Archivi giornalieri: 17 marzo 2023

Come funziona l’accoglienza dei migranti in Italia

Come funziona l’accoglienza dei migranti in Italia

Dietro acronimi e numeri di richiedenti asilo, rifugiati e migranti si nascondono le storie di migliaia di persone. Vediamo come funziona il sistema dell’accoglienza in Italia, dall’arrivo all’integrazione.

Definizione

Negli anni la normativa che disciplina l’accoglienza di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Italia è cambiata più volte.

A dicembre 2020 è stato convertito in legge il decreto legge 130 approvato due mesi prima dal secondo governo Conte, che contiene “Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare”. È un provvedimento che riforma in parte il cosiddetto decreto sicurezza, approvato circa due anni prima dal primo governo Conte.

La legge approvata a fine 2020 viene chiamata anche “riforma Lamorgese”, dal nome dell’allora ministra dell’interno Luciana Lamorgese. È la normativa attualmente in vigore sull’accoglienza in Italia, anche se il governo Meloni nei primi mesi del 2023 ha annunciato modifiche al sistema.

Anche il dl 130/2020, come il Decreto sicurezza, fa principalmente riferimento al dl. lgs. 142/2015.

Soccorso, prima assistenza e identificazione. I cittadini stranieri soccorsi in mare o entrati in modo irregolare sul territorio nazionale vengono condotti in centri governativi localizzati nei pressi delle aree di sbarco o di principale ingresso nel paese per la prima assistenza sanitaria, il fotosegnalamento e la pre-identificazione. Questo tipo di centri sono interessati dall’approccio hotspot, nato nel 2015 in ragione degli impegni assunti dal governo italiano con la Commissione europea. Nei centri c’è anche il primo scambio di informazioni sulle procedure per l’asilo: è qui che si differenziano i richiedenti asilo dai cosiddetti migranti economici, che saranno avviati ai Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) o lasciati sul territorio in condizione di soggiorno irregolare (D.lgs 286/1998, art. 10-ter)

Centri governativi di prima accoglienza. Chi manifesta la volontà di richiedere asilo in Italia viene trasferito presso i Centri di prima accoglienza (Cpa), strutture di accoglienza di primo livello, dove si rimane il tempo necessario all’espletamento delle operazioni di identificazione (se non effettuate precedentemente) e all’avvio della procedura di esame della richiesta di asilo. In questi centri devono anche essere accertate le condizioni di salute degli ospiti, con il fine di verificare eventuali situazioni di vulnerabilità nel momento dell’ingresso nella seconda fase di accoglienza. Le persone che non hanno manifestato la volontà di chiedere asilo vengono invece trasferite nei Cpr, in attesa del provvedimento esecutivo di espulsione dal paese (d.lgs. 142/2015, articolo 9).

La seconda accoglienza. Questo step consiste, almeno teoricamente, nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). Il programma, introdotto con la riforma del 2020, sostituisce il Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (Siproimi), istituito con il Decreto sicurezza nel 2018, che a sua volta sostituiva il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), in vigore dal 2002 al 2018. Il Sai sembrerebbe riavvicinarsi ai principi che avevano ispirato lo Sprar. Consiste in un tipo di accoglienza meno puramente assistenziale e più volta all’integrazione. Il Sai si sviluppa su due livelli di servizi: il primo è riservato ai richiedenti asilo, ed è basato sull’assistenza materiale, legale, sanitaria e linguistica. I servizi di secondo livello sono riservati ai titolari di protezione e hanno anche funzioni di integrazione e orientamento lavorativo. A differenza della prima accoglienza, gestita esclusivamente dal ministero dell’interno, il Sai è coordinato dal Servizio centrale, la cui gestione è assegnata all’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) con il supporto operativo della fondazione Cittalia. La titolarità dei progetti è assegnata agli enti locali che volontariamente attivano e realizzano progetti di accoglienza e integrazione (d.lgs. 142/2015, articolo 8 e Dl 416/1989, art. 1 sexies).

Il supporto a percorsi di integrazione. Il dl 130/2020 introduce per la prima volta ulteriori percorsi di integrazione dopo la seconda accoglienza. Al termine del periodo nel Sai, infatti, le amministrazioni locali possono avviare altre iniziative con lo scopo di favorire l’autonomia individuale dei cittadini già beneficiari del Sai, con particolare riguardo a una maggiore formazione linguistica, all’orientamento lavorativo e ai servizi pubblici essenziali, e alla conoscenza dei diritti e dei doveri fondamentali sanciti dalla costituzione.

Il sistema di accoglienza straordinaria. Qualora si esaurissero i posti disponibili nei sistemi di prima e seconda accoglienza, le prefetture possono prevedere l’istituzione di Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e affidarli a soggetti privati mediante le procedure di affidamento dei contratti pubblici. All’interno di questi centri vengono accolti i richiedenti asilo, limitatamente al tempo necessario al trasferimento nelle strutture del Sai (d.lgs. 142/2015, articolo 11).

