Archivi giornalieri: 23 settembre 2015

Esodati

Cgil, Cisl, Uil – Esodati, la mobilitazione continua

Domani, 24 ottobre,  Cgil, Cisl e Uil terranno a Roma, in Piazza San Silvestro dalle ore 8 alle ore 13, un nuovo presidio per chiedere l’approvazione della settima salvaguardia per gli esodati e la proroga dell’opzione donna.

La mobilitazione avverrà in concomitanza con le audizioni del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e del Ministro dell’Economia e delle Finanze presso le Commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta. Il sindacato confederale chiede che sia data soluzione a queste vicende prima della legge di stabilità. Il Governo, con la legge di stabilità, deve reintrodurre un principio di flessibilità di accesso alla pensione a partire da un’età minima, offrendo così nuove opportunità di ingresso nel mondo del lavoro ai giovani nonché risposte di equità per coloro che svolgono lavori faticosi e logoranti e per i lavoratori precoci. Bisogna, poi, risolvere con urgenza i veri e propri errori della Riforma: quota 96 della scuola e macchinisti tra tutti, nonché annose questioni tuttora aperte quali le ricongiunzioni onerose.

Riforma pensioni

Riforma Pensioni: nuova proposta allo studio

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Forme di prepensionamento limitate e prestito previdenziale in Legge di Stabilità, riforma pensioni e flessibilità in uscita in un ddl collegato: le ipotesi allo studio del Governo.

 – 23 settembre 2015
Pmi TVPensioni: riforme in discussione
 

 

Lavoro

Il cantiere della Riforma Pensioni non si ferma, anche prendendo eventualmente le distanze rispetto alla Legge di Stabilità: i tecnici dell’Economia sono al lavoro per individuare le nuove forme di flessibilità in uscita (pensione anticipata), tra cui spunta un nuovo meccanismo che prevede la possibilità di ritirarsi dal lavoro a 63 anni con 30 o 35 di contributi versati, accettando una penalizzazione dell’assegno da un minimo del 3-4% a un massimo del 12%.

=> Riforma Pensioni fuori dalla Legge di Stabilità

 

 

 

Pensione anticipata a 63 anni

Fra le ultime ipotesi operative: non inserire la riforma pensioni in manovra ma in un ddl collegato, con orizzonti di tempo più lunghi in modo da avere più respiro sul fronte coperture. In quest’ottica, è da leggere l’ipotesi del prepensionamento a 63 anni. Si tratta di una sorta di allargamento dell’Opzione Donna a una platea più ampia di lavoratori, comprendendo anche gli esodandi. Si tratterebbe di un’ipotesi da destinare a una platea definita di lavoratori: esodati non tutelati da precedenti salvaguardie, disoccupati over 62 senza ammortizzatori sociali, donne.

Riforma pensioni

Certezze non ce ne sono, visto che il nodo pensioni è fra i più complessi in vista della Manovra economica 2016. Non si esclude una soluzione mista, con l’inserimento in Legge di Stabilità di misure su esodati e Opzione Donna, rimandando la riforma delle pensioni vera e propria – o quanto meno le nuove norme per la pensione anticipata – ad un diverso provvedimento.

=> Opzione Donna: si torna a sperare

Previste anche forme di contribuzione a carico del datore di lavoro dopo la cessazione del rapporto, con l’obiettivo di favorire le staffette generazionali. Queste misure potrebbero andare in Finanziaria, mentre una riforma più organica sarebbe contenuta in un ddl collegato.

Comunque sia, il punto su cui il Governo insiste è quello delle coperture: nessun intervento non adeguatamente finanziato potrà essere compreso in Legge di Stabilità. E a disposizione, al momento, ci sarebbero risorse fra gli 800 milioni e 1 miliardo di euro.

 

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Rassegna stampa
Nota di servizio: come già comunicato a suo tempo, la rassegna stampa sul sito istituzionale della Regione Sardegna non comprende articoli de la Nuova Sardegna a seguito di un espresso divieto di riproduzione.
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Rassegna stampa del 23/09/2015

Jobs Act

Jobs Act, il testo ufficiale degli ultimi 4 Decreti approvati

I testi degli ultimi quattro decreti legislativi del Jobs Act, approvati dal Consiglio dei Ministri il 4 settembre 2015

Jobs Act, il testo ufficiale degli ultimi 4 Decreti approvati

In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, con la relativa numerazione definitiva, qui di seguito rendiamo disponibili i testi degli ultimi quattro decreti legislativi del Jobs Act, approvati dal Consiglio dei Ministri il 4 settembre 2015 e reperibili da qualche giorno tramite il sito del Governo oppure nell’apposita sezione dedicata alla riforma sul sito del Ministero del Lavoro.

