Archivi giornalieri: 14 giugno 2021

Soldi e Diritti

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Reddito di cittadinanza e lavoro stagionale: ipotesi di modifiche al sussidio

Una modifica proposta alle norme sul reddito di cittadinanza farebbe scattar la decadenza beneficio in caso di rifiuto del lavoro stagionale.

Reddito di cittadinanza e lavoro stagionale: ogni proposta concreta che si trova, in qualche modo, collegata al RdC, alle sue regole e al suo meccanismo di funzionamento, non manca mai di suscitare commenti e reazioni assai eterogenee, e – non di rado – anche alcune polemiche.

In questi ultimi giorni, è emersa una iniziativa che di fatto modificherebbe in modo sostanziale il meccanismo di funzionamento di questo sussidio, destinato a chi si trova disoccupato. In estrema sintesi, si tratta di una proposta di emendamento al recente decreto Sostegni bis, per la quale i percettori dovrebbero accettare offerte con contratto di lavoro stagionale entro 100 km dalla loro residenza sospendendo l’ottenimento del sussidio, ma avvalendosi comunque in specifici casi di un’integrazione direttamente dall’Inps.

Vediamo qualche ulteriore dettaglio in merito.

Reddito di cittadinanza e lavoro stagionale: la proposta di modifica

In queste ultime settimane, le notizie di cronaca ci dicono che il lavoro in Italia pare finalmente in ripresa, dopo i mesi bui della pandemia e del lockdown. Ebbene, sembrerebbe tuttavia che molti imprenditori dei settori turismo e ristorazione non riescano a trovare personale per la stagione estiva.

Gli imprenditori infatti criticano la mancanza di figure professionali, ma soprattutto puntano il dito contro il paradosso di non riuscire ad assumere con contratti di lavoro stagionale, mettendo nel mirino il reddito di cittadinanza. A loro dire, l’ammontare mensile di quest’ultimo sussidio convincerebbe molti percettori a rifiutare di lavorare come camerieri o comunque a dire no a contratti di lavoro stagionale; che comporterebbero una retribuzione di poco superiore, sostanzialmente pari o anche inferiore al reddito di cittadinanza stesso.

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Ecco allora che negli ultimi tempi, si fa fatica a trovare proprio gli stagionali; ossia i lavoratori da assumere per la stagione turistica: in primis camerieri; cuochi per bar e ristoranti; personale degli hotel e assistenti degli stabilimenti balneari.

Se questo è il contesto attuale, non deve stupire l’iniziativa politica della deputata siciliana del M5s Valentina d’Orso, la quale proprio per incentivare il lavoro stagionale nel turismo, intende far introdurre una modifica sostanziale al meccanismo di erogazione del reddito di cittadinanza. Detta novità sarebbe inserita come emendamento al decreto Sostegni bis.

Cosa cambierebbe per i percettori del RdC? Le finalità della modifica

Come accennato, la modifica – se la proposta venisse poi di fatto approvata – sarebbe certamente sostanziale, giacchè comporterebbe, per i percettori del reddito di cittadinanza, di dover accettare offerte di lavoro stagionali entro 100 km dalla località di residenza. Ciò pena la decadenza del beneficio.

Accettato il lavoro stagionale, la novità farebbe scattare la sospensione dell’erogazione del sussidio; ma attenzione: il titolare conserverebbe il diritto ad una integrazione versata dall’Inps. Ciò nella particolare ipotesi nella quale il compenso mensile assegnato per il lavoro stagionale, sia al di sotto all’importo del reddito di cittadinanza.

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La situazione attuale ci indica altresì che nell’ambito del decreto Sostegni bis, gli emendamenti presentati sono innumerevoli. Ora questi ultimi sono all’esame della Commissione Bilancio: tanti di questi emendamenti riguardano sia il reddito di emergenza che quello di cittadinanza.

Per quanto attiene a quest’ultimo, la finalità – del tutto evidente – della citata proposta di modifica  è quella di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro; imponendo di fatto una ‘restrizione’ al meccanismo di erogazione del sussidio. Per questa via, i sostenitori della proposta di modifica vorrebbero contribuire a risolvere la questione della carenza di personale riscontrata da molti ristoratori e proprietari di stabilimenti balneari.

