Archivi giornalieri: 13 gennaio 2021

Irpef 2021

Irpef 2021: scaglioni, aliquote e calcolo. Ecco una breve guida pratica.

Irpef 2021, scaglioni, aliquote e calcolo. Quali sono aliquote e scaglioni? Ecco la guida all’Imposta sul reddito delle persone fisiche.
 

Irpef 2021, scaglioni, aliquote e come fare il calcolo. L’ Irpef è un’imposta diretta, personale e progressiva ed è l’acronimo di Imposta sul Reddito Persone Fisiche. Partendo dalla definizione passiamo poi a vedere quali sono aliquote, scaglioni, calcolo e base imponibile IRPEF.

La definizione di Irpef su indicata ne sottintende altre, necessarie alla piena comprensione dell’argomento. Andando con ordine, un’imposta si definisce diretta quando colpisce, appunto, direttamente la ricchezza, quindi il reddito, ed è altresì personale essendo dovuta da tutti i soggetti (che producono reddito) residenti in Italia.

Ma la caratteristica che contraddistingue questa imposta è la progressività: la quota percentuale di reddito assorbita dall’imposta aumenta in proporzione al reddito stesso.

IRPEF 2021: il presupposto

Presupposto fondamentale perché si applichi il meccanismo dell’IRPEF è, però, che vi sia reddito, prodotti in una delle seguenti categorie:

  • redditi fondiari;
  • di capitale;
  • da lavoro dipendente;
  • redditi di lavoro autonomo;
  • di impresa;
  • redditi diversi.

Uniche possibilità perché non vi sia applicazione di IRPEF, ossia un valore di reddito al di sotto del quale la persona fisica è esente da imposizione fiscale è avere le caratteristiche dei cosiddetti incapienti ovvero per la “No Tax Area”:

  • pensionati al di sopra dei 75 anni che abbiano un reddito complessivo inferiore agli 8.000 euro;
  • lavoratori dipendenti con reddito complessivo inferiore agli 8.174 euro all’anno.

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L’azzeramento dell’Irpef porta con sé quello delle relative addizionali regionale e comunale.

Abbiamo a questo punto definito l’IRPEF, individuato i soggetti coinvolti ed esclusi e la tipologia di reddito, prima di analizzare il meccanismo dell’imposta è necessario fare un’ulteriore precisazione: il fisco, infatti, consente ai contribuenti di ottenere “sconti” sulle imposte.

Cosa sono le deduzioni e le detrazioni fiscali

Gli “sconti” sull’Irpef si dividono in due categorie:

  • deduzioni: abbattono la base imponibile, ovvero si sottraggono dal reddito lordo prima di calcolare l’imposta da pagare, diminuendo quindi la base imponibile su cui viene calcolata l’imposta;
  • detrazioni: le cosiddette detrazioni fiscali possono essere sottratte direttamente alle imposte da pagare, diminuendo così l’importo delle stesse.

Se stringiamo il campo al reddito da lavoro dipendente, possiamo semplificare il concetto per meglio comprendere la differenza tra le due categorie.

Cos’è e come si calcola l’imponibile IRPEF

Ipotizziamo un lavoratore dipendente con uno stipendio mensile di 2.000 euro:

  1. questo soggetto si vedrà calcolare l’imposta IRPEF al netto dei contributi previdenziali (corrispondenti al 9,19% del suo importo), quindi il suo imponibile fiscale sarà pari ad euro 1.816,20 (2.000 – 183,80);
  2. a questo punto si potrà procedere al calcolo dell’imposta su cui verranno applicate le detrazioni per lavoro dipendente; e se in possesso dei requisiti anche per coniuge e figli a carico.

scaglioni irpef

È evidente che se non fossero intervenuti questi “sconti” il nostro lavoratore dipendente avrebbe avuto una tassazione maggiore, in quanto avremmo considerato innanzitutto la sua base imponibile IRPEF di 2.000 euro.

A questo punto non resta che specificare il meccanismo proprio dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche, individuando gli scaglioni di reddito imponibile IRPEF e le relative aliquote di applicazione; ricordiamo che nulla è dovuto se il reddito è inferiore a euro 8.174.

