Archivi giornalieri: 15 marzo 2023

Assegni familiari e quote di maggiorazione di pensione per il 2023

 

Assegni familiari e quote di maggiorazione di pensione per il 2023

L’Istituto comunica i limiti di reddito familiare e mensile relativi al 2023 per il riconoscimento degli assegni familiari e della maggiorazione di pensione

Pubblicazione: 15 marzo 2023

Dal 1° gennaio 2023 sono stati rivalutati i limiti di reddito familiare ai fini della cessazione o riduzione degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione di pensione e anche i limiti di reddito mensili per l’accertamento del carico ai fini del diritto agli assegni stessi.

La  circolare INPS 14 marzo 2023, n. 28 individua i limiti di reddito familiare e mensile relativi al 2023 per il riconoscimento degli assegni familiari e della maggiorazione di pensione.

Le indicazioni fornite dalla circolare si applicano nei confronti dei soggetti esclusi dalla normativa sull’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF), ossia i coltivatori diretti, coloni, mezzadri e piccoli coltivatori diretti (per cui continua ad applicarsi la normativa sugli assegni familiari) e dei pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi (per cui continua ad applicarsi la normativa delle quote di maggiorazione di pensione).

Inoltre, è utile ricordare che, dal 1° marzo 2022, è stato istituito l’Assegno unico e universale per i figli a carico per effetto del quale non sono più riconosciuti gli assegni familiari ai nuclei con figli orfani.

Esonero del contributo addizionale: modalità di fruizione e importi

Esonero del contributo addizionale: modalità di fruizione e importi

La Commissione europea ha autorizzato gli esoneri dal versamento del contributo addizionale per i datori di lavoro

Pubblicazione: 15 marzo 2023

La Commissione europea ha autorizzato gli esoneri dal versamento del contributo addizionale previsti dal decreto emergenza Ucraina (decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21) e dal decreto Sostegni-ter (articolo 7, decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4).

L’INPS, con il messaggio 14 marzo 2023, n. 1022, fornisce ai datori di lavoro le indicazioni relative alle modalità di fruizione e i criteri utilizzati per determinare gli importi degli esoneri

Cosa sono e cosa fanno le commissioni d’inchiesta

Cosa sono e cosa fanno le commissioni d’inchiesta

Servono per indagare su materie di interesse pubblico. Lo fanno attraverso missioni e sopralluoghi, audizioni con ministri, l’approvazione di relazioni, con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.

Definizione

Le commissioni d’inchiesta sono regolate dall’articolo 82 della costituzione italiana e possono essere create ad hoc per svolgere indagini e ricerche su materie e argomenti di interesse pubblico, con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. Lo fanno attraverso missioni e sopralluoghi, audizioni con ministri, l’approvazione di relazioni, l’organizzazione di convegni e più in generale un accurato lavoro di studio e documentazione.

Possono essere di vario tipo: se bicamerali, si compongono sia di deputati che di senatori e devono essere formate per legge. Se monocamerali, per la costituzione basta una deliberazione della camera o del senato. In entrambi i casi l’atto istitutivo include: gli scopi, la composizione, poteri e limiti, disciplina del segreto, organizzazione interna e tetto di spese per il funzionamento.

A conclusione del loro lavoro, questo tipo di commissioni solitamente presenta delle relazioni finali che dovrebbero aiutare il parlamento a presentare ed eventualmente approvare alcuni atti (da ordini del giorno a disegni di legge) in linea con il contenuto del documento.

L’istituzione di una commissione (attraverso un atto) deve essere seguita dalla sua effettiva costituzione, con la nomina dei membri da parte dei singoli gruppi. Ciò non sempre avviene.

Dati

Nella XVIII legislatura (2018-2022) i disegni di legge presentati per l’istituzione di commissioni d’inchiesta sono stati 126 in totale. Di questi però solo 5 sono stati approvati definitivamente. Queste leggi hanno portato all’istituzione di altrettante commissioni d’inchiesta. Nello specifico si tratta delle commissioni su:

Tutte queste commissioni sono poi state effettivamente costituite. Ovviamente, come già detto, le commissioni d’inchiesta possono essere anche monocamerali. Tra il 2018 e il 2022 se ne contano 4 alla camera e 3 al senato. A Montecitorio, particolarmente significative le commissioni d’inchiesta sulle morti di Giulio Regeni e David Rossi e quella sulla tragedia della Moby Prince. Per quanto riguarda palazzo Madama invece si segnalano le commissioni sulla violenza di genere e sulla dipendenza da gioco d’Azzardo.

