Archivi giornalieri: 23 gennaio 2022
Cuba
Concorso Ministero della Giustizia 2022, in uscita il bando per 5410 posti da diplomati e laureati
Concorso Ministero della Giustizia 2022, in uscita il bando per 5410 posti da diplomati e laureati
In uscita il nuovo concorso Ministero della Giustizia 2022: come è ben noto, nelle prospettive del Governo il 2022 deve essere l’anno chiave per l’attuazione degli obiettivi di cui al PNRR. Il paese è chiamato a cambiare volto, modernizzarsi, dare luogo ad una serie di riforme strutturali per troppo tempo rimandate. D’altronde il tempo stringe: di mezzo ci sono gli aiuti europei connessi al cd. Next Generation EU, ossia il maxi fondo di centinaia di miliardi di euro, approvato nel luglio del 2020 dal Consiglio europeo al fine di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia.
Ebbene, in questo quadro si inserisce l’imminente bando di concorso pubblico per titoli ed esami per il Ministero della Giustizia, che mette in palio ben 5410 assunzioni per laureati e diplomati. Lo scopo è quello di rafforzare l’organico dell’amministrazione giudiziaria. Il testo del concorso sarà pubblicato a breve sulla GU. I dettagli.
Concorso Ministero della Giustizia 2022: posti disponibili e allocazione delle risorse a bando
Lo abbiamo accennato: le 5410 risorse selezionate tramite le prove scritte di cui al concorso Ministero Giustizia 2022, serviranno a compiere attività mirate al conseguimento dei target di cui al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ossia il citato PNRR.
Si tratta di figure sia tecniche che amministrative. Di queste migliaia di nuove assunzioni si trova traccia nel Decreto Reclutamento, ossia il decreto legge n. 80 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 113 del 2021.
Ecco di seguito tre caratteristiche essenziali del concorso Ministero Giustizia 2022:
- la selezione dei candidati sarà compiuta su base distrettuale;
- la graduatoria finale sarà frutto della valutazione di ogni candidato, secondo i titoli e gli esiti della prova scritta;
- i vincitori saranno assunti con contratti di lavoro a tempo determinato della durata totale di tre anni.
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Distribuzione dei posti del Concorso Ministero Giustizia 2022
Tutti coloro che sono interessati a questo bando, si chiederanno in che cosa consistono le mansioni assegnate ai vincitori.
Ebbene, si tratta di una pluralità di attività, connessi ai più svariati settori (ingegneria, contabilità, edilizia, statistica ecc.). Ecco in sintesi la suddivisione dei posti.
I posti per 1660 laureati (triennale, magistrale o diploma di laurea vecchio ordinamento)
- 1.060 tecnici di amministrazione – con laurea in giurisprudenza, economia e commercio, scienze politiche o equipollenti;
- 200 tecnici di contabilità senior – con laurea in economia e commercio, scienze politiche o equipollenti;
- 180 tecnici IT senior – aventi laurea in informatica, ingegneria, fisica, matematica, o altra laurea con specializzazione in informatica o equipollenti;
- 150 tecnici di edilizia senior – aventi laurea in ingegneria, architettura o equipollenti;
- 40 tecnici statistici – con laurea in scienze statistiche, scienze statistiche ed attuariali o equipollenti;
- 30 analisti di organizzazione – con laurea in giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio, sociologia, scienze statistiche e demografiche, psicologia indirizzo psicologia del lavoro e delle organizzazioni del lavoro, ingegneria gestionale ed equipollenti.
I posti per 750 tecnici diplomati
- 400 tecnici di contabilità junior – con diploma di istruzione secondaria di secondo grado rilasciato da Istituto tecnico – settore economico o titoli di studio equipollenti;
- 280 tecnici IT junior – con diploma di istruzione secondaria di secondo grado rilasciato da Istituto tecnico – settore tecnologico – indirizzo elettronica ed elettrotecnica/informatica e telecomunicazioni o titoli di studio equipollenti;
- 70 tecnici di edilizia junior – con diploma di istruzione secondaria di secondo grado rilasciato da Istituto tecnico – settore tecnologico – indirizzo costruzioni, ambiente e territorio o titoli di studio equipollenti.