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Scaglioni IRPEF 2021

Gli scaglioni IRPEF da applicare al reddito imponibile sono cinque:

  1. 1° scaglione: riguarda tutti i contribuenti che hanno un reddito compreso tra 0 e 15.000 euro;
  2. 2° scaglione: comprende tutti cittadini con reddito tra 15.001 e 28.000 euro;
  3. 3° scaglione: riguarda i redditi compresi tra 28.001 e 55.000 euro;
  4. 4° scaglione: coinvolge il reddito da 55.001 a 75.000 euro;
  5. 5° scaglione: interessa i soggetti con reddito oltre i 75.000 euro.

Aliquote IRPEF 2021

Le aliquote IRPEF da applicare agli scaglioni su indicati nello stesso ordine sono:

  1. aliquota Irpef 23%;
  2. in questo caso l’aliquota Irpef prevista è pari al 27%;
  3. aliquota Irpef è pari al 38% ;
  4. l’aliquota da corrispondere sulla parte eccedente la quota di 55.000 euro è pari al 41%;
  5. l’aliquota applicata è del 43%.

aliquote irpef

Va ricordato che a partire dal secondo scaglione Irpef in poi, ossia in caso di reddito superiore a quello con aliquota Irpef base, le aliquote successive vengono applicate solo per la parte di reddito eccedente.

Pubblichiamo una tabella aggiornata e molto chiara sulle aliquote e gli scaglioni di reddito imponibile IRPEF valide per il 2021.

Tabella aliquote, scaglioni e imposta dovuta IRPEF 2021

Scaglioni IRPEF     Aliquota IRPEF Imposta dovuta
  fino a 15.000,00 23% 23%
da 15.001,00 fino a 28.000,00 27% 3450 + 27% reddito eccedente i 15.000
da 28.001,00 fino a 55.000,00 38% 6960 + 38% reddito eccedente i 28.000
da 55.001,00 fino a 75.000,00 41% 17220 + 41% reddito eccedente i 55.000
da 75.001,00     43% 25.420 + 43% reddito eccedente i 75.000

Come si calcola l’IRPEF

Per fare un esempio di calcolo IRPEF: un soggetto con reddito pari a 20.000 euro dovrà corrispondere un’imposta pari a 3.450 euro (su 15.000 si applica l’aliquota del 23%) + il 27% della parte eccedente i 15.000 euro (in questo caso 1.350 euro ovvero il 27% di 5.000).

Ape sociale

Ape sociale 2021, proroga: le istruzioni dell’INPS sulle nuove domande

Prorogata, anche per il 2021, l’Ape sociale. Il differimento dell’anticipo pensionistico è stato disposto dalla Legge di Bilancio 2021.
 

È possibile presentare la domanda per accedere all’Ape sociale anche nel 2021. Infatti, la sperimentazione dell’anticipo pensionistico “social” terminava la sua operatività alla fine del 2020; tuttavia, grazie a una modifica introdotta dall’ultima Legge di Bilancio, il termine entro il quale far valere i requisiti e le condizioni minime d’accesso è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021. A tal fine, il Governo ha riservato ben 411,1 milioni di euro per l’anno 2021.

A recepire le novità introdotte dalla recente Manovra è stato l’INPS con il Messaggio n. 62 dell’8 gennaio 2021. Nel documento di prassi, l’Istituto Previdenziale afferma che sono state riaperte le domande di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’APE sociale.

L’occasione è dunque propizia per riepilogare come funziona l’Ape sociale 2021, chi sono i soggetti interessati e che quali sono i requisiti e condizioni minime da possedere.

Ape sociale 2021: cos’è e come funziona

L’Ape sociale, acronimo di “anticipo pensionistico sociale”, è un sussidio economico introdotto dall’art. 1, co. 179 della L. n. 232/2016 (Legge di Bilancio 2017). Esso permette ad alcune categorie di lavoratori, meritevoli di una particolare tutela da parte del legislatore, si essere accompagnati fino al pensionamento, ossia fino alla pensione di vecchiaia.

Si ricorda, la riguardo, che per il 2021 la pensione di vecchiaia – vale a dire il meccanismo di pensionamento che si raggiunge con almeno 20 anni di contributi – si ottiene a 67 anni d’età.

Chi può accedere

L’Ape sociale, come anticipato, può essere richiesto solamente da particolari categorie di soggetti. Trattasi, in particolare, di soggetti meritevoli di tutela. Ma prima di elencare in dettaglio la categoria di potenziali beneficiari, pare opportuno specificare chi sono i lavoratori ai quali è rivolto il prepensionamento.

