Povertà

Caritas: mappa di un “universo di disagio”

Un ”universo di disagio” bussa alle porte della Caritas. E a oltre cinque anni dallo scoppio della crisi economica, si evidenziano alcune ”importanti dinamiche di povertà”: lo segnala il nuovo Rapporto Caritas 2014 su povertà ed esclusione sociale in Italia, dal titolo ”False partenze”, che apre una finestra sul fenomeno della povertà in Italia secondo l’esperienza di ascolto, osservazione e animazione svolta dalla 220 Caritas diocesane presenti sul territorio nazionale.

I dati relativi al biennio 2012-2013 segnalano situazioni in cui  aumenta la richiesta di aiuto. E’ confermata la crescente presenza degli italiani, che in alcuni casi raggiungono e superano la maggioranza assoluta delle presenze nei Centri di Ascolto; ceto medio e gruppi sociali tradizionalmente estranei al disagio sociale sono sempre più coinvolti dalla vulnerabilità economica.

Più elevata la presenza di problemi occupazionali tra gli immigrati rispetto agli italiani (49,5 contro il 43,8%). E’ da notare, mette in evidenza il Rapporto Caritas, come i problemi familiari siano più diffusi tra gli italiani (13,1% rispetto al 5,7% degli stranieri), mentre la situazione appare rovesciata per quanto riguarda i problemi abitativi, più diffusi nella componente straniera dell’utenza (17,2 contro il 14,6%).
Una fetta cospicua di utenti richiede beni e servizi materiali (34,0%). Vi sono poi le persone che richiedono al CdA l’attivazione e il coinvolgimento di soggetti ed enti terzi (26,8%) o che richiedono al CdA orientamento a servizi o informazioni su misure/prestazioni socio-assistenziali disponibili nel territorio (10,3%). Un aiuto economico, conclude il Rapporto Caritas, è richiesto in modo esplicito da una minoranza di persone (10,7%).

A livello complessivo si conferma la presenza di una quota maggioritaria di stranieri (61,8%) rispetto agli italiani (38,2%). La quota di italiani è più forte nel Sud (59,7%). Si tratta in prevalenza di donne (54,4%), di coniugati (50,2), disoccupati (61,3%), con domicilio (81,6%). Hanno figli il 72,1%. Sono separati o divorziati il 15,4%. Il 6,4% è analfabeta o completamente privo di titolo di studio.

Nel corso del 2013, il problema-bisogno più frequente degli utenti dei CdA Caritas è stato quello della povertà economica (59,2% del totale degli utenti), seguito dai problemi di lavoro (47,3%) e dai problemi abitativi (16,2%). Tra gli italiani l’incidenza della povertà’ economica è molto più pronunciata rispetto a quanto accade tra gli stranieri (65,4% contro il 55,3%).

Un’ultima parte del Rapporto si sofferma sulle tendenze degli attuali assetti di welfare, evidenziando nodi critici e possibili proposte di miglioramento. Appare positivo, ad esempio, il rifinanziamento del Fondo nazionale per l’autosufficienza, così come l’introduzione del nuovo Isee, il rinnovato ”termometro” nazionale necessario per determinare i livelli di accesso a varie tipologie di prestazioni sociali e assistenziali. Tuttavia, la reale operatività di entrambi i provvedimenti non sarà immediata.

”Aspetti di criticità”, sottolinea il Rapporto Caritas, ”sono ravvisabili nel carattere sperimentale e provvisorio di molte delle recenti novità legislative”. Da un lato, segnala il Rapporto ”False partenze”, ”se è oggettivo riconoscere che la legge di stabilità 2014 ha impegnato un ammontare di risorse mai visto in questi ultimi anni per la lotta alla povertà, dall’altro lato assistiamo a percorsi di implementazione definiti ancora una volta nei termini di ”sperimentazione” (si pensi alla nuova Carta Acquisti), senza una prospettiva normativa definita e di copertura economica chiara di eventuali ulteriori misure in questo ambito”.

Il rischio, conclude il Rapporto Caritas, ”è quello di avviare grandi cantieri territoriali che non trovano esito legislativo, generando più un sentimento di amarezza nei confronti di un’opera incompiuta, che la sedimentazione di competenze e strumenti efficaci di contrasto alla povertà”.

Povertàultima modifica: 2014-03-31T19:08:05+02:00da vitegabry
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