Archivi giornalieri: 3 gennaio 2021

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Calcolo dello stipendio netto mensile: guida completa e aggiornata

Come si fa il calcolo dello stipendio netto mensile? Vediamo in pochi semplici passaggi come fare il calcolo stipendio netto dal lordo.

Come si fa il calcolo dello stipendio netto mensile? Questa è una delle domande più frequenti poste dai lavoratori, ma anche dai datori di lavoro. Nel nostro percorso di studio su come leggere la busta paga fino ad ora abbiamo analizzato due delle tre parti in cui abbiamo suddiviso il nostro cedolino: l’intestazione e il corpo del cedolino. Abbiamo inoltre visto cos’è la retribuzione nella quale vengono inserite le voci che daranno poi vita al netto mensile, ora vediamo come calcolare la retribuzione netta partendo dalla retribuzione lorda.

La terza parte della busta paga è di norma quella più difficile da comprendere, ma è da qui che si comprende il come avviene il calcolo della retribuzione nettaQuesta parte del cedolino è ricca di numeri e nomi di cui spesso non si conosce il significato, grazie a questa guida speriamo di facilitarvi il compito.

Calcolo della retribuzione lorda

Prima di procedere con l’analisi dobbiamo individuare il totale dello stipendio lordo mensile spettante, cioè la sommatoria di tutti gli elementi dovuti al lavoratore dato dalla differenza tra le voci inserite nelle competenze e nelle trattenute.

A questo punto possiamo individuare quali voci vi sono nell’ultima parte del cedolino, prima di poter calcolare il netto del mese:

  • contributi Inps;
  • imposte;
  • detrazioni per lavoro dipendente ed eventualmente familiari a carico.

Calcolo della retribuzione netta dal lordo

Dopo aver individuato la retribuzione lorda procediamo al vero e proprio calcolo dello stipendio netto. In primis procediamo con la trattenuta dei contributi INPS: questi vengono pagati una parte dal lavoratore e una parte dall’azienda.

La quota a carico del lavoratore corrisponde nella maggior parte dei casi al 9,19% (o 9,49% per operai e impiegati metalmeccanici o commercio sopra i 15 dipendenti) e viene trattenuta quindi dalla retribuzione del lavoratore. La restante parte della contribuzione è a carico del datore di lavoro e non influisce sul calcolo dello stipendio netto.

È importante precisare che non tutte le voci che compongono il cedolino andranno a finire nell’imponibile contributivo, infatti a titolo esemplificativo non vi rientrano tutte quelle voci che prevedono già un anticipo da parte dell’istituto, classico esempio la malattia o la maternità.

Individuazione dell’imponibile fiscale per calcolare lo stipendio netto

Una volta sottratta la contribuzione a carico del lavoratore, proseguiamo nel calcolare lo stipendio netto. Il secondo passaggio che dobbiamo fare è quello legato all’individuazione dell’imponibile fiscale, dato dalla differenza tra la retribuzione lorda e i contributi previdenziali.

“Imponibile fiscale = Retribuzione lorda – Contributi previdenziali”

In questo caso, però, non siamo impreparati dato che abbiamo già approfondito il discorso legato all’Irpef in un’apposita guida, qui ne ripercorreremo solo i caratteri essenziali.

Leggi anche: Irpef: cos’è, chi la paga, scaglioni, calcolo e tutto quello che c’è da sapere

Innanzitutto, la caratteristica che contraddistingue questa imposta è la progressività: la quota percentuale di reddito assorbita dall’imposta aumenta in proporzione al reddito stesso.

Irpef: scaglioni e aliquote

Solitamente il reddito imponibile è indicato a livello annuo, ma nel nostro caso al fine di facilitare i conteggi lo riproporzioneremo su base mensile:

Reddito imponibile
Aliquota
Imposta dovuta
fino a 8.174 €
0
fino ad 8.174,00 € (no tax area)
fino a 15.000 €
23%
23% del reddito
da 15.001 fino a 28.000 €
27%
3.450,00 + 27% da calcolare sulla parte oltre i 15.000,00 €
da 28.001 fino a 55.000 €
38%
6.960,00 + 38% da calcolare sulla parte oltre i 28.000,00 €
da 55.001 fino a 75.000 €
41%
17.220,00 + 41% da calcolare sulla parte oltre i 55.000,00 €
oltre 75.000 €
43%
25.420,00 + 43% da calcolare sulla parte oltre i 75.000,00 €

Va ricordato che a partire dal secondo scaglione Irpef in poi, ossia in caso di reddito superiore a quello con aliquota Irpef base, le aliquote Irpef successive vengono applicate solo per la parte di reddito eccedente.

