Archivi giornalieri: 20 novembre 2014

Nuovo ISEE: novità rilevanti per le persone con disabilità

IN PRIMO PIANO

Nuovo ISEE: novità rilevanti per le persone con disabilità

In questi giorni sono stati approvati i nuovi modelli per l’ISEE che a breve entrerà a regime. Da segnalare la novità operativa che modifica notevolmente e in termini positivi l’impatto sulle persone con disabilità e che riguarda il computo dell’indicatore della situazione reddituale in termini più favorevoli.

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Disegno di legge di Stabilità 2015 e persone con disabilità

Il disegno di legge di stabilità per il 2015, depositato alla Camera, inizierà a giorni il suo iter di discussione, prima nella Commissioni e poi in Aula. Vediamo le questioni che più da vicino riguardano le persone con disabilità e le politiche sociali.

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Neomaggiorenni e provvidenze economiche: semplificazioni

L’INPS ha diramato un nuovo messaggio che rende operative le disposizioni di semplificazione a favore delle persone con disabilità al compimento della maggiore età. Facciamo il punto delle relative istruzioni operative utili ai titolari indennità di accompagnamento, di comunicazione e di frequenza

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Decreto semplificazione: convertito in legge con importanti modificazioni

Il decreto legge 90/2014 che contiene importanti disposizioni in materia di semplificazione amministrativa è stato convertito definitivamente dalla legge 11 agosto 2014, n. 114. In sede di conversione sono state inserite ulteriori rilevanti novità con un impatto positivo nei procedimenti di riconoscimento e di conferma dello status di invalidità e di handicap e dei relativi benefici.

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Agevolazioni auto per disabili: novità per i minori

Una recente Circolare dell’Agenzia delle Entrate è tornata sulla agevolazioni fiscali sui veicoli destinati al trasporto delle persone con disabilità. Sono due le questioni trattate: la prima sui limiti temporali, la seconda sulle condizioni soggettive per l’accesso ai benefici da parte di alcuni minori.

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Riduzione della spesa per beni e servizi e politiche sociali

Il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 (noto alle cronache come “il decreto degli 80 euro”) prevede interventi di riduzione e ristrutturazione della spesa pubblica soprattutto degli enti locali, con misure che possono incidere negativamente sulle politiche sociali.

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Elezioni europee e diritto di voto delle persone con disabilità

Nell’imminenza delle consultazioni elettorali per il rinnovo del Parlamento dell’Unione Europea forniamo alcune indicazioni operative a garanzia del diritto di voto delle persone con disabilità.

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Tagli “retroattivi” del Fondo Sociale e Non Autosufficienze

Un decreto-legge, già in vigore, all’esame del Parlamento per la conversione in legge, prevede la diminuzione degli accantonamenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali incidendo negativamente sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e sul Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze.

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Provvidenze economiche per invalidi civili, ciechi civili e sordi:
importi e limiti reddituali per il 2014

La Direzione Centrale delle Prestazioni dell’INPS con Circolare del 17 gennaio 2014, n. 7, ha fissato gli importi delle provvidenze economiche per invalidi civili, ciechi civili e sordi per il 2014 e i limiti reddituali per le relative concessioni. Riportiamo i dati aggiornati comparati con il 2013.

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La legge di stabilità 2014 e le persone con disabilità

Proponiamo una sintesi delle novità presenti nella legge di stabilità per il 2014 relative alle persone con disabilità e i loro familiari, pubblicando pure una selezione dei commi maggiormente rilevanti.

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ISEE e le persone con disabilità: approvato il regolamento

Il Consiglio dei Ministri, il 3 dicembre 2013, ha approvato il “Regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)”. Vediamo le novità per le persone con disabilità e le loro famiglie.

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Legge di Stabilità (bozza) e indennità di accompagnamento

In queste ore circola la prima bozza della legge di Stabilità per il 2014. Il testo sarà approvato dal Consiglio dei Ministri e poi inizierà il consueto iter alle Camere.
Destano preoccupazione due commi contenuti nella prima bozza e relativi all’indennità di accompagnamento la cui erogazione sarebbe sottoposta a limiti reddituali.

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Pensione anticipata, permessi e congedi per disabilità

In questi giorni è emerso in tutta la sua chiarezza un aspetto paradossale della cosiddetta “riforma” pensionistica Fornero. Permessi (ex legge 104) e congedi retribuiti per l’assistenza a familiari con disabilità incidono, in termini di penalizzazione, sulle nuove pensioni di anzianità. Ne proponiamo un’analisi.

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Provvidenze agli stranieri con invalidità civili: indicazioni INPS

A quasi cinque anni dalla prima Sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce la concessione delle provvidenze economiche per invalidità civile anche agli stranieri in possesso del solo permesso di soggiorno di almeno un anno, INPS impartisce le conseguenti indicazioni operative.

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Corte Costituzionale: congedi anche a parenti e affini di terzo grado

Con la Sentenza 18 luglio 2013, n. 203, la Corte Costituzione ha dichiarato l’illegittimità della norma che non consente la fruizione dei congedi retributi per l’assistenza di familiari con grave disabilità anche ai parenti e agli affini fino al terzo grado. .

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Limiti di reddito e pensioni di invalidità: decreto-legge

Nel testo del Decreto-legge approvato ieri dal Governo (Interventi urgenti per la promozione dell’occupazione) è finalmente previsto un articolo che porrà fine (se convertito in legge) alla diatriba sui limiti reddituali da conteggiare ai fini della concessione della pensione agli invalidi civili: il reddito da considerare è solo quello dell’interessato.

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Maggiorazioni sociali agli invalidi: proposta di legge

La Camera ha assegnato alla Commissione Affari Sociali il primo esame di una proposta di legge che estende le maggiorazioni sociali delle pensioni anche agli invalidi di età inferiore ai 60 anni di età. Una proposta interessante che tuttavia conserva dei coni d’ombra relativamente alla copertura finanziaria.

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Limiti di reddito degli invalidi totali: nuova Sentenza di Cassazione

In questi giorni la Corte di Cassazione si è nuovamente pronunciata sulla questione dei limiti reddituali da applicare ai fini della concessione della pensione agli invalidi civili. La Sentenza non è immediatamente cogente, ma i timori in prospettiva rimangono aperti.

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Limiti di reddito degli invalidi totali: sospese le disposizioni INPS

Un Messaggio INPS sospende l’applicazione delle disposizioni che imponevano, dal 2013, di computare anche il reddito del coniuge ai fini del calcolo dei limiti reddituali per le pensioni degli invalidi civili totali.

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I nuovi bonus elettrici per il disagio fisico

Dal primo gennaio 2013 entrano in vigore le nuove disposizioni per i bonus elettrici destinati alle persone che usano apparecchi elettromedicali salvavita. Gli importi sono per lo più maggiorati e differenziati a seconda delle apparecchiatura usate e del tempo di impiego giornaliero. Vi sono alcune procedure da seguire sia per chi già godeva del bonus precedente che per chi vi accede per la prima volta.

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La Commissione Affari Sociali reintegra i Fondi

La Commissione Affari Sociali della Camera che sta esaminando il disegno di legge di Stabilità ha reintegrato alcuni Fondi fra i quali quello per le Politiche sociali e quello per la non autosufficienza.

 

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Disegno di Legge di Stabilità 2013 e persone con disabilità

E’ stato diffuso il testo ufficiale del disegno di legge di Stabilità che ora passa all’esame delle Camere. Forniamo il primo commento sugli aspetti che interessano direttamente le persone con disabilità e le loro famiglie: detrazioni e deduzioni, sostegno scolastico, servizi e prestazioni sociali e sanitarie.

