Archivi giornalieri: 9 giugno 2021

Come ottenere un colloquio di lavoro: ecco alcuni consigli pratici

 
Come ottenere un colloquio di lavoro: ecco alcuni consigli pratici

Come ottenere un colloquio di lavoro? Ecco alcuni semplici e pratici consigli per presentarsi al meglio ai nostri potenziali datori di lavoro

Ottenere un colloquio di lavoro presso un’azienda risulta sempre più difficile. Infatti, spesso inviamo centinaia di Cv ma non riceviamo mai una risposta da parte dell’azienda. Questo perché, il personale delle risorse umane riceve centinaia di curriculum vite e di conseguenza risulta molto difficile visionare tutti i Cv ricevuti per una singola candidatura.

Oggi inviare solo il proprio Cv non basta per essere convocati per un colloquio, ma bisogna anche rivestire una figura da commerciale per poter avere successo nella ricerca di una posizione lavorativa. Ma vediamo qui di seguito come ottenere un colloquio di lavoro con alcuni consigli pratici.

Come ottenere un colloquio di lavoro: gli errori da evitare

In quest’era digitale dove la concorrenza è sempre più elevata per una sola posizione lavorativa, di conseguenza bisogna diventare bravi ad individuare  l’azienda per cui si vuole lavorare e successivamente farsi notare. Molto spesso vengono commessi i seguenti errori:

  • Cv uguale per tutte le posizioni di lavoro;
  • Assenza di lettera di presentazione;
  • Lettera di presentazione uguale per tutte le posizioni lavorative scelte;
  • Cv impostati in modo scorretto;
  • Ecc.

Questi errori sono la prima causa per cui non ricevete convocazioni per un colloquio lavorativo una volta inviato il proprio Cv. Infatti, se si continua a commettere questi errori molto difficilmente si riceverà una convocazione anche se si invieranno centinaia di Curriculum. Quindi evitare questi errori è davvero fondamentale per essere convocati per un primo colloquio di lavoro.

Anche se sembra banale cambiare ogni volta il proprio Cv, questa procedura può aumentare la percentuale di successo nel ricevere una convocazione per un colloquio di lavoro. Infatti, ogni posizione lavorativa richiede caratteristiche e competenze diverse, quindi di conseguenza inserire esperienze lavorative poco attinenti alla posizione ricercata dall’azienda è inutile.

Proprio per questo motivo bisogna scrivere CV diversi per ogni candidatura per il quale si intende partecipare. Lo stesso discorso vale per la lettera di presentazione. Negli ultimi anni sempre più aziende richiedono ai candidati di scrivere una lettera di presentazione. Come il Cv, anche la lettera dovrà essere personalizzata per ogni candidatura.

Leggi anche: Come scrivere una lettera di presentazione da allegare al Curriculum

Infine, bisogna assolutamente evitare di inviare curriculum vite poco ordinati, con tantissimi errori ortografici, oppure colori, caratteri diversi. Questi errori possono costare l’esclusione per un’eventuale candidatura.

Come ottenere il primo colloquio lavorativo

Nell’era digitale non basta più essere bravi nel proprio lavoro, ma bisogna anche essere bravi nel saper cercarlo e farsi trovare dalle aziende. Quindi come ottenere il primo colloquio?

Sicuramente la prima cosa da fare è creare una lista di aziende nella quale si vuole lavorare. Tali aziende possono essere ricercate direttamente sul web come ad esempio google, Linkedin, Facebook, ecc. Una volta creata una propria lista, bisogna creare una lettera di presentazione personalizzata per ogni azienda e un Cv sempre aggiornato.

Successivamente bisogna inviare  la propria candidatura attraverso il portale web dell’azienda oppure all’indirizzo email dedicato alle candidature. Inviata la lettera di presentazione e il Cv, nessuno vieta di effettuare una telefonata in azienda informando l’ufficio del personale di aver inviato la propria candidatura e se è stata ricevuta correttamente dal proprio sistema. Tale telefonata è consigliabile effettuarla minimo dopo 3-4 giorni dalla propria candidatura e non subito dopo l’invio del proprio CV.

Attraverso questa semplice chiamata stiamo dimostrando all’azienda che siamo davvero interessati ad effettuare un colloquio conoscitivo e quindi avremo più probabilità di essere convocati rispetto ad altri candidati. Ricordiamo che durante questa telefonata non bisogna mai essere invadenti ed avere sempre un tono gentile.

Un’altra tecnica che può essere utilizzata per poter ricevere un colloquio conoscitivo da un’azienda è quella di curare i propri profili social, principalmente il proprio profilo Linkedin. Aggiungi contenuti inerenti alla tua attività, partecipa alle discussione e se il tuo profilo risulta interessante sarà direttamente l’azienda a contattarti e richiedere un colloquio conoscitivo.

