Archivi giornalieri: 17 febbraio 2021

Programma Governo Draghi: le misure previste per Pensioni, lavoro, fisco

Programma Governo Draghi: le misure previste per Pensioni, lavoro, fisco

Il neo Presidente del Consiglio Draghi si è presentato al Senato presentando il programma di Governo con cui chiederà la fiducia alle Camere.

Il neo Presidente del Consiglio Draghi ha presentato al Senato il suo programma di Governo, che prenderà forma nei prossimi mesi attraverso provvedimenti e riforme nei limiti del potere esecutivo che la Costituzione gli attribuisce. Il programma costituisce quindi la base di partenza sulla quale il Governo chiederà la fiducia ai due rami del Parlamento, Senato e poi Camera.

Qui di seguito andremo a vedere in breve quali sono le misure previste su Pensioni, lavoro, fisco e ristori previsti per far fronte alla crisi economica derivante dalla pandemia e che servirà alla ripartenza e al rilancio dell’economia reale del Paese.

Programma Governo Draghi: le misure previste per Pensioni, lavoro, fisco e Ristori

Il PdC Draghi ha introdotto il suo discorso ringraziando il suo esimio predecessore Conte, che ha traghettato l’Italia in questo periodo buio dovuto alle note vicissitudini. Si è poi via via soffermato sui vari punti riguardo i vaccini, il rientro in sicurezza a scuola e poi il recovery fund. Non ci sono quindi dettami precisi, ma solo linee guide della sua idea di rilancio dell’Italia.

Questa si baserà sul rafforzamento dell’euro, sulla spendita in modo equilibrato e programmatico del recovery fund e sul ritorno graduale alla normalità.

A questo link è possibile vedere il video e leggere il testo completo del suo intervento al Senato.

Ristori 5

Fra i primi provvedimenti che il neo insediato Governo Draghi ci dovrà essere senz’altro l’atteso Ristori 5. Il Decreto molto atteso da imprese, professionisti e autonomi dovrebbe prevedere i nuovi contributi a fondo perduto allargati alle attività danneggiate dalla pandemia.

Non ci dovrebbero essere grossi scostamenti rispetto alle precedenti misure, quindi si attende continuità rispetto alle scelte del Governo precedente; questo per non deludere le aspettative di chi è in attesa di una boccata di ossigeno. Con il passare delle settimane si potrà anche cambiare linea e inserire nuove misure, più mirate e dettagliate, ma al momento è impensabile cambiare completamente il Decreto Ristori 5 rispetto a quello già preparato in fase avanzata dal Governo uscente.

Fisco

Il Fisco non dovrebbe avere grossi cambiamenti, nessuna riforma fiscale in vista quindi. Anche questo Governo punterà tutto sulla lotta all’evasione fiscale e all’abbassamento della moneta liquida in circolazione, anche attraverso mezzi premiali dei pagamenti con carta e altri mezzi tracciabili. Sui maggiori media di settore si è letto anche che potrebbe essere modificato il Regime Fiscale Forfettario, tanto caro alla Lega.

Nessuna flat tax in vista comunque e sembra scongiurata anche l’ipotesi di una patrimoniale, già auspicabile dalla Corte dei Conti nei giorni scorsi. In programma infine la revisione del sistema attuale di agevolazioni.

Lavoro e ammortizzatori sociali

Il discorso si fa più complesso rispetto agli ammortizzatori sociali, ovvero sulle integrazioni salariali e trattamenti a sostegno del reddito connessi alla sospensione o riduzione dell’attività lavorativa in conseguenza dell’emergenza epidemiologica. Si dovrà infatti affrontare il nodo del blocco dei licenziamenti in scadenza il prossimo 31 marzo e che fino ad ora ha fatto da diga ai licenziamenti per la crisi economica.

Draghi ha sottolineato più volte la necessità di tutelare i lavoratori e di proteggere la capacità produttiva con liquidità immediata. Mentre la cassa integrazione è finanziata direttamente con fondi UE, per il blocco dei licenziamenti si dovrà trovare una soluzione attraverso l’incontro con le parti sociali.

Parità di genere

Grosso rilievo il PdC ha dato alla mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio che non può prescindere dal coinvolgimento delle donne. Il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia rimane tra i più alti di Europa e quindi si dovrà intervenire per azzerare o diminuire questo divario. Solo in questo modo si riuscirà a garantire che le migliori risorse siano coinvolte nello sviluppo del Paese.

Il Mezzogiorno

Il Mezzogiorno d’Italia non può mancare in un buon discorso programmatico. Non si può infatti più prescindere dal rilancio del Sud per il rilancio del Paese intero. I punti riguardano aumento dell’occupazione (soprattutto femminile), benessere, autodeterminazione, legalità e sicurezza e sono la base della capacità di attrarre investimenti privati nazionali e internazionali è essenziale per generare reddito, creare lavoro, invertire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne.