 

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Fondo per la non autosufficienza: Proposta di legge

Alla Camera dei Deputati è stata depositata una Proposta di legge per l’istituzione di un nuovo Fondo per la non autosufficienza. A fronte delle notevoli aspettative da parte delle persone con disabilità e dei loro familiari ne presentiamo una dettagliata analisi.

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Spese di ricovero in struttura di persone con disabilità: conferma dal Consiglio di Stato

Nel pagamento delle rette in struttura residenziale entrano in gioco competenze diverse di ASL e Comuni a seconda che le prestazioni siano assistenziali o sanitarie. Chi paga? E in quali casi? Una recente pronuncia del Consiglio di Stato torna ancora sul tema ribadendo con maggiore forza concetti già espressi dalla Giurisprudenza.

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Compartecipazione: il Consiglio di Stato ancora a favore dei Cittadini

Con le tre contemporanee sentenze il Consiglio di Stato ha assunto ancora una precisa, e concordante, posizione sul tema della compartecipazione al costo delle persone gravemente disabili e non autosufficienti. Ancora tre pronunce a favore dei Cittadini.

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ISEE: verso il nuovo decreto

In queste settimane il Governo sta elaborando il decreto che rivede i criteri di calcolo e le modalità di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente, cioè lo strumento usato per definire l’accesso alle prestazioni sociali. Un decreto che interessa milioni di famiglie italiane.

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Controllo sugli invalidi: Piano straordinario 2012

Con il 2012 si conclude il massiccio piano di verifiche straordinarie sulla permanenza dei requisiti sanitari nei confronti dei titolari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità. L’INPS ha definito, con proprio Messaggio, le modalità di campionamento delle 250.000 persone da sottoporre a verifica nel corso di quest’anno.

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Permessi e congedi: le circolari di INPS e Dipartimento Funzione Pubblica

INPS e Dipartimento Funzione Pubblica, diramano le proprie circolari applicative del Decreto 119 del 18 luglio 2011 che ha parzialmente riordinato la normativa in materia di congedi – parentali e straordinari – e permessi lavorativi per l’assistenza a persone con disabilità grave.

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Piani personalizzati e ISEE: il “caso” Sardegna

Una recente ordinanza del TAR Sardegna rilancia la questione delle condizioni di accesso ai piani personalizzati per le persone con disabilità e per il diritto alla vita indipendente, con una pronuncia che è significativa al di là dei confini regionali.

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TAR Veneto: solo reddito personale per la compartecipazione alla spesa

Il TAR del Veneto annulla anche il Regolamento comunale di Verona, rimarcando il principio che, per la compartecipazione alla spesa sociale delle persone con grave disabilità, va tenuto conto del solo reddito personale.

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Provvidenze economiche per invalidi civili, ciechi civili e sordi: importi 2012

Ogni anno vengono ridefiniti gli importi delle pensioni, assegni e indennità che vengono erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi e i relativi limiti reddituali previsti per alcune provvidenze economiche. Li pubblichiamo comparandoli con quelli del 2011

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Semplificazione e persone con disabilità: Decreto-legge

Nella seduta di oggi (27 gennaio) il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto-legge che contiene anche uno specifico articolo relativo alle semplificazioni in materia di documentazione per le persone con disabilità. Presentiamo il commento al testo e abbiniamo un nostro dossier sul tema degli oneri amministrativi a carico delle persone disabili.

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Progetti di vita indipendente: sentenza del Consiglio di Stato

Con una complessa sentenza, il Consiglio di Stato ha deciso l’appello proposto avverso la sentenza TAR Lombardia, Milano, relativo al rifiuto da parte di un Comune di garantire per intero la copertura di progetti di vita indipendente di persone con grave disabilità.

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Indennità di frequenza ed extra-comunitari: sentenza della Corte Costituzionale

Con la sentenza del 16 dicembre 2011, n. 329 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di due norme che impediscono la concessione dell’indennità di frequenza ai minore stranieri stranieri con disabilità se non sono in possesso della carta di soggiorno.

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Invalidità civile: i nuovi “ricorsi”

Dal primo gennaio di quest’anno sono cambiate le modalità per opporsi ai verbali di invalidità, handicap, disabilità emessi da INPS. Il nuovo iter prevede l’accertamento tecnico preventivo, cioè la valutazione di un consulente nominato dal giudice. Solo dopo tale valutazione è possibile presentare il ricorso vero e proprio.

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ISEE: arriva l’emendamento governativo

In sede di discussione del decreto “salva Italia”, il Governo presenta i propri emendamenti. Uno di questi rivede l’articolo relativo all’ISEE, l’indicatore usato per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate e attribuisce nuove funzioni di controllo che coinvolgono l’INPS.

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Le politiche sociali nel Decreto “salva-Italia”

Nel decreto elaborato dal Governo Monti (“Misure urgenti per la stabilità finanziaria”) e in via di approvazione, ci sono alcuni aspetti di estrema rilevanza per il futuro delle famiglie e delle persone con disabilità, in particolare sulla compartecipazione alla spesa sociale, sulle agevolazioni fiscali e assistenziali e sulle provvidenze agli invalidi civili.

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Manovra-bis: effetti sulle persone con disabilità

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la Manovra aggiuntiva che corregge ed integra le precedenti misure finanziarie. Vediamo quali sono gli effetti immediati e futuri sulle persone con con disabilità e le loro famiglie in seguito alle nuove disposizioni.

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Manovra 2011-2014 e persone con disabilità

La Camera ha approvato in via definitiva la Manovra correttiva 2011-2014. La norma contiene disposizioni che producono effetti negativi per le persone con disabilità e le loro famiglie, oltre a nuove norme sull’invalidità civile, scuola, servizi e sanità.

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ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE20/11/2014

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 19 novembre 2014, n. 5692LAVORO

Diniego di emersione da lavoro irregolare

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 18 novembre 2014, n. 24539LAVORO

Professionisti – Avvocato – Opposizione a esecuzione – Ricorso – Notifica – Cambio domicilio

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 novembre 2014, n. 24595FISCALE

Tributi – Accertamento – Invito a produrre documentazione bancaria – Assenza del contribuente per motivi di lavoro – Rilevanza – Utilizzabilità in giudizio – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 novembre 2014, n. 24611FISCALE

Tributi – Dichiarazione dei redditi – Presentazione nei termini all’intermediario – Mancata trasmissione telematica da parte dell’intermediario – Violazione di omessa dichiarazione – Non sussiste – Obbligo di versamento delle imposte – Esclusione delle sanzioni

PRASSI

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 19 novembre 2014, n. 101/EFISCALE

Consulenza giuridica ai sensi dell’articolo 11 della legge n. 212 del 2000 – Sostituto d’imposta – Cessione quote fondi mobiliari chiusi

ARAN

COMUNICATO

ARAN – Comunicato 19 novembre 2014LAVORO

CCNL per il riconoscimento ai direttori dei servizi generali ed amministrativi dell’indennità di cui all’art. 19, comma 5-bis, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, come integrato dall’art. 4, comma 70, della legge 12 novembre 2011, n. 183

CONSIGLIO NAZIONALE CDL

CIRCOLARE E PROVVEDIMENTO

FONDAZIONE STUDI CDL – Circolare 19 novembre 2014, n. 19LAVORO

Agevolazioni contributive contratto a tutele crescenti/legge 407/90 un cambio svantaggioso per le aziende