I vantaggi concreti che deriverebbero dalla citata modifica

Secondo la proposta lanciata dalla deputata grillina, la nuova norma sul reddito di cittadinanza avrebbe così l’aspetto positivo di incentivare il ritorno nel mercato del lavoro dei beneficiari del reddito di cittadinanza che già in passato avevano svolto lavori stagionali; consentendo loro che questo reinserimento sia attuato a “condizioni economicamente vantaggiose e non svilenti”, così si è recentemente espressa la parlamentare M5s.

Ciò sarebbe garantito dal sopra accennato intervento integrativo – ed eventuale – dell’Inps. Ecco perciò che dalla modifica delle regole RdC- almeno sulla carta – sia gli imprenditori; che i lavoratori stagionali potrebbero trarre degli oggettivi vantaggi. Ma il principio alla base della proposta di modifica è anche quello di favorire la sottoscrizione di regolari contratti di lavoro, combattendo con ancor maggiore forza contro il lavoro nero.  

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In verità, la proposta di modifica delle regole sul reddito di cittadinanza, si inserisce in un clima di polemiche tra datori di lavoro dei settori turistico, alberghiero e ristorazione – da un lato – e ‘aspiranti’ lavoratori dall’altro. Nelle ultime settimane, i primi hanno aspramente criticato il meccanismo del RdC; infatti così come è strutturato oggi, spingerebbe molti giovani e meno giovani a non accettare offerte di lavoro stagionale; i secondi, invece, sostengono che il livello delle retribuzioni sarebbe oggettivamente troppo scarso; e non consentirebbe di rispettare il principio di dignità nell’ambito del rapporto di lavoro. Ecco perchè molti disoccupati hanno ‘preferito’ finora tenersi le mensilità del reddito di cittadinanza.

Concludendo, vedremo comunque a breve quale sarà il destino della proposta di modifica alle norme sul reddito di cittadinanza; e se il citato emendamento al decreto Sostegni bis andrà in porto oppure no.

Bonus vacanze, come funziona per il 2021: guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate

Bonus vacanze, come funziona fino al 31 dicembre 2021: anche per l’anno in corso alcune famiglie potranno andare in ferie avvalendosi del cosiddetto voucher vacanze. Ma solo se in possesso dei requisiti richiesti e se lo stesso è stato richiesto entro il 31 dicembre 2020.

L’Agenzia delle Entrate ha rilasciato guida al bonus vacanze aggiornata al mese di giugno 2021 con tutte le novità tra cui: la proroga del suo utilizzo fino al 31 dicembre e l’ampliamento del suo utilizzo presso agenzie di viaggio e tour operator. (La guida dell’AdE è disponibile in fondo a questo articolo).

Il contributo, pensato per aiutare le famiglie da una parte e il settore turismo dall’altra, è stato un successo proprio in questa delicatissima fase di ripresa per la società e l’economia italiana e nonostante le persistenti incertezze su aperture e spostamenti, legate all’emergenza sanitaria da coronavirus. Per molti cittadini e per molte famiglie, la voglia di viaggiare infatti è cresciuta dopo più di anno di epidemia. Pertanto pur essendo una misura lanciata l’anno scorso è molto utilizzata anche nell’anno in corso.

Vediamo allora, più nel dettaglio, quelli che sono i tratti distintivi del buono vacanze 2021, onde non farsi trovare impreparati al momento della partenza nel periodo di ferie.

Bonus vacanze, come funziona per il 2021

Per chiarezza, ricapitoliamo in breve che cosa si deve intendere con l’espressione ‘bonus vacanze 2021′. Esso altro non è che l’incentivo fino ad un massimo di 500 euro, predisposto dal decreto Rilancio 2020, ed entrato in vigore nella primavera dello scorso anno, in piena prima fase pandemica. Questi soldi sono utilizzabili per tutto quanto attiene alle spese dei soggiorni in strutture turistico/ricettive situate in Italia quali:

  • hotel;
  • villaggi turistici;
  • campeggi;
  • agriturismi;
  • case vacanza con P. IVA e bed & breakfast.

Leggi anche: Strutture che accettano il Bonus Vacanze 2021: come e dove trovarle

L’utilizzo del bonus è stato, in un secondo tempo, prorogato fino al 30 giugno 2021, attraverso il Decreto Ristori del 28 ottobre 2020. Successivamente il Decreto Milleproroghe – convertito con la legge n. 21 del 2021 – lo ha reso utilizzabile fino alla fine dell’anno in corso. Inoltre nei successivi interventi legislativi si è ampliata la possibilità di uso presso Agenzia di Viaggio e operatori turistici, cosa che in precedenza non era prevista. In un primo momento infatti si poteva usare il voucher solo direttamente presso la struttura. Evidentemente le forze politiche continuano a puntare molto su questo beneficio, che da un lato dovrebbe spingere i cittadini a tornare a viaggiare; e dall’altro dovrebbe contribuire a rilanciare il turismo in crisi per i mancati incassi e per il crollo del volume di affari.

