Archivi giornalieri: 21 gennaio 2021

Pensioni

Riforma pensioni/ La proposta Uil sui coefficienti di trasformazione

Pubblicazione: 21.01.2021 Ultimo aggiornamento: 17:02 – Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, le parole di Domenico Proietti sulle proposte della Uil in ambito previdenziale rivolte al Governo

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Image by Steve Buissinne from Pixabay
 

RIFORMA PENSIONI, LA PROPOSTA UIL SUI COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE

Domenico Proietti torna a chiedere al Governo di “aprire subito una discussione per sapere cosa dobbiamo fare per sostituire ‘Quota 100’. Il tempo vola: dobbiamo arrivare a giugno avendo definito un’ipotesi di flessibilità più diffusa che la sostituisca. È chiaro che la crisi di governo non aiuta questa ed altre questioni ma è un compito della politica e siamo pronti a confrontarci con i governi della Repubblica”. Intervistato da ilgiornale.it, il Segretario confederale della Uil spiega anche la proposta del suo sindacato per risolvere il problema dei coefficienti di trasformazione che, continuamente rivisti, portano a una diminuzione nell’importo delle pensioni via via liquidate con il passare degli anni. “Abbiamo proposto di assegnare questi coefficienti per coorti di età: significa che si assegna un coefficiente ai nati, ad esempio, nel 1960, uno ai nati nel 1963 e così via. Questo coefficiente rimane stabile per tutto il percorso lavorativo della persona e anche quando andrà in pensione. In questo modo si andrebbe ad eliminare una penalizzazione nei confronti dei lavoratori”, evidenzia Proietti.

 
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IL PAGAMENTO ANTICIPATO DELLE PENSIONI DI FEBBRAIO

Lo stato di emergenza è stato protratto e di conseguenza prosegue il pagamento anticipato e spalmato su più giorni delle pensioni presso gli uffici postali. In una nota Poste Italiane ha fatto sapere che gli assegni di febbraio verranno messi in pagamento a partire da lunedì prossimo, in 25 gennaio. “Coloro che non possono evitare di ritirare la pensione in contanti in un Ufficio Postale, dovranno presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal seguente calendario che potrà variare a seconda del numero di giorni di apertura dell’ufficio postale di riferimento: i cognomi dalla A alla B lunedì 25 gennaio; dalla C alla D martedì 26 gennaio; dalla E alla K mercoledì 27 gennaio; dalla L alla O giovedì 28 gennaio; dalla P alla R venerdì 29 gennaio; dalla S alla Z sabato mattina 30 gennaio”, si legge nella nota. C’è da evidenziare che la turnazione si chiuderà prima del 1° febbraio, giorno in  cui normalmente avviene l’accredito della mensalità sui conti dei pensionati.

 

TAGLIO PENSIONI, IL “RISCHIO” MARIO MONTI

Dopo il voto di fiducia del senatore a vita Mario Monti al Governo Conte-2 non sono poche i retroscena e ricostruzioni dei quotidiani vicini al Centrodestra che mettono in guardia la presenza dell’ex Premier per i temi cardine di pensioni, tasse e lavoro. Monti infatti prima di votare Sì a Conte aveva messo nero su bianco la lista di cose da fare per ottenere l’appoggio del suo voto: tra queste, la patrimoniale e una riforma fiscale basata su tagli e austerità sono i punti maggiormente contestati dal Il Giornale oggi nella sua edizione online. A fine 2021 scadrà la riforma di Quota 100 e Monti non ha mai nascosto di aver aborrito quella legge varata da Lega e M5s: «il timore, adesso, è che possa nuovamente tornare l’incubo Fornero con un inasprimento ulteriore dei requisiti per la pensione con un ulteriore ritocco all’età pensionabile». Altro tema quello della rivalutazione degli assegni pensionistici: nella prossima Manovra, lamentano i parlamentari della Lega, il rischio è che si riprenda l’obiettivo dell’allora Governo Monti di prorogare il blocco della rivalutazione anche per tutto il 2022.

 

RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DI FURLAN

Annamaria Furlan chiede al Governo non solo un confronto sulle proposte relative allo “sblocco” parziale dei licenziamenti che potrebbe scattare a fine marzo, ma anche di portare avanti il tavolo già avviato in tema di riforma pensioni. “Aspettiamo si apra una discussione seria che tenga presente un fattore fondamentale: non tutti i lavori e non tutti i lavoratori sono uguali. La flessibilità in uscita garantisce equità. Discutiamone, assieme al grande tema di come assicurare pensioni dignitose ai giovani, e decidiamo insieme”, spiega la Segretaria generale della Cisl in un’intervista ad Avvenire. Sembra quindi emergere la volontà di affrontare al più presto il tema delle misure per il post-Quota 100 e di cercare di trovare una soluzione per il futuro pensionistico dei giovani su cui si dibatte ormai da diverso tempo. Molto probabile che se Conte rimarrà a palazzo Chigi non ci saranno stravolgimenti nemmeno al ministero del Lavoro e che sarà dunque Nunzia Catalfo a portare avanti il confronto con le parti sociali sul tema della previdenza.

 

INPS SPOSTA SCADENZE PER PENSIONATI ALL’ESTERO

L’Inps ha fatto sapere, con un nuovo messaggio, di aver slittato ulteriormente i termini per completare l’accertamento in vita dei pensionati residenti all’estero a causa dell’emergenza pandemica. Come spiega pensionioggi.it, coloro che risiedono nel Continente americano, Paesi scandinavi, Stati dell’est Europa e Paesi limitrofi, Asia, Medio ed Estremo Oriente, nonché ai pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, avranno tempo fino al 19 giugno per completare le pratiche necessarie ed evitare la sospensione dell’erogazione della pensione. Per i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, invece, si avrà tempo fino al 19 ottobre. Questa differenza di scadenze è dovuta anche al fatto che nel primo caso si parla della campagna 2019-20 che già era stata prorogata fino al prossimo 5 febbraio, mentre nel secondo della campagna 2020-21. La decisione dell’Inps è stata presa in accordo con Citibank e non è da escludere che, specie per la nuova campagna in scadenza a ottobre, vi possa essere un’ulteriore proroga a causa sempre del Covid.

 

RIFORMA PENSIONI, LA FLESSIBILITÀ DI QUALITÀ

In un articolo recentemente pubblicato su Domani, Maurizio Franzini e Michele Raitano affrontano il tema importante della riforma pensioni post-Quota 100. Secondo i due economisti, varare una Quota 102 sarebbe “un cambiamento irrilevante”. Dal loro punto di vista “ciò che occorre – naturalmente tenendo conto dei vincoli di bilancio – è una dose ragionevole di flessibilità, di qualità migliore di tante altre flessibilità così spesso invocate, dato che potrebbe consentire risultati migliori sotto il profilo sia dell’equità, sia dell’efficienza. Infatti, appare equo consentire di accedere alle pensione in età più giovane a chi ha svolto lavori gravosi oppure ha o ha avuto problemi occupazionali o di salute”.

I BENEFICI PER LE IMPRESE

Inoltre, anticipare l’accesso alla pensione può “favorire una migliore organizzazione del lavoro da parte delle imprese, soprattutto se si dà corso a piani condivisi con i lavoratori sulla programmazione dei pensionamenti e sul turnover occupazionale”. Per non pesare troppo sui conti pubblici, Franzini e Raitano propongono una flessibilità con una penalizzazione che riduca la “quota retributiva della pensione (circa il 3 per cento per ogni anno di anticipo rispetto all’età legale)”. Ovviamente questa penalizzazione non dovrebbe pesare sulle categorie “svantaggiate” di cui si è prima parlato e perciò andrebbe avviata “una riflessione, scientificamente fondata, sulla gravosità delle mansioni, sui rischi occupazionali in età anziane e sull’influenza delle mansioni su salute e aspettativa di vita”.

