Archivi giornalieri: 26 giugno 2021

Pensioni Quota 41 dopo quota 100 o … via dal lavoro a 64 anni: nuova strada

Pensioni Quota 41 dopo quota 100 o … via dal lavoro a 64 anni: nuova strada

Pensione a 64 anni con calcolo contributivo? L’ipotesi che spunta nel dibattito legato alle riforma del sistema previdenziale a un bivio: il 31 dicembre 2021 verrà ‘pensionata’ quota 100 (salvo colpi di scena clamorosi sarà addio alla formla ’62 anni di età e 38 di contributi’). Si parla tanto di quota 41 per tutti (ossia via dal lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica) e la proposta piace molto ai sindacati. Però la quadra con il governo Draghi non è ancora stata trovata. Ed eccoci all’ipotesi ventilata di pensionamento a 64 anni ma con calcolo interamente contributivo dell’assegno. Da cosa nasce? Intanto dal fatto che la Corte dei Conti ha sottolineato il rischio che nei prossimi due anni la spesa previdenziale possa pesare troppo sui conti pubblici. Da qui un’idea di pensionamento anticipato che uniformi il regime contributivo puro con quello retributivo.

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La pensione anticipata contributiva oggi come oggi è riservata solo ed esclusivamente a chi ricade nel sistema contributivo puro (ed ha iniziato a versare i suoi contributi a partire dal 1996). Servono 64 anni di età, almeno 20 anni di contributi ed un assegno che sia pari o superiore ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale (che ricordiamo essere, nel 2021 di 460 euro al mese). Se questo pensionamento venisse esteso anche a chi ricade nel sistema retributivo, imponendo però il ricalcolo contributivo dell’assegno, ci sarebbe si arriverebbe a una sorta equità di trattamento tra assicurati con anzianità simili.

Siamo alle ipotesi, di certo, tra quota 100 (che sta per passare il testimone), quota 41 (pista calda, ma piena di incognite sui modi) e l’idea di 64 anni come uscita dal lavoro, la riforma pensioni resta un rebus da risolvere entro fine anno per evitare l’incubo scalone: il salto di 5 anni che riporterebbe l’età pensionabile ai 67 anni della legge Fornero. 

San Vigilio

 

San Vigilio


San Vigilio

autore Giuseppe Alberti anno 1673 titolo San Vigilio in estasi
Nome: San Vigilio
Titolo: Vescovo e martire
Nascita: IV secolo, Trento
Morte: IV secolo, Trento
Ricorrenza: 26 giugno
Tipologia: Commemorazione

Patrono del Trentino e dell’Alto Adige, Vigilio fu colui che maggiormente operò, con successo, per la conversione al cristianesimo di quelle popolazioni.

Nato a Trento da una famiglia romana, vissuta nell’Urbe a sufficienza per acquistare i diritti della cittadinanza, fu mandato a studiare ad Atene; ritornato a Trento fu consacrato vescovo in età così precoce da risultare inusuale anche per quei tempi. Costruì una chiesa che dedicò ai SS. Gervasio e Protasio (19 giu.), ricevendo da S. Ambrogio le reliquie.

È tuttora conservata una lettera di Ambrogio, metropolita della regione, a Vigilia, dove il vescovo di Milano invita quello di Trento a opporsi all’usura, a scoraggiare i matrimoni tra cristiani e pagani, a dare ospitalità agli stranieri, specialmente ai pellegrini. Nelle vallate trentine e dell’Alto Adige c’erano ancora molti pagani cui Vigilie predicava di persona; Ambrogio gli mandò in aiuto tre missionari — Sisinnio, Martirio e Alessandro (29 mag.) — che subirono il martirio nel 395. Dopo questo fatto Vigilie inviò una breve lettera a S. Simpliciano (16 ago.), vescovo di Milano succeduto ad Ambrogio, e una più dettagliata a S. Giovanni Crisostomo (13 set.), che forse aveva conosciuto ad Atene, in cui descriveva l’accaduto. In queste lettere diceva quanto egli invidiasse questi martiri e lamentava che la sua indegnità gli precludesse la condivisione di una simile sorte. Subì il martirio dieci anni più tardi: nel 405 stava predicando nella remota Val Rendena, quando abbatté una statua di Saturno, il dio dell’agricoltura; i contadini infuriati, timorosi di perdere il raccolto, lo lapidarono. Trento rivendica il possesso delle sue reliquie insieme a quelle di sua madre e dei suoi fratelli, ma è probabile che siano state traslate a Milano nel xv secolo.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Trento, san Vigilio, vescovo, che, ricevute da sant’Ambrogio di Milano le insegne del suo mandato e una istruzione pastorale, si adoperò per consolidare nel suo territorio l’opera di evangelizzazione ed estirpare a fondo i residui di idolatria; si tramanda poi che abbia subito il martirio per la fede in Cristo, colpito a morte da rozzi pagani.