Archivi giornalieri: 4 settembre 2015
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Osservatore Romano
Il fiume vivo
04 settembre 2015
Figlio del suo popolo, credente e profeta: sono le tre caratteristiche del teologo indicate da Papa Francesco nel videomessaggio con cui ha salutato i partecipanti al congresso internazionale di teologia, svoltosi dal 1° al 3 settembre all’Università cattolica argentina di Buenos Aires. Ricordando che l’incontro si è tenuto nella duplice ricorrenza del centenario della facoltà teologica e del cinquantesimo della chiusura del concilio Vaticano II, il Pontefice ha sottolineato come proprio uno dei contributi principali di quell’assise fu il tentativo di superare il «divorzio tra teologia e pastorale. Tra fede e vita», addirittura “rivoluzionando” «lo statuto della teologia». Per questo «siamo di fronte a due momenti di forte coscienza ecclesiale. Cento anni della Facoltà di teologia è celebrare il processo di maturazione di una Chiesa particolare. È celebrare la vita, la storia, la fede del Popolo di Dio che cammina in questa terra. Una fede che cerca di radicarsi, d’incarnarsi, di rappresentarsi, d’interpretarsi di fronte alla vita del suo popolo e non al margine». Da qui la grande importanza di aver unito le celebrazioni per l’istituzione accademica ai cinquant’anni dalla chiusura del Vaticano ii. Infatti, ha aggiunto il Papa, «non esiste una Chiesa particolare isolata, che possa dirsi sola, come se pretendesse di essere padrona e unica interprete della realtà e dell’azione dello Spirito. Non esiste una comunità che abbia il monopolio dell’interpretazione o dell’inculturazione». Così come «all’opposto, non esiste una Chiesa universale che dia le spalle, ignori, si disinteressi della realtà locale». Anzi, ha concluso, «la cattolicità esige questa polarità tensionale tra il particolare e l’universale. Annichilire questa tensione va contro la vita dello Spirito».
Lavoro e Diritti > Sentenze > Cassazione
Cassazione: licenziabile il lavoratore che crea tensioni in azienda
Per la Cassazione è legittimo il licenziamento per giusta causa di un dipendente che crea un clima di tensione all’interno dell’azienda.
- Antonio Maroscia
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- 03/09/2015
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La Cassazione, con la sentenza n. 17435/2015 depositata il 2 settembre, ha stabilito che è legittimo il licenziamento per giusta causa di un dipendente per comportamento ingiurioso o minaccioso durante il servizio, ovvero perchè questi crea un clima di tensione fra il personale aziendale.
Il caso ha riguardato un dipendente di una casa farmaceutica il quale vedendosi licenziato per giusta causa ricorreva prima al Tribunale di Roma, il quale però confermava la legittimità del licenziamento e poi alla Corte di Appello di Roma.
Anche la Corte Territoriale ha ribadito la decisione del Tribunale, considerando di nuovo legittimo il licenziamento, considerando che l’espletata istruttoria non ha confermato l’atteggiamento persecutorio lamentato dal lavoratore, mentre ha confermato l’esistenza di un clima di tensione nell’azienda che giustifica il disposto licenziamento.
Avverso tale sentenza il lavoratore proponeva nuovo ricorso alla Corte di Cassazione articolandolo sulla base di sette motivi.
La Corte di Cassazione però ha rigettato tale ricorso giudicando i motivi alla base non fondati o inammissibili e confermando quindi la legittimità del licenziamento sulla base del fatto che il lavoratore aveva creato tensioni in azienda, così come giustamente stabilito dalla Corte Territoriale.
Cgil e Asgi
Cgil e Asgi, sanata una distorsione del diritto
E’ il 17 Giugno 2014 quando il comune di Telgate, nel bergamasco, imitando il vicino comune di Bolgare, decide di aumentare del 225% i diritti di segreteria per l’ottenimento del certificato di idoneità alloggiativa da parte dei residenti extracomunitari.
Il ricorso presentato da CGIL di Bergamo e ASGI contro il provvedimento del comune di Bolgare ha visto in questi giorni l’accoglimento da parte del Tribunale. A seguire, stesso destino ha avuto il ricorso contro la delibera del comune di Telgate.
Accoglimenti che si basano entrambi sul carattere discriminatorio dei provvedimenti e ne dispongono, nel dispositivo, l’annullamento degli atti e la relativa restituzione delle somme non dovute già versate dai richiedenti la certificazione di idoneità alloggiativa.
Finalmente questa distorsione del diritto e’ stata sanata diventando monito nei confronti delle altre amministrazioni che vogliano allo stesso modo discriminare gli immigrati creando barriere economiche per l’accesso alle certificazioni.
Restano tante zone d’ombra sul tema delle idoneità alloggiative come la varietà della documentazione richiesta che in alcuni comuni rasenta il ridicolo o la prassi di pretendere certificazioni da parte di tecnici “abilitati” che provvedono a rilasciarle previo pagamento di esose parcelle.
E’ ora che il governo si pronunci e ponga soluzione definitiva a queste discriminazioni che avvengono sul territorio e che rappresentano nei fatti un improprio “addendum” alla legislazione nazionale sull’immigrazione.
Lavoro e Diritti > Ministero del lavoro
Ministero del Lavoro, protocollo d’intesa con l’ACI
Intesa fra il Ministero del lavoro e l’ACI per il contrasto al caporalato, gli ispettori del lavoro potranno accedere al P.R.A.