Circa 3 mila posti per diplomati
Non è finita qui. Vi sono infatti ben 3.000 operatori data entry diplomati, che saranno assunti nel personale tecnico amministrativo con contratto a 36 mesi. Ricordiamo brevemente che l’operatore data entry si occupa di digitalizzare e immettere dati di diversa natura in un sistema informatico, attraverso un pc, una tastiera e con l’utilizzo di software ad hoc. In altre parole, lavora con numeri e parole e li inserisce o trasforma nel formato richiesto dal sistema informatico.
Concorso Ministero Giustizia 2022, selezione semplificata e gestore della procedura
Il concorso Ministero Giustizia 2022 si svolgerà secondo modalità semplificate rispetto al passato, che privilegeranno l’utilizzo degli strumenti informatici. Ciò è espressione della riforma dei concorsi pubblici approvata dal Governo che, da un lato, intende modernizzare e sburocratizzare la PA e, dall’altro, appare compatibile con le finalità di tutela del diritto alla salute, in un periodo caratterizzato da restrizioni, per ciò che concerne le relazioni interpersonali.
Se ci si chiede chi si occuperà di gestire l’iter di selezione, la risposta è che sarà la Commissione Interministeriale Ripam. Il supporto di Formez PA sarà utile per quanto attiene all’assunzione di profili professionali, che non fanno parte di quelli già previsti dall’amministrazione giudiziaria per le annualità 2021-2026.
Abbiamo in precedenza accennato al fatto che la procedura concorsuale sarà su base distrettuale. In pratica, ciò significa che il candidato dovrà indicare in anticipo il distretto di corte di appello nel quale andrà a lavorare se sarà tra i vincitori, alla data in cui fa domanda di partecipazione.
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Concorso Ministero della Giustizia 2022, prova scritta e valutazione titoli
Da notare che il concorso Ministero Giustizia 2022 prevede una sola prova scritta, nella quale i candidati dovranno rispondere a quesiti a risposta multipla. Ovviamente, per ciascun profilo a cui ci si candida, sono previste materie specifiche riguardanti l’ambito di interesse. Sarà altresì valutata la conoscenza della lingua inglese.
Il bando deve uscire, ma si sa già che chi è in possesso del titolo di studio richiesto, conseguito nell’arco di tempo non maggiore dei 7 anni anteriori alla data di presentazione della propria candidatura, potrà avere un punteggio aumentato fino al doppio del previsto.
Mentre si attende la pubblicazione del bando di concorso Ministero Giustizia 2022, per sapere tutti gli effettivi dettagli sull’attribuzione dei punteggi collegati ai titoli presentati da ciascun candidato. E’ assai probabile che saranno assegnati punteggi fissi, con una votazione correlata al titolo di studio richiesto per l’accesso. In particolare, ulteriori punteggi saranno di certo previsti per titoli universitari conseguiti negli ambiti specifici dei profili da assumere, e nei confronti di chi abbia svolto un tirocinio presso uffici giudiziari (legge n. 98 del 2013).
Omesso versamento Iva: per la Cassazione c’è reato se la scelta è consapevole
Omesso versamento Iva: per la Cassazione c’è reato se la scelta è consapevole
In materia di reato di omesso versamento dell’Iva, è sufficiente il dolo generico integrato dalla consapevolezza delle proprie azioni ossia della loro illiceità. A nulla rilevando i motivi della scelta di non versare il tributo, Inoltre, l’inadempimento della obbligazione tributaria può essere attribuito a forza maggiore solo quando derivi da fatti non imputabili all’imprenditore che non abbia potuto tempestivamente porvi rimedio per cause indipendenti dalla sua volontà.
Ancora, ai fini dell’esclusione della colpevolezza, è irrilevante la crisi di liquidità del debitore alla scadenza del termine fissato per il pagamento. A meno che non venga dimostrato che siano state adottate tutte le iniziative per provvedere alla corresponsione del tributo.