Bonus vacanze presso tour operator e agenzie di viaggio

E’ di queste ultime ore l’idea del Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, per la quale il bonus vacanze 2021 potrebbe essere ampliato, per poterlo sfruttare nelle agenzie di viaggio. L’obiettivo di fondo sarebbe quello di semplificare l’accesso al contributo, servendosi delle risorse ancora disponibili, e favorendo così il turismo nelle località italiane.

Come accennato, detto beneficio è incluso nel pacchetto di misure per rilanciare un turismo travolto dalle restrizioni anti-contagio. Ma il Ministro, interpellato dagli organi di informazione, ha evidenziato che “tuttavia gran parte delle risorse stanziate per finanziarlo sono rimaste inutilizzate“. Serve insomma incentivare lo sfruttamento del bonus in oggetto, proprio in vista dell’estate 2021.

Più nel dettaglio, dei 2,6 miliardi di dotazione ne sono stati spesi finora ‘soltanto’ 820 milioni. Ecco perchè Garavaglia ha ricordato che “Sono disponibili tante risorse. Tant’è che vorremmo ampliarne la possibilità di utilizzo”. Proseguendo, ha rimarcato inoltre che  “La nostra idea  è renderlo molto più semplice, ad esempio renderlo spendibile in un’agenzia di viaggi, andare lì e fare tutto lì“.

In buona sostanza, fare le vacanze in Italia o invogliare le persone a farle: questo è l’obiettivo dell’iniziativa. D’altronde “E’ evidente che sarà un estate con un turismo Italia su Italia, anche se c’è un po’ di ripresa dall’estero perché si va verso il green pass europeo”, ha poi concluso il Ministro del Turismo.

I requisiti per l’accesso al bonus: ecco quali sono

Come sopra accennato, il bonus vacanze 2021 consiste in un contributo fino a 500 euro da sfruttare per le spese relative a soggiorni presso strutture turistiche in Italia. Ma attenzione: detto bonus scatta soltanto per i soggetti che hanno fatto richiesta dal primo luglio al 31 dicembre 2020. Pertanto, non ci sono variazioni in merito alle condizioni e requisiti, che permangono tali e quali all’anno scorso. Pertanto, è fuori discussione che la citata modifica dei tempi attiene esclusivamente ai nuclei familiari che si sono mossi per tempo.

C’è un essenziale requisito di reddito cui fare riferimento: infatti detto bonus vacanze 2021 è rappresentato da uno sconto sotto forma di credito di imposta, destinato ai nuclei familiari con Isee al di sotto dei 40mila euro annui. Ricordiamo che per calcolare correttamente l’Isee è obbligatoria la cosiddetta Dichiarazione sostitutiva unica (DSU), che include i dati anagrafici; di patrimonio e di reddito di un certo nucleo familiare. Detta DSU è valida dalla data di presentazione fino al 31 dicembre successivo.

L’importo del bonus vacanze 2021

Attenzione anche al fatto che l’importo del bonus vacanze 2021 non è fisso, ma proporzionato in base al numero dei componenti del nucleo familiare che ne ha diritto. Ecco le cifre:

  • 500 euro per un nucleo familiare di tre o più persone;
  • 300 euro se il nucleo è di due persone
  • 150 euro da una persona.

Le norme in merito all’incentivo prevedono anche alcune limitazioni degne di nota. Infatti, il bonus vacanze 2021 può essere sfruttato da un solo membro del nucleo familiare. Può trattarsi anche di un soggetto differente da colui che di fatto ha presentato la domanda. Inoltre, detto beneficio deve essere speso in una unica soluzione, nell’ambito di una sola struttura turistica, situata nella penisola italiana.

Come funziona l’erogazione del bonus vacanze

Per quanto riguarda le modalità con cui richiedere il beneficio e il versamento dello stesso, ricordiamo che il meccanismo contempla esclusivamente la forma digitale, anche attraverso l’app IO della PA. Pertanto, per poter usufruire concretamente del bonus vacanze 2021, è obbligatorio che almeno un membro del nucleo familiare avente diritto, abbia attivato una identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE 3.0 (Carta d’Identità Elettonica). In occasione della richiesta del bonus, l’interessato dovrà indicare le credenziali SPID e, in un secondo tempo, l’Isee aggiornato.

