Archivi giornalieri: 28 giugno 2021

Cosa fare per depositare un brevetto

Cosa fare per depositare un brevetto

Come fare e cosa serve per depositare un brevetto per proteggere legalmente una invenzione, registrandola e conferendole il titolo legale.

Molto spesso aziende, professionisti o anche soggetti privati si domandano come fare e cosa serve per depositare un brevetto. L’intenzione è quella di proteggere legalmente una qualche invenzione, registrandola e conferendole il titolo di brevetto. La scelta è più che legittima e in alcuni casi non solo conveniente, ma necessaria.

È però opportuno chiarire alcuni aspetti fondamentali per non sbagliare nel comprendere che cos’è un brevetto, quando è possibile depositarlo e come fare per completare la pratica senza sbagliare.

Due tipi di brevetti

Quando si vuole depositare un brevetto, come suggerito dallo Studio Legale Carriero di Pescara, bisogna distinguere tra due diverse tipologie di titolo giuridico: brevetto per invenzione industriale e brevetto per modello di utilità. Rientrano nel primo tipo di brevetto tutte quelle invenzioni che hanno un’applicazione industriale e che forniscono una soluzione “nuova e originale” a un problema tecnico.

Nel caso del brevetto per modello di utilità, invece, si fa riferimento alle “nuove configurazioni” di tutti quegli oggetti, strumenti, macchine o parti di essi che, rispetto a quanto già conosciuto, offrono una migliore o particolare efficacia di impiego e applicazione.

Cosa non può essere brevettato

Anche alla luce di quanto appena detto è fondamentale comprendere che non tutto è brevettabile e che esiste uno specifico elenco di ciò che non può costituire oggetto di brevetto. Rientrano in questa categoria le razze animali, le varietà vegetali, le teorie scientifiche, i metodi matematici, le creazioni estetiche e tutte quelle invenzioni che sono contrarie al buon costume, alla tutela della salute, alla vita delle persone, all’ambiente e più in generale all’ordine pubblico.

I tempi e il principio del “first to file”

Per presentare la pratica con la relativa documentazione per depositare un brevetto è importante conoscere i tempi previsti dalla legge, sia quella italiana che degli altri Paesi. In Italia e in moltissime altre nazioni, vale il principio, detto “first to file” per cui il primo che deposita la domanda di brevetto è il legittimo titolare dello stesso. La rapidità con cui si presenta una domanda, quindi, è uno dei principali elementi di cui tenere conto. Parallelamente bisogna però considerare che la celerità, se non supportata da una documentazione corretta ed esaustiva, potrebbe rivelarsi controproducente. Una volta depositata la domanda, infatti, non è più possibile apportare modifiche sostanziali.

Questo diritto di priorità, previsto in Italia e negli altri Paesi membri della Convenzione d’Unione di Parigi, ha una durata di 12 mesi entro i quali il titolare del diritto ha la priorità nel presentare, per la stessa invenzione, una domanda di brevetto che abbia valore anche fuori dai confini nazionali. Dal momento in cui la domanda viene depositata trascorrono 18 mesi in cui essa rimane segreta per consentire al titolare di ritirarla nel caso decidesse di non presentarla più.

La durata del brevetto

Quando si deposita un brevetto bisogna anche considerare per quanto tempo la legge riconosce i diritti e le tutele a esso legate. Nel caso specifico il brevetto per invenzione dura vent’anni, mentre quello per modello di utilità dieci anni. Perché colui che ha presentato la domanda per depositare un brevetto ne mantenga i diritti per tutta la durata del tempo è necessario che versi le imposte annuali previste.

I costi di registrazione e quelli delle tasse annuali variano in base al tipo di brevetto e alla modalità di presentazione (telematica o cartacea). Considerando la complessità della materia e degli elementi che possono interferire con l’esito positivo della domanda di presentazione, è sempre preferibile rivolgersi a un professionista del settore al quale richiedere una consulenza preventiva. Essa si rivelerà decisiva sia dal punto di vista economico che per garantirsi le tutele previste dalla legge.

