Il 28 febbraio Giornata europea per la parità retributiva


Perché celebrare la Giornata europea per la parità retributiva (giunta alla sua terza edizione) proprio questo giorno? Perché il 28 febbraio corrisponde al 59° giorno dell’anno, e 59 sono i giorni che una donna dovrebbe lavorare in più per guadagnare quanto un uomo.

“La giornata europea per la parità retributiva – precisa Viviane Reding (Vicepresidente della Commissione europea e Commissaria per la Giustizia) – serve a ricordarci le disparità di condizioni retributive che ancor oggi le donne subiscono sul mercato del lavoro. 

Anche se negli ultimi anni il divario si è ridotto, non c’è da rallegrarsi. Le disparità continuano ad essere considerevoli e il lieve livellamento cui assistiamo è in buona parte dovuto al fatto che gli uomini – a causa della crisi – guadagnano di meno e non a un miglioramento delle condizioni salariali delle donne! 

Il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro è sancito dai trattati dell’Unione fin dal 1957 e sarebbe ora di farlo valere ovunque. Perciò diamoci da fare per ottenere risultati concreti nei 365 giorni all’anno e non solo in occasione della Giornata per la parità retributiva!”.

In effetti dalle ultime cifre – appena rese note – risulta che nell’Unione europea, il divario retributivo di genere – cioè la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne – è ancora del 16,2% ( “5,3%” in Italia).

Il progetto “Equality Pays Off” (l’uguaglianza paga) intende sensibilizzare le imprese ai vantaggi economici che possono venire dall’uguaglianza e dalla parità di retribuzione tra i sessi.

L’iniziativa intende agevolare l’accesso delle imprese al potenziale della forza lavoro femminile, ad esempio attraverso attività di formazione, eventi e strumenti che consentano di ridurre il divario retributivo. E vuole contribuire a raggiungere l’obiettivo della Strategia Europa 2020 di portare il tasso di occupazione al 75%. Tra i suoi eventi figura il “Business Forum” del 21 marzo 2013 (Bruxelles): occasione di uno scambio di esperienze in materia.

Resta in corso di elaborazione una Relazione sull’applicazione della Direttiva 2006/54/CE sulla parità di trattamento retributivo, che dovrebbe essere adottata la prossima estate. Intanto, per aiutare a ridurre le disparità retributive, la Commissione europea ha reso note delle buone pratiche di imprese impegnate in tal senso (http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/gender-pay-gap/index_it.htm ). Tra queste:

“La società editoriale tedesca Axel Springer AG ha varato nel 2010 il programma “Chancen: gleich!” (Stesse opportunità!) con l’obiettivo di portare al 30% la percentuale di donne con posizioni dirigenziali nell’arco di 5-8 anni; “La Kleemann Hellas SA, impresa greca che fabbrica ascensori, intende aumentare il numero di donne addette ai servizi vendita e assistenza tecnica, rompendo gli stereotipi e riducendo la segregazione di genere. 

Il progetto “Diversità e uguaglianza di genere” ha permesso di portare la presenza femminile nel dipartimento vendite dal 5% del 2004 al 30% nel 2012. “In Lituania, la compagnia di telefonia mobile Omnitel ha realizzato il progetto “Creare un ambiente di lavoro favorevole alle famiglie” che intende rendere l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata parte integrante della cultura organizzativa dell’impresa dando al personale la possibilità di lavorare in modo flessibile. Il progetto ha fatto salire la percentuale di donne manager nell’impresa.

“In Germania, il “German Women’s Leadership Council” dell’IBM incoraggia le donne a intraprendere una carriera nel settore delle telecomunicazioni fornendo un tutoraggio personalizzato e a distanza alle studentesse nelle scuole e offrendo un tutoraggio anche alle colleghe più giovani che si avviano ad una carriera specialistica o manageriale”.

Il 28 febbraio Giornata europea per la parità retributivaultima modifica: 2013-03-01T13:05:45+01:00da vitegabry
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