Archivi giornalieri: 18 giugno 2021

A.RA.N

L’A.RA.N PARTECIPERÀ, CON IL SUO PRESIDENTE CONS. ANTONIO NADDEO, ALLA MANIFESTAZIONE FORUM PA 2021 – CONNETTERE LE ENERGIE VITALI DEL PAESE. ONLINE DAL 21 AL 25 GIUGNO.
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Il Presidente dell’ A.Ra.N interviene alla manifestazione Forum PA, il consueto appuntamento che ogni anno permette a pubbliche amministrazioni, cittadini, imprese, mondo accademico e della ricerca, organizzazioni della società civile, community di innovatori, di incontrarsi per collaborare e confrontarsi sulle tematiche della trasformazione e modernizzazione della pubblica amministrazione, raccontare e proporre percorsi di innovazione culturale, organizzativa e tecnologia della PA e dei sistemi territoriali.

Il Presidente Naddeo sarà presente con tre appuntamenti:

Nel primomartedì 22 giugno dalle 9.30 alle 11.00, presiederà  il talk  dal titolo PA Competente: formare le persone. Cambiare il sistema per guidare il cambiamento.

Il 58% degli impiegati pubblici non ha una formazione universitaria e oltre il 20% possiede solo il diploma di terza media. La formazione è estremamente carente e si attesta su 1.17 giornate di formazione di media annua, arrivando a 0.85 giorni per le donne e a 0.51 per gli impiegati ministeriali. La ripresa del Paese e l’attuazione del Piano di Next Generation Eu, così come la gestione della programmazione europea 2021-2027, dipendono in larga misura dalla capacità di azione delle amministrazioni. È quindi necessaria un’operazione di rigenerazione che permetta di rafforzarle; sia con nuovi e più giovani talenti, sia impostando attività formative per i lavoratori già presenti con metodologie innovative di formazione on the job, in combinazione con approcci più tradizionali e veri e propri percorsi di crescita professionale che possano rafforzare e valorizzare le persone.  Mappatura e analisi oggettiva delle competenze e dei fabbisogni formativi dei dipendenti, formazione tra pari, progettazione delle attività di accoglienza, mentoring, tutoring e affiancamento dei neoarrivati accrescono anche la motivazione e il coinvolgimento delle risorse umane, responsabilizzandole.

Il secondo, con il format Rubrica Lavoro&Welfare, dal titolo Innovazione organizzativa nella PA e smart working, andrà in onda mercoledì 23 giugno dalla 11.00 alle 12.00.
Il terzo talk, Quali prospettive per lo Smart Working nella PA dopo la pandemia? Il ruolo dei POLA e la loro evoluzione, si svolgerà venerdì 25 dalle 17.00 alle 18.00. Flessibilità, autonomia, responsabilizzazione, orientamento ai risultati: con queste parole chiave si potrebbe sintetizzare la filosofia (e la pratica) che sta alla base dello smart working, il lavoro “agile” che può essere applicato con notevoli vantaggi all’interno della pubblica amministrazione. Il tema dell’applicazione dello smart working nella PA è letteralmente esploso a partire dal marzo 2020 con l’emergenza legata alla pandemia da Covid-19. É stata ed è ancora, un’occasione straordinaria per scongelare una PA orientata più all’adempimento burocratico che ai risultati. L’obiettivo di avere una percentuale di dipendenti in smart working rappresenta da un lato una grande opportunità di introdurre una nuova cultura basata sull’innovazione, dall’altro una spinta perché la PA possa raggiungere importanti traguardi di sostenibilità. La nuova stagione di contrattazione collettiva nazionale, avviata in A.Ra.N lo scorso aprile, costituisce un momento cruciale e di grande responsabilità, poiché attraverso il confronto con le organizzazioni e le confederazioni sindacali che siedono al tavolo negoziale, si disegnerà il futuro di questa nuova modalità di organizzare il lavoro e le risorse umane, per delineare modelli che siano adeguati alle grandi missioni strategiche che ci aspettano.

Per partecipare e assistere ai webinar è possibile iscriversi alla manifestazione Forum PA.

 

Sezione giurisdizionale Veneto sentenza n.99/2021 Enti Locali – Danno Patrimoniale – Danno all’immagine

Sezione giurisdizionale Veneto sentenza n.99/2021 Enti Locali – Danno Patrimoniale – Danno all’immagine

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Segnalazione da UO Monitoraggio contratti e legale

Il Collegio in merito al risarcimento del danno cui è stato condannato un dipendente, per fatti accertati in sede penale che hanno prodotto un danno all’Ente, articolato nelle due voci di danno patrimoniale diretto, nonché di danno all’immagine dell’Ente medesimo, motivano la quantificazione del danno di immagine, stabilita nella misura del doppio rispetto al danno patrimoniale, evidenziando che: “il convenuto deliberatamente e ripetutamente ha violato le regole che presiedono il comportamento di un pubblico funzionario nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali, arrecando un grave danno all’immagine dell’Ente di appartenenza, dimostrato dall’impatto mediatico della vicenda riportato in diversi articoli di stampa, soprattutto nell’ambito locale, anche in ragione dell’esito del processo penale sfociato in una sentenza definitiva di condanna e dell’esito del procedimento disciplinare concluso con il licenziamento senza preavviso; I comportamenti tenuti dal convenuto in questa vicenda hanno gravemente pregiudicato la credibilità dell’Ente, ponendo in dubbio l’attendibilità e l’affidabilità dell’attività istituzionale svolta dal personale del Comune, che deve ispirarsi ai principi costituzionali di sana amministrazione pubblica, ai sensi degli art. 97, 98, 54 comma 2, 28 della Costituzione, come precisati nel Decreto del Ministro della Funzione Pubblica del 28.11.2000 del Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni.”.

World Employment and Social Outlook: Trends 2021

World Employment and Social Outlook: Trends 2021
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Segnalazione da Direzione Contrattazione 1

