Archivi giornalieri: 7 gennaio 2021

Pensioni

Riforma Pensioni 2021, Catalfo: “Evitare scalone di 5 anni dopo Quota 100”. Possibile Quota 102

Si studiano le alternative per Quota 100

La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha rilasciato un’intervista a Repubblica parlando della riforma delle pensioni da effettuare nel 2021. Il principale problema da evitare è lo scalone da 5 anni, che si verrà a creare con la fine di Quota 100, come è stato già annunciato dal Governo. Il triennio di sperimentazione non verrà rinnovato e chi vorrà andare in pensione nel 2022 dovrà farlo con la Riforma Fornero, con la soglia che si alzerà da 62 a 67 anni.

Ci sono delle alternative allo studio del Governo e secondo la ministra entro il mese di giugno saranno approvate, per avere una nuova riforma delle pensioni nel 2022.

Quest’anno si sono tenuti diversi incontri tra il Governo ed i sindacati, per trovare un accordo sulla riforma delle pensioni. Per i sindacati si dovrebbe andare verso Quota 41, stessa opinione di Salvini, la quale però ha un costo maggiore di Quota 100.

Categorie a rischio Covid

Una possibile novità sarà quella dell’inserimento di nuove categorie “a rischio” per il coronavirus, da poter inserire all’interno del programma dell’Ape Social.

Con la pensione anticipata Ape Social è possibile andare in pensione a 63 anni, con una penalizzazione annuale, per chi svolge lavori gravosi. Possibile che vengano aggiunti dei lavori considerati gravosi o a rischio.

Il cambio di Governo

C’è anche il tema del cambio di Governo che potrebbe influenzare la prossima riforma delle pensioni, con la ministra Catalfo che è stata indicata dal Movimento 5 Stelle e che in caso di cambio di maggioranza non sarebbe più al ministero.

A breve dovrebbero partire le Commissioni per la stesura della nuova legge sulle pensioni. Si pensa all’allargamento dell’Ape Social alle nuove categorie.

Possibile Quota 102?

Una delle possibile alternative a Quota 100 sembra essere Quota 102. Si passerebbe dai 62 anni di età richiesti ora ai 64 anni di età anagrafica necessari per accedere a Quota 102. Inoltre ci sarebbe anche la possibilità che venga introdotta una penalizzazione del 2-3% all’anno per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni di età fissati dalla legge Fornero.

In questo modo si renderebbe più sostenibile Quota 102, da poterla renderla strutturale e non per solo tre anni come è accaduto con Quota 100.

