Archivi giornalieri: 21 ottobre 2013

Lavoro

Lavoro: giovani in fuga dal posto fisso, per il 91% under 30 è meglio “in proprio”

 

Potendo scegliere, 2 giovani lombardi su 5 vorrebbero un lavoro autonomo. Il posto fisso resta la prospettiva ”solo” per 1 su 4. Oggi per gli under 30 meglio essere imprenditori di se stessi. I giovani con una propria attività considerano il lavoro come una modalità di realizzazione (91%) e una fonte di successo (80,6%), contro rispettivamente l’86,6% e il 70,4% di chi ha un contratto a tempo indeterminato. Sono alcune delle anticipazioni del primo rapporto ”L’impresa dei giovani in Italia e in Lombardia. Attori, valori e sfide tra tradizione e cambiamento”, promosso dalla Camera di commercio di Monza e Brianza e realizzato dall’Istituto Giuseppe Toniolo, presentato oggi presso la sede della Camera di commercio di Monza e Brianza.

Nella percezione dei giovani lombardi, il lavoro autonomo, rispetto a quello dipendente, consente di perseguire meglio i propri obiettivi (81,3%), di gestire meglio i propri tempi (90,3%), diincrementare di più le entrate (72,3%). Certo, lavorare in proprio offre meno stabilità (solo il 13,2% considera maggiore la stabilità di chi lavora in proprio rispetto a chi ha un contratto alle dipendenze).

Che lavorare ”in proprio” sia una scelta, e non solo una necessità dettata dalle difficoltà occupazionali che il Paese sta vivendo, è confermato dagli alti tassi di soddisfazione che i giovani lavoratori autonomi hanno in relazione a differenti aspetti connessi alla qualità del lavoro. In particolare, si sentono più realizzati rispetto a chi lavora per altri (91% contro l’87,2% di chi ha un contratto a tempo indeterminato e il 75,9% di chi ha un’occupazione a tempo determinato) e 2 su 3 riescono a svolgere un lavoro coerente con il proprio percorso di studio (per chi è dipendente si scende a 1 su 2). 

Riguardo alle azioni da intraprendere, secondo gli under 30 italiani, per migliorare specificamente la condizione delle nuove generazioni, la priorità è l’occupazione in generale (47,8%). Gli investimenti per ricerca e innovazione assieme a quelli di incentivo all’imprenditoria giovanile arrivano complessivamente al 18,9%. Segue la necessità di miglior raccordo tra istruzione e mercato del lavoro (18,3%). Gli interventi di sostegno al reddito sono l’azione principale da intraprendere solo per il 5,6% degli intervistati.

Le imprese under 35 In Italia le imprese giovanili rappresentano il 10,6% del totale delle imprese attive. La crisi ha colpito anche i giovani che fanno impresa: nell’ultimo anno le imprese under 35 sono diminuite del -4,6%. Stessa variazione per il dato lombardo (-4,7%) mentre a Monza e Brianza il dato si attesta a -5,7%, con un peso delle imprese giovanili sul totale delle imprese attive pari al 9,4%.

ansa     

Sindacato

Nidil Cgil: lavoratori costretti ad iscriversi al sindacato “amico” dell’azienda

 

“Un nuovo caso di vessazione ai danni dei lavoratori del settore del recupero credito si sta verificando in questi giorni a Roma. I collaboratori della Global Contact Srl (del gruppo Euro Service) sono infatti stati costretti a salire su dei pullman aziendali che li hanno condotti presso una commissione di certificazione dove, pena la rescissione dei loro contratti, sono stati costretti a dichiarare che il loro fosse un rapporto di lavoro autonomo”. E’ la denuncia contenuta in una nota della Nidil Cgil che definisce “ancora più grave il fatto che l’azienda abbia dichiarato di non applicare più l’accordo sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil e che stia forzatamente sottoponendo ai lavoratori le iscrizioni di una sigla sindacale che ha recentemente sottoscritto un contratto ”pirata” per i collaboratori telefonici dei call center, che permette alle imprese che lo applicano di pagare meno i lavoratori e che non garantisce i loro diritti”.