Non solo. La somma erogata sarà attribuita tramite un codice identificativo, legato a un QR code da presentare, con il codice fiscale, alla struttura turistica, in cui il nucleo ha deciso di trascorrere la vacanza. Da rimarcare che sarà poi l’operatore turistico a ottenere in via automatica il rimborso, sotto forma di credito d’imposta.

Che cosa si recupera con il 730?

Per coloro che hanno già sfruttato il bonus vacanze nel 2020, ora è giunto il momento di recuperare il 20%, tramite una detrazione fiscale da inserire nel modello 730. Infatti il bonus in oggetto è suddiviso in due parti, con l’80% da far valere nelle strutture ricettive autorizzate, ossia quelle con codice Ateco 55 (hotel; agriturismi; alberghi; campeggi; B&B; villaggi turistici).

Dunque, se l’80% è stato utilizzato direttamente nelle strutture turistiche – con lo sconto sul prezzo da versare per il soggiorno – il rimanente 20% è da indicare nella dichiarazione dei redditi. Ad esempio, chi ha ottenuto 500 euro di bonus, 400 li ha già recuperati, invece 100 euro varranno come detrazione dall’Irpef.

Leggi anche: Bonus vacanze, restituzione in caso di errore nell’ISEE. Ecco i dettagli

La detrazione vale per il  contribuente al quale è stata intestata la fattura, ricevuta fiscale, documento commerciale o scontrino. Ovviamente, si tratta dei documenti collegati alla vacanza nella struttura turistica, prescelta per le passate vacanze. In particolare, il bonus come detrazione va indicato nel 730/2021 al Quadro E, ossia nell’area inerente Oneri e spese. La sezione di riferimento è la VI, riguardante le “altre detrazioni di imposta”. Va indicato nel rigo E83 l’importo che è il 20% del costo delle vacanze stesse (nel limite del bonus vacanze) con il codice 3.

Concludendo, ribadiamo che il decreto Milleproroghe ha soltanto esteso la validità del voucher in oggetto; ma non i termini per la fare la domanda, che – come sopra accennato – andava presentata entro la fine dell’anno scorso. Tuttavia, al momento non è detto che con l’arrivo della stagione estiva, non siano introdotte nuove ed ulteriori agevolazioni e bonus in ambito turistico e vacanze.

Guida Bonus Vacanze Agenzia delle Entrate aggiornata a giugno 2021

Alleghiamo infine la guida ufficiale al Bonus Vacanze a cura dell’Agenzia delle Entrate aggiornata a giugno 2021.

download   Guida Bonus Vacanze versione agg. giugno 2021
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Contributi artigiani e commercianti 2021 al 20 agosto: proroga confermata con la circolare INPS

Ufficiale la proroga dei contributi artigiani e commercianti in scadenza il 17 maggio 2021 con differimento al 20 agosto. Si tratta, in particolare, dei contributi da versare tramite modello F24 relativamente al primo trimestre del 2021 e originariamente in scadenza il 16 maggio 2021 (termine spostato automaticamente al giorno successivo in quanto cade di domenica).

Il differimento del termine era già nell’aria da tempo e il 12 maggio 2021 è giunto l’annuncio ufficiale del Ministro del Lavoro Andrea Orlando. Ora è stato recepito dall’INPS (dopo il nullaosta del Ministero del Lavoro) con messaggio numero 1911 del 13 maggio 2021:

l’INPS comunica il differimento al 20 agosto 2021 del termine di pagamento della rata dei contributi oggetto di tariffazione 2021 avente scadenza originaria il 17 maggio 2021 per le Gestioni speciali autonome degli artigiani e degli esercenti attività commerciali.

Il 10 giugno è giunta anche la circolare INPS numero 85 che conferma il differimento al 20 agosto del termine per il versamento della prima rata dei contributi 2021 per artigiani e commercianti avente scadenza originaria il 17 maggio 2021.  La circolare fa seguito al messaggio INPS n. 1911 del 13 maggio 2021.

La scadenza, quindi, slitta ufficialmente al 20 agosto. Ma vediamo i dettagli di questa importante notizia per lavoratori autonomi e imprese.

Contributi artigiani e commercianti 2021: disallineamento con l’anno bianco fiscale

Alla luce della scadenza ormai prossima dei contributi previdenziali dovuti dagli artigiani e commercianti, vi era il problema con l’accesso all’esonero dei contributi.

