Deserto undustriale

Svimez- Nel Sud, deserto industriale

 

Dal Rapporto Svimez, presentato oggi a Roma  è emerso che continua la desertificazione industriale del Sud a dispetto delle politiche Ue per le regioni svantaggiate che in Italia non riescono dar frutto. Se Germania e Spagna dal 2001 al 2007 hanno fatto crescere il valore aggiunto industriale delle loro regioni svantaggiate del 40 e 10%, in Italia il valore aggiunto industriale del Sud è rimasto al 2007. Poi la crisi: il valore aggiunto manifatturiero è sceso dall’11,2% del 2007 al 9,2% del 2012, la produzione è scesa del 25%, i posti di lavoro del 24% gli investimenti del 45%.

Negli ultimi 4 anni dal 2007 al 2011, al Sud – sempre secondo Svimez – si  verificato un aumento della pressione fiscale soprattutto per effetto dei piani di rientro sanitario. A pesare Irap e addizionale Irpef: la pressione fiscale derivante dai tributi regionali è aumentata dal 3,9% del 2011 al 4,6% del 2012. A fronte di ciò è invece diminuita la spesa pubblica sia corrente sia in conto capitale.

Escludendo la spesa degli enti previdenziali, la spesa pro capite al Sud nel 2011 è risultata pari al 92% del del Centro-Nord. ”Non hanno quindi consistenza le affermazioni secondo cui il volume di spesa pubblica del Mezzogiorno sarebbe elevato. Anzi: guardando alle regioni a statuto ordinario, emerge che le spese correnti sono diminuite al Sud del 2,1% medio annuo dal 2007, mentre nel Centro-Nord dell’1,2%”.

Il Sud rischia di non agganciare la ripresa nel 2014 con un Pil che resta inchiodato allo 0,1% a fonte di un +0,7% nazionale e un +0,9% del Centro-Nord – secondo la stima dello Svimez – è dal 2007 che il tasso di crescita del Pil meridionale risulta negativo. Nel 2012 il Pil del Sud è calato
del 3,2%, oltre un punto percentuale rispetto al Centro Nord dove è diminuito del 2,1%. Nel 2013 il calo sarà del -2,5% a fronte di un calo del Pil nazionale dell’1,8% e nel Centro-Nord dell’1,6%. 

Dei 3 milioni 337mila Neet registrati nel 2012, 2 milioni sono donne e 1 milione e 850mila si trovano al Sud. Anche se nel 2012 il 55% dei Neet italiani è al Sud, dal 2007 al 2012 nel Centro-Nord i Neet sono cresciuti del 38,5%, cinque volte più del Sud (7%). Inoltre fra gli inattivi al Sud i diplomati sono il 33,7% e i laureati il 27,3%

Dall’indagine si evince anche che peggiora il processo di transizione scuola-lavoro: i giovani residenti al Centro-Nord lasciano la scuola un anno dopo i loro coetanei meridionali, ma entrano nel mercato del lavoro sei anni prima di loro. In relazione ai tipi di contratto, la flessibilità sembra funzionare più per trovare posti di lavoro precari e poco formativi piuttosto che favorire il recupero del gap esperienziale.

Deserto undustrialeultima modifica: 2013-10-17T13:28:00+02:00da vitegabry
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