Archivi giornalieri: 22 gennaio 2022

il manifesto

ITALIA

Udine, schiacciato da una putrella al termine dello stage scuola-lavoro

Doveva essere il suo ultimo giorno di lavoro, a conclusione di uno stage di Alternanza scuola-lavoro. L. P. uno studente di soli 18 anni dell’Istituto Bearzi di Udine, ha invece perso la vita ieri pomeriggio in un’azienda meccanica di Lauzacco, in provincia di Udine, in seguito a un incidente. Il ragazzo stava eseguendo lavori di carpenteria meccanica quando una putrella (una trave d’acciaio) gli è caduta addosso, uccidendolo.

L. P. aveva compiuto 18 anni a fine novembre e stava frequentando un progetto di PCTO – Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento – la vecchia Alternanza scuola-Lavoro, in forza di una convenzione tra l’istituto superiore che frequentava a Udine e un’azienda meccanica che si occupa di realizzare bilance stradali. Sul posto della tragedia sono subito accorsi i genitori. Indagini in corso da parte dei carabinieri di Palmanova e degli ispettori dell’Azienda sanitaria. Il giovane è stato subito soccorso prima dai colleghi di lavoro e poi dal personale del 118, coadiuvato dall’elisoccorso, quindi dai vigili del fuoco e i carabinieri della Compagnia di Palmanova, ma ogni tentativo di salvarlo è risultato vano.

«È un dolore senza fine questa sequela di vittime innocenti che perdono la vita mentre si guadagnano il pane, lavoratori anziani su impalcature, giovani che si affacciano ai cantieri, madri e padri di famiglia uccisi dai macchinari», è stato i commento della capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, per la quale «non si può pagare un simile prezzo per costruire la ripresa del Paese». Il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra parla invece di « fatto di una gravità inaudita, indegno per un paese civile». « Lo stage in un’azienda dovrebbe garantire il futuro ad un giovane, non condurlo alla morte. Non ci sono parole per commentare questa tragedia orribile», ha anche scritto il sindacalista su Twitter.

Ape Sociale

Ape sociale 2022 INPS, domanda al via per il riconoscimento dei requisiti

Dal 18 gennaio sono riaperti i termini di domanda di APE Sociale 2022, come da proroga introdotta in Legge di Bilancio 2022.

APE sociale rafforzata 2022

Ape sociale 2022: l’Inps ha rilasciato il messaggio n. 274 del 20 gennaio con il quale recepisce la proroga al 2022 dell’Anticipo pensionistico e comunica quindi la proroga della sperimentazione al 31 dicembre 2022. Pertanto, le domande per il riconoscimento delle condizioni per la “pensione anticipata social” sono state riaperte a fare data dal 18 gennaio.

Da tale data sono pertanto disponibili online sul portale dell’Istituto, nella sezione riservata “Moduli” in ”Prestazioni e servizi”, anche i modelli per le attestazione che i datori di lavoro devono rilasciare ai lavoratori fini della domanda di APE sociale, differenziati fra: lavoratore dipendente del settore privato, del settore pubblico (AP148) o un lavoratore domestico (AP149). Ricordiamo che la Manovra 2022, oltre a prorogarne i termini, ha anche allargato la platea dei beneficiari, come vedremo in seguito (cd. APE Sociale Rafforzata).

Infine l’INPS chiarisce che a breve renderà disponibile una nuova circolare, con ulteriori istruzioni sulle modifiche introdotte alla normativa in materia dalla legge n. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022).

Ecco i dettagli.

Ape sociale 2022: cos’è e come funziona

L’Ape sociale, acronimo di anticipo pensionistico, è stato disciplinato originariamente dall’articolo 1, co. 179 della legge 232/2016 (Legge di Bilancio 2017). Si tratta di un reddito ponte, ossia un sussidio economico, in favore di lavoratori in prossimità di pensione e in particolari condizioni lavorative.

Chiaramente, per accedervi è necessario essere in possesso di una determinata età anagrafica, oltre a un certo numero minimo di contributi.