Leggi anche: Jobs Act, il sito dedicato alla riforma del mercato del lavoro

Decreto legislativo sulla semplificazione

Il decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2015, reca le disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese, nonché altre disposizioni in materia di lavoro e pari opportunità

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Decreto legislativo sulla semplificazione
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il Testo del Decreto legislativo sulla semplificazione in attuazione del Jobs Act

Decreto legislativo sugli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto

Il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2015, reca le disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro

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Decreto legislativo sugli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto
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Decreto legislativo sugli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto in attuazione del Jobs Act

Decreto legislativo sull’attività ispettiva

Il decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2015, contiene le disposizioni per la razionalizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale

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Decreto legislativo sull’attività ispettiva
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Decreto legislativo sull’attività ispettiva in attuazione del Jobs Act

Decreto legislativo sulle politiche attive

Il decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2015, riguarda le nuove disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive

Fonte: http://www.lavoroediritti.com/2015/09/jobs-act-testo-ufficiale-ultimi-4-decreti-approvati/#ixzz3mZKiOa6j

Cogedo parentale

Congedo parentale: ulteriori chiarimenti dall’INPS

Chiarimenti dell’INPS sulle nuove modalità di erogazione del beneficio del congedo parentale, dopo le richieste da parte delle Strutture territoriali

Con messaggio n. 5805 del 18 settembre 2015 l’INPS illustra opportune precisazioni in merito al contenuto del messaggio Hermes n. 17400 del 30 ottobre 2013 per i casi di cessazione o modifica dei rapporti lavorativi delle madri beneficiarie relativamente agli aspetti innovati.

L’INPS infatti fa sapere di aver ricevuto numerose richieste di chiarimenti sulle nuove modalità di erogazione del beneficio relativo al congedo parentale da parte delle Strutture territoriali dell’INPS in riferimento alla suddetta procedura.

L’Istituto previdenziale precisa, in particolare:

  • per i casi di cessazione o modificazione del rapporto lavorativo: il termine iniziale dell’intervallo di tempo da considerare per quantificare i mesi di congedo parentale, coincide con la data di presentazione della domanda. Pertanto, il nuovo termine coincide con la data di presentazione della domanda, mentre il termine finale con il giorno di cessazione del rapporto lavorativo, da intendersi quale ultimo giorno lavorato, ovvero con il giorno di modifica del rapporto lavorativo;
  • per i casi di modificazione del rapporto lavorativo da tempo pieno a tempo parziale e viceversa, nell’individuare il periodo teorico di beneficio concedibile, il termine iniziale del periodo dovrà coincidere con la data di presentazione della domanda, mentre il termine da prendere a riferimento per il riproporzionamento del beneficio è il giorno di modificazione del rapporto lavorativo da tempo pieno a tempo parziale e viceversa. In tal modo, è possibile individuare, nell’ambito dei mesi di beneficio concessi, quanti debbano essere erogati pienamente e quanti, invece, debbano essere riconosciuti in maniera riproporzionata in funzione della modifica del rapporto lavorativo.

Fonte: messaggio INPS n. 5805 del 18 settembre 2015

Fonte: http://www.lavoroediritti.com/2015/09/congedo-parentale-ulteriori-chiarimenti-inps/#ixzz3mZJflsiW

Joyce Salvadori Lussu, la ribelle passionaria

 

 

autore di Federica Ginesu | 15 gennaio 2015
Joyce Salvadori Lussu, la ribelle passionaria
Tempo di lettura: 5 minuti
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I

l messaggio era proprio lì. Arrotolato nel manico della valigia di fibra che una ragazza, bella come un’attrice di Hollywood, reggeva con finta noncuranza come se fosse la cosa più inutile e allo stesso tempo preziosa di questa terra. Aveva portato quel bagaglio in giro per l’Europa: prima in Francia, poi in Belgio passando per i Paesi Bassi e ora finalmente l’aveva trovato. La porta si aprì e varcata la soglia della casa del repubblicano Chiostergi in Rue Plentamour 20, a Ginevra, niente fu più come prima.
Il mitico Cavaliere dei Rossomori, il misterioso mister Mill, il leggendario eroe sardo Emilio Lussu si trovò davanti una singolare partigiana, incantevolmente bella, alta, bionda con magnetici occhi verdi: Joyce.