Nidil Cgil e Filcams Cgil, continua la nota, “hanno già avanzato all”azienda le richieste di applicazione integrale dell’accordo siglato con i sindacati maggiormente rappresentativi (Cgil, Cisl, Uil) e di apertura di un percorso di stabilizzazione dei rapporti lavoro, in considerazione del fatto che gli operatori sono impiegati nell”intero iter di lavorazione delle pratiche (outbound, inbound e back office), e che anche alla luce della legge 92/12 non possono più essere inquadrati come collaboratori”.

“Di fronte alle richieste sindacali -continua la nota- l’azienda ha assunto un atteggiamento di chiusura totale, arrivando persino a minacciare delocalizzazioni all’estero. Tutto ciò nonostante il fatto che fra i committenti del gruppo Euro Service ci siano importanti aziende quali Telecom, Wind, Compass, Acea (solo per citarne alcune) e che un’eventuale delocalizzazione avrebbe inevitabili ricadute sul trattamento dei dati sensibili degli utenti. Nidil Cgil e Filcams Cgil ribadiscono che l’adesione al sindacato è una decisione libera e che  non può assolutamente essere ”estorta” dal datore di lavoro a favore di sindacati di comodo, e sosterranno quindi tutti i lavoratori ricattati, attivandosi in tutte le sedi necessarie affinchè vengano rispettati i contratti collettivi e i diritti da essi derivanti”.

Immigrazione

Ue:immigrazione e protezione dati in plenaria Europarlamento

 

Lampedusa e il problema della gestione dei flussi migratori, lotta alla corruzione,
preparazione del vertice Ue di giovedì e venerdì e l’appuntamento, ritardato per ben 23 anni, tra l’attivista birmana Aung San Suu Kye e il Premio Sakharov. Sono questi i punti forti delle seconda sessione plenaria in questo mese di ottobre del Parlamento Ue a Strasburgo.

Altri temi caldi le reazioni al sistema di spionaggio statunitense Nsa, con la proposta di sospendere l’accordo Swift
sui dati bancari, e il voto, in commissione Libertà pubbliche, della nuova normativa Ue sulla protezione dei dati.

Questo regolamento, su cui pesano oltre 4 mila emendamenti, ha subito la più grande attività di lobby fino ad ora registrata nella Ue.

Sul tema immigrazione e asilo, mercoledì gli eurodeputati voteranno una risoluzione comune che prende spunto dalle recenti tragedie andate in scena nel mare Mediterraneo, un testo che per
ora, in attesa di finalizzare i negoziati tra i gruppi, prevede “un forte accento sulla solidarietà tra gli Stati membri e con i
migranti”, ha spiegato il portavoce del Parlamento Jaume Duch.

Per giovedì mattina è inoltre previsto un incontro tra il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, e il governatore siciliano, Rosario
Crocetta.

Martedì pomeriggio è previsto il dibattito sul rapporto finale della Commissione speciale sul crimine organizzato firmato dall’eurodeputato di Grande Sud, Salvatore Iacolino. Il testo che chiede alla Ue maggiori mezzi legali e materiali per
lottare contro le mafie, la frode bancaria, la corruzione (che assorbe l’1% del Pil Ue), le scommesse illecite e le partite
truccate, verrà votato mercoledì.

Sempre il 23 è in agenda il dibattito sulla preparazione del vertice dei 28, che verterà, oltre che sui problemi legati
all’immigrazione, sulla lotta alla disoccupazione giovanile, sulla dimensione sociale della Ue e sullo stimolo all’innovazione. Sempre sul terreno della crescita e del lavoro,
il Parlamento voterà proprio mercoledì la sua posizione contraria al taglio di questi capitoli di bilancio proposto dal
Consiglio per il budget 2014.