Leggi anche: Video colloquio di lavoro: consigli utili per prepararsi al meglio

Career day

Infine, un altro metodo per poter essere convocati per un colloquio lavorativo è quello di partecipare al career day organizzato da diverse società e università. Infatti, partecipando a questi eviti avrete la possibilità di presentare direttamente a mano il proprio CV ed ottenere immediatamente un colloquio conoscitivo.

Aziende private gas: versamento del contributo straordinario

Aziende private gas: versamento del contributo straordinario

Per effetto della soppressione del Fondo integrativo dell’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e superstiti (ex Fondo Gas) a favore del personale dipendente delle aziende private del gas, è stata istituita una Gestione a esaurimento che ha in carico gli oneri relativi ai trattamenti pensionistici integrativi esistenti alla data del 30 novembre 2015. Il decreto interministeriale 5 aprile 2017 ha stabilito i criteri per la ripartizione del contributo straordinario a carico delle aziende private del gas.

La circolare INPS 8 giugno 2021, n. 82 fornisce ora le istruzioni operative e contabili per la denuncia contributiva UNIEMENS in carico ai datori di lavoro, mettendo a disposizione delle aziende censite, tramite il Cassetto bidirezionale, all’oggetto “Contributo straordinario Fondo Gas DL 78/2015”, gli importi da versare a titolo di contribuzione, con riferimento all’ultimo mese di attività, e il codice causale relativo al periodo per il quale risultano obbligate.

La rilevazione contabile del contributo straordinario sarà esposta in uno specifico conto della Gestione ad esaurimento del Fondo Gas – Gestione assicurativa ordinaria a ripartizione (GSR), con la causale per il periodo 2015-2020.

Tutte le istruzioni sono illustrate nella circolare.

Cordoglio per la scomparsa di Guglielmo Epifani

Cordoglio per la scomparsa di Guglielmo Epifani

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«L’improvvisa scomparsa di Guglielmo Epifani mi addolora profondamente. Il suo impegno ha recato un contributo alla storia del movimento sindacale italiano e della Cgil in particolare, dove ha avuto modo di esprimere la propria visione riformista e le proprie qualità di dirigente impegnato, sempre attento agli interessi dei lavoratori.

In Parlamento ha recato la sua grande esperienza e un bagaglio di cultura che mai indulgeva al settarismo.

Esprimo i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà alla famiglia e a quanti hanno condiviso con lui l’attività di questi decenni».

 

 Roma, 07/06/2021

Come ottenere un colloquio di lavoro: ecco alcuni consigli pratici

Lavoro e Diritti – La tua guida facile su lavoro, pensioni, fisco e welfare
 

Come ottenere un colloquio di lavoro: ecco alcuni consigli pratici

Come ottenere un colloquio di lavoro? Ecco alcuni semplici e pratici consigli per presentarsi al meglio ai nostri potenziali datori di lavoro

Ottenere un colloquio di lavoro presso un’azienda risulta sempre più difficile. Infatti, spesso inviamo centinaia di Cv ma non riceviamo mai una risposta da parte dell’azienda. Questo perché, il personale delle risorse umane riceve centinaia di curriculum vite e di conseguenza risulta molto difficile visionare tutti i Cv ricevuti per una singola candidatura.

Oggi inviare solo il proprio Cv non basta per essere convocati per un colloquio, ma bisogna anche rivestire una figura da commerciale per poter avere successo nella ricerca di una posizione lavorativa. Ma vediamo qui di seguito come ottenere un colloquio di lavoro con alcuni consigli pratici.

Come ottenere un colloquio di lavoro: gli errori da evitare

In quest’era digitale dove la concorrenza è sempre più elevata per una sola posizione lavorativa, di conseguenza bisogna diventare bravi ad individuare  l’azienda per cui si vuole lavorare e successivamente farsi notare. Molto spesso vengono commessi i seguenti errori:

  • Cv uguale per tutte le posizioni di lavoro;
  • Assenza di lettera di presentazione;
  • Lettera di presentazione uguale per tutte le posizioni lavorative scelte;
  • Cv impostati in modo scorretto;
  • Ecc.

Questi errori sono la prima causa per cui non ricevete convocazioni per un colloquio lavorativo una volta inviato il proprio Cv. Infatti, se si continua a commettere questi errori molto difficilmente si riceverà una convocazione anche se si invieranno centinaia di Curriculum. Quindi evitare questi errori è davvero fondamentale per essere convocati per un primo colloquio di lavoro.

Anche se sembra banale cambiare ogni volta il proprio Cv, questa procedura può aumentare la percentuale di successo nel ricevere una convocazione per un colloquio di lavoro. Infatti, ogni posizione lavorativa richiede caratteristiche e competenze diverse, quindi di conseguenza inserire esperienze lavorative poco attinenti alla posizione ricercata dall’azienda è inutile.

Proprio per questo motivo bisogna scrivere CV diversi per ogni candidatura per il quale si intende partecipare. Lo stesso discorso vale per la lettera di presentazione. Negli ultimi anni sempre più aziende richiedono ai candidati di scrivere una lettera di presentazione. Come il Cv, anche la lettera dovrà essere personalizzata per ogni candidatura.

