Archivi giornalieri: 30 marzo 2014

FIRMA PER LA TRASPARENZA NELLA SANITÀ PUBBLICA

FIRMA PER LA TRASPARENZA NELLA SANITÀ PUBBLICA

La trasparenza e l’integrità del Servizio sanitario nazionale possono salvarci la vita.
Nessuna esagerazione, solo dati: se il Servizio sanitario nazionale non avesse perso più di un miliardo e mezzo di euro in frodi e illegalità nel solo triennio 2010-2012 oggi l’Italia avrebbe potuto spendere quella cifra per avere 5 nuovi ospedali modello. Salvando delle vite che invece sono andate perdute.
I tentacoli della corruzione sono in agguato e il modo più efficace per difendere la salute dei cittadini è quello di fare luce sul funzionamento e sulle spese della sanità italiana. Per questo chiediamo che tutte le Aziende sanitarie si impegnino in modo concreto a essere trasparenti e impermeabili all’illegalità. E per questo chiediamo, come previsto dalla norma sulla trasparenza (decreto legislativo 33 del 2013), che i direttori facciano luce sui costi, sulle decisioni e sui servizi offerti dalle strutture:

1- Trasparenza di bilancio e di rendicontazione:
pubblicazione sui siti web dei bilanci in formato “open data” accompagnati da grafici sintetici e facilmente leggibili. Questi dati ci permettono di capire come e quanto spende un’Azienda sanitaria ed esercitare il nostro diritto di sapere.

2 – Trasparenza sui bandi di gara e di concorso:
pubblicazione sui siti web di tutte le informazioni relative alla scelta di fornitori e personale, aggiungendo un documento annuale riassuntivo con l’indicazione di tutti gli appalti. In questo modo ogni cittadino può conoscere e verificare i criteri e gli esiti delle decisioni prese dalle Aziende sanitarie.

3 – Trasparenza sulla collaborazione con strutture sanitarie private:
messa online delle liste di accreditamento delle imprese private (laboratori di analisi, centri terapeutici, ambulatori e ospedali privati…), con relativi accordi contrattuali dettagliati che chiariscano la tipologia e la quantità delle prestazioni offerte e i corrispettivi economici. In questo modo possiamo verificare se c’è corrispondenza tra bisogni reali e risorse affidate all’esterno.

4 – Trasparenza sui tempi di attesa per le cure:
pubblicazione di dati sulle liste d’attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Per la cittadinanza è uno strumento utile per valutare l’eventuale presenza di favoritismi e tutelare l’accesso ai servizi.

5 – Trasparenza per tutti i cittadini:
organizzazione delle “Giornate per la trasparenza” aperte ai cittadini. Il confronto con la società civile è fondamentale per mettere in atto un dialogo positivo tra ente pubblico e società civile.

Difendere il Servizio sanitario nazionale è un nostro dovere: la salute è il bene più prezioso che abbiamo e accedere alle cure e all’assistenza è un nostro diritto. Chiedi anche tu alle Aziende sanitarie trasparenza e lotta alla corruzione: può salvarti la vita.

CNEL

Spiragli di dialogo

  Colloquio telefonico tra Putin e Obama sulla crisi ucraina 29 marzo 2014

 
  

Si riapre uno spiraglio di dialogo tra Mosca e Washington dopo giornate di gelo e di scambi di accuse sulla crisi in Ucraina. 

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha chiamato ieri sera Barack Obama in visita in Arabia Saudita e ha annunciato che è disposto a discutere la proposta di soluzione diplomatica statunitense prospettata dal segretario di Stato, John Kerry, al suo omologo russo, Serghiei Lavrov al recente vertice sulla sicurezza nucleare dell’Aja.

Così, al termine del tour europeo, e dopo aver incassato l’appoggio compatto delle cancellerie occidentali sulla linea ferma contro il Cremlino, Obama ha ottenuto il consenso di Putin per tornare al tavolo delle trattative. Un primo passo a cui però, ammonisce la Casa Bianca, devono seguire fatti concreti. Come informa la Casa Bianca, i due leader si sono detti d’accordo d’affidare ai rispettivi capi della diplomazia, John Kerry e Serghiei Lavrov, l’approfondimento dei prossimi passaggi negoziali. Ma tutto a una condizione ritenuta imprescindibile. E cioè che Mosca rinunci alla minaccia militare.