Addizionali regionali e comunali

Legata alla parte fiscale troviamo altre due trattenute: addizionale regionale e comunale, entrambe da calcolare in riferimento alla regione e al comune di residenza e in base alle aliquote individuate da apposite delibere.

Dato che ormai abbiamo qualche strumento in più possiamo fare un ulteriore passo avanti: abbiamo individuato l’imposta lorda, ma sappiamo che quella che verrà trattenuta è netta, quali elementi ci aiutano a ridurre l’impatto delle imposte? Le detrazioni!

Le detrazioni fiscali in busta paga

Anche questo argomento era stato trattato in una guida dettagliata, pertanto sappiamo che possiamo avere detrazioni da lavoro dipendente oppure a queste si possono aggiungere le detrazioni per coniuge o figli a carico.

Sono in linea generale dei calcoli puramente matematici, quindi, a seconda della vostra situazione personale non dovete fare altro che prendere carta e penna (e calcolatrice!) ed individuare lo sconto da applicare alla vostra IRPEF lorda.

Prima di fare un ripasso generale dei procedimenti da seguire per individuare il netto in busta è bene precisare che vi sono alcune voci che non rientrano né nell’imponibile previdenziale, né in quello fiscale agendo direttamente sul netto in busta, pensiamo ad esempio agli acconti della retribuzione.

Calcolo dello stipendio netto mensile: come si fa?

Ma quindi come si fa il calcolo dello stipendio netto? A questo punto siamo quasi giunti alla fine della nostra busta paga e dovremmo essere capaci di calcolare lo stipendio netto, perciò ripassiamo i vari procedimenti:

  1. Individuare la retribuzione lorda (sommando tutte le competenze diminuendole delle trattenute);
  2. Calcolare i contributi previdenziali a carico del lavoratore sull’imponibile previdenziale;
  3. Individuare l’imponibile fiscale;
  4. Calcolare l’imposta lorda (applicazione delle aliquote Irpef sull’imponibile);
  5. Calcolare l’imposta netta (diminuire l’imposta lorda del valore totale delle detrazioni spettanti);
  6. Individuare il netto: imponibile fiscale – imposta netta;
  7. Verificare se al netto individuato devo aggiungere eventuali voci come ANF o Credito art. 1 DL. 66/2014.

Finalmente a questo punto abbiamo individuato lo stipendio netto, che per ragioni di praticità è sempre arrotondata all’unità di euro. L’arrotondamento, infatti, viene applicato con modalità tali da non determinare una riduzione della retribuzione netta spettante al lavoratore per ciascun periodo di paga.

Come deve essere pagato lo stipendio

Dopo aver visto come calcolare lo stipendio netto è doveroso, prima di terminare la guida sulla lettura della busta paga, fare un cenno alle modalità di pagamento della retribuzione.

L’obbligo di pagare la retribuzione sorge dopo che il lavoratore ha effettuato la prestazione e l’art. 2099 codice civile dà disposizione riguardo al fatto che la retribuzione debba essere corrisposta periodicamente. Questa viene pagata con le modalità e nei termini stabiliti nel contratto collettivo e/o individuale o, in mancanza, secondo gli usi del luogo in cui il lavoro viene eseguito.

Tra i metodi di pagamento viene ricompreso anche l’utilizzo del contante, oltre a tutti gli altri metodi sicuramente tracciabili quali assegno o bonifico. E’ notizia di pochi giorni fa che la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di Legge secondo il quale vi debba essere la piena tracciabilità delle buste paga, eliminando quindi la possibilità di utilizzare il contante.

Lo scopo principale di questo disegno di Legge è quello di contrastare la pratica, ricattando il dipendente di licenziamento, di corrispondere un importo inferiore rispetto a quello indicato nel cedolino.

A questo punto le uniche modalità potranno essere:

  • bonifico su IBAN intestato al lavoratore;
  • pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale indicato dal datore di lavoro;
  • assegno.
Circolare 30/2020 Agenzia delle Entrate: chiarimenti sul Superbonus 110%

Con la Circolare n° 30/E dello scorso 22 dicembre, l’Agenzia delle entrate ha fornito nuovi chiarimenti sul superbonus 110%. Il riferimento è alla detrazione fiscale del 110% riconosciuta per gli interventi di risparmio energetico e di riduzione del rischio sismico su edifici residenziali.

Interventi con spese che devono essere sostenute tra il 1° luglio 2o20 e il 31 dicembre 2021. Nella Legge di bilancio 2021 è già prevista la proroga fino al 30 giugno 2022.