Dati

Con la crescita delle presenze nel sistema di accoglienza è andata aumentando la quota di persone accolte nei Cas, a scapito dei centri appartenenti al sistema ordinario a titolarità pubblica, chiamato negli anni Sprar, Siproimi e oggi Sai. Nel periodo considerato, infatti, il sistema ordinario è sempre stato minoritario, a vantaggio dei Cas, divenuto negli anni di gran lunga il maggioritario. L’anno in cui la percentuale di presenze nello sistema ordinario è stata maggiore è il 2021 (31,6% del totale delle presenze). Al contrario, gli anni in cui il peso del sistema ordinario è stato minore sono stati 2016 e 2017 (13,5%).

Analisi

La riforma del 2020 ha disegnato un sistema di accoglienza con caratteristiche molto più simili a quelle che aveva fino al 2018, prima dell’approvazione dei decreti sicurezza voluti dall’allora ministro dell’interno Matteo Salvini. Il ritorno della possibilità di accedere alla seconda accoglienza anche per i richiedenti asilo (e non solo per i già titolari di protezione) rappresenta una tra le disposizioni che danno la misura del cambio di indirizzo politico, rispetto al passato. Tuttavia, la divisione del Sai in due livelli preclude ai richiedenti asilo alcuni servizi volti all’integrazione. La seconda accoglienza, pur essendo orientata verso una maggiore integrazione e inclusione delle persone nel tessuto sociale, continua ad essere inoltre ampiamente sottoutilizzata, e per questo sottodimensionata rispetto alle necessità. Infatti, nonostante il peso percentuale del Sai rispetto al totale degli accorti sia andato aumentando negli anni, in termini assoluti il numero di persone nel sistema ordinario dal 2018 al 2021 è persino diminuito. A dimostrazione del fatto che la quota di presenze del Sai dipenda dall’oscillazione dell’accoglienza emergenziale, e non da politiche pubbliche volte a investire sul sistema ordinario.

Con l’avvio della XIX legislatura, la maggioranza che esprime il governo Meloni ha più volte preannunciato l’ennesima riforma del sistema, anche se a oggi l’esecutivo non è intervenuto con nuove modifiche.

 

Cosa sono le green communities

Cosa sono le green communities

Si tratta di progetti previsti dalla normativa in aree rurali e montuose. Hanno l’obiettivo di stimolare lo sviluppo sostenibile e l’autonomia dai grandi centri abitati.

Definizione

Le green communities sono piani di sviluppo sostenibile messi in atto a livello locale da piccole comunità con una serie di obiettivi. Come la gestione delle risorse del luogo per la produzione energetica, lo sviluppo del turismo sostenibile, l’integrazione dei servizi di mobilità con impatto minore, l’industria a “rifiuti zero” e la costruzione consapevole di strutture edilizie.

A livello legislativo, si inizia a parlare di green communities con la legge 221/2015 che promuove la predisposizione della rispettiva strategia nazionale. Non si specifica sul piano normativo una definizione precisa di questo modello ma si individuano i territori di applicazione, ovvero aree rurali e montane in cui c’è il desiderio di sfruttare le risorse presenti in un’ottica di sostenibilità ambientale senza tralasciare le implicazioni economiche e sociali.

[…] individua il valore dei territori rurali e di montagna che intendono sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono, tra cui in primo luogo acqua, boschi e paesaggio, e aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane, in modo da poter impostare […] un piano di sviluppo sostenibile non solo dal punto di vista energetico, ambientale ed economico […]

Questi progetti vengono messi in atto dai sindaci dei piccoli comuni e dai referenti di unioni di comuni oppure unioni montane in stretta collaborazione con realtà industriali e del mondo no profit, con un’attenzione particolare alle innovazioni tecnologiche che possono essere applicate sul territorio.

Dati

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede degli incentivi per questo tipo di progetti. All’interno del piano è infatti presente una particolare misura relativa alla creazione di 30 green communities sul territorio italiano.

135 milioni € finanziamenti previsti dal Pnrr per l’investimento delle green communities.

Nell’attuazione di progetti di green communitiesla tecnologia ha un ruolo importante. Si tratta secondo Uncem di un aspetto imprescindibile. Attraverso innovazioni su ampia scala locale si possono infatti ridurre i legami di dipendenza dai centri popolati.

Di questo vogliamo parlare. Di nuovi processi e nuove opportunità. Di tecnologia che fa bene alle aree interne del Paese, di rigenerazione di pezzi di territorio e di comunità che scelgono di puntare su nuovi obiettivi legati agli assi green e smart.

Uncem enfatizza come in questo senso la struttura smart grid possa essere di grande aiuto per lo sviluppo sostenibile delle piccole comunità. Si tratta di reti di distribuzione elettrica che gestiscono sovraccarichi e variazioni della tensione elettrica in modo più efficiente sfruttando determinati innovazioni tecnologiche. Anche per questo aspetto sono previsti dei fondi all’interno del Pnrr per il rafforzamento della rete.