Per quanto riguarda l’attività svolta, possiamo osservare che nella XVIII legislatura le commissioni, sia mono che bicamerali, si sono riunite per un totale di circa 1.381 ore. Tra quelle più attive si citano la commissione antimafia (295 ore di lavoro suddivise in 193 sedute) e quella sul ciclo dei rifiuti (295 ore in 179 sedute). La meno attiva è stata, significativamente, quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che si è riunita solamente 23 volte per un totale di circa 16 ore.

Il ricorso a questo tipo di commissioni è stato abbastanza incostante negli ultimi 20 anni. Considerando complessivamente le commissioni d’inchiesta mono e bicamerali infatti vediamo che nella XIV legislatura (2001-2006) erano state 11. Mentre nelle due legislature successive il numero si era rispettivamente ridotto a 6 e 7. Nella XVII legislatura (2013-2018) si tocca il picco massimo con 15, valore che poi torna a diminuire nella XVIII legislatura con 12. A livello di commissioni bicamerali, il dato più elevato (5) si trova nella XIV e nella XVIII legislatura. Mentre per quanto riguarda le commissioni monocamerali è nella XVII legislatura che si trova il valore più elevato in assoluto (11).

È interessante notare che nel passaggio tra la XVII e la XVIII legislatura il numero di commissioni bicamerali è diminuito. Al contrario, a partire dalla XVI legislatura le commissioni monocamerali sono andate aumentando. Ciò può essere in parte ricondotto al fatto che per istituire queste commissioni non è necessaria l’approvazione di una legge. Questo rende più semplici e velocizza le procedure dato che non serve il via libera di entrambe le camere.

Per quanto riguarda la legislatura attualmente in corso, i disegni di legge (Ddl) presentati per l’istituzione di commissioni d’inchiesta sono 64. Tra queste se ne segnalano ben 3 che mirano ad approfondire la diffusione e la gestione dell’emergenza da Covid-19 nel nostro paese. Una è stata presentata al senato da Raffaella Paita (Azione-Iv), un’altra da Davide Faraone (sempre Azione-Iv) alla camera. L’ultima proposta infine è stata presentata da Riccardo Molinari (Lega) sempre a Montecitorio.

i Ddl presentati per l’istituzione di commissioni d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza pandemica.

Di tutti i Ddl presentati, per il momento soltanto 2 risultano aver già concluso il loro iter con l’approvazione definitiva. Si tratta delle commissioni antimafia e sul femminicidio e la violenza di genere. In entrambi i casi però le commissioni risultano non ancora costituite. 

Analisi

A quanto ammontano le importazioni di materie grezze in Europa Europa

A quanto ammontano le importazioni di materie grezze in Europa Europa

Nel 2021 i materiali grezzi erano il bene più importato nell’Unione europea. La dipendenza dall’estero per questi prodotti variava però ampiamente da paese a paese.

 

La produzione di un bene è un processo complesso che richiede macchinari e materiali di vario tipo. Di conseguenza, alcune economie si specializzano in alcuni prodotti rispetto ad altri. Per supplire a eventuali mancanze, si sono sviluppate numerose modalità di scambio con l’esterno, attraverso accordi specifici di natura legale e commerciale.

A livello economico, questo ha una chiara rilevanza. La bilancia commerciale, ovvero la differenza tra esportazioni e importazioni, è una parte della ricchezza di uno stato e per questo motivo si inserisce anche all’interno del calcolo del prodotto interno lordo (Pil). Si può misurare sia in valore monetario che in scambi fisici.

La bilancia commerciale fisica

Se la differenza tra import e export misurata in moneta è più o meno stabile, non si può dire lo stesso se viene invece analizzata dal punto di vista dei materiali. Secondo dati Eurostat, nel 2021, l’Unione europea ha introdotto dal resto del mondo 3,6 tonnellate pro capite di beni mentre ne ha esportate 1,6.

Le esportazioni di beni finiti hanno un valore maggiore.

Questa dinamica è dovuta principalmente alla differenza dei prezzi tra beni importati e beni esportati. L’Europa infatti introduce principalmente materiali grezzi che tipicamente hanno un basso valore calcolato al chilogrammo. Al contrario, ciò che viene venduto all’esterno spesso è un bene finito che riporta un valore maggiore calcolato al chilogrammo. È quindi interessante approfondire l’analisi andando a vedere quali erano i materiali più importati nell’Unione europea.