Sant’ Ireneo di Lione

 

Sant’ Ireneo di Lione


Nome: Sant’ Ireneo di Lione
Titolo: Vescovo e martire
Nascita: 121 , Smirne
Morte: 202, Lione
Ricorrenza: 28 giugno
Tipologia: Commemorazione

Il nome di S. Ireneo è legato alla schiera numerosa di quegli eroi che col martirio illustrarono la Chiesa di Lione. Nato l’anno 121 nelle vicinanze di. Smirne, ebbe per primo precettore l’illustre vescovo di quella città S. Policarpo. Da questo insigne maestro succhiò lo spirito apostolico ed apprese quella scienza che Io rese uno dei più belli ornamenti della Chiesa, in quei tempi di lotta e di sangue. Ancora giovane, erudito in ogni scienza e dotato di meravigliosa facondia, diede un primo assalto alle vituperose dottrine degli Gnostici e Valentiniani che avevano corrotto la dottrina di Cristo. Ma il desiderio di approfondire negli studi lo spinse a Roma, dove insegnavano i più celebri maestri del suo tempo, e fu tale il progresso che fece in queste scuole, che al fine dei corsi poteva ormai gareggiare con i suoi precettori.

Recatosi nelle Gallie fissò la sua dimora a Lione dove era. vescovo S. Potino. Questi, conosciuti i talenti e le virtù, eminenti del giovane, lo propose agli ordini sacri e al sacerdozio.

Da quell’istante lo zelo del novello levita non ebbe più misura. La sua parola penetrava i cuori e conquistava: cadevano gli idoli e i templi, e la luce della verità illuminava le menti degli idolatri che a schiere chiedevano il S. Battesimo.

Alla predicazione Ireneo aggiunse numerosissimi scritti, fonti inesauribili di dottrina e di sapienza. Scritti che, secondo S. Girolamo, erano una barriera insormontabile contro la quale si infrangevano gli sforzi ed i sofismi dei nemici di Cristo e della Chiesa. Alcuni di essi andarono perduti, ma molti si conservano, tra i quali i cinque libri contro gli eresiarchi, che sono una delle più belle analogie della dottrina cristiana. A questo lavoro egli seppe pure accoppiare una profonda pietà dando i più, ammirabili, esempi di virtù.

Essendo stato martirizzato il, santo. vescovo Potino, il popolo lionese, unanime, .elesse alla sede vescovile.
S. Ireneo, il quale recatosi a Roma per la consacrazione, portò al Papa S. Eleuterio una lettera ridondante del più forte attaccamento al Vicario di Gesù Cristo, e ri tornò alla sua sede confortato dalla benedizione del Sommo Pastore.

Conscio della nuova missione che il Signore gli aveva affidato, non si concesse un istante di riposo. Predicò con la parola, con l’esempio e con la potenza dei miracoli. Sorta in quel tempo la questione circa la celebrazione della Pasqua, il Papa Vittore minacciò la scomunica ai vescovi dell’Asia che su questo punto dissentivano dai loro fratelli nell’episcopato. S. Ireneo intervenne colla sua autorità e portò la pace. Dopo tutto questo sigillò sotto Settimio Severo, col sangue, quella fede che aveva predicato e per la quale aveva tanto sofferto. Benedetto XV ne estese la festa a tutta la Chiesa, cingendolo dell’aureola di dottore.

PRATICA. Impariamo da S. Ireneo l’attaccamento al Papa e con lui sappiamo combattere da veri soldati per essere degni del nome di cristiani.

PREGHIERA. O Dio, che desti al beato martire e vescovo Ireneo la grazia di espugnare l’eresia e consolidare la pace nella Chiesa, deh! concedi al tuo popolo forza e costanza nella santa religione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di sant’Ireneo, vescovo, che, come attesta san Girolamo, fu, da piccolo, discepolo di san Policarpo di Smirne e custodì fedelmente la memoria dell’età apostolica; fattosi sacerdote del clero di Lione, succedette al vescovo san Potino e si tramanda che come lui sia stato coronato da glorioso martirio. Molto disputò al riguardo della tradizione apostolica e pubblicò una celebre opera contro le eresie a difesa della fede cattolica.