Infortuni

Infortuni: al via la Settimana europea salute e sicurezza sul lavoro

 

Al via oggi, l’edizione 2013 della ”Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro”, indetta da Eu-Osha (Agenzia europea per salute e la sicurezza sul lavoro) per informare e sensibilizzare cittadini, imprese e istituzioni sui temi della prevenzione e della tutela sul lavoro.

La settimana europea rappresenta quest’anno un’occasione di respiro internazionale per dare massima diffusione in particolare ai messaggi della campagna ”Ambienti di lavoro sani e sicuri 2012-2013 – Lavoriamo insieme per la prevenzione dei rischi”, che si avvia alla conclusione il prossimo novembre. L’iniziativa è decentralizzata ed è finalizzata ad aiutare le autorità, le imprese, le organizzazioni, i dirigenti, i lavoratori e i loro rappresentanti nonchè altre parti interessate a livello nazionale a collaborare al rafforzamento della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. La campagna promuove molteplici attività a livello nazionale ed europeo, compresi incontri e seminari di parternariato a livello nazionale.

Eu-Osha, in occasione della ”Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro”, ha invitato pertanto tutti gli organismi, associazioni datoriali, sindacati, enti di ricerca, istituzioni e aziende, a organizzare in quei giorni incontri, seminari e iniziative per promuovere il valore del dialogo, della partecipazione dei lavoratori e del coinvolgimento della leadership nella gestione della sicurezza sul lavoro in azienda.

Lavoro

Lavoro: Cgil, incontro sindacati e Giovannini su “Garanzia Giovani”, sia vera opportunità

 

Primo incontro tra sindacati e Ministero del Lavoro sull’attuazione del programma europeo “Garanzia Giovani”, un piano di contrasto alla disoccupazione giovanile per il quale sono state stanziate apposite risorse del bilancio europeo e che dovrebbe essere attivato dal prossimo mese di gennaio.

“La Cgil – informa una nota del sindacato di corso d’Italia – ha consegnato al ministro Giovannini un documento con le proprie indicazioni con l’obiettivo che questa misura si riveli una vera opportunità e che non si trasformi in una operazione di facciata”.

Secondo il sindacato “i nodi da sciogliere sono molteplici: innanzitutto il ruolo dei servizi pubblici all’impiego che, a nostro avviso e secondo la raccomandazione Ue, è insostituibile per accompagnare il giovane e offrirgli un percorso personalizzato di orientamento e inserimento. Ricordiamo che l’Italia è fanalino di coda per le risorse destinate ai centri per l’impiego: il numero di operatori in Italia è di 1 ogni 245 disoccupati, in Germania di 1 ogni 22”.

Inoltre, prosegue la nota della Cgil, “è necessario che il programma “Garanzia Giovani” offra standard adeguati in tutto il territorio nazionale, innovando e integrando gli strumenti già presenti. A questo proposito riteniamo necessario qualificare l’utilizzo dei tirocini e dei corsi di formazione, strumenti che molto spesso non arricchiscono il bagaglio formativo dei giovani e si trasformano in vere e proprie truffe. Chiediamo infine di individuare misure mirate per una platea estremamente ampia e differenziata, affinché si riesca ad intervenire laddove è più alto il rischio di marginalità sociale.

Ci auguriamo – conclude la nota – che il confronto prosegua e siano chiariti in tempi rapidi questi aspetti, affinché il programma diventi una vera opportunità per i giovani e contemporaneamente possa contribuire a rilanciare tutto il sistema delle politiche attive per il lavoro”.

Povertà

Italia: 4,8 milioni di persone in povertà assoluta

 

In Italia sono 9.563.000 le persone in condizioni di povertà relativa, cioè costrette a vivere con meno di 506 euro al mese. A questi si sommano 4 milioni e 814 mila persone che si trovano addirittura in povertà assoluta, nell’indigenza.