Nel 2021, il materiale più importato nell’Unione europea nel suo complesso era quello per la produzione di energia da fonti fossili. Si tratta di 2,2 tonnellate pro capite. Andando invece a vedere le esportazioni, erano maggiori quelle delle biomasse (0,5 tonnellate pro capite) e anche in questo caso i materiali per l’energia (0,5). Le importazioni di fonti fossili superavano comunque le esportazioni con un valore più che doppio. Caso contrario invece per le biomasse, unico tipo di materiale per cui l’export era maggiore dell’import.

Per poter effettuare un confronto tra i paesi, è utile considerare la bilancia commerciale fisica, che come abbiamo detto è il saldo tra esportazioni e importazioni. Se questo numero è negativo, significa che l’export supera l’import, se è positivo al contrario ciò che viene introdotto è maggiore rispetto a ciò che viene commerciato oltre i confini. Approfondiamo più nel dettaglio questa dinamica a livello di singoli stati europei.

Con 21,7 tonnellate a persona, il Lussemburgo era lo stato in cui nel 2021 le importazioni superavano di più le esportazioni. Si trattava di un valore particolarmente alto rispetto a quello di altri paesi. Seguivano Malta (7,6), Belgio (6,1) e Danimarca (5,5). Erano invece quattro i paesi dell’Unione in cui le esportazioni erano maggiori. Si trattava della Bulgaria (-0,1 tonnellate a persona), della Svezia (-0,8), dell’Estonia (-2,2) e della Lettonia (-4,1). In questo scenario, l’Italia assieme alla Germania era l’ottavo paese per differenza import-export. Al pari della Germania riportava 2,7 tonnellate pro capite. Per tutti i paesi, le importazioni sono principalmente composte da materiali non lavorati.

Il consumo delle materie grezze

La necessità di importare questo tipo di beni è chiaramente innescata da una domandaEurostat ha cercato di calcolare considerando i consumi domestici e industriali ma le stime sono molto incerte. Si considera il fabbisogno nel suo complesso, compreso di importazioni e esportazioni.

Il consumo di materiali grezzi all’interno dell’Unione europea è in calo. Il picco maggiore è stato registrato tra il 2007 e il 2008, appena prima della crisi economica, che corrisponde a 18 tonnellate pro capite. Nel 2020, questo valore si attestava a 13,7 tonnellate a persona, all’incirca 6,1 miliardi di tonnellate in totale.

Nello stesso anno, tra i materiali più utilizzati vi erano i minerali non metallici. Questo è legato alle attività dell’industria delle costruzioni. L’utilizzo di materiali energetici stava invece vivendo un calo progressivo, con circa 1 punto percentuale di riduzione annuale.

Foto: Billy Freeman – licenza

 

Normativa

06MAR2023

CCNL Gomma Plastica: sciolta la riserva sull’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto

In data 26 gennaio 2023 è stata sottoscritta, tra la Federazione Gomma Plastica ed i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore, che occupa circa 150 mila lavoratori impiegati in quasi 5500 imprese.

02MAR2023

Fondo mètaSalute: procedura autocertificazione nucleo familiare iscritto gratuitamente

Il Fondo Metasalute comunica a tutti i iscritti che dal 20 febbraio al 20 marzo 2023 sarà attiva la procedura per l’autocertificazione del nucleo familiare iscritto in forma gratuita.

20FEB2023

CIFA: rivedere il Superbonus del 110% e sbloccare i crediti

CIFA Italia, in un comunicato stampa del 20 febbraio 2023, chiede al Governo di rimodulare il Superbonus del 110% per migliorare l’efficientamento energetico e sbloccare velocemente i crediti incagliati.

03FEB2023

CCNL: rinnovo del contratto per i dipendenti da aziende di panificazione

Lo scorso 13 gennaio, è stata raggiunta l’intesa tra Assipan, con l’assistenza di Confcommercio-Imprese per l’Italia, e le organizzazioni sindacali Flai Cgil, Fali Cisl e Uila Uil, per il rinnovo del CCNL per il personale dipendente da aziende di panificazione anche per attività collaterali e complementari, nonché da negozi di vendita al minuto di pane, generi alimentari e vari.