I chiarimenti dell’Agenzia delle entrate prendono spunto da specifici quesiti che hanno riguardato vari aspetti del superbonus.

Ad esempio l’eventuale spettanza  del superbonus per l’unico proprietario di un edifico con più unità immobiliari distintamente accatastate o per coloro che posseggono il solo reddito fondiario dell’abitazione principale. Ulteriori chiarimenti sono stati forniti sul rilascio del visto di conformità.

Circolare 30/2020 Agenzia delle Entrate: chiarimenti sul Superbonus 110%

Si chiede se il Superbonus possa estendersi ai detentori di tutte le unità immobiliari di un edificio di proprietà di un unico soggetto?

Nella normativa si richiamano espressamente tra i beneficiari del Superbonus, i “condomìni”. Questo non ha consentito di applicare a tale agevolazione la prassi consolidata se non vi è un condominio nell’edificio. Quindi le norme adottate ecobonus, sismabonus e detrazioni per interventi di recupero del patrimonio edilizio non sono applicabili direttamente al superbonus 110%

Ai fini della costituzione del condominio risulta irrilevante la mera detenzione degli immobili essendo invece necessario avere la proprietà degli stessi.

Leggi anche: Superbonus al 110%: la guida ufficiale dell’Agenzia delle Entrate

Superbonus imprese e professionisti

In caso di interventi trainanti eseguiti sulle parti comuni di un edificio in condominio, possono accedere al Superbonus anche professionisti e società? Il proprietario di un appartamento in categoria A/1 all’interno di un condominio, può fruire del Superbonus per le parti comuni?

Come chiarito nella circolare 24/2020, la fruizione del Superbonus riguarda unità immobiliari

  • non riconducibili ai «beni relativi all’impresa»
  • o a quelli «strumentali per l’esercizio di arti o professioni».

Imprese e professionisti possono fruire del Superbonus, se partecipano alle spese sostenute in qualità di condòmini.

In tal caso, la detrazione spetta, in relazione agli interventi riguardanti le parti comuni, a prescindere dalla circostanza che gli immobili posseduti o detenuti dai predetti soggetti siano immobili strumentali alle attività di impresa o arti e professioni ovvero unità immobiliari che costituiscono l’oggetto delle attività stesse ovvero, infine, beni patrimoniali appartenenti all’impresa.

Leggi anche: Niente superbonus 110% senza condominio: chiarimenti Agenzia Entrate

Se si ha solo il reddito dell’abitazione principale

Un contribuente con elevata disponibilità finanziaria che dispone solo del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale può beneficiare del 110 per cento cedendo il credito corrispondente alla detrazione sulle spese sostenute dal 1° luglio al 31 dicembre di quest’anno per interventi di cui all’articolo 119 effettuati sull’abitazione principale?

Si, in quanto si tratta di un soggetto che “astrattamente” può essere titolare della detrazione, stante le modalità di tassazione del reddito previste per tale contribuente. Nel caso in questione, in particolare, il reddito derivante dal possesso dell’immobile adibito ad abitazione principale (rendita catastale), concorre alla formazione del reddito complessivo, ma è escluso da tassazione per effetto della deduzione di cui all’articolo 10 del Tuir di importo pari alla rendita catastale.

Tale soggetto può, tuttavia, esercitare l’opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito (corrispondente alla detrazione spettante) in quanto possiede un reddito che concorre alla formazione del reddito complessivo ma che non è soggetto ad imposta in virtù del particolare meccanismo di tassazione che prevede una deduzione di pari importo.

Leggi anche: Superbonus 110%: tutte le novità della Legge di Bilancio 2021

Unità collabenti

Ai fini del Superbonus sono agevolabili le spese effettuate su edifici iscritti nella categoria catastale F/2 (“unità collabenti”)

Il superbonus spetta anche per le spese sostenute per interventi realizzati su immobili classificati nella categoria catastale F/2 (“unità collabenti”) in quanto, purtrattandosi di una categoria riferita a fabbricati totalmente o parzialmente inagibili e non produttivi di reddito, gli stessi possono essere considerati come edifici esistenti, trattandosi di manufatti già costruiti e individuati catastalmente.
Ai fini dell’ecobonus, inoltre, per gli edifici collabenti, nei quali l’impianto di riscaldamento non è funzionante, deve essere dimostrabile che l’edificio è dotato di impianto di riscaldamento rispondente alle caratteristiche tecniche previste dal d.lgs. 19 agosto 2005 n. 192 e che tale impianto è situato negli ambienti nei quali sono effettuati gli interventi di riqualificazione energetica.

