Archivi giornalieri: 1 luglio 2013

Notizie dal ministero del lavoro

Primo piano
 
 
Il Ministro Enrico Giovannini
 

Misure urgenti per il rilancio dell’occupazione 
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 26 giugno il “Pacchetto lavoro” proposto dal Ministro Enrico Giovannini. Fra gli interventi previsti, la decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, l’estensione delle tutele per lavoratori ed imprese, la carta inclusione per il contrasto alla povertà


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Sicurezza sul lavoro: il Ministro Giovannini convoca per lunedì 1° luglio la Commissione centrale di coordinamento per l’attività di vigilanza 
Al centro dei colloqui le azioni da intraprendere per rafforzare i controlli sulla sicurezza e sulla regolarità dei rapporti di lavoro, anche alla luce delle recenti modifiche normative


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IV Conferenza nazionale sulle politiche per la disabilità 
A Bologna, i prossimi 12 e 13 luglio, un importante momento di riflessione e confronto fra istituzioni e organizzazioni rappresentative della società civile e del privato sociale attive nel campo dell’assistenza e della integrazione sociale delle persone con disabilità. Concluderà i lavori il Ministro Giovannini


 

Lavoratori ‘Salvaguardati’ – Terza procedura 
Emanata la circolare n. 19 del 5 giugno 2013, attuativa del Decreto interministeriale del 22 aprile 2013. Contiene le istruzioni operative per le Direzioni territoriali del lavoro ed è corredata dalla modulistica ed in particolare dal modello di ISTANZA che dovrà essere presentata dal lavoratore.


 
Notizie
 
 

01/07/2013

Definizione delle modalità di rafforzamento del sistema dei controlli dell’ISEE 
Pubblicato il Decreto Interministeriale 8 marzo 2013

01/07/2013

Promozione dell’occupazione, coesione sociale e misure finanziarie urgenti 
Pubblicato il Decreto Legge 28 giugno 2013, n. 76

27/06/2013

Il Grande portale della lingua italiana 
On line il nuovo portale dedicato agli stranieri per una migliore conoscenza dell’italiano e dei valori della cittadinanza

27/06/2013

Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia 
Pubblicato il Decreto Legge n. 69 del 21 giugno 2013

27/06/2013

Sviluppi economici del personale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 
Disponibile la graduatoria per l’attribuzione della fascia F4 del profilo professionale di ispettore del lavoro

25/06/2013

Invio della comunicazione della chiamata del lavoro intermittente 
Emanato il Decreto Direttoriale del 25 giugno 2013

25/06/2013

Sviluppi economici del personale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 
Disponibile la graduatoria per l’attribuzione della fascia F4 del profilo professionale di funzionario area amministrativa e giuridico contenzioso

21/06/2013

Incentivi all’uscita anticipata dei lavoratori con maggiore anzianità 
Emanata la circolare della Direzione generale per le Politiche attive e passive del lavoro

20/06/2013

Linee d’indirizzo per l’affidamento familiare 
Al via la prima giornata di informazione-formazione alla presenza del Vice Ministro Guerra

20/06/2013

EPSCO – Riunione del Consiglio Occupazione, politica sociale, salute e consumatori 
Il Ministro Giovannini interviene sul rafforzamento processi di riforma in atto in materia di lavoro e di occupazione giovanile

19/06/2013

Comunicazione della chiamata del lavoro intermittente 
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Interministeriale del 27 marzo 2013

18/06/2013

Costo orario medio del lavoro per i dipendenti di imprese di pulizia, disinfestazione e multiservizi 
Disponibile il Decreto Ministeriale del 10 giugno 2013

18/06/2013

Voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting e contributo per asili nido 
Inps:pubblicato il bando per l’assegnazione dei benefici

17/06/2013

102^ Sessione della Conferenza internazionale del Lavoro di Ginevra 
Il Ministro Giovannini ha partecipato con un intervento in Assemblea plenaria

14/06/2013

Interpello 
On line le risposte a nuovi quesiti

14/06/2013

Strategia nazionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali 
Pubblicate le proposte della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro

12/06/2013

Cinque per mille 
Pubblicata la sezione dedicata alle FAQ (domande più frequenti)

12/06/2013

Incremento del Fondo per le non autosufficienze, procedura di valutazione dei rischi nelle piccole imprese, sostegno all’occupazione e lavoratori esodati 
Il Ministro Enrico Giovannini risponde alle interrogazioni a risposta immediata alla Camera dei Deputati

Istat

Istat – A maggio i disoccupati hanno superato i 3 milioni

A maggio il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 140 mila, aumenta dell’1,8% rispetto ad aprile (+56mila) e del 18,1% su base annua (+480 mila). Lo ha comunicato  l’Istat spiegando che l’aumento interessa sia la componente maschile sia quella femminile. 

