’applicazione di un’aliquota ridotta del 10% sulla quota di salario di produttività, di partecipazione agliutili dei lavoratori o di welfare derivante dalla contrattazione aziendale. Previsto tuttavia un tetto di 2.000 euro, estendibile a 2.500 se vengono contrattati anche istituti di partecipazione.

=> Detassazione produttività

Il bonus per gli accordi azien­dali (pro­dut­ti­vità e welfare) sarà utilizzabile per tutti i redditi fino a 50.000 euro. Lo sgravio fiscale ha un valore complessivo di 430 milioni di euro nel 2016. Nei prossimi anni il valore salirà a 589 milioni di euro. Lo stanziamento totale del Governo per il cosiddetto “Pacchetto Sviluppo” (ammortamenti + contrattazione aziendale) è di 600 milioni di euro.

=> Legge di Stabilità: pensioni, tasse, investimenti

Per quanto riguarda i rimborsi IVA, le misure volte alla semplificazione fiscale prevedono che le imprese vengano subito rimborsate dell’IVA per i crediti non riscossi, senza dover aspettare la fine delle procedure concorsuali.

 

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Canone Rai

Legge di Stabilità: arriva il canone RAI in bolletta

 

Canone RAI in bolletta elettrica confermato nella Legge di Stabilità 2016: pagamento, esenzione, rateazione e riduzione grazie al contrasto all’evasione.

 – 16 ottobre 2015
Pmi TVDEF 2015: Padoan annuncia PIL +0,7%
 

 

Canone RAI

La Legge di Stabilità 2016, approvata dal Consiglio dei Ministri del 15 ottobre, introduce una serie di novità per aziende e cittadini italiani. Tra questi il canone RAI, che dopo una lunga serie di ipotesi e trattative dovrebbe essere immesso all’interno della bolletta elettrica.

=> Stabilità 2016: canone RAI in bolletta

 

 

Un versamento abbinato, quindi, che lega indissolubilmente l’onere televisivo al pagamento dell’elettricità e non più al possesso di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. A spiegarlo è stato lo stesso Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso di una conferenza stampa dedicata appunto alla Legge di Stabilità. Manovra che è stata inoltre illustrata dal Premier sul social network Twitter, con slide della lunghezza di un tweet con l’hashtag #italiacolsegnopiù.

=> Canone RAI per pc e tablet aziendali: chi deve pagare

Dal punto di vista dell’importo il canone sarà ridotto per il 2016  da 113,50 euro a 100 euro, con apposite misure che consentiranno ai possessori di più immobili il pagamento di un solo canone RAI. Per gli anni successivi non si esclude una ulteriore riduzione a 95 euro.

Giunge quindi al capolinea il lungo dibattito che intendeva trovare una soluzione alla crescente evasione della tassa sulla TV pubblica, in virtù all’incrocio tra i database della Pubblica Amministrazione e quello a disposizione dell’ENEL. Per lo Stato significherebbe un ulteriore introito di 600 milioni di euro.

=> Canone RAI in bolletta: Authority possibilista

Ad ogni modo, assicura il Governo, il canone in bolletta continuerà a prevedere lapossibilità di non essere pagato, anche se in questo caso verrà immediatamente inviata una segnalazione all’Agenzia delle Entrate. A quest’ultima, come accade tuttora in caso di segnalazioni, spetterà la valutazione e la decisione circa la morosità dell’utente. Da precisare che restano in vigore le attuali esenzioni.

=> Canone RAI: richiesta di esenzione

Ancora non è certo, invece, se la tassa verrà corrisposta dal contribuente in un’unica soluzione ad inizio anno, nel mese di gennaio, oppure suddivisa in due rate di cui una da pagare tramite bollettino postale e l’altra in bolletta a giugno. Questa novità è accompagnata dall’anticipazione del Premier di cui sopra: il costo della tassa, grazie alla mancata evasione, potrà addirittura scendere nel corso degli anni e già a partire dal 2017, quanto potrebbe ridursi a 95 euro.

=> Scarica le slide sulla Legge di Stabilità 2016

 

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Servizio civile

Servizio civile: in vista del Giubileo, bando straordinario per mille volontari

A poche ora dalla scadenza del Bando ordinario di progettazione per il 2016, il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile ha emanato un nuovo avviso per la presentazione di progetti per 1.000 volontari da impegnare durante il Giubileo straordinario della Misericordia che si aprirà a Roma il prossimo 8 dicembre e si concluderà dopo circa un anno il 20 novembre 2016.