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE20/11/2014

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 19 novembre 2014, n. 5692EDILIZIA

Diniego di emersione da lavoro irregolare

PRASSI

CONSIGLIO NAZIONALE CDL

CIRCOLARE E PROVVEDIMENTO

FONDAZIONE STUDI CDL – Circolare 19 novembre 2014, n. 19COOPERATIVE, EDILIZIA

Agevolazioni contributive contratto a tutele crescenti/legge 407/90 un cambio svantaggioso per le aziende

Esperto Pensioni

 

Esperto Pensioni

A

Esperto Pensioni

 Oggi alle 12:08 PM

Dopo la pubblicazione della legge 10 ottobre 2014, n. 147, relativa alla c.d. “sesta salvaguardia” e la pubblicazione della Circolare 7 novembre 2014, n. 27 del Ministero del lavoro, con le istruzioni e i fax-simile dei modelli per la presentazione dell’istanza alle DTL, l’INPS ha pubblicato il Messaggio 19 novembre 2014, n. 8881, con l’illustrazione dei criteri per la individuazione delle varie tipologie di salvaguardati, con l’indicazione di chi può non ripresentare l’istanza e con l’indicazione alle Sedi sulla gestione delle domande di pensione.

È opportuno che chi rientra o ritiene di rientrare nella sesta salvaguardia legga con attenzione l’intero testo del Messaggio INPS e, data la complessità dell’intreccio tra le varie norme indicate, consiglio le/gli interessate/i di rivolgersi comunque alla sede locale di un Patronato.

Sperando di non aumentare la confusione allego due mail ricevute da Francesco Flore con utili indicazioni e documentazioni e una mia nota riassuntiva di questa sesta salvaguardia.

—————

Colgo l’occasione per segnalarvi:

– il Messaggio INPS n. 8680 del 12 novembre 2014 concernente “Termini di pagamento delle prestazioni di fine lavoro per i dipendenti iscritti ai fini Tfs e Tfr alla gestione dipendenti pubblici dell’Inps, interessati dalle salvaguardie per l’accesso al pensionamento in base alla disciplina previgente all’art. 24 del DL 201/2011, nonché per i dipendenti il cui rapporto di lavoro è risolto unilateralmente dal datore di lavoro”.

– la pubblicazione del DECRETO 7 novembre 2014 concernente “Approvazione del modello tipo della Dichiarazione Sostitutiva Unica a fini ISEE, dell’attestazione, nonché delle relative istruzioni per la compilazione ai sensi dell’articolo 10, comma 3, del DPCM 5 dicembre 2013, n. 159”.

Come vi sarà noto l’ISEE è l’indicatore della situazione economica equivalente utilizzato ai fini delle prestazioni di natura assistenziale. Il nuovo ISEE entrerà in vigore dal prossimo 1° gennaio.

– la Circolare INPS n. 136 del 30 ottobre 2014 concernente “Nuove modalità di presentazione della richiesta di Assegni per il Nucleo familiare per i Lavoratori di ditte cessate o fallite”.

– il comunicato della CGIL sullo sciopero generale del 12 dicembre.

 

[Ricevi la presente informazione perché ti sei rivolta/o ai servizi del Sindacato Pensionati Italiani SPI-CGIL]
Ottavio Di Loreto
L’esperto risponde
http://www.spi.cgil.it/

http://www.cgil.it/
http://www.inca.it/
http://www.libereta.it
http://www.rassegna.it/
http://www.radioarticolo1.com/
Siamo consapevoli che e-mail indesiderate sono oggetto di disturbo quindi ti preghiamo di accettare le nostre scuse se la presente non è di tuo interesse. A norma del DLgs n. 196/2003 il tuo indirizzo e-mail è stato inserito nel nostro database perché ti sei rivolto ai nostri servizi. Questi messaggi non possono essere considerati SPAM poiché, a richiesta dell’interessato/a, saranno evitati ulteriori invii. Pertanto, qualora non desideri ricevere ulteriori comunicazioni ti preghiamo di inviare una risposta all’indirizzo esperto.pensioni@spi.cgil.it con oggetto CANCELLAMI.

 

6′ SALVAGUARDIA MASSIMA ATTENZIONE:ATTIVATE LE PROCEDURE INPS ON.LINE PER LA PRESENTAZIONE DELLE ISTANZE DI SALVAGUARDIA. L’INPS (dal quale attendiamo il messaggio illustrativo) ha comunque attivato da stamattina le procedure per la presentazione on.line delle istanze di salvaguardia attivando la versione 30 del programma di acquisizione. Basta accedere alla propria pagina del sito INPS con PIN Autenticato e procedere alla compilazione. Andare su Domanda di Prestazione Pensionistica (Pensione, Ricostituzione, Ratei) e Certificazione (salvaguardia, diritto a pensione); cliccare su nuova domanda in basso a sinistra; cliccare su cerca/compila domanda e procedere alla compilazione. Dopo aver memorizzato l’anagrafica andare su Dichiarazioni e nel menù a tendina selezionare

Gruppo: certificazione

Prodotto: diritto a pensione

Tipo :Legge 147/14

Tipologia…indicare la vostra dal menu

E poi procedete spediti.
Chi non riesce da solo si rechi IMMEDIATAMENTE al patronato per procedere.

 

Francesco

 

Carissimi,

Come promesso vi allego il messaggio 8881 di oggi con il quale l’ INPS detta le modalità per la presentazione delle domande di salvaguardia a valere su questo 6° provvedimento.

Vi allego anche un quadro semplice delle varie categorie interessate e di vostra facile comprensione elaborato dal nostro caro Luigi Metassi.

Prestate la massima attenzione nella compilazione della domanda o cercate di farla tramite un patronato informandolo di questa circolare (molti ancora non ne sono in possesso) e…in bocca al lupo a tutti.

VI ASPETTO TUTTI AL PRESIDIO DEL 27 A ROMA per il quale è stato organizzato il solito bus da Milano chi è interessato telefoni per prenotarsi a Pasquale De Pasquale al cell: 3481502546 – email: de.pasqui@tin.it

Auguri di cuore a tutti i salvaguardati della 6’ e…….. non lasciateci soli ora ma continuate a darci una mano per far venire fuori pure noi da quest’inferno.

Grazie

 

Francesco

 

 

 

 

 

 

 

Direzione Centrale Pensioni

Direzione Centrale Prestazioni a Sostegno del Reddito

Direzione Centrale Entrate

Roma, 19-11-2014

Messaggio n. 8881

Allegati n.2

OGGETTO: Legge 10 ottobre 2014, n. 147: nuove disposizioni in materia di

salvaguardia pensionistica (cd. sesta salvaguardia).

Premessa

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 246 del 22 ottobre 2014 è stata pubblicata la legge 10 ottobre 2014,

n. 147, entrata in vigore il 6 novembre 2014 che, agli articoli 1, 2 e 3, e 4 reca ulteriori

disposizioni in materia di salvaguardia pensionistica (allegato n. 1).

In particolare l’articolo 1 apporta delle modifiche all’articolo 22, comma 1, del decreto legge 6

luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e

all’articolo 11, comma 2, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con

modificazioni, dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124.

L’articolo 2 prevede l’applicazione ad ulteriori categorie di lavoratori dei requisiti di accesso e

del regime delle decorrenze vigenti prima dell’entrata in vigore del decreto legge 6 dicembre

2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.