31GEN2023

Inail – Ebiten: prorogato protocollo per prevenire gli infortuni sul lavoro

Inail Dr Liguria, Confsal, Ebiten e Sistema Impresa hanno prorogato il Protocollo d’intesa finalizzato alla realizzazione di un programma di azioni e interventi diretti a rafforzare il sistema regionale della prevenzione, con particolare riguardo alla promozione della cultura della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.

30GEN2023

CCNL Gomma Plastica: sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto

In data 26 gennaio 2023 è stata sottoscritta, tra la Federazione Gomma Plastica ed i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore, che occupa circa 150 mila lavoratori impiegati in quasi 5500 imprese.

26GEN2023

ARAN: CCNL del personale del comparto funzioni locali – 2019-2021

L’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) ha pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale n. 25 del 25 gennaio 2023, il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto funzioni locali – Triennio 2019-2021

19GEN2023

CIFA: proposta per il Governo: “definire un sistema di tassazione attrattivo per i freelance”

CIFA Italia, in un comunicato stampa del 19 gennaio 2023, fa una proposta al Governo: “Definire un sistema di tassazione attrattivo per i freelance”.

12GEN2023

Fondo Professioni: presentazione dei piani formativi su quattro Avvisi

Il Consiglio di Amministrazione di Fondoprofessioni ha deliberato la pubblicazione di sei Avvisi, destinati al finanziamento della formazione dei dipendenti degli Studi/Aziende.

15DIC2022

CCNL: Protocollo Straordinario Confcommercio

Nell’ambito del percorso negoziale per il rinnovo del CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi, è stato sottoscritto, in data 12 dicembre 2022, un Protocollo Straordinario di Settore tra Confcommercio-Imprese per l’Italia e le OO.SS. di categoria Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs.

14DIC2022

Cooperative: firmato un Protocollo straordinario

Le società cooperative della grande distribuzione e le organizzazioni sindacali di settore, nelle more del rinnovo del CCNL per il quale sono in corso trattative, hanno sottoscritto, in data 12 dicembre 2022, un accordo con il quale viene riconosciuta una “una tantum” di 350 euro in due tranche, parametrata sul quarto livello, e, a partire dal mese di marzo 2023, una somma mensile di 30 euro quale anticipo dei futuri aumenti contrattuali.

25NOV2022

CIFA: accreditamento delle piattaforme per una formazione tracciabile

Cifa e Confsal insieme con Fonarcom propongono l’accreditamento delle piattaforme per una formazione tracciabile.

18NOV2022

ARAN: Comparto Funzioni locali – sottoscritto il CCNL definitivo

Il 16 novembre 2022 l’Aran e i sindacati hanno sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il triennio 2019-2021, relativo ai circa 430.000 dipendenti del Comparto delle Funzioni locali.

08NOV2022

Fonarcom: Nasce DGTales, la Community di Fonarcom dedicata al Digital Learning

Fonarcom informa della nascita di DGTales, la Community dedicata al Digital Learning.

07NOV2022

ARAN: sottoscritto il testo del CCNL del Comparto Sanità 2019-2021

In data 2 novembre 2022 l’Aran e le parti sindacali hanno definitivamente sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro relativo al personale del Comparto Sanità per il triennio 2019/2021.

26SET2022

CIFA Italia: corso di Contrattazione collettiva aziendale di qualità

CIFA Italia, in un comunicato stampa del 26 settembre 2022, informa l’avvio di un corso di Contrattazione collettiva aziendale di qualità per i nuovi modelli organizzativi.

09SET2022

CIFA: FederItaly entra nel sistema associativo CIFA Italia

CIFA Italia, in un comunicato stampa dell’8 settembre 2022, informa che FederItaly, federazione di imprese per la Tutela e Promozione del Made in Italy, entra nel sistema associativo CIFA Italia.

05SET2022

ENPACL: dichiarazione obbligatoria 2022

L’ENPACL (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Consulenti del Lavoro) informa che a partire da giovedì 1° settembre è disponibile nell’area riservata dei ‘Servizi ENPACL on line’ la procedura per rendere la dichiarazione obbligatoria del volume d’affari IVA e del reddito professionale prodotti nell’anno 2021.

25AGO2022

ARAN: il CCNQ per la definizione della composizione delle aree di contrattazione collettiva nazionale

L’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) comunica di aver sottoscritto, in data 10 agosto 2022, il CCNQ per la definizione della composizione delle aree di contrattazione collettiva nazionale di cui all’art. 7 del CCNQ 3 agosto 2021.