Pertanto, è possibile fruire del Superbonus anche relativamente alle spese sostenute per gli interventi realizzati su edifici classificati nella categoria catastale F/2 (“unità collabenti”) a condizione, tuttavia, che al termine dei lavori l’immobile rientri in una delle categorie catastali ammesse al beneficio (immobili residenziali diversi da A/1, A/8, A/9 e relative pertinenze).

Interventi su pertinenze

Gli interventi trainanti di cui all’articolo 119 del decreto Rilancio possono essere agevolati con la detrazione del 110 per cento se eseguiti “unicamente” su pertinenze dell’immobile

Il Superbonus spetta a fronte del sostenimento delle spese relative a taluni specifici interventi finalizzati alla riqualificazione energetica e alla adozione di misure antisismiche degli edifici (interventi “trainanti”) nonché ad ulteriori interventi, realizzati congiuntamente ai primi (interventi “trainati”) realizzati, tra l’ altro:

  • su edifici residenziali unifamiliari e relative pertinenze (sia trainanti, sia trainati);
  • su unità immobiliari residenziali funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno site all’interno di edifici plurifamiliari e relative pertinenze (sia trainanti, sia trainati); nonché
  • su singole unità immobiliari residenziali e relative pertinenze all’interno di edifici in condominio (solo trainati).

Si ritiene, pertanto, che un intervento trainante possa essere eseguito anche su una pertinenza e beneficiare del Superbonus indipendentemente dalla circostanza che l’intervento interessi anche il relativo edificio residenziale principale purché tale intervento sia effettuato nel rispetto di tutti i requisiti stabiliti dall’articolo 119 del decreto Rilancio.

Tempistiche interventi trainati

Con quale documento si può dimostrare che il lavoro trainato (es. pannelli fotovoltaici, caldaia e infissi) è stato svolto tra l’inizio e la fine lavori del lavoro trainante (es. cappotto) se il complesso dei lavori è affidato ad una unica impresa che fattura l’intero intervento con acconti e saldi? È sufficiente un’attestazione da parte dell’azienda?

Nel caso rappresentato può essere sufficiente l’attestazione da parte dell’impresa che ha eseguito i lavori.

Condominio moroso e cessione del credito

Un condòmino “moroso” che non paga le quote condominiali, può cedere il credito d’imposta corrispondente alle detrazioni spettanti

Il condomino può cedere il credito a soggetti terzi, diversi dai fornitori. In tal caso l’amministratore dovrà comunicare l’opzione per la cessione del credito solo se il condomino ha versato al condominio quanto a lui imputato; e, in caso di versamenti parziali, solo in proporzione a quanto pagato rispetto al dovuto.

Nel caso di “condomino moroso”, pertanto, l’amministratore non dovrà comunicare nessun dato riferito allo stesso. Questo perchè il condomino non avendo versato le quote condominiali, non ha diritto alla detrazione. Il recupero del credito verso il condomino moroso, rientrando tra i rapporti di diritto privato tra condominio e condomino, non investe profili di carattere fiscale.

Asseverazioni e concorrenza al limite di spesa per l’intervento agevolato

La spesa per il rilascio delle attestazioni ed asseverazioni concorre al calcolo del limite massimo di spesa ammesso al Superbonus?

Il Dl Rilancio prevede che le spese per attestazioni, asseverazioni e visto di conformità sono detraibili al 110 per cento. Tali spese concorrono al limite massimo di spesa ammesso alla detrazione previsto per ciascuna tipologia di intervento agevolabile.

Bonus occhiali e lenti a contatto per famiglie con ISEE basso: novità in Legge di Bilancio

Nuovo bonus in arrivo con la Legge di Bilancio 2021 per le famiglie con ISEE basso, partirà infatti dal prossimo anno il cosiddetto bonus occhiali e lenti a contatto che durerà fino al 2023. Per ciascun anno il Governo ha dedicato ben 5 milioni di euro. La novità è contenuta all’interno della Manovra, che entro la fine dell’anno dovrà essere approvata in via definitiva e pubblicata in Gazzetta Ufficiale per la sua operatività. Naturalmente, modalità e criteri per l’erogazione del contributo saranno definite con un decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

L’approvazione rappresenta un importante primo segnale per il settore dell’occhialeria, ma anche un aiuto tangibile per le famiglie a basso reddito. Si tratta di un bonus che ha la durata di un triennio, grazie alla costituzione di un fondo specifico denominato “fondo tutela vista”.

