Archivi giornalieri: 29 marzo 2014

La grande delusione

 

Il secondo mandato. Guantanamo, l’impotenza nei confronti del governo di Israele, il silenzio sui paesi est europei che stanno tornando agli anni trenta. Tante parole sulla Russia e nemmeno una sull’Ungheria di Orban. Forse le delusioni in politica estera superano quelle in politica interna

Il pre­si­dente Obama ha fatto una pun­tata a Roma con 50 mac­chine di scorta, cibo e acqua ‘sicuri’, come se Roma fosse in Ala­bama. Nel suo paese a meno di due anni dall’uscita di scena i repub­bli­cani lo ber­sa­gliano con ogni mezzo, ogni giorno, men­tre i demo­cra­tici sus­sur­rano cri­ti­che temendo con­trac­colpi elet­to­rali. Secondo il son­dag­gio di Real Clear Poli­ticsha un gra­di­mento del 42%. I più impor­tanti e potenti opi­nio­ni­sti scri­vono che que­sto sofi­sti­cato intel­let­tuale nero non sa fare il pre­si­dente, non accetta con­si­gli, aiuti. Die­tro Nixon, Rea­gan, i due Bush vi erano uomini che face­vano fun­zio­nare il governo nella dire­zione pro­pria al paese del pri­mato dell’economia. Anche Clin­ton vi si adattò. Obama no.

Nel primo man­dato egli era stato eletto con il fon­da­men­tale soste­gno delle élite finan­zia­rie, ostili al big busi­ness del petro­lio e ai dino­sauri militari-industriali repub­bli­cani. Meglio inve­stire su un appas­sio­nato di infor­ma­tion tech­no­logy in grado di capire l’economia finan­zia­ria. A garan­tire che i suoi emo­zio­nanti discorsi “sul cam­bia­mento pos­si­bile” erano pro­messe elet­to­rali, prov­ve­deva Tim Gei­th­ner, il segre­ta­rio al Tesoro, bril­lante cul­tore del capi­ta­li­smo con­tem­po­ra­neo. Ma quando nel 2008 scop­piò la crisi di quel capi­ta­li­smo, la rea­zione della nuova Casa Bianca fu ambi­gua. Da un lato quasi impose il fal­li­mento della banca Leh­mans, dall’altro si mosse per­ché i gio­chi finan­ziari ripren­des­sero nel tempo più breve. L’ambiguità stava nel com­por­ta­mento per­so­nale del pre­si­dente. Nel fatto che intanto stava dimo­strando di tenere alle pro­messe elet­to­rali. Non solo alla riforma sani­ta­ria, ma anche agli punti della sua poli­tica pro­getto. Il pre­si­dente — eletto con i voti para­dos­sal­mente con­giunti dei finan­zieri, dei sin­da­cati, dei neri e degli ispa­nici, del 70% degli ebrei e degli stu­denti uni­ver­si­tari, dell’elettorato tra­di­zio­nal­mente demo­cra­tico – pro­met­teva: pace tra repub­bli­cani e demo­cra­tici; la chiu­sura del car­cere di Guan­ta­namo; misure per l’ammodernamento delle infra­strut­ture, treni, auto­strade, scuole pub­bli­che; l’aumento del sala­rio minimo; soste­gno ai disoc­cu­pati, vit­time della glo­ba­liz­za­zione. Dal bilan­cio quasi con­cluso risulta che Obama non è stato in grado di far fronte al suo pro­gramma. Eppure egli non viene solo dall’attivismo sociale nelle comu­nità urbane, degra­date dalla delo­ca­liz­za­zione ma anche dalla machine poli­tics di Chi­cago. E’ là che si è impo­sto sino a diven­tare sena­tore. Ed è là che poteva impa­rare da Lyn­don John­son, il pre­si­dente della Great Society, il poli­tico che usò ogni leva su Senato e Con­gresso per dare anche agli ame­ri­cani un po’ del wel­fare euro­peo. Le misure di wel­fare di Obama sono state respinte con una viru­lenza quasi impo­li­tica, quasi raz­ziale. Come se l’elettorato bianco si fosse stretto al suo esta­blish­ment bianco, nel big busi­ness e nelle sedi poli­ti­che, per dimo­strare a Obama che i suoi studi ad Har­vard e le sue espe­rienze a Chi­cago, non basta­vano a farlo rico­no­scere come il loro “coman­dante in capo”. Al quale si dovrebbe rispetto che invece i mass media, grandi e pic­coli, gli negano attri­buen­do­gli anche la per­dita di pre­sti­gio dell’America nel mondo.

L’accusa è che il mondo ha smesso di avere paura dell’America. Pro­prio quando con l’invenzione dei droni, con l’autonomia per il gas e con la grande finanza tor­nata a bril­lare, il grande paese dimo­stra la sua potenza.