13AGO2022

CIFA: Programmi elettorali – l’appello ai partiti

Il presidente di CIFA Italia, Andrea Cafà, ha pubblicato, in data 12 agosto 2022, un comunicato stampa con il quale fa un appello ai partiti politici: “Si presti grande attenzione ai titolari di partita Iva ai professionisti e alle micro e piccole imprese”.

11LUG2022

EBIPRO: Studi professionali – rimborso delle spese sostenute per il trasporto pubblico

EBIPROinforma che in via sperimentale e nei limiti delle risorse stanziate, al fine di incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico, rimborsa ai dipendenti di datori di lavoro in regola con i versamenti alla bilateralità (C.A.DI.PROF/E.BI.PRO.) e con un’anzianità contributiva di almeno 6 mesi al momento della richiesta, parte delle spese sostenute a titolo personale per l’utilizzo in abbonamento del trasporto pubblico nel tragitto casa-lavoro e viceversa.

11LUG2022

Fonarcom: La FaD non è misura emergenziale ma un ulteriore ambiente formativo

Il presidente di Fonarcom, Andrea Cafà, presenta la costituzione di una Community che, a settembre, accoglierà i professionisti della formazione.

07LUG2022

FONDO EST: GDPR 2016/679 – nuova procedura censimento utenze

Il Fondo EST (Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dei settori terziario, turismo servizi e settori affini) ha pubblicato la circolare n. 3 del 4 novembre 2021, con la quale comunica che dal 4 luglio 2022 è richiesto, alle aziende, ai consulenti e ai centri servizi che accederanno alla piattaforma, di accreditarsi nominalmente, così come previsto dalla vigente normativa.

30GIU2022

ENPACL: erogazione automatica del bonus 200 euro ai pensionati

L’ENPACL (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Consulenti del Lavoro) informa che, con riferimento alla indennità di 200 euro, di cui all’articolo 32 del decreto-legge n. 50/2022, definite le istruttorie, provvederà d’ufficio, entro il mese di luglio 2022, alla liquidazione dell’importo spettante agli aventi diritto, senza necessità per gli stessi di produrre apposita domanda.

28GIU2022

CCNL: firmato il rinnovo del contratto collettivo Federcasse

Federcasse e le Segreterie Nazionali delle organizzazioni sindacali del Credito Cooperativo – Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Ugl Credito – hanno sottoscritto, in data 11 giugno 2022, l’accordo di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i circa 36 mila dipendenti appartenenti alle Aree Professionali e Quadri Direttivi del sistema del Credito Cooperativo italiano, scaduto il 31 dicembre 2019.

27GIU2022

FESTIVAL DEL LAVORO: debutta il nuovo CCNL per gli Studi professionali

E’ stato presentato al Festival del Lavoro, dello scorso giugno 2022, il nuovo Ccnl per gli studi professionali.

23GIU2022

CIFA-Confsal: salario minimo – condivisibile la posizione del ministro Orlando

Cifa e Confsal, in un comunicato stampa emesso a latere di un evento organizzato da Fonarcom e da Cifa Italia al Festival del Lavoro 2022, hanno condiviso la posizione del ministro Orlando in materia di salario minimo.

21GIU2022

CCNL Chimico Farmaceutico: intesa sul rinnovo – triennio 2022-2025

In data 13 giugno 2022 è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore chimico farmaceutico tra le rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e quelle aziendali di Federchimica e Farmindustria.

14GIU2022

CCNL: Metalmeccanica Confapi – adeguamento dei minimi retributivi

In adempimento a quanto stabilito nell’Accordo di rinnovo del Ccnl Metalmeccanica – Confapi, del 26 maggio 2021, è stato sottoscritto, in data 9 giugno 2022, tra Unionmeccanica, Confapi e Fim-CISL, Fiom-CGIL e Uilm-UIL, l’accordo in materia di adeguamento dei minimi contrattuali, indennità di trasferta e indennità di reperibilità.

