Archivi giornalieri: 5 giugno 2021

RIFORMA PENSIONI/ Le istanze del gruppo “Quota 100 Noi del 1960” (ultime notizie)

RIFORMA PENSIONI/ Le istanze del gruppo “Quota 100 Noi del 1960” (ultime notizie)

Pubblicazione: 05.06.2021 – Lorenzo Torrisi

Il Gruppo “Quota 100 Noi del 1960” ha deciso di indire un sit-in in piazza Montecitorio per far conoscere le proprie istanze di riforma pensioni

Montecitorio Piazza Lapresse1280 640x300
Piazza Montecitorio (Lapresse)
 

RIFORMA PENSIONI, IL SIT-IN DI “QUOTA 100 NOI DEL 1960”

Il Gruppo “Quota 100 Noi del 1960” ha deciso di indire un sit-in in piazza Montecitorio per il 24 giugno con l’obiettivo di far conoscere le proprie istanze di riforma pensioni al mondo politico. Gianni Giampietro, amministratore del gruppo, spiega che uno degli obiettivi è quello di arrivare a una seria riforma strutturale, di modo che i lavoratori abbiano la possibilità di poter organizzare la propria vecchiaia senza vedere continuamente mutate le regole. Il gruppo ha però due capisaldi: “Vogliamo andare in pensione con 41 anni di contributi per tutti e per chi non ha tutti questi anni di contributi via sia la possibilità di uscire dalla vita lavorativa dai 62 anni”, sottolinea Giampietro in un’intervista a pensionipertutti.it.

 
 

 
Current Time 0:01
/
Duration 0:15
Loaded: 0%
 
 

Pubblicità 1 di 1 – 0:14
Il video inizierà a breve

RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DEL GRUPPO

Richieste in linea con quelle dei sindacati. Come del resto anche quella relativa alla divisione delle spese assistenziali da quelle previdenziali, in modo da “dare all’Europa la realtà delle nostre spese previdenziali, che in questo momento paiono più alte pur non essendolo”. “Questo sit-in del 24 giugno è solo l’inizio di una lunga serie di manifestazioni che continueranno fino alla grande manifestazione che abbiamo intenzione di fare a settembre. Tra 200 giorni circa scade quota 100 e ci sarà il ritorno della riforma pensioni della Fornero il tempo è poco e vogliamo assolutamente che al più presto il ministro Orlando apra il tavolo delle trattative con le parti sociali”, aggiunge Giampietro, secondo cui “nella trattativa di una riforma strutturale ci devono essere vari aggiustamenti che riguardano lavori usuranti e donne con aggiustamenti giusti e sensati”.

Succede a Chioggia: arriva in ritardo alla visita fiscale e insulta con frasi razziste il medico che fa il verbale perché è nero. Poi gli rompe il tablet, lo insegue fino all’auto e stacca la maniglia

  •  

     

medico chioggia insulti razzisti carabiniere carabinieri piacenza

Un medico dell’Inps è stato aggredito a Chioggia, in provincia di Venezia. Minacciato più volte durante una visita fiscale a un uomo in malattia, e apostrofato con insulti a sfondo razzista perché di colore. Distrutto anche il tablet che serve a registrare le visite di controllo.

 
PUBBLICITÀ

Il medico aggredito e insultato durante la visita fiscale perché nero

È stato proprio il medico a raccontare, denunciando l’accaduto ai Carabinieri cosa è successo. Non solo insulti razzisti. L’uomo ha anche, dopo che il professionista stava andando via, rotto la maniglia della sua auto perchè l’aveva seguito. Tutto è successo a Chioggia qualche giorno fa. Il Messaggero scrive che il medico è stato insultato con frasi come «sei in Italia e fai quello che vogliamo noi, negro di m…».

Oltre all’aggressione a pubblico ufficiale, e al danneggiamento di beni dell’Inps e di beni privati del professionista, ci sarebbe stato, dunque, anche uno sfondo razziale nell’aggressione. E tutto questo sarebbe accaduto perché l’uomo è arrivato in ritardo a casa, di circa 7 minuti, quando il medico invece era arrivato alle 17 in punto, e le regole Inps stabiliscono che gli orari di reperibilità per le visite mediche domiciliari vanno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, sette giorni su sette compresi quindi i festivi, orari durante i quali il lavoratore è obbligato a farsi trovare nella propria abitazione o in quella dove si sta curando. Quando l’uomo è arrivato a casa, il medico aveva già aperto il verbale informatico sul suo tablet. È un po’ come per multe nei casi di violazioni al Codice della strada: se il vigile fa il verbale, anche volendo accogliere le obiezioni dell’automobilista, non si può più tornare indietro, e al multato non rimane che pagare la sanzione oppure fare ricorso. Nel caso della visita domiciliare, il lavoratore che non viene trovato a casa negli orari di reperibilità dovrà sottoporsi ad una visita medica in un ambulatorio dell’Inps.