LIBERA

NUOVA EDIZIONE DEL PREMIO PIO LA TORRE

Al via l’edizione 2013/2014 del Premio Pio La Torre, Istituito ormai 5 anni fa dall’associazione Libera per ricordare il politico e sindacalista siciliano, ucciso da Cosa Nostra insieme al suo collaboratore Rosario di Salvo il 30 Aprile 1982.
Dopo cinque anni di partecipazione, studio, approfondimento, anche questa edizione ha visto il Premio Pio La Torre cambiare ed innovarsi. 

Quattro sezioni, per coinvolgere i ragazzi di tutta Italia in un percorso di ricerca all’insegna della lotta alle mafie, della confisca dei beni, della buona politica. 

La sezione Principale
E’ stata un’estate importante, per il Premio Pio La Torre. Per la prima volta la sezione principale è stata infatti dedicata a E!State Liberi,  il programma di volontariato e formazione che ha visto coinvolti, anche in quest’edizione, più di 5000 ragazzi provenienti da tutta Italia. Un’estate in viaggio quindi,  per attraversare con il racconto dei ragazzi. i 45 campi di volontariato, le 16 regioni coinvolte dalle isole all’Emilia romagna, per ricordarci le tante storie di impegno, lotta antimafia e partecipazione che oggi più che mai fanno vivere la memoria di Pio La Torre, attraverso l’attuazione di quella legge, che porta il suo nome, che permette la confisca dei beni ai mafiosi. 

La sezione speciale e la sezione università 
Anche quest’anno la Sezione Speciale del Premio Pio La Torre chiede ai giovani partecipanti di metter mano alla fantasia.  Obiettivo del Premio è l’ideazione e la realizzazione grafica di un logo/logotipo che rappresenti la nascente cooperativa di Libera Terra che gestirà, a fini produttivi e sociali,alcuni terreni e beni confiscati alla criminalità organizzata del trapanese. La cooperativa sarà dedicata alla memoria di Rita Atria. Il logo selezionato dalla giuria all’interno della sezione speciale rappresenterà la nuova cooperativa e troverà diffusione nel web e nei prodotti grafici (manifesti, flyer, ecc.)  legati alle attività della nuova cooperativa sociale.
Dedicata invece ai giovani universitari, la partecipazione al Premio prevede la realizzazione di Tesi di Laurea, Triennale o Specialistica, che affrontino, nell’ambito della propria disciplina di studio, il tema della confisca dei beni alle organizzazioni mafiose. Una sezione che vuole quindi promuovere lo studio e l’approfondimento scientifico premiando i migliori lavori dedicati al tema del contrasto alle organizzazioni mafiose tramite confisca e riutilizzo sociale. 

La sezione Enti Locali
Buone pratiche locali, politiche innovative, nel segno della lotta alle mafie, della promozione della legalità, della pace. Dall’esemplare impegno politico testimoniato da Pio La Torre, Avviso Pubblico e Libera hanno deciso di premiare quest’anno quelle esperienze concrete, significative, meritevoli, intraprese in questi anni dalle amministrazioni locali e selezionate quindi per partecipare a questa quinta, rinnovata edizione del Premio Pio La Torre. 

info: premiopiolatorre@libera.it

 
 

 

 

Beato Amedeo IX di Savoia

Beato Amedeo IX di Savoia


Beato Amedeo IX di Savoia

Nome: Beato Amedeo IX di Savoia
Titolo: Duca, Terziario francescano

Ricorrenza: 30 marzo

Sotto i gradini dell’altar maggiore della bellissima cattedrale romanica di Vercelli, dedicata a Sant’Eusebio, si trova la sepoltura del Beato Amedeo IX, terzo Duca di Savoia, morto nel 1472.A scegIiere, per l’eterno riposo, quell’insolito luogo, francamente modesto per un potente della terra, era stato il Duca stesso, prima di morire consunto da una lunga malattia, appena trentasettenne.
Come sovrano Amedeo poté forse apparire un debole. Alla causa della guerra, preferì sempre quella della pace. E più che di questioni politiche. si occupò e si preoccupò del bene dei propri sudditi, specialmente dei più bisognosi, curando ammalati, sfamando affamati, costruendo ospizi, oltre a chiese e a conventi.
Per ragioni di convenienza dinastica gli era stata data in sposa Jolanda, figlia del Re di Francia Carlo VII. Quel matrimonio di convenienza avrebbe potuto costituire un grosso e pericoloso salto nel buio, ma la principessa francese fu invece la degna compagna del Duca savoiardo, del quale condivise la sensibilità morale e la profondità spirituale, assecondandolo nei suoi disegni e desideri, che erano più quelli di un religioso che non di un sovrano.
Fu semmai Jolanda che si dimostrò carattere più forte del suo, prendendo saggiamente in mano le redini, se non del governo, almeno di certe responsabilità pubbliche del Duca, il quale preferì lasciar fare alla consorte.
Sapeva del resto che la mano di Jolanda era delicata e sensibile, anche se più forte della sua. O forse avvertiva che il suo passaggio nel mondo sarebbe stato breve, e già si preparava, diciamo così, a scomparire dalle scene della vita.
Fece molte volte, a piedi, il pellegrinaggio da Torino a Chambéry, per venerarvi la Santa Sindone. Con particolare attenzione si dedicò alla educazione dei figli, che volle spiritualmente formati e saggiamente inquadrati in una consapevole visione religiosa della vita.
Quando la salute del Duca cedette, Amedeo si trasferì, dalla Savoia a Vercelli, dove il clima era più dolce e temperato. La sua fine fu lenta, ma inarrestabile. Consapevole della morte imminente, Amedeo trovava parole adatte a consolare e a consigliare chiunque mal sembrava adattarsi al destino, o meglio ai voleri della Provvidenza.
Prima di spirare, un lunedì di Pasqua, nel 1472, raccomandò ai figli la pace, l’amore per i poveri, la protezione per i deboli, la difesa della religione. Alla moglie disse semplicemente: « Vi lascio questi orfani ». E non furono soltanto gli orfani a piangere il Duca appena trentasettenne, passato sulla terra come il romantico principe di una mesta fiaba.