Inoltre il 7% dei minorenni italiani vive in condizione di povertà assoluta. E sono 723 mila ragazzi i cui percorsi sono stati ingiustamente interrotti, per i quali le istituzioni non offrono speranze. Così Libera, in occasione della Giornata mondiale della Lotta contro la Povertà, giorno in cui il Gruppo Abele promuove Miseria Ladra, la campagna nazionale contro tutte le forme di povertà.

I dati collocano l’Italia al primo posto in Europa per ciò che riguarda la povertà minorile. Ma c’è anche la povertà culturale, sottolinea Libera, con 6 milioni di persone analfabete l’Italia è agli ultimi posti in Europa per abbandono scolastico. Sei famiglie su dieci in seguito alle difficoltà economiche hanno ridotto la quantità e la qualità del carrello della spesa alimentare. Il picco si registra ancora una volta al sud, con quasi il 73%.

“La lotta alla povertà – dichiara don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Gruppo Abele e Libera – parte dalla giustizia sociale. Parte da politiche che favoriscono la dignità delle persone, senza eccezioni né discriminazioni. Parte dai diritti che stanno a fondamento di ogni società che voglia dirsi civile: il lavoro, la casa, l’istruzione, l’assistenza sanitaria”.

“Ma non bisogna dimenticare – continua Ciotti – accanto alla povertà materiale, quelle immateriali: la povertà di senso, la povertà culturale, la povertà politica. Il risanamento economico non può prescindere da un profondo rinnovamento etico, da un superamento degli egoismi, dal riconoscimento dei legami sociali. Avremo vinto la povertà non solo quando saremo liberi dal bisogno, ma quando avremo scoperto che la libertà, come la speranza, sono beni collettivi, che tocca a ciascuno di noi promuovere e diffondere”.

“Miseria Ladra” è un cantiere aperto che ha già trovato l’appoggio di oltre duecento associazioni e realtà del sociale per accendere i riflettori su un problema che oggi tocca piu’ tragicamente e in misura crescente alcune fasce sociali, ma domani potrebbe riguardare una fascia più ampia della popolazione generale. Gli ultimi dati a partire da quelli del Rapporto Istat 2012 fotografano una “guerra” dove la povertà è la peggiore delle malattie. In senso sociale, economico, ambientale e sanitario, sottolinea il Gruppo Abele ricordando l’aumento considerevole di denunce a persone colpevoli di aver rubato da mangiare nei supermercati e di persone costrette a vivere in strada, gli homeless, ormai oltre 50 mila.

Con la campagna Miseria Ladra, il Gruppo Abele e Libera propongono dieci punti concreti sui quali unire gli sforzi di tutte e tutti per rendere illegale la poverta’: ricostituzione del fondo sociale e per la non autosufficienza, completamente azzerati; moratoria dei crediti di equitalia e bancari per chi è in difficoltà; subito i pagamenti per chi fornisce servizi, beni e prestazioni; agricoltura sociale, riconversione ecologica delle attività produttive attraverso i tagli alle spese militari, alle grandi inutili opere e abolendo i Cie; sospendere gli sfratti esecutivi; destinare il patrimonio immobiliare sfitto e quello requisito alla criminalità per usi sociali ed abitativi; riconoscere la residenza ai senza fissa dimora per garantirgli l’accesso al servizio sociosanitario; reddito minimo di cittadinanza; difesa dei beni comuni e ripubblicizzazione dei servizi basici essenziali; rinegoziazione del debito.

Oms

Oms: l’aria inquinata provoca il cancro

 

L’inquinamento dell’aria può provocare il cancro. A certificarlo è lo Iarc di Lione (International Agency for Research on Cancer), agenzia che per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità analizza e classifica agenti e sostanze cancerogene. Dopo i dati allarmanti dei giorni scorsi sulla qualità dell’aria in Europa e in nord Italia, pianura Padana in testa, ora arriva la certificazione dell’Oms: l’inquinamento dell’aria legato allo smog da traffico e ai fumi industriali è una causa di tumore ai polmoni ed è stato collegato al tumore della vescica. Il verdetto dello Iarc, organismo solitamente molto cauto, sta facendo il giro del mondo e la speranza – anche degli autori – è che favorisca l’adozione di politiche mirate.