30MAG2022

CIFA: alta formazione e patti territoriali

Il presidente dell’associazione di imprese CIFA Italia, Andrea Cafà, in un comunicato stampa del 30 maggio 2022, in tema di Alta formazione delle imprese, afferma come i Patti territoriali debbano essere la leva per costruire un efficace “ecosistema della formazione permanente”

Santa Luisa de Marillac

 

Santa Luisa de Marillac


Nome: Santa Luisa de Marillac
Titolo: Vedova e religiosa
Nome di battesimo: Luisa di Marillac
Nascita: 12 agosto 1591, Le Meux, Francia
Morte: 15 marzo 1660, Parigi, Francia
Ricorrenza: 15 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettrice:
delle opere sociali
Beatificazione:
9 maggio 1920, Roma , papa Benedetto XV
Canonizzazione:
11 marzo 1934, Roma , papa Pio XI
Sebbene nata il 12 agosto 1591, si può dire che Luisa di Marillac è una Santa d’oggi e per oggi.

Proveniente da famiglia agiata, fin dalla fanciullezza frequenta gli studi propri della sua età e diviene abile nello svolgere i lavori domestici. Nella giovinezza prova una prima esperienza religiosa: vuole entrare nelle Suore Cappuccine, ma l’idea non ebbe seguito soprattutto per motivi di salute. A ventidue anni, morto il padre ed essendo già orfana di madre, sposa Antonio Le Gras, uomo onesto e credente. Alla fine di questo stesso anno diviene madre. Sempre fedele alla sua vita di pietà e all’amore verso i bisognosi, ha la fortuna di trovare nel suo cammino uomini che furono luminari nella sua epoca, come S. Francesco di Sales, i cui consigli dovevano esserle di così grande conforto in alcune difficoltà.

Vedova nel 1625 si vede libera di darsi interamente alla sua ardente vocazione: la carità verso i poveri. L’incontro con S. Vincenzo de’ Paoli darà il definitivo orientamento nella via del bene al quale vuole consacrarsi. Parigi conosce lo zelo, l’ardente carità di questa donna. Per opera di lei e per iniziativa di S. Vincenzo de’ Paoli sorge la Congregazione delle Figlie della Carità. Alle prime giovani contadine, giacché furono bonnes filles de champ le sue prime Suore, così diceva: «Onorate anche i malati e considerateli come i vostri padroni». Il loro campo d’azione è vasto e si estende dalla strada, da cui raccolgono gli infelici abbandonati, alle visite a domicilio, all’assistenza ai poveri.

Nelle umili e faticose opere della carità le Figlie della Marillac erano animate dai santi ideali che S. Vincenzo de’ Paoli fissava nella prima conferenza alla novella comunità: « Perfezionarsi senza sosta, per fare sempre più e meglio, per divenire migliori e più sante, per sempre far più bene attorno a sè »; e più tardi, parlando della regola che allora s’iniziava: « Le Figlie della Carità avranno per monastero una casa di malati, per cella una camera in affitto, per chiostro le strade della città o le sale degli ospedali, per clausura l’obbedienza, per cancello il timor di Dio, per velo la santa modestia ». Idee queste del tutto rivoluzionarie in quell’epoca.

Passando gli anni le opere si moltiplicano: l’assistenza agli anziani, piccole scuole, ricoveri ai ragazzi senza tetto e il difficile apostolato fra i galeotti.

La caratteristica dell’opera della Santa è stata l’unione di due generi di vita: una solida e profonda pietà fondata sulla preghiera costante e viva, e una carità ardente, che spinge all’azione, all’apostolato, a darsi a tutti per l’amore di Dio. E questo nel lontano ‘600, quando tale genere di vita religiosa era sconosciuto alle donne che si consacravano a Dio. Le prime fatiche della Santa e delle sue compagne ebbero la fortuna, cosa insolita nelle opere del Signore, di essere ricompensate abbondantemente. Durante il primo anno di lavoro ben 760 persone traviate furono ricondotte a Dio.

Nel febbraio del 1660 Luisa s’ammalò per non rialzarsi più. Sono giorni di atroce sofferenza fisica: « Figlie mie, bisogna soffrire prima di morire ». « Vivete da buone cristiane ». Queste le ultime due raccomandazioni. Il giorno 15 marzo 1660 Luisa di Marillac s’addormenta nel Signore.

Venne beatificata il 9 maggio 1920 e canonizzata l’11 marzo 1934 dal Papa Pio XI.

PRATICA. La carità ardente e lo zelo apostolico sono segni sicuri della divina predilezione.