Vediamo quindi in dettaglio a chi spetta il bonus occhiali da vista e lenti a contatto correttive e qual è l’importo del voucher spettante. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Bonus occhiali e lenti a contatto: la norma

L’agevolazione in commento è contenuta all’art. 1, co. 437 della Legge di Bilancio 2021, che prevede l’istituzione del “Fondo per la tutela della vista. A tal fine, viene previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023.

Nello specifico, la norma dispone espressamente che:

“è riconosciuta, nei limiti dello stanziamento autorizzato, che costituisce limite massimo di spesa, in favore dei membri di nuclei familiari con un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente, stabilito ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, non superiore a 10.000 euro annui, l’erogazione di un contributo in forma di voucher una tantum di importo pari a 50 euro per l’acquisto di occhiali da vista ovvero di lenti a contatto correttive”.

Leggi anche: Legge di Bilancio 2021: le principali novità fiscali in arrivo

Voucher 50 euro occhiali e lenti a contatto 2021: limiti e importo

In base a quanto previsto dalla norma, possono accedere all’agevolazione unicamente le famiglie con ISEE non superiore a 10.000 euro.

L’importo consiste nell’erogazione di un contributo in forma di voucher una tantum di importo pari a 50 euro. Possono essere acquistati: occhiali da vista ovvero lenti a contatto correttive.

Si ricorda, al riguardo, che oggi l’acquisto di lenti o di occhiali correttivi rientra nella detrazione fiscale del 19% sulle spese mediche, superata la franchigia di 129,11 euro.

Il bonus non prevede una detrazione in percentuale distribuita in più anni ma uno sconto immediato sull’acquisto.

Come richiedere il voucher per occhiali da vista e lenti a contatto

Per l’effettiva operatività della norma, specifica il testo della Legge di Bilancio 2021, occorre attendere un decreto ad hoc emanato dal Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Pertanto modalità e criteri di erogazione del contributo saranno definite con tale apposito Decreto Ministeriale.

Detrazione fiscale per acquisto di occhiali da vista e lenti a contatto correttive

Attualmente l’acquisto di occhiali o di lenti correttive rientra nella detrazione fiscale del 19% sulle spese mediche con una franchigia di 129,11 euro minima da superare.

L’importo del bonus dovrebbe quindi andarsi a sommare a tale detrazione fiscale ove l’importo speso superi le 129,11 euro (escluso il voucher di 50 euro).

Legge di bilancio 2021, testo definitivo in Gazzetta Ufficiale: novità in sintesi

Il testo definitivo della Legge di Bilancio 2021 (Legge 178/2020) è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2020 ed entrerà in vigore il 01/01/2021. Si tratta di una Manovra con una portata di circa 40 miliardi di euro e, come sempre in questi casi, le misure contenute nel testo di carattere economico e normativo sono numerose e molto eterogenee.

Per quanto riguarda le novità in materia di lavoro, fisco e previdenza in questa guida troverete una sintesi dei  provvedimenti più importanti, che come di consueto verranno trattati con più approfondimento durante le prossime settimane. Tenendo conto già da ora che, la maggior parte delle nuove misure, avranno bisogno dei relativi decreti attuativi per essere operativi al 100%.

Fra i provvedimenti più importanti troviamo certamente l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali per il 2021 per autonomi e professionisti particolarmente colpiti dalla crisi, la proroga con modifiche per il superbonus 110%, il bonus chef, l’esonero dalla prima rata Imu 2021 per il settore Turismo, sgravi fiscali per il rientro dei cervelli ecc. Troviamo inoltre le novità assolute della CIG per gli autonomi iscritti alla Gestione separata dell’INPS, il cosiddetto anno bianco per autonomi e professionisti anche iscritti agli ordini e per finire farà il suo esordio l’assegno unico per i figli o assegno universale dal 1° luglio.

Ma andiamo con ordine e vediamo una sintesi delle misure più importanti contenute nel testo definitivo della Manovra 2021 (testo completo in PDF a fondo pagina).

Legge di bilancio 2021, testo definitivo in Gazzetta Ufficiale: sintesi delle novità

Ecco di seguito un riepilogo delle misure previste riguardanti imprese, professionisti, lavoratori e famiglie.

Novità superbonus 110%

La Legge di bilancio 2021 modifica in maniera rilevante il superbonus 110%. Si interviene sia sui lavori ammessi sia sui soggetti beneficiari:

  • viene finalmente eliminata la preclusione per i soggetti che hanno la proprietà esclusiva o la comproprietà su singoli edifici con più unità immobiliari separatamente accatastate;
  • saranno agevolate le spese sostenute fino al 30 giugno 2022 e non più fino al 31 dicembre 2021;
  • saranno oggetto di superbonus anche gli interventi volti ad eliminare le barriere architettoniche;
  • ecc.