Difatti il Decreto (MEF-MLPS), firmato il 7 maggio 2021, fissa al 31 luglio la scadenza per la presentazione della domanda di accesso all’anno bianco contributivo. La prima rata 2021, invece, è dovuta entro il 17 maggio 2021.

Siamo quindi difronte a un disallineamento temporale importante che ha creato non poche perplessità tra partite IVA ed intermediari. La soluzione di non pagare i contributi previdenziale porterebbe infatti, al serio rischio di perdere uno dei requisiti d’accesso, ossia la regolarità contributiva.

Messaggio INPS 1911 del 13 maggio 2021

L’INPS, avuto il nullaosta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha preferito definire in anticipo, rispetto alla pubblicazione del Decreto, i tempi della proroga dei contributi dovuti dagli artigiani e commercianti in scadenza il 17 maggio.

Con il presente messaggio – a seguito di espresso nullaosta da parte del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in attesa della pubblicazione del citato decreto interministeriale di cui al sopra indicato comma 21 e vista l’imminente scadenza, fissata al 17 maggio 2021, del pagamento della prima rata dei contributi richiesti con l’emissione 2021, dovuti dai soggetti iscritti alle gestioni autonome speciali dell’INPS degli artigiani e degli esercenti attività commerciali – si comunica il differimento al 20 agosto 2021 del termine di pagamento della rata dei contributi oggetto di tariffazione 2021 avente scadenza originaria il 17 maggio 2021.

Certamente l’annuncio del Ministero del Lavoro, Andrea Orlando, era senza dubbio un’importante rassicurazione. Quindi, come ormai sta accadendo già da tempo, la proroga ufficiosa della scadenza – comunicata in extremis – rischiava di alimentare il malcontento della categoria.

download   Messaggio INPS numero 1911 del 13-05-2021
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Proroga contributi artigiani e commercianti maggio 2021: domanda di rimborso

Nel frattempo è bene ricordare che caso in cui fosse già stato eseguito il versamento, questi ultimi potranno fare domanda di rimborso. In tal caso, l’istanza di rimborso deve essere effettuata entro il 30 novembre 2021.

Si ricorda, al riguardo, che i beneficiari dell’esonero contributivo devono possedere i seguenti requisiti

  • calo di fatturato o corrispettivi nel 2020 non inferiore al 33 per cento rispetto al 2019;
  • reddito complessivo di lavoro o derivante dall’attività che comporta l’iscrizione alla gestione non superiore a 50.000 euro.

Importi contributi artigiani e commercianti 2021

Per l’anno 2021, l’INPS aveva comunicato, con circolare numero 17 del 9 febbraio 2021, le aliquote per il calcolo dei contributi previdenziali di artigiani e commercianti:

  • al 24% per gli artigiani;
  • ed al 24,09% per i commercianti.

Per i coadiuvanti/coadiutori di età non superiore ai 21 anni, invece, l’aliquota si abbassa:

  • al 22,35% per gli artigiani;
  • ed al 22,44% per i commercianti.

Per determinare l’importo contributivo da versare trimestralmente, occorre applicare l’aliquota contributiva al reddito minimo imponibile che, per quest’anno, è pari a 15.953 euro.

Pertanto, il contributo minimale dovuto, per l’anno 2021, risulta così suddiviso:

  • 3.836,16 euro per gli artigiani (3.828,72 euro per i coadiuvanti/coadiutori di età non superiore ai 21 anni);
  • 3.572,94 euro per i commercianti (3.565,50 euro per i coadiuvanti/coadiutori di età non superiore ai 21 anni).

Le aliquote contributive su illustrate, si applicano fino al limite della prima fascia di retribuzione annua pensionabile pari, per il corrente anno, all’importo di € 47.379.

Oltre tale soglia, infatti, trova applicazione un’ulteriore punto percentuale, come previsto dall’art. 3-ter della L. 14 novembre 1992, n. 438.

Scadenza contributi artigiani e commercianti 20 agosto 2021: circolare INPS

Qui di seguito alleghiamo la circolare INPS 85 del 10/06/2021 che recepisce la proroga della scadenza dei contributi di artigiani e commercianti al 20 agosto 2021.

download   Circolare INPS numero 85 del 10/06/2021
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La fine del blocco licenziamenti si avvicina: possibile proroga in arrivo. Ecco i dettagli

Il blocco licenziamenti 2021 si avvicina alla fine. Tanti i temi caldi nell’agenda di Governo nelle ultime settimane: non solo Recovery Plan, ma anche provvedimenti inerenti le regole di tutela della salute e la campagna di vaccinazione, e tanti dibattiti sul futuro delle riforme strutturali da dare al paese, per poter incassare gli aiuti europei.