L’articolo 3 reca l’interpretazione autentica dell’articolo 1, comma 194, lettera e), della legge

27 dicembre 2013, n. 147.

L’articolo 4 prevede la copertura finanziaria delle nuove disposizioni recate dalla legge in

argomento.

1. ARTICOLO 1: modifiche all’articolo 22, comma 1, della legge 7 agosto 2012,

n. 135 (cd. seconda salvaguardia), e all’articolo 11, comma 2, della legge 28 ottobre

2013, n. 124 (cd. quarta salvaguardia)

1.1 Modifiche all’articolo 22, comma 1, della legge n. 135 del 2012 (cd. seconda

salvaguardia)

In considerazione del limitato utilizzo della salvaguardia di cui all’articolo 22, comma 1, del

decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n.

135 (c.d. seconda salvaguardia), l’art. 1, lettera a) della legge n. 147 del 2014 prevede una

modifica del citato art. 22, comma 1, mediante la riduzione del contingente numerico dei

lavoratori,a cui continuano ad applicarsi le disposizioni in materia di requisiti di accesso e

di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto legge n.

201 del 2011 ancorché maturino i requisiti per l’accesso al pensionamento

successivamente al 31 dicembre 2011, da 55.000 soggetti a 35.000 soggetti.

In particolare, la predetta modifica interessa la categoria dei lavoratori collocati in

mobilità di cui all’art. 22, comma 1, lettera a) che, a seguito della modifica apportata dall’art.

1, lettera b) della legge in esame, è così ridefinita:

”Ai lavoratori per i quali le imprese abbiano stipulato in sede governativa entro il 31 dicembre

2011 accordi finalizzati alla gestione delle eccedenze occupazionali con utilizzo di

ammortizzatori sociali ancorché siano percettori, entro i quindici giorni successivi alla data di

entrata in vigore della presente disposizione, del trattamento di cassa integrazione guadagni

straordinaria ai sensi dell’articolo 1 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive

modificazioni, e il cui rapporto di lavoro cessi entro il 30 dicembre 2016 per il collocamento in

mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive

modificazioni, ovvero siano cessati dall’attività lavorativa entro il 31 dicembre 2014 e collocati

in mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive

modificazioni, i cui nominativi siano stati comunicati entro il 31 dicembre 2014 al Ministero del

lavoro e delle politiche sociali secondo le modalità di cui al decreto del Ministro del lavoro e

delle politiche sociali 8 ottobre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 17 del 21 gennaio

2013, i quali in ogni caso maturino i requisiti per il pensionamento entro il periodo di

fruizione dell’indennità di mobilità di cui all’articolo 7, commi 1 e 2, della legge 23 luglio

1991, n. 223 ovvero, ove prevista, della mobilità lunga ai sensi dell’articolo 7, commi 6 e 7,

della predetta legge n. 223 del 1991. Ai lavoratori di cui alla presente lettera continua ad

applicarsi la disciplina in materia di indennità di mobilità in vigore alla data del 31 dicembre

2011, con particolare riguardo al regime della durata”.

L’articolo 1, comma 3, della legge in esame prevede, per effetto di quanto disposto dal comma

1, lettera a), del medesimo articolo, che è operata una corrispondente diminuzione nel

contingente numerico da 40.000 unità a 20.000 unità della categoria dei lavoratori

collocati in mobilità di cui all’art. 22, comma 1, lettera a), della legge n. 135 del 2012.

L’articolo 1, comma 2, della legge n. 147 del 2014 prevede altresì una corrispondente riduzione

delle risorse stanziate all’articolo 1, comma 235, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e

successive modificazioni.

Ciò posto, a decorrere dall’entrata in vigore della legge n. 147 del 2014 (il 6 novembre 2014),

continuano ad accedere alla cd. seconda salvaguardia di cui alla legge n. 135 del 2012 i

soggetti che si trovano nelle condizioni indicate all’art. 1, lettera b) della legge n. 147 del

2014.

Quanto alle modalità di accesso alla salvaguardia da parte dei lavoratori in argomento,

continua a trovare applicazione la procedura di cui all’art. 3 del decreto interministeriale dell’8

ottobre 2012, attuativo della cd. seconda salvaguardia di cui alla legge n. 135 del 2012 (v.

messaggio n. 4678 del 2013, punto 2.1).

Il riferimento ai lavoratori percettori di trattamento di cassa integrazione guadagni

straordinaria, deve intendersi nel senso che la percezione del trattamento di cigs è condizione

per l’accesso alla salvaguardia; in particolare, il trattamento di cigs deve sussistere al

momento dell’entrata in vigore della legge n. 147 del 2014 (il 6 novembre 2014) ovvero

iniziare entro 15 giorni dalla predetta data (entro il 21 novembre 2014). Tale trattamento

dovrà essere goduto senza soluzione di continuità fino alla data di licenziamento che non può

essere successiva al 30 dicembre 2016.

In relazione a quanto sopra ai menzionati lavoratori licenziati dal 31 dicembre 2014 al 30

dicembre 2016 non si applicherà l’art. 2, comma 46, della legge 28 giugno 2012 n. 92 – come

modificato dall’art 46 bis, comma 1, lettera e) del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83

convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, che introduce un regime transitorio, prevedendo

per i lavoratori collocati in mobilità a decorrere dal 1° gennaio 2015 e fino al 31 dicembre del

2016 una graduale riduzione della durata dell’indennità di mobilità ordinaria (vedi circolare n. 2

del 2013). In tal caso i lavoratori avranno la durata della prestazione calcolata ai sensi

dell’articolo 7, commi da 1 a 4, della legge n. 223 del 1991; al riguardo si fa riserva di un

successivo messaggio da parte della DC Prestazioni a sostegno del reddito.

Lavoratori di cui

all’art. 22, comma

1, lettera a), della

legge n. 135 del

2012, come

modificato

dall’art. 1, lettera

b) della legge n.

147 del 2014.

Criteri di ammissione alla salvaguardia

N. 20.000

lavoratori per i

quali le imprese

abbiano stipulato in

sede governativa

entro il 31 dicembre

2011 accordi

finalizzati alla

gestione delle

eccedenze

occupazionali con

utilizzo di

ammortizzatori

sociali.

– Siano già percettori al 6 novembre 2014, ovvero, entro i quindici

giorni successivi a detta data (21 novembre 2014), del trattamento di

cassa integrazione guadagni straordinaria ai sensi dell’articolo 1 della

legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni e il cui rapporto

di lavoro cessi – senza soluzione di continuità con il predetto

trattamento di cigs – entro il 30 dicembre 2016 per il collocamento in

mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223,

e successive modificazioni. I predetti lavoratori dovranno essere

presenti negli elenchi inviati all’Inps dal Ministero del Lavoro e delle

politiche sociali ai sensi del decreto del 8 ottobre 2012 del predetto

Ministero.

ovvero

– siano cessati dall’attività lavorativa entro il 31 dicembre 2014 e

collocati in mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio

1991, n. 223, e successive modificazioni e i cui nominativi siano stati

comunicati entro il 31 dicembre 2014 al Ministero del lavoro e delle

politiche sociali secondo le modalità di cui al decreto del Ministro del

lavoro e delle politiche sociali 8 ottobre 2012.

-Perfezionamento dei requisiti pensionistici entro il periodo di fruizione

dell’indennità di mobilità ai sensi dell’art. 7, commi 1 e 2, della legge n.