Reddito di cittadinanza

Sul reddito di cittadinanza le voci in circolazione parlano di una sua rivisitazione. L’RdC quindi non sarà smantellato, ma rivisto. Non si spiegherebbe altrimenti l’ingresso in maggioranza del  Movimento 5 Stelle e soprattutto l’ok all’esecutivo Draghi da parte del leader carismatico Grillo. Tanto che dopo l’incontro fra l’ex presidente della BCE e Grillo si è tornato a parlare di reddito universale noto in Nord Europa.

Pensioni

Nulla è trapelato sullo scottante tema delle Pensioni, anche se quando c’è di mezzo l’Europa è facile pensare al sistema pensionistico, soprattutto in ricordo dell’ultimo Governo tecnico a guida Monti. Anche se in questo caso la massiccia presenza politica dovrebbe essere una, seppur minima, garanzia che questa volta non saranno i lavoratori e pensionati a pagare il conto della crisi.

E’ previsto inoltre il rafforzamento degli strumenti di flessibilità in uscita e il rafforzamento del sistema della previdenza complementare.

Smart working

Anche se il Premier non ha affrontato questo tema, è celebre ormai la verve del neo ministro Brunetta nei confronti del Pubblico Impiego. In una della prime uscite il neo Ministro infatti  ha subito affermato che ci sarà uno stop allo smart working nella PA; e che quindi i dipendenti delle varie amministrazioni dovranno al più presto tornare in presenza.

Cedolino Pensione e CU via email: come attivare il nuovo servizio INPS

Cedolino Pensione e CU via email: come attivare il nuovo servizio INPS

L’INPS ha reso disponibile un nuovo servizio al cittadino che permette di ricevere Cedolino Pensione e CU via email. Ecco i dettagli.

L’INPS ha pubblicato una notizia sul proprio portale con cui annuncia a tutti i pensionati e pensionate che dal 4 febbraio 2021 è possibile attivare il nuovo servizio telematico per poter ricevere il cedolino della pensione e la CU certificazione unica 2021 direttamente al proprio indirizzo email.

Ma vediamo più nel dettaglio come attivare questo nuovo servizio INPS per il cittadino e quali sono le procedure da seguire.

Cedolino Pensione e CU via email: come attivare il nuovo servizio Inps

Il cedolino pensione è il documento riassuntivo che consente ai pensionati di controllare mensilmente l’importo della propria pensione e conoscere nel dettaglio il calcolo per arrivare all’importo netto ricevuto.

Fino ad ora il cedolino era consultabile online nel fascicolo previdenziale del cittadino. L’Inps ha deciso di aggiungere un nuovo servizio per facilitare l’accesso e la consultazione del cedolino pensione, mettendolo a disposizione dei pensionati anche via email.

Per poter attivare il nuovo servizio telematico dell’Inps è necessario accedere nella propria area personale su My INPS e seguire i passaggi qui di seguito elencati:

  1. accedere su MyInps con le proprie credenziali Spid, Carta Nazionale dei Servizi oppure attraverso la Carta d’Identità Elettronica 3.0 (ancora per qualche tempo è possibile accedere anche con PIN INPS);
  2. nella pagina personale bisognerà cliccare l’avviso con scritto “Ricevi il cedolino della pensione e la certificazione unica in posta elettronica”;
  3. cliccare poi sul tasto accedi al servizio per poter attivare e successivamente ricevere tramite email il cedolino della pensione e la certificazione unica;
  4. inserire il proprio indirizzo email sul quale si intende ricevere i documenti;

Per poter inserire o cambiare la propria email è necessario recarsi nel proprio profilo personale e cliccare sulla voce gestione consensi. Al suo interno sarà possibile inserire e/o modificare il proprio indirizzo email, numero di cellulare, PEC, ecc.

Successivamente bisognerà spuntare le caselle dove si intende ricevere l’invio di comunicazioni informative, cedolino della pensione e la Certificazione Unica.

La nota positiva di questo nuovo servizio digitale messo a disposizione per i pensionati da parte dell’Inps è quella di poter consultare in modo semplice e veloce il proprio cedolino pensionistico anche attraverso il proprio smartphone senza l’obbligo di dover effettuare l’accesso nella propria area personale del portale MyInps.

Cedolino Pensione Online Vs Cedolino Pensione via Email

I pensionati che decideranno di ricevere il proprio cedolino pensione tramite email, potranno comunque continuare a consultarlo anche online attraverso la propria area riservata. Ma che differenza c’è tra il cedolino online e quello via email?