 


La fiorentina Gioconda Joyce Salvadori, classe 1912, è una ragazza cresciuta in una famiglia di intellettuali antifascisti. In lei scorre il sangue delle sibille appenniniche e di quelle strane tribù anglo marchigiane formate da uomini italiani che ai primi dell’Ottocento avevano sposato delle ragazze inglesi. I genitori libertari e ribelli erano stati diseredati, a causa delle loro idee, dalle loro ricche famiglie di appartenenza. Il padre Guglielmo Salvadori, fervente antimilitarista è docente universitario di filosofia, mentre la madre inglese Giacinta Galletti è corrispondente del “Manchster Guardian”. 

Fin dall’infanzia Joyce vive nelle ristrettezze, ma immersa nella cultura. Attraversa mano nella mano con la sua mamma gli incantati corridoi degli Uffizi per andare alle scuole elementari e partecipa sin da piccina alla storia. Assiste alle manifestazioni di piazza, viene picchiata da uno squadrista, capisce che il nero del fascismo è colore di morte e sa che il rosso, invece, è il colore amico, quello che simboleggia il rifiuto del regime. 


L’indigenza costringe Joyce a non andare più a scuola, ma non è un sacrificio. Legge tantissimo, ha un gusto matto per lo studio che per lei è divertimento senza imposizioni. Ai giochi inventati, preferisce i libri: divora senza limiti Grazia Deledda e Maupassant passando per Goldoni, Shakespeare e la letteratura erotica francese. Il padre le insegna la storia, il latino e il greco, la madre invece le lingue straniere: francese, inglese e tedesco. La cultura diventa per lei rivalsa e compensazione, le consente di camminare a testa alta e supplisce al misero decoro di abitudini di vita molto spartane. 

Joyce cresce insieme ai fratelli Max e Gladys circondata da stimoli continui e dall’amore incondizionato dei suoi genitori, ma la violenza di punto in bianco irrompe nella sua vita. I fascisti piombano nella sua casa portando via il padre e il fratello. Quando tornano, i due sono maschere di sangue coperte di lividi. È un trauma che non semina paura, ma sdegno e rabbia. Joyce si sente però una privilegiata, fiera di appartenere a gente coraggiosa, anche se lei, bambina undicenne non è che una spettatrice, ma già pronta a diventare protagonista. I Salvadori vivono da quel momento in perenne esilio, lasciano l’Italia e riparano in Svizzera.

Joyce frequenta la Fellowship school di Ginevra e impara in quegli anni che la casa non è solo il pezzetto di territorio in cui vive, ma l’intero pianeta. 

 


È una cittadina del mondo sempre in viaggio per conoscere, scoprire e sapere. Dopo la maturità classica conseguita da privatista, decide di iscriversi in filosofia ad Heildeberg in Germania per cercare di emulare il padre. Per mantenersi agli studi fa ogni tipo di lavoro: dà lezioni private, diventa istitutrice in Libia, copia manoscritti a macchina, insegna in un collegio femminile. Ma l’università si rivela una grande delusione, il nazismo irrompe nella vita accademica e la costringe a spostarsi in Tanzania, decidendo poi infine di tornare in Europa. 

L’Italia è per Joyce un paese che rivive nei suoi ricordi d’infanzia, una patria che le era stata sottratta e che lei rivuole indietro. Riprende i rapporti mai del tutto interrotti con Giustizia e Libertà, organizzazione politica antifascista, a cui il fratello Max aveva aderito sin dal principio. Il ragazzo sconta il confino nell’isola di Ponza e le affida un messaggio per l’uomo che in codice era per tutti Mister Mill.
Era bastato uno sguardo, un semplice riconoscersi. E fu subito da quell’istante amore grande, un sentimento che diventava moto dell’anima eterno e fuorilegge che esplodeva portando in quel magico istante già tutto: una prepotente attrazione fisica e una perfetta e vivace comunanza di valori, ideali, pensieri. Due cuori e due menti, due anime e due spiriti che si legavano per fondersi insieme per sempre.

 


Emilio Lussu era leggenda, il figlio di pastori contadini che era diventato avvocato e deputato, fondatore del Partito Sardo d’Azione, aveva respinto l’assalto delle camice nere a Cagliari in piazza Martiri davanti alla sua casa e aveva ucciso un fascista. Incarcerato ingiustamente, si era ammalato di tubercolosi, spedito al confino ed evaso da Lipari. Eroe rivoluzionario, scrittore del libro proibito La Catena, un dio mortale che stregava le masse con le sue capacità oratorie e i suoi modi a metà tra il bandito e il nobile, ma anche uno scapolo quarantenne impenitente, convinto che la sua vita instabile, come un soffio di vento, non fosse conciliabile con una storia d’amore seria, men che meno con una convivenza o col matrimonio. 