Connoscher s’istoria sarda

Francesco Casula
Connoscher s’istoria sarda
Francesco Sanna Corda:
Un patriota sardo,un martire, un prete rivoluzionario sardo dimenticato e poco conosciuto.
Antonio Boi paragona l’insurrezione tentata da Francesco Sanna Corda a quelle di Carlo Pisacane e dei fratelli Bandiera, Attilio e Emilio, ma “mentre le figure dei patrioti italiani venivan immesse nel quadro storico del Risorgimento, quelle di Sanna Corda e de Cilocco invece rimasero ignorate1”.
Due pesi e due misure. Di più: Pisacane e i fratelli Bandiera saranno esaltati come martiri ed eroi “risorgimentali” cui saranno riservati onori e riconoscimenti e, per ricordarli per sempre saranno dedicate Vie e Piazze.
Francesco Sanna Corda – come Cilocco e altri patrioti e martiri sardi – sottoposto alla damnatio memoriae e bollato come “bandito” o, nel migliore dei casi “vittima di una folle suggestione2” (Damiano Filia).
Ma ecco la storia della figura e dell’opera di Francesco Sanna Corda la cui “suggestione” o meglio compito e missione della sua vita era stata la liberazione della Sardegna dal giogo feudale e dalla tirannia e dispotismo sabaudo. Per questo “costituisce esempio inequivocabile di altissimo amore per la libertà e di totale dedizione alla causa del riscatto della Sardegna3” (Luciano Carta).
Francesco Sanna Corda nasce a Terralba nel 1755. Si laurea in teologia nel 1778 e viene ordinato sacerdote. Nel 1795 è parroco di Terralba ma non gode di nessun “beneficio”: i proventi delle “decime” non vanno alla parrocchia. Per questo era poco ambita, tanto che da quattro anni era priva di un vicario. A questo occorre aggiungere la povertà della popolazione, vessata da feudatari famelici e ingordi.
In questo contesto matura la sua scelta politica: battersi per quelle masse diseredate per liberarle dal giogo e dall’oppressione feudale e dalla tirannia sabauda che quel sistema di oppressione difende e garantisce.
Così nel gennaio del 1796, come deputato delle Comunità di Torralba, Bonnnaro e Borutta si reca a Cagliari con altri deputati e negli Stamenti denuncerà gli abusi nell’esazione dei tributi feudali. Quindi, da entusiasta sostenitore e seguace di Giovanni Maria Angioy, accompagna l’Alternos che il 13 febbraio parte da Cagliari per Sassari, nel suo viaggio trionfale.
A Sassari è nominato cappellano generale delle milizie nazionali. In Giugno accompagna ugualmente l’Angioy, diretto a Cagliari, fino ad Oritano e firma la sua lettera rivolta al vicere.
Fallito il generoso ed eroico tentativo angioyano, anche lui qualche anno dopo, forse nel 1799, clandestinamente abbandona l’Isola e si reca in Corsica, dove cerca di organizzare i fuorusciti sardi antisabaudi, per poter rientrare in Sardegna.
Nell’Isola sbarcherà il 13 giugno deln1802, alla Cruzitta presso Aggius con Francesco Cilocco, Salvatore Loriga, Luigi Martinetti e Biagio Fouché (corso, suo segretario particolare), per dare inizio alla rivoluzione che dovrebbe porre fine e abbattere la monarchia sabauda che sostiene il feudalesimo e instaurare una Repubblica sarda.
Il 17 occupa le torri dell’Isola rossa, di Vignola e di Longosardo. Intanto la reazione sabauda non si fa aspettare: il 18 giugno – scrive Vittoria Del Piano – “un proclama del Conte di Moriana (fratello minore di Carlo Felice e Governatore di Sassari) dichiara il teologo Sanna Corda e Cilocco nemici della patria e stabilisce una taglia di 500 scudi per la loro consegna,vivi o morti, oltre l’impunità per chi li catturi,applicabile a qualunque altro bandito ad arbitrio di chi li avesse presentati” 4.
Il sogno rivoluzionario di Francesco Sanna Corda dura 6 giorni: il 19 giugno 1802 viene ucciso dagli scherani sabaudi: peraltro con l’inganno. Uscito infatti dalla Torre su suggerimento di Nicolò Guarneri (comandante sabaudo del Felucone San Carlo, che aveva arrestato il giorno prima) viene circondato da 75 uomini del luogotenente Ornano, ferito e ucciso.
L’11 agosto sarà condannato a morte e ucciso anche Francesco Cilocco: il suo amico e compagno di lotta, cui non è risparmiata neppure la tortura della corda e delle tenaglie infuocate.
Due martiri per l’Indipendenza della Sardegna, accomunati dalla stessa sorte. Colpevolmente dimenticati dagli stessi sardi.
Riferimenti bibliografici
1. Antonio Boi, Giommaria Angioy alla luce di nuovi documenti,Sassari, 1925.
2. Damiano Filia, La Sardegna cristiana, vol. III, Sassari, 1929.
3. Luciano Carta, La Rivoluzione sulle bocche – Francesco Cilocco e Francesco Sanna Corda, «giacobini» in Gallura”. (1802) (Edizioni Della Torre, 2003
4. Vittoria Del Piano, GIACOBINI MODERATI E REAZIONARI IN SARDEGNA – Saggio di un dizionario biografico 1793-1812, Ed. Castello, Cagliari 1996.

Pensioni

AUTORE: STEFANO CALICCHIO

Pensioni anticipate e opzione donna: prorogata anche nel 2021, ecco chi può accedere


 

Per le lavoratrici del settore pubblico e privato la legge di bilancio 2021 estende la possibilità di andare in pensione con l’opzione donna: si esce a partire dai 58 anni di età, ma resta il taglio dell’assegno.

