Archivi giornalieri: 17 giugno 2021

NASpI

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NASpI, quando arrivano i soldi dall’INPS: ecco cosa c’è da sapere

Quando arrivano i pagamenti NASpI? Dopo quanto tempo arriva la disoccupazione? Non vi è una risposta esatta, ma vediamo cosa sapere.

Naspi quando arrivano i soldi: dopo la prima classica domanda su cos’è e come funziona l’indennità di disoccupazione, quella sui pagamenti Naspi è sicuramente la domanda più frequente che ci viene posta, soprattutto in caso di pagamento Inps in ritardo.  Questo perchè chi è disoccupato ha sicuramente interesse a percepire l’indennità di disoccupazione il prima possibile. Tuttavia non è facile dare una risposta certa alla domanda dopo quanto tempo arriva la disoccupazione, in quanto dipende da una serie di fattori, ma vediamo di approfondire la questione.

La NASpI è una prestazione INPS a sostegno del reddito dei lavoratori che hanno perso involontariamente il proprio lavoro. Spetta quindi il sussidio di disoccupazione solo se si viene licenziati per qualsiasi motivo, oppure in caso di dimissioni per giusta causa. Infine in alcuni casi si potrà richiedere il pagamento della NASpI dopo dimissioni volontarie o di risoluzione consensuale.

Infatti per tutti i casi di disoccupazione involontaria intercorsi dal 1° maggio 2015 i lavoratori interessati possono fare domanda all’INPS per accedere a questa nuova indennità di disoccupazione, attraverso i consueti canali telematici:

  • WEB direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto;
  • Contact Center attraverso il numero telefonico INPS 803164 gratuito da rete fissa o il numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico;
  • Patronati – attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi con il supporto dell’Istituto.

Naspi quando arrivano i soldi

Come detto sopra i soldi della Naspi non arrivano in date certe e secondo un calendario predefinito così come avviene per la pensione. Pensiamo ad esempio alla nota di inizio anno dove l’INPS ufficializza il calendario dei pagamenti pensioni.

Per il pagamento della disoccupazione NASpI il discorso è diverso. Dipende infatti da alcuni fattori quali:

  • data di presentazione della domanda di disoccupazione;
  • periodo di richiesta della NASpI;
  • ufficio territoriale a cui si presenta la domanda di disoccupazione;
  • motivo del licenziamento.

Questi sopra indicati sono alcuni dei parametri che possono inficiare sulla data di pagamento della NASpI. Per quanto attiene alla data di presentazione della domanda di disoccupazione, pensiamo che c’è una bella differenza fra il presentare la domanda a inizio del mese o alla fine. All’inizio c’è tutto il tempo per lavorare una pratica e questo permette la regolarità dei pagamenti, alla fine del mese invece ci saranno più problemi.

Anche il periodo di presentazione della NASpI e la sede a cui si fa la domanda sono dei fattori rilevanti. Infatti se andremo a fare domanda durante le festività oppure durante il mese di agosto è probabile che molto personale sarà in ferie. Oppure dopo la stagione estiva ci saranno sicuramente molte domande da lavorare per la NASpI stagionali. Questo potrà allungare il pagamento anche se di pochi giorni.

Pagamento NASpI: dopo quanto tempo arriva la disoccupazione

pagamenti naspiPrima di dire che il pagamento Inps è in ritardo bisogna vedere dopo quanto tempo arriva la disoccupazione: per prima cosa è bene prima comprendere da quando decorre la NASpI. Questa data infatti cambia in base a quando si fa la domanda. In ogni caso il pagamento avverrà sempre dopo la data di decorrenza. Ad esempio nel caso di licenziamento per giusta causa anche se si fa domanda subito, la decorrenza avviene come previsto in questa breve lista:

  • dall’ottavo giorno dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda è presentata entro 8 giorni. Dal giorno successivo alla domanda, se questa viene presentata dopo 8 giorni dal licenziamento ma entro 68 giorni previsti;
  • dall’ottavo giorno dopo il termine del periodo di maternità, malattia, infortunio sul lavoro/malattia professionale o preavviso, se si presenta la domanda entro 8 giorni, oppure dal giorno successivo alla domanda se viene presentata dopo l’ottavo giorno ma entro i 68 giorni di legge;
  • dal trentottesimo giorno dopo il licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, se si presenta la domanda entro 38 giorni (come specificato in seguito). Dal giorno successivo alla domanda, se si presenta oltre i 38 giorni dopo il licenziamento, ma entro 98 giorni di legge.