Leggi anche: Come scrivere una lettera di presentazione da allegare al Curriculum

Infine, bisogna assolutamente evitare di inviare curriculum vite poco ordinati, con tantissimi errori ortografici, oppure colori, caratteri diversi. Questi errori possono costare l’esclusione per un’eventuale candidatura.

Come ottenere il primo colloquio lavorativo

Nell’era digitale non basta più essere bravi nel proprio lavoro, ma bisogna anche essere bravi nel saper cercarlo e farsi trovare dalle aziende. Quindi come ottenere il primo colloquio?

Sicuramente la prima cosa da fare è creare una lista di aziende nella quale si vuole lavorare. Tali aziende possono essere ricercate direttamente sul web come ad esempio google, Linkedin, Facebook, ecc. Una volta creata una propria lista, bisogna creare una lettera di presentazione personalizzata per ogni azienda e un Cv sempre aggiornato.

Successivamente bisogna inviare  la propria candidatura attraverso il portale web dell’azienda oppure all’indirizzo email dedicato alle candidature. Inviata la lettera di presentazione e il Cv, nessuno vieta di effettuare una telefonata in azienda informando l’ufficio del personale di aver inviato la propria candidatura e se è stata ricevuta correttamente dal proprio sistema. Tale telefonata è consigliabile effettuarla minimo dopo 3-4 giorni dalla propria candidatura e non subito dopo l’invio del proprio CV.

Attraverso questa semplice chiamata stiamo dimostrando all’azienda che siamo davvero interessati ad effettuare un colloquio conoscitivo e quindi avremo più probabilità di essere convocati rispetto ad altri candidati. Ricordiamo che durante questa telefonata non bisogna mai essere invadenti ed avere sempre un tono gentile.

Un’altra tecnica che può essere utilizzata per poter ricevere un colloquio conoscitivo da un’azienda è quella di curare i propri profili social, principalmente il proprio profilo Linkedin. Aggiungi contenuti inerenti alla tua attività, partecipa alle discussione e se il tuo profilo risulta interessante sarà direttamente l’azienda a contattarti e richiedere un colloquio conoscitivo.

Leggi anche: Video colloquio di lavoro: consigli utili per prepararsi al meglio

Career day

Infine, un altro metodo per poter essere convocati per un colloquio lavorativo è quello di partecipare al career day organizzato da diverse società e università. Infatti, partecipando a questi eviti avrete la possibilità di presentare direttamente a mano il proprio CV ed ottenere immediatamente un colloquio conoscitivo.

Prima rata IMU in scadenza al 16 giugno: ecco chi è esonerato dal pagamento

Prima rata IMU in scadenza al 16 giugno: entro il prossimo 16 giugno si dovrà provvedere al versamento della prima rata dell’IMU 2021. In considerazione della grave crisi economica che ha colpito quasi tutti i settori economici, lo Stato ha cancellato il versamento della rata per diversi operatori economici. Dunque, come già avvenuto lo scorso anno per la prima rata e il saldo IMU 2020, anche per quest’anno sono previsti specifici casi di esonero.

Ecco chi sono i soggetti esonerati dal pagamento della prima rata IMU 2021 in scadenza il 16 giugno; ovvero chi non deve pagare l’Imposta sugli immobili senza incorrere in sanzioni.

Prima rata IMU in scadenza al 16 giugno

I versamenti IMU si effettuano entro:

  • il 16 giugno per la prima rata;
  • 16 dicembre per il saldo (o 2° rata).

Sempre considerando il conguaglio in caso di possibili variazioni di aliquote da parte del Comune da pubblicare entro il 28 ottobre sul sito del Dipartimento delle Finanze.

Si ricorda che, con la Legge di Bilancio 2020 (Legge 160/2019), l’IMU e la TASI sono state unificate con la nuova IMU e le aliquote base ai fini del calcolo dell’imposta dovuta sono uguali alla somma delle aliquote base dell’ex IMU e TASI.

Il calcolo del dovuto è da effettuarsi in base al possesso mensile ovvero per semestre (comma 762, Legge 160/2019).

Esonero versamento IMU al 16 giugno: le previsioni della Legge di bilancio 2021

La Legge n° 178/2020, Legge di bilancio 2021, al comma 599, ha previsto l’esenzione dal versamento della 1° rata IMU per determinate attività dei settori del turismo, della ricettività alberghiera e degli spettacoli. Questi sono i settori maggiormente colpiti dalla crisi economica legata al Covid-19.

L’esonero riguarda gli immobili destinati a:

  • stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, stabilimenti termali;
  • alberghi, pensioni e relative pertinenze, agriturismi, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi di montagna, colonie marine e montane, affittacamere per brevi soggiorni, case e appartamenti per vacanze, bed & breakfast, residence e campeggi, purché i relativi soggetti passivi siano anche gestori delle attività esercitate;
  • discoteche, sale da ballo, night-club e simili, a condizione che i soggetti passivi siano anche gestori delle attività esercitate.