 

La pensione anticipata tramite opzione donna si rinnova, ma resta in essere il penalizzante ricalcolo contributivo dell’assegno. Il regime sperimentale ha visto un’importante conferma all’interno della legge di bilancio 2021, con l’estensione della platea delle potenziale beneficiarie. Rientrano all’interno del meccanismo di flessibilità le lavoratrici del settore pubblico e privato che risultano iscritte all’Inps e che matureranno in tempo utile i criteri di legge.

Il riferimento va all’opzione introdotta con la legge Maroni, grazie alla quale è possibile ottenere un importante sconto rispetto ai criteri anagrafici previsti dalla legge Fornero. Quest’ultima richiede nel 2021 la maturazione di almeno 67 anni di età e 20 anni di contribuzione per la pensione di vecchiaia, oppure di almeno 41 anni e 10 mesi per l’accesso all’uscita anticipata.

Pensioni anticipate e opzione donna 2021: i requisiti da maturare per ottenere l’assegno dell’Inps

Le lavoratrici che volessero usufruire dell’opzione donna nel corso del 2021 dovranno aver maturato almeno 58 anni di età (59 anni se autonome) insieme a 35 anni di versamenti entro e non oltre lo scorso 31 dicembre 2020. Il diritto si cristallizza, quindi tutte coloro che presentano tali parametri potranno chiedere di beneficiare dell’opzione di prepensionamento anche nei prossimi anni.

L’OD resta una misura di natura volontaria e accessibile su richiesta. Il passaggio è importante per via del ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, che nel peggiore dei casi può portare a penalizzazioni a doppia cifra percentuale. Oltre a ciò, vi è da considerare una finestra mobile di accesso di 12 mesi dalla maturazione dei requisiti di legge, che si estende a ben 18 mesi per le lavoratrici che hanno svolto anche attività di lavoro autonomo.

I limiti dell’opzione donna: si perde fino al 30% dell’assegno

L’opzione donna consente una grande flessibilità di uscita dal lavoro soprattutto in relazione al requisito anagrafico, visto che di fatto l’uscita a 58 anni consente di anticipare di 9 anni il pensionamento ordinario. D’altra parte, la forte penalizzazione sul valore del futuro assegno incide in modo pesante sulla scelta di adesione, anche per via del fatto che si tratta di una decurtazione irreversibile.

A livello pratico, minore è l’età di uscita dal lavoro, maggiore è la penalizzazione. Un meccanismo che si spiega con i coefficienti di conversione in rendita del sistema contributivo puro e che può portare a un taglio dell’assegno fino al 30%. È chiaro che l’opzione rappresenta per molte lavoratrici l’unica vera possibilità di quiescenza disponibile, soprattutto qualora si perda il lavoro in età avanzata e si esauriscano i benefici di disoccupazione.

San Raimondo de Penafort

 

San Raimondo de Penafort


San Raimondo de Penafort

autore Tommaso Dolabella anno 1627 titolo San Raimondo di Penyafort
Nome: San Raimondo de Penafort
Titolo: Sacerdote
Nascita: 1175, Peñafort, Catalogna, Spagna
Morte: 6 gennaio 1275, Barcellona,Spagna
Ricorrenza: 7 gennaio
Tipologia: Commemorazione

« San Raimondo di Penyafort, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori: insigne conoscitore del diritto canonico, scrisse rettamente e fruttuosamente sul sacramento della penitenza e, eletto maestro generale, preparò una nuova redazione delle Costituzioni dell’Ordine; in avanzata vecchiaia a Barcellona in Spagna si addormentò piamente nel Signore. »

Nacque Raimondo alla fine dell’anno 1175 in Peihfort. castello della Catalogna, appartenente alla sua famiglia.
Studiò retorica e filosofia a Barcellona, passando poi a Bologna per laurearsi in legge. Conseguita la laurea dottorale, fu eletto professore di diritto canonico.