Novità dal 1° gennaio 2021 per la quarantena con sorveglianza attiva e i lavoratori fragili. Ecco le nuove istruzioni fornite dall’INPS.

Quarantena con sorveglianza attiva e lavoratori fragili: il punto sulle tutele INPS

Novità dal 1° gennaio 2021 per la quarantena con sorveglianza attiva e i lavoratori fragili. Ecco le nuove istruzioni fornite dall’INPS.
 

Cambiano le regole per certificare la quarantena con sorveglianza attiva o alla permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva per i lavoratori dipendenti. Infatti, a decorrere dal 1° gennaio 2021, è stato eliminato l’obbligo per il medico curante di indicare sulla certificazione gli estremi del provvedimento che hanno dato origine ai predetti eventi.

Con riferimento invece alla tutela dei lavoratori fragili pubblici e privati, il legislatore ha introdotto un nuovo periodo di tutela decorrente dal 1° gennaio 2021 fino al 28 febbraio 2021. Per l’anno 2020, quindi, rimane confermata la possibilità di riconoscere la tutela in argomento per periodi di assenza dal lavoro compresi tra il 17 marzo 2020 e il 15 ottobre 2020.

Ne dà notizia l’INPS con il Messaggio n. 171 del 15 gennaio 2021, recependo le ultime novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2021 (L. n. 178/2020) in tema di tutele per eventi di quarantena e lavoratori fragili.

Quarantena con sorveglianza attiva: le novità della Legge di Bilancio 2021

L’art. 1 della L. n. 178/2020 ha apportato modifiche all’attuale assetto normativo riguardante la disciplina delle tutele, previste dall’art. 26 del D.L. n. 18/2020 (cd. “Decreto Cura Italia”) nei confronti:

  • dei lavoratori sottoposti a provvedimenti di quarantena con sorveglianza attiva o di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva;
  • dei lavoratori ritenuti particolarmente a rischio per specifiche patologie cd. “fragili”.

Le tutele in questione, tra l’altro, interessano la sola categoria dei lavoratori dipendenti, con esclusione quindi dei lavoratori iscritti alla Gestione separata istituita presso l’INPS.

In particolare, per i lavoratori posti in quarantena è stato eliminato – a decorrere dal 1° gennaio 2021, l’obbligo per il medico curante di indicare sulla certificazione:

  • “gli estremi del provvedimento che ha dato origine alla quarantena con sorveglianza attiva o alla permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva”, precedentemente previsto per l’anno 2020.

Lavoratori fragili: le novità della Legge di Bilancio 2021

Riguardo invece alla tutela dei lavoratori dipendenti pubblici e privati cd. “fragili”, il legislatore ha introdotto un nuovo periodo di tutela decorrente dal 1° gennaio 2021 fino al 28 febbraio 2021. Ne deriva che, per l’anno 2020, rimane confermata la possibilità di riconoscere la tutela in argomento per periodi di assenza dal lavoro compresi tra il 17 marzo 2020 e il 15 ottobre 2020.

SI ricorda, al riguardo, che la tutela prevede l’equiparazione del periodo di assenza dal servizio al ricovero ospedaliero. A tal fine, i lavoratori devono essere in possesso di una certificazione di malattia riportante l’indicazione della condizione di fragilità. Inoltre, occorre essere in possesso degli estremi della documentazione relativa al riconoscimento:

  • della disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, co. 3, della L. n. 104/1992;
  • della condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita.

Sul punto, l’INPS ribadisce che l’equiparazione per i lavoratori privati aventi diritto alla tutela previdenziale della malattia comporta il riconoscimento:

  • della prestazione economica;
  • della correlata contribuzione figurativa;

entro i limiti del periodo massimo assistibile.

Smart working per i lavoratori fragili 

Infine, si fa presente che la Legge di Bilancio 2021 ha prorogato al 28 febbraio 2021 anche la possibilità peri lavoratori fragili di poter svolgere la prestazione lavorativa in modo agile. Ciò anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento.

Si ricorda, al riguardo, che tale norma era valida solo per il periodo dal 16 ottobre 2020 al 31 dicembre 2020.

Pensione anticipata

Pensione anticipata, novità: quali sono i requisiti 2021-2023

 
 
 
 
 
 
 
Pensioni novembre
 

Sono tante e diverse le possibilità di accesso alla pensione nel 2021: fino al 31 dicembre, inoltre, sono state confermate le finestre di uscita di Quota 100, Ape Sociale e Opzione Donna. Inoltre, la Legge di Bilancio per il 2021 ha prorogato per altri 3 anni la richiesta per la pensione anticipata.

Che cos’è e quali sono i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia 2021-2023? Quali lavoratori la possono richiedere?

 

Pensione anticipata: cos’è e come funziona

La pensione anticipata è una modalità di pensionamento che permette ai lavoratori che hanno raggiunto i 63 anni di età di accedere a un anticipo pensionistico fino al raggiungimento del 67 anni, età a partire dalla quale è possibile chiedere la pensione di vecchiaia.

In sostanza si tratta di un periodo di transizione riservato a particolari categorie di lavoratori che a breve raggiungeranno l’età minima pensionabile.

Gli importi per questo tipo di pensione, però, sono decurtati proprio per il fatto che si tratti di un anticipo della pensione. Dunque, il valore dell’assegno equivale alla rata mensile della pensione calcolata nel momento di accesso alla prestazione. L’importo, comunque, non deve superare i 1.500 euro.

Pensione anticipata: i requisiti

Per accedere al pensionamento anticipato – previsto dall’articolo 4 della legge n. 92 del 28 giugno 2012 – è necessario possedere alcuni requisiti. A questo tipo di pensionamento possono accedere sia i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato sia i dirigenti in esubero.

requisiti da soddisfare per il periodo 2021-2023 sono i seguenti:

  • possedere almeno 30 anni di anzianità contributiva oltre ad effettuare l’assistenza del coniuge, del partner o di un parente stretto portatore di handicap, dal momento della richiesta e per almeno 6 mesi;
  • possedere un’anzianità contributiva di almeno 30 anni, oltre alla presentazione di una ridotta capacità lavorativa pari ad almeno il 74%;
  • essere un lavoratore dipendente e aver svolto per almeno 7 anni (negli ultimi 10 anni) o per almeno 6 anni (negli ultimi 7 anni) un’attività difficoltosa e rischiosa;
  • possedere un’anzianità contributiva pari ad almeno 36 anni.

La Legge Fornero prevedeva un anticipo pensionistico valido per un periodo massimo di quattro anni, ma per effetto della Legge di Bilancio 2018 è stato introdotto un termine massimo di 7 anni e la misura è stata confermata anche dalla Legge di Bilancio 2021.

Pensione contributiva: le ultime novità

DIRITTO E FISCO | ARTICOLI

Pensione contributiva: le ultime novità

21 Gennaio 2021 | Autore: 
 

Pensione contributiva: le ultime novità

 
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Uscita dal lavoro per coloro il cui trattamento si calcola con sistema integralmente contributivo: come funziona.

 

Le agevolazioni che consentono l’uscita dal lavoro con un largo anticipo sono generalmente temporanee: la pensione con opzione quota 100, ad esempio, può essere fruita soltanto da chi raggiunge i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2021.

Non molti sanno, però, che è possibile beneficiare permanentemente del pensionamento con requisiti ridotti rispetto a quelli ordinari, per coloro la cui pensione si calcola con il sistema integralmente contributivo.