Joyce cerca di fargli cambiare idea con tante discussioni e confronti, ma anche fatti. E non era facile, dover dimostrare ad Emilio che un legame stabile non era un ostacolo che limitava, ma anzi dava equilibrio, serenità, metteva a posto ogni cosa. Tra incontri fugaci e brevi e lunghe separazioni, pazienza infinita e fiducia costruita passo dopo passo, Joyce riesce a far capire a Emilio che è lei la compagna giusta per lui. Nella vita clandestina Joyce si rivela preziosa; di più, insostituibile. Lo salva dal carcere e lo aiuta a superare qualsiasi confine.
Da Parigi, conquistata dai nazisti, alla fuga disperata fino ad Orleans e poi a Marsiglia dove la bellissima partigiana Joyce diventa una falsaria che salva la vita a profughi provenienti da mezzo mondo che vogliono scappare dagli orrori e dalle persecuzioni della guerra. Impara a imitare qualsiasi timbro o bollo per realizzare passaporti falsi. Il lavoro è certosino, perfetto, maniacale, ma Joyce è bravissima. 
Si spostano poi a Londra. Mentre Emilio cerca appoggi ai suoi progetti, lei va in un campo di addestramento militare. Veste l’uniforme, impara a servirsi delle radio trasmittenti e riceventi, dell’alfabeto morse, a sparare e a usare gli esplosivi.

Mentre Lussu viaggia tra Stati Uniti e Malta, rischiando la vita e cercando di tessere relazioni proficue perchè l’Italia si liberasse dal fascismo, Joyce torna in Italia, è sempre in prima linea, passa fronti e frontiere, finisce in carcere, ma riesce sempre grazie ad intelligenza e astuzia a cavarsela. Tra i due non è però mai vera separazione. “Due persone che che hanno un profondo e costante desiderio di stare insieme non si separano mai del tutto, anche se stanno in luoghi diversi” scrive Joyce ne “L’olivastro e l’innesto”. Tra loro è pura telepatia, fatta di sensazioni quasi irreali e sogni premonitori.

 


Dopo la liberazione del 25 luglio 1943 Joyce ed Emilio si danno appuntamento a Roma, ma Emilio non arriva. Dopo tre giorni di attesa Joyce va ad Imperia in preda a un presentimento, sa che Emilio sta arrivando. Aspetta sul marciapiede e nel treno lo scorge al finestrino alla sola stazione a cui si era affacciato.
Joyce rimane incinta e i due, nell’appartamentino che aveano occupato a Roma, nel giorno della liberazione della Capitale il 6 giugno 1944, davanti a un assessore e una portinaia, si sposano. 

È stata una decisione politico-culturale quella di portare il nome del mio compagno” spiega Joyce a Silvia Ballestra in “Joyce L., una vita contro”, ed. Baldini e Castoldi. 
Ma la ribelle passionaria non è tagliata per essere la moglie del politico, prende il bambino e parte in Sardegna per conoscere meglio la terra del suo uomo. E con ruvida determinazione si innamora fatalmente dell’Isola, scheggia di un continente antico, terra di contrasti, dove breve è il solco e dura la zolla.

La sua anima si lega alla Sardegna, al villaggio nuragico di Armungia dove Emilio è nato. “Non ci sono solo radici, ma ci sono anche gli innesti”, vite intrecciate, due storie e una sola voce. L’incontro con l’Isola è come innamorarsi di nuovo di Emilio, la spinge a nutrirsi di radici non sue, allarga la mente e la spinge a uscire dall’ombra del compagno di una vita. 


Joyce ha un’ansia di vita che va placata, è sempre in viaggio, incontra rivoluzionari, traduce i poeti che combattono per la libertà, partecipa al movimento femminista e scrive tantissimo. È attivista politica e narratrice atipica che usa la scrittura per comunicare e raccontare la sua vita intensa sempre in trincea. Come una sibilla dedica tutta la sua vita alla conoscenza del mondo e della società. Forte della sua conoscenza, era strega che rinnegava l’ordine patriarcale violento e segregante che annullava l’identità femminile silenziandola. 
Irriverente, ironica e ribelle sceglieva per non essere scelta, perché animata da un sentire diverso, in cui vocazione e impegno civile si legavano a indignazione e battaglie per cambiare il pianeta. Ci vuole il coraggio di essere se stesse per superare la paura, ma è l’unica strada. E lei donna immortale, senza tempo così scriveva: 

“Certamente, domani saremo donne diverse, compagne e non più complici o nemiche di uomini diversi, in una società costruita insieme, come conquista e promozione e non più come condanna”.

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