Il Dipartimento specifica che “le attività da realizzarsi nell’ambito degli eventi legati al Giubileo devono essere a supporto alle attività di protezione civile ivi compreso il presidio sanitario durante eventi e manifestazioni, supporto alla gestione e al monitoraggio dei flussi dei pellegrini; di accoglienza ed orientamento nei luoghi sacri, nei musei, nelle biblioteche, nei siti archeologici ed altre strutture di rilevanza artistica presenti nella Capitale; di accoglienza, orientamento e assistenza ai pellegrini, ed in particolare ai disabili e alle fasce deboli della popolazione, nei punti di arrivo e di scambio e nei luoghi delle manifestazioni e degli eventi legati al Giubileo; di mediazione culturale e comunicazione sugli eventi e i temi del Giubileo”.

I progetti dovranno essere presentati, secondo le consuete modalità, entro le ore 14:00 del 6 novembre prossimo, unicamente dagli enti di servizio civile iscritti all’albo nazionale e agli albi regionali e delle province autonome che abbiano sedi di attuazione progetto nell’ambito del Comune di Roma. Si tratta di 214 enti, secondo la banca dati dell’Ufficio nazionale del servizio civile, tra quelli iscritti all’Albo nazionale e quelli dell’Albo regionale del Lazio.

Proprio per il ristretto ambito territoriale e per evitare che tutti i volontari siano accentrati su pochi enti, il Dipartimento ha imposto che “ciascun ente non può presentare progetti che prevedano complessivamente un numero di volontari superiore al 15% dei posti messi a bando, fermo restando che il numero di volontari da impiegare in ogni singolo progetto non può essere superiore a 50”. I progetti, una volta presentati, saranno verificati dal punto di vista formale e gli sarà attribuito un punteggio di valutazione solo se il numero di richieste arrivate supererà quello dei 1.000 posti disponibili.

Redattore Sociale

Auser

Auser – Presentazione libro sui 25 anni

Il prossimo 21 ottobre, presso la sede della Cgil Nazionale in corso Italia 25 dalle ore 10,30 alle ore 13.00, si svolgerà la presentazione del libro “25 anni insieme. Storia, identità e organizzazione dell’Auser”, scritto  da Maria Paola Del Rossi ricercatrice della Fondazione Di Vittorio.

Partecipano all’iniziativa la Segretaria Generale della CGIL Susanna Camusso, Carla Cantone segretaria generale dello Spi Cgil, Enzo Costa presidente nazionale Auser, Adolfo Pepe direttore scientifico Fondazione Di Vittorio e Francesco Maggio, economista e giornalista.

La presentazione verrà moderata dal giornalista di Rai Tre Giovanni Anversa  e si potrà seguire via Twitter sull’hashtag   #auser25. Diretta audio e video con Radio Articolo 1.

25 anni di vita, di cose fatte, di sfide, di impegno, ricostruiti minuziosamente, senza intenti auto celebrativi, senza retorica, con l’occhio di chi ti osserva da fuori. Così si presenta il libro “25 anni insieme, storia identità, organizzazione dell’Auser”, un  ampio lavoro di ricerca su fonti documentali, articoli, interviste che ha permesso a Maria Paola Del Rossi ricercatrice della sezione storia della Fondazione Di Vittorio, di ricostruire non solo la nascita dell’associazione e  la sua evoluzione ma un pezzo di storia del volontariato e dell’associazionismo del nostro Paese.

Era il  5 maggio del 1989 quando la Cgil e lo Spi Cgil davano vita all’Auser con le parole dell’allora segretario generale Cgil Bruno Trentin:  “… L’Auser rappresenta certamente una punta di lancia, perché è insieme un modo per recuperare alla vita attiva e alla vita di cittadinanza migliaia e migliaia di lavoratrici e di lavoratori anziani, di pensionati e di pensionate. Ma è anche il mezzo col quale fare incontrare questi soggetti con altri soggetti, che vivono molto spesso di frustrazioni e di difficoltà analoghe a quelle degli anziani, per costruire con loro delle esperienze di autogoverno, di formazione culturale, di svago, persino di attività collettive organizzate…”