Osserviamo allora, in merito alla pensione contributiva, le ultime novità: iniziamo col sottolineare che possono pensionarsi con requisiti fortemente agevolati soltanto coloro che non possiedono contributi accreditati prima del 1996, oppure coloro che, pur possedendoli, optano per il computo di tutti i versamenti presso la gestione separata dell’Inps.

 

Non possono invece accedere alle pensioni agevolate contributive coloro che si avvalgono della cosiddetta opzione contributiva Dini [1]: questa scelta, difatti, comporta unicamente il ricalcolo della pensione con il sistema interamente contributivo (che di solito risulta notevolmente penalizzante, ma in casi specifici può risultare vantaggioso), nonché l’accesso al riscatto della laurea con riduzione dei costi.

Niente pensione contributiva, dunque, se risulta accreditato anche un solo versamento alla data del 31 dicembre 1995, a meno che non si decida di far confluire tutti i contributi posseduti verso la gestione separata.

Ma quali sono i requisiti agevolati per la pensione contributiva? A questo proposito, bisogna evidenziare che chi accede alla pensione essendo privo di contribuzione antecedente al 1996, oppure essendo iscritto alla gestione separata ed optante per il computo, può beneficiare sia della pensione anticipata, che di quella di vecchiaia con requisiti ridotti. Osserviamo di che cosa si tratta.

 

Pensione anticipata contributiva

In primo luogo, gli assoggettati al calcolo integralmente contributivo del trattamento (fatta eccezione per coloro che si avvalgono dell’opzione contributiva Dini) possono accedere alla pensione anticipata, oltreché con 42 anni e 10 mesi di contributi, 41 anni e 10 mesi per le donne, anche con i seguenti requisiti:

  • un’età minima pari a 64 anni;
  • una contribuzione minima pari a 20 anni (esclusi i contributi figurativi);
  • un importo minimo dell’assegno pari a 2,8 volte l’assegno sociale, ossia a 1288,78 euro mensili per l’anno 2021 (l’assegno sociale 2021 ammonta a 460,28 euro).

È soprattutto il requisito relativo all’importo minimo dell’assegno a rendere assai difficile l’accesso a questa pensione: bisogna avere alle spalle veramente molti versamenti per ottenere un importo mensile di trattamento almeno pari alla soglia richiesta.

Pensione di vecchiaia contributiva

Coloro che sono privi di versamenti al 31 dicembre 1995, o che hanno optato per il computo presso la gestione separata, possono anche ottenere la pensione di vecchiaia con requisito contributivo agevolato, ossia con soli 5 anni di contributi.

 

La possibilità di avvalersi del pensionamento per vecchiaia con requisiti ridotti risulta in certi casi fondamentale: chi è assoggettato al calcolo contributivo della pensione, difatti, per poter ottenere il trattamento di vecchiaia ordinario, con 67 anni di età e 20 anni di versamenti, deve raggiungere una soglia minima dell’importo della pensione pari ad 1,5 volte l’assegno sociale, ossia a 690,42 euro mensili. se non raggiunge questa soglia, non può ottenere alcun trattamento pensionistico, nonostante soddisfi sia il requisito anagrafico che quello contributivo.

Ecco che allora, in questi casi, subentra la possibilità di ottenere il pensionamento di vecchiaia con 5 anni di versamenti effettivi, senza dover raggiungere un importo minimo dell’assegno. Attenzione, però: questa pensione di vecchiaia non si ottiene a 67 anni come il trattamento ordinario, ma bisogna attendere il compimento dei 71 anni di età.

Requisiti di età per le pensioni contributive

I requisiti anagrafici esposti (67 o 71 anni di età per la pensione di vecchiaia, 64 anni per la pensione anticipata agevolata) resteranno gli stessi almeno sino al 31 dicembre 2022. Dal 2023, potrebbero variare, in base alla speranza di vita media.

In base alle più recenti previsioni ufficiali elaborate [2], si ipotizzava un incremento dei requisiti di età, attenendosi entro specifici parametri, pari a tre mesi ogni biennio sino al 2028, a due mesi ogni biennio dal 2029. Considerata, tuttavia, l’attuale situazione di emergenza sanitaria, difficilmente, almeno a breve, sarà possibile riscontrare degli incrementi nella speranza di vita media.

Ad ogni modo, l’ultima parola spetta all’Istat, che periodicamente deve verificare le eventuali variazioni relative alla speranza di vita.

Come funziona il computo per ottenere la pensione contributiva?

Abbiamo osservato che, per ottenere le pensioni agevolate qualora si possiedano contributi antecedenti al 1996, è necessario optare per il computo presso la gestione separata.

Non tutti possono avvalersi di questa possibilità, ma soltanto coloro che:

  • possiedono almeno 15 anni di contributi complessivi (quindi, la pensione di vecchiaia a 71 anni con requisito contributivo ridotto può essere raggiunta, da queste persone, con un minimo di 15 anni di versamenti);
  • possiedono almeno un versamento, ma meno di 18 anni di contributi, alla data del 31 dicembre 1995;
  • hanno effettuato, dal 1996, almeno 5 anni di versamenti;
  • vantano almeno un mese di contributi accreditati presso la gestione separata.
 

Vi sono poi delle perplessità, riguardo all’accesso alle pensioni agevolate attraverso il computo, per coloro che soddisfano i requisiti per la pensione e per il computo stesso antecedenti all’entrata in vigore della legge Fornero, alla data del 31 dicembre 2011. L’Inps, sul punto, non si è mai espressa in modo chiaro. Per approfondire, leggi: Computo presso la gestione separata.

Riforma pensioni/ La proposta Uil sui coefficienti di trasformazione

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Pubblicazione: 21.01.2021 Ultimo aggiornamento: 17:02 – Lorenzo Torrisi
Riforma pensioni, le parole di Domenico Proietti sulle proposte della Uil in ambito previdenziale rivolte al Governo
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RIFORMA PENSIONI, LA PROPOSTA UIL SUI COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE

Domenico Proietti torna a chiedere al Governo di “aprire subito una discussione per sapere cosa dobbiamo fare per sostituire ‘Quota 100’. Il tempo vola: dobbiamo arrivare a giugno avendo definito un’ipotesi di flessibilità più diffusa che la sostituisca. È chiaro che la crisi di governo non aiuta questa ed altre questioni ma è un compito della politica e siamo pronti a confrontarci con i governi della Repubblica”. Intervistato da ilgiornale.it, il Segretario confederale della Uil spiega anche la proposta del suo sindacato per risolvere il problema dei coefficienti di trasformazione che, continuamente rivisti, portano a una diminuzione nell’importo delle pensioni via via liquidate con il passare degli anni. “Abbiamo proposto di assegnare questi coefficienti per coorti di età: significa che si assegna un coefficiente ai nati, ad esempio, nel 1960, uno ai nati nel 1963 e così via. Questo coefficiente rimane stabile per tutto il percorso lavorativo della persona e anche quando andrà in pensione. In questo modo si andrebbe ad eliminare una penalizzazione nei confronti dei lavoratori”, evidenzia Proietti.