A maggio 2013 gli occupati sono 22 milioni 576 mila, in diminuzione dello 0,1% rispetto ad aprile (-27 mila) e dell’1,7% (-387 mila) su base annua. Sempre secondo i dati provvisori diffusi dall’istituto, il tasso di occupazione, pari al 56,0%, diminuisce di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima.

Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 647 mila e rappresentano il 10,7% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 38,5%, in diminuzione di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento di 2,9 punti nel confronto tendenziale.

Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente (-35 mila unita”) e dello 0,9 % rispetto a 12 mesi prima (-127 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,1%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,3 punti su base annua.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24anni) a maggio è al 38,5%, in calo di 1,3 punti percentuali su aprile, ma in rialzo di 2,9 punti su base annua.

Disabili

Disabili: nel Lazio presto Osservatorio sui diritti

Istituzione dell’Osservatorio sulla disabilità, nascita della Fondazione ”Insieme dopo di noi” per l’assistenza ai disabili gravi senza famiglia, riforma degli ex art. 26 e rilancio dell’integrazione scolastica: sono i quattro punti programmatici presentati  dall’assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio, all’assemblea della Consulta regionale per la disabilità e l’handicap.

L’assessore ha assicurato che a breve verrà istituito l’Osservatorio sulla disabilità, ”che avrà compiti importanti per garantire i diritti dei disabili sul fronte dello studio, del lavoro, della casa, della mobilità, nel quadro della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.
Inoltre verrà riattivato il percorso per la costituzione e l’avvio della Fondazione ‘Insieme dopo di noi’, per garantire l’assistenza ai disabili gravi e ai soggetti con fragilità sociale quando rimangono senza famiglia.

E’ stato anche affrontata la questione degli ex art. 26 e in generale il tema dell’integrazione socio-sanitaria e la questione dell’integrazione scolastica per sostenere realmente il diritto allo studio dei ragazzi disabili.

Lavoro

Lavoro: 727.000 posti persi in fascia 15-29 anni

La fascia delle persone tra i 15 e i 29 anni è stata quella più penalizzata negli anni di crisi con 727.0000 occupati in meno con questa età a fronte di 800.000 posti persi nel complesso. Lo ha sottolineato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini rispondendo a una domanda  sulla decisione di concentrare le risorse sui giovani comprendendo anche gli over30.

Per i lavoratori over 30, ha spiegato, sono previste risorse per l’autoimprenditorialità e la possibilità per l’azienda che li assume di avere in dote il 50% dell’Aspi restante in caso di lavoratore disoccupato con un sussidio. 

”L’asticella non può essere alzata – ha detto Giovannini a proposito del limite di età – perché è determinata dall’Europa”. E sono criteri europei anche le condizioni per avere l’incentivo all’assunzione (non avere impiego da almeno sei mesi, oppure non avere un diploma, oppure vivere da solo con almeno una persona a carico).

Il ministro del lavoro ha anche sottolineato come il giovane che non trova il lavoro perda la ”spinta iniziale. Ci sono due milioni di neet, persone che non studiano, non lavorano e non sono in formazione, e questo rappresenta  una perdita di capitale umano enorme”.

Ocse

Ocse, Italia maglia nera della giustizia civile

L’Italia è maglia nera tra i Paesi dell’Ocse per la durata del processo civile: nel 2010 si sono impiegati 564 giorni per il primo grado, contro una media di 240 giorni e i 107 giorni del Giappone, che ha invece la giustizia civile più veloce del mondo. Lo indica il rapporto Ocse “Giustizia civile: come promuovere l’efficienza”, presentato al Senato.

Il tempo medio stimato per la conclusione di un procedimento nei tre gradi di giudizio è di 788 giorni. Con un minimo di 368 in Svizzera e un massimo di quasi 8 anni in Italia. Questo nonostante si tratti di due Paesi, evidenzia l’Ocse, che destinano al sistema giudiziario la stessa quota di Pil, lo 0,2%.

“Pur con le cautele dovute a differenze nei sistemi legali e nell’organizzazione delle statistiche giudiziarie nei diversi paesi – si legge nello studio, che è basato su numeri della banca dati Ocse e della Commissione Europea per l’efficienza della giustizia – i confronti internazionali evidenziano un’ampia variabilità nella durata dei procedimenti”. Lo studio sottolinea anche che la durata dei procedimenti incide sul grado di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giustizia: “Un aumento della durata dei procedimenti del 10 per cento è associato a una riduzione di circa 2 punti percentuali della probabilità che un soggetto dichiari di avere fiducia nel sistema giudiziario”.

L’arretrato crescente “ha lo stesso impatto soffocante che ha il debito pubblico. È un fardello di cui dobbiamo liberarci”. Lo ha sottolineato il vicesegretario dell’Ocse, aggiungendo che “la capacità del Paese di uscire dalla crisi si indebolisce.