Gettava le basi una grande associazione per l’Invecchiamento Attivo che diventerà una delle più importanti realtà del Terzo Settore. La storia che emerge è quella di un’associazione calata nel territorio, vicino ai bisogni delle persone, in particolare degli anziani “capace di espandersi – sottolinea il presidente nazionale Enzo Costa – ed adeguare il proprio “saper fare” ai nuovi bisogni che la società esprime. L’Auser non sarebbe la grande associazione che è oggi senza l’impegno e la passione delle migliaia di volontari, donne e uomini che giorno dopo giorno si sono messi in gioco per gli altri. Il libro è dedicato a loro”.

Fuori Carlo Felice con tutti i Savoia dalla toponomastica sarda

Francesco Casula

Fuori Carlo Felice con tutti i Savoia dalla toponomastica sarda

ROMA – Un filo monarchico sardo, pateticamente nostalgico dei Savoia, in una lettera all’Unione Sarda propone che Cagliari dedichi una via all’ex re Umberto II.

Replicano numerosi lettori del Quotidiano contestando vivamente tale proposta e ricordando le gravi responsabilità storiche dei sovrani nizzardi, ad iniziare proprio da quelle dell’ultimo re d’Italia e suggerendo di contro, di intitolare invece una via della capitale sarda a Luigi Cogodi. 

Antonio Ghiani – già valente giornalista dell’Unione – scrive che “i sardi dovrebbero averne abbastanza dei Savoia e della loro infausta collaborazione con il fascio, conclusasi infine con una ignominiosa fuga, quando l’Italia, persa la guerra, era nel caos”. 

Altri ricordano opportunamente la funesta politica dei Savoia tutta giocata sulla discriminazione dei sardi, la repressione e le condanne a morte ma sopratutto il brutale fiscalismo. Aumentato a dismisura dal 1799 al 1816, con la presenza della Corte savoiarda a Cagliari, in seguito all’occupazione dell’Italia settentrionale da parte di Napoleone. Nei 17 anni della presenza a Cagliari dei Savoia infatti “furono complessivamente pagate – scrive lo storico sardo Aldo Accardo – come contribuzioni straordinarie per la corte 9.714.514 lire sarde: dal 1799 373.000 ogni anno per l’appannaggio della famiglia reale;dal 1805 oltre 76.750 per lo spillatico della regina”. E ciò mentre l’Isola vive sulla propria pelle una gravissima crisi economica e finanziaria: certo conseguenza delle calamità naturali e delle pestilenze di quegli anni ma anche di una politica e di un’amministrazione forsennata da parte dei Savoia, specie, ripeto, con l’aumento delle tasse.

Il peso delle nuove imposizioni fiscali, colpivano non soltanto le masse contadine ma anche gli strati intermedi delle città. A tal punto – scrive Girolamo Sotgiu– che “i villaggi dovevano pagare più del clero e dei feudatari: ben 87.500 lire sarde (75 mila il clero e appena 62 mila i feudatari) mentre sui proprietari delle città, sui creditori di censi, sui titolari d’impieghi civili gravava un onere di ben 125.000 lire sarde e sui commercianti di 37 mila.

Così succedeva che “Spesso gli impiegati rimanevano senza stipendio, i soldati senza il soldo, mentre ai padroni di casa veniva imposto il blocco degli affitti e ai commercianti veniva fatto pagare il diritto di tratta più di una volta” .

Il protagonista fondamentale della politica savoiarda di questo periodo è Carlo Felice, più noto come Carlo feroce: l’epiteto gli fu affibbiato da un suo conterraneo piemontese, Angelo Brofferio, letterato e critico teatrale. Ebbene Carlo Felice, fu viceré e poi re, ottuso e inetto, sanguinario e famelico (pensava ad accumulare il suo “privato tesoro” mentre le carestie decimavano le popolazioni affamate). Su di lui la storia ha già emesso la sua condanna inappellabile. Lo storico Pietro Martini, pur di orientamento monarchico, lo descrive come gaudente parassita, gretto, che avea poca cultura di lettere e ancor meno di pubblici negozi… servo dei ministri ma più dei cortigiani. Ai feudatari, da viceré, – scrive, un altro storico sardo Raimondo Carta Raspi – diede carta bianca per dissanguare i vassalli. Mentre a personaggi come Giuseppe Valentino affidò il governo: questi svolse il suo compito ricorrendo al terrore, innalzando forche soprattutto contro i seguaci di Giovanni Maria Angioy, tanto da meritarsi, da parte di Giovanni Siotto-Pintor, l’epiteto di carnefice e giudice dei suoi concittadini