L’Organizzazione Mondiale del Lavoro ha pubblicato il rapporto denominato “World Employment and Social Outlook: Trends 2021”, in cui vengono analizzate le prospettive occupazionali a livello globale stando ai dati raccolti in questi mesi, influenzati inevitabilmente dalla pandemia da Covid-19. Secondo l’ILO, senza adeguate politiche lo shock prodotto dalla pandemia avrà effetti duraturi sul panorama sociale e lavorativo. Le stime calcolano una perdita dell’8,8% delle ore lavorative totali nel 2020: la metà di esse va attribuita a una riduzione dell’orario tra chi ha mantenuto il lavoro, mentre la seconda metà riguarda le perdite dei posti di lavoro. Sono 114 milioni i lavoratori che hanno perso il posto rispetto all’anno precedente, almeno 30 milioni in più rispetto alle stime mondiali se non fosse scoppiata l’emergenza sanitaria. Questo GAP potrà essere recuperato solamente nel 2023. Secondo il report, il deficit di posti di lavoro portato dalla crisi arriverà fino a 75 milioni nel 2021, con una discesa a 23 milioni da attendersi nell’anno successivo. Il numero di disoccupati potrebbe raggiungere i 205 milioni di persone nel 2022, rispetto ai 187 milioni del 2019 (tasso di disoccupazione del 5,7%, livello più alto dal 2013 a esclusione dello scoppio della pandemia). Se la situazione epidemiologica non peggiorerà di nuovo, l’ILO stima una ripresa dell’occupazione nel secondo semestre 2021 ma essa sarà probabilmente disomogenea per via dell’accesso diseguale ai vaccini e ai diversi vincoli delle misure fiscali. Numeri che, si legge nell’analisi, hanno cancellato 5 anni di passi avanti fatti in termini di riduzione della povertà lavorativa con un forte aumento delle preesistenti disuguaglianze dato che la pandemia ha colpito maggiormente i lavoratori vulnerabili con bassa protezione sociale. La strategia che l’ILO propone si basa sui principi di promozione di una crescita generalizzata e la creazione di un’occupazione produttiva, del sostegno ai redditi di famiglie e transizioni nel mercato del lavoro, del rafforzamento delle istituzioni e infine del dialogo sociale per sviluppare politiche economiche.

Pensione con 12 anni di contributi, quando conviene attendere i 71 anni?

Pensione con 12 anni di contributi, quando conviene attendere i 71 anni?

In alcuni casi è meglio attendere i 71 anni senza fare nulla per avere la pensione di vecchiaia contributiva.
pensione di vecchiaia contributiva

In alcuni casi non conviene fare nulla in presenza di pochi contributi versati ed attendere il trascorrere del tempo per prendere quel poco di pensione che spetterà al compimento dei 71 anni di età.

 

Buongiorno  ho 66 e solo 12 anni di contributi versati dal 1996 in poi. Mi conviene riscattare la Laurea o usufruire della pace contributiva?  

Pensione con 12 anni di contributi

Nel suo caso, a mio avviso, pur riscattando la laurea o pur ricorrendo alla pace contributiva, non arriva ad avere diritto alla pensione a 67 anni. Le spiego. Pur riscattando la laurea (che può essere di un massimo di 5 anni, a secondo della durata del corso legale di studi) arriverebbe a 17 anni di contributi che non le darebbero diritto alla pensione a 67 anni e, anzi, se gli anni che riscatta si collocano prima del 1996 rischia di perdere anche il diritto a ricevere la pensione al compimento dei 71 anni (che spetta solo in assenza di contributi prima del 1996).

Se opta per la pace contributi, anche in questo caso, può raggranellare un massimo di 5 anni di contributi che non le permettono di raggiungere i 20 anni di contributi necessari per avere diritto alla pensione a 67 anni.

Proprio per questo motivo se non ha contribuzione versata prima del 1996 il mio consiglio è quello di non fare assolutamente nulla e di attendere il compimento dei 71 anni e solo allora presentare domanda di pensione di vecchiaia: le sarà riconosciuta la pensione di vecchiaia contributiva (di importo molto basso suppongo).

Saldi

 

SALDI: LAZIO AL VIA IL 3 LUGLIO, OK A VENDITE PROMOZIONALI NEI 30 GIORNI PRIMA

saldi

Orneli: scelta per sostenere gli acquisti e aiutare la ripartenza del commercio

25/05/2021 – 

La Giunta regionale ha approvato in prima lettura la delibera che fissa la data dell’inizio dei saldi estivi nel Lazio a sabato 3 luglio. La scelta della data è maturata a seguito degli orientamenti prevalenti emersi in Conferenza delle Regioni e sulla base del confronto avuto nei giorni scorsi con le associazioni di categoria degli operatori commerciali.

Confermata anche la possibilità di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni precedenti la data fissata di inizio saldi. La deroga al divieto di praticare ribassi di prezzo nei 30 giorni precedenti, è dovuta alla modifica al Testo Unico del Commercio (Tuc) approvata all’unanimità dal Consiglio regionale il 27 maggio dello scorso anno, per assicurare al settore del commercio del Lazio misure utili alla ripresa delle attività economiche e alla ripartenza del settore. Su questa delibera, come prevede lo stesso Tuc, dovrà esprimersi la Commissione XI (Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione), prima della definitiva approvazione in Giunta regionale.

“Mi auguro che l’avvio da sabato 3 luglio dei saldi estivi 2021 e la nostra scelta di consentire lo svolgimento delle vendite promozionali anche nei 30 giorni che precedono la data di inizio saldi, possano contribuire a dare ossigeno alle attività commerciali del nostro territorio e a sostenere la ripartenza dei consumi dopo questi lunghi mesi di sofferenza”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start Up e Innovazione, Paolo Orneli

Bonus 1.600 euro, le informazioni dall’INPS

Bonus 1.600 euro, le informazioni dall’INPS

Per stagionali ma non solo, è in arrivo un’altra tranche di aiuti nel decreto Sostegni bis, stavolta 1.600 euro
Reddito di emergenza 2021: calendario pagamento INPS

Dopo i 2.400 euro del primo decreto Sostegni, ecco che con la versione Bis del decreto emergenziale arrivano altri 1.600 euro. La platea sei beneficiari resta la stessa, come confermato tramite anticipazione dallo stesso Istituto nazionale di previdenza sociale italiano che è il soggetto erogatore del beneficio.

E nella sua anticipazione l’Inps ha confermato pure ciò che si diceva da tempo, ovvero che per i già beneficiari del precedente indennizzo, non ci sarà bisogno di presentare domanda. Ma andiamo ad approfondire cosa ha detto l’Inps, che tra le altre cose ha pure riprodotto tutti i requisiti da rispettare per chi, non avendo fatto domanda in precedenza, dovrà presentarla adesso.

Nessuna nuova domanda per chi ha già preso il precedente sussidio, lo anticipa l’Inps

Manca ancora la circolare dell’Inps che darà attuazione al nuovo bonus da 1.600 euro previsto dal decreto Sostegni bis, la dall’Inps arrivano le prime indicazioni su come sarà vil nuovo bonus.

Il nuovo indennizzo da 1.600 euro, come previsto dall’articolo n° 42 del dl n° 73 del 2021, verrà erogato automaticamente ai soggetti che hanno già fruito dell’indennizzo precedente di 2.400 euro.

Solo coloro i quali non hanno ottenuto il precedente bonus dovranno presentare apposita domanda, sempre in via telematica all’INPS tramite Patronato, Caf, oppure utilizzando le proprie credenziali di accesso ai servizi telematici con Spid, Pin dispositivo, Cns o Cie.

Non essendo partita ancora la campagna domande per chi è alla prima richiesta e non essendoci ancora una circolare definitiva, non è chiaro quando arriverà il bonus che comunque dovrebbe essere in pagamento, almeno per i vecchi beneficiari già a luglio (indiscrezioni non confermate da vie ufficiali però).