3,61 miliardi € fondi previsti dal Pnrr per il rafforzamento della struttura smart grid.

Analisi

I progetti che il Pnrr finanzia in questo ambito hanno degli obiettivi ampi. Da una parte infatti si cerca di diminuire l’impatto ambientali migliorando l’efficienza e la capillarità della generazione di energia e gestione delle risorse e dall’altro di ridurre i divari di cittadinanza. Questa è una delle tre priorità trasversali presente all’interno del Pnrr a fianco di giovani e donne. Se per questi ultimi due aspetti la ragioneria generale dello stato aveva scritto dei report per definirne il monitoraggio, non è stato fatto lo stesso per questo ambito. La definizione degli obiettivi e il controllo dello stadio di avanzamento hanno un’importanza fondamentale, soprattutto all’interno di un progetto che può garantire numerose opportunità per il paese.

Un aiuto a livello finanziario può essere utile ma ci sono ulteriori difficoltà nell’applicazione di questo modello. La complessità nella definizione dell’ambito, non chiarissimo sul piano legislativo, è chiaramente un aspetto che incide sulla creazione di questi progetti. Dall’altra parte ci sono anche questioni legate ai territori, molto piccoli e sparsi, che dovrebbero strutturare questo tipo di interventi. Non bastano infatti soltanto gli interventi dei singoli sindaci, come puntualizzato da Uncem. In questo senso l’aggregazione di comuni in unioni può essere d’aiuto come altri tipi di associazioni locali.

Di certo non è possibile attuare tutto questo a livello di singolo Comune. La dimensione ottimale è quella dell’Unione montana, dell’ambito territoriale, della valle alpina.

 

San Patrizio

 

San Patrizio


Nome: San Patrizio
Titolo: Vescovo
Nascita: V secolo, Scozia
Morte: VI secolo, Down, Irlanda
Ricorrenza: 17 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
S. Patrizio, apostolo del Vangelo fra il popolo irlandese, nacque nella Scozia da agiati e pii genitori verso la fine del secolo quinto. La Divina Provvidenza che nei suoi arcani disegni, sempre infinitamente sapienti, destinava Patrizio a grandi cose nella Chiesa Cattolica, dispose che egli, ancor giovane, strappato dal grembo della famiglia, fosse condotto schiavo nell’Irlanda. Durante questa schiavitù, in cui il povero giovanetto ebbe a sentire tutta l’amarezza dell’abbandono e subire il disprezzo più avvilente ed inumano, la grazia del Signore plasmò il cuore del suo servo e lo predispose alla sua sublime missione.. Finalmente dopo dieci anni di sofferenze inenarrabili, potè ritornare in famiglia.

Patrizio, per prepararsi alla divina missione che da Dio gli era stata assegnata, si diede agli studi e all’esercizio delle virtù sacerdotali. Fu ordinato diacono, sacerdote e, prima di partire per l’evangelizzazione dell’Irlanda, fu consacrato vescovo.

Tra quelle popolazioni ancora barbare ed idolatre, S. Patrizio ebbe a soffrire la persecuzione ed il carcere. Ma tutto sopportò in pace, poiché il martirio fu sempre uno dei suoi desideri più intensi. Non vi fu luogo di quell’isola che non fosse visitato più volte dal Santo, nonostante che la sua vita corresse grave pericolo. Il Signore benedisse largamente le fatiche di questo novello Paolo, e quella terra pagana divenne la terra dei Santi. Le lotte che attraverso i secoli, specialmente contro il Protestantesimo, sostenne l’Irlanda per conservare integra la dottrina evangelica, gli esempi di fede e gli slanci di amore che quel popolo ha dimostrato ne sono prova evidente.

L’opera di Patrizio fu completa. Non solo convertì e battezzò tante e tante anime, ma molti giovani ricevettero gli ordini sacri, molte chiese furono innalzate e molte giovani si consacrarono al Signore nella vita religiosa.

Tra le virtù che particolarmente spiccarono nel Santo, ammirabile fu il suo distacco dalle cose di questo mondo. Delle tante offerte che i fedeli deponevano ai suoi piedi, nulla mai prese per sè, ma tutto dispensava ai poverelli.

Verso la fine della sua vita. scrisse La Confessione, libro in cui narra i principali avvenimenti della sua vita.

PRATICA. Un atto di fede nella Provvidenza di Dio.

PREGHIERA. Dio, che ti sei degnato di mandare il, beato Patrizio, confessore e Pontefice, a predicare il tuo Vangelo, concedi che per i suoi meriti e per la sua intercessione, possiamo compiere quanto ci comandi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Presso la città di Down, in Irlanda, il natale di san Patrizio, Vescovo e Confessore, il quale per primo annunziò Cristo in quell’isola, e rifulse per grandissimi miracoli e per virtù.

BENEDIZIONE DEL VIAGGIATORE IRLANDESE. Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, Iddio ti protegga nel palmo della sua mano