L’esonero riguarda gli immobili in uso da parte di imprese esercenti attività di allestimenti di strutture espositive nell’ambito di eventi fieristici o manifestazioni.

A queste previsioni di esonero se ne aggiungono altre previste dal D.L. 104/2020, D.L. Agosto e del D.L. 41/2021, decreto Sostegni.

Esonero pagamento IMU immobili categoria catastale D/3 (Decreto Agosto)

Anche il D.L. 104/2020 è intervenuto in materia di esoneri IMU: nello specifico, all’art.78 comma 3, è previsto l’esonero IMU per gli anni 2021 e 2022 per gli immobili destinati a spettacoli cinematografici, teatri e sale per concerti e spettacoli. Si tratta di immobili rientranti nella categoria catastale D/3.

Dunque, in tali casi, l’esonero non riguarda solo la prima rata IMU.

L’esonero opera a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.

Cancellazione rata IMU per chi ha ottenuto il contributo a fondo perduto (Decreto Sostegni)

Da ultimo il D.L. 41/2021, D.L. Sostegni, post conversione in Legge, all’art.6 sexies, ha introdotto l’esonero dal pagamento della 1° rata IMU per i soggetti destinatari del contributo a fondo perduto disposto dallo stesso decreto citato.

Nello specifico, l’esonero IMU riguarda i soggetti titolari di reddito agrario (di cui all’articolo 32 del citato TUIR), nonché imprese e professionisti:

  • con ricavi o compensi in denaro o in natura (non superiori a 10 milioni di euro nel secondo periodo d’imposta antecedente, 2019 per i soggetti “solari”);
  • con ammontare medio mensile di fatturato e corrispettivi del 2020 inferiore almeno del 30% rispetto a quello del 2019.

Ai soggetti che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2019 il contributo spetta anche in assenza del requisito afferente la perdita di fatturato.

L’esenzione si applica solo agli immobili nei quali i soggetti passivi sopra citati esercitano le attività di cui siano anche gestori.

Esonero IMU abitazione principale

Al di la delle previsioni di carattere emergenziale, rimane fermo l’esonero dal versamento IMU per l’immobile abitazione principale non di lusso ossia rientrante nella categoria catastale da A2 ad A7.

Per quelle di lusso invece si paga l’IMU.  L’aliquota base IMU per le abitazioni principali di lusso è pari al 5 per mille (comma 748) e il Comune la può aumentare fino al 6 per mille o ridurre. O anche fino all’azzeramento.

Attenzione ai requisiti da rispettare per considerare l’immobile quale abitazione principale.

A tal proposito il comma 741 della Legge 160/2019, dispone che

“per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile (..).

Attenzione, se i coniugi posseggono abitazioni situate in due comuni diversi, l’esonero IMU non spetterà per nessuna della due abitazioni. Si veda a tal proposito, la sentenza, Corte di Cassazione n°4166/2020.

Pensione base: esiste un valore minimo? La situazione attuale e le prospettive

Lavoro e Diritti – La tua guida facile su lavoro, pensioni, fisco e welfare
 

 

Pensione base: esiste un valore minimo? La situazione attuale e le prospettive

Oggi non esiste formalmente una ‘pensione base’, ma esiste uno strumento simile, ossia l’integrazione al trattamento minimo Inps.

Pensione base: esiste un valore minimo per l’assegno pensionistico? Il tema delle pensioni com’è noto, continua a tenere banco negli ambienti della politica e non solo. Ma non potrebbe essere diversamente. Nei prossimi mesi, l’Italia dovrà varare e mettere in pratica una serie di riforme strutturali e, tra esse, dovrà di sicuro trovare spazio anche una nuova riforma previdenziale, attesa entro la fine di quest’anno.

Per questa via, sarà possibile introdurre dal 2022 nuove formule di pensione anticipata al posto di meccanismi come Quota 100, confermata come sperimentale per il triennio 2019-2021 ma che non proseguirà, stante anche lo scarso successo registrato. E se argomenti come Opzione Donna e APE Sociale continuano ad essere degni di essere considerati, nell’acceso dibattito sulle pensioni e sul futuro da dare al sistema previdenziale, trova spazio altresì la questione legata all’introduzione di una vera e propria pensione con importo base. In verità, se ne discute da diversi anni, senza trovare una piena definizione della questione.

Qui di seguito intendiamo fare il punto della situazione proprio con riferimento alla cd. pensione base, giacchè in molti si domandano se davvero esiste un trattamento di questo tipo, vale a dire un importo al di sotto del quale non si può andare. Facciamo chiarezza.

Leggi anche: Quota 41 come novità nella riforma previdenziale, come funziona?

Pensione base: qual è la situazione oggi. L’integrazione al minimo dell’Inps

In verità, per rispondere a quanto appena riportato, occorre dire che formalmente non esiste oggi un livello minimo di pensione o pensione base. Tuttavia, sussiste la possibilità di sfruttare un’integrazione laddove la pensione sia molto bassa e l’interessato non disponga di redditi alti. Si parla, in queste circostanze, di  integrazione al minimo, ma ci sono più motivi per cui comunque non si può parlare di pensione base in senso stretto.