Insomma l’uomo era in ritardo ma non voleva ammetterlo: anzi sosteneva che il suo orologio segnava le cinque in punto. Ma il medico non aveva intenzione di modificare il suo verbale e così è partita l’aggressione verbale. “La violenza è sempre inaccettabile: ora chiediamo la piena applicazione della legge contro chi colpisce il personale sanitario. A nome di tutto l’Ordine veneziano esprimo solidarietà e vicinanza al collega, medico dell’Inps, aggredito ieri a Chioggia mentre stava semplicemente facendo il proprio lavoro”, dichiara con “grande amarezza” Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici lagunare, vice nazionale della Fnomceo. “Durante la pandemia ci hanno chiamati eroi – sottolinea – Purtroppo è durata poco: ora i medici sono tornati a essere il bersaglio della frustrazione e dell’insoddisfazione dei pazienti”.

San Bonifacio

San Bonifacio


Nome: San Bonifacio
Titolo: Vescovo e martire
Nascita: 680, Crediton, Inghilterra
Morte: 5 giugno 755, Frisia
Ricorrenza: 5 giugno
Tipologia: Commemorazione

S. Bonifacio nacque in Inghilterra verso l’anno 680. Educato nella religione cristiana, fin dalla più tenera età mostrò grande amore verso Dio e di Lui parlava con grande gusto.

Due missionari di passaggio per quelle contrade domandarono alloggio nella sua casa, e durante la sosta parlarono di Dio. Il piccolo Bonifacio, approfittando dell’occasione, domandò cosa dovesse fare per salvarsi. Ascoltò attentamente quanto dissero i due padri e Dio, premiando quest’anima candida, fece sentire distintamente nel cuore del fanciullo la sua voce che lo chiamava al suo servizio.

Da quel momento l’idea di farsi sacerdote non si partì più da lui. Ma il padre avendo fondato sul giovane le più lusinghiere speranze, si oppose energicamente, finché una grave malattia non gli fece comprendere il suo dovere di lasciar libero il figlio. Bonifacio allora pensò sol più a corrispondere alla divina chiamata ed entrò nel monastero di Exter dove ricevette la prima educazione.

Alla santità della vita univa pure grande ingegno e amore allo studio, massime della Sacra Scrittura, che fu sempre la fonte inesauribile della sua predicazione. Dopo il regolare corso di studi venne ordinato sacerdote l’anno 710.

Le sue rare doti di santità e di scienza si manifestarono meglio in lui, con ammirazione dei suoi superiori, quando fu mandato all’Arcivescovo di Canterbury per sistemare una delicata questione. Aborriva qualsiasi lode e approvazione; e temendo di poter essere in seguito elevato ad altre cariche, partì dall’Inghilterra e andò in Francia. Ma presto fu costretto al rimpatrio.

Morto poco dopo il suo ritorno l’Abate del monastero, la comunità lo elesse a successore; egli umilmente si rifiutò e andò a predicare tra gli infedeli. Venuto a Roma, Gregorio II lodò il suo zelo e la sua virtù e gli affidò l’evangelizzazione della Germania.

Nella Turingia cominciò il suo apostolato. Quando però morì Rodbodoro re di Frisia, il paese fu inaccessibile ai missionari e Bonifacio si recò da S. Willebrordo, vescovo di Utrecht e insieme esercitarono il sacro ministero. San Willebrordo conosciuta presto la santità e lo zelo di Bonifacio nell’esercizio del sacro ministero, lo volle a suo successore.

Ma egli bramando essere semplice missionario, lasciò Utrecht e passò nell’Ansia.

Gregorio II quasi in premio del gran bene da lui compiuto lo consacrò vescovo della Germania, e Gregorio III gli aggiunse il titolo di arcivescovo.

Tuttavia le nuove dignità e i nuovi onori non furono di danno alla propria santificazione, ed egli continuò come prima la vita di travagli apostolici e di lotte interiori. Nel 738 rivide ancora una volta il Papa nella città eterna e nel 753 successe nella sede episcopale di Magonza.

Il suo pellegrinaggio terreno intanto volgeva al termine; per meglio prepararsi al gran passo, rinunziò al vescovado e attese sol più alla predicazione.

Il 5 giugno del 755 sorpreso insieme a molti altri sacerdoti da una banda di furibondi idolatri, diede il suo sangue per il nome di Gesù Cristo, dopo aver esortati tutti gli altri sacerdoti a prepararsi coraggiosamente al martirio.

Martirio di San Bonifacio

PRATICA. Distacchiamo il cuore dagli onori, beni e piaceri della terra e prepariamoci un tesoro nel cielo, umiliandoci e mortificandoci.

PREGHIERA. Dio, che per lo zelo del beato Bonifacio tuo vescovo e martire, ti sei degnato chiamare alla conoscenza del tuo nome una moltitudine di popoli, concedi, propizio, che mentre celebriamo la sua solennità, sperimentiamo anche il suo patrocinio.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nella Frisia san Bonifacio, Vescovo di Magónza e Martire. Questi, dall’Inghiltérra andato a Roma, dal Papa beato Gregorio secondo fu mandato in Germania per predicare la fede di Cristo a quelle genti, e, avendo ivi sottomesso alla religione Cristiana una grandissima moltitudine, specialmente dei Frisoni, meritò di essere chiamato Apostolo dei Germàni; alla fine nella Frisia dai pagani infuriati colpito con la spada, compì il martirio insieme ad Eóbano Coepiscopo e ad alcuni altri servi di Dio.