Archivi giornalieri: 27 giugno 2021

Pagamento pensioni luglio 2021

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Pagamento pensioni luglio 2021: il calendario con le date per riscuotere

Anche per luglio i pagamenti delle pensioni (+ le quattordicesime) sono stati anticipati di qualche giorno. Ecco il calendario aggiornato.

Pagamento pensioni luglio 2021: al via i pagamenti anticipati anche per gli assegni pensionistici di luglio e della quattordicesima ove spetti. Ebbene sì, anche per il mese di luglio la pensione verrà erogata in anticipo come avviene da oltre un anno ormai. Ricordiamo che l’anticipo è stato indetto a causa della pandemia da covid-19 e per evitare assembramenti davanti agli uffici postali. Chiaramente l’anticipo riguarda esclusivamente coloro che ritirano l’assegno pensionistico direttamente presso gli sportelli postali. Infatti, i pensionati che si fanno accreditare la pensione su mezzi elettronici, quali conto corrente bancario postale, riceveranno la pensione sempre al primo giorno bancabile del mese.

Per questo mese, poi, alcuni pensionati potranno fruire anche della cd. “quattordicesima”. Si tratta, come molti sanno, di un importo aggiuntivo oltre alla pensione ordinaria. Chi ne ha diritto? Come verrà pagata?

Andiamo in ordine e vediamo tutto quello che c’è da sapere sul calendario pensioni luglio 2021.

Calendario pagamento pensioni luglio 2021: prorogato l’anticipo dei pagamenti

Anche per il mese di luglio 2021, ci sarà il pagamento anticipato delle prestazioni previdenziali (quali pensioni, assegni e indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili) per i pensionati che riscuotono la pensione in posta.

Il pagamento anticipato avverrà secondo i seguenti scaglioni, suddivisi in base alle iniziali del cognome del titolare della prestazione:

  • A – B ritiro pensione il giorno venerdì 25 giugno;
  • C – D ritiro pensione il giorno sabato 26 giugno;
  • E – K ritiro pensione il giorno lunedì 28 giugno;
  • L – O ritiro pensione il giorno martedì 29 giugno;
  • P – R ritiro pensione il giorno mercoledì 30 giugno;
  • S – Z ritiro pensione il giorno giovedì 1° luglio.

Pagamento pensioni luglio 2021: cedolino scaricabile online

Chi intendesse sapere in anticipo l’importo esatto della propria pensione, può scaricare il cedolino direttamente dal sito INPS. In particolare, occorre loggarsi sulla piattaforma dell’Istituto Previdenziale e andare nella sezione denominata “cedolino pensione”. Dopodiché occorre cliccare su “cedolino pensione servizio”, poi su “verifica pagamenti” ed infine su “visualizzare il cedolino”.

Date pensioni luglio 2021: chi riceve la quattordicesima e quanto spetta

Per il mese di luglio 2021 spetta anche la quattordicesima spetta ai pensionati con almeno 64 anni di età.

Leggi anche: Quattordicesima INPS pensionati 2021

Ma quanto spetta?

Laddove il pensionato percepisce un reddito complessivo individuale non superiore a 1,5 volte il richiamato trattamento minimo annuo (773,97 euro), spetta una somma di:

  • 437 euro annui per i pensionati ex lavoratori dipendenti con anzianità contributiva fino a 15 anni e per gli ex autonomi che abbiano versato i contributi fino a 18 anni;
  • 546 euro annui per i pensionati ex lavoratori dipendenti con anzianità contributiva tra i 15 e i 25 anni e per gli ex lavoratori autonomi dai 18 ai 28 anni di contributi versati;
  • 655 euro annui per i pensionati ex lavoratori dipendenti con più di 25 anni di contributi ed i pensionati ex lavoratori autonomi con più di 28 anni di contributi versati.

Mentre se il pensionato percepisce un reddito complessivo compreso tra 1,5 volte e 2 volte il trattamento minimo annuo (da 773,97 euro a 1.031,96 euro), spetta una somma di:

  • 336 euro annui per i pensionati ex lavoratori dipendenti con anzianità contributiva fino a 15 anni e per gli ex autonomi che abbiano versato i contributi fino a 18 anni;
  • 420 euro annui per i pensionati ex lavoratori dipendenti con anzianità contributiva tra i 15 e i 25 anni e per gli ex lavoratori autonomi dai 18 ai 28 anni di contributi versati;
  • 504 euro annui per i pensionati ex lavoratori dipendenti con più di 25 anni di contributi ed i pensionati ex lavoratori autonomi con più di 28 anni di contributi versati.

San Cirillo d’Alessandria

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San Cirillo d’Alessandria


San Cirillo d'Alessandria

autore ambito bolognese anno secolo XVII titolo San Cirillo d’Alessandria parla al Concilio d’Efeso
Nome: San Cirillo d’Alessandria
Titolo: Vescovo e dottore della Chiesa
Nascita: 370, Teodosia d’Egitto
Morte: 27 giugno 444, Alessandria d’Egitto
Ricorrenza: 27 giugno
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:Carpino

Cirillo fu l’intrepido difensore della divina maternità di Maria, il trionfatore di quel concilio di Efeso che mise fine a un’insidiosa controversia teologica che aveva contrapposto per anni le due sedi più prestigiose dell’oriente: quella di Alessandria, in Egitto, della quale era vescovo Cirillo, e quella patriarcale di Costantinopoli, retta da Nestorio. Il patriarca Nestorio, intelligente e astuto la sua parte, si era fatto portavoce di un’idea che, di primo acchito, poteva apparire una sottigliezza bizantina, ma che in realtà smantellava uno dei dogmi chiave del cristianesimo: l’incarnazione.