Indennità Covid 1.600 euro, i beneficiari

La misura anche questa volta prevede una serie innumerevole di categorie beneficiarie. L’informazione è utile per chi non ha ricevuto precedentemente il bonus perché per un qualsiasi motivo non ha provveduto ad effettuare richiesta.

Nel dttaglio la msiura è appannaggio di:

  • Lavoratori stagionali e lavoratori in somministrazione dei settori del turismo e degli stabilimenti termali; Lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali;
  • Lavoratori in somministrazione appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali;
  • Lavoratori intermittenti;
  • Lavoratori autonomi occasionali;
  • Lavoratori incaricati alle vendite a domicilio;
  • Lavoratori a tempo determinato dei settori del turismo e degli stabilimenti termali;
  • Lavoratori dello spettacolo.

Oltre che per chi non ha presentato domanda, per qualsiasi motivo, potranno richiedere il beneficio, coloro i quali se la sono vista respingere e per chiunque ha maturato i requisiti al 26 maggio 2021.

PREMIATI 100 PROGETTI VINCITORI BANDO VITAMINA G

PREMIATI 100 PROGETTI VINCITORI BANDO VITAMINA G

 

Ai vincitori è andato un contributo a fondo perduto fino a 25mila euro. Le 100 idee vincitrici saranno supportate da Tutor che seguiranno sul territorio tutti i progetti e Vitamina G diventerà anche un hub fisico a Via Ostilia, 36 

16/06/2021 –  “Oggi la Regione Lazio premia i 100 vincitori del bando Vitamina G. Si tratta di 100 nuove idee che saranno finanziate per non lasciare indietro nessuno, includere, valorizzare e riscoprire la cultura. Le nuove generazioni sono l’energia e le idee del progresso, le stesse che questo bando valorizza, attraverso un dialogo generazionale su progetti portatori di crescita e benessere sociale.  Sono particolarmente orgoglioso della grande partecipazione riscontrata, perché racconta anche un altro modo di essere giovani, da cui deve nascere la ripartenza di cui tutti noi abbiamo bisogno”. Con queste parole oggi pomeriggio presso il Talent Garden di Via Ostiense a Roma, il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha dato il via alla cerimonia di premiazione dei progetti vincitori del bando Vitamina G.

Realizzato nell’ambito del programma GenerAzioni Giovani delle Politiche Giovanili della Regione Lazio con il sostengo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la Gioventù, è il bando che dà energia alle idee degli under35, con oltre 2,3 milioni di euro destinati a iniziative, modelli e proposte che si realizzeranno in tutte le province del Lazio. Ai vincitori è andato un contributo a fondo perduto fino a 25mila euro. Le 100 idee vincitrici saranno supportate da Tutor che seguiranno sul territorio tutti i progetti e Vitamina G diventerà anche un hub fisico a Via Ostilia, 36 (Roma, Colosseo), un coworking dedicato alle ragazze e ai ragazzi per lavorare, incontrarsi, fare rete.

“I 100 progetti vincitori del bando VitaminaG fanno parte di un ecosistema di organizzazioni e gruppi giovanili che stiamo sostenendo affinché diventino protagonisti della ripresa culturale, economica e sociale del proprio territorio: un altro modo per combattere la fuga dei giovani e dare nuove opportunità ai territori borghi della nostra Regione. Non è un caso che, dalla realizzazione dei progetti finanziati, la valorizzazione del territorio della Regione Lazio ne risulti un tassello fondamentale. In quest’ottica si muovono i  vincitori, ciascuno con le proprie particolarità, le proprie caratteristiche e le proprie storie”, ha aggiunto Lorenzo Sciarretta, delegato del Presidente alle Politiche Giovanili.

Alcune storie raccontano della necessità di preservare l’ambiente che avvolge tutto il Lazio, attraverso la cura degli spazi verdi, l’ideazione di nuove tecnologie ecosostenibili, come lo studio di fattibilità di un’innovativa turbina eolica ad asse verticale per la generazione distribuita di energia elettrica rinnovabile o il progetto di riforestazione urbana partecipata, “Alberi in rete”, del V Municipio. Una cura, quella del territorio e dell’ecosistema, che supera i confini di Roma e si propaga per tutto il Lazio, ad esempio con il progetto “Let it bee”, nel comune di Nazzano, dove tre ragazzi del posto raccontano i temi della salvaguardia ambientale, attraverso il ripopolamento delle famiglie di api e della creazione di scenografiche distese di lavanda lungo il territorio.

Altre storie, invece, manifestano tutto l’impegno sociale che gruppi di persone e, soprattutto, gruppi di donne continuano a fornire, attraverso logiche di inclusione e integrazione, a tutti i livelli, dalla tutela delle disabilità, fino all’aiuto verso le donne con difficoltà economiche, passando per l’occupazione giovanile. È questa la storia del progetto “Next Generation” a Tor Bella Monaca, Tor Sapienza, Centocelle e Cinecittà che si affaccia sul tema delle seconde generazioni, parlando con ragazzi e ragazze che vivono un conflitto costante tra la cultura in cui si trovano immersi e quella a cui appartiene la propria famiglia. Un contesto all’interno del quale è importante soffermarsi sulla componente femminile delle seconde generazioni, su cui si proietta con maggiore forza lo scontro tra cultura di arrivo e di partenza, attraverso un’auto-narrazione dei diversi gruppi sociali, al puro scopo di vederli emergere ed immergerli nella cultura sociale dei diversi quartieri.

Progetti tutti al femminile sono anche quelli che volgono lo sguardo alla cultura e propongono storie di donne antiche e mai dimenticate, come quelle che vengono narrate dal Collettivo Archeologhe Romane, con l’apertura del museo della donna romana nel Parco Regionale dell’Appia Antica, per porre l’attenzione sulla figura della Donna nella storia romana, dal 753 a.C. sino al termine del suo corso, per una rilettura della nostra storia, delle nostre radici, ma in chiave del tutto femminile.

Le storie che i musei, e specialmente quelli di Roma, raccontano grazie al sostegno della Regione Lazio non si limitano a questo e guardano al futuro tanto quanto guardano al passato, strizzando un occhio alla digitalizzazione. È questo il caso del progetto “Ascolta i luoghi. Museo digitale di Roma”, che prevede la realizzazione del Museo Digitale del XIV Municipio in cui saranno raccolte le storie dei luoghi tramite i racconti e le voci dei suoi cittadini. Il Museo digitale sarà curato dai proponenti che si occuperanno della raccolta, studio ed esposizione delle storie orali, e di pianificare e organizzare attività di comunicazione e valorizzazione online e sul territorio, il tutto per far ripartire il territorio proprio dalla cultura.