Quindi, per accedervi è innanzitutto necessario essere in possesso di un’età anagrafica minima di 63 anni. Inoltre, vale soltanto per determinati lavoratori dipendenti, ossia coloro che sono iscritti all’Ago e ai fondi ad essa esclusivi o sostitutivi e i lavoratori gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Vi rientrano anche i lavoratori della gestione separata dell’INPS.

Quali sono le condizioni minime da rispettare

Inoltre, il richiedente deve:

  • aver maturato entro il 31 dicembre 2021 almeno 30 anni (o 36 anni di contributi per i lavori gravosi), a seconda della categoria di appartenenza, con un massimo di 2 anni di sconto per le donne;
  • aver cessato l’attività lavorativa;
  • essere residenti in Italia;
  • essere privo di una pensione diretta in Italia o all’estero;
  • maturare una pensione di vecchiaia di importo non inferiore a 1,4 volte l’importo della pensione minima dell’INPS (718,20 euro circa).

Ape sociale 2022 chi ne ha diritto

Ad integrazione delle predette condizioni, i lavoratori interessati devono rientrare in una delle seguenti condizioni di tutela:

  • disoccupati;
  • invalidi (superiore o uguale al 74%);
  • caregivers (soggetti che assistono parenti disabili da almeno sei mesi)
  • addetti a mansioni cd. gravose contenuti nel Decreto 18 aprile 2018: questo elenco è stato aggiornato dalla Legge di Bilancio 2022 con la cosiddetta APE Sociale rafforzata.

Termini per la certificazione del diritto

Come anticipato in premessa, per accedere all’Ape sociale occorre attestare la certificazione del diritto entro le finestre temporale. La prima inizia il 18 gennaio e scade il 31 marzo 2022.

Ape sociale 2022, come fare domanda

La domanda, si ricorda, è un adempimento preliminare alla domanda vera e propria, che consiste nella certificazione dei requisiti d’accesso all’Ape sociale da parte dell’INPS stesso. Solo successivamente, in caso di esito positivo, è possibile procedere con la domanda di liquidazione, che decorrere dal mese successivo alla presentazione della stessa.

L’istanza può essere inoltrata all’INPS:

  • tramite Patronato;
  • oppure direttamente dall’interessato attraverso il portale web dell’INPS, se in possesso delle credenziali di accesso (serve SPID).

Chi intendesse inviare la domanda autonomamente, è possibile accedere sul sito INPS seguendo il percorso: “Domanda di prestazione pensionistica: pensione, ricostituzione, ratei maturati e non riscossi, certificazione del diritto a pensione” -> “Nuova domanda”.

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Covid 19

Covid-19 e trattamento dei dati da parte dei datori di lavoro: FAQ aggiornate

Il Garante della Privacy ha aggiornato le FAQ utili ai datori di lavoro per il trattamento dei dati relativi al Covid-19.

Il Garante della Privacy ha aggiornato sul proprio portale la sezione delle FAQ relative al trattamento dei dati relativi al covid-19 da parte dei datori di lavoro. L’azienda, in caso di ingresso nei locali di aziendali da parte di dipendenti, fornitori, visitatori, ecc., ha l’obbligo di prevedere la rilevazione della temperatura corporea. Tuttavia, in ragione del fatto che la rilevazione in tempo reale della temperatura corporea, quando è associata all’identità dell’interessato, costituisce un trattamento di dati personali, non è ammessa la registrazione del dato relativo alla temperatura corporea rilevata. Quindi, nel rispetto del principio di “minimizzazione”, è consentita la registrazione della sola circostanza del superamento della soglia stabilita dalla legge. Diversamente nel caso in cui la temperatura corporea venga rilevata a clienti o visitatori occasionali anche qualora la temperatura risulti superiore alla soglia non è, di regola, necessario registrare il dato relativo al motivo del diniego di accesso.

Di seguito le FAQ aggiornate per i datori di lavoro privati e pubblici.