 
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IL PAGAMENTO ANTICIPATO DELLE PENSIONI DI FEBBRAIO

Lo stato di emergenza è stato protratto e di conseguenza prosegue il pagamento anticipato e spalmato su più giorni delle pensioni presso gli uffici postali. In una nota Poste Italiane ha fatto sapere che gli assegni di febbraio verranno messi in pagamento a partire da lunedì prossimo, in 25 gennaio. “Coloro che non possono evitare di ritirare la pensione in contanti in un Ufficio Postale, dovranno presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal seguente calendario che potrà variare a seconda del numero di giorni di apertura dell’ufficio postale di riferimento: i cognomi dalla A alla B lunedì 25 gennaio; dalla C alla D martedì 26 gennaio; dalla E alla K mercoledì 27 gennaio; dalla L alla O giovedì 28 gennaio; dalla P alla R venerdì 29 gennaio; dalla S alla Z sabato mattina 30 gennaio”, si legge nella nota. C’è da evidenziare che la turnazione si chiuderà prima del 1° febbraio, giorno in  cui normalmente avviene l’accredito della mensalità sui conti dei pensionati.

 

TAGLIO PENSIONI, IL “RISCHIO” MARIO MONTI

Dopo il voto di fiducia del senatore a vita Mario Monti al Governo Conte-2 non sono poche i retroscena e ricostruzioni dei quotidiani vicini al Centrodestra che mettono in guardia la presenza dell’ex Premier per i temi cardine di pensioni, tasse e lavoro. Monti infatti prima di votare Sì a Conte aveva messo nero su bianco la lista di cose da fare per ottenere l’appoggio del suo voto: tra queste, la patrimoniale e una riforma fiscale basata su tagli e austerità sono i punti maggiormente contestati dal Il Giornale oggi nella sua edizione online. A fine 2021 scadrà la riforma di Quota 100 e Monti non ha mai nascosto di aver aborrito quella legge varata da Lega e M5s: «il timore, adesso, è che possa nuovamente tornare l’incubo Fornero con un inasprimento ulteriore dei requisiti per la pensione con un ulteriore ritocco all’età pensionabile». Altro tema quello della rivalutazione degli assegni pensionistici: nella prossima Manovra, lamentano i parlamentari della Lega, il rischio è che si riprenda l’obiettivo dell’allora Governo Monti di prorogare il blocco della rivalutazione anche per tutto il 2022.

 

RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DI FURLAN

Annamaria Furlan chiede al Governo non solo un confronto sulle proposte relative allo “sblocco” parziale dei licenziamenti che potrebbe scattare a fine marzo, ma anche di portare avanti il tavolo già avviato in tema di riforma pensioni. “Aspettiamo si apra una discussione seria che tenga presente un fattore fondamentale: non tutti i lavori e non tutti i lavoratori sono uguali. La flessibilità in uscita garantisce equità. Discutiamone, assieme al grande tema di come assicurare pensioni dignitose ai giovani, e decidiamo insieme”, spiega la Segretaria generale della Cisl in un’intervista ad Avvenire. Sembra quindi emergere la volontà di affrontare al più presto il tema delle misure per il post-Quota 100 e di cercare di trovare una soluzione per il futuro pensionistico dei giovani su cui si dibatte ormai da diverso tempo. Molto probabile che se Conte rimarrà a palazzo Chigi non ci saranno stravolgimenti nemmeno al ministero del Lavoro e che sarà dunque Nunzia Catalfo a portare avanti il confronto con le parti sociali sul tema della previdenza.

 

INPS SPOSTA SCADENZE PER PENSIONATI ALL’ESTERO

L’Inps ha fatto sapere, con un nuovo messaggio, di aver slittato ulteriormente i termini per completare l’accertamento in vita dei pensionati residenti all’estero a causa dell’emergenza pandemica. Come spiega pensionioggi.it, coloro che risiedono nel Continente americano, Paesi scandinavi, Stati dell’est Europa e Paesi limitrofi, Asia, Medio ed Estremo Oriente, nonché ai pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, avranno tempo fino al 19 giugno per completare le pratiche necessarie ed evitare la sospensione dell’erogazione della pensione. Per i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, invece, si avrà tempo fino al 19 ottobre. Questa differenza di scadenze è dovuta anche al fatto che nel primo caso si parla della campagna 2019-20 che già era stata prorogata fino al prossimo 5 febbraio, mentre nel secondo della campagna 2020-21. La decisione dell’Inps è stata presa in accordo con Citibank e non è da escludere che, specie per la nuova campagna in scadenza a ottobre, vi possa essere un’ulteriore proroga a causa sempre del Covid.

 

RIFORMA PENSIONI, LA FLESSIBILITÀ DI QUALITÀ

In un articolo recentemente pubblicato su Domani, Maurizio Franzini e Michele Raitano affrontano il tema importante della riforma pensioni post-Quota 100. Secondo i due economisti, varare una Quota 102 sarebbe “un cambiamento irrilevante”. Dal loro punto di vista “ciò che occorre – naturalmente tenendo conto dei vincoli di bilancio – è una dose ragionevole di flessibilità, di qualità migliore di tante altre flessibilità così spesso invocate, dato che potrebbe consentire risultati migliori sotto il profilo sia dell’equità, sia dell’efficienza. Infatti, appare equo consentire di accedere alle pensione in età più giovane a chi ha svolto lavori gravosi oppure ha o ha avuto problemi occupazionali o di salute”.

I BENEFICI PER LE IMPRESE

Inoltre, anticipare l’accesso alla pensione può “favorire una migliore organizzazione del lavoro da parte delle imprese, soprattutto se si dà corso a piani condivisi con i lavoratori sulla programmazione dei pensionamenti e sul turnover occupazionale”. Per non pesare troppo sui conti pubblici, Franzini e Raitano propongono una flessibilità con una penalizzazione che riduca la “quota retributiva della pensione (circa il 3 per cento per ogni anno di anticipo rispetto all’età legale)”. Ovviamente questa penalizzazione non dovrebbe pesare sulle categorie “svantaggiate” di cui si è prima parlato e perciò andrebbe avviata “una riflessione, scientificamente fondata, sulla gravosità delle mansioni, sui rischi occupazionali in età anziane e sull’influenza delle mansioni su salute e aspettativa di vita”.

Discorso di Gramsci alla Camera [16 maggio 1925] contro il disegno di legge Mussolini-Rocco.

Antonio Gramsci | Sergio Straface

ORIGINI E SCOPI DELLA LEGGE SULLE ASSOCIAZIONI SEGRETE*
Discorso di Gramsci alla Camera [16 maggio 1925] contro il disegno di legge Mussolini-Rocco.

[Dall’inserto storico della rivista “Il Futuro” di aprile-maggio 2005.]

… Questa pubblicazione vuole essere anche un contributo concreto al dibattito ed alla ricerca storica, politica e culturale, che in questi tempi si sta sviluppando attraverso la “Campagna nazionale contro il 270 e tutti i reati associativi” …
Segue il contraddittorio condotto da Gramsci in Parlamento, a nome del PCd’I, in merito alla promulgazione da parte del fascismo di leggi contro le associazioni segrete, che però nella realtà avevano come obiettivo le organizzazioni antifasciste e di opposizione.