- Antonio Maroscia
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- 04/09/2015
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Il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali ha comunicato di aver sottoscritto un protocollo d’intesa con l’ACI secondo il quale gli ispettori del lavoro potranno accedere al P.R.A. per verificare titolarità dei veicoli impiegati in attività produttive.
Gli ispettori del lavoro avranno quindi uno strumento aggiuntivo per contrastare il caporalato e svolgere attività di vigilanza su specifici settori produttivi. Gli ispettori del lavoro infatti potranno accedere con immediatezza alle informazioni contenute nel Pubblico Registro Automobilistico tenuto dall’Automobile Club d’Italia.
In fase di verifica ispettiva gli ispettori del lavoro potranno verificare, in tempo reale, la titolarità degli autoveicoli e confrontare queste informazioni con altre raccolte durante le ispezioni o provenienti dalla consultazione di altre banche dati a disposizione.
A detta del Ministero questa verifica potrà risultare particolarmente utile nel caso di un’azione di vigilanza in settori quali l’agricoltura, l’edilizia, l’autotrasporto ed altri collegati quali, ad esempio, la logistica.
In particolare, in edilizia o in agricoltura l’accesso al P.R.A. risulterà particolarmente efficace in tutte le azioni di contrasto al “caporalato”, che si concretizza attraverso l’intermediazione di manodopera da trasportare e smistare nei diversi cantieri o terreni agricoli.
Il nota conclude che questo protocollo è solo una delle tante sinergie interistituzionali che lo stesso Ministero del lavoro intende promuovere e che devono interessare non soltanto le istituzioni impegnate nella lotta all’illegalità, ma ogni altro soggetto pubblico in possesso di informazioni utili ad una più efficace azione di vigilanza.
Fonte: http://www.lavoroediritti.com/2015/09/ministero-del-lavoro-protocollo-d-intesa-aci/#ixzz3kmws9l2E
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Appello dell’ UNHCR. L’Europa accolga almeno 200mila rifugiati
- Venerdì, 04 Settembre 2015 10:14
- Scritto da Redazione
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ROMA- Un appello a ripartire almeno 200mila richiedenti asilo nell’Unione europea è stato lanciato da Antonio Guterres, alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, sottolineando come tutti i membri dell”Ue debbano partecipare a questo programma.
“Le persone che hanno una richiesta di protezione valida – ha scritto Guterres in una nota – devono beneficiare di un programma di reinsediamento di massa, con la partecipazione obbligatoria di tutti gli Stati membri dell’Ue.
Una stima molto preliminare sembra indicare la potenziale necessità di aumentare le opportunità di reinsediamento a 200.000 posti”. “L’Europa – ha aggiunto Guterres – si trova ad affrontare il suo più grande afflusso di rifugiati da decenni” e “la situazione richiede uno sforzo comune enorme che è impossibile con l”attuale approccio frammentato”.
L”alto commissario ha quindi ribadito la necessità di attuare una “strategia comune basata su responsabilità, solidarietà e fiducia”, che significa “concretamente, prendere misure urgenti e coraggiose per stabilizzare la situazione e trovare un modo per condividere veramente la responsabilità a medio e lungo termine”. “L’Ue – ha aggiunto Guterres – deve essere pronta, con il consenso e il sostegno dei governi interessati, soprattutto Grecia e Ungheria, ma anche l”Italia, a sviluppare delle capacità” di ricezione e registrazione di emergenza delle persone. Guterres ha comunque ricordato che i migranti che non hanno ragione di rimanere in Europa devono essere rimandati nel loro Paese di origine.
LA STAMPA
Pensioni
Pensioni, Inps: sindacalisti hanno regole diverse da lavoratori
Pensioni, Inps: sindacalisti hanno regole diverse da lavoratoriRoma, 4 set. (askanews) – I sindacalisti hanno regole contributive e previdenziali diverse dagli altri lavoratori, anche se non appartengono a una gestione previdenziale a se stante. Lo spiega l’Inps in una scheda informativa pubblicata nellambito dell’operazione trasparenza “Inps a porte aperte”.
“I sindacalisti – spiega l’Inps – non appartengono ad una gestione previdenziale a se stante. Tuttavia hanno regole contributive e previdenziali diverse dagli altri lavoratori perché possono vedersi versati i contributi da enti terzi rispetto ai sindacati presso cui prestano effettivamente il proprio lavoro e perché possono, prima di andare in pensione, farsi pagare dalle organizzazioni sindacali contributi aggiuntivi che determinano incrementi delle proprie pensioni a condizioni molto vantaggiose”.
“L’aspettativa sindacale – spiega l’istituto guidato da Tito Boeri – può essere retribuita, nel qual caso si parla di distacco, oppure non retribuita. L’aspettativa non retribuita non comporta, per il datore di lavoro originario, il versamento dei contributi previdenziali per il dipendente. I contributi figurativi sono a carico della gestione previdenziale di appartenenza e vengono versati sulla base della retribuzione che egli avrebbe percepito in costanza di rapporto di lavoro. Invece, nel caso del distacco, nonostante l’assenza di una prestazione lavorativa a suo favore, il datore di lavoro originario continua ad erogare la retribuzione e a versare i contributi previdenziali”.
Secondo le banche dati dell’istituto, i lavoratori in aspettativa non retribuita nel settore privato sono stati 2773 nel 2013. Nel settore pubblico è invece molto frequente l’aspettativa retribuita e, nel 2013, i lavoratori del pubblico in distacco sindacale erano 1045 mentre i dipendenti in aspettativa sindacale erano 748.
Corriere dello Sport
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LAVORO – FISCALE04/09/2015
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