NASpI e licenziamento per giusta causa

Un caso a parte è la richiesta di NASpI dopo un licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo. Pensiamo ad esempio ai casi di licenziamento disciplinare o di abbandono del posto di lavoro. Infatti in questo caso la norma prevede che al lavoratore licenziato per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo spetta comunque la disoccupazione.

In questi casi tuttavia la NASpI e i relativi pagamenti non decorrono da subito, ma con 30 giorni di ritardo rispetto alla disoccupazione normale.

Leggi anche: Diritto alla NASpI in caso di licenziamento per giusta causa: cosa sapere

Che giorno viene pagata la Naspi?

Quali sono quindi i tempi erogazione Naspi? Stabilito quindi che non si sa con certezza il giorno del mese del pagamento Naspi, sappiamo comunque che se la domanda va a buon fine (esito completata nel fascicolo previdenziale) l’Inps paga mensilmente l’indennità di disoccupazione.

Ci accorgeremo del pagamento quando nell’area riservata del sito troveremo la scritta pagamento effettuato in data gg/mm/anno. Questa è la data di emissione del mandato di pagamento, ed entro pochi giorni si riceverà l’accredito.

Di solito l’INPS paga pochi giorni di disoccupazione (oppure un mese e pochi giorni) per poi regolarizzarsi nei pagamenti. Quindi dal secondo pagamento in poi l’assegno arriverà sempre regolare con i pagamenti delle indennità.

Date diverse per i pagamenti NASPI infine sono previste per le somme aggiuntive:

  • il bonus 100 euro, che di solito viene pagato (tranne rinuncia dell’interessato) una volta ogni 2 o 3 mesi;
  •  gli assegni per il nucleo familiare vengono pagati a parte se la domanda non viene fatta durante la procedura di domanda di NASPI Online;
  • conguaglio IRPEF;

Non è prevista invece la tredicesima disoccupazione sulla NASpI, che invece spettava per la vecchia disoccupazione ordinaria e con requisiti ridotti.

NASpI pagamento in corso: cosa vuol dire

Altra domanda frequente è la dicitura NASpI pagamento in corso cosa vuol dire? Questa dicitura è affiancata di solito alla dicitura pagamento effettuato in data gg/mm/anno. Questo significa che in quella data vi è il mandato di pagamento, ma i soldi arrivano entro pochi giorni.

Leggi anche: NASpI: requisiti, importo, durata e calcolo disoccupazione INPS

Pagamento INPS in ritardo

Nel caso di pagamento Inps in ritardo  possiamo avere due ipotesi:

  1. l’INPS ancora non accoglie la domanda, ad esempio per mancanza di documentazione; pensiamo ad esempio a ritardi nella denuncia delle retribuzioni dei datori di lavoro. In questi casi consultare spesso il fascicolo previdenziale per vedere se ci sono comunicazioni e eventualmente consegnare la documentazione mancante.
  2. se il ritardo pagamenti NASpI riguarda domande già accolte con pagamenti in corso allora possono essersi avuti dei ritardi dall’INPS: pensiamo ad esempio a fine anno quando ci sono i conguagli fiscali. Oppure potrebbe trattarsi di una sospensione o decandenza della NASpI, quindi è cosa buona rivolgersi all’INPS o al patronato che ci ha fatto la domanda per non perdere il diritto alla disoccupazione.

Pagamento disoccupazione: controllo sul sito INPS

Ora è possibile controllare sul sito INPS anche l’importo del pagamento disoccupazione in base alle rate calcolate dall’Istituto.

Dal sito INPS accedendo all’area riservata è disponibile dopo l’accettazione della domanda di disoccupazione un piano dei pagamenti NASpI. E’ quindi possibile conoscere i singoli importi dei pagamenti, ma non il calendario con le date in cui l’INPS effettua il singolo pagamento.