Nestorio si era messo a contestare il titolo di Theotokos, cioè «madre di Dio», con il quale veniva onorata la Vergine Maria. «Tutt’al più affermava Nestorio la potremmo chiamare madre di Cristo, cioè Christotókos». Gli pareva assurdo che una donna potesse essere madre di Dio.

La realtà era che quel Gesù che Maria aveva dato alla luce nella grotta di Betlemme, era lo stesso Verbo vivente, generato dalla stessa sostanza del Padre e che nel tempo si era fatto carne. Era insomma Figlio di Dio. L’incarnazione non era una pura unità di relazione di due persone in Cristo, quella divina e quella umana, ma un’unione sostanziale, ipostatica come dicono i teologi. Quindi Maria è madre di Dio: questo insegnava da sempre la chiesa universale. Proclamando queste tesi, Cirillo si oppose alle novità di Nestorio: prendeva il via così una contesa aspra e serrata, nella quale si intromise anche l’imperatore di Costantinopoli, minacciando prima di esilio il vescovo di Alessandria e passando poi alle vie di fatto, che per Cirillo vollero dire qualche mese di duro carcere.

Ma il grande vescovo non si lasciò intimorire; per la difesa dell’integrità della fede cristiana egli era disposto a tutto: «Noi per la fede di Cristo fece sapere a Nestorio siamo disposti a subire tutto: le catene, il carcere, tutti gli incomodi della vita, e la stessa morte».

Battagliero più che mai, Cirillo diede fondo a tutto il suo coraggio, controbattendo con acume e con dovizia di motivi tutti i sofismi di Nestorio, il quale, a corto di argomenti, non trovò di meglio che aizzargli contro i suoi seguaci i quali gli affibbiarono per spregio l’appellativo di «faraone».

Allora Cirillo si appellò all’autorità del vescovo di Roma. «Degnateci di dirci scriveva a Celestino I se dobbiamo restare in comunione con Nestorio o se dobbiamo cessare ogni relazione».

Il papa gli rispose affidandogli la difesa dell’ortodossia. Intanto l’imperatore di Costantinopoli, sperando nella vittoria di Nestorio, decideva di convocare a Efeso un concilio per porre fine alle diatribe teologiche che minacciavano di esplodere cruentemente in altre sedi. Ma le cose non andarono come l’imperatore sperava e, nonostante il suo appoggio, il patriarca Nestorio uscì da Efeso sconfitto. Cirillo, dotato di profonda cultura teologica, fu abilissimo nel confutare le posizioni eretiche del suo avversario e nel far brillare in tutta la sua chiarezza la dottrina della chiesa cattolica, così come appariva dalla rivelazione.

«L’Emmanuele consta con certezza di due persone aveva spiegato all’assemblea attenta e desiderosa di essere illuminata: di quella divina e di quella umana. Tuttavia il Signore Gesù è uno, unico vero figlio naturale di Dio, insieme Dio e uomo; non un uomo deificato, simile a quelli che per grazia sono resi partecipi della natura divina, ma Dio vero che per la nostra salvezza apparve nella forma umana». Con questa illuminante sintesi di pensiero riuscì a convincere la quasi totalità dei padri conciliari a proclamare Maria madre di Dio, Theotokos. Ai legati, inviati del papa, non restò che sanzionare, e con grande gioia, i decreti dell’assemblea. Il concilio di Efeso si narra finì con una grande fiaccolata in nome di Maria, la vera trionfatrice dell’assise, e alla cui esaltazione Cirillo dedicò alcuni dei suoi più straordinari e appassionati sermoni.

Cirillo, teologo acuto e polemista indomito, fu anche un valido pastore d’anime. Usò infatti gran parte della sua intelligenza nello sminuzzare a uso dei semplici fedeli i concetti, non sempre accessibili, della dottrina cristiana. Accanto alle opere esclusivamente di speculazione teologica, ci sono state tramandate centocinquantasei Omelie sul Vangelo di Luca e le Lettere pastorali. I meriti del battagliero vescovo stanno comunque nella sua tenace fermezza posta alla difesa dell’ortodossia e nella santità di vita. Tali meriti, almeno in occidente, gli vennero però riconosciuti piuttosto tardi. Il suo culto venne infatti esteso a tutta la chiesa latina soltanto sotto il pontificato di Leone XIII (1882) e in tale data gli venne anche conferito il meritatissimo titolo di dottore della chiesa.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Cirillo, vescovo e dottore della Chiesa, che, eletto alla sede di Alessandria d’Egitto, mosso da singolare sollecitudine per l’integrità della fede cattolica, sostenne nel Concilio di Efeso i dogmi dell’unità e unicità della persona in Cristo e della divina maternità della Vergine Maria.