Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102

Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102

Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102.
Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102.

Riforma pensioni flessibili: con le combinazioni dei requisiti di quota 100 o di quota 102, si consentirebbe l’uscita a 9 ultrasessantenni su 10

Dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro arriva una proposta di riforma delle Pensioni “davvero flessibile” che, se attuata, consentirebbe di combinare i requisiti di uscita dell’età e dei contributi versati per arrivare alla quota 100 (non più in vigore) o alla quota 102.

Le varie combinazioni permetterebbero di mandare in pensione fino a nove ultrasessantenni su dieci con la quota 102 e a guadagnarne sarebbe anche il mercato del lavoro che beneficerebbe di un livello elevato di ricambio generazionale.

Lo studio dei consulenti del lavoro si intitola “Alla ricerca della vera flessibilità: una nuova quota”, proprio a testimonianza del fatto che, combinando diversamente, in maniera flessibile e non più rigida come la normativa previdenziale richiede attualmente, due misure come quota 100 e quota 102, si potrebbe arrivare alla soluzione del problema dei troppi ultrasessantenni ancora presenti nel mondo del lavoro.

 
 

Riforma pensioni con quota 100 e quota 102 più flessibili: chi potrebbe uscire in anticipo dal lavoro?

Sulla base della proposta di riforma delle pensioni elaborata dal Centro Studi dei Consulenti del Lavoro, la platea degli interessati a misure di flessibilità negli anni immediatamente a venire sono gli ultrasessantenni. In particolare, la Fondazione ha preso a riferimento i contribuenti attivi tra i 61 e i 66 anni (circa 1 milione e 472mila lavoratori) di età dunque immediatamente precedente alla minima richiesta per quota 100 e a quella immediatamente prima dei 67 anni necessari per la pensione di vecchiaia.

Nello studio dei consulenti, chi oggi lavora e potrebbe agganciare i vecchi requisiti della quota 100 o quelli attuali della quota 102, ha un’anzianità contributiva insufficiente per lasciare il mondo del lavoro.

 

Superando la rigidità del requisito anagrafico di 62 anni e di quello contributivo di 38 anni per la quota 100, o l’età di 64 anni e i 38 di contributi per la quota 102, si potrebbero mandare in pensione quasi tutti i lavoratori che hanno superato i 62 anni di età.

Pensioni, spunti per la riforma: uscita combinando età e contributi di quota 100 e quota 102

Nel dettaglio, una riforma davvero flessibile delle pensioni potrebbe consentire a chi ha compiuto i 62 anni di età richiesti per la quota 100 ma ha un numero di anni di contributi inferiore a 38, di poter essere aiutato ad anticipare la pensione.

 

Permettendo agli ultrasessantenni di arrivare a quota 100 sommando età e contributi senza vincoli (ad esempio, età di 65 anni e 35 di contributi) si otterrebbe l’81% in più di pensionamenti rispetto alle uscite con le attuali regole.

È evidente che lo stesso risultato flessibile si otterrebbe con lavoratori che hanno superato i 38 anni di contributi ma non hanno compiuto ancora i 62 anni di età (o i 64) per una delle due quote. Prendendo “in prestito” gli anni dai contributi per aggiungerli all’età anagrafica, una siffatta quota 100 “flessibile” permetterebbe di mandare in pensione anticipata i 61enni e i 62enni, le due età che da sole concentrano circa 700mila lavoratori ancora attivi.

 

Pensioni a quota 102: con la flessibilità età-contributi, nel 2022 uscita per 9 lavoratori su 10

A beneficiare di una riforma flessibile delle pensioni sarebbero, in ogni modo, soprattutto i lavoratori che oggi hanno 65 e 66 anni, i quali hanno raggiunto l’età minima richiesta dall’attuale quota 102 (64 anni) ma non hanno gli anni di contributi richiesti (38 anni).

Sulle elaborazioni dei consulenti del lavoro sulla popolazione attiva attuale di ultrasessantenni, con la quota 102 introdotta per le pensioni del 2022 potrebbero uscire nove lavoratori su dieci. Esattamente l’88,7% dei lavoratori, soprattutto di 66 anni, potrebbe andare in pensione con la quota 102 semplicemente con una combinazione vecchiaiaanzianità differente rispetto all’abbinamento 64+38 richiesto ad oggi.

 

In linea di massima, ipotesi di questo tipo consentirebbero soprattutto ai lavoratori più vicini alla pensione di vecchiaia di poter anticipare di uno, due o tre anni l’accesso alla pensione. Attualmente questi lavoratori, pur avendo superato l’età minima per la quota 100 o 102, non possono anticipare l’uscita perché non hanno maturato i requisiti contributivi.

 
Pensioni, ipotesi di riforma combinando età e contributi di uscita a quota 100 e 102ultima modifica: 2022-05-29T17:54:24+02:00da vitegabry
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