Presidente. Ha facoltà di parlare l’onorevole Gramsci.
Gramsci. Il disegno di legge contro le società segrete è stato presentato alla Camera come un disegno di legge contro la massoneria; esso è il primo atto reale del fascismo per affermare quella che il Partito fascista chiama la sua rivoluzione. Noi, come Partito comunista, vogliamo ricercare non solo il perché della presentazione del disegno di legge contro le organizzazioni in generale, ma anche il significato del perché il Partito fascista ha presentato questa legge rivolta prevalentemente contro la massoneria.
Noi siamo tra i pochi che abbiano preso sul serio il fascismo, anche quando il fascismo sembrava fosse solamente una farsa sanguinosa, quando intorno al fascismo si ripetevano solo i luoghi comuni sulla “psicosi di guerra”, quando tutti i partiti cercavano di addormentare la popolazione lavoratrice presentando il fascismo come un fenomeno superficiale, di brevissima durata.
Nel novembre 1920 abbiamo previsto che il fascismo sarebbe andato al potere – cosa allora inconcepibile per i fascisti stessi – se la classe operaia non avesse fatto a tempo ad frenare, con le armi, la sua avanzata sanguinosa**.
Il fascismo, dunque, afferma oggi praticamente di voler “conquistare lo Stato”. Cosa significa questa espressione ormai diventata luogo comune? E che significato ha, in questo senso, la lotta contro la massoneria?
Poiché noi pensiamo che questa fase della “conquista fascista” sia una delle più importanti attraversate dallo Stato italiano, e per ciò che riguarda noi che sappiamo di rappresentare gli interessi della grande maggioranza del popolo italiano, gli operai e i contadini, così crediamo necessaria un’analisi, anche se affrettata, della questione.
Che cos’è la massoneria? Voi avete detto molte parole sul significato spirituale, sulle correnti ideologiche che essa rappresenta, ecc.; ma tutte queste sono forme di espressione di cui voi vi servite solo per ingannarvi reciprocamente, sapendo di farlo.
La massoneria, dato il modo con cui si è costituita l’Italia in unità, data la debolezza iniziale della borghesia capitalistica italiana, la massoneria è stata l’unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo. Non bisogna dimenticare che poco meno che venti anni dopo l’entrata a Roma dei piemontesi, il Parlamento è stato sciolto e il corpo elettorale da circa 3 milioni di elettori è stato ridotto ad 800mila.
È stata questa la confessione esplicita da parte della borghesia di essere un’infima minoranza della popolazione, se dopo venti anni di unità essa è stata costretta a ricorrere ai mezzi più estremi di dittatura per mantenersi al potere, per schiacciare i suoi nemici di classe, che erano i nemici dello Stato unitario.
Quali erano questi nemici? Era prevalentemente il Vaticano, erano i gesuiti, e bisogna ricordare all’onorevole Martire come, accanto ai gesuiti che vestono l’abito talare, esistono i gesuiti laici, i quali non hanno nessuna speciale uniforme che indichi il loro ordine religioso.
Nei primi anni dopo la fondazione del regno i gesuiti hanno dichiarato espressamente in tutta una serie di articoli pubblicati da “Civiltà cattolica” quale fosse il programma politico del Vaticano e delle classi che allora erano rappresentanti del Vaticano, cioè delle vecchie classi semifeudali, tendenzialmente borboniche nel meridione, o tendenzialmente austriacanti nel Lombardo-Veneto, forze sociali numerosissime che la borghesia capitalistica non è riuscita mai a contenere, quantunque nel periodo del Risorgimento essa rappresentasse un progresso, e un principio rivoluzionario. I gesuiti della “Civiltà cattolica”, e cioè il Vaticano, ponevano a scopo della loro politica come primo punto il sabotaggio dello Stato unitario, attraverso l’astensione parlamentare, il frenamento dello Stato liberale per tutte quelle sue attività che potevano corrompere e distruggere il vecchio ordine; come secondo punto, la creazione di un’armata di riserva rurale da porre contro l’avanzata del proletariato, poiché fin dal ’71 i gesuiti prevedevano che sul terreno della democrazia liberale sarebbe nato il movimento proletario, che si sarebbe sviluppato un movimento rivoluzionario.
L’onorevole Martire ha oggi dichiarato che finalmente è stata raggiunta, alle spese della massoneria, l’unità spirituale della nazione italiana.
Poiché la massoneria in Italia ha rappresentato l’ideologia e l’organizzazione reale della classe borghese capitalistica, chi è contro la massoneria è contro il liberalismo, è contro la tradizione politica della borghesia italiana. Le classi rurali che erano rappresentate nel passato dal Vaticano, sono rappresentate oggi prevalentemente dal fascismo; è logico pertanto che il fascismo abbia sostituito il Vaticano e i gesuiti nel compito storico, per cui le classi più arretrate della popolazione mettono sotto il loro controllo la classe che è stata progressiva nello sviluppo della civiltà; ecco il significato della raggiunta unità spirituale della nazione italiana, che sarebbe stato un fenomeno di progresso 50 anni fa; ed è oggi invece il fenomeno più grande di regressione …
La borghesia industriale non è stata capace di frenare il movimento operaio, non è stata capace di controllare né il movimento operaio, né quello rurale rivoluzionario. La prima istintiva e spontanea parola d’ordine del fascismo, dopo l’occupazione delle fabbriche è stata perciò questa : “I rurali controlleranno la borghesia urbana, che non sa essere forte contro gli operai”.
Se non m’inganno, allora, onorevole Mussolini, non era questa la vostra tesi, e tra il fascismo rurale e il fascismo urbano dicevate di preferire il fascismo urbano …
[Interruzioni].
Mussolini. Bisogna che la interrompa per ricordarle un mio articolo di alto elogio del fascismo rurale del 1921-22.
Gramsci. Ma questo non è un fenomeno puramente italiano, quantunque in Italia, per la più grande debolezza del capitalismo abbia avuto il massimo di sviluppo; è un fenomeno europeo e mondiale, di estrema importanza per comprendere la crisi generale del dopoguerra, sia nel dominio dell’attività pratica che nel dominio delle idee e della cultura.
L’elezione di Hindenburg in Germania, la vittoria dei conservatori in Inghilterra, con la liquidazione dei rispettivi partiti liberali democratici, sono il corrispettivo del movimento fascista italiano; le vecchie forze sociali, ma non assorbite completamente da esso, hanno preso il sopravvento nell’organizzazione degli Stati, portando nell’attività reazionaria tutto il fondo di ferocia e di spietata decisione che è stata sempre loro propria; ma in sostanza noi abbiamo un fenomeno di regressione storica che non è e non sarà senza risultanza per lo sviluppo della rivoluzione proletaria. Esaminata su questo terreno, l’attuale legge contro le associazioni sarà una forza o è invece destinata ad essere completamente irrita e vana? Corrisponderà essa alla realtà, potrà essere il mezzo per una stabilizzazione del regime capitalistico o sarà solo un nuovo perfezionato strumento dato alla polizia per arrestare Tizio, Caio e Sempronio? …
Il problema pertanto è questo: la situazione del capitalismo in Italia si è rafforzata o si è indebolita dopo la guerra, col fascismo? Quali erano le debolezze della borghesia capitalistica italiana prima della guerra, debolezze che hanno portato alla creazione di quel determinato sistema politico massonico che esisteva in Italia, che ha avuto il suo massimo sviluppo nel giolittismo? Le debolezze massime della vita nazionale italiana erano in primo luogo la mancanza di materie prime, cioè l’impossibilità della borghesia di creare in Italia una industria che avesse una sua radice profonda nel paese e che potesse progressivamente svilupparsi, assorbendo la mano d’opera esuberante. In secondo luogo, la mancanza di colonie legate alla madre patria, quindi l’impossibilità per la borghesia di creare una aristocrazia operaia che permanentemente potesse essere alleata della borghesia stessa. Terzo la questione meridionale, cioè la questione dei contadini, legata strettamente al problema dell’emigrazione, che è la prova della incapacità della borghesia italiana di mantenere … Interruzioni.
Mussolini. Anche i tedeschi sono emigrati a milioni.
Gramsci. Il significato dell’emigrazione in massa dei lavoratori è questo: il sistema capitalistico, che è il sistema predominante, non è in grado di dare il vitto, l’alloggio e i vestiti alla popolazione, e una parte non piccola di questa popolazione è costretta ad emigrare …