Leggi anche: Superbonus 110%: tutte le novità della Legge di Bilancio 2021

Esonero dai contributi previdenziali per autonomi e professionisti

Contributi previdenziali in stand-by per i lavoratori autonomi e professionisti per il 2021.

L’agevolazione spetta ai soggetti con i seguenti requisiti:

  • calo di reddito nel 2020: cioè si deve dimostrare che nell’anno d’imposta 2020 c’è stata effettivamente una riduzione degli introiti;
  • limite di reddito, ossia legato ai guadagni percepiti nell’anno d’imposta 2019.

Leggi anche: Esonero contributi previdenziali 2021 per autonomi e professionisti

Cassa integrazione autonomi

Novità assoluta è la cosiddetta CIG autonomi: si tratta di una sorta di cassa integrazione mensile fino a 800 euro mensili per gli autonomi iscritti alla gestione separata dell’INPS.

Anno bianco per le partite Iva

Previsto un fondo da un miliardo per il cosiddetto “Anno bianco” di esonero dei minimali contributivi per tutte le partite Iva e i professionisti, ordinisti e non, più colpiti dalla pandemia.

Cedolare secca 2021

La cedolare secca al 21% si potrà applicare fino a 4 immobili. Oltre tale soglia, si passerà alla tassazione ordinaria IRPEF e l’attività di locazione verrà presuntivamente considerata quale attività imprenditoriale, a prescindere da chi verrà esercitata. Sarà pertanto obbligatorio esercitare tramite partita IVA.

Credito d’imposta locazioni 2021

Il credito d’imposta locazioni (bonus affitti) viene esteso alle agenzie di viaggio e ai tour operator. Questi soggetti, insieme alle imprese turistico-ricettive, potranno usufruire del credito d’imposta fino al 30 aprile 2021, anzichè fino al 31 dicembre 2020.

Bonus affitti studenti universitari

La Manovra prevede anche un nuovo bonus per gli affitti degli studenti universitari fuori sede.

Leggi anche: Bonus affitti per studenti universitari fuori sede: novità in Legge di Bilancio 2021

Bonus Chef 2021

Previsto in favore dei cuochi professionisti, un credito d’imposta fino al 40% delle spese sostenute dal 1° gennaio al 30 giugno 2021 per l’acquisto di beni strumentali durevoli e per la partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

Leggi anche: Bonus chef 2021: credito d’imposta per i cuochi in Legge di Bilancio

Resto al Sud 2021: ampliata la platea dei beneficiari

La nota misura Resto al Sud viene rimane per tutto il 2021. L’agevolazione viene estesa anche a coloro che hanno più di 45 anni, con nuovo limite di età viene massimo a 55 anni.

Bonus e agevolazioni

Un’ampia parte della Legge di Bilancio è dedicata ai vari bonus e agevolazioni.

A parte quelli già descritti troviamo:

  • rifinanziamento del bonus bebè per tutti i nati nel 2021;
  • bonus di 500 euro al mese per le mamme single e disabili;
  • bonus tablet e cellulare per il 2021 per le famiglie con Isee basso;
  • rifinanziamento per il 2021 del bonus 18 anni;
  • ampliata la soglia a 16 mila euro per il bonus mobili, ovvero la detrazione al 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici;
  • nuovo bonus idrico da 1.000 euro per interventi di sostituzione di vasi sanitari in ceramica e rubinetteria;
  • voucher occhiali da vista e lenti a contatto: fino a 50 euro per le famiglie a basso ISEE;
  • bonus TV, per agevolare l’acquisito di TV e decoder per il passaggio al nuovo digitale terrestre da luglio 2021;
  • conferma anche per gli incentivi auto (decreti Rilancio e Agosto). Ulteriori 2.000 euro di bonus per veicoli elettrici e ibridi;

Pacchetto lavoro e previdenza

La Manovra dedica ovviamente ampio spazio al Lavoro (quasi 7 miliardi di misure).

Misure lavoro Legge di Bilancio 2021

I principali punti in materia di lavoro sono:

  • conferma del blocco dei licenziamenti fino al 31 marzo;
  • previsione di sgravi fiscali per l’assunzione di lavoratori fino ai 35 anni, che aumentano in caso di assunzioni fatte al Sud e zero contributi per chi assume donne disoccupate o del Sud;
  • nuova cassa integrazione Covid per ulteriori 12 settimane nel 2021;
  • proroga a tutto il 2021 del bonus Irpef di 100 euro in busta paga (taglio cuneo fiscale). Su quest’ultimo punto servirà un nuovo decreto in quanto nel testo si parla erroneamente di 6 mesi (600 euro totali) anzichè 12 (1200 euro totali);
  • contratti a termine, deroga al decreto dignità fino al 31 marzo su rinnovi e proroghe;
  • congedo di paternità obbligatorio allungato da 7 a 10 giorni;
  • contratto di espansione per aziende oltre 250 dipendenti
  • nuovi incentivi per il rientro di lavoratori altamente qualificati.