Oltre 16 milioni di italiani tremano!!

Pensioni: ipotesi ricalcolo contributi. Taglio per 16 mln di italiani. Ecco chi rischia

 
 
Brutte notizie sul fronte delle pensioni. In base alle indiscrezioni di stampa l’Inps starebbe pensando a un ricalcolo degli assegni al fine di riequilibrare gli squilibri tra sistema retributivo (pre-riforma Fornero) e contributivo.
 
I timori vengono confermati da una recente audizione del direttore generale dell’Inps Mauro Nori alla Commissione Lavoro della Camera, dove ha confermato: “Far passare al contributivo i vecchi assegni è possibile”.
 
Il risult.ato di questa operazione sarebbe pesantissima e potrebbe colpire una platea di 16 milioni di pensionati: chi percepisce ora un assegno di circa 1.800 euro si potrebbe vederselo ridotto a circa 1.300 euro
 
I MOTIVI
 
L’obiettivo come detto è quello di riequilibrare gli squilibri tra sistema retributivo (pre-riforma Fornero) e contributivo. Si tratta dunque di ricostruire la carriera previdenziale di milioni di italiani.
 
Di sicuro, il confronto tra quanto versato e quanto incassato da chi è andato in pensione di anzianità tra 2008 e 2012 (lo studio è degli esperti Fabrizio e Stefano Patriarca su lavoce.info) parla chiaro. In sostanza, i contributi versati coprono solo in parte la pensione erogata dall’Inps, con punte di squilibrio fino al 34%: in altre parole, chi oggi incassa una pensione oltre i 3.000 euro è come se ricevesse un terzo dell’assegno “regalato”, senza copertura economica. Un guaio.
 
ECCO CHI RISCHIA
 
Più sale di assegno, più quel differenziale cresce. Per esempio, chi percepisce fino a 499 euro, ha versato in realtà 381 euro: 44 euro “in più” nell’assegno.
 
Fino a 749 euro, invece, si sono versati contributi per 564 euro ottenendone in cambio 660 euro: uno squilibrio di 96 euro. Che sale a 156 euro nel caso di chi percepisce fino a 999 euro avendo versato contributi reali per 734 euro.
 
Sono 238 gli euro “regalati” per chi riceve una pensione fino a 1.249 euro avendo versato 900 euro. E’ del 23,6%, pari a 324 euro, lo squilibrio per le pensioni fino a 1.499 euro: 1.053 euro di contributi contro 1.377 euro di pensione retributiva erogata.
 
Come detto, lo squilibrio sale di pari passo con l’ingrassare dell’assegno. Fino ai 1.749 euro, si sono versati contributi per 1.205 euro ricevendo in cambio 1.621 euro, 416 euro in più. Fino a 1.999 euro, a fronte di 1.363 euro di contributi, si percepiscono 508 euro in più. Che salgono a 599 nel caso delle pensioni fino a 2.249 euro (con 1.520 euro di contributi).
 
Per le pensioni fino a 2.499 euro, invece, a fronte di 1.680 euro di contributi si incassano 691 euro in più. I più fortunati, come detto, sono coloro che percepiscono pensioni fino a 2.999 euro e gli oltre 3.000: rispettivamente, 834 e addirittura 1.414 euro “regalati”.
 
Oltre 16 milioni di italiani tremano!!