Regime forfettario e indennità covid-19 di 600 euro: come riportarlo nel modello Redditi

Regime forfettario e indennità covid-19 di 600 euro: nel modello Redditi PF, quadro LM, deve essere indicata l’indennità Covid-19 di 600 euro percepita lo scorso anno dai contribuenti forfettari iscritti a una cassa di previdenza privata.

Si pensi ad avvocati, commercialisti, giornalisti ecc.  Trattandosi di un aiuto di Stato, tale indennità deve essere indicata anche nel prospetto degli aiuti di stato del nel quadro RS.

A tal fine sarà necessario indicare il codice che identifica l’indennità ricevuta.

Indennità di 600 euro per gli iscritti alle casse private

L’art.44 del D.L. 18/2020, decreto Cura Italia, prevede un’indennità cash per i professionisti iscritti alla casse di previdenza private.

Nello specifico, l’indennità è stata riconosciuta nell’importo di 600 dapprima per il mese di marzo 2020 e poi grazie al D.L. 34/2020, decreto Crescita (art.78) e al D.L. 104/2020, decreto Agosto (art.13), per i mesi di aprile e di maggio.

Per marzo e aprile, l’indennità è stata pari a 600 euro. Per il mese di maggio l’indennità è salita a 1.000 euro.

L’indennità non è tassata nè ai fini Irfef nè ai fini Irap.

I soggetti titolari della prestazione, alla data di presentazione della domanda, non dovevano essere in alcuna delle seguenti condizioni ossia essere:

  • titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
  • titolari di pensione.

Inoltre era necessario rispettare precisi requisiti reddituali.

Ad esempio, l’indennità di marzo spettava:

  • a coloro che hanno percepito un reddito complessivo 2018 non superiore a 35.000 euro, da considerarsi al lordo dei canoni di locazione per i quali si è optato per il regime fiscale della c.d. cedolare secca,
  • la cui attività è stata limitata dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

L’indennità spettava anche a coloro che hanno percepito nell’anno di imposta 2018, un reddito complessivo compreso tra 35.000 euro e 50.000 euro. Sempre da considerarsi al lordo dei canoni di locazione per i quali si è optato per il regime fiscale della c.d. cedolare secca Soggetti che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19:

  • hanno cessato l’attività libero professionale ossia hanno chiuso la partita IVA nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 marzo 2020, ovvero
  • hanno registrato una riduzione di almeno il 33 per cento del reddito del primo trimestre 2020 rispetto al reddito del primo trimestre 2019.

Regime forfettario e indennità covid-19 di 600 euro: come riportarlo nel modello Redditi

Fatta tale ricostruzione, l’indennità in esame, deve essere indicata nel modello Redditi PF 2021. In particolare, i contribuenti forfettari, devono indicarla nel quadro LM, rigo LM 33, colonna 2.

Così le istruzioni di compilazione del modello Redditi 2021.

In base alle indicazioni fornite dal Fisco, nel rigo LM33, col. 2, va indicato:

  • l’ammontare dei contributi e delle indennità di qualsiasi natura, erogati in via eccezionale a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e
  • diversi da quelli esistenti prima della medesima emergenza.

Tali indennità vanno indicate indipendentemente dal soggetto erogatore e  dalle modalità di fruizione e contabilizzazione.

Le istruzioni inoltre affermano che:

Le disposizioni si applicano, nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dalla comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19”, e successive modifiche, alle misure deliberate successivamente alla dichiarazione dello stato di emergenza sul territorio nazionale avvenuta con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, e successive proroghe (art. 10-bis del decreto- legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176).

Considerato ciò, è necessario altresì compilare il prospetto “Aiuti di Stato”.

Indicazione del prospetto Aiuti di Stato del quadro RS

Il prospetto Aiuti di Stato, quadro RS, rigo RS 401 del modello Redditi, deve essere compilato dai soggetti che nel periodo d’imposta cui si riferisce la dichiarazione hanno beneficiato:

  • di aiuti fiscali automatici (aiuti di Stato e aiuti “de minimis”) nonché
  • di quelli subordinati all’emanazione di provvedimenti di concessione o di autorizzazione alla fruizione, comunque denominati.