Molte delle storie passano, poi, dallo sport e dal calcio in particolare, vettore speciale per l’inclusione e l’integrazione sociale. L’obiettivo del progetto “Futsal 4 all” è quello di abbattere le barriere culturali e sociali nei confronti delle ragazze nell’avvio all’attività calcistica, realizzando una scuola calcio per bambine fino ai 14 anni presso il campo da calcio dell’IC Sandro Onofri.

Infine, Vitamina G non può non interessarsi a ciò che si è dimostrata essere il nucleo fondamentale di ogni esperienza umana, soprattutto in quest’ultimo periodo: la salute. La salute nel suo senso classico (come nel caso dello studio sulle aritmie con la realizzazione di un wearable device) ma anche la salute mentale, la salute sessuale, la salute relazionale, un’educazione alla salute pensata per ragionare su come vivere più consapevolmente il proprio corpo e la propria mente in questo millennio.

Cultura

 

CULTURA: 2,2 MLN DI EURO PER SALE CINEMA E TEATRO

 

Approvati da parte della Giunta regionale del Lazio nuovi contributi a fondo perduto in favore degli esercenti che gestiscono le sale cinematografiche e sale teatrali nella Regione Lazio

05/06/2021 – 

“Le riaperture dei cinema e dei teatri di questi giorni sono un bellissimo segnale di ritorno alla normalità. Ora è il momento di restare accanto ai gestori delle sale per aiutarli a ripartire in sicurezza e metterli in condizione di offrire il meglio a chi sta tornando a frequentare le sale. Da sempre crediamo nell’importanza dell’audiovisivo, per questo, da quando è iniziata l’emergenza provocata dal Covid ci siamo subito attivati mettendo in campo numerose iniziative e interventi per un totale di quasi 3 milioni di euro. Questi nuovi fondi rappresentano un ulteriore segnale di quanto la Regione vuole essere al fianco di tutti i lavoratori di questo settore”.
Con queste parole il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti annuncia l’approvazione da parte della Giunta regionale del Lazio di nuovi contributi a fondo perduto in favore degli esercenti che gestiscono le sale cinematografiche e sale teatrali nella Regione Lazio. Si tratta di 2,2 mln di euro per aiutare un settore che ha sofferto enormemente nel periodo di chiusura a causa della pandemia. Il nuovo stanziamento prevede nello specifico 1,2mln di euro in favore dei gestori delle sale cinema e 1 mln di euro per i gestori delle sale teatrali.

Notizie Regione Lazio

PUBBLICATO IL NUOVO AVVISO PUBBLICO PER I “DOTTORATI INDUSTRIALI”

 

Il bando, che stanzia oltre 5 milioni di euro è aperto fino al 15 settembre e punta a finanziare 110 dottorati, in collaborazione con il mondo delle imprese e, novità di questa edizione, anche con la PA regionale

10/06/2021 – Pubblicato oggi sul sito della Regione Lazio l’avviso pubblico da 5.050.000 euro per i Dottorati Industriali, pensato per contribuire a dare vita a percorsi di alta specializzazione, molto innovativi, coerenti con la S3 regionale e con un programma formativo stabilito in collaborazione con gli attori economici regionali.

Si tratta della seconda edizione di questo bando dalle modalità grandemente innovative; la prima edizione – dell’anno scorso, che aveva una dotazione di 4.350.000 euro – ha contribuito al finanziamento (con una quota che va dal 50% al 70% della spesa) di 100 borse di studio per altrettanti dottorati, pensati per dare vita a dottorati di alta specializzazione realizzati in collaborazione con il mondo delle imprese, contribuendo a favorire la permanenza dei dottori di ricerca nel territorio della Regione. Nella sua prima edizione, il bando aveva coinvolto 11 Università statali e non statali del Lazio e visto la partecipazione di Pmi, grandi imprese, enti di ricerca e fondazioni.

Lo spirito e l’impostazione della seconda edizione pubblicata oggi sono in continuità con quella precedente anche se stavolta, con un impegno finanziario di 5.050.000 €si punta a finanziare 10 dottorati in più (arrivando dunque a 110). È questa l’importante novità di questa edizione: I’avviso consente infatti di attivare due tipologie distinte di dottorati di innovazione: oltre a quelli in collaborazione con le imprese anche alcuni da realizzare assieme alla la Pubblica Amministrazione regionale.

Per quanto riguarda questa seconda nuova tipologia di dottorati, attuata in via sperimentale e cui sono stati destinati 700.000 euro, i percorsi di dottorato dovranno essere attivati dalle Università in partnership con la stessa Regione Lazio (Direzioni Generali regionali o altre strutture della Regione). In questo caso la sovvenzione della Regione Lazio sull’importo complessivo di una borsa triennale coprirà il 100% dell’importo e saranno finanziate fino a 10 borse di Dottorato incentrate principalmente sulle tematiche della transizione digitale ed ecologica e sui temi dell’innovazione sociale di particolare interesse per l’Amministrazione Regionale e delle sue strutture controllate, nell’ottica di migliorare la qualità dei propri servizi.

Per tutte e due le tipologie di dottorati, sarà possibile che parte del percorso di dottorato sia svolto all’estero per un periodo da 3 a 6 mesi. A poter fare domanda per il bando saranno le università, pubbliche e private del Lazio, mentre i destinatari ultimi dell’intervento sono, come per il bando precedente, giovani laureati che abbiano conseguito il titolo di studio da non oltre 5 anni alla data della pubblicazione dell’bando, inoccupati o disoccupati, residenti o domiciliati nella Regione Lazio al momento dell’avvio del dottorato, che abbiano le competenze e i requisiti per l’accesso ai dottorati.

Questa nuova edizione del bando – ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start-Up e Innovazione, Paolo Orneli – è il segno di quanto la Regione Lazio punti sull’investimento sul capitale umano e sulle competenze di qualità come valore aggiunto per lo sviluppo e punto di collegamento decisivo tra mondo della ricerca e mondo dell’impresa. Il Lazio è l’unica Regione d’Italia ad aver messo in piedi un’operazione di questo tipo, incentrata sulla possibilità di trasferire conoscenza e creare occupazione attraverso lo sviluppo di dottorati nati in collaborazione tra le università e le imprese. Percorsi di alta formazione di questo tipo puntano a far rimanere sul nostro territorio i giovani più brillanti, evitando di vederli andare via alla fine del loro percorso formativo ma anche a porre le basi per il rinnovamento del modello produttivo laziale dando valore alle idee e alle competenze.” “Questa nuova edizione del bando, inoltre – ha aggiunto – contiene anche un’importante novità, vuole concentrare parte dello sforzo sulle necessità, in termini di innovazione e di efficientamento, della stessa Amministrazione regionale, che vuole applicare anche a se stessa il nuovo modello di sviluppo che propone all’esterno.”