223 del 1991, ovvero, ove prevista, della mobilità lunga, ai sensi

dell’art. 7, commi 6 e 7, della legge n. 223 del 1991.

1.2 Modifiche all’articolo 11, comma 2, della legge n. 124 del 2013 (cd. quarta

salvaguardia)

Con riferimento alla categoria dei soggetti cessati in base a risoluzione unilaterale del

rapporto di lavoro, l’articolo 1, comma 4, della legge n. 147 del 2014modifica l’art. 11 del

decreto legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito con modificazioni dalla legge 28 ottobre

2013, n. 124, riducendo sia il contingente numerico dei beneficiari da 6.500 unità a 2.500

unità che le corrispondenti risorse finanziarie dall’anno 2014 all’anno 2019.

Ciò posto, restano invariate le condizioni e le modalità di accesso alla salvaguardia in parola

già illustrate nel messaggio n. 522 del 2014 con riferimento a tale categoria di lavoratori.

Lavoratori di cui all’articoli 11 del

D.L. 102 del 2013, convertito con

modificazioni dalla legge n. 124 del

2013, come modificato dall’art. 1,

comma 4 della legge n. 147 del

2014.

Criteri di ammissione alla salvaguardia

n. 2.500 lavoratori cessati in base a

risoluzione unilaterale del rapporto di

lavoro intervenuta tra il 1° gennaio 2009

ed il 31 dicembre 2011.

Anche se abbiano svolto dopo la cessazione

qualsiasi attività, non riconducibile a rapporto di

lavoro dipendente a tempo indeterminato, a

condizione che sia stato conseguito per tale

attività, un reddito annuo lordo non superiore a €

7.500,00.

Decorrenza della pensione entro il 6.1.2015.

2. ARTICOLO 2: nuove disposizioni di salvaguardia

L’art. 2 della legge n. 147 del 2014, ferme restando le precedenti disposizioni di salvaguardia

pensionistica, reca nuove misure di salvaguardia in favore di ulteriori categorie di lavoratori cui

applicare le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti

prima del 6 dicembre 2011, data di entrata in vigore del decreto legge n. 201 del 2011,

ancorché maturino i requisiti per l’accesso al pensionamento successivamente al 31 dicembre

2011.

Ai sensi dell’articolo 2, comma 6, della legge in esame, i benefici della salvaguardia in parola

sono riconosciuti nel limite di 32.100 soggetti e nel limite massimo di 43 milioni di euro per

l’anno 2014, 218 milioni di euro per l’anno 2015, 378 milioni di euro per l’anno 2016, 355

milioni di euro per l’anno 2017, 303 milioni di euro per l’anno 2018, 203 milioni di euro per

l’anno 2019, 128 milioni di euro per l’anno 2020, 49 milioni di euro per l’anno 2021 e 4 milioni

di euro per l’anno 2022.

Ciò premesso, con il presente messaggio si forniscono le prime istruzioni operative per

l’applicazione delle disposizioni in oggetto.

2.1 Tipologie di lavoratori e criteri di ammissione alla salvaguardia.

Preliminarmente, si elencano le tipologie di lavoratori di cui all’articolo 2, comma 1, della legge

n. 147 del 2014 ed i relativi criteri di ammissione alla salvaguardia:

Lavoratori di cui

all’articolo 2, comma 1,

della legge n. 147 del

2014

Criteri di ammissione alla salvaguardia

a)n.5.500 lavoratori

collocati in mobilità

ordinaria a seguito di

accordi governativi o non

governativi, stipulati entro il

31 dicembre 2011, cessati

dal rapporto di lavoro entro il

30 settembre 2012

– Perfezionamento, entro il periodo di fruizione dell’indennità di

mobilità di cui all’articolo 7, commi 1 e 2, della legge 23 luglio

1991, n. 223, ovvero, anche mediante il versamento di

contributi volontari, entro dodici mesi dalla fine dello stesso

periodo, dei requisiti vigenti prima della data di entrata in

vigore del D.L. n. 201 del 2011. Il versamento volontario,

anche in deroga alle disposizioni dell’articolo 6, comma 1, del

decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, può riguardare

anche periodi eccedenti i sei mesi precedenti la domanda di

autorizzazione stessa. Tale versamento può comunque essere

effettuato solo con riferimento ai dodici mesi successivi al

termine di fruizione dell’indennità di mobilità.

– Autorizzazione ai versamenti volontari sussistente alla data

di entrata in vigore della legge n. 147 del 2014 o

presentazione della domanda di prosecuzione volontaria entro

il 5 gennaio 2015.

b) n. 12.000 lavoratori

autorizzati alla

prosecuzione volontaria

della contribuzione di cui

all’articolo 1, comma 194,

lettere a) e f), della legge 27

dicembre 2013, n. 147:

– Lavoratori autorizzati alla

prosecuzione volontaria

della contribuzione (art. 1, c.

194, lettera a) della legge n.

147 del 2013).

-Lavoratori autorizzati alla

prosecuzione volontaria della

contribuzione anteriormente

al 4 dicembre 2011 (art. 1,

c. 194, lettera f) della legge

n. 147 del 2013).

Autorizzazione antecedente alla data del 4.12.2011.

Almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla

data del 6.12.2011.

Anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4

dicembre 2011, qualsiasi attività, non riconducibile a rapporto

di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Decorrenza della pensione entro il 6.1.2016.

Anche se al 6 dicembre 2011 non hanno un contributo

volontario accreditato o accreditabile alla predetta data.

A condizione che abbiano almeno un contributo accreditato

derivante da effettiva attività lavorativa nel periodo compreso

tra il 1° gennaio 2007 e il 30 novembre 2013.

A condizione che alla data del 30 novembre 2013 non

svolgano attività lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro

dipendente a tempo indeterminato.

Decorrenza della pensione entro il 6.1.2016.

c) n. 8.800 lavoratori

cessati di cui all’articolo 1,

comma 194, lettere b), c) e

d), della legge 27 dicembre

2013, n. 147:

Anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi

– Lavoratori il cui rapporto di

lavoro si è risolto entro il 30

giugno 2012 (art. 1, c. 194,

lettera b), della legge n. 147

del 2013):

in ragione di accordi

individuali sottoscritti

anche ai sensi degli

articoli 410, 411 e 412-

ter del codice di

procedura civile;

in applicazione di

accordi collettivi di

incentivo all’esodo

stipulati entro il 31

dicembre 2011 dalle

organizzazioni

comparativamente più

rappresentative a livello

nazionale.

-Lavoratori il cui rapporto di

lavoro si è risolto dopo il 30

giugno 2012 ed entro il 31

dicembre 2012 (art. 1, c.

194, lettera c), della legge n.

147 del 2013):

in ragione di accordi

individuali sottoscritti

anche ai sensi degli

articoli 410, 411 e 412-

ter del codice di

procedura civile;

in applicazione di

accordi collettivi di

incentivo all’esodo

stipulati entro il 31

dicembre 2011 dalle

organizzazioni

comparativamente più

rappresentative a livello

nazionale.

-Lavoratori il cui rapporto di

attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a

tempo indeterminato;

Decorrenza della pensione entro il 6.1.2016.

Anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attività

non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo

indeterminato.

Decorrenza della pensione entro il 6.1.2016.

Anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attività

non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo

indeterminato.

Decorrenza della pensione entro il 6.1.2016.

lavoro sia cessato per

risoluzione unilaterale, nel

periodo compreso tra il 1°

gennaio 2007 e il 31

dicembre 2011 (art. 1, c.