PREGHIERA. O Dio, Nostro Signore, degnati d accendere nelle anime nostre il fuoco della carità, per chè col suo bagliore possiamo illuminare le vie di que sto mondo, come un giorni:, fece S. Luisa di Marillac

MARTIROLOGIO ROMANO. A Parigi santa Luisa de Marillac, vedova Le Gras, Fondatrice, insieme con san Vincénzo de’ Paoli, delle Figlie della Carità, zelantissima nel soccorrere i poveri, dal Papa Pio undecimo ascritta nei fasti delle Sante

L’ Autonomia differenziata? Si combatte con lo stato federale non con il neocentralismo statale

L’Autonomia differenziata? Si combatte con lo stato federale non con il neocentralismo statale

15 Marzo 2023

[Francesco Casula]

Qualche decennio fa la Sinistra, sia pure timidamente, aveva fatto irruzione nei territori del federalismo e dintorni. Salvo ritrarsi subito.

Ed oggi si ripresenta con il suo volto abituale. unitarista e statoiatrico. L’occasione le è stata offerta dalla rivendicazione, da parte di due Regioni del Nord (Lombardia e Veneto), della cosiddetta Autonomia differenziata. Sia ben chiaro la rivendicazione nordista è da combattere: non ha niente a che fare con il federalismo e l’autonomia: semplicemente vuole accaparrarsi ulteriori poteri e risorse finanziarie statali a detrimento del Meridione e della Sardegna. Ma si respinge la pretesa nordista attaccando e non stando in difesa o, peggio evocando un unitarismo e neocentralismo antistorico e suicida.

Occorre infatti capire e conoscere, che al di là dell’ormai vuota e becera retorica sulle “magnifiche sorti e progressive” del cosiddetto Risorgimento, quel processo lungi dal realizzare “l’Unità”, ha creato due Italie: una ricca e una povera, una sviluppata e l’altra sottosviluppata: non a caso un intellettuale meridionalista come il calabrese Nicola Zitara, ha intitolato un suo saggio storico: ”Unità d’Italia: nascita di una colonia”.

Con immani disuguaglianze territoriali e divari, tutt’ora presenti e che anzi, nel tempo continuano ad aumentare, amplificando la forbice e il differenziale, non solo nello sviluppo economico (PIL) me nella cultura, nell’istruzione, nell’innovazione. Ebbene, a fronte ci ciò e della rivendicazione di “Autonomia differenziata” da parte delle due regioni del Nord occorre rispondere non in difesa dello status quo o, evocando e rifacendosi alla Costituzione della Repubblica “una e indivisibile”. E in Sardegna a un rachitico e impotente “Regionalismo” e “Autonomismo”: merce ormai inservibile e scaduta da decenni. Occorre andare in attacco, come Sardi intendo, rivendicando un nuovo Statuto speciale: quello attuale, da tempo oramai è fallito.

Nato nel lontano 1948,  già depotenziato, debole e limitato –  più simile a un gatto che a un leone, secondo la colorita espressione di Lussu –  lo Statuto sardo in questi circa 75 anni di storia si è rivelato, sostanzialmente, un fallimento. Molte le cause. Ad iniziare da quella che lo storico Francesco Cesare Casula individua con nettezza scrivendo: “Nello Statuto sardo non c’è nessun preambolo che supporti le ragioni dell’essere, nessuna coscienza storica che giustifichi il perché dovremmo essere trattati diversamente dalle altre 19 regioni italiane. Esso apre con un desolante titolo l: «La Sardegna con le sue isole è costituita in regione autonoma fornita di personalità giuridica entro l’unità politica della Repubblica italiana, una e indivisibile, sulla base dei principi del­la Costituzione e secondo il presente statuto …» “.

In altre parole, secondo il nostro storico medievista “Lo Statuto sardo, difetta di un preambolo giustificativo nella contrattazione col governo centrale, ben presente nello Statuto catalano, che fonda la sua contrattazione sulla peculiarità nazionale promanante dall’ antico Principato di Catalogna. Ed è quanto purtroppo manca da noi. sebbene abbiamo più ragioni dei Catalani di rifarci alla storia per una rivendicazione autonomistica non solo speciale ma particolare”.