Il vescovo Berengario, passando per Bologna, lo prese seco, riconducendolo a Barcellona e conferendogli un canonicato di quella cattedrale. Raimondo, sempre umile in mezzo agli onori, conduceva una vita veramente ecclesiastica: sacre funzioni, ritiro, studio; non trattava con nessuno, se non ve lo spingeva la carità.

Il desiderio però di maggior perfezione lo indusse ad abbracciare, nell’anno 1222, l’ordine dei Padri Predicatori, otto mesi dopo la morte del fondatore S. Domenico.

Nel nuovo stato, non solamente si assoggettò a tutti i doveri imposti dalla regola, ma vi aggiunse nuove penitenze e austerità. Desideroso di sempre meglio purgarsi da ogni peccato, pregò i suoi superiori d’imporgli rigorose penitenze: fu esaudito: ma non era ciò che si aspettava. Gli fu imposto di comporre una raccolta di casi di coscienza per istruire i confessori e gli studenti di morale. Questa raccolta è detta: Somma di S. Raimondo, ed è la prima opera del genere.

Il Papa, come riconoscimento della fatica compiuta, gli offerse le principali dignità ecclesiastiche, ma egli umilmente ricusò.

Caduto ammalato, approfittò dell’occasione per ritornare al suo primo monastero, ciò che gli fu concesso. Se ne tornò il Santo quale era partito, povero, senza pensioni, senza cariche, in nulla distinguendosi dagli altri religiosi.

Riavutosi dalla malattia, ricominciò con ardore le austerità. Nel 1238 fu eletto Generale del suo ordine, in luogo del beato Giordano, immediato successore di S. Domenico.

Raimondo si sottomise alla volontà di Dio; ma dopo aver guidata due anni con gran prudenza e pietà il suo ordine, rinunziò al generalato, adducendo la scusa della sua malattia e l’età avanzata (aveva 65 anni).

Si lusingava Raimondo di poter trascorrere tranquillamente i suoi giorni e prepararsi al passo definitivo; ma troppo grande era il suo credito perchè ciò gli potesse riuscire.

Papa Celestino IV e i suoi successori, gli affidarono continuamente affari delicati e difficili, e re Giacomo d’Aragona lo elesse suo confessore.

Fu chiamato a ricever la corona delle sue fatiche nell’anno 1275, in età di 100 anni.

Molti sono i miracoli che la tradizione attribuisce al santo. Il più famoso narra di una miracolosa dislocazione. San Raimondo sempre molto attivo nella conversione dei giudei fu convinto dal re Giacomo I ad accompagnarlo sull’isola di Maiorca, dove era molto numerosa la comunità di fede giudaica. Trattandosi della salvezza delle anime Raimondo non seppe dire di no, ma appena si accorse di una tresca del Re, egli lo riprese con franchezza. Non essendosi il sovrano emendato, Raimondo decise di ritornarsene a Barcellona, sembrandogli una complicità la sua permanenza a corte. Avendo Giacomo I proibito a tutte le navi di prenderlo a bordo, egli stese il suo mantello sul mare, vi salì sopra, e in sei ore percorse le centosessanta miglia che lo separavano dal suo convento; in esso entrò a porte chiuse.

PRATICA. Chi vuoi aspirare alla vita interiore, bisogna che con Gesù si ritiri dal mondo, e nel silenzio e nella quiete, riponga la sua più gradita consolazioni. (da l’imitazione di Cristo).

PREGHIERA. Signore, che scegliesti il beato Raimondo ad insigne ministro del sacramento della Penitenza, concedici di poter fare, per sua intercessione, degni frutti di penitenza, e giungere al porto di eterna salvezza.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Raimondo di Penyafort, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori: insigne conoscitore del diritto canonico, scrisse rettamente e fruttuosamente sul sacramento della penitenza e, eletto maestro generale, preparò una nuova redazione delle Costituzioni dell’Ordine; in avanzata vecchiaia a Barcellona in Spagna si addormentò piamente nel Signore.

Bancomat

Bancomat, stangata sul costo dei prelievi in arrivo?

 

Brutte soprese per i possessori di carte di credito o bancomat: dal 2021, infatti, potrebbe essere introdotta una nuova tassa sui prelievi. Ecco come dovrebbe funzionare.