Inoltre, il prospetto va compilato anche dai soggetti che hanno beneficiato nel periodo d’imposta di aiuti fiscali nei settori dell’agricoltura e della pesca e acquacoltura Aiuti da registrare nei registri SIAN e SIPA.

Il prospetto deve essere compilato con riferimento agli aiuti di Stato i cui presupposti per la fruizione si sono verificati nel periodo d’imposta di riferimento della dichiarazione. In relazione alla dichiarazione 2021, rileva il periodo d’imposta 2020.

Attenzione: l’indicazione degli aiuti nel prospetto è necessaria e indispensabile ai fini della legittima fruizione degli stessi. Il  prospetto va compilato anche in caso di aiuti maturati nel periodo d’imposta di riferimento della dichiarazione ma non fruiti nel medesimo periodo.

Per ciascun aiuto va compilato un distinto rigo (RS401). Utilizzando un modulo per ogni rigo compilato.

La compilazione del prospetto Aiuti di Stato

Come anticipato sopra, l’agevolazione in esame è riconosciuta nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dalla Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19”. Da qui, la necessità di compilare anche il prospetto “Aiuti di Stato” presente nel quadro RS.

Nello specifico, nel rigo RS 401 deve essere indicato il codice 99.

Infatti, nella colonna 1 va esposto l’aiuto di Stato o l’aiuto “de minimis” spettante nel periodo d’imposta di riferimento della  dichiarazione. A tal fine va  indicato il relativo codice identificativo rilevato dalla tabella “Codici aiuti di Stato” in calce al modello Redditi.

E’ importante precisare che le agevolazioni indicate negli appositi quadri del modello Redditi non qualificabili quali aiuti di Stato, riconosciute alla generalità di contribuenti (ad esempio il credito d’imposta beni strumentali) non deve essere registrato nel  nel Registro nazionale degli aiuti di Stato ai sensi dell’art. 3 del decreto Ministro dello sviluppo economico, 31 maggio 2017, n. 115. Per tali agevolazioni non deve essere compilato il prospetto “Aiuti di stato”.

San Ranieri di Pisa

 

San Ranieri di Pisa


Nome: San Ranieri di Pisa
Titolo: Eremita
Nascita: 1118, Pisa
Morte: 17 giugno 1161, Pisa
Ricorrenza: 17 giugno
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:Pisa

Ricco mercante, in grado di leggere il latino, entrò in relazione con una asceta di Pisa, si convertì e decise di abbandonare la vita mondana.

La vita di Ranieri ebbe una profonda trasformazione negli anni della giovinezza, nel 1140 andò in pellegrinaggio in Terra Santa, dove visse per tredici anni divenendo eremita.

Nel 1153 ritornò a Pisa, preceduto da una fama di santità. Dopo un soggiorno di un anno presso il monastero di Sant’Andrea in Kinzica, si installò a San Vito, dove rimase sino alla morte. Si dedicò all’apostolato e alla predicazione. Il corpo venne sepolto in una cappella della cattedrale di Pisa.

Il culto ebbe una grande fortuna a livello locale, e a partire dal XIII secolo divenne patrono della città. Ogni anno viene ricordato con una caratteristica luminara, secondo una tradizione che per alcuni avrebbe origine nell’anno stesso della morte del santo.

Non è provato che sia stato canonizzato da Alessandro III, ma il culto liturgico fu approvato nel XVII secolo e compare nel Martirologio romano. La sua vita scritta subito dopo la sua scomparsa dal canonico pisano Benincasa, che era stato suo confidente e consigliere.

Molte sono le leggende su Ranieri e vivono non solo legate alle sue gesta da vivo. Da tempo immemore i pisani si tramandano la tradizione riguardante una burrasca di san Ranieri, secondo la quale ogni anno il santo metterebbe alla prova i propri concittadini scatenando la pioggia sulle loro teste

MARTIROLOGIO ROMANO. A Pisa, san Raniero, povero e pellegrino per Cristo.