Una potenza che il pre­si­dente assi­cura non sarà usata nella vec­chia maniera. E dun­que come pro­messo si deve andar via dall’Iraq e dall’Afganistan, non inter­ve­nire in Siria (a memo­ria del rovi­noso inter­vento a metà in Libia), men­tre qui e lì, nel grande Medio Oriente, l’uso dei droni eli­mina sin­goli nemici, indi­vi­duati come tali dai ser­vizi segreti. Nelle rela­zioni inter­na­zio­nali molte sono le con­trad­di­zioni da parte di colui che diven­tando pre­si­dente tante aspet­ta­tive fatto nascere. Da un lato c’è quel famoso discorso al Cairo nel 2009 “sul nuovo ini­zio” nelle rela­zioni con i paesi isla­mici, rite­nuto in gran misura all’origine delle pri­ma­vere arabe, e peral­tro appas­site come si sa. Dall’altro lato vi sono i passi indie­tro su Guan­ta­namo, l’impotenza nei con­fronti del governo di Israele, il silen­zio sui paesi est euro­pei che stanno tor­nando agli anni trenta. Tante parole sulla Rus­sia e nem­meno una sull’Ungheria di Orban. Forse le delu­sioni in poli­tica estera supe­rano quelle in poli­tica interna.

Egli è entrato alla Casa Bianca con una “sua” poli­tica pro­getto, ne uscirà con un con­tratto milio­na­rio per un libro in cui si difen­derà. La realtà è che l’intellettuale outsi­der non è stato in grado di imporsi sull’establishment del suo paese, che è il paese dei film dei fra­telli Cohen. Il paese cono­sciuto prima da ragazzo nero, e da com­mu­nity orga­ni­zer e poi da avvo­cato e poi da poli­tico di Chi­cago. Un paese sul cui cam­bia­mento aveva scom­messo di far­cela. E in tanti ave­vano cre­duto che pro­prio per le sue espe­rienze ce l’avrebbe fatta. Grande è la delusione.

Rita di Leo – il manifesto

Ministero del Lavoro

 

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Normativa

Decreto legge n.34 del 20/03/2014

Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese

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Circolare n.5 del 04/03/2014

Misure di contrasto al lavoro nero sommerso ed irregolare – maxisanzione, revoca del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale e sanzioni per la violazione della disciplina in materia di durata media dell’orario di lavoro e di riposi giornalieri e settimanali, ai sensi dell’art. 14, D.L. n. 145/2113 (conv. da L. n. 9/2014)

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Circolare n.6 del 04/03/2014

Chiarimenti sui contenuti del Codice di comportamento ad uso degli ispettori del lavoro, recentemente introdotto con D.M. 15 gennaio 2014

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Decreto Ministeriale del 30/01/2014

Adozione del programma triennale per la trasparenza e l’integrità, anni 2013-2016

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Decreto Direttoriale del 22/01/2014

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Decreto interdipartimentale del 15/01/2014

Elenco dei soggetti abilitati ad effettuare i lavori sotto tensione

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Decreto Ministeriale del 15/01/2014

Codice di comportamento ad uso degli ispettori del lavoro

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Decreto Direttoriale n.1 del 08/01/2014

Indizione degli esami di abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro – sessione 2014

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 5 del 17/01/2014
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Reino Unido se sube al carro de los matrimonios gays

  • Decenas de homosexuales celebran el sábado las primeras bodas en Inglaterra y Gales

  • La Iglesia Anglicana “ha aceptado” la ley y ha pedido tolerancia a sus feligreses

Activistas en favor de los derechos de los gays, protestan ante la...Activistas en favor de los derechos de los gays, protestan ante la sede del Partido Conservador en Londres. Reuters

CARLOS FRESNEDACorresponsal Londres

Actualizado: 29/03/2014 02:31 horas

Nueve años después de que lo hiciera España, Gran Bretaña se sube al carro de las bodas gays. La “Ley del Matrimonio (para Parejas del Mismo Sexo)”, que fue aprobada el año pasado gracias al impulso del primer ministro David Cameron y pese a las tenaces resistencias del ala dura del Partido Conservador, entra en vigor eses sábado en Inglaterra y Gales (Escocia aprobó su propia ley y está previsto que se incorpore a finales de año).

La Iglesia Anglicana ha suavizado su postura en la recta final y el arzobispo de Canterbury, Justin Welby, ha pedido tolerancia a sus feligreses. “La Iglesia ha reaccionado aceptando completamente que esto es la ley y debería demostrar el sábado con palabras y acciones el amor de Cristo por todos los seres humanos”, declaró Welby, ante de la previsión de actos de boicot a los matrimonios entre homosexuales.

El primer “sí, quiero” estaba previsto que resonara un minuto después de la medianoche del viernes en el Pabellón Real de Brighton, donde recibieron un permiso especial para poder casarse Andre Wale y Neil Allard, ligados hasta ahora una unión civil y deseosos de alcanzar la “igualdad de derechos” con respecto a las parejas heterosexuales.

