Immigrati

Immigrati: Piccinini, presidente Inca Cgil, il Tar Lazio ci ha dato ragione sui tempi cittadinanza

“Il Tar del Lazio ha accolto la nostra class action in materia di concessione di cittadinanza degli immigrati, intimando al ministero dell’Interno di concludere la procedura entro i 730 giorni previsti dalla legge e non facendo aspettare, come accade adesso, anche 5-6 anni prima di dare una risposta”. Così Morena Piccinini, presidente dell’Inca Cgil, ha annunciato la vittoria del patronato, della Cgil e di Federconsumatori che insieme hanno fatto ricorso al Tar del Lazio, attraverso una ”class action pubblica”, per conto di 109 richiedenti la cittadinanza.

“Il nostro – ha spiegato Piccinini – è il secondo ricorso in assoluto attraverso class action (il primo riguardava il permesso di soggiorno dei familiari dei migranti), ma la nostra attività a favore dei migranti non si fermerà qui”.

“Premesso che per noi – ha sottolineato Piccinini – la questione del tema della cittadinanza sarà risolta definitivamente solo con il passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli, ci attiveremo perchè questa pronuncia non rimanga limitata a queste 100 persone, ma divenga un cambiamento per tutti”.

Della sentenza del Tar ha parlato anche l’avvocato Luca Santini, del collegio che difendeva Inca, Cgil e Federconsumatori. “Ci siamo avvalsi di uno strumento normativo molto recente – ha ricordato – entrato in vigore nel 2010. E l’abbiamo dovuto studiare molto bene, contrastando anche punto per punto le eccezioni insidiose che ha presentato il ministero dell’Interno con l’evidente intento di far saltare la class action”.

“Devo dire – ha detto Santini- che la causa è stata possibile grazie alla straordinaria opera di raccolta di documentazione sui casi che hanno fatto le sedi territoriali di Inca, Cgil e Federconsumatori. E la cosa importante – ha concluso il legale – è che il Tar ci ha dato ragione riconoscendo la ”violazione generalizzata dei termini di conclusione del procedimento sul”istanza di rilascio della concessione della cittadinanza italiana”, condannando il ministero a ”porre rimedio a tale situazione mediante l’adozione degli opportuni provvedimenti entro il termine di un anno”.

E Piero soldini, responsabile immigrazione Cgil nazionale ha sottolineato che “Stando a dati riportati nel corso di un incontro al Cnel da fonti del ministero dell’Interno, in Italia si sono accumulate nel tempo almeno 300.000 domande di cittadinanza. Ma al ministero non riescono ad evaderne più di 50.000 l’anno, con la conseguenza che i tempi per dare una risposta, positiva o negativa che sia, si allungano fino anche a 1.700 giorni, anzichè stare nei 730 giorni previsti dalla legge”.

“E la situazione – ha commentato Soldini – sta peggiorando: cè un dato che emerge da un rapporto Eurostat del dicembre 2013 che pone l’Italia al 25° posto in Europa per concessione della cittadinanza, e che segnala una riduzione del 15% delle concessioni di cittadinanza. Insomma, aumentano gli immigrati e diminuiscono le cittadinanze. Questo pone un ulteriore problema, perchè della cittadinanza ai migranti si parla spesso solo in termini di ius sanguinis o ius soli, e noi della Cgil siamo per lo ius soli. Ma qui si tratta di mettere mano a una riforma globale che riguardi anche gli adulti perchè siamo ormai il Paese che continua a considerare ”immigrati e ”stranieri” quelli che stanno qui da tanti anni e che hanno lavoro, figli e nipoti”.

“La sentenza – ha commenta Francesco Avallone, della Federconsumatori- mette in evidenza l”importanza dello strumento della class action, che è strumento, se usato in maniera propria e con attenzione, che dà risultati notevoli. In questo specifico caso – ha aggiunto Avallone – abbiamo potuto ricorrere a una class action perchè la legge (dpr 362/94) stabiliva uno standard di qualità, i 730 giorni appunto come limite massimo”.

“Purtroppo, laddove questi standard non ci sono è tutto molto più difficile e per questo dobbiamo continuare la collaborazione tra sindacato, patronato e associazione dei consumatori: per poter far adottare il più possibile questi standard”.

Immigratiultima modifica: 2014-03-04T13:09:46+01:00da vitegabry
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