Bancomat, stangata sul costo dei prelievi in arrivo?

Se la patrimoniale sui conti correnti (per il momento) non si farà, per i risparmiatori e i possessori di carta di credito o bancomat spunta un’altra ombra. Bancomat Spa, infatti, sta pensando di introdurre una riforma sui prelievi di contanti agli sportelli.

Ma per poter divenire effettiva, questa riforma ha bisogno del consenso dell’Antitrust. L’autorità garante, però, vuole ricevere altre informazioni dal consorzio che gestisce i circuiti di prelievo e di pagamento dislocati in tutta Italia per colmare diversi dubbi.

C’è, quindi, la possibilità di vedere applicata una piccola tassa sui prelievi agli sportelli e questo dovrebbe disincentivare gli italiani a prelevare, sfruttando invece la moneta elettronica per i pagamenti. Lo stesso obiettivo è perseguito anche dal bonus bancomat e dal cashback di Stato.

 

Vediamo cosa prevede la nuova riforma sul prelievo dei contati agli sportelli e a quanto potrebbe ammontare la tassazione aggiuntiva per i risparmiatori.

Bancomat: la nuova riforma sui prelievi tassa i contanti

Attualmente i possessori di carta di credito o bancomat possono effettuare prelievi di contanti presso tutti gli sporti abilitati di Atm. Le tassazioni attuali sono pressoché effimere e si limitano a piccole commissioni pagate in misura proporzionale alla somma che si sta prelevando. Inoltre, prelevare da altri istituti bancari diversi dal proprio non è – al momento – svantaggioso in quanto le commissioni applicate sono (come detto) minime.

 

leggi anche

Lotta ai contanti: 300 euro a chi ne spende 3.000 l’anno con carta o bancomat

 

Bancomat Spa, però, ha chiesto di introdurre una riforma sui prelievi che prevede «la sostituzione delle commissioni interbancarie con l’applicazione al titolare della carta di una eventuale commissione definita in via autonoma da ciascuna banca proprietaria dell’ATM e che eroga, dunque, il servizio di prelievo attraverso le proprie apparecchiature. Tale commissione sarebbe resa nota al titolare della carta prima dell’autorizzazione all’operazione di prelievo».

Come riporta IlGiornale.it, in altre parole, la nuova riforma prevedrebbe che non sia più la propria banca a fissare le commissioni, ma invece sia l’istituto proprietario dell’Atm. Se dovesse essere approvata la nuova riforma sui prelievi agli sportelli, dunque, i risparmiatori potrebbero assistere a un aumento dei costi e a una diffusa incertezza sulle tariffe.

Perché è necessaria la riforma e chi ci guadagna davvero

Secondo Bancomat Spa – come riportato su Il Sole 24 Ore – questa riforma sarebbe utile per garantire “l’efficientamento del servizio e una remunerazione più trasparente per gli utenti”.

A conti fatti, però, a guadagnarci non sarebbero certo gli utenti: anzi, l’effetto potrebbe essere addirittura opposto. Potendo scoprire soltanto nel momento del prelievo all’Atm i costi delle commissioni, l’utente non avrebbe più la certezza delle tariffe previste dalla propria banca e comunicate antecedentemente le operazioni di prelievo.

 

leggi anche

Nintendo Switch: 10 giochi consigliati da regalare per Natale 2020

 

Un’ulteriore incertezza, infine, riguarda lo svantaggio e i rincari che verrebbero applicati rispetto alle tariffe previste attualmente. Infatti, per quale motivo una banca dovrebbe applicare a clienti di altri istituti dei costi più agevolati?

Cosa dice l’Antitrust?

Per tutti questi motivi l’Autorità Antitrust ha chiesto dei chiarimenti in merito alla riforma: solo quest’organo potrà bloccare la beffa sul prelievo dei contati agli sportelli.

In un comunicato, infine l’Antitrust ha dichiarato che «valuterà se le nuove regole di circuito possano configurare un’intesa suscettibile di restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune ai sensi dell’articolo 101 del TFUE». Non ci resta che attendere.