194, lettera d), della legge n.

147 del 2013).

d) N. 1.800 lavoratori che,

nel corso dell’anno 2011,

risultano essere in congedo

ai sensi dell’articolo 42,

comma 5, del testo unico di

cui al decreto legislativo 26

marzo 2001, n. 151, e

successive modificazioni, o

aver fruito di permessi ai

sensi dell’articolo 33, comma

3, della legge 5 febbraio

1992, n. 104, e successive

modificazioni.

Decorrenza della pensione entro il 6.1.2016.

e) N. 4.000 lavoratori con

contratto di lavoro a

tempo determinato cessati

dal lavoro tra il 1 gennaio

2007 e il 31 dicembre 2011.

Mancato svolgimento, dopo la cessazione, di attività

riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo

indeterminato;

Decorrenza della pensione entro il 6.1.2016.

2.2 Particolarità relative alle singole categorie di lavoratori salvaguardati (articolo 2,

comma 1, della legge n. 147 del 2014).

2.2.1 Lavoratori collocati in mobilità (art. 2, comma 1, lettera a)

Il contingente numerico per questa tipologia di lavoratori è stato fissato in 5.500 unità.

Potenziali destinatari della salvaguardia sono i lavoratori collocati in mobilità ordinaria a

seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, cessati dal

rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e che perfezionano, entro il periodo di fruizione

dell’indennità di mobilità di cui all’articolo 7, commi 1 e 2, della legge 23 luglio 1991, n. 223,

ovvero – anche mediante il versamento di contributi volontari – entro dodici mesi dalla fine

dello stesso periodo, i requisiti vigenti prima della data di entrata in vigore del citato decretolegge

n. 201 del 2011.

Si evidenzia che il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità ordinaria, entro il quale

riscontrare la maturazione dei requisiti per il pensionamento, deve essere verificato alla data

del 6 novembre 2014, data di entrata in vigore della legge n. 147 del 2014. Pertanto, eventuali

periodi di sospensione della percezione dell’indennità di mobilità, successivi al 6 novembre

2014, non possono essere considerati rilevanti ai fini del prolungamento del periodo di

fruizione entro il quale devono essere maturati i requisiti per il pensionamento.

Il predetto versamento volontario, anche in deroga alle disposizioni dell’articolo 6, comma 1,

del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, può riguardare anche periodi eccedenti i sei mesi

precedenti la domanda di autorizzazione stessa. Tale versamento può comunque essere

effettuato solo con riferimento ai dodici mesi successivi al termine di fruizione dell’indennità di

mobilità.

L’art. 2, comma 2, della legge n. 147 del 2014, precisa che per i lavoratori in argomento, che

siano già stati autorizzati ai versamenti volontari in data antecedente all’entrata in vigore della

stessa legge e per i quali siano decorsi i termini di pagamento, sono riaperti a domanda i

termini dei versamenti relativi ai dodici mesi successivi alla fine del periodo di fruizione

dell’indennità di mobilità, come specificato nel medesimo articolo al comma 1.

La norma riguarda, in via esclusiva, i lavoratori già autorizzati ai versamenti volontari alla data

di entrata in vigore della legge n. 147 del 2014 o che presentano la domanda di prosecuzione

volontaria entro il 5 gennaio 2015, data di scadenza del termine per la presentazione delle

istanze di accesso al beneficio della salvaguardia di cui alla legge 147 del 2014 e che

perfezionino anche mediante il versamento della contribuzione volontaria, i requisiti vigenti

prima della data di entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011 entro dodici mesi dalla

fine del periodo di fruizione dell’indennità di mobilità di cui all’articolo 7, commi 1 e 1, della

legge 23 luglio 1991, n. 223.

Ai sopra citati lavoratori è limitata l’applicazione della deroga stabilita dall’articolo due, comma

1, lettera a), della legge n. 147 del 2014 alle disposizioni previste dalla art. 6, comma 1, del

d.lgs. 30 aprile 1997, n. 184.

Si precisa che, all’atto dell’istruttoria o del riesame delle domande di autorizzazione ai

versamenti volontari, è necessario, prima di consentire il versamento anche per periodi

superiori ai sei mesi antecedenti la domanda di autorizzazione, che sia verificata la possibilità,

in capo all’assicurato, di raggiungere il diritto a pensione secondo le regole indicate.

2.2.2 Lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione (art. 2,

comma 1, lettera b)

Il contingente numerico per questa tipologia di lavoratori è stato fissato in 12.000 unità.

Potenziali destinatari della salvaguardia sono i lavoratori autorizzati alla prosecuzione

volontaria della contribuzione di cui all’articolo 1, comma 194, lettere a) e f), della legge 27

dicembre 2013, n. 147, di seguito indicati:

1) Articolo 1, comma 194, lettera a), legge n. 147 del 2013

Lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4

dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o

accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data

del 4 dicembre 2011, qualsiasi attività, non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a

tempo indeterminato.

2) Articolo 1, comma 194, lettera f), legge n. 147 del 2013

Lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4

dicembre 2011, ancorché al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario

accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che abbiano almeno un contributo

accreditato derivante da effettiva attività lavorativa nel periodo compreso tra il 1° gennaio

2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attività

lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Come disposto dall’art. 2, comma 1, lettera b), della legge n. 147 del 2014, i lavoratori di cui

alle predette lettere a) e f) possono accedere al beneficio a condizione che perfezionino i

requisiti anagrafici e contributivi utili a comportare la decorrenza del trattamento

pensionistico, secondo la disciplina vigente alla data di entrata in vigore del decreto legge n.

201 del 2011, entro il quarantottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del

medesimo decreto legge n. 201, vale a dire entro il 6 gennaio 2016.

Al riguardo si rammenta che lalegge n. 147 del 2013 prevede, quale condizione per l’accesso al

beneficio della c.d. quinta salvaguardia per le categorie di lavoratori di cui al presente punto,

la decorrenza del trattamento pensionistico entro 6 gennaio 2015.

2.2.3 Lavoratori cessati in ragione di accordi individuali o collettivi di incentivo

all’esodo e per risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro (art. 2, comma 1, lett. c)

Il contingente numerico per questa tipologia di lavoratori è stato fissato in 8.800 unità.

Potenziali destinatari della salvaguardia sono i lavoratori cessati in virtù di accordi o per

risoluzione unilaterale di cui all’articolo 1, comma 194, lettere b), c) e d), della legge 27

dicembre 2013, n. 147, di seguito indicati.

1) Articolo 1, comma 194, lettera b), legge n. 147 del 2013

Lavoratori il cui rapporto di lavoro si è risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi

individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura

civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo stipulati dalle

organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre

2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attività non riconducibile a

rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

2) Articolo 1, comma 194, lettera c), legge n. 147 del 2013

Lavoratori il cui rapporto di lavoro si è risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre

2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-

ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo

all’esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale

entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo la cessazione, qualsiasi attività non

riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

3) Articolo 1, comma 194, lettera d), legge n. 147 del 2013

Lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo

compreso tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto,

successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di

lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Come disposto dall’art. 2, comma 1, lettera c), della legge n. 147 del 2014, i lavoratori di cui

alle predette lettere b), c) e d) possono accedere al beneficio a condizione che perfezionino

i requisiti anagrafici e contributivi utili a comportare la decorrenza del trattamento

pensionistico, secondo la disciplina vigente alla data di entrata in vigore del decreto legge n.