Nello specifico, la legge presuppone che l’Ape sociale sia rivolta esclusivamente: ai lavoratori iscritti all’Ago (assicurazione generale obbligatoria), quindi alla generalità dei lavoratori dipendenti, ai lavoratori iscritti alla gestione speciale dei lavoratori autonomi, vale a dire gli artigiani ed esercenti attività commerciali e a tutti i lavoratori della gestione separata INPS.

È dunque importante precisare che possono fare richiesta di Ape sociale:

  • sia i lavoratori del settore privato;
  • sia i lavoratori del settore pubblico.

Restano esclusi i liberi professionisti iscritti ad Albi professionali propri (es. Commercialista, Consulenti del lavoro, Avvocati, ecc.).

Quali sono le condizioni soggettive

Ciò detto, elenchiamo di seguito le condizioni sociali che i potenziali beneficiari devono possedere al fine di rientrare nell’utilizzo di questo particolare strumento. Stiamo parlando, in particolare, di:

  • lavoratori che si trovano in status di disoccupazione;
  • titolari di un’invalidità uguale o superiore al 74%;
  • che prestano assistenza ai un familiare disabile da almeno 6 mesi. Tali categorie vengono chiamati anche “caregivers”.
  • impiegati in attività gravose.

Attività gravose

Riguardo l’ultimo punto ricordiamo che una mansione è definita gravosa, ai sensi del D.M. 18 aprile 2019, laddove si svolga da almeno 7 anni nei 10 precedenti una delle professioni di cui all’allegato B della Manovra 2018 (L. n. 205/2017). Il lavoratore deve altresì essere in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni. A titolo di esempio, rientrano tra le categorie “gravose” gli operai dell’industria estrattiva, così come i conduttori o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni, nonché gli addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza

Quali sono le condizioni oggettive

Oltre alle condizioni sociali, è necessario che il richiedente maturi anche una serie di condizioni supplementari che si richiamano di seguito.

La prima condizione essenziale per accedere all’Ape sociale è naturalmente la maturazione dei contributi, entro la nuova data del 31 dicembre 2021, che sono pari a 30 anni. Per le donne, si ricorda, vi è uno sconto di anni, quindi bastano anche 28 anni di contributi.

Inoltre è necessario cessare l’attività lavorativa. Quindi, per fare domande il diretto interessato non deve avere un rapporto di lavoro attivo.

Altre due condizioni, più che altro soggettive, sono:

  • la residenza in Italia;
  • l’assenza di una pensione diretta in Italia o all’estero.

Infine, affinché si possa utilizzare l’Ape sociale è anche necessario aver maturato una pensione mini INPS. Questa è d’importo non inferiore a 1,4 volte l’importo della pensione minima dell’INPS, ossia 721,810 euro circa.

Come fare domanda: la certificazione dei requisiti

Prima di fare domanda vera e propria all’INPS, occorre dapprima verificare che il lavoratore possegga i requisiti necessari. Quindi, bisogna fare una istanza preliminare di certificazione dei diritti d’accesso all’Ape sociale.

A tal fine, l’INPS per gli anni passati ha messo a disposizioni ben tre finestre temporali entro i quali fare domanda. L’ultima finestra, però, era valevole solamente se avanzano risorse economiche.

Sul punto, il recente Messaggio INPS (n. 62 dell’8 gennaio 2021) ha specificato che – in attesa di un nuovo documento di prassi che indichi le nuove disposizioni alla luce della Legge di Bilancio 2021 – sono state riaperte le domande di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’APE sociale.

Quali sono le novità della Legge di Bilancio 2021

Infine ecco le novità in materia introdotte dalla Legge di Bilancio 2021. In primis la proroga – fino al 31 dicembre 2021 – dell’Ape sociale. Dunque, possono presentare domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio dell’APE sociale i soggetti che, nel corso dell’anno 2021, maturano tutti i requisiti e le condizioni su illustrate.

Possono, altresì, presentare domanda tutti coloro che hanno perfezionato i requisiti negli anni precedenti al 2021. In tal caso, tuttavia, è necessario che permangano tutti i requisiti e condizioni di legge.

Infine, al fine di non perdere ratei di trattamento, i soggetti interessati devono già essere in possesso di tutti i requisiti e le condizioni previste devono presentare contestualmente anche la domanda di APE sociale.