Covid-19, il datore di lavoro può richiedere autodichiarazione di un contagio

Innanzitutto, il dipendente ha l’obbligo di segnalare al datore di lavoro qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Quindi, il dipendente pubblico e chi opera a vario titolo presso la P.A. deve segnalare all’amministrazione di provenire (o aver avuto contatti con chi proviene) da un’area a rischio. In tale quadro il datore di lavoro può invitare i propri dipendenti a fare, ove necessario, tali comunicazioni anche mediante canali dedicati.

Di conseguenza, vi è la preclusione dell’accesso alla sede di lavoro a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio.

A tal fine, è possibile richiedere una dichiarazione che attesti tali circostanze anche a terzi (es. visitatori e utenti).

In ogni caso dovranno essere raccolti solo i dati necessari, adeguati e pertinenti rispetto alla prevenzione del contagio da Covid-19. Quindi, bisogna astenersi dal richiedere informazioni aggiuntive in merito alla persona risultata positiva, alle specifiche località visitate o altri dettagli relativi alla sfera privata.

Covid-19, comunicazione dei dipendenti contagiati al RLS

I datori di lavoro non possono comunicare il nome del dipendente o dei dipendenti che hanno contratto il virus a meno che il diritto nazionale lo consenta.

In base al quadro normativo nazionale il datore di lavoro deve comunicare i nominativi del personale contagiato:

  • alle autorità sanitarie competenti;
  • al collaborare per l’individuazione dei “contatti stretti” al fine di consentire la tempestiva attivazione delle misure di profilassi.

Tale obbligo di comunicazione non è, invece, previsto in favore del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Il RLS, infatti, dovrà continuare a svolgere i propri compiti consultivi, di verifica e di coordinamento, offrendo la propria collaborazione al medico competente e al datore di lavoro.

Covid-19, l’identità del dipendente contagiato non può essere resa nota ai colleghi

Al fine di tutelare la salute degli altri lavoratori, spetta alle autorità sanitarie competenti informare i “contatti stretti” del contagiato; al fine di attivare le previste misure di profilassi.

Il datore di lavoro è, invece, tenuto a fornire alle istituzioni competenti e alle autorità sanitarie le informazioni necessarie, affinché le stesse possano assolvere ai compiti e alle funzioni previste anche dalla normativa d’urgenza adottata in relazione alla predetta situazione emergenziale.

La comunicazione di informazioni relative alla salute, sia all’esterno che all’interno della struttura organizzativa di appartenenza del dipendente o collaboratore, può avvenire esclusivamente qualora ciò sia previsto da disposizioni normative o disposto dalle autorità competenti in base a poteri normativamente attribuiti.

Covid-19, il datore di lavoro può richiedere l’effettuazione di test sierologici ai propri dipendenti

Il datore di lavoro può richiedere l’effettuazione di test sierologici ai propri dipendenti solo se disposta dal medico competente.

Solo il medico competente, infatti, può stabilire la necessità di particolari esami clinici e biologici; può quindi suggerire l’adozione di mezzi diagnostici, qualora ritenuti utili al fine del contenimento della diffusione del virus.

Resta fermo che le informazioni relative alla diagnosi o all’anamnesi familiare del lavoratore non possono essere trattate dal datore di lavoro.

Covid-19, possibile utilizzare app per contenere la pandemia

Al fine di contenere il rischio di contagio sul luogo di lavoro è possibile utilizzare applicativi che non trattano dati personali.

Infatti, il datore di lavoro può ricorrere all’utilizzo di applicativi, allo stato disponibili sul mercato; queste non devono comportare il trattamento di dati personali riferiti a soggetti identificati o identificabili.

Ciò nel caso in cui il dispositivo utilizzato non sia associato o associabile, anche indirettamente, all’interessato né preveda la registrazione dei dati trattati.