201 del 2011, entro il quarantottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del

medesimo decreto legge n. 201, vale a dire entro il 6 gennaio 2016.

Al riguardo si rammenta che lalegge n. 147 del 2013 prevede, quale condizione per l’accesso al

beneficio della c.d. quinta salvaguardia per le categorie di lavoratori di cui al presente punto,

la decorrenza del trattamento pensionistico entro 6 gennaio 2015.

2.2.4 Lavoratori in congedo o fruitori di permessi (art. 2, comma 1, lett. d)

Il contingente numerico per questa tipologia di lavoratori è stato fissato in 1.800 unità.

Potenziali destinatari della salvaguardia sono i lavoratori di cui all’articolo 24, comma 14,

lettera e-ter), del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla

legge 22 dicembre 2011, n. 214, vale a dire i lavoratori che, nel corso dell’anno 2011,

risultano essere in congedo ai sensi dell’articolo 42, comma 5, del testo unico di cui al decreto

legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e successive modificazioni, o aver fruito di permessi ai

sensi dell’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive

modificazioni.

Come disposto dall’art. 2, comma 1, lettera d) della legge n. 147 del 2014, i lavoratori in

parola possono accedere al beneficio a condizione che perfezionino i requisiti utili a comportare

la decorrenza del trattamento pensionistico, secondo la disciplina vigente alla data di entrata

in vigore del decreto legge n. 201 del 2011, entro il quarantottesimo mese successivo alla data

di entrata in vigore del medesimo decreto legge n. 201, vale a dire entro il 6 gennaio 2016.

Al riguardo si rammenta che la lettera e-ter), del comma 14, dell’art. 24, della legge n. 214

del 2011, introdotta dall’art. 11 bis del decreto legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito con

modificazioni dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124 prevede, quale condizione per l’accesso al

beneficio della salvaguardia di cui alla legge n. 214 del 2011 per la categoria di lavoratori di

cui al presente punto, la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 6 gennaio 2015.

Il messaggio è stato troncato

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Patronati

Tagli ai patronati – Manifestazione davanti a Montecitorio

Tra gli slogan “Vicini, vicini ai cittadini” e “Giù le mani dal Patronato” è proseguita anche questa mattina davanti Palazzo Montecitorio la protesta dei Patronati del Cepa che dicono no al taglio previsto dal Governo.  L’Onorevole Marialuisa Gnecchi, insieme ad alcuni membri della Commissione Lavoro (Baruffi, Gregori, Fabbri, Piccolo e Rotta) hanno incontrato gli operatori esteri del Patronato affermando, tra l’altro, che “In una situazione difficile per le risorse, il loro impegno a favore dei Patronati è reale”.

Al termine della manifestazione, l’Onorevole Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro della Camera, rivolgendosi ai manifestanti ha affermato che  “Colpendo i Patronati non si uccide una burocrazia ma si taglia una mano che sostituisce, in qualche modo, l’attività dello Stato”. Anche l’Onorevole Pierluigi Bersani con una stretta di mano simbolica ha espresso la sua  solidarietà agli operatori dei Patronati.

Tagli ai patronati

Tagli ai patronati – Sen. Cucca e Angioni (Pd), si va a depotenziare, se non a bloccare definitivamente, quello che viene riconosciuto come un fiore all’occhiello del sistema sociale italiano ….

Dopo aver firmato, assieme ad altri parlamentari, la lettera inviata al premier Renzi per chiedere la revisione del taglio previsto ai patronati dalla Legge di Stabilità, i senatori del Pd Silvio Lai, Giuseppe Cucca e Ignazio Angioni hanno deciso di sostenere anche la petizione lanciata in tutta Italia a difesa di questi centri servizi.

“La scelta di tagliare i fondi ai patronati è sbagliata e deve essere rivista – dicono -. È vero che bisogna individuare ogni possibile intervento e soluzione che consenta allo Stato di risparmiare ma è necessario che questo non vada a colpire servizi che funzionano e che offrono assistenza ai cittadini. Si devono penalizzare gli sprechi e non l’attività di chi tra le altre cose consente alla pubblica amministrazione di risparmiare oltre 600 milioni di euro grazie ad un fondo che attualmente è di 430 mln. Confidiamo che già alla Camera si modifichi la normativa nella quantità e nella qualità del taglio, altrimenti ci faremo promotori di una iniziativa al Senato quando ci sarà la seconda lettura”.

“È paradossale quello che sta accadendo – dice Lai – si va a depotenziare, se non a bloccare definitivamente, quello che viene riconosciuto come un fiore all’occhiello del sistema sociale italiano e questo nonostante il fondo per i patronati si alimenti dalle ritenute effettuate sui contributi previdenziali versati dai lavoratori e dalle imprese. Ma quel che ci preoccupa sono le conseguenze di questa scelta. Pensiamo a quei cittadini che in questi anni hanno trovato nei patronati un punto di riferimento indispensabile per tutta una serie di servizi. Un’assistenza altamente professionale e gratuita che in altri Paesi viene svolta a pagamento e da società private”.

Tagli ai Patronati

Tagli ai patronati – Il dimezzamento non è accettabile, disattesi gli impegni pubblici del Presidente del Consiglio Renzi e del Ministro Poletti

Comunicato stampa Cepa (Acli, Inas, Inca e Ital)

Il dimezzamento dei tagli al Fondo Patronati non è sufficiente a scongiurare il rischio di mettere in ginocchio la tutela gratuita assicurata dai patronati; tanto meno è coerente con l’impegno che il Presidente del Consiglio aveva assunto pubblicamente, confermato anche dal Ministro Poletti, che sarebbero state trovate le risorse per salvaguardare l’esistenza di un servizio di pubblica utilità indispensabile per tutti i cittadini. E’ questo il commento a caldo di Acli, Inas, Inca e Ital rispetto alle notizie pubblicate sui quotidiani di oggi, che annunciano l’intenzione del Governo di ridurre da
150 a 75 milioni di euro i tagli al Fondo patronati, contenuti nella legge di Stabilità.

75 milioni di euro continuano ad essere una cifra enorme, insopportabile per una rete che ogni anno
assicura a milioni e milioni di persone la gratuità dei servizi di tutela e assistenza in ambiti che vanno dalla previdenza alle prestazioni socio-assistenziali. Per questa ragione, Acli, Inas, Inca e Ital continueranno la loro campagna di sensibilizzazione verso le istituzioni e il Parlamento, fino a quando non verrà cancellata del tutto una norma inaccettabile sia sotto il profilo economico, sia per ciò che riguarda il merito e il metodo.

I patronati del Ce.Pa. sottolineano ancora una volta che il Fondo dei Patronati è alimentato da una quota dei contributi previdenziali obbligatori versati ogni anno da lavoratori e imprese e non può e non deve rientrare nelle disponibilità del bilancio dello Stato. Se le indiscrezioni di stampa dovessero essere confermate, il Governo, di fatto, si renderebbe responsabile di introdurre una tassa occulta a carico delle persone più bisognose che, pur continuando a pagare integralmente la contribuzione previdenziale, dovranno rinunciare alla gratuità dei servizi offerti dal sistema patronati, vedendosi sottrarre una parte dei propri soldi.

Già 700.000 persone hanno firmato la petizione “ No ai tagli ai Patronati” e si moltiplicano le dichiarazioni di sostegno ai patronati da parte di enti ed istituzioni. Per Acli, Inas, Inca e Ital, la partita, quindi, non è chiusa. Ci auguriamo – affermano i quattro patronati – che l’annuncio sia solo un indizio positivo della disponibilità del governo a rivedere l’orientamento espresso nella legge di Stabilità, un primo passo verso la cancellazione dei tagli.

