Piccinini, Inca

Piccinini, Inca – Disattesi i principi Carta costituzionale

“Avremmo voluto parlare soltanto dei sinonimi di libertà, di uguaglianza e di solidarietà, ma la realtà che stiamo vivendo ci impone di riflettere profondamente sul perché i principi fondamentali della nostra Carta costituzionale siano così profondamente disattesi. Forse sono stati troppo audaci i Padri costituenti quando li scrissero nero su bianco? Certamente no, se consideriamo il contesto nel quale vennero elaborati e quanti passi in avanti abbiamo fatto finora. Allora si usciva da una guerra drammatica che aveva mietuto miseria e distruzione.” 

Lo afferma Morena Piccinini, Presidente del Patronato INCA CGIL (vedi video intervista http://www.italiannetwork.it/video.aspx?id=1431)  nella prefazione di una pubblicazione  “Costituzione sostantivo femminile. I sinonimi e i contrari dei principi fondamentali” che  affronta attraverso gli esempi e le parole di donne di età diverse, diversa condizione socio-economica e professionale, ma anche diverse sensibilità, i diritti affermati dalla Costituzione italiana ma variamente disattesi  (http://www.inca.it/Editoria/EsperienzeInca.aspx).

“Sono passati 65 anni dalla promulgazione della Costituzione italiana, ma mai come in questo momento quei valori, in essa espressi, ci sembrano tanto lontani dalla realtà. La grave crisi attuale, economica e occupazionale sta facendo crescere la sfiducia verso le nostre istituzioni democratiche, alimentando, soprattutto in alcuni ambienti politici, la tentazione di allontanarsi da esse.” afferma la sindacalista della CGIL sottolineando:
“Sapevano, i nostri Padri costituenti, che la Carta non sarebbe stata scritta una volta per tutte; che ci sarebbe voluto lo sforzo di tutti per migliorarne il profilo. Per questo scelsero di distinguere i principi fondamentali, dagli altri articoli che avrebbero dovuto accoglierli, con coerenza e coraggio, senza mai tradirli.

Il movimento sindacale del nostro Paese, con le sue battaglie sociali, ha tenuto fede a questi principi, aiutando il percorso di affermazione di una cultura democratica, fondata sui diritti del lavoro e di cittadinanza. Nel corso degli anni, pur con ritardi e contraddizioni, l’Italia repubblicana si è dotata di un complesso di normative importanti sul welfare solidale e universale, sulla parità degli uomini e delle donne, sul diritto allo studio, sul rispetto delle aspettative professionali di ognuno, sull’assistenza e sulla tutela delle fasce più deboli. Diritti che, troppo spesso, vediamo messi in discussione in una politica di tagli intrapresa come unica o prevalente risposta alla crisi economica.

Nella crisi che stiamo attraversando attualmente non ci sono eserciti che si contendono una vittoria, purtuttavia c’è una guerra insidiosa che lascia strascichi nelle condizioni di vita di chi, richiamando gli articoli della Costituzione, non riesce a trovare una traduzione giusta dei diritti fondamentali, nei quali ciascuno di noi si riconosce, rappresentando essi stessi la nostra identità di Paese.

Le donne sono le persone che pagano di più la discrasia tra gli enunciati della Costituzione e le condizioni nelle quali versano: sono le prime ad essere licenziate; a percepire salari più bassi rispetto agli uomini; a pagare l’assenza di servizi sociali, per garantire l’assistenza ai propri familiari; a subire violenze dentro e fuori le mura domestiche (vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=42579).
Ciononostante, le donne sono, spesso, in prima fila a rimboccarsi le maniche quando devono combattere la mafia; quando con ogni sforzo si impegnano in difficili missioni di pace e di cooperazione all’estero; quando c’è bisogno di denunciare un’ingiustizia; quando, alla guida di amministrazioni locali, si prodigano per il benessere collettivo delle comunità. Sono questi “i sinonimi della Costituzione” che vogliamo far crescere per accorciare le distanze tra Costituzione formale e Costituzione reale, convinte che non si debba riportare indietro l’orologio della nostra storia repubblicana; lo si deve e lo si può fare con la partecipazione attiva delle donne.”

“Le testimonianze raccolte in questa pubblicazione – conclude la Presidente dell’INCA – sono il nostro contributo, in occasione dell’8 marzo, per dare un volto reale alle aspettative di ognuno e per ricostruire la fiducia verso le istituzioni democratiche, duramente compromessa.
È il nostro modo per aiutare il rinnovamento della società in cui viviamo rispettando ciascuno dei 12 articoli che compongono i principi fondamentali della Costituzione italiana, dai quali non si può e non si deve prescindere.”

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Piccinini, Incaultima modifica: 2013-03-11T11:27:43+01:00da vitegabry
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