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San Vincenzo di Saragozza

 

San Vincenzo di Saragozza


San Vincenzo di Saragozza

autore: Francisco Ribalta anno: secolo XVII titolo: San Vincenzo di Saragozza in prigione luogo: Museo statale Ermitage
Nome: San Vincenzo di Saragozza
Titolo: Diacono e martire
Nascita: III secolo , Saragozza, Spagna
Morte: 22 gennaio 304, Valencia, Spagna
Ricorrenza: 22 gennaio
Tipologia: Commemorazione
Protettore:vinai
S. Vincenzo, illustre martire di Gesù. Cristo, nacque a Saragozza in Spagna. Sotto la disciplina di Valerio, vescovo di quella città, fu istruito nelle scienze e nella pietà. In breve fece tali progressi che meritò di essere consacrato diacono coll’incarico (nonostante fosse ancora assai giovane) di predicare la parola divina.

Incrudeliva allora la persecuzione contro i Cristiani, mossa dagli imperatori Diocleziano e Massimiano nell’anno 303. Tra i persecutori si distinse Daciano, governatore della Spagna, il quale ordinò che tutti i Cristiani fossero arrestati e rinchiusi in orride prigioni.

Fra questi furono arrestati Vincenzo ed il vescovo Valerio. Tradotti davanti al giudice, Vincenzo, cui Valerio aveva ceduto la parola, disse: « Noi siamo cristiani, disposti a soffrire qualunque pena per il culto del vero Dio ».

Daciano si contentò di mandare Valerio in esilio, rivolgendo tutto il suo furore contro il giovane ‘Vincenzo.

Prima di tutto fu condannato allo stiramento delle membra ed ai flagelli, il che gli venne fatto con tanto strazio che alla fine si videro scoperte le ossa. Il giudiet a tal vista si raddolcì un po’; ma vedendo che Vincenzc era desideroso di soffrire maggiormente, lo condannò al supplizio del fuoco, che è senza dubbio la più crudele di tutte le pene. Vincenzo, intrepido in mezzo a quei nuovi tormenti, novello S. Lorenzo, diceva ai carnefici: « Tagliate e mangiate, da questo lato sono già cotto » Il governatore, disperato di non poter vincere queste campione della fede, lo rimandò in carcere, con l’ordine di farlo distendere sopra appuntite schegge di vasi rotti e di mettergli i piedi tra i ceppi. Ma Iddio non abbandonò il suo servo: gli Angeli del cielo vennero z confortarlo e a cantare con lui le lodi al Signore.

Il carceriere ne fu profondamente colpito e si convertì, ricevendo poco dopo il santo Battesimo.

La notizia di questa conversione ferì il cuore di Daciano, che pianse di rabbia. Ciononostante, il Santo in quiete, e permise ai fedeli di andarlo a visitare. Questi, piangendo, baciavano le cicatrici delle sut piaghe e raccoglievano il suo sangue con pannolini che poi ritenevano come preziose reliquie.

In seguito il Santo fu messo sopra di un morbide letto di piume, ma tosto morì.

Daciano ordinò che il suo cadavere fosse gettato in un campo, come cibo alle bestie; ma Iddio mandò un corvo a difenderlo dagli uccelli rapaci.

Daciano neppur a questo prodigio si arrese, ma fece gettare il cadavere in alto mare cucito in un sacco, attaccandolo ad una macina, affinché andasse a fondo.

Il santo corpo però, per virtù divina, galleggiò sopra le acque finché le onde lo sospinsero sul lido, dove i Cristiani lo raccolsero e lo riposero nel sepolcro, sopra del quale fu poi fabbricata una grande chiesa in suo onore.

PRATICA. Chi mi separerà dalla Carità di Cristo? La tribolazione… la fame… la persecuzione? Sono sicuro che né questa, né tutte le potenze del mondo, saranno bastanti a separarmi dall’amor di Dio (S. Paolo).

PREGHIERA. Sii propizio, Signore, alle nostre suppliche affinché noi che ci riconosciamo rei per la nostra iniquità, ne siamo liberati per intercessione del santo martire Vincenzo.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Vincenzo, diacono di Saragozza e martire, che dopo aver patito nella persecuzione dell’imperatore Diocleziano il carcere, la fame, il cavalletto e le lame incandescenti, a Valencia in Spagna volò invitto in cielo al premio per il suo martirio.