Carceri. Cgil e Inca denunciano: lavoratori detenuti esclusi da Mini Aspi
“La nuova MiniASpI, prestazione economica istituita dal 1 gennaio 2013, in sostituzione dell’indennità di disoccupazione ordinaria a requisiti ridotti, rischia di rivelarsi fortemente discriminante nei confronti dei lavoratori/disoccupati delle case circondariali”.
A denunciarlo sono la CGIL regionale e l’Inca Cgil dell’Umbria che ha ricevuto, dai suoi operatori presenti negli istituti di pena della regione, segnalazioni e proteste. “La MiniASpI è infatti una prestazione a domanda, che viene erogata però a fronte di alcuni requisiti del lavoratore. Il richiedente deve avere almeno 13 settimane di contributi da attività lavorativa nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, ma deve anche dichiarare immediatamente,
presso il Centro per l’Impiego, la propria disponibilità ad un nuovo lavoro”.
“Essendo indispensabile l’immediata disponibilità allo svolgimento di una nuova attività – spiegano Franca Gasparri e Giuliana Renelli, di Inca e Cgil dell’Umbria – è evidente che i lavoratori delle Case Circondariali si trovano impossibilitati alla percezione di questo ammortizzatore sociale, non potendo sottoscrivere tale dichiarazione. In altre parole – concludono- sono esclusi da questo diritto”.
Dunque, nel sottolineare l’assoluta importanza della difesa del diritto al lavoro nelle carceri e, di conseguenza, anche di quegli strumenti che garantiscono continuità reddituale nei periodi di non lavoro, l’Inca Cgil dell’Umbria e la Cgil regionale chiedono una deroga per i lavoratori detenuti, o attraverso una circolare interministeriale, o con una presa d’atto diretta da parte dell’Inps che sani questa situazione di palese discriminazione.
“Come Inca – conclude Gasparri – ci siamo già attivati presso l’Inps nazionale, ma – aggiunge Renelli – è indispensabile un intervento politico, pertanto chiediamo ai parlamentari umbri di sostenere la nostra iniziativa sollecitando il governo ad un rapido intervento”.