In questo complesso quadro, continua a trovare spazio la delicatissima questione del divieto di licenziamento, che ormai si sta apprestando a raggiungere la conclusione. Secondo le stime più recenti dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (memoria depositata il 7 giugno sul DL n. 73/2021), almeno 70mila posti di lavoro sarebbero a rischio con la fine del divieto, per determinati settori a partire dal primo luglio.

La normativa attualmente in vigore fissa la fine del blocco dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo:

  • al 30 giugno per le aziende che rientrano nel campo di applicazione della CIGO;
  • al 31 ottobre per i datori di lavoro che utilizzano l’assegno ordinario del FIS, dei Fondi bilaterali alternativi, il trattamento della Cassa in deroga, e quello della CISOA, la Cassa integrazione degli operai agricoli a tempo indeterminato;
  • infine per le aziende che rientrano nel campo della CIGO e CIGS gratuite, ossia senza il pagamento delle addizionali all’INPS, vige il divieto di licenziamento per la durata del trattamento fruito fino al 31 dicembre.

Anche in tali periodi è comunque possibile licenziare per giustificato motivo oggettivo o risoluzione consensuale per: cambio appalto, cessazione definitiva dell’impresa, accordo collettivo aziendale, fallimento. Ma cosa succederà dopo tali date? Ecco quali prospettive si presentano.

Ammortizzatori sociali senza contributo addizionale, ma con divieto di licenziamento

Come appena accennato, il blocco dei licenziamenti 2021 sembra essere sempre più prossimo alla fine, per quanto riguarda le imprese che non richiedono cassa integrazione gratuita, ovvero senza il pagamento del contributo addizionale a carico del datore di lavoro.

La sensazione è dunque che il Governo Draghi non intenda proseguire oltre sulla strada della sospensione generalizzata. Tuttavia, i sindacati continuano a rivendicare la necessità della proroga ulteriore del blocco degli esoneri. Tra le ipotesi tuttora circolanti, lo slittamento della tutela contro i licenziamenti dal 30 giugno al 31 ottobre.

Il punto nodale è che il blocco licenziamenti era stato attivato all’inizio dell’emergenza coronavirus, per frenare le conseguenze negative sul mercato del lavoro; ma pur con una campagna di vaccinazione che ora sta dando ottimi risultati e segnali di ripresa dell’economia, la questione lavoro permane in tutta la sua gravità.

Le stime sui possibili licenziamenti sono cambiate negli ultimi mesi

La valutazione di non meno di 70mila posti di lavoro a rischio nelle prossime settimane appare tuttavia meno negativa di quanto indicato nel novembre 2020 da un comunicato della Banca d’Italia, la quale nel testo faceva notare che, in mancanza delle misure introdotte dal Governo Conte, nel 2020 lo shock legato alla pandemia e lockdown avrebbe potuto portare a ulteriori 200 mila licenziamenti, conducendo il totale a circa 700 mila unità in meno. Ecco perchè, a ben vedere, le misure di estensione della Cassa integrazione; il sostegno alla liquidità delle imprese e, soprattutto, il blocco licenziamenti, hanno impedito qualcosa come 600 mila licenziamenti nel 2020.

Ora le prospettive paiono almeno in parte cambiate e, in considerazione delle nuove stime da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, si può parlare di conseguenze meno gravi e traumatiche, a seguito della fine del blocco dei licenziamenti. Ma appunto, per il momento si ragiona su stime e su valutazioni, e dunque la realtà potrà anche essere differente da quanto considerato.

A rischio sono i lavoratori del settore Industria: infatti il blocco licenziamenti 2021 verrà meno per le imprese che hanno i requisiti per avvalersi di CIGO e CIGS e il settore costruzioni sembra registrare un numero di attivazioni in aumento. Invece, coloro che lavorano in ambito edilizia, dovrebbero poter sfuggire ai rischi dell’apertura.

La logica che presumibilmente prevarrà sarà quella dello scaglionamento dei licenziamenti nel corso del tempo, anche in ragione del meccanismo di turnover. Una sorta di ‘sblocco selettivo’, che troverebbe l’appoggio dello stesso Premier Draghi. La stessa robusta ripresa economica, data per certa per i prossimi mesi dovrebbe altresì condurre allo sblocco licenziamenti graduale; e non ad una ulteriore proroga generalizzata.