“L’aria che respiriamo è inquinata da una miscela di sostanze cancerogene – sottolinea Kurt Straif, capo della sezione Monografie Iarc, illustrando i risultati – Ora sappiamo che l’inquinamento dell’aria non rappresenta solo un rischio importante per la salute generale, ma è anche una causa principale di morte per cancro”. Già si sapeva che lo smog aumenta il pericolo di malattie come le cardiopatie e le patologie respiratorie. E che il numero di persone esposte a questa minaccia è aumentato con l’industrializzazione. I dati più recenti suggeriscono che 233 mila morti per tumore ai polmoni siano state causate dall’inquinamento dell’aria nel mondo, solo nel 2010. La monografia Iarc evidenzia come i fumi dei motori diesel, i solventi, i metalli e le polveri che ‘affumicano’ l’aria che respiriamo siano stati etichettati tutti come cancerogeni, ma questa è la prima volta che l’inquinamento dell’aria finisce nella lista nera.

“Il nostro obiettivo era valutare l’aria che respiriamo piuttosto che concentrarci su specifici inquinanti”, spiega Dana Loomis ex responsabile della sezione Monografie. “I risultati degli studi esaminati puntano tutti nella stessa direzione: il pericolo di sviluppare tumore ai polmoni è aumentato significativamente nelle persone esposte a inquinamento dell’aria”. Fonti principali di questo ‘avvelenamento’ del respiro sono “traffico, stabilimenti industriali, emissioni agricole e fumi legati a riscaldamento e cottura domestica”.

I livelli variano da zona a zona, ma non c’è un Paese che può dirsi immune dal problema, ecco perchè secondo lo Iarc occorre intervenire. “Classificare l’inquinamento dell’aria come cancerogeno per l’uomo è un passo importante – conclude il direttore dello Iarc, Christopher Wild – Ci sono modi efficaci per ridurre lo smog e, dato il grado dell’esposizione che tocca tutto il mondo, da questo lavoro dovrebbe arrivare un forte segnale alla comunità internazionale per intervenire senza ulteriore indugio”.

Salute

I rischi per la salute degli addetti al recapito postale

 

Nei giorni scorsi sono state presentate le conclusioni del “Piano mirato per il miglioramento della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori addetti al recapito postale” condotto da un gruppo di lavoro costituito dal dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL 6 di Livorno, dal Dipartimento  di Prevenzione delle Aziende USL 4 Prato e 8 Arezzo, dal Laboratorio di Sanità Pubblica dell’Area Vasta toscana Sud-Est-Azienda USL 7 Siena, dall’INAIL e dall’ISPO.

Dai dati assicurativi italiani ma  anche europei non possiamo trarre informazioni utili e soprattutto “decisivi” ai fini della prevenzione e della sussistenza di un rischio lavorativo, in  questa tipologia di lavoro. Questo a causa delle grandi differenze nell’organizzazione del lavoro in ambito postale nei diversi paesi anche in relazione alle diverse condizioni climatiche che portano a favorire un mezzo rispetto all’altro (scooter, motocicli, biciclette, auto ecc).
Per comprendere le differenze a livello europeo è sufficiente il rapporto motocicli/1000 abitanti, tale rapporto è di 40 motocicli/1000 abitanti nell’Europa meridionale e scende, poi, a 10 nel Nord Europa (dato del 2011).

