co.co.co e a progetto

Cgil, dal 2007 “addio” a 340mila collaboratori

 

Dal 2007 al primo semestre di quest’anno nel nostro Paese abbiamo detto ”addio” a 340 mila contratti di collaborazione, tra co.co.co e a progetto, nel mondo del lavoro autonomo e professionale. E’ la stima che arriva  dalla Cgil in occasione della Conferenza d’indirizzo della Consulta del lavoro professionale Cgil ”Diritti e rappresentanza nel lavoro professionale”.

Secondo il sindacato, infatti, “ai 208 mila posti da collaborazione persi nel quinquennio fino al 2011 vanno aggiunti, secondo l’Istat, ulteriori 132 mila rapporti di contratto a progetto persi tra l”ultimo trimestre 2012 e il primo semestre 2013 dopo la riforma del lavoro Fornero”. Posti di lavoro, che, spiega la Cgil, “al contrario di quanto sperato, si sono ”persi” verso la disoccupazione, verso l’apertura di partite Iva individuali (confermato dal contemporaneo aumento delle partite Iva iscritte alla stessa Gestione separata, con un +59 mila negli stessi 5 anni), verso forme di lavoro ancora meno controllate e visibili nelle statistiche come le collaborazioni occasionali con ritenuta d”acconto e, in alcuni settori, la cessione dei diritti d’autore”.

“Da ultimo, probabilmente -attacca il sindacato- una quota non irrilevante di posti scomparsi si sono spostati verso il lavoro nero”.

E per la confederazione di Corso d”Italia “l’aggravante di questa enorme perdita di lavoro è che essa ha riguardato lavoratori spesso laureati e più giovani della media dei lavoratori italiani, senza che ci fosse nessun ammortizzatore sociale durante tutta la crisi. Ciò stride fortemente se paragonato ai giusti ed enormi sforzi fatti per sostenere il reddito di tutte le altre componenti del lavoro durante gli anni della crisi”.

Secondo il sindacato, un lavoratore con partita Iva che guadagna 1.000 euro lordi al mese oggi ha un reddito netto disponibile di 545 euro. Se fosse confermato l’aumento delle aliquote Inps decise dai precedenti governi, il reddito si ridurrebbe a 485 euro mensili. Chi realizza un reddito di 2.000 euro lordi al mese se ne ritrova in tasca 960 che diventeranno 840 euro quando l’aumento dei contributi sarà a regime.

“E non stiamo parlando di potenziali evasori -contesta ilsindacato- ma di lavoratori con partita Iva individuale che lavorano prevalentemente per imprese private e pubbliche alle quali fatturano fino all”ultimo centesimo”.

Ma per la Cgil ben poco è stato fatto in questi anni per”proteggere” questo ”popolo” variegato di lavoratori autonomi del mondo professionale. Infatti, si legge nell’analisi del sindacato, mentre “la crescita consistente di tale fenomeno ha posto, in tutta Europa, l’esigenza della regolazione e della protezione sociale e legale dei lavoratori interessati, in Italia, contrariamente al resto d’Europa, l’attenzione si è concentrata unicamente sulle derive negative prodotte sul lavoro subordinato, ma non si è analizzato a sufficienza il mondo del lavoro autonomo e professionale, nè si è  intervenuto sugli equilibri economici e sociali che, man mano, si spezzavano nel mondo del lavoro autonomo e professionale”.

co.co.co e a progettoultima modifica: 2013-10-04T15:37:00+02:00da vitegabry
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