Il bando – consultabile all’indirizzo internet http://www.regione.lazio.it/rl_formazione/?vw=documentazioneDettaglio&id=57905 – è aperto fino alle ore 17.00 del 15 settembre prossimoLe proposte progettuali devono essere presentate attraverso la procedura telematica accessibile dal sito http://www.regione.lazio.it/sigem. La procedura telematica è disponibile in un’area riservata del sito, accessibile previa registrazione e rilascio delle credenziali di accesso.

Leggi, normativa e prassi » Modello OT20 2021 tramite Pec: invio della domanda di riduzione dei premi

 

Modello OT20 2021 tramite Pec: invio della domanda di riduzione dei premi

Stop temporaneo all’invio della domanda online del Mod. OT20. Le istanze potranno essere inoltrare via Pec fino al ripristino della procedura

Modello OT20 2021: è stato decretato lo stop temporaneo per l’invio telematico del mod. OT20, a causa di un problema tecnico. Quindi, fino a nuova comunicazione, le domande in argomento devono essere presentate tramite PEC alla sede INAIL competente inviando il modulo “Domanda di riduzione dei premi speciali nei primi due anni di attività (art. 1, comma 128, legge 147/2013). Mod. OT 20”. Si tratta di un modello pubblicato sul sito internet dell’INAIL, nella sezione “atti e documenti” – “moduli e modelli” – “assicurazione” – “premio assicurativo”.

A renderlo noto è l’INAIL stesso con la Nota protocollo n. 7640 del 14 giugno 2021, fornendo utili chiarimenti in merito alla riduzione dei premi speciali nei primi due anni di attività ai sensi della L. n. 147/2013.

Mod. OT20: cos’è?

Il modello OT20 è un premio che l’Inail riconosce alle aziende operative da almeno due anni che eseguono interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli minimi che sono previsti dalla normativa in materia (D.Lgs. n. 81/2008).

Il premio consiste in uno sconto, chiamato “oscillazione per prevenzione”.

L’oscillazione per prevenzione consente, attraverso la riduzione del tasso di premio applicabile all’azienda, un risparmio sul premio che si deve all’Inail. Lo sconto è decretato in misura fissa, in base al numero di lavoratori-anno del periodo come nella tabella seguente:

  • fino a 10 lavoratori, la riduzione è del 28%;
  • da 11 a 50 lavoratori, la riduzione è del 18%;
  • da 51 a 200 lavoratori, la riduzione è del 10%;
  • oltre 200 lavoratori, la riduzione è del 5,00%

Qual è il campo di applicazione del Modello OT20

La domanda può essere presentata solo per i seguenti premi:

  • premi speciali unitari dovuti per gli alunni e studenti delle scuole o istituti di istruzione di ogni ordine e grado, non statali, addetti a esperienze tecnico scientifiche o esercitazioni pratiche o di lavoro;
  • premi speciali unitari previsti per i pescatori autonomi e associati in cooperative della piccola pesca marittima e della pesca nelle acque interne di cui alla legge 13 marzo 1958, n. 250;
  • premi speciali dovuti per frantoio, in occasione della campagna olearia, per le persone addette ai lavori di frangitura e spremitura delle olive assicurate nell’ambito della gestione industria ai sensi del Titolo I del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 11241;
  • premi speciali unitari previsti per i facchini e i barrocciai, vetturini e ippotrasportatori riuniti in cooperative e organismi associativi di fatto;
  • premi speciali per l’assicurazione contro le malattie e le lesioni causate dall’azione dei raggi X e delle sostanze radioattive di cui alla legge 20 febbraio 1958, n. 93.

Modello OT20 2021 tramite Pec: metodo alternativo d’invio

Resta ferma la modalità di presentazione della domanda tramite l’apposito servizio online “Modulo riduzione agricoli legge 147/2013 primo biennio”, per la riduzione di cui all’art. 1, co. 128, della L. n. 147/2013 dei contributi assicurativi della gestione agricoltura, di cui al titolo II del Dpr. 30 giugno 1965, n. 1124, riscossi in forma unificata dall’INPS.

FdS bilaterale attività professionali: compilazione Uniemens da maggio 2021

Con il Messaggio n. 2265 dell’11 giugno 2021, l’INPS ha fornito utili indicazioni in merito alla compilazione del flusso Uniemens per le aziende aderenti al FdS bilaterale per le attività professionali, istituito dal D.I. 27 dicembre 2019, n. 104125. In particolare è stato precisato che le aziende appartenenti al predetto Fondo, che non riescano ad assolvere l’obbligo contributivo relativo alla mensilità di maggio 2021, potranno inserire l’importo dovuto per il mese di maggio 2021 sulle denunce di competenza giugno o luglio 2021, utilizzando il codice previsto per il versamento della contribuzione arretrata “M179”.

FdS bilaterale per le attività professionali: cos’è e come funziona

L’art. 26 del D.Lgs. n. 148/2015 ha stabilito che le Organizzazioni sindacali e imprenditoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale possano stipulare accordi e contratti collettivi, anche intersettoriali, aventi ad oggetto la costituzione di Fondi di solidarietà bilaterali per i settori che non rientrano nell’ambito di applicazione della normativa in materia di integrazione salariale di cui al Titolo I del medesimo decreto legislativo.

I Fondi di solidarietà, oltre al suddetto scopo, possono perseguire le finalità di erogare prestazioni integrative, in termini di importo e durata, di prestazioni previste dalla legge in caso di cessazione del rapporto di lavoro ovvero prestazioni integrative, in termini di solo importo, rispetto a trattamenti di integrazione salariale previsti dalla normativa vigente, nonché erogare assegni straordinari in caso di esodo agevolato e finanziare attività formative.

Nei casi in cui gli accordi di cui all’art. 26 del D.lgs n. 148/2015 vengano stipulati in relazione a settori, tipologie di datori di lavoro e classi dimensionali già coperti dal Fondo di integrazione salariale (FIS), dalla data di decorrenza del nuovo Fondo i datori di lavoro del relativo settore rientrano nell’ambito di applicazione di quest’ultimo e non sono più soggetti alla disciplina del FIS, ferma restando la gestione a stralcio delle prestazioni già deliberate.

Il “Fondo di solidarietà bilaterale per il settore delle attività professionali” è nato dall’accordo del 03/10/2017 tra Confprofessioni e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Contributo ordinario e addizionale

Ai sensi dell’art. 5 del Decreto Interministeriale n. 104125/2019, il Fondo provvede, nei confronti dei soggetti aderenti al Fondo medesimo, all’erogazione di un assegno ordinario a favore dei lavoratori interessati da riduzione dell’orario di lavoro o da sospensione temporanea dell’attività lavorativa.

Nelle ipotesi in cui si eroghino le prestazioni ordinarie di cui sopra si prevede altresì l’accredito della contribuzione correlata.