Assegno unico per i figli

La Legge di Bilancio 2021 stanzia l’imponente cifra di 3 miliardi di euro per il 2021 e 5,5 per il 2022 per l’assegno unico per i figli o assegno universale.

Si tratterà di una prestazione economica erogata dall’INPS concessa dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età del figlio, fino a concorrenza di 200 euro mensili.

Ape sociale e Opzione donna

Per quanto riguarda la materia delle pensioni la Manovra 2021 proroga di un altro anno le importanti misure Ape sociale e Opzione donna.

Legge di bilancio 2021 testo definitivo in PDF

Infine alleghiamo il testo completo e definitivo della Legge di Bilancio 2021 in formato PDF così come pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

download   Legge di bilancio 2021 testo definitivo (PDF)
» 3,6 MiB – 987 download

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Quota 100

 

Pensioni anticipate 2021, la fine di Quota 100 e le alternative allo studio

 

Tutte le possibilità per la sostituzione di Quota 100

 
 
 
 
 

Con l’arrivo del 2021 è iniziato anche l’ultimo anno di sperimentazione di Quota 100, con la possibilità di andare in pensione anticipata che è attiva dal 2019 ed è stata utilizzata da centinaia di migliaia di persone.

Le critiche più frequenti alla riforma pensioni messa a punto dal primo Governo Conte, voluta dalla Lega di Salvini, riguardano il fallimento sugli obiettivi di turn-over dei lavoratori. Spesso Quota 100 è stata utilizzata da lavoratori pubblici per andare in pensione anticipata e non c’è stato un ricambio generazionale, causando anche problemi, come nel caso dei docenti e dei medici.

Anche nel settore privato gli obiettivi iniziali di un lavoratore per ogni tre uscite è distante da quanto accaduto. La riforma pensioni Quota 100 è comunque stata apprezzata dalla popolazione, riuscendo a mettere da parte per tre anni la riforma Fornero, che porta a 67 anni il limite per andare in pensione.

Con Quota 100 era possibile andare in pensione a 62 anni di età e 38 anni di contributi, senza penalizzazioni. Il costo per lo Stato si aggira sui 20 miliardi al 2028, per via del trascinamento delle misure.

Le alternative a Quota 100

Nonostante si vogliano abbassare i costi per il bilancio dello Stato, è difficile che si torni alla riforma Fornero dal 2022, visto che si creerebbe uno scalone di 5 anni per chi resta escluso da Quota 100.

Ci sono allo studio diverse possibilità per aggirare questo problema.

Ape Social

Una delle possibilità è quella di rendere strutturale l’Ape Social, magari estendendo le categorie di “lavori gravosi” per renderlo attivabile da un maggior numero di persone. In questo caso si tratta di pensione anticipata a 63 anni, con una penalizzazione di 2-3% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni della legge Fornero.

Opzione Donna

Per le lavoratrici si potrebbe rendere strutturale Opzione Donna, la riforma delle pensioni anticipate che consente di andare in pensione a 58 anni di età e 35 anni di contributi per le donne.

Intanto la riforma Opzione Donna è stata rinnovata per il 2021 all’interno della legge di Bilancio, ma per il prossimo anno potrebbe diventare strutturale e sostituire Quota 100, almeno per quanto riguarda le lavoratrici.

Con Opzione Donna si subisce una penalizzazione dell’assegno mensile, con i contributi retributivi che vengono trasformati in regime contributivo.

Quota 41 per tutti

Nella legge di Bilancio 2020 viene inserito anche il rinnovo per Quota 41 precoci, una riforma pensioni che consente di andare in pensione se si hanno 12 mesi di contributi versati prima del 19esimo anno di età.

Una delle possibilità è di rendere per tutti la riforma Quota 41, in maniera tale da poter andare a 41 anni di età in pensione. Si tratterebbe di un trattamento migliore rispetto a Quota 100, dunque è possibile che venga inserita una penalizzazione per ogni anno di anticipo del 2-3%, per evitare il lievitare dei costi per lo Stato.