La ley británica, una de las más permisivas de Europa, autoriza a las parejas del mismo sexual a contraer matrimonio no sólo en los ayuntamientos y edificios civiles, sino en los templos religiosos que lo autoricen (excluyendo a la Iglesia Anglicana).

Cameron, el gran defensor

En decenas de edificios gubernamentales, junto a la Union Jack, se izará el sábado la bandera arco iris para darle todo el simbolismo a la fecha. El viceprimer ministro británico, el liberal-demócrata Nick Clegg, ha instado por sus parte a los británicos a “brindar” por las primeras bodas y a celebrar “un momento muy trascendente para el Reino Unido”.

Pese a las resistencias de los sectores más conservadores de las sociedad británica, el 68% de la población considera que la bodas gays deben ser permitidas y tan sólo el 26% se opone, según un sondeo de la emisora de radio BBC 5.

El definitivo impulso a la ley que permite casarse a las parejas del mismo sexo lo dio precisamente el conservador David Cameron, que se refirió en más de una ocasión a la naturalidad con la que las bodas gays se celebran desde hace casi una década en España (y hace ya catorce años en Holanda).

“Soy un gran defensor del matrimonio y no quiero que los homosexuales queden excluidos de esta institución”, aseguró en su día Cameron. “Personalmente estoy orgulloso de lo logrado y creo que hemos dado un ejemplo de cómo crear una buena legislación con la suficiente antelación. Muchos países van a querer copiar esto. Creo creo que tenemos que exportarlo más”

San Secondo di Asti

 

San Secondo di Asti


San Secondo di Asti

Nome: San Secondo di Asti
Titolo: Vescovo e martire

Ricorrenza: 29 marzo

La città di Brescia vanta due popolarissimi Patroni nei Santi fratelli Faustino e Giovita, festeggiati il 15 febbraio. Ecco oggi un frutto del loro esempio in San Secondo, il veneratissimo patrono della città di Asti, al quale è dedicata la bella cattedrale di questa città e che è, per gli astigiani, come Sant’Antonio per padovani, « il Santo », semplicemente.

Secondo era un nobile giovane, ancora pagano, ma non indifferente alla nuova religione, che si affermava e si diffondeva sempre di più, e sempre scegliendo tra i migliori, malgrado le repressioni e le condanne. Forse per curiosità, più probabilmente per una segreta affinità con i sofferenti, il giovane cristiano visitava nelle carceri di Asti i cristiani condannati.

Da uno di questi, San Calogero, fu istruito nella dottrina del Vangelo, e fu come un seme gettato nel generoso fermento della sua anima. Amico di Saprizio, Prefetto romano della città, il giovane Secondo era visto assieme con lui molto spesso, e forse ne mitigava lo zelo nella persecuzione. Una volta, si recarono insieme a Tortona, dove era incarcerato, in attesa di giudizio, San Marziano. Ma mentre il Prefetto pagano si riprometteva dal prigioniero una facile abiura, il giovane non ancora cristiano cercava, forse inconsciamente, una luce e una conferma della sua oscura chiamata.

Il viaggio fu infatti ricco, per lui, di sublimi insegnamenti e di celesti avvertimenti. Ma fu in un altro viaggio, a Milano, che Secondo raggiunse la fede, incontrando i due Santi fratelli Faustino e Giovita, che potremmo chiamare, senza ombra d’irriverenza, miracolosi commessi viaggiatori della verità. « Andò Secondo a Milano – dice la leggenda – e l’angelo di Dio menò a lui, fuori de la città, San Faustino e Giovita, i quali eran tenuti prigionieri in carcere, e ricevette il battesimo da loro, dando loro l’acqua da una nuvola.

Ed eccoti subitamente venire dal cielo una colomba, recando il corpo e il sangue del Signore, e lo diede a Faustino e Giovita. Ma Faustino diede il corpo del Signore e i1 sangue a Secondo, che lo dovesse portare a San Marziano ». Di nuovo sulla via di Tortona, Secondo è ora solo, ma sicuro; rapido, ma calmo; nel buio della notte, ma illuminato dalla luce scesa nella sua anima. Porta il pane dei forti a San Marziano, che sta per affrontare la prova del supplizio. E dopo la morte del Martire, egli ne raccoglie pietosamente le reliquie, e questo suo gesto devoto affretta anche per lui l’ora della prova.

Il suo compagno di viaggi, il Prefetto Saprizio, sospettandolo cristiano, lo sottopone ad un interrogatorio. Secondo infatti non nega, anzi confessa; e così nel 119, sotto Adriano Imperatore, ha spiccata dal corpo la testa sulla quale era piovuta la miracolosa acqua battesimale.

Nel crocicchio della storia rispecchiato dal Calendario, i nomi dei due fratelli protettori della forte Brescia, sono così restati legati a quello di San Secondo, Patrono della fiera Asti.