Per il finanziamento delle prestazioni assegni ordinari a favore dei lavoratori dipendenti dai soggetti rientranti nell’ambito di applicazione del Fondo interessati da riduzione dell’orario di lavoro o da sospensione temporanea dell’attività lavorativa e per la relativa contribuzione correlata è dovuto mensilmente al Fondo:

  • un contributo ordinario dello 0,45% (di cui due terzi a carico del datore di lavoro e un terzo a carico dei lavoratori) per i datori di lavoro che occupano mediamente più di tre dipendenti e sino a quindici dipendenti. Il contributo è calcolato sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali di tutti i dipendenti, esclusi i dirigenti;
  • un contributo ordinario dello 0,65% (di cui due terzi a carico del datore di lavoro e un terzo a carico dei lavoratori) della retribuzione imponibile ai fini previdenziali per tutti i datori di lavoro che occupano mediamente più di quindici dipendenti. Anche in questo caso il contributo è calcolato sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali di tutti i dipendenti, esclusi i dirigenti.

In caso di erogazione dell’assegno ordinario, ai sensi dell’articolo 5, comma 1, del citato decreto istitutivo, è dovuto altresì un contributo addizionale, a carico del datore di lavoro, nella misura del 4%, calcolato sulle retribuzioni imponibili ai fini previdenziali perse dai lavoratori che fruiscono della prestazione.

Compilazione del flusso Uniemens

A decorrere dal mese di maggio 2021, ai fini della compilazione del flusso Uniemens, la contribuzione ordinaria delle aziende appartenenti al FdS bilaterale per le attività professionali sarà calcolata all’interno dell’aliquota complessiva applicata sulle retribuzioni imponibili ai fini previdenziali di tutti i lavoratori dipendenti, con esclusione dei dirigenti e degli apprendisti con contratto di apprendistato diverso dal professionalizzante.

Per il versamento del contributo ordinario, dovuto per le mensilità da marzo 2020 ad aprile 2021, le aziende valorizzeranno – all’interno di <DenunciaAziendale> <AltrePartiteADebito> – l’elemento <AltreADebito>, indicando il codice “M179” o “M189”.

Eliminazione del codice di autorizzazione “0S – 6G”

Sul punto, l’INPS ha comunicato che i datori di lavoro con media occupazionale compresa tra più di 3 e 5 dipendenti, tenuti al versamento della contribuzione ordinaria pari allo 0,45%, nel caso in cui non riescano ad assolvere l’obbligo contributivo relativo alla mensilità di maggio 2021, potranno inserire l’importo dovuto per il mese di maggio 2021 sulle denunce di competenza giugno o luglio 2021, utilizzando il codice previsto per il versamento della contribuzione arretrata “M179”.

Al fine di consentire alle procedure il corretto calcolo dell’aliquota contributiva, le aziende interessate dovranno fare richiesta, entro il 30 giugno 2021, alla Struttura territoriale competente tramite “Cassetto previdenziale” di eliminazione del codice di autorizzazione 0S – 6G per la sola mensilità di maggio 2021.


Diritto camerale 2021 in scadenza il 30 giugno: importo e calcolo del diritto annuale

Diritto camerale 2021: i titolari di partita iva iscritti alle CCIAA (autonomi, imprese, società ecc.) in questi giorni, stanno ricevendo le PEC delle camere di commercio territoriali con le quali si informa della  scadenza del 30 giugno per il  pagamento del diritto annuale.

Il termine per il pagamento del diritto è il 30 giugno 2021, con la possibilità di versare entro il 30 luglio 2021 con la maggiorazione dello 0,40%. Sono tenute al versamento del diritto annuale tutte le imprese che al 1° gennaio di ogni anno sono iscritte o annotate nel Registro delle Imprese e i soggetti iscritti nel Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative (REA).

Ecco i dettagli.

Diritto camerale 2021: chi sono i soggetti obbligati

I soggetti tenuti al versamento del diritto annuale camerale sono individuati all’art.18, comma 4, della Legge n°580/1993.

Nello specifico, sono tenute al versamento del diritto annuale tutte le imprese che:

  • al 1° gennaio di ogni anno
  • sono iscritte o annotate nel Registro delle Imprese e i soggetti iscritti nel Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative (REA).

Gli importi da versare dipendono dalla forma giuridica del soggetto obbligato e dalle unità operative che compongono la struttura d’impresa.

Nello specifico, sono tenuti al pagamento del diritto annuale: le imprese individuali; le società semplici; le società commerciali; le cooperative e le società di mutuo soccorso; i consorzi e le società consortili; gli enti pubblici economici; le aziende speciali ed i consorzi tra enti territoriali; i GEIE (Gruppi economici di interesse europeo);
le società tra avvocati D.Lgs. 96/2001.

Soggetti iscritti o annotati nel Registro Imprese al 1º gennaio di ogni anno, ovvero iscritte o annotate nel corso dell’anno anche solo per una frazione di esso.

Le imprese devono inoltre pagare un diritto annuale per ognuna delle unità locali o sedi secondarie iscritte nel Registro Imprese.

Diritto annuale 2021: quanto si versa?

Con la nota del 22 dicembre 2020, il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noti gli importi ossia il diritto camerale da versare per l’anno 2021.

Gli importi del diritto annuale 2021 sono stati stabiliti tenendo conto della riduzione del 50% prevista dall’art. 28, c.1 del decreto legge 90/2014, convertito dalla legge 114/2014.

Ad ogni modo, gli importi sono così individuati:

  • le imprese individuali iscritte o annotate nella sezione speciale (piccoli imprenditori, artigiani, coltivatori diretti e imprenditori agricoli) pagano € 44,00 più  € 8,80 per ogni unità locale aggiuntiva;
  • le Imprese individuali iscritte nella sezione ordinaria versano a titolo di diritto camerale € 100,00 più € 20,00 per ogni unità locale aggiuntiva.

Attenzione: le imprese che esercitano attività economica anche attraverso unità locali devono versare, per ciascuna di esse, alla Camera di Commercio nel cui territorio ha sede l’unità locale, un diritto pari al 20% di quello dovuto per la sede principale fino ad un massimo di 120 euro per ogni unità locale.

Le imprese che in via transitoria pagano in misura fissa devono versare:

  • Società semplici non agricole € 100,00 (+ € 20,00 per ogni unita locale);
  • Società semplici agricole € 50,00 (+ € 10,00);
  • le Società tra avvocati previste dal D.Lgs. n. 96/2001 € 100,00 (+ € 20,00);
  • Soggetti iscritti al REA € 15,00.

Le imprese con sede principale all’estero versano per ciascuna unità locale/sede secondaria € 55,00.

FdS bilaterale attività professionali: compilazione Uniemens da maggio 2021

 

FdS bilaterale attività professionali: compilazione Uniemens da maggio 2021

Modalità di compilazione dell’Uniemens per le aziende appartenenti al Fondo di solidarietà bilaterale per le attività professionali

Con il Messaggio n. 2265 dell’11 giugno 2021, l’INPS ha fornito utili indicazioni in merito alla compilazione del flusso Uniemens per le aziende aderenti al FdS bilaterale per le attività professionali, istituito dal D.I. 27 dicembre 2019, n. 104125. In particolare è stato precisato che le aziende appartenenti al predetto Fondo, che non riescano ad assolvere l’obbligo contributivo relativo alla mensilità di maggio 2021, potranno inserire l’importo dovuto per il mese di maggio 2021 sulle denunce di competenza giugno o luglio 2021, utilizzando il codice previsto per il versamento della contribuzione arretrata “M179”.