Divenuto re con l’abdicazione del fratello Vittorio Emanuele I, mira a conservare e restaurare in Sardegna lo stato di brutale sfruttamento e di spaventosa arretratezza: “con le decime, coi feudi, coi privilegi, col foro clericale, col dispotismo viceregio, con l’iniquo sistema tributario, col terribile potere economico e coll’enorme codazzo degli abusi, delle ingiustizie, delle ineguaglianze e delle oppressioni intrinseche ad ordini di governo nati nel medioevo”: è ancora Pietro Martini a scriverlo. 

Carlo Felice odia i sardi: il suo maestro, in tal senso è il reazionario Giuseppe de Maistre che arrivato in Sardegna nel 1800 per reggere la reale cancelleria, non pensa nei tre anni di reggenza, che ai propri interessi denotando uno sviscerato disprezzo per i sardi je ne connais rien dans l’univers au-dessous (sotto) des molentes, soleva affermare nei loro confronti e in una lettera da Pietroburgo al Ministro Rossi nel 1805 scrive : Le sarde est plus savage che le savage , car le savage ne connait la lumiere e le Sarde la connait.

Altro che dedicare allora un’altra via alla odiosa zenia dei Savoia: all’ordine del giorno in Sardegna vi è l’urgenza e la necessità di modificare radicalmente la toponomastica, facendo sloggiare da tutte le strade e le piazze dell’Isola tutti i Savoia, ad iniziare da Carlo feroce. A meno che non si voglia continuare con un imperdonabile masochismo, ricordando e osannando, quelli che sono stati per la Sardegna i persecutori  e i sovrani più nefasti. 

E’ stato scritto che con i Savoia la Sardegna è stata liberata dal feudalesimo e dunque “modernizzata”. E sia. Purché non si dimentichi che l’eversione dei feudi giovò ai feudatari spagnoli e piemontesi ai quali le terre furono generosamente pagate dalle comunità, dissanguate due volte! Non di restituzione delle terre alle comunità si trattò dunque, ma di un ulteriore esproprio. Anche perché le terre distribuite a così caro prezzo ai contadini e pastori delle ville, privi di capitali e degli stessi arnesi di lavoro (aratri, zappe, falci e cavalli e buoi), caddero ben presto nelle mani di usurai senza scrupoli diventati in breve più esosi, se possibile, dei vecchi padroni.

E’ stato anche scritto che ai Savoia si deve comunque in gran parte la costruzione dello Stato italiano unitario. E sia anche questo. Purché si ricordi che l’Unità d’Italia sarà (e ancora è) tutta giocata, per quanto ci riguarda, contro gli interessi della Sardegna ridotta a “colonia” interna: oggi  area di servizio della guerra e domani ricettacolo delle scorie nucleari?

PMI

PMI.it venerdì 16 Ottobre 2015
 

Novità e approfondimenti

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Tempi di riscossione Equitalia e accertamento esecutivo: nuovi termini di riscossioneScattano dal 22 ottobre i nuovi termini di riscossione Equitalia per l’accertamento esecutivo: ecco cosa cambia, anche in termini di pignoramento ed espropriazione forzata. »
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Comunicazione d’impresa in ottica Mobile e nuove strategie di Marketing: i risultati dei test realizzati da Facebook e strumenti multipiattaforma di promozione Social. »

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SMAU 2015
Salone itinerante – dal 12/03/2015 al 11/12/2015

SMAU, Salone itinerante delle tecnologie per il business: tutte le tappe 2015. »

Supply Chain Finance: are we ready?
Milano – 19/10/2015

Potenzialità e trend della Supply Chain »

Storage IBM
Milano – 20/10/2015

Novità tecnologiche IBM. »

Smart Working: scopriamo le carte! 
Milano – 20/10/2015

Presentazione dei risultati della ricerca 2015 dell’Osservatorio Smart Working »

White Paper

Legge di Stabilità 2016

Presentazione della Legge di Stabilità 2016 approvata dal Governo il 15 ottobre in Consiglio dei Ministri. »

Part-time

Part-time per la pensione nella Legge di Stabilità 2016

 

Flessibilità in uscita nella Legge Stabilità 2016, dai 63 anni un part-time volontario al 50% per tre anni, con contribuzione piena ai fini della pensione: i dettagli della norma approvata.