La giustizia lumaca ha poi un effetto diretto anche sulla disponibilità e sul costo del credito: in Italia, ha spiegato il vice segretario Ocse, “può essere di 70 punti base più alto rispetto a paesi con sistemi più efficienti”. Per questo l’organizzazione “consiglia di rivedere l’incentivo a domanda e offerta di contenzioso”. “L’Ocse – ha aggiunto – vede con soddisfazione gli sforzi fatti, di cui un esempio tangibile è il decreto appena approvato, che va nella direzione giusta” ma c’è un “richiamo ad attuare in modo pieno e tempestivo queste misure” perché “la gente deve vedere che le riforme migliorano il Paese. 

Lavoro giovani

Pacchetto lavoro: sui giovani qualcosa si muove …

Il pacchetto lavoro approvato dal governo “comincia a dare qualche risposta rispetto alle nostre richieste avanzate con la manifestazione unitaria del 22 giugno”, in particolare su “due titoli”: gli incentivi finalizzati all’occupazione stabile, possibilmente a tempo indeterminato, e la particolare attenzione ai lavoratori over 50 espulsi dalla crisi”. E’ quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil, Serena Sorrentino, ai microfoni di RadioArticolo1.

“Certo, è un po’ azzardato definirlo un piano del lavoro – ha proseguito la dirigente sindacale -, perchè le misure contenute possono intervenire su piccole modificazioni riguardanti la regolamentazione dei rapporti di lavoro, ed è chiaro che ci vuole un piano di investimenti sulle politiche industriali per generare nuova occupazione”.

“Il miliardo e mezzo stanziato da Letta per attuare il ”Pacchetto lavoro” è chiaramente una cifra insufficiente per favorire l’assunzione di 200.000 giovani nell’arco di 18 mesi. Le cifre che occorrono per finanziare un piano straordinario del lavoro sono notevolmente superiori. Dal punto di vista politico, quello del governo è un primo segnale in controtendenza in tema di politiche per l’occupazione, ma da qui a dire che gli effetti saranno significativi abbiamo qualche riserva: è uno strano intervento temporalizzato, dove gli sgravi sono concentrati al Sud, in ragione del fatto che le risorse liberate sono quelle della riprogrammazione dei fondi della Commissione Ue, impegnate a suo tempo nelle regioni meridionali; non sono, quindi, risorse ex novo”, prosegue la segretaria confederale.

Rispetto all’allentamento delle regole sul mercato del lavoro, proposto a più riprese da Confindustria in questi ultimi tempi, “è miope pensare di trarre benefici dalla diminuzione dei diritti e soprattutto dei costi per l’occupazione: è il perpetuare di una ricetta sbagliata che perdura da vent’anni senza dare frutti. Continuare ad insistere con proposte di ulteriore liberalizzazione, quali l’estensione della causalità dei contratti a termine, l’allentamento dei vincoli dal lavoro intermittente, la cancellazione delle previsioni della legge 92 sul riconoscimento della subordinazione per i contratti a progetto, le finte partite Iva, gli associati in partecipazione: tutto ciò non genera nuova e buona occupazione, casomai modifica in peggio la condizione di chi già oggi è nel mercato del lavoro. È solo il tentativo di ottenere quanti più vantaggi possibili nella contingenza di una crisi economica e in mancanza di una ripresa significativa”, sottolinea ancora Sorrentino.

Per quanto riguarda il rafforzamento del contratto di apprendistato, contenuto nel ”Pacchetto lavoro”, la dirigente sindacale lo considera “un po’ strano, perchè in realtà si utilizzano come argomento le 120 ore di formazione trasversale in tre anni, un appesantimento eccessivo per il sistema d’impresa, per cui il piano formativo individuale del lavoratore sarebbe complicato da gestire rispetto al fatto che quelle sono competenze che attengono al sistema regionale. Abbiamo segnalato al ministro che non è quello il tema che blocca il ricorso all’apprendistato come forma prevalente. Se c’è una concorrenza diretta da parte di altre forme di lavoro non stabile, come dimostrano i dati con il 70% dei contratti a termine, l’apprendistato oggettivamente non risulta più conveniente per le imprese e intervenire alleggerendo proprio la sua parte più qualificante significa cambiarne la natura”.

Caritas

Caritas: aumenta richiesta d’aiuto …

Dopo cinque anni di crisi economica gli italiani sono sempre più in difficoltà, mentre gli immigrati cercano di tornare a casa: lo rivela un’ indagine dell’Osservatorio diocesano delle povertà della Caritas Ambrosiana, svolta su un campione di 16.560 persone che si sono rivolte nel 2012 ai centri d’ascolto e servizi nella diocesi di Milano. 