Le differenze sono pressoché minime. Infatti, attraverso il cedolino pensionistico che si riceverà via email  sarà possibile visionare solo alcune informazioni base come ad esempio l’importo della pensione del mese di riferimento, mentre quello visionabile attraverso il portale web dell’Inps sarà possibile consultare diverse informazioni e usufruire di diversi servizi come ad esempio:

  • confrontare più cedolini contemporaneamente;
  • visualizzare elenco prospetti di liquidazione (Modelli TE08);
  • visionare il riepilogo dati anagrafici e di pagamento;
  • visualizzare tutti i cedolini.

Lo stesso discorso vale anche per la Certificazione Unica consultabile attraverso la propria area riservata MyInps e per quella che si riceverà attraverso l’indirizzo Email.

Come leggere il cedolino pensione online Inps

Per facilitarne la lettura, l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale ha avviato in via sperimentale un nuovo servizio che permette a tutti i pensionati di poter consultare il proprio cedolino online attraverso una notifica in evidenza che mostra tutte le voci principali della pensione  del mese di riferimento e segnalando eventuali variazioni significative rispetto al mese precedente.

E’ possibile consultare il proprio cedolino della pensione  attraverso il proprio Pc, smartphone e Tablet. Il servizio richiede l’identificazione attraverso una delle seguenti modalità:

  • PIN INPS (fino a disattivazione delle credenziali);
  • Credenziali SPID;
  • Carta Nazionale dei Servizi;
  • CiE 3.0

Effettuata l’autoidentificazione per poter consultare l’importo dei trattamenti pensionistici, verificare eventuali variazioni di tale importo, visualizzare Modello CU, il Modello 730 e tutti i cedolini della pensione dal 2005 ad oggi, basterà digitare nella casella di ricerca presente nella Home Page la parola Cedolino pensione.

L’accesso al servizio online permetterà di usufruire anche di altre funzionalità come:

  • consultare l’elenco delle deleghe sindacali;
  • gestione deleghe sindacali su trattamenti pensionistici;
  • comunicazioni inerenti alla propria pensione e comunicazioni generali;
  • modificare i propri recapiti e dati personali;
  • riepilogo e modifica dei dati di pagamento;
  • modificare ed aggiungere il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata, indirizzo email, numero di cellullare;
  • stampare la Certificazione Unica e Cedolino pensione.

Contributi volontari

Contributi volontari: gli importi per il 2021

Con la circolare INPS 16 febbraio 2021, n. 27 l’Istituto comunica gli importi dei contributi dovuti per il 2021 dai prosecutori volontari a seguito della variazione annuale dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.

Sono analizzati in particolare le aliquote dei valori reddituali aggiornati e predisposte le tabelle di contribuzione da applicare, con effetto dal 1° gennaio 2021, per i versamenti volontari delle seguenti categorie di lavoratori:

  • lavoratori dipendenti non agricoli;
  • iscritti all’evidenza contabile separata del FPLD ((Autoferrotranvieri, Elettrici, Telefonici e dirigenti ex INPDAI) e iscritti al Fondo Volo e al Fondo dipendenti Ferrovie dello Stato S.p.A.;
  • iscritti al Fondo speciale Istituto Postelegrafonici (ex IPOST);
  • iscritti alle gestioni degli artigiani e commercianti;
  • iscritti alla Gestione separata.

UNIEMENS: aggiornamento codici contratto da marzo ..

UNIEMENS: aggiornamento codici contratto da marzo 2021

Dal 1° gennaio 2010, per le aziende e gli intermediari, ha preso il via l’unificazione dei flussi EMENS e DM10 in un unico flusso informativo denominato UNIEMENS.

Il datore di lavoro, che svolge la funzione di sostituto di imposta, può inviare all’INPS, attraverso questo sistema le denunce obbligatorie mensili relative ai lavoratori dipendenti.

Nel messaggio 16 febbraio 2021, n. 663 si rende noto che a partire dal periodo di paga marzo 2021, sono stati istituiti nuovi codici contratto da utilizzare nella denuncia individuale del flusso UNIEMENS.

Nel messaggio, sono indicati i nuovi codici, le descrizioni aggiornate e il codice che viene disattivato, in quanto confluito in un altro CCNL (FEDERLEGNOARREDO).

Cassa integrazione

Cassa integrazione: guida alle domande di anticipo 40%

Dal mese di giugno 2020, grazie a una disposizione introdotta con il decreto Rilancio, l’INPS può anticipare ai lavoratori destinatari dei trattamenti di integrazione salariale COVID, a pagamento diretto, una somma pari al 40% delle ore autorizzate per l’intero periodo.