In buona sostanza, l’integrazione al trattamento minimo consiste in una prestazione economica che l’Inps assegna a chi ha una pensione molto bassa, al di sotto del cosiddetto minimo vitale, corrispondente cioè, nel 2019, a 513,01 euro mensili e nel 2020-21 a 515,58 euro. Pertanto, il trattamento minimo annuo, per il 2021, sarà pari a 6.702,54 euro totali (vale a dire 515,58 euro per 13 mensilità). Rimarchiamo altresì che l’importo di riferimento per l’integrazione al minimo della pensione è sempre soggetto a rivalutazione annuale. Ciò al pari del resto dei trattamenti pensionistici.

Come sopra accennato, da tempo è in corso un dibattito inerente la possibilità di stabilire una vera e propria ‘pensione base’ sotto alla quale non si potrà scendere in futuro. Ecco perchè tra i vari argomenti che ruotano attorno alla riforma strutturale del settore, c’è anche la possibile previsione di una pensione di garanzia, un importo minimo che scatta sempre, al raggiungimento di specifiche condizioni.

Il meccanismo dell’integrazione al minimo: come funziona?

Quanto detto finora non ci deve però trarre in inganno. Infatti, se è vero l’integrazione al minimo per il 2021 prevede la soglia minima di circa 515 euro, ciò però non significa che in linea generale esista un importo della pensione base di questo ammontare e che nessun trattamento pensionistico possa scendere sotto questo livello, atto a garantire il cd. ‘minimo vitale’.

Anzi, la mancanza di una pensione base ‘generalizzata’ risulta evidente se consideriamo il meccanismo dell’integrazione al trattamento minimo. Facciamo i seguenti esempi:

Pensionato non sposato

  • se il pensionato solo può contare un reddito totale al di sotto dei 6.702,54€ citati, ha certamente diritto a un’integrazione piena. Dunque, se il pensionato incassa ad es. incassa 350 euro di pensione potrà sfruttare un incremento fino a 515,58€. In dette circostanze, ha senso parlare di ‘pensione base’;
  • se invece il pensionato solo  può contare su un reddito al di sopra ai 6.702,54€ ma inferiore a 13.405,08€, allora ha diritto a un’integrazione ma solamente parziale. Ad es. un pensionato che incassa 300 euro di pensione ma ha un reddito di 12.000 euro all’anno. In questa circostanza, si potrà contare su un’integrazione di 1.405,08€ (reddito massimo meno reddito percepito) che diviso per 13 mensilità darà come esito circa 108 euro. Pertanto la sua pensione arriverà fino 408€, e si tratta dell’“importo base” (il cui valore sarà collegato al reddito personale e potrà cambiare ogni anno).

E’ chiaro che se il reddito del pensionato è supera la cifra di 13.405,08 euro, non scatta alcuna integrazione, neanche parziale.

Pensionato sposato

Considerazioni differenti valgono nel caso il pensionato in questione sia sposato. Infatti abbiamo che:

  • scatta il diritto all’integrazione della pensione in maniera piena, se il reddito annuo totale proprio e del coniuge non oltrepassa 20.107,62 euro; ed il reddito del pensionato non oltrepassa 6.702,54 euro;
  • scatta il diritto all’integrazione della pensione in modo parziale, se il reddito annuale totale proprio e del coniuge oltrepassa 20.107,62 euro; ma non oltrepassa 26.810,16 euro ed il reddito del pensionato non va oltre i 13.405,08 euro.

Ancora, in base alle norme vigenti, laddove il reddito personale e del coniuge sia al di sopra dei 26.810,16 euro, o se il solo reddito personale oltrepassa la soglia di 13.405,08 euro, non scatta alcuna integrazione.

Da quanto indicato finora, appare dunque piuttosto chiaro che non si può formalmente parlare di pensione base, semplicemente perchè non sussiste un importo base identico per tutti, bensì variabile sulla scorta di più parametri.

Inoltre, sussiste un’altra ragione per cui è inopportuno parlare di pensione base in ipotesi di meccanismo di integrazione al minimo. Infatti, da questo strumento sono tagliati fuori tutti coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il primo gennaio 1996 e dunque rientrano interamente inclusi nel regime di calcolo contributivo dell’assegno pensionistico.

Leggi anche: Quota 100 fino a fine anno, il Recovery Plan cambia lo scenario pensioni

Conclusioni: ci potrà essere una pensione base in futuro?

Alla luce delle considerazioni finora esposte, ci si può legittimamente domandare se, nel prossimo futuro, potrà essere introdotto un meccanismo generalizzato di pensione base. Parlare di ciò ha senso, specialmente se teniamo conto del fatto che tutti coloro che rientrano nel sistema contributivo, non possono contare sul meccanismo sopra citato. Ecco perchè negli ultimi tempi si sta concretamente riflettendo sull’ipotesi di nuove norme ad hoc sulla pensione base; considerata come una sorta di ‘pensione di garanzia’ per tutti, un importo minimo sotto cui non si potrebbe scendere.