Il rischio del boom dei licenziamenti agita la maggioranza di Governo

Ma il pericolo di una consistente perdita di posti di lavoro continua ad essere evidente a tutti. Anzi, sul blocco/sblocco dei licenziamenti il Governo dovrà prendere a breve una decisione risolutiva; pur all’interno di una maggioranza assai eterogenea e con i sindacati sempre pronti a dare battaglia. Questi ultimi in particolare chiedono una proroga almeno fino al 31 ottobre, quando la situazione del paese sarà più nitida e vi sarà modo da veder completata la riforma degli ammortizzatori sociali. 

Ricapitolando la situazione odierna, il blocco licenziamenti decretato in piena pandemia finirà il 30 giugno prossimo. E se attraverso decreto Sostegni Bis si era tentata una ulteriore proroga fino a fine agosto; quest’ultima di fatto non ha poi trovato spazio nelle norme varata; tanto che il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, dopo aver incassato le forti critiche di Confindustria, si è trovato obbligato a mediare.

Le preoccupazioni del Ministro del Lavoro per i prossimi mesi

Proprio l’esponente del PD ora nella squadra di Governo ha evidenziato una certa preoccupazione legata anche a cosa succederà nei mesi autunnali; in relazione a come sarà definita la questione del blocco licenziamenti. La maggioranza ancora una volta, non sembra affatto compatta e dunque non stupiscono le parole di Orlando alle fonti di informazione: “Credo si tratti di attendere il confronto in atto tra forze politiche e sociali in atto, altrimenti gestiremo questo passaggio“.  Lo stesso Ministro del Lavoro teme “possibili tensioni sociali dovute ai licenziamenti” e aggiunge “nessuno pensa che il problema non esiste”.

Anzi Orlando ritiene ottimistiche le previsioni del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha avrebbe dichiarato di non aver paura di un boom dei disoccupati, a seguito della fine del blocco licenziamenti. Anzi per Bonomi la ripresa economica – anche grazie agli aiuti europei – alimenterà certamente le nuove assunzioni e preserverà – ove possibile – i posti di lavoro.

E ciò pare convergere con le stime ‘migliorate’ rispetto a quelle dei mesi precedenti, recentemente fornite dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB). Quest’ultimo infatti – come sopra accennato – vedrebbe soltanto 70mila posti di lavoro a rischio nelle prossime settimane.  Staremo dunque a vedere se prevarrà la logica dello scaglionamento dei licenziamenti; e se il Premier Mario Draghi, favorevole alla soluzione dello sblocco selettivo, riuscirà ancora una volta a mediare tra i partiti in maggioranza e le loro diverse posizioni sul tema.

Pensioni

 

Pensione anticipata news, arriva la proposta dei sindacati dopo Quota 100


 

Si continua a parlare di pensioni e in particolare di pensione anticipata visto che l’argomento interessa moltissime persone, prossime a salutare il mondo del lavoro. E anche noi su UNF torniamo a occuparci del tema. Il problema principale è rappresentato dal fatto che con la fine del 2021 Quota 100 sarà cancellata, perché considerata troppo onerosa per le casse dello Stato e anche poco utilizzata da coloro che avrebbero potuto.

Con essa, dunque, se ne andrà la possibilità – per alcune categorie di lavoratori – di andare in pensione precoce a condizioni n

Serve una soluzione, qualcosa che possa sostituire Quota 100 senza per forza penalizzare eccessivamente i lavoratori, con una decurtazione troppo alta dell’assegno pensionistico. Proposte se ne sono fatte davvero tante ma non tutte convincono e qualcuna si  addirittura persa per strada (ci riferiamo per esempio a Quota 92 che, dopo aver tenuto banco come alternativa concreta per qualche settimana sembra essere in netto ribasso).

 
 
 

Il Governo ha promesso di annunciare la tanto attesa alternativa a Quota 100 già entro la fine del mese, ma chissà se effettivamente Esecutivo e Sindacati troveranno un punto d’accordo. Proprio i sindacati, con LandiniSbarra e Bombardieri in prima linea, hanno lanciato la loro proposta: scopriamo allora le news sulle pensioni anticipate.