Eternit

Eternit: Camusso, sentenza grave, Governo faccia decreto

La sentenza della Cassazione sul caso Eternit “penso sia una cosa straordinariamente grave”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a
margine di un incontro del sindacato a Bologna. Questa sentenza “credo che dovrebbe imporre ad un Governo che decreta e dichiara velocemente – ha aggiunto – di fare rapidamente un decreto che faccia decadere i termini della prescrizione per reati di questo tipo”.

Una sentenza grave “non solo per quella città e per quelle famiglie di tanti cittadini che persero la vita, ma anche perché siamo all’idea che il danno ambientale e le conseguenze sulla salute dei cittadini si esauriscono andando in prescrizione – ha aggiunto Camusso – senza tener conto della realtà, e del fatto che tutti temiamo che il picco della malattia non sia ancora giunto e che ci siano ancora persone che pagheranno il prezzo della presenza di quello stabilimento a Casale Monferrato”.

Tagli ai patronati

Tagli ai patronati – Comitato provinciale Inps Campania, diminuzione qualità e quantità dei servizi e delle prestazioni ai cittadini

“… l’introduzione di questa norma avrà un forte impatto sui cittadini e sull’Inps, – si legge nell’ordine del giorno del Comitato regionale Inps della Campania – in quanto l’Istituto ha incentrato la sua azione sulla telematizzazione delle pratiche in materia di prestazioni assistenziali e previdenziali, procedendo ad un ridimensionamento della presenza delle sue sedi sul territorio. L’eliminazione del filtro del patronato, inevitabilmente riverserebbe gli utenti sugli sportelli dell’Istituto, con conseguente riverbero sull’organizzazione del lavoro, sulla qualità e sulla tempistica dei servizi e delle prestazioni ai cittadini”.

E conclude auspicando che “..il Governo riveda la norma in questione in quanto oltre al rischio di gravare economicamente sulla parte più debole della popolazione, quali gli invalidi e disabili, essa comporterebbe per i cittadini un onere economico per ottenere un servizio, che è stato sempre erogato gratuitamente dagli Enti ed Istituti preposti”.

Tagli ai patronati

Tagli ai patronati – Bat, significa tagliare i diritti dei più deboli …

 “Tagliare i fondi ai patronati significa tagliare i diritti dei più deboli. – così inizia il comunicato del Cepa Acli – Inas – Inca e Ital -. Nella legge di stabilità sono contenute sforbiciate importanti che di fatto mettono i patronati nella pericolosa condizione di non poter più lavorare, ovvero offrire servizi ai più deboli: tutela previdenziale e assistenziale. Si tratta di una riduzione di 150 milioni di euro del fondo patronati, pari a circa il 35 per cento delle risorse complessive ad esso destinate”.

“Il Governo – prosegue la nota – finirà per appropriarsi di soldi che son dei lavoratori senza specificarne l’utilizzo. Una beffa a cui si aggiunge un danno economico serio che aggraverà le già precarie condizioni di coloro che pagano con la disoccupazione e la povertà le conseguenze di una crisi gravissima”.

“La protesta dei patronati con conseguente mobilitazione – spiegano dal coordinamento Cepa Bat – continuerà finché il Governo non si impegnerà a cancellare la norma tagliapatronati”.

Tagli ai patronati

In una lettera inviata ai consiglieri regionali e parlamentari biellesi, dal Cepa (Acli, Inas, Inca e Ital), si legge “… chiediamo un vostro intervento sui tagli pesantissimi che il Governo ha deciso nei confronti del fondo patronati. Già i precedenti Esecutivi in questi ultimi anni hanno ridotto il finanziamento costringendoci a svolgere molte attività senza alcuna remunerazione, aumentando la nostra assistenza ai cittadini a fronte di un corposo taglio al personale degli enti previdenziali e la conseguente riduzione della consulenza e assistenza dei cittadini che si rivolgono direttamente agli enti stessi e che si sono dovuti rivolgere ai patronati”.

“Oggi – prosegue il testo della lettera – il nuovo taglio mina la sopravvivenza degli Enti di patronato, costringendoli alla chiusura di gran parte dei servizi che spaziano come voi sapete, dalla consulenza per la pensione e presentazione della domanda, al controllo della pensione, alla domanda di disoccupazione agli assegni familiari dei pensionati, alla denuncia e recupero dei contributi non versati, alla richiesta del pagamento della maternità, alla ricongiunzione dei contributi versati in enti diversi o all’estero, alla domanda di invalidità e di accompagnamento per ammalati terminali e anziani non autosufficienti, alla richiesta di riconoscimento dei danni dovuti ad infortuni sul lavoro ed all’assistenza e regolarizzazione degli immigrati. Le pratiche da svolgere in regime obbligatorio che la legge affida al patronato sono di 93 tipologie e procedure diverse…”.

“Risulta evidente – continua l’appello –  il danno sociale causato da servizi che rischiano di venire meno con nuovi costi economici che andrebbero a colpire specialmente la fascia più debole della nostra popolazione, aggravando le condizioni sociali che la crisi economica già rende insopportabili. Quindi il finanziamento ai patronati non è un regalo, ma al contrario si utilizzano gli stessi per una funzione sociale con minori costi”.

“Siamo a chiedervi – conclude il testo della lettera – di prendere pubblicamente posizione contro il taglio del finanziamento e di impegnarvi con il vostro voto, per chi fa parte di assemblee elettive, affinché la discussione in Parlamento della legge di stabilità ripristini il pieno finanziamento delle attività svolte gratuitamente dal patronato per i cittadini

Tagli ai patronati

Tagli ai patronati – Slovenia, difendiamo i nostri patronati!

Una nota di protesta sui tagli ai patronati previsti nel ddl di stabilità, è stata presentata, dall’Inas e dall’Inca della Slovenia, al Console generale d’Italia. Analoga nota è stata inviata anche alle sedi delle comunità degli italiani di Capodistria, Izola e Pirana nonché al rappresentante della comunità italiana al Parlamento sloveno, Roberto Battelli e all’Ente previdenziale sloveno.

“L’insieme delle norme proposte – si legge nella nota – comporta la sostanziale eliminazione del sistema patronato, un sistema a rischio chiusura anche perché le norme che restringono l’anticipazione delle risorse per l’attività svolta strangoleranno finanziariamente gli istituti di patronato, portando id fatto ad un’impossibilità operativa a partire già dal prossimo anno”.

“Questo taglio – prosegue – è un ennesimo attacco al welfare, ai diritti dei cittadini al senso più profondo della tutela gratuita. La nostra attività hanno l’unico obiettivo di aiutare gratuitamente tutte le persone senza alcuna distinzione, ad orientarsi tra le tante normative e iter burocratici, facilitando il loro rapporto con la Pubblica Amministrazione; agevolandole nella compilazione e presentazione delle domande agli Enti previdenziali e assicurativi; accompagnandole fino al riconoscimento dei diritti…”.

“In particolare – continua – anche dopo i ripetuti tagli alla rete consolare i nostri concittadini residenti all’estero verrebbero definitivamente abbandonati a loro stessi. Non possiamo permettere che questo disegno si realizzi! Non possiamo permettere che i valori che sono stati alla base del riconoscimento dei patronati per 70 anni vengano buttati via dal governo Renzi!”