Tra il 2008 e il 2012 il tasso medio di incremento annuo di presenze nei centri è stato del 4,25% per gli italiani mentre solo dello 0,2% per gli stranieri. Questi ultimi restano la maggioranza con il 71,3% (composto dal 56,6% di extracomunitari regolari, 8,8% comunitari e 5,9% extracomunitari irregolari), ma si è registrato un calo delle presenze del 2% rispetto al 2011.

Guardando ai principali paesi di provenienza, diminuiscono soprattutto i peruviani (-18%), che desiderano sempre più rientrare in patria, e gli ucraini (-19,5%).

Il rapporto della Caritas, inoltre, sottolinea che il problema più pressante degli italiani che si rivolgono ai centri è la mancanza di reddito: il 37% di connazionali ha chiesto cibo (percentuale uguale a quella degli stranieri) e dal 2008 a oggi il totale delle richieste di viveri è aumentato del 31,4%. A questa esigenza si accompagna la disoccupazione: dal 2011 al 2012 sono aumentati dell’ 11,5% i disoccupati di lungo periodo (che hanno perso il lavoro da più di un anno) e tra loro il 13% sono italiani mentre il 10% immigrati

Esodati

L'”esodato” che rischiava la pensione per una comparsata in un film, ha vinto la causa

Rischiava di perdere il diritto alla pensione, da “esodato”, per aver fatto da controfigura, con due giorni di lavoro, in un film girato a Brindisi. Finalmente però è giunta la buona notizia per un 61enne, ex postino, che ha dovuto avviare una battaglia legale per non restare privo di qualsiasi entrata economica. Il giudice del lavoro di Brindisi ha infatti accolto il ricorso  avverso l’Inps e la Direzione provinciale del lavoro. 

L’ex postino aveva infatti percepito un compenso di 153 euro nel 2011, quando fece da comparsa in un film, e per il quale era stato emesso regolare Cud. Per questa ”assunzione a tempo determinato dal 14.7.2011 al 15.7.2011” si era visto negare i benefici che gli sarebbero toccati per aver scelto di lasciare il lavoro con 30 mesi di anticipo e per i quali al 61esimo anno di età, con apposita istanza, avrebbe iniziato a percepire la pensione.

Secondo il suo legale il diritto pensionistico non avrebbe potuto venir meno per prestazioni lavorative che non raggiungano almeno i 6 mesi di occupazione e non ha superato i 7.500 euro di reddito annuo. Il giudice del lavoro ha condiviso tale impostazione. Può quindi percepire la pensione a decorrere dal primo luglio 2013. La direzione provinciale del lavoro è stata condannata a sostenere le spese legali, per un totale di 1.500 euro. Spese compensate nei confronti dell’Inps… 

Campi elettromagnetici

Campi elettromagnetici ed effetti cancerogeni sull’uomo

Nel 2011 presso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) a Lione 31 esperti di 14 Paesi si sono riuniti per valutare la cancerogenicità dei campi elettromagnetici a radio frequenza (RF, da 30kHz a 300 Ghz) e a due anni di distanza il volume “Non ionizing radiation part 2 – radiofrequency electromagnetic fields” riporta la classificazione dei campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibili cancerogeni per l’uomo, corrispondente al gruppo 2 B.

L’esposizione umana ai campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenza dai 30 kHz ai 300 Ghz è essenzialmente dovuta all’uso di dispositivi di comunicazione personali (come ad esempio telefoni cellulari, cordless, Bluetooth e apparecchi per radioamatori…), da sorgenti industriali sul luogo di lavoro (es. riscaldatori dielettrici ad alta frequenza e a induzione, utilizzati per esempio nell’incollaggio delle plastiche) e da sorgenti in ambiente esterno come ad esempio le Stazioni Radio Base, i ripetitori radio televisivi e gli apparati per applicazioni medicali.

Per i lavoratori la maggiore esposizione deriva da sorgenti poste in campo vicino, mentre la popolazione generale riceve la più alta dose di esposizione da apparecchi trasmittenti collocati in prossimità del corpo, come ad esempio i telefoni cellulari.

Numerosi e articolati gli studi epidemiologici che si sono occupati di indagare le possibili associazioni tra esposizione ai campi elettromagnetici RF ed insorgenza di tumori in popolazioni esposte sul luogo di lavoro (o in alternativa “professionalmente”), nell’ambiente esterno o per l’uso di telefoni senza fili (cellulari e cordless). 

Per quanto riguarda la correlazione fra la esposizione lavorativa e l’insorgenza di tumori il gruppo di esperti ha rilevato negli studi la presenza di carenze metodologiche che ne inficiano i risultati, mentre ha giudicato che tali studi non danno una dimostrazione sufficiente dell’esistenza di una associazione fra esposizione ambientale a RF e cancro.

n 19° 2013 numero newsletter.doc