Si tratta di una opportunità vantaggiosa, visto che consente al lavoratore di ottenere in breve tempo una disponibilità economica a titolo di acconto, senza dover attendere i tempi più lunghi necessari alla liquidazione dell’integrazione salariale, il cui saldo verrà corrisposto una volta completato l’intero iter amministrativo.

Per ottenere l’anticipo, è necessario che il datore di lavoro ne faccia espressa richiesta al momento della presentazione della domanda di integrazione salariale a pagamento diretto.

Poiché la richiesta avviene in un momento antecedente rispetto a quello della effettiva sospensione, è importante che il datore di lavoro abbia fatto una programmazione accurata delle sospensioni che intende attuare, considerato che il 40% viene calcolato sulle ore di tutto il periodo richiesto.

Tuttavia, nella domanda di anticipo del 40%, è possibile anche indicare un numero di ore inferiore rispetto a quello inserito nella domanda principale, per evitare che l’acconto risulti, alla fine del periodo di sospensione, maggiore dell’importo dovuto a saldo.

Di seguito, si forniscono le istruzioni per la corretta compilazione della domanda.

Anticipo 40% dell’integrazione salariale: non ci sono rischi ma solo opportunità. Intervista a Rocco Lauria, direttore centrale Organizzazione e Comunicazione INPS

Compilazione della domanda

L’Istituto mette a disposizione tre tutorial per accompagnare l’utente nella compilazione delle domande di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, in Deroga e dell’Assegno Ordinario dei Fondi di Solidarietà bilaterali con causale Covid-19, per le quali viene richiesto l’anticipo del 40% del pagamento del trattamento:

Per saperne di più

La materia è regolata dalla circolare INPS 27 giugno 2020, n. 78, con la quale l’Istituto ha fornito istruzioni per il pagamento dell’anticipo delle domande di integrazione salariale ordinaria (CIGO), di integrazione salariale in deroga (CIGD) presentate direttamente all’INPS, e di assegno ordinario presentate a decorrere dal 18 giugno 2020 per le quali il datore di lavoro abbia richiesto il pagamento diretto.

Con il messaggio 18 novembre 2020, n. 4335 l’INPS ha fornito ulteriori dettagli in merito all’anticipo, nella misura del 40%, da parte dell’INPS del trattamento per le ore autorizzate nell’intero periodo, come previsto dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.

Quota 100

In pensione anticipata con Quota 100 oltre 267.000 persone contro 1 mln atteso

16 Febbraio 2021, di Alessandra Caparello

 

In attesa delle nuove misure in tema previdenziale che prenderà il nuovo governo Draghi, un Rapporto di Itinerari previdenziali presentato oggi nel corso di una conferenza stampa svoltasi alla Camera dei Deputati, snocciola  gli ultimi dati riguardanti Quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dal governo M5S-Lega.

Quota 100: ecco quanti ne hanno beneficiato

Secondo il Rapporto sono oltre 267.000 le persone andate in pensione con Quota 100 nel 2019-2020. Nel solo 2020 le persone uscite con l’anticipo pensionistico con un requisito contributivo minimo pari a 38 anni e un’età anagrafica di 62 anni, sono state 117.034, un numero inferiore a quelle andate a riposo con la pensione anticipata (176.924), ovvero dopo aver raggiunto 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi se donna) e aver atteso il periodo di finestra mobile.

 

Nel 2019 le donne rappresentano il 51,9% dei pensionati, ma percepiscono il 43,9% dell’importo lordo complessivamente erogato per pensioni (168.884 milioni di euro sono pagati agli uomini e 132.023 milioni alle donne).
Inoltre il Rapporto rivela che sul totale delle prestazioni erogate – previdenziali, assistenziali e indennitarie – le donne percepiscono un reddito pensionistico medio pari a 15.857 euro, reddito che nel caso degli uomini sale invece a 21.906 euro.

L’importo medio

Secondo il Rapporto inoltre la convinzione che oltre la metà dei pensionati percepisca meno di 1.000 euro dall’Inps è “un falso mito da sfatare, scorretto sia dal punto di vista sostanziale dell’analisi sia sotto il profilo di una corretta comunicazione dei temi previdenziali, in particolare nei confronti delle giovani generazioni”.

Fino a una volta il trattamento minimo (513,01 euro mensili) sono poco meno di 7,9 milioni (7.882.121 per l’esattezza), ma i pensionati che poi ricevono effettivamente un reddito pensionistico fino a una volta il minimo sono poco più di 2,2 milioni su 16 milioni di pensionati totali. Anche alla successiva classe di importo (da 513,02 euro a 1026,02 euro lordi mensili) appartengono circa 6,86 milioni di prestazioni, cui fanno però da contraltare solo circa 4 milioni di beneficiari».

Pensioni

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