Ma se puranco i legislatori della Costituente e i padri della nostra Autonomia non avessero voluto tener conto di tutto ciò, almeno avrebbero dovuto partire, nella formu­lazione dello Statuto, da un dato difficilmente contestabile: essere la Sardegna una nazione, avendo una sua peculiare e specifica identità etno-storica-culturale-linguistica. In realtà i Costituenti che dotano la Sardegna di uno “Statuto speciale” questo lo sanno e lo riconoscono. Perché altrimenti uno Statuto speciale all’Isola? Per motivi econo­mici? Ovvero per la povertà, l’arretratezza e il sottosviluppo? E come spiegare allora che non verrà concesso uno Statuto speciale a molte regioni italiane sicuramente allora più povere, arretrate e sottosviluppate? Come la Lucania o l’Abruzzo?

Il motivo economico –  peraltro ben documentato dall’ articolo 13, che è la cartina di tornasole della scelta politica: “Lo Stato italiano col concorso della Regione, dispone un piano organico per favorire la Rinascita economica e sociale dell’Isola”  è la foglia di fico per nascondere i veri motivi – storici-culturali-linguistici –  che se riconosciuti formalmente, avrebbero dato vita a ben altro Statuto, a ben altri poteri della Regione, ad iniziare pro­prio dal versante culturale-linguistico, che non a caso sono del tutto assenti.

Occorre inoltre aggiungere che in questi 75 anni ha subito un processo di progressi­vo svuotamento e di compressione sia dall’esterno, cioè da parte dello Stato centrale, sia dall’interno, ovvero da parte delle forze politiche dirigenti sarde, che non sanno usare e, spesso, non vogliono utilizzare, gli stessi strumenti, possibilità e spazi che l’autonomia regionale offriva.

Basti pensare a questo proposito alla vicenda delle norme di attuazione, che avrebbero dovuto riempire di contenuti le astratte previsioni statutarie, stabilendo quali dovevano essere i poteri reali della Regione nelle materie attribuite alla sua competenza. Queste norme o vengono emanate tardi, o non vengono emanate per niente, o vengono emanate in modo ecce­zionalmente riduttivo. E comunque non vengono quasi mai realizzate. Ciò per con­statare come le forze politiche sarde abbiano svilito la stessa limitata autonomia. statutariamente riconosciuta.

Non solo. Nato come Statuto speciale, oggi risulta dotato di meno poteri delle regioni a Statuto ordinario costituite nel ’70, e di fatto, rappresenta oramai un ostacolo alla realizzazione di una vera Autonomia, o peggio: serve solo come copertura alla gestione centralistica della Regione da parte dello Stato, di cui non ha scalfito per niente il centralismo. Paradossalmente lo ha perfino favorito, consentendo ai Sardi solo il succursalismo e l’amministrazione della propria dipendenza.

La Regione sarda di fatto, in questi 75 anni di storia, ha operato come mera struttura di decentramento e di articolazione burocratica dello Stato e come centro di raccordo e di mediazione fra gli interessi dei gruppi di potere locali e la rapina neocolonialista, soprattutto del Nord: esemplare in questo è la vicenda della industrializzazione petrol­chimica.

Da tempo, perciò, possiamo ormai considerare consumato il suo fallimento storico contestuale a quello della cosiddetta Rinascita: ma fino ad oggi sono falliti miseramente anche i tentativi di un suo rilancio, prima attraverso la cosiddetta politica contestativa e rivendicazionistica della Regione nei confronti dello Stato degli anni ’70 e, più recentemente, nei decenni scorsi, attraverso una Commissione nominata ad hoc dal Consiglio Regionale.

Oggi è giunto il momento di imboccare decisamente la strada del rifacimento dello Statuto Sardo, una nuova Carta de Logu, come vera e propria Carta Costituzionale di Sovranità per la Sardegna, che ricontratti su basi federaliste il rapporto Sardegna-Stato Italiano, Sardegna-Europa e che, partendo dal­l’identità etno-nazionale dei Sardi, ne sancisca il diritto a realizzare l’autogoverno, l’autodecisione, l’autogestione economica e sociale delle proprie risorse e del territorio, il diritto a usare e valorizzare la propria lingua e cultura, a gestire la scuola, i trasporti, il credito, le finanze e l’ordine pubblico. Il potere, infine, in settori fondamentali quali la difesa e i rapporti internazionali, di esprimere parere vincolante in merito a tutte le iniziative che tocchino gli interessi vitali della Sardegna.

Se non si fa questo, si abbaia alla luna: e mentre il Nord, con la sua “Autonomia differenziata” correrà, noi continueremo a stare fermi. Anzi: a andare dietro. Beati e beoti con la nostra “Insularità” in Costituzione. Ovvero con il nulla.

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