Detto dibattito appare di primaria importanza se consideriamo anche che con il sistema di calcolo contributivo il pericolo concreto è quello di avere un assegno mensile d’importo davvero esiguo, in particolar modo per chi non ha potuto avere una carriera lavorativa continua e con stipendio di buona entità. Si tratta di situazioni molto comuni oggigiorno e che certamente coinvolgono le giovani generazioni. Ecco perchè spingere nella direzione di una nuova pensione base appare la strada da seguire.

Esenzione IMU Covid, occorre fare domanda entro fine giugno

Esenzione IMU Covid, occorre fare domanda entro fine giugno

Per poter essere esonerati dal versamento dell’IMU per chi rientra nel provvedimento nato a seguito dell’emergenza Covid, occorre presentare opportuna istanza.
IMU 2021, acconto prima rata

E per via della grave emergenza sanitaria ed economica della pandemia, il governo ha adottato un provvedimento che esonera dal versamento dell’IMU alcuni contribuenti. Quando mancano pochi giorni alla scadenza della rata di acconto, la notizia è che gli interessati a questi esoneri devono presentare domanda.

La scadenza dell’istanza però non coincide con la data di scadenza della rata di acconto IMU, perché quest’ultima scade il 16 giugno, mentre la scadenza dell’istanza è fissata al 30 giugno.   

Esenzioni Imu per Covid

I soggetti che godono di questi esoneri dalla Imposta Municipale Unica che tra le altre cose è i scadenza il 16 giugno (prima rata di acconto, saldo il 16 dicembre), sono obbligati a produrre istanza entro il 30 giugno.

Parliamo naturalmente di quelle attività gravemente colpite dal Covid che tra i vari aiuti di cui hanno goduto in questa fase emergenziale per via delle chiusure e dei lockdown, anche questa esenzione.

La necessità di presentare domanda è stata confermata ufficialmente dal Dipartimento delle Finanze come si legge sul sito “finanze.gov.it! su cui sono riportate le risposte ai quesiti degli utenti. Tra quelle che vengono definite FAQ infatti ci sono numerose richieste di chiarimenti sull’esonero per l’IMU.

Chi deve presentare domanda

Più che una domanda si tratta della dichiarazione IMU, quella che va presentata al proprio comune sede degli immobili su cui andrebbe pagata l’IMU. Per chi è stato esonerato dall’IMU 2020, occorre presentare entro il 30 giugno la dichiarazione IMU 2021.

Infatti la regola generale impone che venga prodotta la dichiarazione IMU ogni qualvolta “si verifichino modificazioni dei dati ed elementi dichiarati cui consegua un diverso ammontare dell’imposta dovuta e in tutti i casi in cui il Comune non è a conoscenza delle informazioni utili per verificare il corretto adempimento dell’imposta”.

E per l’esenzione IMU è questa la fattispecie di situazione che impone di comunicare al Comune la dichiarazione IMU 2021. Infatti l’esenzione deriva da un provvedimento del governo di cui il Comune non è al corrente, almeno sulla carta e così l’adempimento, almeno stando alle interpretazioni di queste FAQ, è necessario per i beneficiari che dovranno barrare la casella esenzione sul modello.

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IL VOLTAGABBANA: Il caso di Marcello de Vito (5stelle ) e due casi letterari..

 
 