La tematica affrontata nel convegno fiorentino è comune a diversi settori delle consegne e della distribuzione, settori che in ragione della crisi hanno visto modificarsi la platea degli addetti con uno spostamento verso lavoratori di età superiore, con una presenza nella mansione temporalmente più lunga.
In generale è possibile registrare una scarsa attenzione al tema dei rischi lavorativi e delle malattie professionali come ben evidenziabile, fra l’altro, da una indagine recente di OSHA che nell’introduzione indica il tema delle patologie muscoloscheletriche e delle vibrazioni come fattori di rischio presenti ma si concentra, poi, sulle buone pratiche in tema di infortunistica stradale.

n 21° 2013 numero newsletter.doc

Pensionati

Pensionati Cgil, in 2 anni sfilati 118,2 miliardi dalle nostre tasche….

 

In 2 anni sono stati oltre 118 i miliardi di euro sottratti dalle tasche dei pensionati e finiti nelle casse dello Stato. La denuncia è dello Spi Cgil che aggiorna il calcolo con le maggiorazioni intervenute sulle tasse nazionali e locali, sul drenaggio fiscale e con il blocco della rivalutazione annuale delle pensioni. Di questi 101,6 miliardi sono arrivati direttamente dall’Irpef nazionale; 3,82 miliardi dalle addizionali regionali e 1,19 miliardi da quelle comunali, dice ancora il sindacato dei pensionati della Cgil, che calcola come “per il solo drenaggio fiscale i pensionati hanno pagato 3,6 miliardi di euro”.

Sono 8 , invece, i miliardi di euro che sono stati recuperati attraverso il blocco della rivalutazione annuale delle pensioni,  introdotto con il decreto ”Salva Italia” del governo Monti e in vigore anch’esso per il biennio 2012-2013. ”I pensionati pagano sempre tutto e fino all’ultimo centesimo ed è per questo che dalla legge di stabilità ci aspettavamo una profonda inversione di tendenza, che invece non è arrivata”, denuncia il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone. ”Ora – ha concluso – bisogna riportarla ed equità perché è assolutamente insufficiente e perché contiene un duro attacco alle politiche sociali e a redditi da pensione”.

A livello regionale, prosegue il report dello Spi Cgil, il maggior introito fiscale da parte dei pensionati è arrivato dalla Lombardia con 20mld di euro a fronte di 2,5 milioni di contribuenti in pensione. Seguono il Lazio con 11,8 miliardi per 1,3 milioni di contribuenti; l’Emilia-Romagna con 9,4 miliardi di euro per 1,3 milioni di contribuenti; il Piemonte con 9,2 miliardi per circa 1,3 milione di contribuenti; il Veneto con 8,3 miliardi di euro per circa 1,2 milioni di contribuenti; la Campania con 6 miliardi di euro su un milione di contribuenti; la Sicilia con 5,2 miliardi su un poco più di un milione di contribuenti.

A Napoli ci sono le tasse locali più alte, seguono Roma, Catania, Palermo e Bari. Tra i grandi centri è a Napoli che i pensionati pagano le tasse locali più alte, con una spesa media di 370 euro all’anno. Seguono Roma con 340 euro all’anno, Catania e Palermo con 330 euro, Bari con 300 euro, Bologna con 280 euro, Torino e Genova con 264 euro, Cagliari con 245 euro, Firenze con 185 euro. Chiudono la classifica Milano e Venezia con 160 euro all’anno.

Quanto al blocco della rivalutazione delle pensioni, il provvedimento ha prodotto 8 miliardi. Ad esserne colpiti circa sei milioni di pensionati che non riavranno mai quanto bloccato: la perdita media per il biennio per un singolo pensionato può essere stimata intorno ai 1.575 euro. Tra tasse e tariffe comunque il peso sul reddito dei pensionati è stato di circa 2mila euro all’anno a testa. E come se non bastasse, conclude il documento, “va aggiunto quanto i pensionati spendono mediamente per i costi delle tariffe e dei servizi che si aggira intorno ai 1.300-1.400 euro all’anno”.