Sono questi i principi ribaditi dalla Cassazione, terza sezione penale, sentenza 29 novembre 2021, n. 43919.
Reato di omesso versamento dell’Iva: la normativa
L’articolo 10-ter del Dlgs n. 74/2000 individua le conseguenze penali legate all’omesso versamento dell’Iva.
Nello specifico, tale articolo dispone che:
E’ punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versa, entro il termine per il versamento dell’acconto relativo al periodo d’imposta successivo, l’imposta sul valore aggiunto dovuta in base alla dichiarazione annuale, per un ammontare superiore a euro duecentocinquantamila per ciascun periodo d’imposta.
Proprio su tale possibile reato, è stata chiamata a pronunciarsi la Corte di Cassazione, terza Sezione penale, con la sentenza 29 novembre 2021, n. 43919
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Il motivo del contendere
Con sentenza del 16 ottobre 2020, la Corte d’appello di Perugia, accogliendo il gravame proposto dal pubblico ministero contro la sentenza che aveva assolto l’imputato, ha condannato lo stesso per l’omesso versamento di ritenute certificate e di IVA. Versamenti relativi all’anno d’imposta 2012 in relazione alla società di cui era legale rappresentante. Avverso la sentenza di appello, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando il fatto di non aver effettuato i versamenti per causa di forza maggiore.
La crisi di liquidità e d’impresa (che poi portò alla dichiarazione di fallimento) aveva comportato l’impossibilità di eseguire i versamento dovuti. L’imputato aveva invano posto in essere tutte le possibili azioni, anche sfavorevoli sul suo patrimonio personale, per trovare le risorse necessarie ad adempiere i debiti erariali, senza tuttavia riuscirci. L’impresa ha quindi destinato le risorse al pagamento dei fornitori e dei dipendenti dell’impresa.
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Omesso versamento Iva: la sentenza della Corte di cassazione
Secondo la Corte di Cassazione, il ricorso è inammissibile.
In materia di reato di omesso versamento dell’Iva, è sufficiente il dolo generico integrato dalla consapevolezza delle proprie azioni ossia della loro illiceità. A nulla rilevando i motivi della scelta di non versare il tributo.
Inoltre, l’inadempimento della obbligazione tributaria può essere attribuito a forza maggiore solo quando derivi da fatti non imputabili all’imprenditore che non abbia potuto tempestivamente porvi rimedio per cause indipendenti dalla sua volontà. Ancora, ai fini dell’esclusione della colpevolezza è irrilevante la crisi di liquidità del debitore alla scadenza del termine fissato per il pagamento. Ciò vale a meno che non venga dimostrato che siano state adottate tutte le iniziative per provvedere alla corresponsione del tributo.
Principi ribaditi richiamando le seguenti sentenze, Sez. 3, n. 3098 del 05/11/2015, dep. 2016, Vanni, Rv. 26593, Sez. 3, n. 34927 del 24/06/2015, Alfieri, Rv. 264882, Sez. 3, n. 8352/2015 del 24/06/2014, Schirosi, Rv. 263128), Sez. 3, n. 2614 del 06/11/2013, dep. 2014, Rv. 258595).
Secondo la Corte di Cassazione la scelta di pagare i fornitori e i dipendenti per proseguire (per anni) l’attività d’impresa, omettendo di versare i tributi, in alcun modo scrimina o esclude l’elemento soggettivo del reato.
Sono questi i principi ribaditi dalla Cassazione, terza sezione penale, sentenza 29 novembre 2021, n. 43919.
Sulla base di tali elementi, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e l’imputato condannato al pagamento delle spese processuali.
Le pensioni tra qualche anno pagheranno il Covid: ecco perché. Lo studio
Le pensioni tra qualche anno pagheranno il Covid: ecco perché. Lo studio
L’OCSE ha analizzato anche l’impatto sul sistema pensionistico italiano di misure quali quota 100 e Ape sociale
La grave crisi economico-sanitaria legata al Covid-19, potrebbe avere effetti negativi sulle pensioni future. Dunque, il futuro sistema pensionistico non dipenderà solo dalla riforma delle pensioni di cui stanno discutendo da un pò Governo e sindacati, ma anche dagli strascichi lasciati dalla pandemia ancora in essere.