 
 di Francesco Casula
La fauna parlamentare italica dei voltagabbana aumenta viepiù: l’ultimo caso, in ordine cronologico, riguarda tal Marcello De Vito, dei 5stelle, che fu primo candidato sindaco per lo stesso Movimento a Roma nel 2013, e attualmente è presidente dell’Assemblea capitolina, (oltre che a processo in primo grado con l’accusa di corruzione). Ha cambiato casacca abbandonando il suo Movimento e passando a Forza Italia, fino a ieri considerata (e forse non a torto) simbolo del male assoluto, della corruzione e della mala politica. Sia ben chiaro: cambiare opinione non solo è legittimo ma anche doveroso. Cosa diversa è quando si cambia casacca per motivi che niente hanno a che spartire con il “pensiero”. Ma sono da ricondurre a mero opportunismo politico e interesse personale (spesso semplicemente economico): a mio parere il più dei casi. Sia ancora ben chiaro: i voltagabbana sono sempre esistiti. Il trasformismo caratterizza tutta la storia italica e viene da lontano: era praticato abbondantemente ai tempi del regno dei tiranni sabaudi di fine Ottocento: specie con Agostino Depretis capo del Governo. Ma è soprattutto nell’ultimo decennio che il bestiario dei voltagabbana si è moltiplicato: Un dato può essere paradigmatico e illuminante e attiene ai parlamentari che nella scorsa legislatura (la XVII) hanno cambiato “casacca”: ovvero sono transitati da un partito a un’altro (o, addirittura, a più partiti). Ecco quanto riferisce Il Sole 24 ore del 26 dicembre 2017: “È stata la legislatura più instabile della storia della Repubblica: in 57 mesi i cambi di casacca sono stati la cifra record di 566. Venti solo nella settimana prima di Natale. Un valzer che – secondo i calcoli di OpenPolis – ha coinvolto 347 parlamentari. Dunque il 35,53% degli eletti ha cambiato casacca almeno una volta. In 57 mesi di legislatura significa una media di 9,58 cambi al mese. Un numero più che raddoppiato rispetto alla XVI legislatura (2008-2013) che aveva contato 4,5 cambi di casacca al mese. Alla Camera dei deputati sono stati registrati 313 cambi di gruppo, con 207 deputati coinvolti, che rappresentano il 32,86% della platea di parlamentari di Montecitorio. A Palazzo Madama sono stati 253 cambi di casacca e 140 senatori transfughi (43,57%). In base all’articolo 67 della Costituzione «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». E dunque può cambiare gruppo. Anche più volte. Il fenomeno è entrato persino nella Letteratura. A metà Ottobre del ’22, dunque meno di due settimane prima della nomina di Mussolini a capo del governo, – è l’autore a riferircelo in Marcia su Roma e dintorni – Lussu ha un colloquio a Roma con l’on. Lissia. Questi sosterrà enfaticamente: ”Se il fascismo trionfa la civiltà del nostro paese rincula di venti secoli”. E ancora: “Abbiamo il dovere di batterci fino all’ultima goccia di sangue. Se non lo faremo sarà l’onta per noi e per i nostri figli”. “Ci salutammo come due combattenti –prosegue Lussu – che si danno appuntamento in trincea. Dopo di che rientrai in Sardegna ed egli rimase a Roma per sistemare degli affari”. “Quale non fu la mia meraviglia nell’apprendere, subito dopo la «Marcia su Roma» che egli faceva parte del Ministero di Mussolini, come sottosegretario alle Finanze”, commenta Lussu. Ma di un politico voltagabbana e incoerente “che proprio non sa rinunciare a un padrone a cui obbedire” parla anche una recente commedia del giornalista e scrittore Pietro Picciau, tradotta in sardo da Ottavio Cogiu ( Il Servo, in Teatro oggi-Commedie e monologhi di Pietro Picciau/Oindì-Cumedias e monologus- Cuaturu operas transladas in lingua sarda de Otaviu Congiu).

Organismi bicamerali della XVIII Legislatura

(dal 23 marzo 2018)

Commissioni e comitati previsti dalla Costituzione e leggi costituzionali

Leggi

Progetti di legge approvati non promulgati o pubblicati

  • Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti all’Accordo sulla conservazione dei cetacei del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e dell’area atlantica contigua, con Annessi e Atto finale, fatto a Monaco il 24 novembre 1996, adottati a Monaco il 12 novembre 2010

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 26 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    C.1704 5 novembre 2020:
    approvato
    S.2006 26 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione del Protocollo di adesione dell’Accordo commerciale tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Colombia e il Perù, dall’altra, per tener conto dell’adesione dell’Ecuador, con Allegati, fatto a Bruxelles l’11 novembre 2016

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 26 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    C.2091 30 settembre 2020:
    approvato
    S.1959 26 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di cooperazione scientifica, tecnologica e innovazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dell’Australia, fatto a Canberra il 22 maggio 2017

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 26 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    C.1676 29 settembre 2020:
    approvato
    S.1957 26 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 26 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    S.1142 30 ottobre 2019:
    approvato
    C.2231 23 marzo 2021:
    approvato con modificazioni
    S.1142-B 26 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione della Carta istitutiva del Forum internazionale dell’Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 26 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    S.1143 30 ottobre 2019:
    approvato
    C.2232 23 marzo 2021:
    approvato con modificazioni
    S.1143-B 26 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, fatto ad Atene il 9 giugno 2020

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 26 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    C.2786 11 marzo 2021:
    approvato
    S.2131 26 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell’ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell’articolo 132, secondo comma, della Costituzione

    Testo definitivamente approvato dal Senato il 25 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    C.1171 assorbe: C.1019 12 marzo 2019:
    approvato
    S.1144 assorbe: S.720S.959 25 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell’Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016

    Testo definitivamente approvato dalla Camera il 12 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    S.1379 8 luglio 2020:
    approvato
    C.2575 12 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato
  • Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell’Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015

    Testo definitivamente approvato dalla Camera il 12 maggio 2021

    Iter e lavori preparatori
    S.1403 8 luglio 2020:
    approvato
    C.2576 12 maggio 2021:
    approvato definitivamente, non ancora pubblicato

Pensioni docenti Università non statali: equiparazione delle aliquote

Pensioni docenti Università non statali: equiparazione delle aliquote

Con la circolare INPS 8 giugno 2021, n. 81 l’Istituto informa che a seguito della legge 30 dicembre 2020, n. 178 è stato disposto che, dal 1° gennaio 2021, l’aliquota contributiva di finanziamento delle prestazioni pensionistiche delle Università non statali legalmente riconosciute e delle Università statali sia inderogabilmente la stessa.