FdS bilaterale per le attività professionali: cos’è e come funziona

L’art. 26 del D.Lgs. n. 148/2015 ha stabilito che le Organizzazioni sindacali e imprenditoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale possano stipulare accordi e contratti collettivi, anche intersettoriali, aventi ad oggetto la costituzione di Fondi di solidarietà bilaterali per i settori che non rientrano nell’ambito di applicazione della normativa in materia di integrazione salariale di cui al Titolo I del medesimo decreto legislativo.

I Fondi di solidarietà, oltre al suddetto scopo, possono perseguire le finalità di erogare prestazioni integrative, in termini di importo e durata, di prestazioni previste dalla legge in caso di cessazione del rapporto di lavoro ovvero prestazioni integrative, in termini di solo importo, rispetto a trattamenti di integrazione salariale previsti dalla normativa vigente, nonché erogare assegni straordinari in caso di esodo agevolato e finanziare attività formative.

Nei casi in cui gli accordi di cui all’art. 26 del D.lgs n. 148/2015 vengano stipulati in relazione a settori, tipologie di datori di lavoro e classi dimensionali già coperti dal Fondo di integrazione salariale (FIS), dalla data di decorrenza del nuovo Fondo i datori di lavoro del relativo settore rientrano nell’ambito di applicazione di quest’ultimo e non sono più soggetti alla disciplina del FIS, ferma restando la gestione a stralcio delle prestazioni già deliberate.

Il “Fondo di solidarietà bilaterale per il settore delle attività professionali” è nato dall’accordo del 03/10/2017 tra Confprofessioni e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Contributo ordinario e addizionale

Ai sensi dell’art. 5 del Decreto Interministeriale n. 104125/2019, il Fondo provvede, nei confronti dei soggetti aderenti al Fondo medesimo, all’erogazione di un assegno ordinario a favore dei lavoratori interessati da riduzione dell’orario di lavoro o da sospensione temporanea dell’attività lavorativa.

Nelle ipotesi in cui si eroghino le prestazioni ordinarie di cui sopra si prevede altresì l’accredito della contribuzione correlata.

Per il finanziamento delle prestazioni assegni ordinari a favore dei lavoratori dipendenti dai soggetti rientranti nell’ambito di applicazione del Fondo interessati da riduzione dell’orario di lavoro o da sospensione temporanea dell’attività lavorativa e per la relativa contribuzione correlata è dovuto mensilmente al Fondo:

  • un contributo ordinario dello 0,45% (di cui due terzi a carico del datore di lavoro e un terzo a carico dei lavoratori) per i datori di lavoro che occupano mediamente più di tre dipendenti e sino a quindici dipendenti. Il contributo è calcolato sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali di tutti i dipendenti, esclusi i dirigenti;
  • un contributo ordinario dello 0,65% (di cui due terzi a carico del datore di lavoro e un terzo a carico dei lavoratori) della retribuzione imponibile ai fini previdenziali per tutti i datori di lavoro che occupano mediamente più di quindici dipendenti. Anche in questo caso il contributo è calcolato sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali di tutti i dipendenti, esclusi i dirigenti.

In caso di erogazione dell’assegno ordinario, ai sensi dell’articolo 5, comma 1, del citato decreto istitutivo, è dovuto altresì un contributo addizionale, a carico del datore di lavoro, nella misura del 4%, calcolato sulle retribuzioni imponibili ai fini previdenziali perse dai lavoratori che fruiscono della prestazione.

Compilazione del flusso Uniemens

A decorrere dal mese di maggio 2021, ai fini della compilazione del flusso Uniemens, la contribuzione ordinaria delle aziende appartenenti al FdS bilaterale per le attività professionali sarà calcolata all’interno dell’aliquota complessiva applicata sulle retribuzioni imponibili ai fini previdenziali di tutti i lavoratori dipendenti, con esclusione dei dirigenti e degli apprendisti con contratto di apprendistato diverso dal professionalizzante.

Per il versamento del contributo ordinario, dovuto per le mensilità da marzo 2020 ad aprile 2021, le aziende valorizzeranno – all’interno di <DenunciaAziendale> <AltrePartiteADebito> – l’elemento <AltreADebito>, indicando il codice “M179” o “M189”.

Eliminazione del codice di autorizzazione “0S – 6G”

Sul punto, l’INPS ha comunicato che i datori di lavoro con media occupazionale compresa tra più di 3 e 5 dipendenti, tenuti al versamento della contribuzione ordinaria pari allo 0,45%, nel caso in cui non riescano ad assolvere l’obbligo contributivo relativo alla mensilità di maggio 2021, potranno inserire l’importo dovuto per il mese di maggio 2021 sulle denunce di competenza giugno o luglio 2021, utilizzando il codice previsto per il versamento della contribuzione arretrata “M179”.

Al fine di consentire alle procedure il corretto calcolo dell’aliquota contributiva, le aziende interessate dovranno fare richiesta, entro il 30 giugno 2021, alla Struttura territoriale competente tramite “Cassetto previdenziale” di eliminazione del codice di autorizzazione 0S – 6G per la sola mensilità di maggio 2021.

Lauree abilitanti senza esame di Stato: novità per i giovani e il mondo del lavoro

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Lauree abilitanti senza esame di Stato: novità per i giovani e il mondo del lavoro

Il progetto lauree abilitanti per tutti senza esame di Stato si sta concretizzando; lo scopo è di avere un più rapido accesso al lavoro.

Lauree abilitanti senza esame di Stato. Le conseguenze della crisi sanitaria ed economica da pandemia, che hanno toccato ovviamente anche l’Italia, non possono che costringere a ripensare molte delle regole relative all’occupazione. In particolare, nell’agenda di Governo trova altresì spazio l’obiettivo di favorire l’ingresso dei giovani laureati nel mondo del lavoro, attraverso agevolazioni e forme di flessibilità di vario tipo.

Ecco perchè si parla sempre più insistentemente, in questi giorni, delle lauree abilitanti per tutte le professioni che ne faranno richiesta. In buona sostanza, verrebbe meno la lista delle categorie.  E con ciò, ogni ordine professionale italiano – se interessato all’iniziativa delle lauree abilitanti – potrà domandare ed ottenere che il proprio percorso di studi universitari, divenga appunto ‘professionalizzante’.

In termini pratici, ciò significa che sarebbe eliminato l’esame di Stato dopo la laurea e il tirocinio post-laurea, per molti un vero e proprio ‘scoglio’, che allontana dall’effettivo ingresso nel mondo del lavoro.