Rossoni. Quindi la nazione si deve espandere nell’interesse del proletariato.
Gramsci. Noi abbiamo una nostra concezione dell’imperialismo e del fenomeno coloniale, secondo la quale essi sono prima di tutto una esportazione di capitale finanziario. Finora l'”imperialismo” italiano è consistito solo in questo: che l’operaio italiano emigrato lavora per il profitto dei capitalisti degli altri paesi, cioè finora l’Italia è solo stata un mezzo dell’espansione del capitale finanziario non italiano. Voi vi sciacquate sempre la bocca con le affermazioni più puerili di una pretesa superiorità demografica dell’Italia sugli altri paesi; voi dite sempre, per esempio, che l’Italia demograficamente è superiore alla Francia. È una questione questa che solo le statistiche possono risolvere perentoriamente, ed io qualche volta mi occupo di statistiche; ora una statistica pubblicata nel dopoguerra, mai smentita, e che non può essere smentita, afferma che l’Italia di prima della guerra dal punto di vista demografico, si trovava già nella stessa situazione della Francia dopo la guerra; ciò è determinato dal fatto che l’emigrazione allontana dal territorio nazionale una tal massa di popolazione maschile, produttivamente attiva, che i rapporti demografici diventano catastrofici. Nel territorio nazionale rimangono vecchi, donne, bambini, invalidi, cioè la parte della popolazione passiva, che grava sulla popolazione lavoratrice in una misura superiore a qualsiasi altro paese, anche alla Francia.
È questa la debolezza fondamentale del sistema capitalistico italiano, per cui il capitalismo italiano è destinato a scomparire tanto più rapidamente quanto più il sistema capitalistico mondiale non funziona più per assorbire l’emigrazione italiana, per sfruttare il lavoro italiano, che il capitalismo nostrale è impotente a inquadrare.
I partiti borghesi, la massoneria, come hanno cercato di risolvere questi problemi?
Conosciamo nella storia italiana degli ultimi tempi due piani politici della borghesia per risolvere la questione del governo del popolo italiano. Abbiamo avuto la pratica giolittiana, il collaborazionismo del socialismo italiano con il giolittismo, cioè il tentativo di stabilire una alleanza della borghesia industriale con una certa aristocrazia operaia settentrionale per opprimere, per soggiogare a questa formazione borghese-proletaria la massa dei contadini italiani, specialmente nel Mezzogiorno. Il programma non ha avuto successo. Nell’Italia settentrionale si costituisce difatti una coalizione borghese-proletaria attraverso la collaborazione parlamentare e la politica dei lavori pubblici alle cooperative; nell’Italia meridionale si corrompe il ceto dirigente e si domina la massa coi mazzieri …
(Interruzioni del deputato Greco) Voi fascisti siete stati i maggiori artefici del fallimento di questo piano politico, poiché avete livellato nella stessa miseria l’aristocrazia operaia e i contadini poveri di tutta Italia.
Abbiamo avuto il programma che possiamo dire dal “Corriere della Sera”, giornale che rappresenta una forza non indifferente nella politica nazionale: 800.000 lettori sono anch’essi un partito.
Voci. Meno …
Mussolini. La metà! E poi i lettori dei giornali non contano. Non hanno mai fatto una rivoluzione. I lettori dei giornali hanno regolarmente torto!
Gramsci. Il “Corriere della Sera” non vuole fare la rivoluzione.
Farinacci. Neanche “l’Unità”!
Gramsci. Il “Corriere della Sera” ha sostenuto sistematicamente tutti gli uomini politici del Mezzogiorno, da Salandra ad Orlando, a Nitti, a Amendola; di fronte alla soluzione giolittiana, oppressiva non solo di classi, ma addirittura di interi territori, come il Mezzogiorno e le isole, e perciò altrettanto pericolosa che l’attuale fascismo per la stessa unità materiale dello Stato italiano, il “Corriere della Sera” ha sostenuto sempre un’alleanza tra gli industriali del Nord e una certa vaga democrazia rurale prevalentemente meridionale sul terreno del libero scambio. L’una e l’altra soluzione tendevano essenzialmente a dare allo Stato italiano una più larga base di quella originaria, tendevano a sviluppare le “conquiste” del Risorgimento.
Che cosa oppongono i fascisti a queste soluzioni? Essi oppongono oggi la legge cosiddetta contro la massoneria; essi dicono di volere cosi conquistare lo Stato. In realtà il fascismo lotta contro la sola forza organizzata efficientemente che la borghesia avesse in Italia, per soppiantarla nella occupazione dei posti che lo Stato dà ai suoi funzionari. La “rivoluzione” fascista è solo la sostituzione di un personale amministrativo ad un altro personale.
Mussolini. Di una classe ad un’altra, come è avvenuto in Russia, come avviene normalmente in tutte le rivoluzioni, come noi faremo metodicamente! [Approvazioni].
Gramsci. È rivoluzione solo quella che si basa su una nuova classe. Il fascismo non si basa su nessuna classe che non fosse già al potere …
Mussolini. Ma se gran parte dei capitalisti ci sono contro, ma se vi cito dei grandissimi capitalisti che ci votano contro, che sono all’opposizione: i Motta, i Conti …
Farinacci. E sussidiano i giornali sovversivi! [Commenti].
Mussolini. L’alta banca non è fascista, voi lo sapete!
Gramsci. La realtà dunque è che la legge contro la massoneria non è prevalentemente contro la massoneria; coi massoni il fascismo arriverà facilmente ad un compromesso.
Mussolini. I fascisti hanno bruciato le logge dei massoni prima di fare la legge! Quindi non c’è bisogno di accomodamenti.
Gramsci. Verso la massoneria il fascismo applica, intensificandola, la stessa tattica che ha applicata a tutti i partiti borghesi non fascisti: in un primo tempo ha creato un nucleo fascista in questi partiti; in un secondo periodo ha cercato di esprimere dagli altri partiti le forze migliori che gli convenivano, non essendo riuscito ad ottenere il monopolio come si proponeva …
Farinacci. E ci chiamate sciocchi?
Gramsci. Non sareste sciocchi solo se foste capaci di risolvere i problemi della situazione italiana …
Mussolini. Li risolveremo. Ne abbiamo già risolti parecchi.
Gramsci. Il fascismo non è riuscito completamente ad attuare l’assorbimento di tutti i partiti nella sua organizzazione. Con la massoneria ha impiegato la tattica politica del noyautage, poi il sistema terroristico dell’incendio delle logge, e infine impiega oggi l’azione legislativa, per cui determinate personalità dell’alta banca e dell’alta burocrazia finiranno per l’accodarsi ai dominatori per non perdere il loro posto, ma con la massoneria il governo fascista dovrà venire ad un compromesso. Come si fa quando un nemico è forte? Prima gli si rompono le gambe, poi si fa il compromesso in condizioni di evidente superiorità.
Mussolini. Prima gli si rompono le costole, poi lo si fa prigioniero, come voi avete fatto in Russia! Voi avete fatto i vostri prigionieri e poi li tenete, e vi servono! [Commenti].
Gramsci. Far prigionieri significa appunto fare il compromesso: perciò noi diciamo che in realtà la legge è fatta specialmente contro le organizzazioni operaie. Domandiamo perché da parecchi mesi a questa parte senza che il Partito comunista sia stato dichiarato associazione a delinquere, i carabinieri arrestano i nostri compagni ogni qualvolta li trovano riuniti in numero di almeno tre …
Mussolini. Facciamo quello che fate in Russia …
Gramsci. In Russia ci sono delle leggi che vengono osservate: voi avete le vostre leggi …
Mussolini. Voi fate delle retate formidabili. Fate benissimo! [Si ride].
Gramsci. In realtà l’apparecchio poliziesco dello Stato considera già il Partito comunista come un’organizzazione segreta.
Mussolini. Non è vero!
Gramsci. Intanto si arresta senza nessuna imputazione specifica chiunque sia trovato in una riunione di tre persone, soltanto perché comunista, e lo si butta in carcere.
Mussolini. Ma vengono presto scarcerati. Quanti sono in carcere? Li peschiamo semplicemente per conoscerli!
Gramsci. È una forma di persecuzione sistematica che anticipa e giustificherà l’applicazione della nuova legge. Il fascismo adotta gli stessi sistemi del governo Giolitti. Fate come facevano nel Mezzogiorno i mazzieri giolittiani che arrestavano gli elettori di opposizione … per conoscerli.
Una voce. C’è stato un caso solo. Lei non conosce il meridione.
Gramsci. Sono meridionale!
Mussolini. A proposito di violenze elettorali io le ricordo un articolo di Bordiga che le giustifica a pieno!
Greco Paolo. Lei, onorevole Gramsci, non lo ha letto quell’articolo.