Pensioni anticipate ultime news: arriva la proposta dei sindacati

Se ne parla già da settimane ma i Sindacati tornano all’attacco con una proposta che, a detta loro, è quella meno penalizzante per i lavoratori. La proposta avanzata da Cgil, Cisl e Uil è quella di consentire l’accesso alla pensione con 62 anni di età, oppure col raggiungimento di 41 anni di contributi, su libera scelta del lavoratore. Ci sarebbero delle specifiche categorie di lavoratori, individuate proprio dai rappresentanti sindacali durante il convegno intitolato “Cambiare le pensioni adesso“, che dovrebbero beneficiare di maggiori tutele rispetto ad altre. Nello specifico, le donne con figli, coloro che eseguono lavori usuranti e chi assiste persone con disabilità grave. I Sindacati chiedono anche una sorta di pensione di garanzia per giovani che sono spesso alle prese, purtroppo, con lavori discontinui o con retribuzioni sempre più basse che non consentono loro di fare progetti.

 

Tornando alle news sulle pensioni anticipate, la possibilità di scegliere se andare in pensione o meno si tradurrebbe in una maggiore flessibilità in uscita, quella che i Sindacati auspicano da tempo. Ma sarà davvero possibile? Staremo a vedere se Governo e Sindacati troveranno un punto di incontro e se si troverà una soluzione al post Quota 100 già entro l’estate.

Sant’ Eliseo

 

Sant’ Eliseo


Nome: Sant’ Eliseo
Titolo: Profeta
Nascita: IX Secolo a. C., Sconosciuto
Morte: IX Secolo a. C., Samaria, Palestina
Ricorrenza: 14 giugno
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:Tesero

La fonte per ricostruirne la vita è «il ciclo di Eliseo» che include anche narrazioni relative alle guerre di Israele contro Damasco e Moab e notizie sui contemporanei re di Giuda. Il ciclo è costituito da racconti popolari simili ai «Fioretti di S. Francesco», collegati tra loro da criteri associativi esteri ai contenuti e alla cronologia quali somiglianze di parole, di personaggi, di luoghi, più interessati a esprimere la venerazione dei discepoli verso il maestro padre che non alla storicità dei fatti. Eliseo esercita il ministero profetico nella seconda metà del X sec., nel regno del Nord, vicino a Galgala, senza un vincolo stretto con un santuario, mentre segnano Joram, Jeu, oacaz e Joas: è in rapporto con i «figli dei profeti», legati da una vita comunitaria, in gran parte celibi, di basso livello economico.

La sua attività si svolge nella seconda metà del secolo a.C. Il ciclo narrativo che lo riguarda è trasmesso dalla Bibbia nel Secondo libro dei Re. Inizia il suo ministero divenendo discepolo del profeta Elia, al quale chiede i due terzi del suo spirito, cioè la parte del figlio maggiore. Elia acconsente e gli getta addosso il proprio mantello; Eliseo può allora dividere le acque del fiume Giordano, gesto simbolico che significa fedeltà al carisma ricevuto e promessa di salvezza annunciata dal suo stesso nome che significa «Dio è mia salvezza».

Il suo insegnamento è trasmesso attraverso il racconto di una decina dì miracoli. Il primo riguarda una povera vedova indebitata cui i creditori minacciano di portare via i figli. Il profeta prima esorta la vedova a chiedere in prestito molti vasi, poi moltiplica l’olio e invita la donna a riempirli tutti con l’unico orcio che ha in casa.

II secondo miracolo riguarda una facoltosa donna di Sunem, che si mostra generosa verso il profeta. Viene guarita dalla sterilità e partorisce un figlio. II bambino, divenuto ragazzo, improvvisamente si ammala e muore. II profeta lo richiama in vita e lo restituisce alla mamma.

Il terzo miracolo racconta della guarigione di un famoso generale siro di nome Naamàn, ammalatosi di lebbra. Avendo sentito parlare delle virtù taumaturgiche del profeta, egli si mise in viaggio e raggiunse Eliseo, ma il profeta gli mandò a dire di andare a bagnarsi nel fiume Giordano. Dapprima indispettito, Naamàn eseguì l’ordine ed ecco che il suo corpo tornò perfettamente guarito.

I miracoli di Eliseo rivelano la vicinanza e la benedizione di Dio verso tutte le persone giuste, a qualunque popolo appartengano.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Samaria, nella Palestina, sant’Eliséo Profeta, del cui sepolcro, dove riposa anche il Profeta Abdia, hanno orrore i demoni, come scrive san Girolamo.