Santissimo Nome di Gesu

 

Santissimo Nome di Gesù


Santissimo Nome di Gesùanti

autore ambito bresciano anno 1600 – 1649 titolo Adorazione del Nome di Gesù
Nome: Santissimo Nome di Gesù
Ricorrenza: 3 gennaio
Tipologia: Memoria facoltativa

Gesù, che vuol dire Salvatore, è il nome dato al Verbo Incarnato non dagli uomini, ma da Dio stesso. Apparve infatti l’Angelo del Signore a S. Giuseppe e gli disse: « Giuseppe, figlio di David, non temere di prender teco Maria come tua consorte, perché ciò che è nato in lei è dallo Spirito Santo. Darà alla luce un figliuolo, cui porrai nome Gesù, perché sarà Lui che libererà il suo popolo dai peccati ». Nacque il Bambino e otto giorni dopo fu circonciso, e fu chiamato Gesù, cioè Salvatore, come era stato nominato dall’Angelo.

Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunziate di giorno in giorno la sua salvezza (Sal 95,2)

In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati (Atti 4,12)

Gesù! Nome d’allegrezza, di speranza e d’amore.

Nome d’allegrezza. Quando ci affligge la memoria dei nostri peccati, quando il rimorso si fa sentire più forte nella nostra coscienza, quando lo spavento degli eterni castighi ci assale, ed il demonio cerca precipitarci nella disperazione, pensiamo a Gesù, al nostro Salvatore. Una gioia arcana entrerà nel nostro cuore e ci conforterà; in Lui troveremo la forza e la luce: la luce che illumina, che salva, che santifica.

Nome di speranza. Gesù stesso ci dice: « Se chiederete qualcosa al Padre in nome mio, Egli ve la darà ». « O uomini, pare ci dica, di che temete? Se la vostra miseria vi fa arrossire, se temete pei vostri peccati il Padre mio, se non osate chiedere a Lui ciò che a voi sta a cuore, fatevi coraggio : chiedete in nome mio, e tutto vi sarà dato ».

Nome d’amore. Oh si! Chi, pronunciando questo dolcissimo nome, non ricorda quanto sia costata la nostra Redenzione? Chi non si commuove innanzi a un eccesso di tanto amore? È Gesù, Dio uguale al Padre, che si sacrifica su di una croce e agonizza fra atroci tormenti per noi! Egli, l’innocente, muore schernito e vilipeso da quelli stessi per cui dà la vita. Nome d’amore, d’infinito amore, nome che a Lui solo compete, perché solo Lui ha redento il genere umano! E per questo il Padre gli diede un nome che è sopra ogni nome. A questo nome piegano la fronte gli Angeli ed i Beati del cielo, tremano le forze degli abissi, e riverenti si inchinano gli abitanti della terra.

Quel bambino che i profeti da tanti anni preannunziarono, quel bambino di cui parlano le Scritture, quello che l’umanità da tanto tempo aspettava come un liberatore, oggi lo conosciamo: si chiama Gesù, Salvatore. Egli è Colui che ha chiuso le porte dell’inferno ed ha aperto quelle del Paradiso; Colui che dà gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

San Bernardino da Siena

La devozione al Santissimo nome di Gesù ha origini molto antiche e fu divulgata dai francescani. L’antica devozione al Santissimo Nome di Gesù, di particolare importanza per i Gesuiti e in particolar modo per Sant’Ignazio di Loyola, vide nella figura di San Bernardino da Siena il principale divulgatore. Fu proprio San Bernardino ad inventare il Trigramma IHS, l’emblematica sigla di Cristo al centro di un sole a 12 raggi, ovvero le prime tre lettere del nome di Gesù in lingua greca (ΙΗΣΟΥΣ). Ma queste lettere rappresentano anche l’abbreviazione di Iesus Hominum Salvator, ovvero “Gesù Salvatore degli uomini”.

Trigramma di Cristo

Ma la sigla IHS ha un significato ben preciso, Cristo è rappresentato dal sole che irradia luce e calore e lo fa attraverso l’opera dei 12 apostoli, i 12 raggi, ovvero, attraverso la Chiesa.

PRATICA. Non pronunciate mai invano il nome di Gesù; ma invocatelo con fede in ogni vostra necessità.

PREGHIERA. Gesù mio, scrivete il vostro nome sul mio povero cuore e sulla mia lingua, acciocché, tentato a peccare, io resista con invocarvi; tentato a disperarmi, io confidi nei vostri meriti. Fate che il vostro nome mi infiammi d’amore, e sia sempre la mia speranza, la mia difesa e l’unico mio conforto.

MARTIROLOGIO ROMANO. Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina.

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