Gramsci. Non le violenze fasciste, le nostre. Noi siamo sicuri di rappresentare la maggioranza della popolazione, di rappresentare gli interessi più essenziali della maggioranza del popolo italiano; la violenza proletaria è perciò progressiva e non può essere sistematica. La vostra violenza è sistematica e sistematicamente arbitraria perché voi rappresentate una minoranza destinata a scomparire. Noi dobbiamo dire alla popolazione lavoratrice che cosa è il vostro governo, come si comporta il vostro governo, per organizzarla contro di voi, per metterla in condizioni di vincervi. È molto probabile che anche noi ci troveremo costretti ad usare gli stessi vostri sistemi, ma come transizione, saltuariamente. [Rumori, interruzioni}. Sicuro: ad adottare gli stessi vostri metodi, con la differenza che voi rappresentate la minoranza della popolazione, mentre noi rappresentiamo la maggioranza. [Interruzioni, rumori].
Farinacci. Ma allora, perchè non fate la rivoluzione? Lei è destinato a fare la fine di Bombacci! La manderanno via dal partito!
Gramsci. La borghesia italiana quando ha fatto l’unità era una minoranza della popolazione, ma siccome rappresentava gli interessi della maggioranza anche se questa non la seguiva, così ha potuto mantenersi al potere. Voi avete vinto con le armi, ma non avete nessun programma, non rappresentate niente di nuovo e di progressivo. Avete solo insegnato all’avanguardia rivoluzionaria come solo le armi, in ultima analisi, determinano il successo dei programmi e dei non programmi … [Interruzioni, commenti}.
Presidente. Non interrompete?
Gramsci. Questa legge non varrà affatto a frenare il movimento che voi stessi preparate nel paese. Poiché la massoneria passerà in massa al Partito fascista e ne costituirà una tendenza, è chiaro che con questa legge voi sperate di impedire lo sviluppo di grandi organizzazioni operaie e contadine. Questo è il valore reale, il vero significato della legge.
Qualche fascista ricorda ancora nebulosamente gli insegnamenti dei suoi vecchi maestri, di quando era rivoluzionario e socialista, e crede che una classe non possa rimanere tale permanentemente e svilupparsi fino alla conquista del potere senza che essa abbia un partito ed una organizzazione che ne riassuma la parte migliore e più cosciente. C’è qualcosa di vero in questa torbida perversione reazionaria degli insegnamenti marxisti. È certo molto difficile che una classe possa giungere alla soluzione dei suoi problemi e al raggiungimento di quei fini che sono insiti nella sua esistenza e nella forza generale della società, senza che un’avanguardia si costituisca e conduca questa classe fino al raggiungimento di tali fini. Ma non è detto che questa enunciazione sia sempre vera, nella sua meccanicità esteriore ad uso della reazione! Questa è una legge che serve per l’Italia, che dovrà essere applicata in Italia, dove la borghesia non è riuscita in nessun modo e non riuscirà mai a risolvere in primo luogo la questione dei contadini italiani, a risolvere la questione dell’Italia meridionale. Non per nulla questa legge viene presentata contemporaneamente ad alcuni progetti concernenti il risanamento del Mezzogiorno.
Una voce. Parli della massoneria.
Gramsci. Volete che io parli della massoneria. Ma nel titolo della legge non si accenna neppure alla massoneria, si parla solo delle organizzazioni in generale. In Italia il capitalismo si è potuto sviluppare in quanto lo Stato ha premuto sulle popolazioni contadine, specialmente nel Sud. Voi oggi sentite l’urgenza di tali problemi, perciò promettete un miliardo per la Sardegna, promettete lavori pubblici e centinaia di milioni a tutto il Mezzogiorno; ma per fare opera seria e concreta dovreste cominciare col restituire alla Sardegna i 100-150 milioni di imposte che ogni anno estorcete alla popolazione sarda! Dovreste restituire al Mezzogiorno le centinaia di milioni di imposte che ogni anno estorcete alla popolazione meridionale.
Mussolini. Voi non fate pagare le tasse in Russia!…
Una voce. Rubano in Russia, non pagano le tasse !
Gramsci. Non è questa la questione, egregio collega, che dovrebbe conoscere almeno le relazioni parlamentari che su tali questioni esistono nelle biblioteche. Non si tratta del meccanismo normale borghese delle imposte: si tratta del fatto che ogni anno lo Stato estorce alle regioni meridionali una somma di imposte che non restituisce in nessun modo, ne con servizi di nessun genere …
Mussolini. Non è vero.
Gramsci. … somme che lo Stato estorce alle popolazioni contadine meridionali per dare una base al capitalismo dell’Italia settentrionale. [Interruzioni, commenti]. Su questo terreno delle contraddizioni del sistema capitalistico italiano si formerà necessariamente, nonostante la difficoltà di costituire grandi organizzazioni, l’unione degli operai e dei contadini contro il comune nemico.
Voi fascisti, voi governo fascista, nonostante tutta la demagogia dei vostri discorsi, non avete superato questa contraddizione che era già radicale; voi l’avete anzi fatta sentire più duramente alle classi e alle masse popolari. Voi avete operato in questa situazione, per le necessità di questa situazione. Voi avete aggiunto nuove polveri a quelle già accumulate dallo sviluppo della società capitalistica e credete di sopprimere con una legge contro le organizzazioni gli effetti più micidiali della vostra attività stessa. [Interruzioni]. Questa è la questione più importante nella discussione di questa legge!
Voi potete “conquistare lo Stato”, potete modificare i codici, voi potete cercare di impedire alle organizzazioni di esistere nella forma in cui sono esistite fino adesso; non potete prevalere sulle condizioni obiettive in cui siete costretti a muovervi. Voi non farete che costringere il proletariato a ricercare un indirizzo diverso da quello fino ad oggi più diffuso nel campo dell’organizzazione di massa. Ciò noi vogliamo dire al proletariato e alle masse contadine italiane da questa tribuna: che le forze rivoluzionarie italiane non si lasceranno schiantare, che il vostro torbido sogno non riuscirà a realizzarsi [interruzioni]. È molto difficile applicare ad una popolazione di 40 milioni di abitanti i sistemi di governo di Zankof . In Bulgaria vi sono pochi milioni di abitanti e tuttavia, nonostante gli aiuti dall’estero, il governo non riesce a prevalere sulla coalizione del Partito comunista e delle forze contadine rivoluzionarie, e in Italia ci sono 40 milioni di abitanti.
Mussolini. Il Partito comunista ha meno iscritti di quello che abbia il Partito fascista italiano!
Gramsci. Ma rappresenta la classe operaia.
Mussolini. Non la rappresenta?
Farinacci. La tradisce, non la rappresenta.
Gramsci. Il vostro è un consenso ottenuto col bastone.
Farinacci. Parla di Miglieli!
Gramsci. Precisamente. Il fenomeno Miglieli ha una grande importanza appunto nel senso di ciò che ho detto prima: che le masse contadine anche cattoliche si indirizzano verso la lotta rivoluzionaria. Né i giornali fascisti avrebbero protestato contro Miglieli se il fenomeno “Miglieli” non avesse questa grande importanza dell’indicare un nuovo orientamento delle forme rivoluzionarie in dipendenza della vostra pressione sulle classi lavoratrici.
Concludendo: la massoneria è la piccola bandiera che serve per far passare la mercé reazionaria antiproletaria! Non è la massoneria che vi importa? La massoneria diventerà un’ala del fascismo. La legge deve servire per gli operai e per i contadini, i quali comprenderanno ciò molto bene dall’applicazione che ne verrà fatta. A queste masse noi vogliamo dire che voi non riuscirete a soffocare le manifestazioni organizzative della loro vita di classe, perché contro di voi sta tutto lo sviluppo della società italiana.
[Interruzioni].
Presidente. Ma non interrompano? Lascino parlare. Lei, però, onorevole Gramsci, non ha parlato della legge!
Rossoni. La legge non è contro le organizzazioni!
Gramsci. Onorevole Rossoni, ella stesso è un comma della legge contro le organizzazioni. Gli operai e i contadini debbono sapere che voi non riuscirete ad impedire che il movimento rivoluzionario si rafforzi e si radicalizzi. [Interruzioni, rumori]. Perché esso solo rappresenta oggi la situazione del nostro paese … [Interruzioni].
Presidente. Onorevole Gramsci, questo concetto lo ha ripetuto tre o quattro volte. Abbia la bontà! Non siamo dei giurati, a cui occorre ripetere molte volte le stesse cose!
Gramsci. Bisogna ripeterle, invece, bisogna che lo sentiate fino alla nausea. Il movimento rivoluzionario vincerà il fascismo. [Commenti].