Pertanto, il carico contributivo complessivo per il finanziamento delle prestazioni pensionistiche, ripartito tra Università-datrice di lavoro e personale dipendente appartenente alla categoria dei professori universitari e ricercatori è, per tutti gli Istituti Universitari non statali legalmente riconosciuti, fissato nell’aliquota del 33% della contribuzione imponibile (di cui l’8,80% a carico del personale dipendente e il 24,20% a carico dell’Amministrazione universitaria-datrice di lavoro).

Conservano la loro efficacia le contribuzioni versate ai fini pensionistici, sulla base di aliquote omogenee a quelle vigenti per le Università pubbliche, dagli Atenei non statali legalmente riconosciuti per i periodi anteriori all’entrata in vigore della legge di Bilancio 2021.

Sant’ Efrem

Santo del Giorno

 

Sant’ Efrem


Nome: Sant’ Efrem
Titolo: Diacono e dottore della Chiesa
Nascita: 306, Nisibis, Turchia
Morte: 9 giugno 373, Edessa, Turchia
Ricorrenza: 9 giugno
Tipologia: Commemorazione

Efrem nacque a Nisibi in Mesopotamia circa l’anno 306 sotto l’imperatore Costantino. Era figlio di pagani, ma studiò con ardore la dottrina cristiana.

Contrariato e perseguitato dal padre, che era sacerdote degli idoli, fu costretto a lasciare la casa paterna e a ritirarsi presso il santo vescovo Giacobbe. Contava allora circa 15 anni e, dopo tre anni di preparazione, ricevette il Santo Battesimo.

Il pronto ingegno, e soprattutto la vita esemplare che conduceva, lo resero particolarmente caro al Vescovo che se ne servi in importanti affari e lo ebbe sempre vicino nei suoi viaggi.

Aperta una scuola di Sacra Scrittura a Nisibi, ne tenne la cattedra per vari anni. In questo tempo la città fu più volte assediata da Sapore II, re dei Persiani, ed Efrem divenne l’eroe della resistenza. Morto il vescovo Giacobbe (338), suo protettore, egli lasciò la scuola, ma continuò per lunghi anni nell’insegnamento ed ebbe allievi santi ed illustri.

Nel 362 si recò in pellegrinaggio alla città di Edessa e quivi prese stabile dimora. Ben presto gli fu nota la santa vita che alcuni monaci conducevano su di un monte e subito egli si porto Ira 1010 per sempre più perfezionarsi nella virtù.

Di natura collerico, seppe così bene frenare la passione da essere conosciuto come l’uomo più calmo. Meditava sovente sul giudizio di Dio e lo spaventava il pensiero del rendiconto finale. Dice S. Gregorio che non si potevano leggere i suoi discorsi sopra il giudizio finale senza sentirsi commuovere dalla descrizione che egli faceva di quel giorno terribile.

La vita cenobitica non gli impedì di uscire spesso tra il popolo a predicare il vangelo e a combattere le molte eresie che pullulavano da ogni parte. Per questo compose molti inni, dove smascherò il falso e inculcò il vero; questi suoi inni egli li diffuse tra il popolo che li cantava in chiesa.

Fu semplice diacono, ma il bene che fece è immenso, e noi lo vediamo ovunque consolatore e pacificatore, specialmente durante l’invasione degli Unni e nella carestia. Il Signore lo chiamava alla pace dei Beati pieno di meriti nel giugno dell’anno 373 sotto Valente.

Il santo dottore lasciò innumerevoli scritti; parte in prosa: I commentari biblici e il metodo esegetico, e parte in poesia: La poesia siriaca (Omelie e discorsi poetici) e gli Inni di genere lirico. Scrisse pure molto bene intorno alla Verginità e santità di Maria SS.

Nel 1920 il Pontefice Benedetto XV con l’enciclica « Principi Apostolorum » dichiarava S. Efrem dottore della Chiesa.

PRATICA. Il pensiero del giudizio di Dio ci sia sempre davanti nelle nostre azioni.

PREGHIERA. Dio, che hai voluto illustrare la tua Chiesa con la meravigliosa erudizione e coi luminosi esempi della vita del beato Efrem tuo confessore e dottore, ti supplichiamo umilmente che, per sua intercessione, tu la difenda dalle insidie dell’errore

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Edéssa, in Mesopotàmia, sant’Efrem, Diacono Edesséno e Confessore, il quale, dopo molte fatiche sostenute per la fede di Cristo, illustre per dottrina e santità, sotto l’Imperatore Valènte, si riposò in Dio, e dal Papa Benedétto decimoquinto fu proclamato Dottore della Chiesa universale.