Inoltre il mercato del lavoro ha messo in forte difficoltà i giovani. Le forme contrattuali maggiormente in uso non impattano in senso positivo sul loro futuro pensionistico.
Questi e altri aspetti sono stati messi in evidenza dall’OCSE nel documento Pensione at a glance 2021.
Documento che analizza anche l’impatto di quota 100 sul sistema pensionistico italiano.
L’analisi reddituale degli ultrasettantacinquenni
In Italia, il reddito medio degli ultrasessantacinquenni è simile a quello della popolazione totale, mentre è inferiore in media del 12 % rispetto alla zona OCSE e del 15 % rispetto all’Italia di 20 anni fa. Tuttavia, la disparità di reddito e il tasso di povertà di reddito relativo tra gli anziani si sono allineati al valore mediano dei Paesi dell’OCSE, a seguito del notevole calo del tasso di povertà in età avanzata registrato in Italia negli ultimi decenni. Durante la crisi COVID-19, le pensioni non sono diminuite e i diritti pensionistici hanno continuato a maturare completamente anche per i lavoratori in Cassa Integrazione, in modo analogo a quanto accaduto per altri Paesi dell’OCSE (Fonte studio OCSE).
Quota 100
Come si legge nel documento in esame, quota 100 ha permesso di andare in pensione a 62 anni, vale a dire in anticipo di cinque anni rispetto all’età pensionabile prevista dalla legge, avendo versato 38 anni di contributi, senza adeguare completamente le prestazioni in modo attuariale. Quota 100 ha facilitato l’accesso ai diritti pensionistici, poiché in precedenza il pensionamento anticipato era subordinato al requisito di contribuzioni record di 42,8 anni per gli uomini e di 41,8 anni per le donne.
Oltre all’Italia, solo la Spagna permette di accedere ai pieni diritti pensionistici prima dell’età pensionabile legale con meno di 40 anni di contributi, con il Belgio che richiede 42 anni, la Francia 41,5 anni e la Germania 45 anni. In Italia esiste anche un’opzione alternativa per andare in pensione anticipata a 64 anni con 20 anni di contributi. Tale possibilità si traduce, tuttavia, in prestazioni sostanzialmente più basse perché interamente basate sulle regole NDC, mentre le pensioni NDC e a prestazione definita sono proporzionali quando si va in pensione all’età pensionabile prevista per legge (secondo il regime Quota 100 o Quota 102). Le pensioni a prestazioni definite – e quindi proporzionali – sono più alte rispetto a quelle basate esclusivamente sulle regole NDC.NDC sta a significare letteralmente “Notional Defined Contribution”. Con le regole NDC, i contributi versati sono spalmati sulla base delle aspettativa di vita residue del pensionato e del coniuge superstite.
il manifesto
Sant’ Emerenziana
Sant’ Emerenziana
autore Guercino anno 1654
Un’improvvisa aggressione da parte di pagani disperse i cristiani accorsi alle esequie di Agnese. Emerenziana, invece di fuggire, apostrofò coraggiosamente gli assalitori, ma finì uccisa dai colpi di pietra; e in tal modo battezzò col suo stesso sangue i suoi assassini.
I genitori di Agnese seppellirono Emerenziana “in confinio agelli beatissimae virginis Agnes” cioè nel cimitero, a poche centinaia di metri dal luogo dove era stata deposta la loro figlia.
PRATICA. Oh Gloriosa Santa Emerenziana donaci il tuo coraggio per affrontare gli ostacoli della nostra difficile vita
PREGHIERA. Madre dei Cieli grazie di averci donato la nostra Santa Emerenziana e che ci possa guidare sempre nei momenti di difficoltà
MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma santa Emerenziàna, Vergine e Martire, la quale, ancora catecumena, mentre pregava sul sepolcro di sant’Agnèse, della quale era stata sorella di latte, fu dai pagani lapidata.