* Con questo discorso, pronunciato alla Camera il 16 maggio 1925, Gramsci intervenne contro il disegno di legge Mussolini-Rocco rivolto contro la massoneria e indirettamente contro i partiti antifascisti.
** Va sottolineato come in questo passaggio Gramsci si riferisce all’uso delle armi da parte della classe operaia in pieno regime borghese democratico parlamentare, ossia quello vigente nel 1920.

Sant’ Agnese

 

Sant’ Agnese


Sant' Agnese

autore Johann Schraudolph anno 1842 titolo Sant’Agnese di Roma
Nome: Sant’ Agnese
Titolo: Vergine e martire
Nascita: III Secolo, Roma
Morte: IV Secolo, Roma
Ricorrenza: 21 gennaio
Tipologia: Memoria liturgica
Protettrice di: fidanzate, giardinieri, vergini

Fra le innumerevoli vergini che hanno sacrificato la vita per la fede di Gesù Cristo, emerge quale fiore Sant’Agnese.

Nacque a Roma da genitori cristiani, appartenenti ad illustre famiglia patrizia, verso la fine del III secolo.

Giovanetta consacrò al Signore la sua verginità e riuscì a portare il giglio intatto dinanzi al suo Sposo Divino.

Sant'Agnese

Giunta all’età di dodici anni le sue ricchezze e la sua avvenenza indussero molti giovani delle più nobili famiglie romane a domandarla in isposa.

Agnese però, fedele alla sua decisione rifiutò sempre ogni proposta di matrimonio, adducendo che ad un altro Sposo molto più ricco e nobile di loro aveva dato il suo cuore: alludeva a Gesù Cristo. Questi suoi rifiuti però fecero capire che era cristiana e giacché infuriava in quei tempi la persecuzione di Diocleziano, fu accusata ed arrestata. L’umile ma forte vergine in quella tenera età fu condotta al giudice, che, per impressionarla e indurla a rinunciare alla fede di Gesù Cristo, la fece incatenare e le minacciò i più spietati tormenti. Agnese non si scompose.

Dalle minacce dei tormenti il giudice passò alle carezze e alle lusinghe, credendo forse che queste potessero fare qualche breccia nell’animo di quella tenera fanciulla. Riuscito inutile anche questo tentativo, l’inumano giudice ordinò che fosse condotta in un luogo di prostituzione.

Agnese, compresa del pericolo, ma sicura della grazia di Dio, con dolce arguzia, rivolta al giudice, gli disse : « Non è il nostro Cristo sì poco amante dei suoi servi, che sia per dimenticarsi di me e per abbandonarmi in questo cimento. Egli stesso è pronto a soccorrere quelli che amano la pudicizia, nè permetterà che io perda il dono della verginale integrità ». Sperimentò infatti quanto Gesù l’amasse, poichè un giovane che osò imprudentemente guardarla, fu colpito da tale sprazzo di luce che cadde a terra accecato.

Il giudice, avuto notizia del miracolo, la condannò alla iugulazione proprio come si faceva con gli agnelli (per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con un agnello, simbolo del candore e del sacrificio). Fu mandata al rogo, ma la tradizione vuole che le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur lambirlo ed i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità.

Il carnefice che non aveva cuore di eseguire la sentenza, usò tutte le lusinghe possibili per rimuoverla dal suo santo proponimento; ma Agnese generosamente rispondeva che non avrebbe mai tradita la fede che aveva giurata al suo Sposo Celeste. Dopo ciò, si pose per un poco a pregare, indi chinò la testa. Il carnefice trema: tuttavia sguaina la spada, l’abbassa con forza e recide alla casta giovane la testa, mentre l’anima vola agli eterni amplessi del suo Sposo celeste.

Sant'Agnese

Il suo corpo fu sepolto vicino a Roma, sulla via Nomentana. Ai tempi di Costantino il Grande, nel luogo della sepoltura, fu innalzata una basilica che Papa Onorio II fece restaurare nel settimo secolo e che tuttora sussiste, dove innumerevoli turbe si recano ogni anno ad onorare la grande Santa.

PRATICA. Quanto più uno si diletta e gode della castità, tanto più egli è custodito e guardato dagli Angeli, i quali si compiacciono di conversare coi casti, perchè li riconoscono simili ad essi (S. Ambrogio).

PREGHIERA. Dio onnipotente ed eterno che scegli le cose deboli del mondo per abbattere le forti, concedi a noi la grazia di una santa vita quale fu quella della tua martire Agnese, per venire poi un giorno a goderti in Paradiso.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma la passione di sant’Agnèse, Vergine e Martire, la quale, sotto Sinfrónio, Prefetto della città, gettata nel fuoco, e questo estintosi per le sue orazioni, fu percossa con la spada. Di lei così scrive il beato Girólamo: « Con gli scritti e con le lingue di tutte le genti, specialmente nelle chiese, fu lodata la vita di Agnèse; la quale vinse e l’età e il tiranno, e col martirio consacrò la gloria della castità ».

Nel giorno di Sant’Agnese è tradizione in Vaticano fare la benedizione degli agnelli, questi due piccoli ovini vengono ornati con fiori bianchi in onore alla verginità della Santa e poi offerti al Papa per la creazione dei famosi palli (paramenti liturgici usati nella Chiesa cattolica, costituiti da una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle). Dopo la benedizione i due piccoli amici vengono trasportati nel monastero delle benedettine di Santa Cecilia in Trastevere dove ricevono le migliori cure per poter essere poi tosati pochi giorni prima della Pasqua e usati per la tessitura dei palli. Infine il 29 giugno vengono consegnati agli arcivescovi metropoliti il 29 giugno, nella solennità dei santi Pietro e Paolo.