Di seguito, vogliamo dare qualche dettaglio sul progetto delle lauree abilitanti, così come emerge nella recente proposta di legge in tema.

Lauree abilitanti senza esame di Stato: che cosa potrebbe cambiare

Ebbene, l’iter con il quale varare le cd. lauree abilitanti è già iniziato, ma d’altronde il tempo stringe. Si tratta di una delle primissime riforme di cui al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; e ben sappiamo che l’Europa ha raccomandato all’Italia di fare presto ad attuare le necessarie riforme strutturali. Ciò onde non correre il rischio di perdere gli aiuti europei.

La proposta di legge sulle lauree abilitanti è stata recentemente approvata in commissione. Entro brevissimo tempo, comincerà il suo percorso in Aula alla Camera. Come accennato, l’ottica che sta emergendo è quella del superamento dell’esame di Stato ‘a posteriori’ rispetto all’esame di laurea.

Nell’iniziativa sarebbero coinvolti anzitutto i corsi di laurea in odontoiatria; farmacia; veterinaria e psicologia. Ma con la linea adottata parrebbe che anche i corsi di laurea in fisica; chimica e biologia potranno subire la stessa importante modifica. E nel frattempo, anche nell’ambito degli ordini professionali di ingegneri ed architetti, potrebbe affermarsi il progetto delle lauree abilitanti.

Ma qual è di fatto la novità concreta? Ebbene, come sopra accennato, ciascun ordine professionale italiano, se lo riterrà opportuno, potrà domandare di far diventare il proprio iter di formazione accademica direttamente abilitante. In buona sostanza, sarebbe eliminato l’esame di Stato dopo laurea e tirocinio pratico. Questo esame, infatti, diverrebbe contestuale alla consegna e all’esposizione della tesi. In altre parole, l’esame di laurea diverrebbe più lungo e corposo, ma permetterebbe al neo-laureato di entrare prima nel mondo del lavoro. E oggigiorno ciò non è un vantaggio da poco.

Le finalità delle lauree abilitanti per tutti: ecco quali sono

E’ interessante notare che quello circa le lauree abilitanti consisterà probabilmente nel primo provvedimento del PNRR, che dovrà essere approvato. Anzi, l’ok finale al testo di riforma dovrebbe arrivare entro la stagione autunnale, forse già a settembre. Dunque, con tutta probabilità, il mondo universitario cambierà presto alcuni suoi iter formativi. Ciò per rispondere alle richieste della UE e per allineare l’Italia ai più moderni standard in ambito università e formazione professionale.

Nel dettaglio, le novità sul disegno di legge “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti” – che in queste ore ha concluso il suo iter in commissione – attengono all’approvazione di vari emendamenti al testo precedente. Di fatto adesso il testo è diverso da quello approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 17 ottobre. Oggi, si registra infatti un allargamento delle categorie interessate dalla riforma delle ‘lauree abilitanti’. 

Gli scopi legati all’introduzione di questa assai significativa novità nel mondo universitario hanno a che fare con la valorizzazione della parte pratica degli studi in ateneo. Ciò anche per poterla ‘spendere’ nel mondo del lavoro, subito dopo l’ottenimento del diploma di laurea. Al contempo, le aziende e i datori di lavoro potrebbero avere a disposizione in minor tempo, nuove risorse fresche e già formate.

Qual è il meccanismo del nuovo esame di laurea?

E’ chiaro che i percorsi di laurea che saranno direttamente interessati da questa riforma sono quelli di ambito ‘tecnico’. Ci riferiamo dunque a corsi come quelli di farmacia; veterinaria; odontoiatria, solo per citarne alcuni. In buona sostanza, scatterebbe l’abilitazione immediata all’esercizio della professione; superando oltre alla tradizionale prova di laurea, anche una prova di ambito ‘pratico’. Quest’ultima avrebbe appunto la finalità di valutare se le competenze del laureando sono subito spendibili nel mondo del lavoro.

Il parlamentare Manuel Tuzi, relatore in commissione del provvedimento ha in particolare precisato che “sarà predisposta una commissione paritetica tra mondo delle professioni e mondo accademico per la corretta definizione degli esami di stato, che saranno contestuali alla laurea e non più successivi”. Ciò consentirà che il laureando “in un solo giorno si possa laureare e abilitare”. Anzi, secondo Tuzi “I giovani potranno iniziare a lavorare in media un anno prima”.

Come sottolinea il relatore del provvedimento, l’esame di laurea sarà più articolato, essendo formato da “due parti: una è la valutazione del tirocinio, con criteri standard, ben definiti, per ogni corso e ogni professione, con degli indicatori di valutazione oggettivi. Parallelamente ci sarà il giorno della discussione della tesi una commissione paritetica, composta da professionisti e dal mondo universitario, per la valutazione della prova pratico-valutativa che i ragazzi dovranno superare”.

Leggi anche: Con il decreto PA, nuovi concorsi pubblici in arrivo

Altri percorsi di laurea che potrebbero diventare abilitanti in futuro

In questo nuovo schema della proposta di legge sulle lauree abilitanti, vi è – come accennato sopra – anche la possibilità per altri ordini professionali, come quelli di architetti ed ingegneri, di chiedere con propria autonoma iniziativa la trasformazione del percorso di studi, introducendo – in un secondo tempo – le lauree abilitanti. Inoltre, a domandare la trasformazione in corsi di laurea abilitanti potranno essere non soltanto gli ordini professionali stessi, ma anche i ministeri competenti.

Al contempo già una distinta riforma dell’esame di laurea è prevista per gli avvocati: per quanto riguarda i laureati in legge, infatti, potrebbero esservi nel prossimo futuro meno prove scritte e meno materia da affrontare.

Intanto, la linea delle ‘lauree abilitanti’ non sembra però piacere all’Aiga, ossia l’associazione italiana giovani avvocati. “In Italia ci si può laureare in giurisprudenza senza aver mai messo piede in un’aula di Tribunale, ed è dunque impossibile che un neolaureato sia in grado di svolgere una professione delicata come quella di Avvocato”, sono le parole del Presidente di AIGA, Antonio De Angelis, proprio sul tema dell’imminente riforma di cui al PNRR.

Concludendo sul tema delle lauree abilitanti, circa le tempistiche, l’ottica è quella di far presto a chiudere l’iter di approvazione della riforma. Infatti, il testo è atteso in aula alla Camera dei deputati il prossimo 21 giugno; la finalità è terminare entro i prossimi mesi. Con la precisazione che la norma entrerà ufficialmente in vigore l’anno successivo alla pubblicazione del decreto rettorale. “Se tutto andrà come stabilito, i primi decreti potranno arrivare già nel gennaio 2022 e il percorso di laurea abilitante in questione potrà partire già da settembre del prossimo anno“, ha poi inteso sottolineare il relatore Tuzi agli organi di informazione.