 – 15 ottobre 2015

 

Pensioni in Stabilità

Alla fine, una prima misura di flessibilità entra nella Legge di Stabilità 2016: un part-timeagevolato, per gli ultimi tre anni di lavoro prima della maturazione del requisito per ritirarsi, che si può scegliere a partire dai 63 anni: l’impresa pagherà comunque i contributi pieni così che, al momento della pensione, avrà un assegno senza decurtazioni. La misura è fra le ultime novità della manovra economica, approvata dal CdM del 15 ottobre.

=> La Legge di Stabilità 2016: pensioni, tasse, investimenti

 

 

La misura è poco costosa, anche perché in base al meccanismo di fatto sarebbe in buona parte a carico delle imprese: si stima una copertura necessaria, per il 2016, intorno ai 100 milioni di euro. Si tratta solo di una prima misura di flessibilità in uscita, in vista di una più corposa Riforma Pensioni da inserire in un successivo provvedimento, che il Governo ha annunciato per i primi mesi del 2016.

E’ una forma di prepensionamento attivo,opzione volontaria del lavoratore. E’ quindi necessario un accordo fra datore di lavoro e dipendente. Il part-time dev’essere almeno al 50% dell’orario. Il lavoratore riceve in busta paga i contributi che l’impresa avrebbe dovuto versare all’INPS con il tempo pieno, ma il periodo in part-time è coperto da contribuzione figurativa. La pensione, quindi, sarà piena.

Esiste già una norma simile, inserita nel decreto ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro del Jobs Act (Dlgs 148/2015,articolo 41, comma 5). Prevede la possibilità di un part time in vista delle pensione per i dipendenti a cui mancano al massimo due anni, nelle imprese che applicano contratti di solidarietà espansiva in forza di clausole che prevedano nuove assunzioni. Anche in questo caso, part-time al 50%, è necessario l’accordo del lavoratore.

=> Jobs Act: anticipo pensione con il part-time

La forma di pensionamento agevolato con part-time in Legge di Stabilità si differenzia da quella del Jobs Act in una serie di punti fondamentali:

  • è accessibile a tre anni dalla pensione (non due),
  • non è condizionata da alcun accordo di nuove assunzioni.
  • è una scelta volontaria del dipendente, che può accedere alla pensione con gradualità, con un meccanismo che consente di non dimezzare lo stipendio pur scegliendo un part time al 50%, e con la garanzia di ricevere alla fine un assegno pieno.

Ricordiamo infine che la Legge di Stabilità contiene anche altri due interventi, questi attesi, sul prepensionamento: una nuova salvaguardia esodati (la settima e, nelle intenzioni dell’esecutivo, l’ultima), e un prolungamento per l’intero 2015 dell’Opzione Donna. Sempre sulle pensioni, c’è l’innalzamento della no tax area per i pensionati.

 

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L. Stabilità

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IN EVIDENZA

13 OTTOBRE 2015 – “DELEGA FISCALE”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dai:
– Decreto Legislativo 24 settembre 2015, n. 156
– Decreto Legislativo 24 settembre 2015, n. 157
– Decreto Legislativo 24 settembre 2015, n. 158
– Decreto Legislativo 24 settembre 2015, n. 159;
– Decreto Legislativo 24 settembre 2015, n. 160.

 

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2 OTTOBRE 2015 – “VOLUNTARY DISCLOSURE”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 30 settembre 2015, n. 153.

 

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29 SETTEMBRE 2015 – “ATTUAZIONE JOBS ACT”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dai:
– Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 148
– Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 149
– Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 150
– Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 151.

 

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25 SETTEMBRE 2015 – “CRESCITA E INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 147.

 

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22 SETTEMBRE 2015 – “FRUIZIONE DEL PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 20 settembre 2015, n. 146.

 

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9 SETTEMBRE 2015 – “RIFORMA DEI BILANCI”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto Legislativo 18 agosto 2015, n. 139.